la Fiera Letteraria - XV - n. 25 - 19 giugno 1960

Domenica 19 giugno 1960 C~ FIERA tETTERARJA Pag. 5 §CRJl'Jl'TORJr JCN PRJI:1"..0 ---- ::UOSTRE D 'FJ.R.TE Fl R.0:.'\IFl. * Dante S alendo le scale si tolse i guanti e li tenne nella s:nistra con Il cappel– lo, si ravviò col pettine i cape~lt e i baffi; davanti al– la porta s'inumidl le lab– bra. Bussò piano. E appena la donna aprl, s'inchinò. e Buongiorno signora >. e Ah, voi•, disse tra sor– presa e Irritata. e Vi prego di scusarmi », mormorò Renato. EJla non si muove\•a. e Ho incontTata la \·ostra bambina•. aggiunse Re– nato seguitando a guardar– la con accorata insistenza. e Volete entrare•• ella disse. più che a domandare per rassegnarvisi. e Oh, si, grazie», egli confermò con umile pre– mura. Ma Elisa esitava: lo os– servava sospettosa e in– quieta. la fronte corrugata. Renato cessò di fissarla, abbassò il capo, calcolando sulla pietà che sperava ispi– rarle col suo viso. E infine ella si scostò, senza invi– tarlo. come fidando ancora in un rifiuto. Entrò, invece; e notò subito )'ordine e Ja pulizia. Non rammentava la stufa In cuCina e l'armadio che chiudeva il corridoio . e Stavate per usci.re? > do.'Tlandò a caso. e Beh, si.... anzi no. plù tardi >. s! corresse. quasi che ormai non avesse più importanza la durata de!la visita. Renato continuò ostenta– tamente a spiare intorno. incurante dell'imbara220 di Elisa. Le tendine alle fine– stre mancavano l'altra vol– ta e pure la coperta giallo– oro sui letto; le pareti era– no state ridipinte. e E' tutto cambiato>, dis– se compiaciuto, come si trattasse di una Ispezione. E tale fu l'Impressione di Elisa: arrossi. provò a sde– gna-rsi: e Per questo siete venuto?>. Renato negò col capo, ma debolmente e accrebbe il disag:o della donna che si contuse: e Certo, ho ratto delle spese con quei soldL Dio mio, non vi ho detto di sedere,. Dalla stanza da letto pre– se una sedia, una sedia nuova, notò Renato indu– giando un Istante a esami– narla. Si sedette e conside– rò chiusa questa parte sug– geritagli dalla resistenza deUa donna; non l'aveva preparata, venendo. e Ho inoontrata vostra figlia,, disse In tono rispet– toso. e Ed è stata proprio }ej a riconoscermi e chia– marmi ,, aggiunse con gio– lo contenuta. e E' cosi assennata, affettuosa ... > (El– la ascoltava, ma non gli riusciva di indovinare die– tro il suo viso immo– bile alcuna delle reazio– ni possibilJ al suo ritor– no). e Abbiamo parlato un pò e s!amo andati insieme a scuola >. Crollò Il capo: e A voi dispiace questa familia– rità. secondo voi avrei do– vuto allontanarm1, sfuggir– la... Un destino crudele si accanlsce contro di me: le mie buone Intenzioni appa– iono sempre al contrario ..> e Maria non sa nulla di voi>. e Oh, l'ho capito,. mor– morò Renato a capo chino. e Vi ringrazio di averlo ta– ciuto,. e E' una bambina >. e E del padre? > e Si, ma in modo diver– so da come successe •. Renato si sporse, quasi sul punto di inginocchiarsi: e DI me, ve ne prego, non dilele mai nulla, ve ne scongiuro>, implorò. e Non c'è bisogno>, ri.spo– se E;isa. rit.raendosl Non si era commossa delia sua preghiera. Ed egli, invece, era sincero. Davve– ro desiderava conservarsi la simpatia della bambina, l'un!ca persona che gli mo– strava affezione ignorando ogni cosa di lui che non tosse l'apetto che appunto le dava fiducia. La indiffe– renza della madre gli sem– brò ingiusta: gli impediva d: provare e serbare m~ moria di un sentimento pu– lfto, di un rapporto disin– teressato. Durante le stra– da dalla ocuola a qui, s'era consolato nella riscoperta del suo fondo infantile che trovava immediata rispon· denz.a In Maria: una specie di garanzia della sua in– clinazione a riabUitarsi. Ma ]a donna non gli prestava fede. E allora, Indispettito, egli ne ricordò l'imbaraz– zo di poco prima per le spese: dunque 11 prossimo r!clùede di essere offeso per disporsi alla benevolenza. Si rimase seduto compo– stamente aggiustandosi il cappotto. e Ho saputo che il briga- diere viene spesso ... > e Oli ve l'ha detto? > e Maria>. e E a voi che hnporta? > e Un buon amico di vo- stro marito ... >, disse con una ch.iara stumatura di insole.nza. e Ma che volete? > gridò Elisa. cPerchè spiate la mia vita?> RA?nalo capi di aver col· pito giusto. L'esasperazio– ne rivelava la sua di.fficol- tà più che l'indignazione per l"intrusione. Il rancore non era contro di lui. For– se il br'.gadiere tentava di ricattarla. Se potesse con– vincerla a sezvirsl del suo aiuto. Si alzò. rigi:-ando il cap• pel:o tra le mani e ricordò un atteggiamento simile dei contadini che sconC:u– ravano il padre per una d!– lazione nel pagamento del loro debiti nel negozio. e Scusate; ho sbagliato, si– gnora. Ho sbagliato da quando sono entrato,, disse con uno sforzo penoso, cho dimenticato che sono un estraneo, un nemico ... > Si morse ii labbro: e Mi con– siderano tutti un vecchio, uno con tanti anni dietro, senza più ragione per vive– re, uno che non dà più fi– ducia. Ma incontrando la vostra bambina. con la fe– sta che ml ha ratta, me ne sono scorda o ~ ho obbe– dito al desiderio di torna– re: da molto tempo des!de– ravo tornare e la bontà della vostra bambina mi è sembrato un segno favore– \•ole, un avviso della Prov– videnza ... •. A quei conta– dini della sua memoria ac– cadeva di riepilogare le sciagure della famiglia ed egli seguitò: e Sapeste co– me siamo ridotti a casa ... dispersi. umìliaU. nessuno ha sostegno nell'altro, e adesso \ri si è aggiunta la miseria. Con voi, vi giuro sono stato pure io distrut– to. Peggio, dannato. Ora per la m.!seria do\"rò ab– bandonare gli studi... Ed ecco. prima di scomparire, ho sperato nel vostro per– dono. ho bisogno del perdo– no da voi più che da mio padre e mia madre ... >. Ac– cadeva. anche, ai contadi– ni debitori del suo paese, improvvisamente, di ur:.are, come accecati dall'ostinato silenzio del padre: e Ma che pensate? Cl.e io sia Celie-e, tranquHJo? Che io sia con– tento della libertà? Vor– rei essere in carcere e mo– rirvi. si morirvi... , Frenò \L"l singhiozzo, la voce si smorzò. si scordò del pae– sani del padre implacabile nell'esigere il denaro, 6i senti lui. solo. senza l'a~ poggio di aloun ra.f:fronto: e Non posso subire per sem– pre le conseguenze di un giorno, di un gesto che mi pare ancora di non esse– re stato io a commettere ... Io non ho l'anima di un as– sassino ... SOno un bambino un pò più grande della vo– stra Maria, non un assassi– no ... >. Si lasciò cadere sulla se– dia. piangendo. Sul momento non ebbe la sensazione dell'umido sulle guace: forse era sudore per lo sforzo durato nel parla– re. ma ecco che a smentir– lo s'infittiva, le radici era– no negli occhi che si gon– f.avano, non nel cervello. S'era sorvegliato nei movi– menti, nelle parole e tutta– via piangeva. ,Piangeva senza averlo previsto. Uno stupore, astratto e senza scopo o calcolo. fermò un istante l'emozione di quella noVità che lo alleggeriva della tensione, ma non si attardò ad approfondirla, volle subito controllare lo effetto sulla donna ... Elisa gli stava porgendo un bicch.:erlno di liquore. e Bevete, vi farà bene>, e Grazie>. e O preferite un caffè? > e No. grazie >. Bevve un pò. e Vi sentite meglio? > e Sì. ma vi ho proprio disturbata>. e Non preoccupatevi >. e Fortuna che almeno An– drea non si è svegliato, sta– volta,, disse con un timi– do sorriso per confermarsi l-a familiarità che ella pa– reva promettere. e Non c'è, sta di fronte: non hanno bambini e ten– gono volentieri il mio>. s·era accostata con la spalla sinistra alla porta della cucina, Je braccia In– crociate sul petto e v'era in lei un abbandono, un pre– sentimento di indulgenza e comprensione, come se il suo pianto avesse sgom– brata ogni diffidenza e ma– nifestato pure a lei quel suo fondo infanUle che at– tirava Maria Bevve ancora un sorso. n liquido giallognolo era identico a quello bevuto nella notte con C-e61dia e al liquore che la madre of– friva, a un cenno del pa– dre, a un mediatore o un commerciante. Cercò di ca– vare un senso da tali im– magini atiluite assieme, di indovinarne il legame con la sua presenza in ca– sa de:Ja vedova. Fo~ era la differenza di pietà delle tre donne a riunirle e im– porgli una scelta. n tem– Po ormai reclamava una cooclus:one che della pietà di una di esse tacesse wia ragione. Della pietà della madre e di Cesidia sapeva la natura. la direzione: questa di Elisa cominciava appena a respirarla. Disse: e Pure vicino ca.sa mi~ c'è una famiglia senza figli che da bambino mi chiamava dentro._>. Non era vero, ma doveva pure Troisi: L' iricontro Celiberti, Tanda, Kounelli * lnten-ompere n silenzio. •E ogni volta che torno al paese, passo a salutarli, quasi prima de.i miei ... , Si lnternippe per cambiare to– no, caricarlo d! dolore: tre. in forme diverse, ave– vano p!età di lui, ma gli rimproveravano di essere diverso da loro: .egli Igno– rava ancora cosa realmen– te volesse diventare e già glleoe negavano Il diritto ... Si a1zò a posare f! b!cchle– re, essa lo prevenne, glielo preso di mano e lo mise sul tavolo In cucina. di LOIIEi1 1 ZA TRIJCCIII I meriti della provincia * di ALBERTO BEJ'ILACQCIA Jfolte volte, in que.sta nostra il tema del Tomanzo: per giu– r11brica, abbiamo avuto modo stificarlo. Renato cerca o men– di inQuadrare la prouincia let- dica (con viltà. con ipocrbia, teraria in una luc e di p ositiva con sincero dolore) delle r-a– ch.iare=a morale, qua.si di te- pioni. e, per vendicarsi del pa– nere.::a, e di rove sciare i ter- dre u borsanerùta . .tpera di mini di una situa...--ione. asse- trovarne ~rsino a.ssociandosi al QruJndo ad eua, alla proi,incia. "camerati.. della sua univeTs1- a scapito deJla metropoli. la tà... li:i, fondo al, $1.IO tort~oso palmo del JovoTO pitl eOieace cc:z'!'mino èè 11:" o rren da nve– e conclusivo. pill meditato e la....,one: Le pagine .1ono del se– sen.sibile. Ciò i aov-e-nuto tutte condo incontro tra Renato e la le volte che. nelle nost-re pre- moaUe <UU-uecbo~ ..... Si rispec: senta.zioni. si in.,:erioa la per- ch1a. nel breve na.snrnto d1 sonalitd di uno .scrittoTe legato que.sta tTama. una ~elle compo– alle dimert$ioni prnoinciali. non nentl. /ondame~tah d~Ua p~r-~ gu} da un oincolo di coeTci.zio- .s~nal!tà naTrohoa . di .1:'T01s_i.: ne ambientale, mo da uno spin.- cioè 11 g~to pCT 1anahs1 pst– ra /orta di linfa in /OJe di re- colog1ca giocata_ sul COJO t~T– spiTo, di amore per le cose. per mentato_ e ~ de~1ato •, sulle dt/– una gente. ficoltà 1nstte in un Tappo~to .Ci . $0Vve-naono . m ~l.ti ?4""i: r~~di~e. co:onla d:bt~!m~T 0 Jf~ ,:zpetiamo, f~~e 1 .P 1u s ,mpa.- menticarlo, e ciò diciamo non t1camente ottnn nel q~adf:> del- peT alludere ai limiti di un le nostre . lette,:e d Ol?gl. TTa ruolo e cioè ad una s/eTa d"a– qut'sli '!_Oml, ab~iamo l1id avuto zione circo3criua ad un deteT– modo di JoTe,_c:iTc~ un ann~ fa: minato mondo. ma soltanto per quello d1 TT~1.t1,dicendo <!' !ut meglio .rpiegare ceTte Tagfoni un bene men~ato non fou al~To di lavoro. Troisi ha impaTato per la mod_esha ':-lm!l"!a·. che og- a scrutare negli animi altrui 01 ho i suoi bTao1 d1ntu. e qua- con quella ropidità di giudizio li diritti. Ma il lavoro di Dante e quella crudeua di penelra– Troisl ~ tToppo ricco di ini--ia- :ione e.rperimen.tote in molti tive e di pTopositi pe-r non n- anni di toga, cori che l"uomo chiamaTe un'atte-n...;OTle costa.n- e lo motteplicilà delle tncende te: per questo .riamo lieti di ri-: umane gli si svelano senza pres~tare oggi l'autore di compiccime-nti. nelle giuste di– , Gente di Sidoien •· con un mensioni di uno realtà 3ecca e bTano tTatto da un Toman=o in bruciante come uno scudi.,ciata. fase di scritturo. Ci ha detto Ed è pToprio peT le ragioni che TTol-"i a que3to proposito: ... --E' abbiamo ddto, che 1a pietd rie– la .storia di un giovane di oggi, sce a sostituini, in conclu.sio– implicato col padre in. un inu- ne, alla .sentenza senza appel– tile omicidio; allo $for::o di te- lo e nessun penonag gio viene ner lontane le con.1eguenze del la.1ciato a se sce.uo ,ma inoece gesto . .,i me3cola il de.siderio di seguito oon una spec ie di osh– serviT.sene per dioentare un n~to amore anche nel peccato PTOtagonista. In questa con- p_1ùbuio. n bTano che. pT_estn– tTaddi--ione tTa U bi.sogno. ab1l- tiamo dà una chiave di c1ò ol– mente escluso. di espiare e il tTemodo chiara, impC$tCto co– tentativo di faTSi. un aoe, si m'è in uno stile percoTSO da inserisce il rancoTe veno il brioidi e da tTC$alimtnti. padTe. An:i. questo rancoTe è ALBERTO BEVIIACQUA e Ma 'lo parlo dl quando non era accaduto niente. Adesso m!o padre mi vor-– rebbe mai nato>. e Non be-sttmm1ate >. e Ne SO.'lO sicuro > e Che dite?> e Oh, non sapete che par– te ha avuto in questa sto– ria, non posso .racconlarvi chi è mio padre, ml ver– gogno ... Egll mi odia•· e E' impossibile>. e Perché?,. e Odia:e non aiuta >. e E voi? All'improvv!so non vi ricordate e ... >. e No, no. Dopo un pò di tempo non sembra più colpa di nesstmo ,, e]la dis– se con l'accento riflessivo di chj si è: ripetuto a lun– go quanto afferma. e Si deve vivere. e a!~ora si ac– cettano I giorni e le per– sone e le cose, sperando di scampare. !\1io marito dice– va che abbiamo tutti le manette. Era U suo mestie– re metterile agli altri, ma se le sentiva addosso pu:-e lui e non si lamentava •· Alzò gli occhi e nella ma– niera di so:1evare Il capo e quindi le palpebre, In un movimento lento. pacato, senza vanità. Renato intul che stava per ricevere con– renna dello strano mondo morale di cui ella ragiona– va e tentò di sottrarsi e vol– gere altrove lo sguardo, ma fu affascinato, e vide nei suoi occhi schierata l'emo– zione che egH non aveva voluto fermare du:-ante il pianto: un tranquillo co– raggio, una dolce mansue– tud:ne, una a..,::senz..a di su– perbia, una regola di nor– malità, un vivere oon le ra– gioni di. tutii. Aveva g!à provato a sco– prire e leggere fle1tli occhi d! un'a:1tra, Cesidia, il con– trario di sé e per un pò aveva avuto fiducia dl rag– giungerlo. Ma adesso ri– mase spaventato. Forse per– ché cresoiuta l'abiezione in cui intanto era precipitato. quel contrario di sé gli parve c:rudeknente tnacces– sibile. Gli aggravò poi lo sconforto il ricordo della mlscl-ia e per reazione so– spettò che la vedova aves– se pensieri buoni perché poteva spendere i so:di d&l– Ja terra del padre, una con– dizione vantaggiosa e favo– revole alla pietà al pari del– la fede religiosa di Cesidia e per sua madre ~a circo– stanza di averlo cacciato dal suo grembo. Tutte e Vedendo che non si ri– sedeva: "' Accomodatevi >, d!sse. Devo andare •. Tutla\..1a desiderò appa– rire rtconoscente, :n qual– chE' modo davvero le era grato: e Siete stata buona. come speravo e come ave– vo bisogno... Dio vi ricom– pensi coi figli m:glioM di m<•. e Neanche voi dovete per– dervi•. e :\1.1 sforzo. sapete, mi sforzo•. e S!ete un ragazzo, pro– prto un ragazzo•• disse Eli– sa atTossendo. e M3 le manet e me le sento ovunque, come vostro ma:-ito •, egli mo:-morò, ce avrò conforto solo da quan– to ml avete detto. vi giuro•. Si affrettò verso la porta quasi incapace di res'.stere alla nuova ondata di do– lore che g!! tremava la vo– ce: gli salirono in go!a sin– ghiozzi che eUa udì. perché, mentre apriva, gli d:sse: e Tornate. se vi aiuta >. Non rispose, come ìmpe– dilo dalla commoz:!one: na– scose il viso net fazzoletto. a capo "chino s'infilò fuori dell'uscio e prese a scen– dere velocemente le scale, pensando che forse avreb– be potuto chiederle del de– naro. Malgrado l"a\'anzata stagio– ne e l'imminente apertur.1 dcJla Biennale di Venezia che polarizzerà l'interesse dei cri– tici. dei gro:..)i collc:zionisti, dei mercanti e dcali stessi artisli in altre direzioni, le gallerie romane seguitano a sfornare. con ritmo accele– rato, diccine e diccinc di mo– stre alla settimana. Guai a pcrdcn: il passo, a soffermar– si. sia pure per una sola ,·ol– ta. su altri arvomenti, si ~ sommersi in un m::a.redi ca- ~~~:éosi~~itài d:s~ sizioni. Limitiamoci. quindi. ad un lun&<> elenco, ~à sfol– tito. con qualche annota– zione. Alla G::a.lleria Nazionale d'Arte Moderna si ~ aperta una vasta mostra dei par– tecipanti all "annua.le Concor– so a Premi d "incoraag iamento ad Artisti. bandito dal Mi– nis1cro della Pubblica lstru– zìonc. i 68 artisti. presenti con S2 pitture, 25 sculture e 40 incisioni. pare siano il ri– sultato di una e riaorosa se– lezione•· Dato 1 risultali. piuuosto modesti, dobbiamo c~erc che gli altri numero– sissimi concorrenti fossero di lh-ello assai scadente. Se si pensa che a questo Concorso possono partecipare artisti fino a 40 anni, non c•~ pro– prio da ralleararsi. La tt"n– denza dominante, specie in pittura, è quella Ji uno stan– co astrattismo informale. Me– glio la scultura, dianitosa l'incisione. Annouamo, 9ua e là, qualche nome; tTa 1 pit– tori: Ezio Caraccni, Antonano Virduzzo e Fausto Maria Ca– sotti; tra gli scultori: Maria– no Tercsi. Colombo Mannelli. Matteo Oi~io, Stefania Bragailia Guidi e Virgilio Ferran; tra gli incisori: Cc- Vitadello Spettacolo FOGLI D'ALBUM Autori dei primi e Fogli d'album •• presentati anche quest'anno come nella passata edizione del Festival dei due mondi di Spoleto, so,10 stati Giovanni Guaita. Ennio Flajano e il brasiliano Rodolfo Wilcok. Lo spettc:colo, ml quale è stato generalmente elogiato l'olio unico doi•uto ad Ennio Flajano, no11lza però rac– colto l'unanime consenso della critica. COVI SUL PICCOLO SCHERl\10 Gilberto Covi è riapparso sullo schem10 televisfro in una Off!abile commedia• di Enrico BassaJ10, li porto di casa mia. Attore di straoTdinaria ascitdteua, GilbeTto Covi è encomiabile non soltaJtto per la misura mimica che riesce ad imporsi anche nei primi piani, ma per il "'lempismo • infallibile. della recitazione. Egli non affida mai il risultato delle sue battute comiche al colore. ma all'esatteaa dell'inzen,ento. SHAKESPEARE AD OSTIA Anclze qu~st'anno il teatro antico di Osti.a cccoglierà uno SJH!ttacoto sluzkespeariaJ10 e cert.ameme la vasta scena aTborea può dare un adeguato respiro sopratutto ad alcm1e Opt!re del grande Will. Ma non si comprende perché debba essere stata abbandonata la tradizione di riservare il teatro di Ostia alla commedia classica, che pub a\•ervi una sede appropriatissima. G. C. CeUbe.rtl: "'Katura morta • lestino Simoncini. Enrico Ricci. Enrico Bugli. Girolamo Caramori, Giancarlo Scorza e Ada Castro. • Possibilità di rela2fonc • è il titolo di una colletth·a, allestita aU"Anico. da Crispol– ti. Sanesi, Tadini, alla qua– le partecipano: Adarni, An– cò. Bendini, Ccreui, Dova. Peverelli. Pozzati, Romagno– ni. Ruggeri, Scana,•ino, S1raz– za. Vacchi e VagUeri. Sarà bene dire subito che le pro– messe del ti1olo non sono ~~t 1 ;;~~n ~~~a~ti que1u:!~ fronto. a quelle effeuh-e re– lazioni, a queUa pro,•a con– creta di una nuo\'a figurazio– ne già in atto da tempo. da più parti invocati e ai quali ho dato anch"io il mio con– tributo. Nonostante l'impo– stazione da manifesto e le sottoscrizioni di alcuni nomi tra i più sicuri della nostra !Ìii~~e i~b:::: ~~~ie~~; collettiva esth·a camuffata. Colpa della partenza critica a dir poco cquh-oca, anche se questo equivoco è, in parte, condizionato e in parte evaso da alcune dichiarazioni di cri– tici militanti, i quali, oltre tulio. peccano di un ritardato ermetismo. Forse le mani di chi ha promosso l'esposizione ~~raan~~~rore:t:i~t~~ formale. per essere capaci di stendersi .,.-crsoaltre direzio– ni, e facciamo solo un nome (tra i più validi) quello di Guerreschi, perché, scrive Crispolti, troppo e re1orico cd oratorio•· Ma staremo a ve– dere cosa accadrà tra qual– che mese: infatti, benché spuria e tendenziosa, questa mostra ~ eià sintomatica. Non bisoa:n;rebbe confon– dere l'arte popolare con la pittura ,uzr1•e.anche se !"arte popolare è un po·. come ha scritto Anatole Jakowky, la preistoria della pittura nah·e. Ma si sa quanto m qucs10 campo le distinzion i siano cliflic:ili.Classificherei . comun– que han Gencralic , Mirko ~;ni~ e ~~!i!\,fk~te°!s gono alla Nuova Pesa. tra i fn';::ir.i ('~~~o~iti:..:1efi~ t~1: ~i~~\rocief1~tt~~ ha dato luogo alla scuola di H1ebine, qui rappresentata dal contadino-piltore Gcneralic che della scuola ~. in un cer– to senso, il fondatore e l"ani– matore. Gcneralic, che è as– sai noto anche all'es1ero, ha una grande capacità tecnica e uno schicuo dono poetico nel ritrarre con il suo minuzioso pennello le composizioni aiTCSti alle quali spesso con– ferisce un tono fa\-oloso. Mir– ko Virius, morto tragicamen– te nel ·43 in un eampo di con– ccn1ramcnto, appartcnC\·a an– ch·~li alla scuola di Hlebi– ne; 11 suo realismo popolare– sco appare ricco cli un forte viiore espressh·o specialmen– te nel bellissimo autoritrauo e nelle scene di vita paesana. Il più candido dei tre, il me– no folkloristico, ~ senza dub- ~j~n:t~u~~n~i~~~~!a~n~:~~ NUOV..C OHIENTa:OUENT..C DELLJsl. * DRlJ.MMaTURGia EUHOP1<:::a bucolico, azzurro e verde, tutto prati i.n fiore e ruscelli. Una mos1ra, in complesso, as.sa.i vi,,acc che ,-orrcmo \·e– der completata con la presen– tazione di altri pittori "'inge– nui• iugoslavi quali cd escm– -pio. Eueeo Buktenica e Emc– rik Fcjcs. • • • Durrenmatt e il superamento delle avanguardie Giorgio Ccliberti è tornato alla sua natura effush-a e cordiale, alle sue sicure e armoniose nature morte. do– po una lunga parentesi - non priva di incertezze - de– dicata di preferenza a dei grandi paesaggi scuri (si ri– cordino le sue opere esposte ali' u I ti ma Quadriennali;:). Esiste una letteratura tea– trale, che solitamente si de– finisce ormai di e a,·anguar– dfa > o di e rottura •• ed ha le sue espressioni più signi– ficative nei drammi del e pri– mo tempo• di scrittori co– me Eugène Ionesco e Arthur Adamov. Ma queste opere, più che conquistare intima– mente Io spettatore o il let- 1ore, lo interessano per i loro aspetti eccessivi ed e osati •, per le violenze me– ramente formali della loro polemica, la quale rifugge quasi sempre da un preoso contenuto spirituale. Se nel vasto, ma confuso e frastagliato orizzonte del– lo spettacolo europeo si \-O- ~i~o~idild~~ J~~e~:un;; drammatica. la quale, pur essendo caratterizzata da una rh-olta contro il linguaggio del teatro tradizionale, pos– segga ciononpcrtaoto un suo equilibrio di forme e di con– tenuti, bisogna ri.,..olgers-iver– so altre direzioni. Ed una di tali direzioni è certamen– te indicata dallo svizzero te– desco Friedrich Diirrenmatt, del quale è stata recente– mente rappresentata e pub– blicata l'opera forse più si– gnificativa, LA visita della vecchia signora (Piccolo Tea– tro cli Milano, Edizioni Fel– trinelli, pag. 160. Lire 300). Ne LA visita della vecchia signora è evidente il rifiuto cli quei canoni cli generico naturalismo sui quali è fon– data la letteratura dramma– tica di più diretta derivai.io– ne 011ocentesca. N on è ri – spettato il principio di ,·eri– s1miglianza nella rappresen– tai.ione dei luoghi, deU'azio– ne e dei personaggi. Luoghi, azioni e personaggi sono de– finiti secondo un'ispirazione che ha origine nell'ossen,a– z1one cli simboli e di tempi con una logica cli pura fan– tasia. E' facile scorgere da. quali precedenti esperienze la poetica di Fried.rich Diir-– renmatt sia storicamente con– dizionata. Un'opera come La ~i':i1/e!~e =~a ilsiru~~~ rismo, l'Espressionismo, il Surrealismo, cioè tutti i mo– vimenti di e a,•anguanlia • e cli e rottura > di ieri. Ma li ha in qualche modo assimi– lati e risolti in una nuova unità stilistica e morale, alla quale non ~ estraneo nep– pure l'insegnamento di Ber– tolt Brecht. Infatti il dram– ma tende a comunicare un * di GIOVAN~I CAl,ENDOLI suo e messaggio • con una forza cli persuasione didasca– lica, che influisce immedia– tamente nella struttura del– l'opera, per esempio attra– \-erso i cori. La e Vecchia Signora• è un personaagio simbolico. Es– sa esprime attraverso una sintesi figurata tutti i valori che possono accaparrarsi me– diante la potenza materiale. 1..3 e Vecchia Signora> è straordinariamente ricca ed influente, può fermare i tre– ni, comperare in contanti gli uomini e le città. E' se– guita permanentemente da una piccola corte di indivi– dui che hanno perduto ogni panienza umana e sono di– venuti schiavi al suo ser– vizio. Essa, ormai arrivata alle soglie della decrcpitez- za, ritorna nel paese do,·e visse giovinetta e dove un uomo, ru. rimasto po,-cro e rozzo, rifiutò allora il suo primo amore. li paese è som– merso in una torpida mise– ria; ma la • Vecchia Signo– ra • Claire Zachanassian pro– mette cli trasformarlo in una florida città a patto che i suoi concittadini condannino a morte lll. Sulle P.rime la proposta appare ombile; ma len1amente il miraggio del benessere offusca la coscien- ~oi:0~1~ ~ ~~a i~pia~ij; ossessione ed lll è condan– nalo. La sua rnce di clispe– &ata protesta cade in un vuo– to, dal quale alla fine egli stesso è preso come da un macabro incantesimo. E la "'Vecchia Signora> può co- sl abbandonare il paese av– viato ad una sicura rinascita materiale, portando con sé in una sontuosa bara il ca– da,·ere del suo primo amore crudele e sfortunato. Può darsi che, come accade in ogni opera d'arte, anche ne La visita della \.'ecchia tfeJ~ent~e~~~tt:,OOaT~::Uj fatti del nostro tempo; ma tale riferimento è ad ogni modo superato in una \•isio– ne morale più ampia, che si s,incola da ogni limite. La e Vecchia Signora • ~ la ric– chezza che non può e non potr'3 mai ottenere l'amore distrutto in un irrimediabile naufragio per la mancata in– tesa degli indh'Ìdui. La ric– chezza, che è fonte ed espres– sione di benessere materia- le, determina anzi l'avvili– mento delle persone e del– la collettività quando sia ele– vata a norma esclusiva di \lita. Essa consente soltanto di strappare un cadavere ad un branco di individui che hanno rinunziato definiti,·a– mente alla propria cligmtà. ll mcssagfio dell'opera di Friedrich DiiITCrunatt, nel suo contenuto umano e sociale, è chiaramente leggibile ed ~ chiaramente leggibile perché la consaJ)C'\·olena dei suoi termini ed il bisogno cli ma– nifestarlo poeticamente sono prepoteotemen1e vi,•i nello scriuorc. La carica polemica ~!P'~iderio 00 clisico~i~~ una determinata tonna; ma una forma, almeno in parte suggerita da precedenti espe- JNFOR1'IAZION I LIBllARIE BOMPIA 1 1 ADDIO ITACA di Louls Golding. - Un ~òro che per ambtente ba mari e paesi in cui allo splendore degli indomati miti classici si uniscono le sugge– stioni dei mari del Sud. CARUCCI COPRIFUOCO di Enzo Malzza (pagg. 240, L. 1.200). - Tre racconti freschi, polemici, poetici ambientati nel clima deUa Resistenza. GARZA Ti L.~ PSICANALISI di Elémlrè Zolla (Serie Anlologie del saper tutto; pag. 302, L 550). I migliori testi deIJa scienza psicanalistica. da Abraham ad Adorno, da Femicbel a Ferenczi, dal mae– stro Freud a Jung. dal Reik al Moreno al Sécbebaye, racc.olti e annotati con magistrale penetrazione. Se– gue un utile clizionarieno psicanalistico. GUA 1 DA CANTI PISANI di Ero, Pound (a cura di Alfredo Rlz– zardJ, seconda edizione rl\'eduta: pp. 254, L. 1.600). - Uno dei testi più dibattuti della poesia moderna e della letteratura contemporanea O DADORl IL GOVERNATORE di Luigi Incoronato (pp. 208, L 1.000). - Siamo nel Mezzogiorno, dopo la riti– rata dei tedeschL Una rappresentazione della crisi politica e morale della borghesia del Sud. UOVA ACCADEMlA STORIA DELLA LETTERATURA PERSIANA di Anto– nlno Pagllaro e Alessandro Bansanl (pp. 914, U– re 5.000). - Dalle origini all'età medievale, a Fir– dusi, alle più recenti espressioni letterarie della nuova Persia: tutto l'arco cli sviluppo cli una delle più antiche e suggestive letterature del mondo. REBELLATO PRELUDIO ALL'IMPOSSIBILE di Alls Levi, presen– tazione di Carlo Arturo Jemolo (pp. 112, L 900). - Pagine che aiuteranno a tentare quei superamenti quelle e"asioni che sono nel fondo del desideri. RUSCO I E PAOLAZZI DIARIO DI EDThffiURGO E D'AMERICA di Giannan– drea Gavanenl (pp. 164, L. 1.000). - Critica e po– lemica musicale, ricordi di trent'anni di teatro, interessi letterari, note di viaggio, profili di per– sonaggi, abbozzi di saggi: H e mondo della musi– ca• visto da dentro. con uno stile acutissimo. rienze, è ripresa con un'ispi– razione autonoma. Ne La vi.sita della vecchia siinara il teatro non si li– mua ad essere una pura af– lermaz..ione di e a,·anguar~ dia> e di e rottura•: ma ri– torna con consueta umiltà alla sua vera e insostituibile funzione, che, come quella di ogni arte, è cli comunica– zione. Nel linguaggio di Fric– drich Dilrrenmatt la pole– mica contro la forma del teatro tradilzionale ~ visibi– le in ogni momento. A in– cominciare dalla e Vec::chia Signora•. tutti i personaggi del dramma sono intuiti in una luce surreale che li de– forma profondamente; sono creature immaginarie conce– pite oltre ogni regola di ve– ritiera psicologia e parlano un linguaggio astratto; ma assumono una concretezza poetica nel mondo morale dello scrittore che non è fermo ad una posizone di protesta retorica. Per hù il rifiuto del vecchio teatro si– gnifica la conquista di un nuovo teatro e non soltanto la distruzione di un sistema cli e convenzioni> passate. Attraverso l'opera cli Frie– drich Di.iri-enmatt può lnten– de_~i quale sia il \·ero punto cntlco nel passa,gio da una drammaturgia d1 derivazio– ne ottocentesca ad una dram– m~turgia che risponda alle esigenze della spiritualità con– temporanea. La polemica e quindi il passaggio sono au– tenticamente validi, quando sono compiuti non in termi- ~a fn ~r=iodi ~ti~:~ anistica. Non bisogna climenticare che l'opposizione formale ha il~ avuto una stagione feli– cissima perché primigenia nel secondo decennio del seco- ~~ ~rodies~:ur:a~~~ quali risultano almeno dal– le loro opere del e primo tempo•• sono già state for-– mulate forse con minore sottigliezza, ma con violen- 23 più immediata anzitutto dal Futurismo. E se queste proteste possono sembrare ancora attuali nel loro odier– no ritorno più elaborato e più stanco, che ha takolta un singolare tono di alessan– drinismo, lo si deve soltanto al fatto che la sete cli un teatro pienamente impegnato anche nella nostra epoca è insaziabile. GIOVANNI CALE.t'-"DOLI !ra3~1ie \,iY: ~~t~ ~~~~ morte intorno al 1905, sono di nuovo i due grandi modelli del pittore. Ma Celibertl co– stnusce ora i suoi quadri oon una architettura del tut– to originale ed attuale, in un gioco tanto di e piani ribal– tati>, quanto di prospc.ttl\"e spaziali. Oltre alla suggestio– ne immediata del bellissimo colore - un colore da vero pittore - del solido disegno. della raffinata materia, queste opere di Cclibcrti, esposte alla Zanini, hanno un loro timbro particolare di dolente modernità. T~fa' 0 d~~~ :u~u~ri~~~~ sonate, alla S. Marco, nel 'Si. Era una mostra interamente declicata alla pesca del ton– no in Sardegna: quadri in– tensamente realistici di deri– \'a.zione ottocentesca. Allo stesso tema, Tanda dcdica\'a anche la sua seconda espos1- zi~ne (S. Marco Aprile '59). dimostrando di essersi op– portunamente liberato da al– cuni residui naturalistici e illustrativi e cli rivolgersi al– le forti schemati..zz.azioni pla– s~iche di Sironi. Oggi Tanda s1 presenta alla Elmo con un ~~~ pc~ t~~~ ~:~ C:ei ~~u~~ :O~~o!!:iJ ~ lismo di Tanda (ma sarebbe più giusto parlare già di ~i~~~~~mri· !!a~~:O~i~ elaborata, la carica cmou\·a più immediata. Cupo, dram– matico, non privo di una sua simbolica polemica, il nuo,·o corso cli Tanda, sebbe– ne ancora. in cli\'enire, costi– tuisce un'altro positivo passo a,,anti nella coerente e\"olu– zione cli questo solitario ar– tista appassionatamente im– pegnato sulla realtà. Se \'Olessi cavarmela con una battuta estiva potrei dire che il pittore gTCCO Kouncl– lis, che espone alla Tartaru– ti;a. forse m coincidenza con il caldo, ha dato i numeri. Infatti i suoi quadri si ridu– cono a delle ,•aste superfici bianche sulle quali sono roi– zamenti dipinu, in nero. dei arossi numeri, tra il cabali– stico e il massonico. Comun– que i conti, in ogni senso, non tornano. LOREl\'ZA TRUCCHJ Ul8UU l"AlitUU Direttore ff.Apanublle Stao.. r1pugrat1co u ~s 1::; A. Roma • Via IV Novembre l49

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