la Fiera Letteraria - XIV - n. 52 - 27 dicembre 1959

Domenica r dicembre 1959 !:i\ FTER"' LETTERARTA Pag. 3 Omaggioad A1·manclo Carlini « ORRIDE\' LLA \'ERITA'. O ~TE– GLIO. LA VERITA' GLI ARRIDEYA. » Filosofo n n sof o * di PIERO BARGELLU'l •~on .so con sicure~o se vn-amente fu Pitagora ad aU~bu1rsi il titolo di filoso/o•, cioè di « amante della .taptenza.•. Prima di lui, i pen.30.tori si chiomat.'ano o .si la• sci.avano chiamare •.so/i•• ciC>e, senz'altro, .. .sapienti•· Sapienti e òa.sta; già pieni di .so~re; sufficienli e, all.'c>ccorren::a, pYe.runtuosi, p er-chè convlflli di $apere gta tutto, o perlomeno abbCJ.$ ton.zo. Se dunque i uro che Piiogora preferì inc«e chia– mar1i • filou,Jo •• ciO b~terebbe per far di lui un uomo veramente sapiente, capace cioè d'a.ssoporare Ja r:erità. ne ~;~:: 1~::::i: 1~,:=r~~b:h;i~~:ia° d~ ; ~~ .rince7:ttà, perchi l'amore non può essere che sincero, e guo a se non Jo fosse! . Ma, anche dopo Pitagora. quanti e $0/à• hcn preso 1nd!gn~mente il nome di •filosofi•; quanti presunh sapienti hanno sfruuato la sapien=a, ien:o amarla! Vero filosofo, invece, è slato Armando Cariin.i; ve– ro amante della sapie~a; an,ti amant.e della ve-ritti.. La prima impreuione che si aveva. di lui avvicinan– dolo di persona o leggendone la pagine,' era quella deU'anoZul4 .tincerità, che è, come abbiamo detto la prima e necessaria condi.zicm.e dell'amore- ' ~vvicinando o leggendo altri filosofi, magari più di lu.z famosi e fortunati, non si poleva sf uggire a d un t~ di fTedda abilità dialeuica, a un(I sfor--0.ta acro– Oa..-ui concettual.e, che metteva in .soJpetto, se addirit• :uro non suseitacd diffidenza. Era evidente da un lato J'ambtztone di apparire oil'l:– ginoli, e daU'altro l'intenzione di costruirsi un .ri.uema; qu.a.tcosa di brevettato e possibilmente d'automatico, ca.pace di funzionare, magari a vuoto, ma con perfet- 14 regolaritd. Mirabi.Ji congegnatori d'idee; obihsrimi meccanici di concetti; geniali costruitoti di sUtemi; ma quanto ad amore. aridi e freddi. insensibili e impa.uibili. Lo loro, più che passione, semb-rava mania: più che amore di sapien.:a, ,mania di sapere, o peggio an– coro d'e.sser saputi. Per esti sarebbe opportuno e non di..sdiceçole il nome di • sofi •, o meglio ancoro, quello di • loici •, di socratica memoria. Per Arm ando C arlini, no. EgH si è menlato il tito– lo di vero filo.so/o, cioè d'amante della sapienza, on...~ d'amante della verità. Non si adagiò comodamente in un sistema d'idee. Anche quando P1deali smo gli offriva gU schemi della tautologia•• egli non rima.se prigioniero di quel cer– chio Qua.si magico. Ne U 3Ci f uori, come una farfalla esce dal bozzolo, per spiegare le ali sotto il sole d'estate. Quel sole fu la. fede, con le sue misteriase ma lu– minose verità.. di cui Armando Carlini fu sincero in– dagatore. Altri sistemi l'avre bbero potuto accogliere, se il suo ideale fosse stato quei.lo d'una sistemazione "ideo– logica. La. sinceritd del suo amore lo fece a. lunoo sof– frire. ndla. ricffCO. df quella. .scpienz.a che dat,~ es– UTe, prima. d'ogni altra cosa, oerità. vinuta. e non. .sol– tanto prodamata. Per questo, mai pago, ma non per questo inquieto; S4:'"P"e sincero, ma non per queslo stravagante; egli diede il commovente esempio d'un ~tore moderno che rimedito la veritd deUa fede. senza n,perbia in– tellettuale e, nello steuo tempo, senza. rinnegare certi procedimenti dialettici, che costituivano un'esigenza mdi.spensobile della .sua ragione.. Una ragione, però, che non si compiaceva di se steua. né diventava proterva. peTché animata dp un amore stT\Cero -per la verità., secondo i principi più veri della filosofia senza atrribttti. né idealistica né po– sitivistica~ né materialistica. né uialenziali.itica Fi– losofia e basta. Amore per t.a sapienza, e ce n'è ~bba– stanza.. Amore per la verità, ed è quello che conta. Armando Carlini è sta.Lo un filosofo 11el più lim– pido e appassionante sfgn.ificoto del pitagorico termine. Chi lo ha conosciuto di per-tona, conserva di lui un ricordo addirittura ed.ificante. Non aveva nuUa del • professionista •; meno che mai d tJl'• aeeadffllito ,._ Seauaca iùntro di té; ragio– naua r.on se stesso. Voleva eonvince-re e penuade-re, prima di t utto, quel terribile antagonista deUe sue stes– se idee che era egU meduimo. Per questo era coli rincero, così penetrante, così insistente. Rifiutava le soluzioni di comodo; fuggiva i ripieghi dialettici. Se Ji avvedeva che un argomento aveva il carattere del grimaldeUo, lo respingn;a ccm. fer mez:z. a.. ma senza mostTarsi né sdegnato né scanda– li.? za.to. Sor rideva anche neUa -polemica; sorridevo. sempre. Disputando e con.traddicendo, sembrava. chiedere acu– sa della propria coerenza, come un uomo onesto te– me sempre d'offendere qualcuno quando .si rifiuta ad un'azione non degna. La. filosofia., che per lui ero cO,Sa ranto seria, non lo rendeva mai serio, cattedratico o J'Olenne. ConJ"er– vava, anche da vecchio, l'incanto dell'innamorato. E come l'innamorato, non. chiedeva che una cosa: che la verità gli arridesse. Aveva, se mai, qualcosa del seduttore, direi qua.sf del corteggiatore. 1nllitava aUa riflesrione; allettava con le sue persuasive parole; circuiva con la sua cor– dialitd, senza mai tendere un tra,uUo o tene-re un in.– ganno. L'inno.morato della verild era l'amico deU'uomo, che vive solta11to se in lui vive la. verità. L'in-namorato della verità era l'amico deU'uomo, che vive solta-nto se in lui viv.e ta i:erità. L'ultima volta che lo vidi fu ad As.sisl Ho detto che lo vid-i, 11on che l'ascoltai. Verame-n~, egli era li per parlare attorno ad uno dei più delicati e profondi argo. menti della CO$Cien.za crùtiaM. Teneva il suo dùcorso nella nuda ed ieratica chiesa romanica di San Pierro, ma, per essere più vicino allo uditorio, aveca abbandonato it po,dio sistemato nel presbiterio ed era sceJ'O a ,eden-i sui gradini di pielra. Nessuna posa di falJG umiltà. Io aveva spinto a queU'atto, compiuto con naturoleua, dfeCTo al sorriso rivolto al pubblico. N eflo sp ostamento, l'altoparlante subi un guasto, e la chie.sa fu sorda alle 1ue parole. Non sapendo di ciò, Arm ando CO:Nini parlò come a se .stesso, con quel suo carat teri.stico ge sticolar delle dita, sulle quali pa– reva che dipana.s.se U di.scono, la testa inclinata da un lato, e il .$0'Tti.to sulle labbra- L'uditorio non protestava, e parel10. che teguiUe ugualmente il disCOTSo deU'orato-re fioco. Con rispet– tosa atte-TL"lone e affettuosa. ammi-Tazione, era come incantato da quell'immagine veneranda. Armando CarJi n.i, non so/o, ma filosofo, raglonat:a. dUJ)utando con se stes.so, ricercando nella propria ani– ma gli argomenti d i credibilitd, i motivi più. profondi della fm. Sorrideva aUa verirà. O meglio, la verità gli arri– det.a. E questa ultima immagine di lui tra gli uomini mi parve la più espr~triV<l e la più eloquente. La. con.sen;o nel cuore, o ricordo del maestro di gioventù e dell'amico di maturità; del filosofo che sug– gellò U praprio a.more per la .sapgeua con il credo delùi fede. PrERO BA.RGELLD-I La sua filosofia * Con la sua operosità di saggi la e di polemico intese da un lato dimo trare 1'1mpo, ihi– lità di restringere il concetto cli filo olia cattolica ad un determinato filone torico. il IO· mi mo: dall'altro lato additare la ricchezza pirituale c. in definitiva. la matrice cristiana. delle maggiori figure della filosofia modera a. da Carte io a Locke. eia Kant a Gentile * cli SERGIO LEXZI I~ ~~:nC:~~~dY~~~~ ;~~ai~:~~..;i:el n~·ttiar/d~~: l~~~la SI;!~: 1 :j~:w.i:~ c~r:' ~\~i dioso, Port_ando m fondo - 13 zdenttca o:ir.ona del 6.l~to trice cristiana deUe maj:ai,ori del pensiero moderno nel ,·olu- f~ulii~~ =~~~u~~lo~~: ~~~n~e.con~:~~;11,; l~i~~~~= :~Car~i~ /'~kt /t:~aé ~~~re:~,~ R;~ii~~~~:~i:: appena hccnz&ate -;- _la rens10- te:z:za cd ~uilibno le nuou! re- a Gen1i1e. In effeni, parc,·3 al tesi delle due e Summae •· n! 1 ~ 3 . terza. ~ne della sponsabìhtà p?'C\enienti alla sua Carlini inutile senza :.wer con- \fa chi d"altra parte a,·cssc hzi ~rnd~~f • di Ari st otele, d3 c:o_scicnza d.i pensatore dal suo squto questa" chia.rczza nella J>Cll.satoine\"itabilc l'insinuarsi . collana dei e ~ta1:_~U 3 rc;3a:~ 1~ un b_moo~ spin- , isiooe stonC3, a_n1arc o pc>r- l!3 le maghe della sua Fede rc- m«li1~ -ali• di l.atc~.:ur que~ ~rcci~ ~~n~o~: st ~~ !!;po;~:,i~ I~ t~ed~ 0 ~liil~ u::~:.ao!a'f"!=.~ ~ sta ~ pe.ra - . tra le altre nu- nalc de:1 ~ondamcn~1della Fede. sa e filosora, tra religione e impcmiat.1 l!oulla concezione ~~issimc. d! caratt_e~ espo- e a farn fron1e m modo d~ cultura moderna. E in questa astraila dell'c Essere in sé•• sitno, ~wsuco._ C':1-llCO, 'r.1 sah·a~ardare Ja ~renza di esigenza si facc..-a forte di una avttbbe donJto ben presto dar– C'!)m!]leoti,_tradtwo!" ed ed.i- una_ nccrc:a spccuJau,-~. era. ol- 3SSOlutamcnte eccezionale per gli ano della sua fedeltà ai ziom dedica~ ad ill~~ _e tre il tem~r:1mento.m1tc c_p_ru-ampiezza e profondità éooo- maestri e alle dottrine di cui d~~!a~ i momenti p_1us,- dcn1e,_ ç ahcno l:}rctò ~fh zm- scenza della rua di · j· avcn assimilalo gl'indirizzi ::s~::t ~I ~~la ~10;:b~~ ~~,~~\~C:zfo~ a:~ //:J; Un mediato~ per :~:~:·pn!- ~:~-amc~/:f!~ a~::ts~~ ~tinriscc il più segnalato con- s! ~va omo ruomo, e che per- ~ -rcbf~. f~ ~llj! 0 par- Il suo compito l!otorico.n,·clan- 1;_;::: ;:~~~=e:t:"te't;:: ~ò ,!!~~~o d~I~ ~t= l~~ i! t 1 ~~tc 11~. ,;ue co~~t t ra ~1:..ri~~ l 1 ci~~ l na delle ultime i.mm.acini d elio scrittore L' i o )I o o ELLE eos E s E li p LI e I tnmonio culturaJe it3:Liano; ~ filosofica~ inne.tata nella storia ~ · ~ con~i.113~~; ,oca- e obietti,-o • e perciò .,Yero•: e s1 come scana il piu alto lì- del pcns1e~ ~o. di fronte none. _nnan ° _ 1 • che ad essa {o:.5e perciò legit– vcllo della sua capacità di c.ri- ~ quella rehgtOSa. ancorata al- . Non ~remm?. Pm ~to SC:1l· timamente subentrata la ,isione ueo e d·i.ntcrprctc. raggiunro I etc~. Cosi come assurda è z altro_ e dcfimrlo_ un appass.10- '!i una ~ta. ~lrutlurat~ suJ- oclla piena maturità del suo ~ lui sentita. e come dolorosa nato nccrc:ato~ d1~man1tà, do- I UO!JlO e. sui ~001 problemi con- .\'ori poSMJ1acere.flmbara~o,e tutta,"ia sunpre pronto a n- ,~ione con cui qualc.hL an- lOSC&IJ~en100 uni,·crsitario. nel~~~~~ mcrt~~es~if.:o~~ ~u~uc~~-rocli~ ~u~!: ~t!\li1J~ n:~~o:n~ÙP:J;: che '"' \"I~ dall"mcar,.co, po spcmde.re col sorriso 01 molli M fa Eih ,·ollL occupani di 1?18. E un opera, la ~ ~lctafi- te a quella, con gra,·e pregiu- mo \"erso la ,erita -: C-On\lintonalmcnte crisrian 3 . altro accolto con pt~re. pro- sal uti certe roseue. rme. (non ~w- sica•• che, n~lla dass1~t:ì ~I dizio del ,·alore e infinitizzan- ~he do,,..è l'uomo, ivi è Dio, .i\f'i p . . d.ifficil ~ondo, dt raa:o_it,ere propno Lo nnw"o, pw pensoso anco- fù:he.ce.rtameme} con 1mauo1- !ct1?3: e5t;mplifica appieno !a te•. dello S.pin.·10nell'uomo.. e la possibil.ità. ~ella RedetlZlo- bioo~~~f: del fù~SOfo'ca1iin'r, 10_.rm tnbuto _d, r.icor.dt e te.-,ra, ne.gh ullinu anni, mentre. ~orze .che., fra fallro, dtee\·a -aJi~tà di un me!odo ~tz- Da qu la cominzione trasse ne e deUa ~~a. p,oshionc che Jo espoOC\-a in: stunouum:.e. per A rmando Car- attra,·e.rsa, ne.i cappatto dal col- l amp1e.:.::.a del suo spmLO. E ~ qucl.J3~~J?no del nnno- spunlo e materia per un'ape- Cc~to. chi s, f as ttato difrcrcntementc e_ diremmo_ liru, a tre mesi dalla s compor- terto dt pe lliccia e. appcigi.aJi- come. co,umua"a a p arlarn:.ai e., umc!'~ 1 is~co ~ella~~~ rosità ~3U1St1c.a fatta di ana- ~. 1:" osscqwo al domma sto- imparzialmente alle diffidenze sa, 0\'1-·e.nuta m PI.SO i l 30 set- dosi alla ( ed.de n,a;:.a fmdi- Lui spontanumente., tro.cr.dl: me ~~!. è~~e- un~ dci rapp~ :::e~~~~~~~ (~f i:arcdi~ =co~e?~i~~uct,~ \~ ~~°t!~ ;i~PJr> ~~~si~!l~~o- tembre.: propno _ ID, che. d1.tut~ st11rbala P~ d':1 C~valie.n. a,... :u,une.n,11 ed e.sort~ru a sentant1, ma colw f<?rse che ~ stinzione tra i due metodi sa- ~ fren~toso <:1uanto com--cn- e religiosa. sia di natura ~ ,a la_ sua o~ra iilos ofico., n cor Poi la ,rua memona lo ntro,.-a non finire .. Co se semplicr. "" saputo _oncocre _1 ~tat1 p1u reb.~ arduo ~ocumcnure ~~ no~al~ nc.onoscuncnto, la _me- sofico-laica: qucst'ultimc, tali ~~ St e no q_~lcM fra.se. de.l.14 non pu,. sol.o. ma fra pusmu d~·a, \.- en.ta che. rni sembra– bnU~tz .c. comi.ncenn_ quanto ~r:1n1 separaU) sull': ~aag1on ranghosa ncch~ del s1ste- da r~r sospettare, in qualche \ ila dello Sp_into, c he ebb i co- che. lo a.scollano (fra qzus1e, ,·ano, n p er_ r,, int u11n·e.,ma eh .e 3~ ob1c1_hntà, mfonnazionc sto- nvzst~ filosofiche ita!iane e "?a fi_losofico d1 S. Tommaso occas1onc, un banck, ~ Carlini me r_e.sro dell wuco e.some dt 'fi- ,zon manca mai qualche. giO\'a- ncm ~ rrt01 tanto fermamm.te. e. nea, chiarezza hmpida di con- ~tramcrc: con la quale mtcndc- d Aqumo, non solo a,-rcbbc fat- della cultura idealisuca (cosi lo:,,ofia sostenuto - m osse- 1 connntame.nte osun·ate. com e cttti e di linilJaagio. \a d_a.~n la~o ~ostral"': rim- I~ ~!'.grave torto ~la s~a scn- 1-!-Ii'apa":C della cultu!"3 uffi.- quio al pi.ano dr studi dcIJ'utu- ne.~ ne. suo com~r~re pacato e. dopo a,e.rle. ascoltate da Lui. J)Otmn~'ìdr871ar~n~b~o 33 p~; ~~b:,~,c!o~t~'H~/~~~ !~b~~~ e =ch!3 ~r:~r~~~ ~t!c _ 1 i:t'~i ~:a:~~est~ ,·ersità - durante un _corso_ di_ ~~::iie';.,t7, _!:::1:'aii~~r;'°,~~~ \faJUJ dr l"ue.lla sar~l. nel 1917 Gio,·anni Gentile allo- questa no~ resp~gexa la ~ci- frainteso le sue riscn·e sul to- '!i non fortunate adesioni poli- ~.uere mescol:J,~ a ~j"':,.onr surato e ins1011e. co,uf,to colla :;~ iu':z;~,Ju, :\·~!ufe. :::i: :ca ~le di F!loso~a ~con:- ~~~ ~~~~~~o ~ 1 ~n!;) ~~ d~~~Al~i:~cfe~ u~!!n~l::z:~quc che egli 1 9-Jfaserma, n om,ai ontano gaic:.:.a quasi birichin~ ddl"ac- re? O qunlcosa di ptù a~to an– \"C.Dn~n quella Unwcrsi1à. N~ di- ad un determinato filone .slo- cc_ !argo merito al suo acume ba sempre difeso coD umiltà, Eppure. sento io stesso, e tan- cento roma~olo, gl~ dd: un coro, che ,m nconduc~a. COtl seguace fedele, ma r:ima- rico, il tomismo, mcuendo in cntico. per aver districato nu- ma con passione. OaJ suo riti- to. il bisogn o di parlarne. }\on no,z so cJZL- di socratico, anch~ la mente., a quel m~esimo 1941, fil~~ ~d al~n~ valore l'~ppon.o insostituibile e mrrosi e _compl~i f!odi deUa ro pisano ba se.ritto. ha affcr- del filosofo, naturahnm.te, nu: quando ducorre di areomen11 qmmdo, m 1~ P;~~- ~a , spccs te q _ - ~~ra ,,~te presente ~I- p_roblemanca ans_totcbc:a, come mato, ba controbaltulO, ba prc- dell'uomo conuuu. anche per chi non sap- 0 pu:n1ur_eno.. ........_., . - la dcll altro a rand e ncohqelia- 13!Jl!Da ca~tolica del_ pensiero SI può ,·cdc~ ~1à _daJ_l'abbon-cis3to: e la sua opera di que- . · , ., pia chi i, propname.nte, Ar- la Sa pi~ .. 1 Q\."CVO sm.t~o il: no,_ B. Crc>cc:- e sop~ttut!o onginale di_S. Agosuno, come dante messe di cita21om da San sti anni, cc lo auKU,riarno, sarà \on _de.J /ilt,sofo. E perchi. mmulo Carlini. lus.tr" !e labi.sso_ chL. dn.-uh. ù desideroso di s,-ol~re SIJ?O 10 ~~la _tJ"?diziOne francescana,. e! Tom~ . nel com!Dento all~ OfiCHO di attento studio e ,·e- 1-'! m'edo: pmsoso~ 111 atto d1 .. _ . . ~o thi sautòn dt Socrate. ~ fondo la problemanca dcli Atto, p1u vicino a 001, delle wmali cMctafistca•: e di_mostrò poi rifica. uscire dallutuve.rs1ta dopo le \fa pm grato e ou me d n- m te redi dJ Sant"Aiostmo. ~':: ,~n::~li~o~~~':!~ intuizioni rosminiane; da l'al1ro la sua importanza :u fini di una SERGIO LE:'.\'Zl Ie:.,,oni e dmeus 1 a casa, seno. cordo della bontà e. della de- FRANCO FOCHI sccndcnz.a (non esterna, benin– teso, ma interna all'Atto), che ne formano la ~ natura reliii,osa. Onde,. pn::cisata in .se- rc!~ q~~ siiD=~n~~~ rando più con caratteri spiri– tualistici che jdcalistici, nel sen– so che essa prcndC\-a come cen– tro d'interesse della filosofia. teatro vh-cnte dcil"atto puro in– sieme teoretico e pratico. la e persona•• ci~ la concreta spi– ritualità dell'uomo emergente come dimensione infinitina.ntc dal travaglio, dai problemi. dal– le difficoltà, dai limiti dell'cs:pc– rienza storica iodi\-iduaJc. A questo orientamento del suo pensiero contribuì non poco la vh-a simpatia da lui sentita per la più rcc:cntc filosofia francese (Bergson, Bionde!) e verso la fi.Josofiadell'esistenza, non solo nel filone mistico rcliai,oso (Marce!), ma, specialmente in questi ultimi anni. (e non sem– bri .strano) nelte sue espressio– ni og,gcnhrfstico-pantcistichc: Heidea:ger, di cui ha fatto co– noscere in Italia, traducendole presso di,·ersc editrici, il e Che cos'è la Meta.fisica?• e • L'es– senza della ,eerità •· Le lince del suo punto di vista filoso– fico sono iià. in acnerc, nella sua opera Lo. n.10 dello spirito, del 192.1,vcnaono poi ulterior– mente definite nel e Mito Jcl realismo • e nei e Uncamenti di una conc:crione realistica del– lo .spirito umano• (rispctth-a– mente del 1936e del 1942). Tra il 19.30 e il 1940 matÙrò quella crisi spirituale, che do-– ,-cva Ycderlo ritornare alla Fede che aveva abbandonato dagli . anni giovanili: di questa vicen– da interiore si fece egli stesso narratore in uno scritto raccol– to con altri in una pubblica– zione della ProCMtatc Cbristia– na di Assisi: • Uomini incontro a Cristo •. Questa medesima ba più rolte poi fatto oggetto di meditazione e di analisi: basti ricordare tre libri giustamente famosi Ira i cattolici colti: e Perchè credo •. e Cattolicesi.mo e pensiero moderno• e e Le ra– eioni della fede•· Ul con,"Crsione peraltro - se cosl si può chiamare: ché in realtà si tratta di un ritorno all'ossen:anza religiosa deUa Chiess cattolica; percbè animo religioso il Carlini fu sempre - non determinò alcun muta– mento nella sua 1ematica filo– sofica. E' questo un fauo da rilc– \'3I'C, e da ricondurre, se pos– sibiJe, alle sue rag.ioni fonda– mc:OlaJi: perchè oltretutto ci dà la possibilità di cogliere il sen– so della più recente atti,ità sto– nco-filosofica carliniana, in ciò che non rientra nella produtli– ,·ilà d'inten::ssc meramente scientifico e tocca le corde più sensibili della sua personalità. Non si può certo attribuire questa assenza cli DO\"ità sul piano intclJetrualc, dopo la cri- :~.~,= ~d ~~r~t~~ DEI « RICOHDI » * DI ARJIA.NDO CARLIJ\-1 (JINQUANT'ANNI DI VITA ITALIANA S o giusti cinquanta anni. mezzo seco– lo: vinsi un concorso per n liceo pareggia– to di Jesi. nelle Marche. la città di Fede– rico 11, e andai là. di questi giorni. a in– segnare letteratura italiana e filosofia. A,-e,·o Yentiquattr'anni. e su i banchi c·erano alunni non di molto più giovani di me. Uno !ra essi. jes:Oo. s'appassionò ben presto alla filosofia. e ha fatto press·a poco la mia stessa carriera: scuola media e università. Insegnavo con grande gusto la letteratura (sul ~lanuale. allora. del o·A.ncona). ma la mia segrata passione era la filosofia. Se do,·essi dire il perchè. precisamente. non saprei: chè all"Unive:-– sità non a·vevo a\'1..ltOnessun orientamroto. anzi direi che a·ve·vo a\'Uto proprio il con– trario, uo disorientamento totale. Chissà. forse nel subconscio mi mo\.·eva tJ.D mo– th-o religioso: chè. uscito di seminario a Bologna. ed entrato alrUniversità cc·era il Carducci allora). la mia fede se n'era andata. quasi d'Un tratto. Forse a\·e– va lasciato oell'anima un rimpianto. L"incontro con erra nato Serra. col quale pure strinsi p:-ofoo– da amicizia. La profondità - ora che ci penso - era più dalla parte mia: chè egli viveva in una atmosfera distante. solita– ria. Ci unh·a la comune amicizia e ammi– razione per il Croce. il quale più volte ,·enne a Cesena. in quel tempo. per stare un po' con lui (io !ace,·o da terzo. ma con intima rispettosa distanza). Il Se..-:a era un po• un enigma per me: un po' fa– ce,1a il erodano. un po' l'anticrociano. De.I Croce non era mai appieno soddis!atto, e tuttavia. quando io lo premevo. chiare !e ragioni non sapeva dire. Uscirono in que– gli anni la •Logica• e la • Filosofia della pratica•· e non c'è bisogno di dire con qut.a.ito ardore io lessi quei voluml Venne da sè l'idea nella mia testa: perchè non introdurre nell'insegnamento liceale que– sta filosofia che avrebbe cosi bene preso il suo posto nel programma tripartitoJ Basta,·a mettere l'E.:.-tetica al posto deUa Psicologia. Serra era d'accordo. e insieme ci mettemmo al p~getto di ca\lare dalla E.:.tetica crociana le pagine che ci pareva– no più adatte. F'u. naturalmente, inte:-- Era il periodo del positivismo trionfante. pellato il Croce. il quale diede volentie:-i in Italia e fuori. e suppongo che io :.dot- il suo conse!lSO. ma. poich.è - disse - tassi al liceo di Jesi per libro. di testo il di scuola oon s'intendeva. ,·olle che sen– i\lorando. perchè religiosamente orientato: tissimo, prima, i1 Gentile. Il Gentile diede re grossi volumi (Psicologia. Logica. Eti- parere nettamente contrario. perchè. di· ca - come allora costumava). nei quali ce,·a. scolasticizzare quel libro di Croce si seguivano le linee della dottrina rosmi- era sciuparlo (sarà stato. questo. il mo- :::;:10 m:u.:a':za ~:i~~~~o~~~:i: uvo più vero?). 'on se ne fece nulla. Un cib:-eo. in somma. s ,·igore specu- quin_di._ Ma. int~to. !o a\·!vo lo st~ lativo. Ma io di questo non m'accorgevo •• commctat.a _la mia.• :1volu_ZJone,. _nell m– A Jesi sta,·o bene. ero ben pagato. Eppu- s~gnamento. porta.t 1~tética .. ~1 ~me re. vinto il concorso pe:- i licei governa- ~.a .. ~ila scuola. e ci porta~o. ms1em~. ti\•i. abbandonai quel liceo. dopo tre anni. 1 ~run1 \·ol.~. che allora vemvaoo fuon. per insegnare soltanto filosofia. Ebbi Fog- dei • Classici della filosofia moderna• del gia per prima nomina. pensate! e Foggia Late.za: il Berkeley. la Cr. d. r. praUca fuggi ». si diceva allora. E pure quel di Kant.. lo Herbart. e via via. Gli scolari soggiorno fu molto impor te per me; erano pochi. allora. e il professore di filo– cbè li conobbi Lombardo Radice. che in- sofia insegnava solo fi!~off:i: tempi beati! segnava pedagogia alla Scuola che allora C"è bisogno di dirlo? Io insegnavo a me si chiama,·a :"Jorma?e. e strinsi con lui più che a loro. naturalmente. Quanta (ratema amicizia. passando insieme lun- gioia. quanto entusiasmo! Per essere in ghe ore a coD\·ersar di filosofia. Egli. ami- regola. adottai anche il llanuale del Fio– co e compagno del Gentile alla Scuola rentino. Elementi di Filosofia. curati dal Xorma!e Superior~ di 1:5a. era più ,.m~- G tile. e del resto. i presidi e j colleghi r~o dt me. che ~ora_\ 0. tutto de~ 1DC1- non mi facevano difficoltà per il lato sco– pz_ente movim~nto 1dealisttco in Ital1a. Al lastico. anzi vede,·ano di buon occhio i1 ~=~r:.o~~co~~':o ~~~st~~·e~o)I~~~ mi(\ tentatfro di rinno~~n~. Scr. is.si in s:.ii. posithista in auge in quel tempo. quel tem~ qualche ar~lo. ncordo: u no. che passava come lo !;COlaro più fedele su • La . \OC;•· . Come ~n..c:egnofilosofia; deU'Ardigò, mentre _ ma anche di questo uno. su 1 • Nuon Do\·en • di Lombardo io. allora. non mi rendevo conto _ era Radice. L'ln..<::egnamento della filosofia nei soitanto un espositore e assommatore dei- Licei; !orse qualch'altro ancora. Per il le dottrine positiviste più in \·oga (sco- lato scolastico. tuttavia. do,·e,·o cora. laro \-ero di .-\.rdigò fu soltanto il Tarozzi. essendo strao:-dinarìo. rubi:-e le prescritte il quale. poi. ha preso una ,,ia propria). ispezioni. due. Non !ui fortunato per la Ora. ecco quel che avvenne: un giorno scelta ministeriale: un anno mi manda· (:-icordo ancora. di febbraio) Lombardo rono come .ispettore il .llarchesini. l'altro Radice mi diede a leggere l'Estetica de.I il Tarozzi: proprio i due lumi più g rossi Croce. Come_ ho detto altra \'01ta. fu. quel- pe:- un agnello tenero tenero... Ma es.sì !o. lo avverumento _dec1~ivodella ~a ,·ita erano. oltre c he ferventi J>OSitivisti. anche mtellettuale, ~el m1_0ort~tament~ 1n filo- galantuomi.oi sicuramente. e non mi fe- :°~~r~n:d :·e1tr3:;: su 1 !'•:=~ a~= cero. ~e alcuno: Ricordo ancora il ~~r- sconosciuto, pieno d'attrattiva ~le ne chesm1. alto. beli uomo. con una grandis– inebriai. · · sima barba: egli, trattomi a prh·ato col- niente. e che. se anche. interrogati. rispon– devano bene. quello era tutto un frasario. una sequela dì parole. dietro alle quali on c'era nulla. (Una mano sulla coscienza, ou;i: può mica darsi che avesse un poco di .ragione.? dico. almeno un poco' 11 mio amico e oggi collega - quasi mio scolaro anche lui - lo Scara,·elll. che ha .scritto la cri– tica del capire. darebbe facile ragione di questa perplessità). L'anno dopo. venne il Tarozzi. basso. tarchiato. senza barba: OC"'..hi piccoli. chiari. freddi. Appena ebbe constatato che legge,·o ai miei ragazzi la Estetica del Croce. s'arruffò tutto come un istrice. e mi disse tondo tondo ch'era ora di farla finita questo signore. che imbrogllu·a !e teste dei gio,·ani. e inse– gnava a manCMe di rispetto ai professo:-i di università. fino al punto di portare nel– l"aula. all'o:-a della lezione i fascicoll deUa • Critica 11. Vade retro. Satana! Chi glielo avrebbe detto. allora. al bravo e buon Tarozzi. che Croce sarebbe diventato in breve volger di anni. il dittatore della cultura italiana? C:11 nuot·o i11diriz=o /ìloso/ico Per me stava per cominciare. intanto, un altro periodo del mio ins.egnamento u~ ceale. Vista svanire l'idea di • crocianeg– giare • la filosofia. e poichè la nuova e si– rena• dell'attualismo gentiliano mi sta,·a prendendo, pensai che si poteva introdur– re oei licei il nuo,-o inctiri.zzo orico della filosofia. portato con pacifico consenso daì– l'idealismo. ossia preparare testi dì autori classicf che in qualche modo si accordas– sero con le indicazioni. d'altronde molto larghe. dei programmi Anche qui tro,·ai nel Serra una volenterosa e piena ade– sione (al Serra non dispiaceva. allora. in– segnare: ricordo che gli procurai l'occa– sione di tenere alcuoe lez.ion1 in una scuola normale prl\•ata. ed egli accettò lo incarico con piacere). Scrfremmo, di co– mune accordo. al Croce e al Gentile: a quello perchè inducesse Laterz.a all'idea della pubblicazione. a questo perchè ci consigliasse su gli Autori da preferire. Questa fu roriglne della Piccola Biblio– teca Filosofica Laterziana. che ha avuto. poi. tante imitazioni presso altri Editori. pe:- c.hè temevo di essere. da me. impari all'impresa. ~la non c·era nulla da fare: Serra era un poeta. alla filosofia portava un amore molto saltuario. stra\f'agante; e poi. come Si sa. nulla gli da\•a più malu– more che essere impegnato in qualsiasi modo. Per non impegnarsi troppo. rega– lava volentieri. anche questo si sa. ap– punti e manoscritti, pur che comparissero con altro nome. Così fu che dovetti da solo firmare il manifeiito della nuova collezio– ne. diffuia in quel tempo. :\ti ero già messo a preparare un volumetto di Logica ari– stoteUca. Lui Serra. aveva assicurato che a\Tebbe fano su Kant eLa legge morale . Dall'epistolario. pubblicato. ognuno può apprendere quanto io &li stessi attorno perchè mi aiutasse un po". e soprattutto perchè facesse il suo Kant. lo. allora. non ero più a Cesena. Alla fine mi convinsi che meglio era facessi tutto da me. Xon è senza. ancor oggi, qualche commoziooe che penso al1a soddisfazione che ebbi quando comparve il mio p:-imo \tolumetto di Aristotile. Il principio loa:ico (1912): Gentile mc ne fece subito un ,rande elo– gio. e Serra venne apposta. ricordo. aJ mare. dove mi trovavo. per ralleg:ars,ene con me: questa. mi disse. è stata la tua p:ova decish·a. non hai bi..so,no di nes– suno più_ L'anoo seguente (1913) usch-a l'altro mio volumetto aristotelico, l'Etica Nicomachea. anche più fortunato del pri– mo. E nell'anno dopo Lombardo Radice pubblicava nella sua "Biblìote-ca popolare dì pedagogia•. presso il Battiato di Ca– tania. i1 mio Avviamento allo studio della filosofia. eh.e ha avuto. poi. numerose edt– z.ionì e non meno numerosi. sebbene pa...– ziali rifacimenti lungo il corso di .sviluppo del mio pensiero. Da allora il mio Xlsegnamento liceale si s,·olse in grande tranquillità. con il mio Avviamento e con i ,-olumetti della P.B.F. che ,;a \"ia uscivano. Quando venne la Riforma Gentile. 10 ero già all'Università. Ne fui paladino. fervente. ogp, che ho tanta più esperien– za di vita e di pensiero. potrei ancora farmene paladino. ma con col fer...-ore di allora. Parlo. s'intende. dell'insegna.mento della ftlo..~fia soltanto. Le mie idee. le ho esposte e discusse. alcuni anni fa. e am– pate. ~pecialmente per la crearione di una ,-era e propria Facoltà di Filosofia. autonoma. nelle Unh·ersità. Pe: le scuote medie- superiori le mie idee, in bre,·e. ro-– no queste: che l' io.se amento della filo– sofia in esse n d eve pretendere al tono unh•ers.ìtario. ma essere elementare. a..– monizzato con il carattere proprio di tali scuo1e che preparano a rami tanto di– versi di cultura e soprattutto d'interesse vivo. per la vita del gio,·ane in quell'età. Quel catalogo d.i autori e di testi. mes5i li col solo criterio cronologico. mi pare sen– za senso. n1oto. punto educativo. t;o'idea cl YUOle. ci \l llole u n orientamento. e se tutto ciò de," esse.re lasciato all'arbitrio dell'insegnante. a llora è inutile il pro– gramma. 01.e l'in..cegnante debba a\..-e:-ela sua libertà di pensiero, ,·a da sè. Ma non c'è un problema comune. che al giovane ne della gra,ità del dissenso esistente tra Ja tradizione idea– listica, e già generalmente mo– derna. in cui . i era formato, e la tradizione filosofica custo– dita dalla Chiesa cauotic.a; ~ ad una sua propensione - m cui del resto non sarebbe stato né primo né unico - per una 1 ____________________ ..J a.strana distinzione del momr-.n- Quando di là fui trasferito a Ce..~a. mi loquio. giura,·a e spergiurava che i ra– toe<:ò una nuova fortuna: v'incontrai Re- razzi, delle mie 1ez.ìoni. non Ci caph·ano Ma il mio caro amico Serra era sempre. come ho detto. un po• enigmatico: volle compilare lui stesso una circolare. datti– lografata. pe:- i collaboratori (si pensò subito a quelli della scuola idealistica o simpatizzanti). sì che il criterio, nella re– dazicne dei volumetti. fosse uniforme an– che tipograficamente. Anzi. :ivide lui stes– so. personalmente. e rì!ece di suo in molte parti. una traduzione dal greco che ci veni\'a offerta di estratti dal De Anima. Poi. che è. che non è. cominciò a mostrarsi scontento dell'impegno assunto e a supplicarmi di intercedere p:-esso il Croce e il Laterz.a perchè si togliesse dal contratto la firma da lui posta; restassi ~lo io a diriget"e la collezione: egli mi a,'Tebbe lo stesso dato il suo aiuto. Quanto di ciò io mi dolessi, con è a dire: non solo pen::hè tene,-o assai alla firma. ma anche (continua a. parlna () ino Bianco-

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