la Fiera Letteraria - XIV - n. 51 - 20 dicembre 1959

Domenica 20 dicembre 1959 LA FTER~ LETTER~RTA Pag. 3 Ricordo di GIUSEPPE ZUCCA Unnarratore di razza * Il nostro era. soprattutto. uno di quegli scrittori che scri,·0110 bene». ma era anche uno di quegli crit– tori che Pietro Pancrazi una vol– ta chiamò « scrittori intelligenti» ..;. cli El,10 T1-IIHIRICO 1 RACCONTO * METTERCI IL CUORE Lo Stradicario che a una Con che crir;rio, poi? Una La nostra casa, un po' di- sorriso ammaliato di serafi- cernietato, è un cèlluto .. recenr~ a.sta, a Londra. è terra piatta. supina, snerca- scosta dal fitto del paese, no. A.ppen.a staccati gli oc- un celluro di seta! stato acquistato da 1'n col- ra, senza letizia, sen=a fan- gi.aceca parecchio sotto il li- chi d.al lavoro. scatraca fuo-- - Jfa perch€ non li jir– fezioni.sra americano per un ta.sia. Afa e polverone, la çell-0 della prorinciale. Per ri una grinta di iena, un mate col castro nome. uragano di dollari, è falso. esraie. Xeve e pioggia a non mettere piede sulla strada ceffo di demonio scatenato: maesrro? Sì.: malgrado la etichetta in finrre, l'incerno. E nebbia c'erano. dal rineUo a piano- lo specchio tenebroso di - Bravo merlo.' - ghiw regola (Antonius Stradiua- nebbia nebbia per ire quar- terra. dodici erli gradini da tutte le più basse passioni. gnava il cecchio. E poi. con rius Cremonen.sis faciebar ti dell'anno. E fosse sta.ro salire. e dal salotto al pri- E ben lo con!>sceva quella spavalda amarezza. scuo-– -~nno 1714. con ta~to di bol- almeno un .n!~bione_ prevo-: mo piano. !In ~ntice!lo con di.!graziata della nipote, una rendo dispeu~samente la hno tondo con l A S e la renre e de/inttwo. dt quelh le snelle nnghtere di gusto povera orfana tenuta in ca- sua barbetta d1 capra. lam– crocetta) e malgrado i con- che ri cq11cellano intorno tut- napoleonico. a incroci di or- .!a come una schiava. Lè peggiando di cupidigia: ~ notati t;,itii perfeuamente a te le part:en=e deUa dta e chi e di dardi d'amore. grame trecce d'un biondo ... Guarn~ri. 1 Amati! Strad1: posto. e fat.ro. stinto, quasi bianche: gli oc- van! Sai quanti strumenti E' un t·iolino spetracoloso. chi. sempre in allarme, d'un sbagliati sono cenutt fuo7:1 intendiamoci: anche più bel- azzurro smarrito, qua sì da quelle bolteg_he? Tantt.' lo, forse, di qualsiasi auten- bianchi: la pelle del cisq. Da queste mam. neanche tico Srr d' · :u · f l del collo, deile braccia, d'un uno! P_erO ..: pero! se ci si. lo e;o pare~::~i:· 0 ;,.:s~a: -~: pallore sordo ed esangue: metre Il mto nome_. quanto acuto per un momento fra ~~~:. 1:!::;::.:ce S~~::o p:z :u\ ~he:~r:~ d? 1 A 3u:::~ le mani: e sulle due piccole unghie. erano rosse. rosse. un capolavoro, quanto cr~ perle che concludono l"agile rosse come due guantoni q:i di che mi doreb~e que~ St- t·olu(a del riccio. ho potuto brace. lessate e rilessate gnore che passero a norar- scoprire due minutissimi dalle acque in bollore. screw lo tra un paio di mesi? segni: due incisioni appena pacciate dai geli e dalle li- t·isibili sotto il sommesso sctt'ie. Stranissima cre_atura, 1.:n mese piU rardi, il vio- lucore della vernice: da un anche lei, pareva ptoeura li.no ero finito. Appiccato in loro. un'A, daffallro uno r. dalla. Luna soltanto per e~- un angolo. isolato dalla pa- sere mal.trattata dallo zio rete, al riparo dalle correnti su questa terra. d'aria e dagli sbal=i di. tem– so dunque chi l'ha costrui– to. Sono al caso di integra- re con sicurezza il nome e il cognome sincopati in que– ste due iniziali. Conobbi di persona il magico liuraio che ha messa al mondo quella meraciglia. E chissà ch'io stesso. in un tempo lontano, non abbia lat:oraro di cetro e di smeriglio al– l"ebano di quel porracorde._ perawra. aspettava con pa– :ienza che lentamente. len– tissimamente la rernice sec– Come me il maestro era.1 casse. Ed era. confermando inrece. tutto miele. A.reca· la profezia. un capolacoro. intuito le mie inclinazioni I Con un rituale magico, la artistiche. Ai:eca fiutato il. manona di fiamma delta ro– discepolo. E mi colrit:ava. ! gazza lunare - cergine - Con la maestà del sacerdote ar.:era, tremando. data la che somministra il pane del- prima arcata: prima della la t·era Scienza illuminato vernice. Che voce: Dio! Gh dalla Grazia. mi t:enit-a ri- angeli mus1Can1i in Paradi– t:el.ando a uno a uno i mille so suonano certamente con segreti del mestiere. Il gior- t·iolini a.strali di mae- SarO mai sempre grato al- .z=~!lii,;' no che si senti suJficiente- stro _-\ V. la lunga pleurite e alla diffi- mente entrato in confiden- Il maestro s'era messo in cile com:alescenz.a che mi ~:n~710:1ee, s~~ssepa~~7e u~ ~::·,e.p~~li~dc~!:odotfaebf:~:~ fecero abbandonare, dician- in faccio a_l banco, a carat- ca e. ~iù, dolfe~zione de.- novenne. grindigesti studi di teri capitali: ~ ALCOOL ma- gli ulumt tocchi? Et:idente- giurispruden.:a. e .\fegJio asi- ledeao nemico~ ,._ E. depo· mente. no t·it·o che dottore morto> nendo il pennello. mi fia- La pendola. di là, at·eca senren.:iO lo specialista, do- C:n'lmmagine rece nle dlt'llo Scritture taca dentro l'orec0io (quel- con lunghe t:ibr0--ioni, so- po avermi ben bussato e · l~ sua v<?ce fragile. celata '!ata la ~euanotte .. lo ero ribussaw e_ fauo solfeggia- ri confinano in l(n isola- -Di là dalla strada. pro-ld~/a;;e:~ne.i:,c;i~=ata sei;:- h, a f~rgh co~pagma ... re a perd1f10to trenta-a~. ~ento rn cui iC wo ·cuore prio di facci~ a noi. c'er~ ~ Olio e s:mprc 0 ~~a;;J ni;:_rr,:_e~:Ìt~:: 1 ·~n ..~tr~~°;_ e mandatelo a pasco.far.~ in s acqueta nena ,i rasse~nata la bottega. di mae 5t ro - 4 \ · ancora o~io e sempre e ~o~- cari!?! .ifacché! s·tradic~n campagna, questo g1ovinot- attesa d~J sole. · fa no. ~o- • • • tanto oho. per le cem1ct.' non t'ha ma.i fatto un tao- to: all'aria buona! Faccia no. nebbie. qu_eUe. r~ntine . . . . E' uno dei due grandi se- lino cosi ... -. A un tratto un modesto eserci:io fisico. e ingann~coh. ora diafane ~t pu~ 1 dJre_ che ~ 1 ~ d~l greti. questo: ricordatelo. E tese l'orecchio~ sussulto: - Butti eia i libri! Se mai. :::re,:;;::;~~- t·d~~bi;tn~;: ~;:;;o d~ic';;;~ ~r;::s°~ \~ sai ':lu~l'è l'altTo? _E'di met; E. h. è li sul pioppo! un po· _di l~ooro m_a.nuale ti fingono un mondo irre-- vecchio Hur.oio. L'odore del ~e: ~i c~~~!.frf'J:r:~~f~ S~i~h .., eh.e osa"' c o~ d~scre.:ione. . s rnren: quieto di {arre e. ti ;enf!on_o J~gno. l'odore_ de.li~ ~ol!-°~dei cinquantasei pezzi, mi _ L/·finesrri è ·aperta ... de s~n-a s1ancors1. Jmpan sospesa e t·anegg1ante l ani- l'pdo!e dell~ t:ernie1 ~~er.:a rirelò i ml-Steri delle curce. Corri O clti.uderla! Presto! magari un mestiere... ma, e te l'at·relen.ano dì ma- no rrs_c_osso tn. me l.a PI~ r:e- gli arcani degli spessori e _ Ma perché? che sue-- E così [Ili spedilo alla t:ec-- linconia con quel ianio di ra. P 1 !'. genmna coca.:wne. dei rapporti. - Questo e cede? chia casa dei non~i '?°terni: umidirà che sembra esalare r.:~~~rs::. ~o s;~~ont~e~•!:~~ quello che. io so. Poi c'è _- La. ci cetra.' ~or:i! La un pae.sotro. la.ssu, in pro- da t:ecchi sepolcreti abban- . E . quello che 10 non so .. \fa a cu;ena! - Jnfott1. sa. una vincia dì Rot:igo. donati. m~~- m;:rece;~i iose del qu_~llo _ci pen~a l~i. --:- (Chi cice~ta ridac~hiaca sul piop- • P Q: lui. D10? o 11 d1acolo? ). E po lt davanti alla ca.sa . maestro. C0! 1 scarn!te e leg- m'insegnò a leggere; nelle _ Corri. 1 Caccialo via! gere. '!el g!oco ~et qu_auro fibre. l'anima dei legni: Ammazzala.'.- Presto! ~e:d,';\~;~~ ~ein~;;t"J' e~ concor~e o discorde, arnie~ Pa.ssai di f.d gu, ... ~to in lini! come t:i ricedo quan- o nem1_ca del canto. ! legni tem.po per t:ed_';re 1 uccel– do. con un piccolo fremito ~;n~e ce;~racn:,::e stay~onat~: lacci~ entrare d _impeto. dal- d'impa..:ienza, ricercavate tra · g_g P me I la finestra. aoventarst su~ [1SA POESIA * IL PRE'fE del soldato Pa:-:a\·a <Xm.que! p:-ete barbuto. con !a sua grOS&l \.'OQ pacata, :·uomo dalla purpu:-ea c:-oce ::.:.ampata larga sul petto. qui su!. lato :.inlstro. dove sotto il gng.:.o\.·e:de affatl.:.a;.o batteva fo:-;e il s-.Jo pu.-o cucr.e di c:-ocia:o; parla\-a. il pre:.e, di.ritto e grande sui grad_in.i di ne\·e. da:l'ai.tar-e di ne\·e. :assù ai confini della Patria. agli a.ip: ru. p:-op:io accosto a:.:.a t:-:nce• - imrnensiÙI~ ne\·e: \.·ette: ne\·e: C:elo: ne\·e: no:i e·era altro -: par!ava semplice tra :a densa barba ne:o: dice\·a: - Qualcuno di \'Oi. que!'1: che t<r.néiflO di laggiù li han veduti: ma tutu ce.:-to :i conoscono; .1 a\·e:e \·isti stampali, i grat:ac~e:i ame.:--:can:. quei pa:.a.z.zimostruos::i. to:-ri ò; \·enti d.; t:enta piani. che. con ìe case di qui. sono come i g;ganti coi nani. Quei palazzi ~ono a.-rnati. àen:ro. da una g:-ande [ossatu:;; di fe.:-=-o:un gabb:one di fe:-:-o che tiene :a mu=-a:u:-a. E ci sono operai specialisti pe:- que~ p:-:mo la\'O:-O Oel !e:-ro: non facile: pe-:-ico !o.so . E molti. i più t=a :oro. wno nostri. italiani: gente che ha le mani d·o:-o. * Cn gio::no, uno di questi. mol:o br.\·o del mer..:e:-e. condus..<:e il ngl.i.o. un bimbo d: qua:tro aoni. al [cantie:-e. P!-ese , fe:-r:: e poi. che fa? si pig!..:.a sù i: p:cco:etto. se :o ~ega coi fe:-ri a:Ja cintola bene str-e::o. e su. per :e armature. a la,·o:-a:-e sull"odo del tetto Tutti !uo:-i. appesi a una fune. dondolanti su::la [\-o:-agine, padre e figl:o. E la gen:e. laggiù. non si da\·a pace. ferma sui marciapiedi a guardare: - Che mano! - (Che cuo:-e! - E la polizia che fa:' - E. suo fig:.:o! - . ..\.h si? [be::'amore à1 pad:-e! - Po\·ea e: -eau.ra! Sa:-à già mo:-to daJ [t.eT:"o.-e!– L·uomo baàa\·a a1 la\'W-'Osuo. E quando poi fu rora di scendere, scese: tranquillo. E tut.ta la gente. allora, :uli.i arido::.'>Oa! bamb:Ono: - t.'"h g-..ia:-aa che ce:-a [che h•! - o:·: bai a\-uto paura:' molto. e \·e.o? - o:·: \-:eni [qua_ __ - )ia il bimbo. ::,0rp:-eso. fece: - Pau:-a'! io? no'. c·e:-a [papà! - * Silenzio. Lo gua..-da\·ono se:iz.a un :-esp::-o ili a.: ;r.ni . - Ebbene. \·ede:.e. Anche noi siamo come bamb;ni. p;cco::. p:cco!i. debot:.. :n facc:a a:!'lnee:-ta so:-te. .rnspes:. anche noi. semp:-e, aò ogni attimo. SU::.amor:.e. Oh ma anche pc:- noi c"è il Pad=-e nos::-o che è fo:-te! Lui c.1 \1..lole qui a combat:e:-e: Lui. i: Padre [onnipotente e giusto. Slamo con Lui'. siamo òegD.:! e non temia.rno [di nien:e! come quel b::mbo. ta:e:m E al!o:-o, ditemi. qua.:e [minaccia. quali? nemico. quale pe:-!co!o \"O!ete più che ci faccia paura. se noi s::amo, semp.:-e. -=a le sue b:--accla:' - s:. \'O:tò all'altare. e • Credo in Deum Parrem_ ... ,. [p:-egò: e i: giro de:le p~n:.e fe:-:-ate sul gelo c:-occblò. * Un giorno. poi. quel p:-ele fu porta:.o a un ospeda!e:to da campo: r.•n-e. mo!to: una pal!o:-to:a nel pe:to. ).fa rmquil!.o. Perché egli e,a un· confidente bambmo ;.:-a le bc"accia àel Pad:-e. S'è battuto bene: da alpino: con la sua be!:a croce sanguigna su1 cuore: 10 T.-ent::no. (febb:-aio 1917) Grt:"SEPPE ZCCCA Solo recememente, dopo una lunga assenza dalla letteratura militante, Giuseppe Zucca an,·a pub– blicato un nuo,·o libro (Ditfìcìle conversare coi ra– gni) ìn cui gli elementi più caratteristici della sua arte di narra ore - innesto del supernatura1e nel tessuto di una dcenda quotidiana. lirismo e ironia. fusione del passato e del presente. umorismo e po– lemica - si amalgama,•ano, s.inergizzandosi. in ma– niera quasi perfetta. Come accade a ogni autentico scrittore gli interessi di Zucca erano molteplici. po– Hedrica la sua personalità: difficile. se non impos– sibile. indi\·iduarne la cifra. S\·elarne il segreto. Chiaro e so1ido nell'impalcatura della frase. ne1lo impianto del racconto. nell'aristocratico sperpero di una garbata fantasia che resta\·a sempre aderente a un presupposto umano. non sape\·i se ammirare di più lo stile - duuìie e moderno. elegante e ner– voso. semplice e a1 tempo stesso composito -. o la materia scelta (ohi! quanto pazientemente!) per esercitar\·i Ja sua sorprendente e impre\·edibile abi– lità di trasfiguratore. Dotatll. come pochi. di mezzi espressivi di prim'ordine, Giuseppe Zucca s'era pre– sentato al mondo deUe lettere in \·este di poeta: e subito rice\·ette il cri•ma ufficiale da Papini e Pan– crazi che. senza la minima esitazione. Io accolsero nella loro Am.ologia: assieme a Palazzeschi. a Go– \·oni, a Corazzini. e a tutti gli altri di quella le\·a, il Xostro rappresentò. dopo :a prima guerra mon– diale. una \·oce nuo\·a e concreta della nuo\·issima lirica italiana. Quando poi si fece alla ribalta sotto le spogHe dell'umorista. nessuno potè davvero me– ra\·igliarsene: perché l'umorismo è uno stato allo– tropico del sentimento. come il \·apor d'acqua lo è del ghiaccio. e Zucca umorista non rinuncia\·a. nep– pure sotto l'aspeuo burlone, a studiare e a capire il suo prossimo, a tramutare in persone \·ere perso– naggi soltanto probabili, a tingere di patetica in– \·erosiiniglianza gli uomini che incontrava nell"esi– stenza di tutti i giorni. ;\fa tutto ciò non era suffi– ciente allo spirito inquieto di Zucca: scrisse per H teafro,"'si dette al cinema (più di duecenio filros recano la sua firma), si dedicò alrediloria d'arte, alla critica. al saggio. alla rivista letteraria e di cul– tura. alla radio: e in ognuna di queste attività la– sciava il segno inconfondibile dell'uomo di gusto. del narratore di razza. dello scrittore senza eti– chetie. Alessandro B!asetti. con il quale egli colla– borò in decine di film. ci diceva l'altro giorno che Corse non c"è un altro scrittore. in Italia, che - al pari di Zucca - sappia spezza.re , arrotondare. smus– sare una frase. tornire un periodo. tro\·are il giusto ritmo di un dialogo: il e dialogo cinematografico,., infatti adesso sembra facile. che adesso è addirit– tW'a un e genere ,. a sè - riconosce in Giuseppe Zucca un autore\·ole antesignano. Perché il )fostro era, soprattutto, uno di quegli scrittori che e scri– \'Ono bene ,. ma era- anche, uno di quegli scrinori che Pietro Pancrazi una \"Olta chiamò e scrittori in– telligenti,.: scrittori. cioè. che non s'abbandonano mai. che si controllano, che non fanno concessioni né al pubblico né a se stessi. Formalisla? :Kon di– remmo: anche se. ad apertura di pagina. lo stile risulta sempre sostenuto. son·egliatissimo. in punta di penna. ,·ediamo insieme: , Quando pio,·e. a Bo– logna. piove sul serio. E non den giù soltanto ac– qua dal cielo. acqua a mastelli. acqua a carri-botte, acqua a condotte forzate: non soltanto bri\'idi diac– ci, minacce "brusche di polmoniti: ma sull'ombrello e sul cuore vi ro\·inano -sgrullate nere di malumore. \"e li annebbiano fo1ale d1 nostalgia... Scoramento. senso amaro del vano. fastidio della vita. squallido d.?Siderio del nuJla ... ,._ Sembra. insomma. di leg– gere un elzevirista. di quelli che stanno attenti alle - 1 d" d" d I b m~r~bu f- Quando lo ta- v1ohno, e col becco e cogli :ag~::. ~:: s;urbf:.c?i ;:~ 9l~a1. questo. tu nemmeno artigli Jreneticom.e~te, ca- .._ ___________________ _, roJino della colla: quando. eri nat~--- ~ueSlO .• qua nd o parbiam~te. stup1~ament': pieno di riguardo, serraca- lo tagho n110 pao!e· non accanirsi a /orzare t sottih te un morsetto. quando se- e_ro nemmeno nat~ ''?···. -~: ,-piragli delle anse. per a.r– gavate il delicato merletto l. a~ero _nos~rano. 1~ Hgh~. 11 raffar co&a?... ~. scacciai: di un ponticello. quando col .!alice. 11 PlOJ)p<>,l abete. - urlan:fo - _ch~a per~h~ pialletto accarczzabate un •·· queSlo ~er ti fon.do ... que- - dt raccapncC10. E chms1 fondello. quando intaglia~a- s':r ~e;cu~ pon~~t() ques~o in furia la. fine.uro. ~;~ tr c!I~~rr:n?m~~ ~~t~~lap=~n:.n~.èpe:~ contenuto pronto a defJagare. a mettere lo scom– piglio nel mondo borghese. a .suggerirti pensieri ori– ginali. Contenuti.sta. dunque? Non diremmo nep– pure: perché la vecchia e falsa polemica tra forma e contenuto Giuseppe Zucca ra\"e\·a risolta da solo, nel modo migliore, va.le a dire ..scrh·endo bene • tutto quello che a\·e\·a da dire: fosse magari l'enne– sima polemica contro Giosuè Carducci. e Ei t'esorta e ti punge. - Esorta -, per il ru– \·ido incitare del biioko, è troppo ~gomentante e flautaio: ha la insinuante compunzione del padre spirituale: mira a una mozione degli affetti che forse esorbita dalla ricettività psicologica del bo\·e. - Ti punge -. Niente da obiettare: sempre che si trattasse di una puntura e non di una pungolatura: di uno spillo e non di uno spunzone. )la non vo– gliamo essere pedanti. Xon insistiamo. ... e tu col lento - giro de· pazienti occhi ri– spondi. Verso bellissimo. Veramente ~tupendo. Non ci sarebbe assolutamente niente da obiettare_. se sol– tanto la cosa fosse \·era: se cioè il bo\·e. nella realtà. rìspondesse con tal movimento aUa sollecitazione del ~~~~!~~ ~~~o (!ln~o~~cc~\-~=\~~~e;;~:f;~: dei suoi personaggi). in\'ece il bo\·e. alla pungola– tura trasale di scatto tutti i muscoli e si butta ava~ti dando una brusca .strau.a all'aratro. A coHo teso. E soffia. Xon gira niente. Se non credete che sia esatto. ci sono le cattedre ambulanti di agricol– tura: informate\'i ,._ .>\.Itri, mt:glio di noi. anche se- :-- vog~iamo s~– rare - col medesimo affetto. dorra un g,orno arri– \·are a urta rivalutazione. a un ridimension3:ment? dello scrittore Giuseppe Zucca: che. per troppi anni. se n'è stato in disparte. schivo d'elogi E: sopra!,1utto di aàulazioni, lontano da congreg~e. citt?leu1. sa– lot i letterari cenacoli, orti conclusi: semplice e mo– desto. ironico e timido, sensiti\·o e gentale. ques!o gentiluomo d'antichissimo s13:mpo ha_ P,~fuso, m cinquant'anni di ,;ta letterana: tesori d mgegno e d'umanità, da gran signore. senza badare a spese: E ha ragione Blasetti qua?.do ~erma: e A 0 \wen~ anni, Giuseppe Zucca era gia saggio: a set~t anm, ave\·a un ·cuore di fanciullo•: :\ligliore el~g10 non sapremmo fargli: anche perche. se_ non_ andiamc;, er– !'ati. questo è i! segreto deUa poesia. di quella ,·era. che non muore mai. ELJO TA.LARICO ::\laria A.ntoD.ieU.a G1mbaro; •Ca.se• te un manico come un t·tco p ··: q . . per e - Lo sa, che cercat:a, la . lto fasce ... -. Ca. p1cchiai::a su civetta nel t:iolino? - mi c1~~~an~ personaggio, il con l~ nocca: - Senr_i come fece, d~minando l"affanno. il maestro canra. E questo, vedt? que- maestTo, quando fui di nuo– flno ~ che era intento al sto è per il riccio ... Che me~ r.:o al suo letto. TirO giù lo lavoro. l'ispida faccia intri- raviglia di macchia? La ve- riversino. n ~uo ~ffonna– cara di rughe era tutta un di? Quando è lar.:orato e ca, tutto fasciato d1 garza: un'ombra rossa, nel cando– ____________________ re. trapelava sul lato sini- Bibliografia POE !A LA luunia - sondti (~alato, Roma) Italia e/riamò - liriche di iUCrra (Bcmpora.d, Firenzc) lo - liriche (Poeti italiani c!el xx· secolo. Formiggini, Roma) Poe.sie - 1912-1921 (Sansoni, Fi.~nz.c) PROSA La ;,iega uei cal.:011i - pagine di un taccuino di iUCrra (Fomùagini, Roma) L'n.a IO\"aRlia per 14 - prose V3ric (Vallecchì. Firenze) Il bolleuino ddla belle:.=.a - racconti (TJ"e\"CS,~lilano) Il morbo della ,"l'rtù - raa:onri (Bcmporad, Firenze) Lethe 111 bottiglia - romanzo brcYe. (La \'occ, Firenze} Co11fide:n:;ialmei1te - Discorsi SCD2.3 pudore (\lallccchi. Fìrcnz:e) Il fhU~ di mt:!.drepe.rla - Yiaa'i]o in Somalia (. \1pes, ~mano) L'11rio ddl'ama:..:.oue- no,--elle(Ediz.. d 'a.ne Fauno, Roma) Gas esilaranti - taccuino della i!:Uerraburlona (Garzanti, Milano) L'ordine del tartufo - no\·elle (Ediz. d'arle Fauno, Roma) L'isol.a degli amici - r.icconti (Garzanti, ~lilano) Semieri so110 le stelle - 3 volumi (S.E.I., Torino) Somalia - caro\·ane (Tosi, Roma) TEATRO Alto lson~o (Teatro Quirino, Roma) Ou=ait (Teatro Goldoni. \"cncz:ia) -tnima rmm.·a (Teatro Argentina, Roma) I ghiribi~~i degli spiriti : Teatro Goldoni, \·enezia) Rea.tioni a b c (Teatro Quirino. Rom.a.) Ecco: sorrida! (Teatro del Casinò, San Remo) Il prfrno della classe (Teatro Goldoni, \"cczia) stro: - .Metterci il cuore! Te l'auet:o deuo. E' il se– condo segreto... è il primo. an:i. Ce n·e ancora ... - e la sua voce non era più. che un soffio mentre. immobile il volto più bianco del guan– ciale. accennava con gli oc– chi a quel cennigUo sul petto - ce n'e ancora ... quanto basta ... per tre ... for– se quattro ... Dio degli dèi! Xon era una figura retorico! .Xon era un modo enfatico per dire , lavora con tutto te stesso_. con tutto il tuo amore!>. Ce la m.etteca davvero, una fettolina del suo cuore. via– tico di sangue alla sua crea– tura.! ... Be". no: sarebbe stato un gran bel mesfiere, il l.iutaio: forse il mio vero mestiere: e resta, a tutt'oggi. uno dei pochi che non I eci. Ma di affettarmi a braeioline il cuore_. questo no, proprio non me la sentivo. Pieno di ribrez:-o. piantai H il mae– stro e le sue macabre ri– cette. e me -ie tornai a spron battuto a Roma, dai miei. E poiché di riprende– re le Pandette neppure me la sentivo, cambia.i strada~ . \li misi sotto a studiare. E non passò un anno ch'ero diplomato ragioniere. Gl SEPPE ZUCCA (1957 - Dal \·olume di pros– sima pubblicazione L"uomo dai cento mestieri). .~~. linee italiane per tutto il mondo .... ~. )f Gruppo finmare T A L A HOIIIO ·SUD@ CENTRO •MEllttCA ~OlltO E SUO P'•C1FtCO LLOYD TRIESTINO INDIA• PiKISUN. E.STREMO OIUENTE. AUSTIU.llA SUO AFlll:lCA • AFIUCA. OlfllENUl.E f OCCJOl.NUlf ADRIATICA E.GITtO • I..IISlNO. OIIECI.I.. CIP'lllO TURCNI& - ISl'tAElf. SIRIA. M&R NElltO T R R E N A SICILIA • UROEGNA • CORSICA • MALTA • LIBIA TUNISI • W.U:SIQLIA • s,aou • NOJltO t:u.o, • UFFICI E AliENZIE OVUNQUE

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