la Fiera Letteraria - XIV - n. 45 - 8 novembre 1959

Domeni-ca g· novembre 1959 LA FIERA LETTERARIA SCRITTORI IN PRIMO P[AN() * Cl;,QUAì\T'AXi'il DI VITA ~IL"SICALE * Pag. 5 NINO DRAMIS: Cacciatori Memorie diMario Labro e Beh. se dobbiamo parlare di fantasmi q~alchc cosa ,·e la posso dire pure io. La~ sciamo stare la guerra. Là ~ pii.l difficile n!dere dei vh-i •· La guerr,i del Piave gli a,e,·a portato ,ia quattro dita della mano destra e gii a,·e,a spezzato la gamba sinistra. Lui dice, d che crà s1a1a una granata austriaca a ridurlo io quel modo, e ne ;;ne, a una pen:=,ione di un– dia mi!a lire al m~se, ma corre,·a una ,·oce C"<?"'1:'3_n::i che parla,·a di certi suoi tentati, i ~~~;:~ 0 ~-c~e :: g,jis~~ci i;1!i~~tsi~~u~~ gtu m Calabna. a guerra finita E non c'è d.3: ffl;lbitare che un cacciatore, OOme lo eia lm di razza .. ad lr'!1bracciare un fucile, più che un e.ustnaco c1 avrebbe nsto un istrice al di. là del mirin~. Batte la pipa contro la caldaia del frantoio e la caricò m silenzio. Si erano riuniti in cinque quella M!ra nel frantoio di Domenico per mangiare la ,olpc. li gro~ delle olh·e a meta gennaio era iz_iàstato molito e ora il fran1oio andava nprcndendo, come ogni anno dopo la C',UH· pagna dell'olio, la funz.icne di circolo. Là ~ntro, in un secolo dì macina. un fiume di oho era passalo. Il locale a,eya conservato l'aspetto originario nelle grandi travi dì quercia che regge,-ano il sof-fitto, nelle pareti corrose dal tempo e dall'olio, nella vecchia im~açine di S. Giorgio, contesa pure quella dalloho e dal tempo, e nei gesti dei lran– toiani, tramandati da padre a figlio, nel loro gus1_0d\ sfottere i contadini, nell'arte di farsi offnre li fiasco del ,•ìno. E c'erano i tempi nuovi nella tra,·e cli ferro, messa di traxerso sotto quelle di quer– cia, nelle superpresse, nel motore che a,•eva sostitui10 il cavaJlo, nella separatric.c cbe era arrivata a dare il colpo piU duro al mestiere del fra.ntoiano. (Una ,-olla era stata la mano abile a dil'iderc l'olio dall'acqua e l'utile del frantoio era legato a quella mano; ora in un anrolo era arrivata una macchina che pensava anche a quello). Ol1re a Domenico, che prcsta,•a il locale e la sansa per riscaJdarlo, c'erano il Muti– lat~ e altri tre cacciatori: Demetrio, Mican– tomo e Seppa. La ,·alpe era stata un pretesto, ma la \"era ragione di quella serata era di mellere pace tra Demetrio e Mìcantonio. Erano in guerra da \"enti anni e ogni lanto qualcuno cercava di rappacificarli. Ora poi a,-evano due cani che se a\"essero lavorato insieme a,Tebbero .sco,·ato anche il diavolo. Sembra,·ano nati per laYorare uno di fianco all'altro. Faloppa di Demetrio era una cagna stupida, era lenta e a,·C\·a il vi.zio della voce. abbaia,·a appena senti,,a la più lontana ronfata di selvatico ma a,·e,·a il naso più fine che si fosse conO: sciu10 negli ultimi vent'anni (si dove,·a ri– cordare Cavaliere, della buon'anima del me– dico, per tro,-are un naso come il suo) cd era caparbia, capace di la.,·orare, il naso appiccicalo a terra. anche una giornata in un intreccio di piste fino a trovare quella gius1a dei co,·o. Rubino di Mkantonio era il con- 1rario. Intelligente, lavorava eome un geome– tra dcl catasto; se un altro cane gli 1ro,•ava una faua, quello studiava la zona e poi la squadrava io silenzio, a testa aJta, dava un colpo di anche ad un cespuglio, attraYersava una piantata di fichi d'india, spia,·a nel ca,·o di un uli,·o e io cinque minuti la lepre do,·C\·a saltare. Era un cane superbo, fortissimo c– furioso, ,-elocissimo, a,·eva acchiappato più di una lepre, ma non ubbidfra nemmeno al padrone, non a,-c,·a fiuto che ~r la volpe d'C$1at.e,,. quando, cioè. la -$Clllh'a anche il padrone~ ed era pirro. Lui ama\'3: Ia,orare con cani sgobboni, come Faloppa. Era stato proprio un cani! a dividere quei due uomini. Vent'anni prima Mussolini aveva portato dei Ja,·ori in pianura e Demetrio ern sceso a la\"orare. Ce lo a,·evaoo spinto le lacrime della moglie. A,'C\•aattaccato il fucile al chiodo e a,·C\-a concesso a Micantonio di portarsi la sua Monachell3, quando fosse uscito a caccia. Ma il la\'Of"Onon era stato creato per Demetrio, non resistette nemmeno un anno. Intanto Micantonio si era affiatalo con Monachella ( e buona regola dormire nella stessa stanza col cane. se \"uoi che ti. ubbidisca) e al rilomo di Demetrio né l'uno né l'altra vollero sapere di lomarc come prima. La cagna non cacciava più di gusto con Demetrio e M.icantonio si ricordò che Demetrio gli do,-eva dell'olio e che lo consi– dera"a come il prezzo della cagna. Finì che si pre.--ero a coltella1e, e fecero qualche setti– mana in ospedale e qualche mese in carcere. Questa era la causa della guerra che tutti conoscevano, ma ce n'era un'altra più ,-ec– chia, c.he sapevano in pochi: Filomena, Il marito a\'e\ 1 8 smesso di scrl\'erle dall'America e quella a\'C\'a do\'uto andare alla giornata per· vi,-ere. Cominciarono a deriderla, pure: le dissero che suo marito si era risposato in America. Loro erano amici. quella ,·alta. A,-e,,ano scoperto insieme l'uso della poh-ere nera nei fucili ad avancarica, e la soddisfazione di corliere qualcosa che non è dato agli altri: anwano imparato a godere dell'aria dei bo– schi all'alba. a trepidare per la canizza echeggiante in torrenti scavali oella roccia, a,·e\·aoo sentito il rispetto dei contadini per i loro fucili carichi, avevano preso a dispre:z. Ma .strola.n.nl: • Svlloppo di testa• zare il la,-oro dei loro padri, avevano sco– perto la facilità di raccogliere un sacchello di ulive nella proprietà degli altri. Poi, quando il marilo di Filomena a\·e,·a smes::,,~di scrivere alla moglie, la donna, pri– ma d1 capire che la !).Ua,;a era quella di and?-re a cucinare per Don Carmine, si era lasaat~ tentare da quei due , agaboncti. La ~~\~i~ ~r;pòe~amfuc'fÌat~u~il~gre~~~ ~~ cantone della casa di Filomena. Era una notte di pioggia e il giorno dopo Demetrio in osteria a,-e,·a dello che c'erano dei caccia– tori vece.bi che non sapevano ancora che con certo tempo l'unica poh-ere è la Sipe, perché le altre sentono l'umidità e ~no buone solo a far cadere del calcinaccio. E da allora a,-cvano preso a guardarsi le spalle di none e in campagna. \'enticinque anni di guardia. i~t~i ;~~~:-!ntea~t~~~~{ 0 d~(}~~r ~ a\e\ano a,uto il bauicuore per qualche minulo. Ai cani insegna\"ano a cacciare la lepre e ad abbaiare all'uomo; la volpe non si insegna. 1 loro anùci ogni quattro o c,i.nque anni a,·e,·ano tentato di riunirli. più che altro per passare qualche ora dh-ersa dal solito. E un paio di ,-ohe erano finiti tulli in ca.senna per rissa. Ma questa ,-olla era un fano serio. Faloppa <: Rubino erano i migliori cani del paese; se h a\"essero potuti affiancare i cacciatori a,,reb– bero finito cli camminare per niente. L'ini– ziao,·a era partila da Antonio e da Seppa. e Dunque•, riprese il Mutilato, e io i morii li ho ,is1i tre , alte. La prima ,·alta fu a Famarossa, ,oi non anda,ate nemmeno a caccia d1 lucertole. Forse non eravate nem– meno nati. A\"e\'o una "bacchetta " a una canna che ave\"o comprato da un contadino ed ero uscito a pro\"arla, con mio fratello, buon'anima. Era,·amo andati a Famarossa, dove I cmghiali, m quei tempi, venh·ano a granarsi al calcio del fucile. C'era, amo separati al Farneto; mio fratello ave\"a tenuto i cani lungo il fiume e io a,e,-o preso quel , iottolo cbe porta al Baraccone. 1 on faccio un quarto d'ora di strada che da un ro,-eto mi scappa fuori una scrofa con quattro por– celli. Jo miro alla scrofa e sparo, ma madre e figli sembra\'ano dei dia,·oli, salta,•ano come lepri e poi strisda,·ano come serpenti. A farla bre\"e l'ho mancata. Allora non ave\"o il tempo di ricaricare il fucile e lo buttai in un O!Spuglio e mi misi a correre appresso a quei dannati, allora la gamba ce l'avevo. E a\-e\·o pure una rabbia che più scappa"o e più aumema,-a. A un certo momento ci tro\'ammo, loro da-\'anti e io dietro, in una radura do,·e a,·e,·ano ammuc;ch.iato le fascine per una fornace di calce. Tirai fuori il pu– gnale. ·•Là non passate •· dissi. M.a quelli non erano cinghiali e spiccarono un salto di due metri, la madre davanti e i figli dietro, e sparirono. Meno uno dei porcelli. Come spiccò il salto, gli cadde una fascina addosso e mi res1ò ai piedi. Gli saltai addosso e lo agguantai. Non lo volli scannare. Le,ai la cinta e gliela passai intorno al collo e quello strillava e mi guarda\·a con certi occhi che non erano occhi di cinghiale:. Allora, per farlo zillirc. gli liberai un pugno in testa e lo stordii, e, per tranquillità, con una corda gli legai le gambe a forbice. Ritornai a prendei-e il fucile nel cespuglio. Pensa,o già di but– tarlo nel porcile, e cosi mi affacciai sul fiume da una roccia è fischiai a mio fra1cllo. Glielo mostrai da lontano e quello si arram– picò su pes--- un ,•iottolo ,che porta.\fa sulla -mia roccia. Nell'attesa io mi leui la giacca, ci av..-olsi il porcello e lo appoggiai ai miei piedi. Mi misi a cancare la pipa. Quando arrh-ò mio fratello, buon'anima, gli mostra.i la giacca. "Vediamo questo ragazzino" disse e svolse la giacca. Cristo santissimo! Era sparito. Era ,·olato. Si era sciolto e mi a,·eya lasciato i lacci nella giacca. Allora ci tacemmo il segno della Croce e rii dicemmo " riposa in pace". Quella buon'anima mi spiegò che certi spiriti debbono scontare qualche pena e prendono l'aspetto di una bestia fino a che qualcuno non gli rompa la magia•· e Eh, certo •• fece Seppa, e una \'Olla si vcdeYano di più gli spirili. Adesso la gente è di\'cntata più furba. Però gli altri due fatti c:c li rac-conti un·aJtra ,·alta. Adesso sono questi due compari che debbono parlare •- E quei due si guardarono. Erano Slati insieme tutta la sera a man– giare la \"Olpe e a bere a turno allo stesso bicchiere, si erano dato la mano, ave,·ano scambiato qualche parola e si erano anche sorrisi, ma quando Faloppa si alzò, sazia, e andò a stiracchiarsi "icino a Micantonio e (lUello le mise una mano sulla testa e glie la scosse in una caretta che le fece s,·entolare le orecchie, aJlora l'odio antico di ,•enticinque anni sbottò di nuo,·o nel cuore di Demetrio. Sparirono fan1asmi, sparirono sorrisi. sparì quell'aria calda d'amiciz..ia, ìl bicchiere si fermò a mezzo giro e fu appoggiato sulla caldaia, do,·e la sansa contioua\'a ad ardere una fiamma ormai inutile. Micantonio sballò in una risala lunga e catti,-a: il dia"olo de,·e ridere a quel modo. e C'è anche una fucilata che ti debbo pa– gare• continuò Demelrio sempre piu fredao, con la mandibola tesa. e Secondo la regola. Ti debbo una cartuccia. Ce n'ho una buona che sto conservando da 1empo. E' una <.:a.sta– gnaro numero zero, e di prima della guerra, mezza corazza: non mi fido della roba nuova». E la risata di Micantonio continua,·a, fredda, come colpi d'accetta su un tronco secco. Poi d'un trallo smisero le minacce e la risata, diedero un calcio alle .sed.ie e si tro,,arono di fronte. col coltello io mano. Gli allri tentarono d'inten·enire ma capi– rono che quelli non ,ole,ano essere distur– bati e si arrampicarono sul mucchio di sansa ad assistere aJ fatto. Si sentiva benissimo che questa ,-olta non si sarebbe trattato di qualche settimana d'ospedale. Quei. due uo– mini erano stanchi di "h•ere guardinghi come le lepri che a, -eva.no cacciato, erano stand1i di quella macchia che aveV:l sempre oscu– rato il loro sole. Presero a squadrar..i girandosi in1omo, strisciando i piedi saldi sulla terra, tenendo la mano sinistra spalancata da,'3.Jlti, pronta a parare, e la destra chiusa intorno al col- 1ello, con i nervi 1esi che dh·entavano lama e cerca,-ano il sangue dell'altro, gli occhi attenti sulle mani dell'altro. Ansimavano. più per impressionare il nemico che per stan- ~e~O 'fd'ro~co~~~Hlt~ ~i~ ~~I 1i:sfi~ decisione di farla finita, e intanto andaYano abbaSS3IldOSi sempre più. fino a dh-entare due archi tesi, due robusti frassini abbassati da una mano forte ,-erso la terra e ansiosi di distendersi; era questione di attimi e poi una faccenda di ,-enticinque anni si sarebbe risolta. I due frassini an-ebbero finalmente tro\-ato la loro posizione: uno sdraiato e l'altro tornato verso il cielo, ma tutti e due liberi. E im·ecc (quando mi dicono che non esi– stono gli spiriti, o Dio, o il dia,·olo!) la porta che Seppa a,-eva lasciato socchiusa, per la- sciare torna.re il suo cane, si spalancò ed ~trò la creatura di Domenico, una bambina bionda, traballante nei suoi due anni se.usi. ~ntrò e 3!1dò a mettersi pu_re lei, sorridente, in quel girotondo, fra quei suoi due amici che tante volte gli a,·e\"aoo regalato un rigo– golo giallo o una pica dai tanti colori. Domenico fece per saltare dalla sansa ~r riprendersi sua figlia, ma il Mutilato gli appuntò il dito della mano destra sul pe.110 e lo fermò. 1 due restarono indecisi. smisero di ansimare, rallentarono il ritmo, ritrassero la mano sinistra, si rialzarono ixx:o aUa \"Olta. Fu Demetrio per primo a buttare il coltello nella sansa. I tre scesero dalla sansa e Antonio disse: e E' stato un segno chiaro. Forse è stato quello spirito di cui ,; ho parlato questa sera. Certo che era tempo che questa storia finisse. Questa creatura l'ha mandata Dio, sia.sera•· E il bicchiere riprese a girare da una. bocca all'altra. E buttarono sulla fiamma altri pani di sansa. KL."O DRA.UIS ~ino Dramis * ,U ALDO CA.IIEIII.HJ Il sottotitolo di questo leg- ci sarà nessuno tanto ~gar-1 brai) questa racc<?lta sta gibilissimo libro è: e Cin· bato da augurare egh ta- a"endo 1n tutta lta.ha. quant"anni di ,;ita musica- cesse di sé. Occorre soggiungere che. le•: e non può certo far Detto questo. non c'è che senza parere. e anz.i con una pensate a ;mmodestia da da invitare a leggere un li· semplicità di discorso che parte dell'autore. E il titolo· bro che. sia pure ai frequen- ha molto spesso del parlato. trae la sua origine da un tatori più accaniti di teatri con uno stile che è prosa di\'ertente aneddoto: che è d'opera. di sale di concerto. semplice e fine. il Labroca una delle pagine più bril- di festival e da dicendo. ha dice tutto quello che vuole lanti e inaspettata di tutto molte cose da insegnare. e segue la fida memoria ap– il volume. Nel quale. sotto Senza dire che qui c'è una puntino. Chi possa credere forma di pseudolettere a un proftuvie di aneddoti di pri· agevole azzeccare modi co· amico, il quale desidera. in- missima mano: e di questi me questi. non ha che da saziabile, infonnazionì sulla i meno coscienziosi potran- paragonare certi mattoni po– vita musicale da noi e altro-- no, senza scrupoli, far..i bel· co digeribili. costituiti da ve in questo mezzo secolo. li: come se di CaseUa o ).fa- ricordi interminabili e pre– e ha dal Labroca risposte lipiero. di Strawinsky o di suntuosi (non occorre far precise. curiose. varie. spas- De Falla fossero stati o fos- nomi. molti li conoscono) a sose e persino malin'coniche. sera tuttora familiari. queste scorre,·oli arguzie. a ~----------------------------~ è raccolta una quantità im- Non è possibile leggere queste accorate const.alazio· ponenk di materiale. Se trenta o quaranta pagine ni sul destino attuale del questo rimane un po' grez- dell'c: t:signolo di Boboli > melodramma e della musica zo. la colpa non è deU-auto- ,senza accorgersi che la me- sinfonica. Perche ::\lari o La– re: che non si propone di moria ciel Labroca è serva broca. sebbene abbia, come dar':! .valutazioni_ critiche ~ fedele. Ma poco importereb· s~ suol dire. ~mche. e molt?, a<:fdint~ura tantt trattatelli be questa sua capacità di ~irato. la_ carretta e. abbia d estetica quo.nte sono le fotografare scene e av\·eni- mcomtnc1ato la propna car– op!?re_ (numeros.issime) di menti. s'egli non sapesse riera come comparsa ~el ro· cu1 discorre. Egh vuole so~- condire un ritratto. un epi- mano teatro • Costanz1 >. per tanto _da:t-i· i':1 compl~sso. 1! sodio. un gioco della sorte. salir.e poi ~i. fastigi ~i dett~ UN ESORDIO PROMETTENTE * di 1ILBERTO BEl"ILA("QlJA prt';:/;~ori~ ~~!s":ld!~ 0 :i;: 1 eil i,;n-:;:~ru;:; fa~~~~r~eit':''scri~t~r:_e:~~n~~~::?:!ill~!~~~ suo diano: dt musicista. di un fatto personale O un in- carnera. dtMgente di teatn, manzo di Nino Drarnis, con il titolo di impedimento di ordine pratico, Dramis uomo di _teatro._di ~ovrinten: contro di un'umoresca quali· di festiva!s. critico di gior· e Salvo il batte.simo•· L'ambiente è sta lm>0rando ad un secondo roman~o. dente dt teatn d opera. di ta di spiritose variazioni che nale, scrittore. oltre che. qudlo teneramente malinconico della Ca- sempre imperniato sul problema sociale v!aggia!o:e, di c_onosc_itore sono. poi, il sugo più vivo non. I? si _dimentic_hi. ~uon labria, che lo scrillore ha assimilato ne- della Calabn"a, e sta preparando una se- d1 uomm1 note\•011 e d1 ro- delle sue note. Senza im- mus1ctst.a m proprio. rima- gli anni ddla sua infanzia e della sua rie di app1m11 che dovrebbero ~rmet- mano dagli occhi bene pane-arsi. come s'è già detto. ne un appassionato: che adole.scenr.a, trascorse nel piccolo centro lergli di affromare quanto prima la sle• aperti. . a critico; senz.a dilungarsi; aborre fo~e un tiJ;>Od'uom_? :t 0 !~::nc~i 0 dfDrt!;1;~!;, f n:i:~~d~ic~~ :i~~o d!u~"pti~!"';Ji' :!a'b!~dit~voJ!1d1:; Libri come questo, in con una bravura continua. soltanto: 11 mestierante il di elementi, ma già 11ella prima prova ~rseguitato dall'h ,quisit.io, ie. el rac- Francia o in Inghilterra so- iJ Labroca riesce sempre quale non bada ad altro che del narratore calabre.se è ben individua- conto che presentiamo, e/ cacciatori•• il no ricercati. appetiti. letti perspicuo e non è mai noio- a mettersi in vista e scorda bile una precisa co,i.sape:\>0le:..::.a ~tetica mondo poetico di Dramis è reso con im- con gran piacere e utili al so. Una garanzia come que- l'antico amore per la musi- (ci~ un orientamento creati\'O già sicu- mediareua, con quei ,uoi colori cu;,i pubblico. Sono assai più ra- sta è preziosa. E potrà es- ca. 11 Labroca di musica vi- ramente a11corato ai suoi temi di fondo) d1e filli.scono sempre, al mome,110 giu- ri da noi. Ma questa dovreb- sere trasmessa dall·uno al- ve. E fa partecipi della sua e, qud che altretta11to conta, è ben clria- sto, ~r risoh-ersi più in accorata tene- be essere una ragione di più l'altro lettore· ed è una del· passione anche noi. in que- ;':n::id ,~isz!~f.e::fb::!~':;.a so::ir;,:~rof!~i::; ~~~ 1 ~!ni~~nti!7:i~~iic':,U';:)oj;~e;i'.!c~;~ a indurre alla conoscenza di le ragioni più• evidenti della ste, sue linde prose. due elementi che tauro spesso si fondono tare (ed è pie11amu.1e giustificabile che questo zibaldone scritto da fortuna che (a detta dei li- ALDO CA.UERlSO con l'esordio di uno scritrore. Il falalismo abbia il suo peso nd mondo un uomo oculato e ottimo Dramis mostra di a,•er maturato Il pr~ ideale di Dramis, così chiaramente per- conosc1t-0re della materia di prio mondo creativo a/traverso l'eserci- corso dalla vergine linfa di esiste11za sor- cui tratta. i~i,::;ia;oqu~'if~IXt:::'er~Fo,ci;~:,':J~ze u~ da{ji~!:r/n~'~'l)~f;,e,rio, i due caccratori Uno dei pericoli più CO· progressione non frequellle nei giovani protagonisti della brel'e storia, alimenra- muni per chi scrive le pro- narratori d'oggi. E' una coruli:.ione, que- no la loro inimicizia con la gdosa riser- prie memorie consiste nel sta, della massima importanza, che ~r- ,•ateu.a -della geme roz_:a e scostante, su- mettere semore avanti il melle a chi comincia di poter contare perba e violenta. Giungono al pu,ito di proprio io: ::on effetto, per con una certa sicurezza sul patrimoriio battersi m rusticano dudlo, ma basta lo meno, fastidioso. ).fa il delleà P?fiprie rose. da dte. Se Dramis ~"'::~~~a dfi,~tda1t~";:~i~~Òr~c:c=;::itè~: Labroca, onnipresente, come ~'fPdirea 1: 1 °::ru:ie)~:ru.;'{;~e,~f,~o d~~~~ loro collera si plachi. Ricordiamo il pun- è più cbe naturale in un li- no inevilabilmente reggere la linea di un to, se,r:z.'altroil più efficace del racconto: bro di ricordi personali e romanzo (abilità negli armonici, arm~ e LA porta ... si spalancò ed entrò la crea- non personali, è il più di- niosità nel far entrare e uscire i pe.rs ~ tura di Domenico, una bambina bionda, screto dei compagni, il meno LA VITA ~I SICALE * Capolavori n n straniati di E.lllLIA Z.411'E1'1'1 naggi, ndl'intrecciarli nei ,•ari capitoli), traballatile nei suoi due anni scarsi... invadente che si possa im- ::~~t~e/::S~i ;'~~:r~e:::itodtco~n m'::i:~ :;:;:. in a~!~ a gf;~f!:::i, P;:~e ;t;i ~~~ ma~~nare, il più. sollecii° Prima quesfanno a dare il il filosofo tedesco de!i.Disce a11en:.ione. due amici d1e tani~ ,•olte gli avel'ano dell interesse. 3:1tru_i.E se ~ \tia alla stagione concertistica vero e proprio eni.mma: da .ui Nino Dramis è nato nd /928 a San regalato un rigogolo giallo o una pica s'-!a pe~onahtà viene ~uon romana. l'Accademia Nazionale Indicate come molteplici e Giorgio Albane.se. Si è laureato a Roma dai rami colori... 1 due restarono inde- d1 continuo. e pur giusto di S. Cecilia be scelto di far nondimeno riassumibili in una: in scien;;e statistiche ed aJtualmente la- cisi, smisero di ansimare, rallentarono egli si attribuisca. nel pano- leva su di un capolavoro per la sorta d'impotenza di Bee- \'Ora a }.filano in un istituto di ossia,- il ritmo, ritrassero la mano sinistra, si rama che traccia. la parte il conce!"'o inaugurale. Ovvero thoven a restare nella Messa rai:.ioni, lollamfo punlualme11te con il rialzarono poco alla volta ... •- che gli spetta. E se i suoi sulla J\f~c. Soiemn!' di Bee- se st~. Al_ che, sr aggtu.n- tempo: troppo scarso per permettere di ALBERTO BEVlLACQUA meriti. non mai sottolineati th~·ven. 1:ino~ra d1 fronte ~ gerà. il saggi~ pen•lene nle-- '---------------------------------1 risultano chiaramente: no~ ~:: 51 6 ~~ag~i a:co~\~~~i ~:1;s!: 0:!~p1Eae ;~:;::~i 1 : ~!: dell'iStituzione. per averla l'originalità della concezione A :\!OSTRA ALLESTITA DALLA FONDAZIOì',"'E GIORGIO GIN! * Disegni di Pellegrini * di GLIDO PEROCCO udita la prima volta all'Au- tematica basata sullo svfluppo gusteo o all"Adriano in un cli- del suo peculiare sinfonlsmo. ma di avvenimento artistico. per una costru%ione a sezioni Di prammatica quindi il ri- chiuse e giustapposte ..o,·e gli Ouire dei ricordi. rispetto ai Incisi, tematici non si muta– quali la prima constatazione no__ ma si affacciano co~t_i– dettata dal nuovo incontro è nuamente e sempre ident::ci ID che se molto. naturalmente. è una illuminazione diveru. .._ E mutato con gli anni. a comin- !"altra rinuncia a.J.l'espressione ciare dagli stessi depositari del diretta. al sentire soggettivo. ricordi. almeno un particolare sac.rificatJ a favore di un la– \"arianti non ne ha subite. Ci tente o esplicito arcaismo. Di riferiamo all'amusso del pub- tutti. il rilievo più sconcertan– blico. quasi pari a quello ,-e- te. Sia percbè nella musica rificatosi in passato ed esal- religiosa il ?ato arcaico è u_o tato dalla memoria. ma assai elemento stilistico ant1chiss1- . . . . . . _ _ . . più sintomatico oggi che il fe- mo e permanente dacclh} sul di 0 Gio,~~~ ~f~~ 11:fl~s~i ra~ ~~~t. che SI ~tranno ~n ,-~~~- di~:~~t~ee 1 ci ,~~ ;~v:~a N!u)~crro:~·rfi;~ ~ ~e~eo~ c;~!~~1~o~orni1~e::: ~angt:~~n:r: f!~t~~i:1t: ba luogo u:t quesll giorni a li Pelle&nm è defimlo dal m smtes1 una :::h.iarn \tlSlone gonard. Nattter sarà ptu frcd-- zionl. percbe a proposito della qua– S. Gior:gio pe_r meri!o dell'lsti- Fiocco nella presentazione 3:I dell'o!;'Cl"a;del P~lle_grini. e E' ~o. e con:ipasto, _Fragona_r:<fpiù Quanto all'altro articolare Utà espressiva della Messa in Iuta d! Stor1:a 4e11 ~fl:e d~Uacatalogo « caposcuola e batU• u_na c11.a21one bre\'JSS1mn - sog. mllmo. p1u P~JOSOe PIU sc::n- della misura modest~ in ro- re. la critica sino a ieri no!1 fc_>nda.w:>ne G10~0 C1ru .. c_hi è strad~ europeo del Set1cc~~to g!ungc_- _della sua ,·asta atti- suale. Pellegn!l-~· ~che n":_lleporzione. degli appla~si. J sia ba faticato a dimostrare 11 G1ovanm Antonio Pellegnm? li ,·enez.iano •. e su tale defi.n11.10-vttà putonca. La scelta non è ,·aste composwom, obbedirà lecito .on stu - on tan contrario, a titolo vuoi di lo– pittore è stato piull~to acco-- ne s~. bene segnare ~ubit«;>i stata occasionale, ma falla con all'_impctuoso gettito ~ella _faJ?:-te i m~lti me~tf~eiì.•ed~!ion; de vuoi di riserva. Laòdove st~t_o che approfondito. dalla punll. d1 partenza e d1 am,·o Jo scopo di completare il di- tas1a: come appare dai suoi di- d"retta valorosament da Fe t·Adorno. coerente alla essen– c.n~ca moderna e<! ora 11 bel- del pttlo:C: ' _ _ scorso sulla sua posiz..ione dì segru: _una ,·en·e che ha tal- d 1 nando Pre\'·tali ~adiuvaro za sociale della propria toel– hss1mo catalogo ~ Alessand':() reuegnru,_ yt;n_euano ~ na- artista iniziatore del Selle- vol_ta d _ calon: della ,:entat~ oÌtre che dall!orcbestra e dal tan&chauung, pretende di regi– Bcuagno, benemento Segretano sata, non st mma d~lla pittura cen1o •. est1~,a. ncca d1 fermenti e d1 coro dell'Accademia da un 01 _ strare soltanto il fenomeno. ~- ~~:Js~~~~0az~n:tg~i. ~fu~7~; ~=o d~~st~i:~ 11 ~l~i~r; re~a~~U~~lfezi~nebe~~r:i ~Ili~; %~;,Jl'~~a ch~a~ ~~R=et~~ ~~~~~: :Cr;ia~~re~?~t ilbo~~~ a~o!lm~~ a conoscerlo e dà una chian- str:i del Seicento_ ~·en_ez.1ano ~ Venezia, effusa in una tenera del mmuet_to m campo ~UOOJM:O Luigi Alva e Ptinio Clabassi sparmiò neppu~ ai suol mag– ficazione fondamentale alla sua C~ Pesaro~ ~a st 1sp1ì'a a cht dolCC'ZZ3di contorni vaporosa e_a Venez.ia attendeya il gemo E questo perchè !"entusiasmo &iori eroL opera. g~1.saprà md1care una nuo"~ e brillante nello s1CSso temP.O, di Francesco Guardi. costituisce l'eccezione. non la Ma non è qui 1·occasione per e LI soffitto parigino del Pel r'ISl~oe formale, che sarà po~ con un timbro \"Cneziano e.be GUIDO PEROCCO regola nel caso della l\legsa riferire o di~tere il saggio, legrini ':-". dice Roberto Longhi ~n c~ntale nel Seuecento. Solenne. Capolavoro. lo si è- d·altronde su.molante. Baste~ ~~e R~~~~;°ci720) hr p 1 ~b:bit ~na:~:~ 0 ~1 giovane Pelle- liàd.i:~:·e ~~~zi~e!~~~~ ~u~~nf~~rcde~e a!~f:~ meoic decisivo per il gusto del g~m ha .meditato_ sulle pale flesso: consegue.nte alla statu- tecnica quale base di dedu- !l~=to e~~~~ ie1t::- i al~~ di d~~ S~~~~:mgvene:Ì ~ d~e:~rnu~:ed~~~~: ~~iÌ~oph~deer l"~~!~~e Ju';1~ ni, come ha già intravisto il colore st ~lemi>t;ra nel_la t~pa- di sentire i-artista della cui cede alla te.n1azione di una Fiocco. bisognerà dunque tor renz.a. dei toru lummos1: La schiettezza e della cui urna- lettura psicologica della par- nare •. vecchia, forma s.?Centesca si t~- nità non può dubitare neppure titura; lettura cb~ diviene na- Poche ,-olle il termine e mis- sfi~ra,a. if?dualm~nte pei: di- il nostro tempo rotto a tutte turalmente un lllterrogatorio sione europea • è staio cosl be- \ "cm.re friabile e anosa, sc1olla le delusioni. Beethoven. duo- sulla religiosità dell"artista. ne applicato come per il Pel- :icll =:ttmosfera_con una ven.:e que. impegnato nel massimo q~ando l'Adorno prende in le&rini. Ecco alcune date: na• tt:i ntmo m~1cale che caraue-- atio di confessione religiosa e più punti ad interrogare il sce a Venezia nel 1675, a quin- nzzerà _la pittura de~ nuc_>,o se- sul testo liturgico meno indul- rapporto col. ~o. lD\t~O dici anni è già stato a Vienna cole_> .. G1_ustament~ V!ttono _ Mo- gen;e alle r:iser\"e mentali. m modo _esphc~to_la psicologia e in Moravia; po~ stu~ia _a Ro ~tmdaJm ~~ C1~az1 j nleÌl~ P~rsino gli agnostici o quan- quale. guidali si nco~erà ~e ";a ~r du_e ai:im, qumdi è a e felice Libertà ~m.in ~ginati\-a e t! .ripu~3l;IO dalla. paf:>1a re- :~~o R: ans2sti~i~:a at! \cnCZJa,_o,e sa sposa_ con la della rapidità di "isiooe inizia- hgion_e _finiscono difatti ~~o espressione di fede pura per sorella di Rosalba Camera. Dal ta dai secentisli che tro,·a un -..~-'"""-'- &eopnna. ascoltandola. a ,-en- 1 M S 1 l"d d· I~ a_l 1713 è in lnghihae~. e concreto esempi~ nei disegni di ~care il realizzarsi di quello :na v~o~tà dffJè. Ad e~t~ iefct"o~ d~i 17~~ 1n!·~~/ c01!t Luca Giordano•. . . ~~:~~ \J~n::t~!!11:Jie/;~: tare 1~ quale cadrebbe 1·op- l'A ·a. io ilo ,·a a Pari - ~-Ila M~stra _abbiamo su_b!to role del rituale, non senza H portunità dello studio del ti- rit~rna a ~aia. poi anco~ ~n.1m'?~gme di qt;test~ fehcu~ lambisca anch"essi la perce- losofo t~e~. ven':°do a a Parigi, ove eseguiscc il sof- ~~en~~~s~!l~~e d11 g1~~ zii::r:b~!!uricei:ca del pu~ ~re:;:, lsr=:e. a~~~~ : fitto della Banque Royale ora dorf per una pala raffigurante f G. h'col e qigl fuori una spiegazione certo al pa- distru~to. Lo tro~'Ì_amo ,infine a la ~1adonna _col Bambino e e~:odi q\~~t'~ e~a.P~~eemJ~; ragone ingenua. e vecchiotta VenCZJa, a Pangi: \\unburg, san~: ell~ SV1.luppodel.la com- e.ffettivamente. ~o si a.rJnetta nell'accalorato linguaggio de- Pra~. Dresda, V_1enna, Mao- poslZ1one il segno non s1 preoc- 0 meno non eontr dd" aU scrittivo. ma m compenso nhe_im. . e! 1737 ntoma a Ve- cupa delle_m~'i:C· ma ~ dà in- ,_,._ ... -,.,,, sua g~dena. ben:ì ~C:, è 1 ! svolta con maggìore fedeltà neZJa,_o,e ~uore nel 17-l!. _ ,·~ una m~121one chiara del garanzia e il prezzo insieme. alle traccie segnate in margi- da1b~~iao n~ì"1~1~~~ • .~: ~aocr ~~fi~ 0 :i1~°fl8~~ at ~~~~~~la n:~~~a m~!zi~~: ::n~ ~~tho;:ic~esm;~ son? 1 nsultall e ~t una_ noer- ~ate con sicurezza, m. uno spa- contrassegna nella storia il drammatica nelle affe.rma.z.iont ~ m un campo_ di studio par: ~10 çtie non è co'"!cep1lo per la nuovo beethoveniano. splC?denti. ammonitrice nelle t!col~nne'"!te delicato e prn'<? d1 il1us1one p_rospetuca, ma ~lo ~..... Di recente. appunto tale sta.si_ ~ nelle wne d'lnteri_on- r!~°:c~_~ci!rt:aco~: loc-t:r~ :~rr;1~si!~~~~: qi~~~;e: fnro:~:ti~!à ibe~~; i:~ ti'~~~~ che ne punteggiano lato ad md~ga_re ~elle pm dl· ne poi_'!ella p11tura co~ un ~ grund Adorno. che alla Mes- Ma è inutile ripetere che i verse colle:zi.om d Euf'?pa. _ A!· lore op1~entc ,·enez!ano, 1~ sa ba dedicato un intero sag- capolavori sono tali proprio tra\'t;rso questa ~_tOl?gi_a di di- un~ l_ucediafana, sul gioco dei gio (l'ultimo nel ,•olume Di.s- perchè sopportano ìnterpreta- ~gru del Pellegnru S! viene CO- chian. _ . . • .sonan.zeJ. Né tanto per chia- EMILIA ZAXETTI s1_a P~J:>O~. U!)a sicura b~ _A _con~us1one del cenuna10 rire la sostanza quanto per in- di analisi snlisuca e filologica d1 disegru Alessandro Bettagno Antonlcr Pellerrlnl: • L'a.rcsnr elo Raffaele e Tobia. dividuare le cause di quel che (conttnaa a pa.,. 6) $ilt~ CAMPARI f~ ,. . . ·... : . CAMPARI ~ CAMPAR! , ~- · . . ·, .. t.

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