la Fiera Letteraria - XIV - n. 39 - 27 settembre 1959

Pag. i LA FIER,\. T.F:TTF:RARIA BIBLIOTECA STRANIERA DI PIETRO CDIATTI * IV ~IO TRA :\AZIO:\'ALE A GUBBIO ç!.~.~çrJt!~r.t~t~t-~r!.!~~ CERAMICA È METALLO -,gg1 P_m ID:lSli?r~oso _del_mon- intestato a Berick Torva. bientato ancora una \'olta do._ l\.hst':,n?so m s_1gmficat<!s~d Traven ~? ::\la. come (con un note,·ole ritorno al at~1vo, P--:O: quest 1;101;10_ ~1 g,a la ~Iateos. anche questo e picaresco:.) nel e paese cui n:111:_i e c2rto. ne I or1g1- altro segretario e rappresen.. dell'eterna estate. O Messi– ne ne_ ll nome stesso c~l tan_te pub~lico _ del nostro co, bellissimo. meraviglioso. qual~ e noto al gran_ pub~h- s~nttore mtStenoso afferma antico paese. ricco di Ieg– C?, ~ è cre~to un utile m1t_o d esser~ ~Jtanto un traduc- gende e di canti! Su questa dt picaro nbelJ~. tra m(!rah .. tor de 1d1omas subentrato al terra non c'è nulla che pos– sta ed anarchico: e c1 ha posto deJla ).lateos dopo la sa starti a confronto>. come preso talmente gusto che sua morte. nel '51 (morte dice la dichiarazione d'am0- non passe~ !)~a! p~ù alla che. si potrebbe sottilizzare, re incorporata nel romanzo. rea!tà degli mdl\-1~1:11sche: segnò un percettibile muta- E Oie Baumwollpflucker è dat_1, 3:1-la com':'m!a .degh mento_ nello st:le romanze- una \·era epopea messicana. scritton compl<?tt d1 b1ogra- sco di Traven). Pare. anco-- Come gli è caratteristica ~a. Traven_ è l'uom<? cui non ra. che Hai Crovcs sia 1'assi- precipua Trav~n. prima che interessa il proprio nome stente diretto. non già un e\·ocatore ct·una dcenda av– rna la propria vita. e la vita e negro di Dumas > ma un venturosa. ne e fisico testi– e non ha n?me ~. a di_rla col collaboratore. qt:asi il com- mone: egli spartisce coi suoi po_eta: egli n~n ·subisce il pletamento gianico di un personaggi tutti gli imprevi. mistero, non si nasconde aL Traven esistente e operante sli della dcenda. Si imme– mondo, non ha complessi di ma a sprazzi perché. come dcsima in u:1 ambiente. lo il_lfe_riorità o superiori~à._ di vuole il suo mito. \·alta a vive dal di dentro. parteci– sim1le effetto nel e d1v1de- volta malato di lebbra, con- panda nel bene e nel male: re> li:" in~iv!d~o_ da! tra!fi- dannato a morte e staccato cosi. la sua scrittura in pri– co dei suoi s1m1ll: pmttosto dalla forca proprio all'ulti- ma persona non è una finzio. ha costruito abilmente. con mo momento. infine fuggia- né letterale. ma una necessi– molto senso dell'umore. il sco per anni interi. a caccia t.è e una naturalezza. Tra– suo mistero. 11a allontanato d'avventure e di guai. In- ven non deve ~crivere. non il mondo da $€ per essere somma. chi più ha fantasia assume doveri culturali: si più libero di paneciparvi. più inventi S! .-ppioppi a ca- diverte a scri\·ere. i suoi li– di viverci dentro fino a rico di B. Tr.:iven. un uomo bri sono parentesi calme sguazzarci, mescolato ai mi- (o una combriccola di buon. dentro una vita \'issuta pie– serabili, ai briganti, ai men- temponi) che si diverte a namente. è Il primo e 1 1 più dicanti e ai reietti anonimi di\·entar celebre col sistema compiaciuto lettore di se come lui. scelti quali com- sopraffino (un sistema in• stesso. I suoi :-omanzi sono pagni della sua disponibile glese. st3.volta) di lasciar niente più che capitoli della passione dell'av\·entura. La parlare gli altri. di dooare sua vicenda. ricchezza . accum~lata co! pochi s~W)ti a rebus e poi Sta\·olta hl :;celto i cogli– successo mternaz1onale det restare m un angolo a vede- tori di tabacco a suoi com– s~10~romanzi gli è utile ç:°: re fin? a c_he punto _può la personaggi: non solo li ha s1. invece che per mettersi fantasia dei sedentari. avvicinati dove e come fati– più in mostra come usa tra Circa la sua residenza pre- cano. ma si è mescolato. fu. scrittori, per costruirsi sem. ferenziale, dai romanzi par- so ad essi. assumendo i loro pre più mistero, p~: e~sere rebbe ch_e il _signor misterio. caratteri. le loro più segrete mso_mma sempre p1u hbero so soggi_orn1 a preferenza deformazioni professionali., e vivo. nel l\Iess1co. che sia un ame. Tutta la prima parte del ra- Così anarchicamente libe- ricano emigrato (ma altri manzo narra le miserie d'un ro. il nostro Traven, che po_ v!1gliono sia un tedesco fug- mestiere impossibile. tra trebbe non esfstere nemme- g1asco): Speroni nella pol- gente pronta di coltello. Poi no. ~on si sa mai dove sia: vere. La Carretta. La rosa la raccolta stagionale del ta– né si sa su quali esperienze blanca. il Tes:>ro del_la ~-ier- bacco. finisce e rautore. sul– si sia formato: si capisce SO- ra madre ~ono !ut_t1 ptu o la scia dei suoi personaggi lo che debbono essere state meno ambientati m suolo (meno uno. :;gozzato in una esperienze varie e moltepli- messicano. _Ma. Traven sta vicenda pirandelliana dalle ci. dalle quali ha mutuato dove lo gutda 11 suo estro. molte \'erttà) cerca altri la– una flessibilità di posizioni se ne va a spasso nel m_on- vari per sbarcare il lunario, e di assunti che- lo fanno do ~- se to1:Tla al ).lessico. dorme i!l luride baracche. apparire. di libro in libro: patria aqottiva. sue tracce fa il tn\·eltatore di pozzi moralista accusatore del r~tano in tutt"altre parti del petroliferi, il pasticciere. il mondo americano; anarchi- pian':ta. Tre !1nni fa fu an- giocatore. l'agitatore sinda– co e rivoluzionario: picare- nunc1ata ad~inttura la su~ ~le. Tro~andosi. nel m:zz!' sco e quasi ultimo erede. CO- ~?rte .. <;olu1 che neppure _ 1 d_1 _unosc1ol?ero d1 camener~. me ha osservato Moravia, P!U ab1~1 repor_ters ~el!a n- s1 1mmedes1ma neUe loro n. del romanzo più vecchio del vista Ltfe, sgumzaghati con vendicazioni e scrive pagi– mondo. il romanzo picaresco l'incarico garibaldino: o_T:a- ne accese. d'un 1osso retori– della tradizione iberica; in- v1::n_ 0 morte!. eran? mai_ nu. co ma cordi3le. sui diritti fine Ubera voce di quei eri- sc1ti a pescare cd identifica- dell'uomo e i soprusi delle belli> rassegnati al proprio re. era st ato trovato morto. leggi borghesi. Ed ecco una destino tipici della lettera- co~ la_gola aper~ da un ra.. altra faccia di Traven, quel.. tura tedesca. saio. m u1:1a misera sL3:n~ la ri\·oluzionaria. di sindaca- La .su~ e commedia deg_li ~~esf~~~~)e dipei-f e,:~~~~ Iis[!i ~f:i .r:;~3e:-ab_i~. !~fine. ~%~~O~~>f:n~~~ /:::;,f';1 1 r La Sua ~toria parev~ fi- :ri;,;~O~:I ~~;ji;;~?~rCO~~~~ cari> 'vagabondi e lesti pdi n~ente g1u?t~ al capitolo ce m1Ue capi co!""uh per una coltello poco interessati allo ultuno_ . comp1ac1me~to della lan_da deserta. incontra ban– amore ~ ancor meno versati ! anta.si~ e del!o storico: Una diti, passa fiumi rapinosi. a far lega col mondo. ma SO- f oll a d i lettori. catturati ~al- sah~a amorevolmente vitelli lo d~s~ni~ili, tra scelta _e !: ~~:::~~~ed~~:;~~,~~Ì ~:~~a~~~~~e ~:il~~:~~a!!ti~ fatallta, 31:1 ~v-.,entura del vi- suo segreto, in pieno rispet- va cullando il sonno del suo ,,ere quotìdt3Ilo. second? _le to del suo mito. ossia lacero, esercito quadrupede. Giunto grezze t nor;ne ~ W:a reh~ squarciato. 3.llonimo, solo. a destinazione riceve un ne na ura e pian a~a s a Quand'ecco arrivare proprio premio per i suoi ottimi ser. pa~ra e sul ~or~g~o, sono agli uffici dell'editrice Lon• vigi di mandriano e riscom– ms1~me le pr:o1ez1oni sempre ganesi, la casa che ha Tra- pare pel mond~"I. agg1oi:nate di Traven_ st esso, ven in esclusiva per l"lta- Tra,·en è i"ultimo vaga– ~tr~cc1on~ per_ vocazio?e• e lia - gli ha dedicato una bando. e li mio àestino, scri- 1 s1mboh dell uom'?, ~belle opera quasi omnia. anni or ve, è quello Ili fare il vaga– e rassegnato, eh~ v1~e- m un sono - arrivare dunque un bondo. e non potrei trasci– mondo per meta prigione e grosso manoscritto accampa.. narmi dietro una moglie. per 1!1e~à.rifugio, dell'uomo gnato da una lettera datata Non posso stare col sedere al pn_m1hvo ~elle ~ue carat,.. 4 dicembre 1958. Traven incollato a una sedia. capi– t-e:1st1che ps1colo~che, _sol~ mittente; oggetto: un nuo- te? Scapperei da casa. per– e m lotta per la vita. la cui vo romanzo, I raccoglitori di ché io non ce la faccio a star solitudine non è tanto una cotone, scritto, o già tra- seduto ogni giorno davanti fuga di disgusto quanto un dotto. in tedesco. ad avva- alla stessa tavola uguale a marchio religioso, una con- Jorare i sostenitori della teu. tutte le altre :avole. Nean- dizione perenne. tonicità di Traven. che il mio stomaco lo talle- Ma esiste davvero B. Tra- Traven non è dunque rerebbe ». Più vivo di così ven? Non sal'3.rulo in parec- morto: il misterioso scritto- non è mai stato, Traven: se chi a nascondersi dietro la re ha giocato anche la que- solo chi è libero è vh·o. sua maschera misteriosa: ad stura e i becchini.· l\la il I raccoglitori di tabacco esempio, non sarà una coo- dubbio rimane e la fascetta è la summa delle caratteri– perativa formata da Lopez longanesiana, che accampa. stiche di Traven. la sua t:on– Mateos, la traductora messi- gna la sua ultima fatica, sin. fessione e la sua risata più cana nonchè segretaria di tetizza il busillis nei suoi limpide. Che importa chi è Traven e donna di molte termini estr-emi: e Traven è Traven. e se esiste un Tra. esperienze, e da Hal Croves. vivo o morto?>. Doman- ven? Egli e la libertà e la e un tipetto di mezza età. da retorica. evidentemente: verità dell'avventura, il sa– caivo, dall'aspetto buffo, Traven è vivissimo: questo le antico della vita. ,u * e,·unERTO Allestita nell"immenso salone del Pa– lauo ducale a cura dell'E.P-T. di Gubbio. la IV Mostra nazi0714le della ceramica e dei lauori in meuiUo. raccoglie le migliori forze artistiche d'Italia, che un pubblico cosmopoiita visita. di giorno in giorno, con attenzione e interesse. Dalla varietà degli indirizzi e dal nu– mero degli espositori - per essere pre– cisi. 60 per la ceramica con 241 pezzi e 34 per il metallo con 125 pezzi -. l'in– tento della commissione giudicatrice, evi– dentemente, è stato quello di mostrare un numeroso fervore di lavoro. distin– guendo poi, coi relativi premi. quegli artisti da considerarsi di un gusto più raffinato e felice. Poiché. è naturale. che se tutti gli espositori hanno superato nella forma, nel coìore, nel significato. l'angustia del– la materia in cui si sono espressi, non tulti hanno invece raggiunto l'ideale più alto della loro fatica. quello della poesia: Infatti, tra tanti pezzi. moltissimi si fer· mano all"efficace intento di illegiadrire l'oggetto d'uso in una decorazione gra– devole di gusto attuale, spesso con rilievi culturali e con avvicinamenti stilistici di evidente memoria storica. Ma la ricerca. sia pure tra gli artisti • che più dignitosamente l'hanno tentata, non supera una strana preoccupazione che mortifica la fantasia al li\.·ello di una raffinata e magari culla decorazione: quella dell'imitazione. Distinguendo tra i ceramisti puri e quelli funzionali - distinzione quanto ;tufi ilc~:t~fi\~•dfr:i~~~e n~ì~r:• ;:! leria con la forma. il colore, gli smalti, l'ideazione, ma imitando la materia stes– sa; il che presuppone. più che un'intui– zione a trasformarla in qualche cosa d'al– tro, l'intenzione a renderla più intellet– tuale magari e quindi più perspicua. sempre rimanendo nel circolo chiuso del– la decorazione. Questo è capitato a LeonciUo Leonardi di Roma, 1. premio per la ceramica, il quale, nel suo pezzo premiato .-Incontro nella miniera 11, ha voluto concretare la quanto mai astratta idea di materia. ol– tre ogni possibilità figuratirn, nel tenta– tivo di una fatturazione amorfa della creta. nonostante il titolo. giocando di contrasto con le luci. tra smalti lucidi e opachi e con il colore tra i neri, verdi e grigiastri, nel risalto di un volume a fratture di scavo come si vede nei tagli della pietra e dell'antracite. Un gusto raffinato della decorazione nel concretare quel quid concettuale. sensibilmente inconosciuto. che si chia– ma materia, indiscutibilmente c'è. Ma non si va oltre. Tanto che tutto i1 pre– supposto figurativo contenuto intellettua– listicamente nel titolo. rimane veramente astratto nella fisicità dell'i.mitatio natu– rae realizzata nel pezzo. Lo stesso si dica per gli altri due pezzi dell'autore: .-Al limite della notte • e • Luce cruda •. con variazioni di colore rosso e cilestre. Anche il secondo premiato, Mario Ros– sello di Savona. si è fermato ad una imitazione della materia naturalmente delimitata in superfici decorate con rilie– vi spaziali e macchie di colore uniforme. In questa linea stilistica sono molti ce– ramisti puri come Franco Placidi di Ro– ma, le cui superfici in rilievi cromatici tentano lo schema astrattista. Davide Bo- riani e Gian Mario Colombo di :Milano ed altri espositori. Mentre, per i ceramisti funzionali, os– sia per quelli che hanno tentato di far dimenticare nella trasformazione arti– stica l'oggetto d'uso, il superamento del– la materia come tale è già scontato nel figurath·o dell'oggetto stesso; ma, spesso, limitazione nel decorativo è insistita ed evidente anche se, a volte. la raI!inatez· za della cultura e della tecnica ci hanno dato in questi pezzi, fatture di gran gu– sto, sia pure in un loro innegabile pre– ziosismo. Comunque. arcaismo. primitivi– smo. naturalismo. sono inten;:ioni cosi evidenti da non doversi nemmeno met· tere in rilievo. Fuori cc11corso le preziosissime ciotole di Guido Gambone di Firenze. che del r~sto era membro della giuria, in cui, il ritorno alla materia grezza, è idealizzato in un arcaismo a fregi di perdute scrit– ture o a graffiti primievi. sfumati in qualità tonali di una squisitezza aristocraticissi– ma Così le scodelle. ciotole e piatre di Federigo Fabbrini di Firenze a verde– gialli su sottofondi nerastri e ghirigori ,·erde intenso o con perle metalliche, co· me da una fusione primigenia. Cosi la • Grande ciotola manganese • (3. pre– mio) di Massimo Baldelli di Città di Ca– stello. in cui la trasformazione della ma– teria in entità decorativa supera la stessa tecnica in un'immagine di gusto eccezio· nale. Cosi la ciotola e i vasi di Renato Bertini di Pesaro, di un primith·isrro gra– devolissimo che impegna questi oggetti nel carattere archeologico di rari pezzi di scavo. Ma tutti questi artisti non sono sfug– giti, né per via della cultura. nè per via della tecnica, alla preoccupazione di non staccarsi fantasticamente dalla materia con l'intento, magari. attraverso l'oggett~ di tornarci. ='lon cosi Aldo AJÒ. il ceramista di Gub– bio che nella ricerca di stile offre. in primissimo piano. la sua forte persona· lità di poeta della ceramica in figure di un suo non gratuito mondo lirico. e che ne_i ~re pezzi esposti: •Angelo>, • La fa– m1gha >. • Pesce rosso•. ha mostrato momenti diversi della sua vena pittorica. Qui il gioco della tecnica è tutto rias– sorbito nell'immagine che ha un senti– mento da manifestare. come è evidente nei due primi pezzi. mentre nel terzo 1'€clat coloristico supera il pericolo deco– rativo in valori pittorici di rara audacia tonale. Le stesse considerazioni in generale si potrebbero ripetere per i lavori in me– tallo, con l'aggravante che questo grezzo mezzo espressivo non s"illum.ina in colori e riverberi, a parte i lavori a smalto e quelli di orificeria. Ma il mezzo espressi– vo è stato superato da alcuni espositori come per esempio da Sante PetronceUi di Isernia. che negli .. Acrobati>. in "Fi– gurine • e in altre sue composizioni. ha saputo snellire in aerei disegni la gr-e– vezza del ferro. I\b. non è possibile accennare oltre. Vogliamo però segnalare un poeta del metallo. Lorenzo Guerrini di Roma (2. premio), il quale con la sua "Coppa piana • e .-Coppa cava • ha dato al me– tallo, in estremi valori di volume, la na– turale elementarità della materia supe– rando. nella severità dell'immagine, ogni compiacimento decorativistico. U~IBERTO MARVARDI ________ ; Aldo Ajò: e: Pesce rosso• Domenica 27 settemlire 1959 1 pulcinella rematori nel fi nnle delle • Feslr venu.iane sull'acqua• IL XXII FESTIVAL MUSICALE VE .EZIAi\O * Rito1~no alle origini TI Festil:al m1,1sicale _di mentale ha messo alla prova jla co!et:a Labroca, e quale Ve?ezia è ~~t!to .fTa un'm,_ I~ _mag~ior~ o_~inore !las:i- 1 ha da esser se s'rntenda la. solita unamm1ta d1 con.sen.s1 cita dea giud1q. Nondime no, qual ifica Festival In te-rna.zio– da parre di ogni settore della si puO giti prevedere chelna.le di .Musica Conrem.pora– critica, trov,atasl d' accord~ questo_ venttduesima edi.:ione nea nel semo di cui si è ne~ l~are I orientamento di restera una delle più vil:aci detto. pnnc1p10 del suo nuovo re• e indicative. Quale appunto E. Z. sponsabile artU:tico, Mario Labroca. E lo spirito del r------------------- ..... cartellone da lui preordina– to, facendo tesoro di un trenl.ennio d'attivit(i orgcniz– :::ativa illuminata come po– che, e che ebbe in.i..-io pro– prio a Venezia nel 1925 a fianco di Alfredo Casella. Quando, come Labroca stes• so ha ricordalo, i Feslivals esistevano t" funzione di rassegna delle opere più recenti, a caccia delle uHi· missime noti..-ie da diffonde· Te imparzialmente e nulla dava a divedere la loro tra– sformazione successiva in ~ lente rivU:te, dedite alla storia, più che allo cronaca viva'"· Fra tanto discutere di formule, la trovata di l..4· broca è stata infatti di non esibirne alcuna, ma. di at– tuare un rilorno alle origini. Ovvero di ridare validità ai concetti d'infOTma.zione e di esperienui come intrinsechi alla manifestazione venezia– na. Al che il programma ge– nerale ha promesso di ri– SJ)O'Rderecon ogni suo aspe!• to; in. particolare allargando la scelta dei compositori e dei lavori senz.a discrimina– =ioni di tendenza, dai nec,– classici e neoromantici ai postweberniani, dai conser– vatori ai progressisti con una forte percentuale di pri– me auolute e non pochi au– tori nuovi al pubblico ita– liano net settore concerli_ Mentre la parte scenica e stata dedicata al coltau.do di nuove forme di spettacoJo: le Feste veneZ.:ane sull'acqua (tentativo di chiamare a par– teciparvi paesaggio e storia di Venezia), cOme Giuoohi e favole ~r bambini (l'impre– sa affrontata da otto compo– sitori di dar vita a una rap– presentazione collettiva de· stinata all'infanzia) e le tre a..."ioni sceniche musicate da Luciano Be-rio, Alberto Bru• ni Tedeschi e Gino Negri, tutte dissimili fra loro salvo nel preannunciarsi come una sorta di anti-opera. Naturalmente l'unanimitd iniziale si e poi incrinata non. appena si è avviato il contatto con la produzione attuale, riaprendosi l'eterna questione del com'è e come kt si vorrebbe, oggi partico– larmente pungente. DIARIO DI U:\' PROVINCIALE * I legislatori del mondo * di A.l'GELO NA.RDUCC:I Su un settimanale qualcuno ho pensato bene di scrivere che la. luna non è più dei poeti: o iUustrare l'orticolo c'è la rlprodu.z:ione di un canto di Leopardi con ttn bel frego rosso sopra. Cinquant'anni fa qual· che poeto voleva uccidere il chiaro di luna: oggi che la prospettiva di andare suUa lun.a non é poi davvero a.ssurda, quasi quasi ucciderebbero i poeti o almeno si dichiara di poterne fare tranquiUamente a meno. In fondo e giusto: i poeti n07\ servono a nulla. Non hanno scoperto né la bomba atomica né Ca penicillina, ripetono da duemila anni gli stessi di– scorsi, non incrementano n.è il commercio nè il tu– rismo, la sola funzione utile la svolgono come citta• dini quando pagano le tasse (il che, tra l'altro, ac– cade di rado perchè i loro ndditi sono molto spesso al di sotto dell'imponibile), e, tutto sommato, per ~ssi la luna, anche se pesata, misurata., scandagliata per lungo e per largo, sarà sempre e soltanto un pretesto di poesia. Che diavolo, dunque, stanno a fare in. un mondo in tutt'altre vicende affaccendato? Di una cosa comunque sono convinto: che la dignità e la grandezza del poeta. (cerchiamo di non aver timore delle parole) è proprio qui, ru?I non servire a niente, nell'essere una creatura del tutto in.utile, nell'osti– narsi, a donare parole superflue a çhi non le t1ttole, nel credere assurdamente a un bene che non è di con.sumo. Penso di essere un uomo moderno ma. sono anche tanto reazionario da eiser convinto che scienziati e tecnici potranno anche mandar l'uomo s-ul sol.e o dis· solvere il cosmo inteso in una aola de,J1agTazione a proprio piacimento senza che lo rettltà deUa poesia (che i luee, am.0,e e utrità) ,i.!tdti !mirtuita. d'un ette. Sono anche convinto che, se ci salveremo, sard per la poesia e non per la t ecnica . eh-e gli e: oscuri legi– slatori del mondo• sono. a.nc; >ra i San!i e i poeti. emigrato da Chicago ad ultimo romanzo lo dimostra. 1 PIETRO CDL-\TTI '------------------------------..1 E il votu.tamente speri- La disgrazia di Barttetta è tale che. anche a par– larne troppo e a dire la propria commo:'ione, si rischia di profanare un dolore che non ammette comolazioni e, forse, rinuncerebbe anche alla giustizia pur di es– sere nascosto, annullato di colpo. Ma. c'è u.n. a.spetto deUa sciagura che va considerato, toti sono le ana– logie. s-coperte o nascoste, con la nostra condizione umana, tale è la sua carica di verità. Una verità se– greta, poco clamOTosa come segr-eto e insidioso era H t.arlo che lentamente distruggeva la CQ.$4 di Bar– letta: ma. ben fragoroso e irreparabile potrebbe es– sere il crollo deUe coscienze ove non ponessimo un po' più di attenzione alle vicende interiori. Penso agli abitanti deUa palazzina: l'avevano occupata da poco. nuova e scintillante, ne avevano ammirato la soliditti e l'eleganza, avranno pensato, con legittimo orgoglio e una punta di commozione: "abbiamo finalmente una casa, un rifugio in cui riparare, es.ser lieti, ama– re, nascere, morire, in. cui s-volgere liberamente una vita c he sarà come noi la vogliamo. Se e buio si ac• cen.de la luce, se è freddo le stanze sono calde, se i rum ori della strada ci snervano chiuderemo le impo– s~e e quando piove guardiamo l'acqua scendere, al sicuro, tranquilli>. Perchè questo é una casa.: avere uno spazio, morale più che fisico, in cui poter essere noi stessi, al riparo da ogni sciagura. Ma la casa di Barletta non era tale: qualcosa c'era nei muri o nelle fondamenta che rendeva inutile ogni speranza - l'ap– parenza si, ingannava, ma una caso è sosta~a., le case fatte per gli uomini, le case costruite a misura d'uomo non crollano, durano secoli, segnano lo svol– gersi dei tempi e delle generazioni, non vengono giù come cartapesta. Ma gli abitanti della palazzina che r.:;:v~e;a~~n~ ;:~~o,u~~a~~~a,d~~an:!~~~ ,~:'; ganno. ' E..,una storia di tutti i gi orni: s-iam.o tuni convinti di a~er_e una •casa~. u.na storia solida alle spa.lle, convinzwni inatta.ccabili int. orno, sentimenti non effi– meri a proteggerci . .Ma quante deUe nostre costru· zioni crollano. svelando il loro pauroso inganno. tra– volgendo in una spaventosa rovina morate le nostre coscienze? Siamo davvero sicuri che la nostra e ca.sa• sia solida, che in essa ci attende una vita serena e oper?sa. e non un croUo assurdo? E come saggiare mun e fondamenta, li~e:~rci dalla paura? D~logo di fine stagione: - ~ Si, ho letto " Lolita" . . ,fo e u.n libro veramente privo di senso. Quella sce– n_1etta :.poteva b eniuimo s-posorlo. Era abbastanza ncco, mnamora.to, anziano e molato di cu.ore. Due o tre anni e u n.e libera.Da•· - • Io invece ho letto "Il 'huovo cor..-o". Mo pen– s~: _cr~ev~ che parla.sse deL corso di qualche grande c1tta, di vita mondana, attori e a.ttrici. Invece una cosa seria, -noiosa, s-enza. M capo nè coda. Sa.i che ~iu:i~o:sì ~'te ~:n::ceso: :::i~e scritto,~, la Sagan., ANGELO NAJIDUCCI

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