la Fiera Letteraria - XIV - n. 19 - 10 maggio 1959

Domenica 10 maggio 1959 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 SCRITTORI IN PRIMO PIAN O Film. Luce Film Luce - Le.s recherches du Platino in Africa - La muslque de l'Apres Midi d'un Faune. - e I Fianchi del monte cedono al mor– so•, che discorsi, cbe spiegazioni. Ma quesia musica a cerotto come è in– sopportabil~ Ruggel's 1) Ils n'ont pas besoin d'y penser-aucun detour m'eide du ce.rveau. Essi non si lambiC"Ceno. 2) Ils se se.ntent et agissent au centre (au coeur) du monde, au mieu.x de la crea– tlon - comme de registrateurs de quelque chose de parfait et \1ta1e qui se passe (mou,·ement et musique ensemble); 3) Leurs organe.s: pieds. \"Oix, doigts (che siano) est sous l'adm.inistration direc– te de l 'Eternel Le colonne sonore dei nostri Film Luce sono tutt'altro che delle colonne - son delle cloache di sporc:iz.:a che fan vortice e si tiren dietro nelle chiav:cbe anche la \;sione per quanto sia interessante e bel– la - salcicce fatte con carne di somaro -. N"on "è po_--sibile che l'occhio gio:.sca (o goda} quando l'orecchio soffre. In non importa quale Film (in qualsiasi) Ja musica è importante ma non si de\·e dare dell'im.portenz.a. Più o meno importante ma se.o1pre im· portante. Né ostentare la sua presenza. tanto più nel Film. Lavora sotto la pellicola - co!are come l'acqua sotto una gronda. Veicolo sotto cutaneo - come il sangue che rinno,._"'8 la vita - on ne le voit pas - non l'a\-verti. De\"e uscire (venir fuori) dàl suo nascon– diglio (o custodia} a prendere Toutes ces flgures rapresentantes d"una vie basse, dure. direi quasi spenta du ma– terialisme pousse presque à la crimine.lità spietata - belve simboles du mal, intra– ducibile en musique, quelle écle.t quando scoppia la gioia di questa folJìa pianistica sonora rli martellate. Felix Mlottl Fu il mio vero e solo meestro. EntreJ nella sua scuola L'ho visto per la prima volta in teatro quando e.vevo \rentiquattro annL Sono d unque trentaquattro anni che mj separa.no da quella seM lontana... T rentaquattro anni di errori, di scoper– te, d! conquiste, di volubilttà. e di forlu· ne trascura te. Avrei potu o conoscerlo e non lo feci. Poco prima avevo piantato le scuole tec– niche e mi ero rivolto e.Ila musica. A vent'anni studiavo il solfeggio e il violoncello. A ventuno S<:appei in Germa. nia., e così cominciai la mia carriera tea• trale come comparsa nei teatri di Stato, annaspando da un palcoscenico all'altro '-"estlto da torero o.~~ brigante A poco e. poco i cam~vaU di Monaco. la b:rra. i pittori., il buoo mercato. e le modelle mì fecero dimenticare la musica, e quando finalmente a ventidue anni en– trai nel conservatorio di lassù, era sol· tanto pro forma per tacitare mio padre. Ma la musica non c'entrava già più, pre– c.:.samente, volavo. che so io, la mia gior– nate era una frittata. e l'esistenza un proiettile. Le mie esperienze non mi stancavano mai. le mie stanchezze non mi disgusta· vano. Allora trascorsi quella vita a rove- scio, p!ena di dispersioni e di disordlne, cho non riesco più : •r;cepitolare. ln questa occasione un po' di autobio– grafia ci vole"·a per !ar dire alla gente che io non sono sereno. Ed è vero infatti, fino ad oggi non conosco il sereno. E po!cbè stiamo facendo giorno per .ii.omo l'lm·entario intimo cl pe.r venuto il tempo di sbaraccare tutto quello che nel passato figura impunemente. I direttori sono degli agenti del press·a poco - grande istituzione musicale ita– liana. l\lotll era il pjù grande musicista che ho COOO!Ciuto. Non era un compositore - era sempli– cemente un direttore d'orchestra - ma che d!rettore - Faceva tutto vivo e vero - Non taceva mai delle riproduzioni Fe.· ce"·a l'originale. E quando :1 maestro è Mottl, e Io sco– laro è un altro come me, mi par chiaro che da questo ne debba venir fuori qual– che cosa di molto notevole. Di!atti quando. finito 11 corso io tornai in Italfe mi sentivo in materie fortissimo: ero dai pledi ai capelli quello che si dice un pezzo di mu– sica - l\la non trova! sfogo né credito - e mi adattai di scrfrere di musica sui giornali - I direttori d'orchestra per quel che riguarda i concerti erano degli agenti del pr~s·a poco - Non sapevano che il solfeggio. Nel 1916 diedi una lez.ione ed Arturo Toscanini. Ne aveva bisogno - ~ a quel che mi sembra, ne approfittò moltissimo. !\li a'--e\"ano avvertito: chi parla male dl Toscanini non farà mai carriera. E infatti fu cosi - Trascinato dal de– monio della critica rovinai me stesso sen– za nessuna utilità ~.r •gli eltrl. Quand'ecco che un anno fa venne ese– guita la prima volta in teatro le. mia opera Medusa. Franco Capuana, che la diresse, fece, con mie sorpresa, quel che face\·a :\fotU: l'originale. Poi la diedero alla radio e Torino. Se lo morissi, chiesi, tra la pruna e la seconda trasmiss:one. verrebbe sospesa la esecuzione dell'opera? - Spero dj no - L'arte è come la guerra - non si arresta. no le oper.ulonL Adesso sono vecchio (enche se ciò ml fa andare in bestia) e devo prendere del• le misure per evitare la priaione o l'ospe– dale. Ancora ur1a paro~;.• • Siamo de! vecchi guerrieri - le nostre ferite non si conteno - Ne abbiamo date e ne abbiamo buscate. Una volta un traversone ci ta2'liò :1et– to fn due. Il colpo tu così fcrrm.ldebUe che una metà di noi stessi impiegò più di tre mesi per ritrovare l'altra -· e con questo" Cono...ccete la rlst>Osta di Jean Barth a Luigf xrv? - Jean Barth noi vi no mine.re.mo am– m!raglio. - Sire voi farete benissimo. Vorrei anch'io una buona volta ri.SPOn– dere cosi. La stefione cinematografica sul punto di finire ebbe un soprassalto di vita. per l'Arri\·o della ~qua.dré ittgl~ In onor@ della oua]e vennero proiettati sullo scher– mo del Teatro. del Cinema i più grandiost Film della recente produzione. Ed ecco in coda alla stagione arrivare al Lido di Venezia le più note celebri.ta Toulouse Lautrcc; • AUlche • del Cinematografo internazionale. Dopo Trenker e EmiJ Janning son qui per riposare Nils Aster, John Lodge, Mar· lene Diebich, i francesi Henrl etere. Ju· Uen Luvivier. bL Louran. ... Ma quel che mette in subbuglio p:azza San Me.roo è la presenza di Marlene D1etrich. Eccola apparire, seguita da un codez:io di gente che aumenta di numero e la na– sconde quasi alla vista - viene verso il c:atfè norien -. Sua figlia l'accompagna (credo sw figlia) ad ogni modo non è una bambina, quasi più grande e più beUa della madre. Un signore che ha l'occhio \--eeinente, cino da ufflciale la spalla e sembra leg– genneote irritato di questo essedlo che la folla immobile ha messo intorno e loro. Tutta.vie Merlene, divertita, ride senza scoppiare, guardando in giro U bastione di giovanotti venezien.1 e di popolani che stan U di fazione senza batter ciglio: sod– disfatti em.mlrando. . .. Marlene tiene vicino alle lebbra Wl8 s,- 1:'.aretta, con quelle sue belle mani dalle dita grassocce e affusolate, ma è distratta e fuma. Molte nobili signore sedute in crocchio ai tavoli vicini fan tinte di non accorgersi di nulla. L'abito della Dietrtch è dei più sempli– ci, anzi dei più poveri che si possano un· ~:. ,___ \~ ,, ,?' ., . : ·/ ~ .. ~ :- ,~:---.. ---/1 l, ' . r. .·~x, l Barllll vi.sto da Scipione esotico e quasi coloniale. dal volto in!iem– mato, e dai baffetti di paglia la segue - sperabile sie il marito - ma no, è Stero~ berg, il famoso r~s! e.ur. Si sono seduti a un tavolo vicino del caffè. .1arlene, le braccre. nude e magre, ran– nicchiata sulla secHa, fa un po' la gobba come nei film - porta sul capo un C6P· pelieccio verde tirolese -. E' proprio tale e quale come la s1 \"ede nei film senza belletto, senza bistro, senza ciglie. aggiun– te, ma più tranquilla, e anzi saggia come una mamma che ha sua figlia al fianco. I camerieri fanno un po' di largo intor– no a questi personaggi, perchè abbiano almeno l"aria da respirare. L'uomo dai capelli lunghi, e le basette e i battetti d'artista. sj batte con un be.sten- maginare. Non pona ornamento né alle mani né al collo. Forse ~Iarlene s'è vestita cosi per non attirare l'ettenzlone e non eccitare la cu– riosità. r-.1a tutto era inuWe. Pe.re\·a che facessero a chi resiste di più: il pubblico ammutolito da una parte, e la grande attrice• ~3!1'altra. Dopo essersi misure.ti come degli e,..-ver– sari che f:.nalmente s' incontrano, conser– vando le distanze per \ma ventine. di mi– nuti, finalmente Me.rlene Dietrlch si alzò quasi timidamente, e con lei la figlia. Sternberg e gU altri tre dal loro tavolo. Allora udendo dietro di sè degli appie.usi e dei be.ttimanl fece l'atto di voltarsi e sorridere. e i suoi occhi d'un colore verde oro veramente straordinario apparvero per un attimo guardare in modo in~- Inediti d'eccezione * di ALBERTO Le pagine che presentiamo questa volta neUa no.stra rubrica. hanno un in,, dubbio carattere d'eccezione. Si tratta di passi inediti che npropongono al lettore, con una ca.ra.tteristica freschezza, l'estro– sa figura dl uno tra i più interessanti scrittori del nostro cinquantennio: Bra· no BariUi. E' necessario iruendersi su– bito sul senso che noi diamo, m questo ca.so, all'aggettivo • medito •· Può darsi, inf atti, che alcune di queste pagine siano apparse su nVt.$te minori o pressoché sco– nosciute (Bruno Barilh ha diffuso e di· sperso la sua firma in un'attività quanto mai ricca e multiforme), ma quello che ci spinge a pubblicarle è che la maggior parte dei lettori e deUa cntica le ignora certamente. C'è tanto di BariUi m questo s.aggio di scrittura vibrante, come al so– lito luT1Unosamente ansiosa e, in questo ca!O, anche pervasa da un acuto presen– timento di morte imminente. In molti punti la terminologia france· .se si alterna con la nostra cadenza in un mosaico che non vuol essere ermetica stramberia, ma una sorta di personale, poetica musicalità. Ecco il punto. Una volta lette queste pagine e chtusi gli oc– chi, il lettore avrà nel ceruello il senso di una musica strana, ravvivata alle sue radici proprio da quell'umore della pa· rola che è suono. ei-ompere di colore e di suono. Barilli e musicista anche quando è scrittore; nessun scrittore, forse, ha mai saputo, come lui, applicare a, collega.– menti verbali, alla stessa funzione di– scorsiva della fra.se, quel ricamo di a.c– centi, di arie, di re spiri, di pause di cui la mu.sioa. prima di ogni altra cosa., si alimenta. E que.sta nostra defmiz,one s-i avvale anche degli intendimenti di Barilli stes– so che, in effetti, si sentiva più musici– sta che scrittore. Proprio in punto d1 morte, m am Ba- BEVILACQOA. TlUi volle neon/ erma.re questa sua con.· vinzione al fratello che lo assisteva e, come afferrato da un nuovo, Luminoso estro di un amore accar euato per anni, volle anche dettare u.na breve arto mu– steale che è itata fi ssa ta sulta carta con le eccitate aUerazioni causate daU'ago– nia.. Come musicista, Barilli non trovò quei consensi che gli procurò invece la letteratura. Fu, questo, un suo costante morivo di amarezza, pienamente giustifi– cato, se si pensa che • Medusa .. ed • Emt– ral "• le sue due opere mus1cah, hanno notevoli pregi di valore compositivo. Queste considerazioni ci vengono sug– gerite propno da uno dei brani che qui pregen.tiamo: quello, ?7"ecisamente, dedi– cato al maestro Felix MouL Giovanissimo ancora, Barilli fuggì dal– l'ambiente provinciale d1 Panna., la sua città natale, e s1 recò in Gennan.ta, dove studiò composizione sotto la guida, ap– punto del maestro Felix MottL. Barilli ha voluto appuntare un 4tt.O di dedazione e di gratitudine, quindi, e un nostalgico omaggio alla sua giovinezza. Pnma di concludere, voghamo ripar-– tare quanto scrive ad un certo punto Giampaolo Mmardi, presentando altri mediti di BariUi sull'ultimo numeTo di e Palatina ... Afinardi dimostra di avere effeuivam.en: e capito a fondo Barilli qua.m io dice: • Dietro l'istinto forni.da. • bile - diceva di scriver-e senza rif let– tere - che lo guidava dritto dritto nel cuore dell'immagine, subentrava un fil· tro minuzioso e sottile e cosi quell'idea afferrata nel primo foglietto trovato in ta.sca, con ll lapis smoZztcato, magari ui fTancese (BariU1 dtceva di pensare in francese, perche quella lingua fa.ctlttava la prontezza della sua ,mmaginazione) veniva successivameme impngionata in un periodo. una specie di unità che poi lo scrittore usava, sul fil.o della sua estro– sa liber-tà, attracer-so cento etaborazioni •. AI.BERTO BEVlLACQUA ILLI tevole questo mondo, questa piazza~ que– sta folla così gentile e discreta. Due occh.i simili non U aveva mai mo– strati sullo schermo. I a:~apponesl ve:nutl e. Vene:zia ~ avanguardie della cinematografia utremo orientale sono abbastanza numtt061. e su· scitano tra il pubblic.o molta curiosità e simpatie, per quella loro aria appartata di jongleurs in vaca:iza. vestiti provvisoria– mente aU'europea, tutti di bie.nco con cer– ti p,anamlni finissimi, sotto 1 quali sem· brano dormire J loro occhi di pietra tirata col filo sulle tempie, né si direbbe che abb:ano curiosità e sospetto d.l alcuna cosa. Mentre noi occidentali pretendiamo di mlrarP al sodo. di stare al positivo e co-– me San Tommaso vogliamo toccare tutto con mano, nella pueri!e Illusione di acqui– stare la certezza, essi non toccarono me.i nulla, né si direbbe che abbiano curiosità. o sospetto di alcune cosa: che troveranno il pelo nell'uovo, senza romperne il guscio. E se un giorno vedremo uno dei loro camminare sulle acque, non sarà quello un mire.colo, ma l'ultimo tr:on!o di una tecnica misteriose e sublime. Dell'arte g~apponese non con05CeV3IDO S:no a quel J,C;ornoche alcuni dl.segnj e i giuochi delicati dei glnnastJ. che &enz& prendere la rincorse spiccano un salto leggero e sembrano chiamati dal cielo. L'arte impalpabile dei giepponest sparla sospesa come un profumo ed è fatta di passaggi segreti ed impratic:ati. Arte si· len.z:osa che \cl sempre el segno, e.nz1 Io supera occultamente. Le frece volano runa sulla parabola dell'altra e fan dondolare la cima di U!l fiore; ma rerc..:ere taciturno porta una maschera di ferro. Impenetrabilità dJ quei volti! L'anima di costoro è scese a vl\"ere nelle loro me.m· bra di danzatori e di lottatori. Stoicismo e impassibilità sembrano essere le. loro re– gola. Forse la morte soltanto può frtrap– pare a cos oro un singulto. 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Ma il grido gutturale sfuggito al loro petto. è simile e quell o del sordomuto. non lo potrai diment! ce.re mal più BRAQUE CHAGALL MATISSE MIRO PICASSO E ALTRI BRUXO BARll.U no in cui sono resi con !&– deità assoluto il rilievo del• lo pennellato e lo rlcchez• zo del colore. * Per rlc•v•r• Il nuovo catalogo llfusttato elenccnt• oltre 300 Utoll Inviale un frcn,. cobollo di L 100 alla Ubrerla Schworr. Via S. AndreQ. 2J • Mllaao GALLERIE D'ARTE I~ ITALIA LA SPEZIA GALLERIA MAZZONI Personale di GIOVANNI BANDIERI Sino al 17 magg:o CCA LA PANTERA Via Fillungo 74 • Tel. 5984 Personale di EVELINA GADDI Sino al 14 maggio ULANO GALLERIA SANFEDELE ?:azza San Fedele, 4 MOSTRA DI PITTURA INDIANA CONTEMPORANEA Sino al 15 maggio ROMA GALLERIA D'ARTE « LA BABUINETT A> Via del Babulno, 58 • Te!. 81H039 Dls,vni di ANGELO CANEVARI Sino al 12 magg':o GALLERIA « IL SEGNO ,. 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