la Fiera Letteraria - XIII - n. 52 - 28 dicembre 1958

Domenica 28 dicembre 1958 LA FIERA LETTERARIA SCRITTORI IN PRIMO PI AN() FELICE FILIPPINI UNA DOMENICA PER PIANGERE • • , Il r;egrctarlo di una ,rros:63 catena di sindacati era !malment<' riur:---citoa rom,:,erc b propria catena L'uomo chf' volev~. sull'antic:\ Bugalli a soffietto. vcn-o un pac!?(' rannicchiato in una valle r.ettcntrional(' delle Alpi. avcva l'sobi.tudinc di ri.&pondere a chi gli si ac– costava. ciascuno. con la sua bra\·a la– grune: pendulo niell'oec-hlo: ...Vol. quando 3\"f'lc- deposto quella la– grim.a sulla mia e,crh·ania avete .fatto tut– to! ..: las-cia.ndo intenzionalmente intran•e– dt>re la sua i:rnnde cono~enza del cuor..: umono. Ma in fondo cllc ne ~apeva luì ste,;,,o d<'l proprio cuor(''! Non aveva forse iiSSas– sinata, come tanti, il bambmo ch"era in lui? E' vero c--he Rveva me~so al mondo un paio di piccole canaJ,:li(' o tre. tutte nuon• e. come dice\"a malizic>.i.1hwnte e,tU amici, .,.fatte in ca<:a ..: d~1 ritenere che il nu– mero compl<'s<:i\'o del bambini del mondo ave56e finito per ,:::-u:,d:l,gnarci. E se a\'~a assas,,;;inato in i;é il bambino ch'era stato, la su..~ ste&;a moglie che cos'era se non una faneiulla? Acaren·1rl:1, volerle bene, anche d1st~1?C'rb nell'amore, come i,'u-<a, d'accordo: ma quella era ben r:masta ad..:i– l~ente anche l){'r lui. l pensieri dt'I segr"tnrio di un~1. ("8te-na di 6indacati sottintt>ndono S"-.'mpre uno i;cia– mc di bambini intorno: era fatale che fo,;:sc così: er.a scritto - come dicC\'a spesso a,g'.i interlocutori posti di fro\}tc a un muro insom10nt;1blle - era 1S1Crittoeulle linee della mano"· Non appena s'era e.,"'·"n1urato in quel vl~o notturno. si ero. sentito ri\'ivere. La notte già. lc1 sola notte s,:ura ci fa rinascere. quando da troppo tempo dor– miamo nella 1>t,10che:ua o nella quieta fe– licità. E poi la m•lcchina rosicchiava a ritroso, con un ritmo f<'lice, Pllllto 1><".r punto. l'i tinerario pc!' il qu:1le era sceso verso il succcs.oo. qu,1ndo av<.',·a sc-gulto la linea più s-ca vatn d<'lla sua mano. Era invitato alle nozzC' di una remota cugino: ·anzi. YOl,.,.,·3:,0 · che f~c il testi– monio dclla i;posa. Dopo un primo « noo ... ,. d·uomo fortemente nf.f.l<."C<'ndato. la stra– \'&ganza stessa dell'idea a,·e,·a la\'orato in profondità dentro di lui. per risorgere quel sa~to sc-ra n1torios.1, irr<'frer:abik Da qualch<' ora 6'era lasci•Ho d1et:-o il TOn ron della città n<'lla s..-rR;' la strada - l'alba non doveva e.:; •l're lonLm,, - 'Pr~ndl'"\\l a salirc. c le duC' tonn<.'Jln1e di f·~rro eh<' egli conduce-va con un dito lo elc.,·.;.ivano docili nel cielo: il vento mom1oruva in 1torghi e mulinelli nl'.'11:i i.,:ran barca dello spider con il soffietto abb~ato. Anche In letizrn dello t>nrtenza, insieme con la vettura, ,wev.a compiuto la i;ua strada. Gli ignari bambini - ch'cgli chia– mava per baia .•Spaccntutto .•. ,. Salice pi6n– fl'.Cllte ,., .,.Tifone ... oltre a .,.Formica», ed Na la rno1tli<' quclla formica - comincia– vano a tornargli alla mente come .. quei poveri innocenti ... Quando chiemiamo ...in- ~~~~i1~1~m~uailàn~Òl1;~-oi~-~l~g~~~e, ';~ allontanava dhe, ecco. assumc,vano un che di tri~te. Aveva un bC'l r1peten;i che ciò deriva,-e dal proprio abito di 6indacali:::ta, chiamato a O("t"Upan;18C"lllpre un 'PO' troppo dc-gli altri e t,oprattutto degli scontenti e dei deboli. .anche per mettere loro le mani un tantino addo~so. convinto che senza quelle mani essi #lrcbbcro miseramcnte crollali al ~uolo ... Eppure sen11,·n <."hC' la suJ s.i:ioia er:. vul– ncra-bile: già. dopotutto il pai;c;ato.. Quel passato io..-.,.ù, a Virgùnn. tutto rnggrinzito lntorno alla spo<:a ignara t.~al prc,.,epe di gente che 6(' la stava covando.. Dit!idava della E!iOia, or.a che andava riecNstandota tanto vioJentemente all1 prop:ia orie:ine. DaV\·ero &\"('\·a p,1ura ,>er il cada,·erino che portava in sé, <."0m('\In at-93.S.Sinoche reca addosso In prova della colpa. E i chilo– metri che s'acc:tvallavuno dam1tndo sul con– tatore t,:.li rendevnn J)alc.;e clf(.'ogli rnpinl, lungi de.Jla catena d,..i s.indacatt e dalla cer– clua deì suol dh~nitooi afrt.'tli. la l.!iofa come altri una femmina: che cioC quella gioia i-eca\·a Hl sé l:1 propria inqui('tudin<'. anche troppa; poca l(rnpp,:i e tanta g('nz·ena. Chi ha rompiuto ,·i:tg"gi solitari nt'lla not– te capirà il titndacalistu .Andrea Malutùnni o ri\•i,•rà qucl Hl'> eccitante e in<:ieme tor– turante sen!imcnto di essere affidato a un motore. lt:1;,i.a10addiritlur.1 a quel motore. con la propria imbaraz1.ant<' intelU.i<'nza - in oui fermenta s<."n1'J)reun'idea. o un ri– cordo - tutta disoccupata. Inta nto Il motore da cui dipcndC'\'8 fran– tu.ma, ·a t,lcuro lo spazio. fasciando il silenzio e d'a cciaio la disordinata nug,azione di energie che gli int.uiva dentro. Ancora due o tre di quei canestri di lumi agU7.l:i - ~tt:~a~d~=. ~~;~\af~~~r~~·~dJ~is:~fi~~ dei !ari. una fi~ura tutta tirnL:1 aU"alto, e.u ver.ro le stelle. !1110 a una mano inna– turalmente e:md1da che gli riv-ohi:eva dei segni. Un uomo? No, -una, donna. Temett(' che l'incontro nascondc.;.<:e eltre cose. non sapeva che .ri– solvere: ma tosto si rassicurò, chiedeva solo un posto ·- .. un piccolo p;u;sa~,ll:iO,, diSE;e. o qu:ilrosa di simile; dove,·a rccarc,i in una città a mezz'ora d1 Etrada. a Os– sàna ... Ma sl. ciò s'accord..-va con la t>trana nottata e col ,•i::,ggio: e chi ha da gio\"are ella po\-.era gt>nte appil"d:lta. verso l'alba. se non un sindacalista? .Le creatura ri,;pond("\·a con lente oc– chiate più eh<' con paroJle alle domande del guidatore; onde ,·enissc. come mal !Otise rimasta 1oori co.,ì t..ardl. S<- lavor-o.Si,,(' o viaggiasse: domande co,;;l, per rompere da bel principio l'impaccio di una conoscenza non voluta. né determm Jta da alcuna af– finità . Da vera donna. ella era già gelo~ dei propri se,greli: pre!eri-.•.a donar~ all"occa– sionale benefattori? la s1mpaLa riconoscente dei bcgt'occhi che non le parole della SJa notte o dt'-llo i;u:l c,,;ii:;tenza. Andavano 6tu– diandosi n el 6ilcnzio, qu:mdo Andrea M:t– lutùnni - affront:i.ndo !"erta rotta da mùlte e-volte di un rol! e a ddormentato tra ne,i boschi. lascian".io.,I alle spalie molti &pecchi d'acqua d'un vivido argento gelato tJU i promontori. quasi i !rammenti di_ uno spec– chio in!rantooi fra le rocce - mcontrò là 1,ulle scale delle Cen<>ri quello che non aveva mai letto sulle llne-e della s~ mano. Era ·una cosa da nullo. AV('va comp~uto an~ora qual.::ht ch.:Jo_ metro. legato ali.a borciJta . naturale della vettura: e già vog;.:va m p1<>na du,-cero rn una pigra pianura cin_t-d da due mun di severe montagne: la discesa riprendeva lo slancio della ti.alita come un'onda per por– tarle .ancor più lontano, ineluttabilmente. oonsiegnandola ad_ altri S:anci e ad altre correnti. veTSO Vu:gùn.a m una delle crepe del Settentrione o in c:tpo al mondo .. .Ma– lutùnni sentiva le ru..:,.<the della notte bianca disporglisi intorno :igH occhi in w1a lo~ cor.a JClgnatel3: gli battt>rnn~ ~orte 1_p0iii:1 e le tempie. 1nt~nde,va in :;e. 1 ner\'l r..g~ ;:::zi~~l~n c~: l~r~~a bd~,·1~1~);aallg:;it;~ ta,i:li rpoco avanti si ri_percuotcva nel i;uo enimo e lo in"•adeva d1 spavento. Si chit'Se traS"llendo se la compagna non aveSi.,;(>notato la C06a da nulla. e intanto, come in soi,-:no. p~E'\·a ancora più ve– loct'. Era difticil(' pcr lui :;piegarsi la forza che lo spin~e,va a\"anti: sentiYa c'he ogni tratto di 11tnidà ~ZZ.l\"a un anello dt>lia cat('na chC' lo tratteneva alla cosa da mùla della salita Jtià lontana: e qu.andù .i,:iun»c alla città della soo compagna di mac~'h'.na. llaPt'\'J O('ni.;simo che fra lui e quc-11a <'Osa 01:mi !il., t.>ra ormai rotto per st•mpr(' Quando la donna :-i di~POf.C a i,:cendert.> in uno squallido sobbordo di Ossàna, egli provò uno ~marrimento e considerò la ro– vino Oh<' minaccia-..•a In gioia con cui s'era staccnto, ort' avnnti, d:11 cordiale mondo ron<>sciuto del. inbato S<'ra: .. No .. implorò, .. ,;;tia con mc . Venga, al mio paese è fCtita di llOZZl': ci sarà posto a:iche per IC'i Fors~ la donna lntc:.;c La vi-Orazione della p~hit>ra nell'invlto dì Andrea. o fort:C' sl pt'ntì del proprio silenzio .. !atto $la che si ri.:olse immedlat:1men1t.• per qW""Sta cosa cnorme: :mnu1 Lo <:eg,1.2l J)('r altre ore an~ cora, lur,go un'allba faticosa che si libe– nl,.1.·ad.;111<' tenl'bre con un travaglio di lente lu'1 sporchl', im,>ria:ionate nelle monta– .'t:llt' ora meno remot" e tutte c,cstate di strade e ,·aporl; l'aiutò a tirare il tio!Cietto sui 5t.~ill poiché un'<mdulazione liquida sul ta~liavento denunzi:.va una pio~gia lei::– gera. fatta d'Oria: umida l' d1 nebbia: e infine i,:li donò un ,;;iJenzio più sfumato, tra il .;acro d<'ll'.alba e il profano della f':Ua naturn ft.•mminil~~- L'uomo si ri6C0!lSCalrurto delle campane c,he rotolavano dal pacsi tm i boschi. li lume del 11:io-rno I\) chiamò ~ sé. accentrò tUtl(' ,., CnN~ie dl'lla :'Ili:\ ('()Sc1enza, gli fe<::e chled-crc .11l;t compa.gna: .. Come si ch:uma? «Nora, .. Nora C' poi:' Il cognome '\"i'nne i:;-cagliato dOi begH oc-ehi 1n un giro lento lento: due occhi non innocenti, che In qualcht• modo aliar– nu1ron.;> il ;{Uidato~ Er.1 ·at c<>rrt.'nt~, qu-esta Nora? Aveni n,,to QU<'lla lale C.Jsll da nulla? Lt• chi~('. prud, ntl' 1nda_2atore. come avesS(' tro1.~'.lto il ,·i:l;?fl'.io; e il rust'.co e in'-i<'lll<' tt'nero ,i:iru;m1to dclla rispo,sta gli !e-ce intend<>re uqmc quell;,· donna fosse d1.;posta :t l:ltclltl"'SI -11nche rubare il suo mielc. scnz,1 pe:ò scoprire una sola delle S"llt'- api, :\1.a a lui non lntcr~ss,wa quel miele. .. Vuole tornar{' indietro, Noru? ... :No. :'llora non vole\'a tornare in.dietro. .. Siamo ancora in tt'mp:l... . ., Non m·a,-.,pettn nCt-.,uno a Ossàna E più indietro di Ot:;.-::àna .. ardi An- d!"'<'a. El.'COlo ormai nel cuorc della co,,,.a da nulla. sul confmc con la nt•l di pn– mn ... li ronhnc: si nfrovò. inquieto. al di qua di U.'l confine. e mi-.-urò siiomento io a.0i,-"S0che l'attendc,·a. Qu1."6ta ha da es– i:;ere per m,:, una tN."lnenda domenica,. si disse. Saremmo anrora rn lt.'mpo. ,. disse !orte La donna socchiuse il! orehi. le bocca. Non capiva: ma il bend1:io. la manna della sua amicizia era li tutta a sua disposi– z1.Jne. per lui L'uomo ripl"("r<•_• muto a i.:uidJre. Era o)&ltllno inoltrato quando la c1tta alpina di Vir,gùua, sconc1ament~ estesa ;n cima a una valle elC'\•:tta tutta mor-morante di pio:;gia. levò rontro un nembo bian– chissimo le sue tre o quattro chiese mer– lettate di pietre scure. In !.:indo a un dedalo di ~t.edettc. i\t.a!utù:mi frenò quan– do ,·ennr od .ig.tari? le braccia nei vetri d-ell'autom,J,b;Je un uomo alt o e magris– simo: Quello è mi,:, zio O: lar.do •. disse alla compagna. L"uomo allampanat\) ,·estiva un abito di i:;ocietà sicuro, un lilmentooo smokinr, troppo corto e stretto. Due grÙ'S<'e mani tremanti gli piove•,ano fu.;>ri dalle maniche, e la k.;ta inghioltiva sali,·a e s: tradiva nel moto instancabile del pomo d'Adamo. Lo zio Orlando Era stato per Malutùnni il modello di oJ;:ni sng,uzia. il pae-sano sempre un po' fuorileg~e; .. ci sputo €U, io ., era la sua )?randi' sentenza. Era il mairo uomo corag. _e:ioso chr> tutti ci sia:no la~ciali las~ù 111 capo alla nostr:t adolc6cenz.a. runica f1- S:;8 p~~Ì;'!v~" ghn a:!1r~.;c;e/\1 ~f1~\ ::~~~ che ci torna. alla memoria quando il pros- 6lmo molesta il nostro onore, al cinema per un ]')06t0, o ncl letto dell'amore. in ogni luogo. Orlando si r('(geva agsrappata agli zi– gomi tutto la ,;;ua arguzia: il resto - occhi. parole - \"Cniva a\.'"anti più tardi: , &>i tu. Drr>lno? E qll"tla? la 11ignora? la. - Questa è una collcga dell'uWcio pennt'ttetc, viene_ anche lei alle nozze. :\1.e I.a sono presa per sbri!,!:are in cammino eert<' faccende Corri. sono ~ià nella chie9l. Bé. ci penserò poi io agli altri. per !.1 colle,ga e lutto il movimento. Tu corri. però; sai che io. J>('r me. ci sµuto ~= ma !oro non amano aspCttarc. hanno 6<'mpre il fuoco al scdere ,. Da qul'l momt'nto la cantilena delle an– tiche s-cnt<'nze di vii.a riprese a t-nodorui nella mente di Andrea Malutùnnl. Sulle prime vi si abbarbicò con scaltrezza. AvC'\·.a bi1301rno di un riparo pronto. -era come un fresco mal:1to - a u'l dito del piede o nc>I profondo dello spirito - che per prima c-o)Ò'.a fantastica di una pillola: ,-er– ranno poi I meBi di J>{'n~r:i, la sll.'.I <:.;>rtedovrà 'PUre decid(.'rsi. lont1no olt:c quella pillola; ma avantutto la pillola! Lo zio Orlando avot'\·a tcnuto testa al mond., intt'ro, ne-Ila \' h:a dimora di V1r,gùna i ~uoi trucchi do\"<'V pure ev~rceli ... E il S<.';{r<'t<iriodella c"ltena di e>mdacali si adoperò nella ft"f-t,1nuziale con la .;::r~ Bu,gatti chi' ronfnv;l nelle stradette. re– cando a sc:igl:oni il corteo degli in,•itati al Municipio - 0\'C l'gli a\-e\"a tr3Sl.."OrSO i primi anni di i,;,c-uola- allo chiesa. cre– sciuta fuori da un a:itìco santuario entrato in fnma di miracoloso. com-<' un sozzo nodo di vi,;-ccri dalla !crita di un se;,pe: una fabbrica ~bocl!i ita fuori d•lll'altr.a in un disordine- che avM·a qualco.;;1 d'o<>ceno. Nora eveva avuto primi gesti felicissimi: >f('ra subilo OC('upata dc-Ila c;f),)sa, l.audandol•l, mi~liorando una ple~a o un fiore delln sua corona: e ponendosi cosi al centro di una chiara @impalla Andrea J'nmmiraYa. Felice Filippini nel suo studio pur trov:uxio con!us.unenti> che la compa_ gna andnva facendo troppa strada. Er.a !,!là esi'!:entc, come 01,rni malato. Gli tornò alla memoria la bella cuginetta R~munda, il suo le~oro mac cessi bile. al– l'c'J)Oca dc-I mallrimonio di z.io O.rlando: era venuta una delle prime auto mobili (Il nonno av;.'.'va ripetuto per tutta la vallata: .. Che nozz<.'! C"cra perfino quella cosa ... aiutami a dire, .. l'affare ... sì. quella eh<' fa Rrrrr!\; c quando Andrea ,•i era montato d~etro J:h altri. la piccola R01>mundo. ra– t-eiata nel candido boa come una bestio– lina sdc-smosa, raveva scaraventato giù. AL !ora AndreR si Na Inerpicato sulle molle posteriore oome uno straccio:ie: quel ge€tO, pem1J,·a, sare,bbe Pi:J"Ciuto un mondo al ro– mantico e tenebroso z10 Orlando ... ~ delui;ione quando costui. giunto alla chieòa e scovatolo in ·quci posto, lo ave,·a fi.B3ato con rancore! No. a pensarci bene lo zio Orlando supenore a tutte le leJgi proprio non era! non transigeva. per csPm– pio. sul decoro dovuto alle pro'Pne nozze. La COnJilcna delle antiche sentenze di vita. oome una qualunque pillola. smise il suo eUetto; ., Dov'é Rosmunda?,. .si disse al– lora. Gliela indicarono: ahlmé. un piumoso Satrapo. una di quelle donne che parton colombe e giun.i,:ono spal"\'ieri: tutt~ doveri all'alba. tutte diritti alla 6C!O ln mezzo al fascino della o:eatura RosmUDda. il naso ooh!tato (somi.gha a quello di un am,co ~Oornalista. si disse Andrea: un uomo che ha sempre, si direbbe, dello sterco sotto 11 ooso ... E ricordandosi di lui e del pro– prio tormentoso travaglio. decise di tele– fonargli appena gli fosse stato f)066ibile. quella mattina ste~a). il naso schifato di Rosmunda diceva un.::i lunga storia di fai-; hmenti e ln.;.iemc una risoluzione. una fie– rt?ZZtL .. Anche quella ha uccu,o la bambina ch'era in lei .. pensò Andrea: e tosto l'im– magine della propria nidiata di innocenti. intorno alla moqlie adolescente di cui ram– mentava solo il seno. il vecchio scottante pulaante i;anigulzno seno. la sua febbrici– tante aroa umaua gh strin6e il cuore. Intorno. volevano i;apere proprio di quel– la nidiata. ct,e non oonoscev,ano: Andrea rispondeva a malincuore per non doversela ripensare. poiohé era se-mpre più certo che cosi come prima non ra"·,ebbe rivi,;.ta p:ù - la loro i,tessa 111nocenza gli riusciva tutta corrosa e vituperata. li ~cno del!-a moglie adolescente! Come ristorarvisi. ora? Come deva-sta.rio nell'amore? Il tormento lo rendeva dgrclziato, mirava con ira i llUO\'i V<'nUtl In cui, come dal fondo di un delirio. riconOtic<'vs antichi volti fami– h:ari: tutti co:, quplJ'aria di melanconici buf- foni dci :\talutùn:il. . Lo spaventò la banahtà d<'lle parole che gli rivolgevano. Si ,-('nti,•a tutto ~on– fio di sane:ue gu:i!lto: l'anima !,!li doleva. era ur.i:ientc chC' <:e la facessi'.' medicere. Anche ~raYava il ic,1.10 stato quello spa– lancarsi d<'lla tt'tra nU'\-olaglia su quel BOle, ~~rle s~~nnt' 1~1r::t~:~~f ~~~lat~;~fi i: per le V<.'trate della chiC'sa: macchie di sole sulle macchie d<.>iduPmìla garofani che erano sc~i a comperare fino a Luino, la \'igilia. per la !eBta nuziale: era un uomo al centro di un ur~no di macchie. un in..-etto !in!to d1•ntro Wl caleidoscopio rotto: ...tagliare la con:l.a e.I rlpctt'o\.-.a Smarrito, anelantt.~. ~i riprometteva dal r~to del programma domenicale altri tra– stulli (perfino Il pranzo ~uccolento. po\·e– r.:>tto!l come altre mcdicme più e!fiooci della pillola. Allo!'t'bé una macd1i.a scura ::!li ~: i:ICCO:.tòfra i chierici ch'~li. nella .;ua qualità di tc.-;t:monio, caricava di mance, riconobbe iJ ,-ec~hio S:lCNd.Jt(' Ch(' lo a,·e\"a battez:alto. e i:li !eec a br..Jeiapelo: Don Oscar. caro. io avrei da parli:lrle Ogi;:i"' qui" .. dom:indò il prete. Al più pr~to. Ho P'.Nra d';n:<.'r ciocato la mia vita. stamattina salendo a Virgùna. O~:z-i. OJQi .. S"'"nza nota:e l'aspetto S"COnvolto del– l'uomo: ,. Pl'C'ferile un uo\"o ogiH o una gallina domani? .. gli fece il pretC' n<'l modo più irnpcn,;ato. 1xinendo;zli addo:so--o il doppio rifles,-;o deJ!'.i occh1,1li. (Sempre lo 6te~o pastore. Andrea remmt'ntò. c-he fa lambic– care I.(> sue pteore ...) ••Un uovo o.:ici: ma <'hC' c'entra?, .. E prcff'ritr- un m1l di denti oggi o un cancro domani? ... .. D<ln Q,;car, non ,·...,-do .. Bene. un can- .Ma voi del ,ziornal«' avetc le notizie fresche, di stanotte.. Gli incids'nh?-. Lo dlc<'vo io quand'ho ~f'ntito la tua voce al telefono: qui l'é cApitato qualcosa Macché. f:;;u:ati! C.1ie,do co-.t per cu. rtos,tà Non vi '90no notizie da. Le Ce– neri. Ossàna. da qut>lle parti~,. .. Amico. qui t'é accaduta una co:-a ;;rave ... ..Tt ripeto di no!--, ..,Vo'. a me non la fai. La ,;ai più lunliila di me. D;imml tu i particolari. via, .senti ... .. Vecchio, tu b11ri. tu b:;.ri Be. buona fortuna ad ogni modo . Non r<'Cò alcuna certezza al banchetto nuziale. Povero dlrC'ltor tiindacale, -povero uomo. ciondolò ron infinita ml!leria v('ni:o le orazioni scandalosC' d1 :uttl quei com– pari: ma sl trattennc ac,:ant~ al e>euiolone dell'antica nonn 1, una '-·C'Cch:ctta mac~hlata sulla guancia d:t una b'lv:1 di ,·ino. Levò una· mano p~r ...;ciu~a,rgliela.. E' una cosa che m'è venuta !uon,. disse la donna Ven,gono fuori ai VC'cchl quC'llC' \'Crruchl' Non come alla nostra !tpo~ma: avrà altri dolori prC'titO, il fl'p0s:na .. Nonna. io st1mani ho visto. Sei capace di tener(' un S<."gn:H>?Cr1.'po ~ non lo dico a qualcuno Hai vi-.to lo poso? Quello noti $Ch<"rz'ì. figliol(). Un affare co,.,l. te lo dico io .... N"onnma. che affare? lo ne ho con– clusi tanti . ~la l'ultimo m·h·1 ro'"mato, ro\'mato. Non sono più quell"uomo che credi. Non potrei starmcnc qai s<.'mpre da ,·oi. come una ,·olta? .. M atto d'un Andrea, va'! Ti fa gola la s.po< :ina. eh? Se quella tien dietro a sua mad re... A noi vecchi non s!uggc null'l. Stanotte la spo,:;ina ... Vai. bocca taci: bocc, taci ch'é meglio .... Anchl'.' una 6crva mesta dal volto pietoso s'adoperav:i per rarla ta– cere. urt:lndolo con la spalla -più e più volte, col modo d! .u~ pcndolù Andrea andò in cerca dello zio Orlando ripetendosi: .. Era cosl bello! era troppo t~llc~ Filippini fondo. s·u 5lro.sò via via f' riempi cort1;1 e st-1nze di fraj ore :-.11Jutùn:u s1 vcrl6~riò d'avC'r detto qu~lle 'J)a~olt> qu:mdo Nora a~,..i •tc"a alla ~l>l domt'llll"~ Le s1 accostò e d:ò!le pian,:i: • :-.1.1 pcrdom. Nora li silenzio dC'lla CN'atura icli tr;. ...m:se prt.><:s'a poco un· Fai b"nf' a chiedermi p?rdono,. E t.profondò !:no in fondo. fino alrora dd com.-niato. L'avevano 6'ft 1to là ove l'a!òpetla\'O la m1cchina. !l:\tùma ormai c:1iu-' n m linee che av~ana qualcosd di fata;e La vec-ch'.a nonna. sorrctta d;.:la domt>stica dal v.:ilto p:etoso, si free condurrc fin p:e"° la Bucatli e t-t ri5pc.."'Ch1ò curio~-l m uno d,•1 po,;scnt: fanali. Una voce 1.-. gridò: Vokte farvi bt>\la, nonnina? Vuol pren– de:l' 11 po.;to della spo~a stanottt'! La domCtilica rivol5c a Andrt'a un discoDO straordinariamente caloroso: si:li diS!IC che I.a nonna , <'ra diventata ~ma come U.'lii bamboia. poverina ..: chc lui non 11 p-"r– desse a giudicarla: che alla vecchia avreb– bero pcns..·no lei, fin chC' D10 le da\·a il fiato. Anch<" la nonna tirò Andrca 'PC"r la g1acco. dlcc.-ndogli: .. Questa fant~c;, è co!>i una povera martire! Pat.oce il brutto male, sia'. E ne ha viste di tutti 1 colo:i; J)C'nsa. anchc il marito gli è 6C-appato'. .. · Entrambe se lo contendevano per le loro Unartista italiano Frlict' F1hpp1ni. è md11cullbilmente una delle più esrrou f1r,ure che conti or,r,1 !'arie ticinese o, meglio, italiana. Non a caso ab– biamo tenuto ad estendere all'ambllo arti– stico italiano lo sfondo sul quale li può collocare Filippini come pittore e scrittore'. v·~ da dlrl' subito, in/at ti, ch e Ftlipp1n1 e. tutti ah ali n puì s1g,u/ icati.vl uponenu della cultura ttCllll'lC - d a Chi ua a B1an– con_i, da Solati o Orell_i, do BOJ\Olunu a Col_– pan. da Jenni. a Soldm1 a Molca, ai. molti. moltis,imi altri. - non lolo non nscntono, nd loro lavoro. delle in/luet1.:c del lim11L reg,ion"oli, t"lla rendono lempre. con 1m om– mi.rcvole entuliasmo, a rauv1vare, a nutrire progreuivamentc quello conneuione di !in.– fa culturale eh.e eline tra l'Itolto e la Svi.:zero. campo dtll"orte con tonto ontstd e ton tan– to entusiatmo da meritoni ptenomtnte cht quella curiosud si 1ros/ornu 1n afftuvosa cordialità.. E' n.eceHario cht oli ombientt culturali 1tolianà si rendano conto, una buono volta, che il loro atttgr,iamento ri– schia di cHcre scambiato per 1nr,rot1tu– dme. E' una linfa cht ~ lOltan=iata dalla con– sapevole.:.:o di uno ide1ttttà di indole. di rnteressi. di unton. E cl pare che Fehce Filippini sia tra i. più 1taliam nello sua oilo di uomo e di artista, Itahano m quello sua cordiohtd desidtroto di sempre nuovi con– tatti ed l'tperirn=r umane. m quel lUO fon– do di amoroso r1r,uardo ptr tutti quei co.!i di cita che pouano .,uscirarr,li una tene– re.:.:a accorata Ha rar,1ont in/atti F1ltpp1ni quando dice. ., Gli 1tahat1i che hanno trovato sfogo t accoollenza ntl nostro paese tono, 1n hnta di principio. abbastanza ben disposti. a rendert un favore. /\fa ton.o faoori dUor– paniz:atl: c poi, toprattutto, ripur,no che la recen11one o un nostro hbro. lo colla– borazione a uno Tivista o a un r,iornolE' italiani. l'inclusione di un n ostro brano in una anrolor,10. 1n. ron ca.ti uno buona pa– rola preuo un editore. sia no do conside– rarsi dei ., favori"· Si tratta anche, a nostro avvi.so, di un problema di codi/1cata pir,ri::io. pi.ù eh.e di una prtsa di. partito. Ma a diradare la p1grtzia (1n questo c,uo ptr,nzia cultural,J defl'ualiono bosla. o volte. un ni,lla. un nulla che pot, molto speuo, rischia d1 raogiunuere il polo opposto. cioè di fors, ., moda•. Si cominci intanto con. una map– g1ore o !Un:tone per le opere degli. orttsll ticine.si: si potrebbero .scoprire valori che nemm eno supp0ntamo Abbiamo attnbuuo estro o F1hpp1n1, ma ~- il suo. un tsemp,o di tstro OTdmato, di stile diremmo, un estro che non ti ritorcc mai in se steuo, nelle proprie Ulum1tta– ::-ion1. ma che si man.tienr umile. m uno ricerco di comprensione, dl d1alor,o. Pre– cisato questo, v'è da sottohntt1re subito che Filippini vorrebbe particolarmente una cosa: che la letteratura lvtz.:era di hnaua italiana, della quale è tra I puì. validi espo– nenti, non foue Più considerata in Itafio come potrebbe eMerlo q11al$ta$l altra let– teratura straniero mmore. Come noi li. abbiamo scoperti in certc opere di Felice Fi.lippmi che non cono– sceva mo e der,ne di eucre allineate con pieno meri.to sullo stesso piano di ., Sir,no– re dei pov eri morti• e di • Roano di sera •: intendiamo riferirci soprattutto a ., Il Ce~– bète,. (edi:=ione Carm1nati Locarno 1950), • a .. Rocconh del saboto sera• (edtto nel 1~47 dalla .. Childa del Ubro dl. Lur,ano .J. Noi L-orremmo eh.e questo accadrue re– ramenrc e al più presto. Conveniamo pie– namettte con F1hppmt che. OQQI, l'm1ereue che anima i le11on o i crtteri nostri nei riouard1 della letteratura suizura in lingua i1oliana. li traduce troppo speuo in uno tuperJiciole cunositd a ., Tre storie• (apparto nelle ed1.:toni di ,, PoQine nuoce • di Roma, c a quel r,u– stosissimo saggio • .sui. r,en.ern • che porta il titolo di •Figaro•· presentato dalle tdi- .:1oni Cenobio nel J9SZ. ' E' lo curiosità con lo quale oh italiani uuardono al Canton Ticino in r,enere. La Svizzera 1taliono, però. ha opcra10 nel Il racconto che prl'Stn.tiomo fa parte di uno raccolto che apparirò prossimamente nelle edizioni Sciascia. col titolo. proprio. dt • Uno domenica per p1anr,ere •. ALBERTO BEVILACQUA ero domani, un c,mcro d<,mam nat.ur.aL mente». .. Soafilliato!.. rise, orfano di denti. il prete fregandosi le mani Zero! zero!,,. "'Mo comt' ... Se 6Celgo l'uovo O.;i,ii poicfaé la gallina doma ni è ce>t<a incerta ... analo– gamente scel.go il male peggiore domani. anch'esso ince rto.. Che cont:1, è oggi: e oggi. se lei s.apesac.. Macché. è inutile Pigli Questo. don 0.,--car. caso!., E ~!i fece scivolar nella mano, Wrfl'.0gnond~ene im– merv.amente. uno scudo nuovo: anche quel ba,zliore dell'argento pulito gli a,&,l?ravò il petto e incupì ancor più' le ombre- della fatale domcnica &~o a cos'é ridOlt'> il direttore d. un istituto ehe ,·uol m~liorare la ,·ita d-egli altri. La ,·1VJ degli altri.... J)t!"nsa,•a risa– lendo nella !ida Bugatli: e 11 contatto con la macchina balenante con tutti i suoi ottoni fuori della ran mole ancor fu– mante di piQi:i.ia. gli raypresentò -cbi~--à come quegli ..dl tn ,.. il nostro prossimo, e gli -resLtul violenta la vii,ione della cosa da nulla laggiù e;ulle scale delle Ce– neri: allora se nt> Eibatté fuori a interro– gare con ntdggiore urgt>nza quel pae5e e quel punto, da cui era partito giovanotto p<"r la conquistn del mondo Ritrovava il teatro d!'I tempo infantile nelle alternative di sole e d'ombra della fuga di portici e di pe:-goht1 in cui s·a.v– venturò dietro la folla dei parenti vest1t1 nel modo più 8tonato: grandi voragini di sole. ina_sprite da cascate d'edera con le pw1te ribelli come serpenti verdi. e ca– ,·arne d·ombra fredda In cui scopriva ta– vole imbandite e I suonl di discorsi acea– lorati: pon;e orecchio, e non tard ò .a sco– prire ch'eran fatti solo di alh.io: i1oni amo– rose. Andrea ~1.olutùnni t>fug,g1 alla ma– snada degli orrendi con,1?iu.nt1 ~r cercare un telefono: e in un mulino che sussul– tava anche in quel giorno d1 festa. ottu.– randos1 l'altra orecchi.a con un dito e t06- &endo per la farina. chiamò un nwnero recondito d-ella te:-ra. attese. finalmente rag– giunt>C il giornalista dallo stereo ,sotto 11 naso lagglù nella clttà tenera e felice del tempo andato. .. Cosa c'é di straordinario? .. chiese l'oo– mo sprofondato per quattrocento chilome– tri nel)J placide, cordiale e irripetibile vita di prima. ..,Sono via per un po' ... ~. cominciò An– drea .... e non sono abituato a stare senza notizie. Non è accaduto nulla intanto?,.._ « Nulla che tu non sappia 1:ià ». bello!-..: <' quando qu<.>llù \Jl:,'CÌ dal i:o:-,g6 · di lagrime che gli lavava gli occhi. gli 61 accostò con disperi:lzlonc e mistero. Allora lo zio gli puntò contro un indice nocctliuto fuor da una m.ano che. in un raggio di sole. e..ppariva un solo batuffolo di peli d'oro. una fiaccola o un"arma. e lo chiamò forte: .. Orca. vieni. Piccolo Ore.a, t.u che e;ei un uomo istruito hai da farci il discorso-. ...Io? Siete matti? .. protestò Malutùnnl. .. Il d1..corso! il discot'&O!,. echeggiò da varie parti nelle sfere luminose dei p.1r– tic'.; Malutùnni si sentì mirato anche dù Nora. che tutti - anche se più d"uno ave,·a ail"lllio a lei e ad Andrea come a due felici amanti - portavano m palmo d1 mano. ~ora gli accennsva che parlasse: Nora la taciturna voleva 6cntu-e lui., Da quel mo– mento Andrea la 1SOs,:>ettòcon forza d'aver visto. laggiù sulle scale delle Ceneri ~ E inghiottendo saliva. con la vi sione n egli occhi della nuova portata che recavo.no in ta,·ola - un intero maialetto arr~ ttto. simile a un bimbo immolata. con un ipo– crlta ramoscello di salvia ficcato nel t,:_rugno - s1 erse sulle aggobbite fi:gure del ban– chetto. si tese desolato e .;cowinte ::omi.n- c1ò a dire: ' ...Vi sono qui due ragazzi che oggi la– sciano q:.1C1Stlcortili. questa dimora come io ~n tempo. per lottare contro il mondo catti-vo. Figlioli. ricordatevi che voi d,ue sarete soli contro tutto ìl male del mondo. Ma sappiate che quel male riuscirà sempre a sopprimerovi. è scritto sulle ... su in cielo,.. .. Ci sputo su, io. sul male,. prorupp~ zio Orlando. .. E come fei a sputarci 6U? .. chi~e An– drea avvampando, .. Così!,. e il magrissimo sputò a terra. .. E' una parola. 6'p'.1tare1 su,. l'uomo ri– prese. avvertendo il Silenzio «!pentino e ansimante con cui la brigata reagiva a quelle sue in6tte6e parole. .. Anch'io ci sputavo su: mi pareva d'aver eostn..uto. con– tro corrente. una gran bella cosa, con de– gli esseri dentro, e sopratt.utto dei punti fermi. sputando all'lngiro contro tutto il resto d-ella terra. Ma nulla è Cenno. nulla! Ragazzi, non è niente amarsi l'un l'eltro: è il prossimo, ostili? o carogna fin one volete. che blsoina amare. Bisogna troc– oorrerc ohi ci fa orrore e 1>pavento. Bi– s,ogna ...... Un'ondata di mormorii copri la sua voce: dde che alcuni si davan del gomito senVi sorridere, poi qualche applaU60 crepitò dal c!!usioni; Il nonna tentò di abb:-acc1erlo mentre Nora montava sull'automobile e la nuvolaglia i,;i stendeva sul tardo sole. oscu– rava ogni speranza anticipando la sere :-.1.entre Andrea si divincolava da tutti quei tentacoli con sentimenti confusi di ribrezzo e d1 Indegnità a un tempo, la m1,sera fantes ca, la martire, gli tirò una mrlno e - ca.sa Improvvisa e intensa - si chinò a baciargliela. Era la rott.a del panico quella dell'antica Su.gatti in pena contro il ,--ento e le Cre– nate rabbl06e della e-bina; ma da ohe cosa? si torturova Andrea Dalla wa in– fanzia? o solo dalla dolente domenica? Nora s'avvide del suo tormento e con la naturale-z.z.a di un fatto dei boschi posò la sua piccola mano su quella di lui che i;trappava il volente ai tornanti. Ve la tenne a h.mgo. Andrea non aprl bocca !1110 a Ossàna. ~=~~~- bÌsg:~l' c'h:d~o::e~~b~:10:-:r1~ macchina fer ma col suo silenzio: eJlo:a Andrea non ret.se più e la implorò forte: .. Parli, almeno lei! ... « :via se ho atteso tanto che lei parlaE-Se! ,._ .. ~li ns_ponda. Non s'é accona che per tutto il giorno ho cercato qualcuno dispo– sto ad a11SCOltannl? Lei h,s un'idea di ciò che ho da buttare fuori?,._ Nora em.arrita prtmiette la sua sulla mano di lui: e non era qu.e.Da la cosa? la g.ran cosa? l'unica fra la foresta di cose della terra? E allora perché la mac– china ferma, il silenzio ostile? tanta tor– tu:a? ...Lei Nora 63 tutto; è crud-ele se continua a tacere • « Non CGpi~o. :\11 perdoni. - .. E· lei che deve perdonarmi - .. Caro. e come non perdonarti? .. dlS16e facendosi appre~o. tutta v1s,o e certezza. vera donna donnesca il oW perdono è ca– pace dt &alvare un uomo. Andrea Malutùnni la fissò a lungo senza muovere un dito. Infine, deeolato. sJ)!llancò la portiera con un gesto che ,pareva dire: ~ ne vada pure anche !"ultimo testimone! Nora scese riluttante: poi si rivolòe a lui con un moviment.;> impro,,viào, f~e per psrlare... Il perd.,no gli ven:va r:ti– rato; ora il volto d1 Nora si ricaricava di tutti. i veleni delle rua povera vita, era - inerme e fragile quanto pareva - una cosa capace di vendicarsi. Privata di qualsiasi complicità aml).rosa, non era pro.

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