la Fiera Letteraria - XIII - n. 45 - 9 novembre 1958

Pag. <t SCAFFALE FECCHIO E NUOVO * Sul 11. 43 del 11ost.ro gior• rtale, ha ripreso a. collabo– rare Marino Parenti. con la sua rara e gftiotta rubri– ca, già ben r1ota m' lettori della. « Fiera ». Con il tito– lo « Scaffale vecchio e ,mo• tio », la firma di Marino Parenti tornerà abituale fra noi. * Edmondo DeAmicis e i suoi editori * li De Amicis, per sua natura restio a tutte le forme di clamorosa esibizione, evitò sempre ogni occasione <li mettersi in mostra, preoccupato soltanto di raffor– zare la sua affermazione nel mondo delle lettere * di MA.RINO P A.REN'J'I Circa me.zzo secolo la, nella prjmavera del 1908, moriva, a Bordighera, Edmondo De Amicis. Quarant'anni prima aveva iniziato la sua at– tività letteraria nelle co– lonne dell'Italia militare, con quei e bozzetti • che gli fruttarono una rapi– diss.ima popolarità; tanto rapida e tanto vasta che. già in quegli anni del suo soggiorno fiorentino, si riversavano sul suo tavolo fasci di lettere di ammiratori, come attesta Piero Bal'lbèra nei suoi Quaderni di Memorie: , ...erano giovinette che domandavano conforto e consiglio nelle loro pene di cuore, donne ind:elici nel ma tdmonio, anime incomprese che aspetta– vano da lui quella paro– la d1e aspettavano Jnve– no da tanto tempo; o erano giovinetti dell'età dì Furio, l'eroe della sua notissima novella, e in preda alle stesse agita– zioni; o giovani ufficiali che ritrovavano se stessi in qualche personaggio dei Bozzetti~ o giovanot– ti che gli scdvevano di aver scelto Ja vita mili– tare per la lettura di essi•· Malgrado H successo, il De Amicis, per sua na– tura restìo a tutte le for– me di clamorosa esibizio– ne, evitò sempre ogni oc– casione di mettersi in mostra. preoccupato sol– tanto di rafforzare la sua aCCermazione nel mondo delle lettere. con uno scrupolo del quale - forse fidando nell'espe– rienza - non iarà sfog– gio nelle opere successi– ve. E voglio spiegarmi. Del primo libro. la Vi– ta Mili.tare, e dei bozzetti in esso contenuti, il De Amicis si occupò in tre edizioni. successive alla apparizione del giornale. con ritocchi, rifacimenti. soppressioni. varianti di ordinamento. come non gli avvenne più di Care nelle opere pubblicate in segujto. Intanto Gaspero Bar– bèra cercava di accapar– rarsi il nuovo fortunato autore e questi, con la stessa cura posta per la Vita Militare, gli propo– neva una raccolta di scritti d'occasione elen– candone meticolosamen. e i titoli e confessandone chiaramente l'origine: e Di ciascuno di questi articoli - scriveva - partitamente sono fatte richieste da varie parti; io corufesso che mi rin– cresce di lasciarli morti e sepolti nelle colonne dei giornali dove furono pubblioati. e Sono cose che hanno poco legame fra .J.oro; ma di cui ciascuna ha un concetto utile ed è stata bene accolta. Forse ci sa– rebbe modo di trovarci un titolo•· InCatti il titolo fu tro– vato e qualche mese do– po. ai pdmi del 1872, usciv:i. per i tipi del Ba1,bèra. jJ secondo li– bro di Edmondo. i Ricor– di del 1810-11; libro che entusi-asmò l'editore: e Ho letto le bozze fi– no a tutto l'articolo Un esem.pio - scriveva al De Amicis. jl 7 ottobre 1871 -. Ne sono incan– tnto: e dimenticando la prudenza del mercante le dico che ad ogni costo vo• glio essere H suo edito– re d'ora inna11zi. e spe– cialmente di quello che scriverà durante il suo viaggio in Ispagna. Noti, la prego, j due vocàboli voglio e ad ogni costo. cd Ella vedrù che i miei complimenti sono since• ri e sonanti ... •· L'idilio col Ba1•bèra durò ancora tre anni, e l'edito– re fiorentino pubblicò, do– po la Spagna, l'Olan– da. che l'autore gli ave– va proposto nell'agosto del 1873 e che apparve l'anno successivo. Poi H De Amicis ritornò col Treves. che era stato il suo primo editore, e non lo lasciò più se non per Qualche isolata e raris– sima opera. come accad• de per alcune con(eren• ze. o brevi scritti d'occa• sione, subito ricuperati, peraltro, dall'editore mi– lnnese. Il quale incominciò ad esperimentare, nel suo autore, quella confidenza col mestiere. cui accen– navo prima, e una più scarsa ountualità. Si rac– conta a· questo proposito, che dopo Ja pubblicazio– ne del primo volume di Costantinopoli, nel 1878, il De Amicis ritardasse la consegna del mano– scritto del secondo. pro– curando no.tevole disagio all'editore, pressato dal– le richiest.e dei lettori. Emilio Treves. ch'era uomo di spirito. prese lo spunto dalla popolarità che godeva in quei gior– ni, un generale russo ci– tato. quotidianamente, sui giornali. nelle crona– che della guerra russo– turca. e fatto stampare un biglietto da visita col nome di lui, si presentò allo studio del De Ami– cis. facendosi annuncia– re. Quando fu introdotto dal domestico. teneva la faccia nascosta in un ab– bondante collo di pellic– cia e. prima di scoprirla. intimò al De Amicis .che non riusciva a capire co– me il generale potesse essere a Ii.li1ano e che cosa volesse da lui: -So– no venuto a prendere Co. stantinopoli! Finalmente. nel 1879. usci\la anche H secondo volume. Piccola negligenza. in• vero: ma nessuna. anche se grave. poteva esser me g I i o ricompensata. quando .si pensi che. sette anni dopo, Edmon. do consegnava il mano– scritto del Cuore. un successo senza confronti e tale da poter fare. da solo, la fortuna di una casa editrice. i\lARINO PARENTI L~ FIER~ LETTER~RI~ Domenica 9 nov~mbrc 1958 L'ultimo incontro * R,icconto di MARIO respil'ava con regolarità. La ragazza 1;;Uardò i due sposi: nella luce confusa distinse il capo della donna reclinato nel grembo del marito il qua– le penzolava sul corpo di lei. Il giovane -s'accostò ancora; ella si porse un poco nell'om– bra violetta e sentl sulla guancia l'urto delle labbra di lui. Restarono un momento immobili, tutti e due. Il gio– vane tratteneva il respiro, per paura di soffiare: la gota era fresca sotto le sue labbra; le n giovane sall sul vagone. di carrucola. il sonno turbato carezzò ancora la mano. La e vedendo che il corridoio si placò a poco a poco, ragazzp si mosse pian plano; era vuoto cominciò ad affac- UN GIUDIZIO come l'acqua d'm}a pozza nel- i baffetti di lui le ,ollcticnva_ darsi ad ogni scompartimen- la quale sia stato gettato un no la pelle. to. Le luci erano già accese: sasso torna tranquilla. men- Ad un tratto le loro labbra nel secondo scompartimento tre gli ultimi brividi còrrono si trovarono congiunte. Il gio- c'era una ragazza di corpora- d • M • MO llJ• verso la sponda. vane le senti morbide. cede- tura snella. che indossava I 1 ar1n o re Con lentezza il giovane al- voli. Bnciando~i si stringeva- una maglia verde e una gon- ,i!ìf,llb_..._ lungò una mano. Sentiva no le mani. Quando si sepa- na multicolore; nel terzo e H presente racconto fa par- senza molto rilievo, che fini- l'aria come una sostanza den- rarono. la ragazza a~eva un nel quarto scompartimento te d'una Taccolta che, sotto il scono per conquiitare il let• sa e sHorò con la punta delle po' d'affanno. Fu lei ora a non c'era nessuno; nel quin- titolo Racconti di giovinezza. tOTe stucco degli orpelli e del dita il velluto del bracciolo. cnrezzargli la mano. e st ava to c'era un uomo di aspetto è stata segnalata al PTemio «difficile»· Questo lettore Un leggerissimo rumore gli con gli occhi Fpalancati. se- severo che stava ritto sull'io- Oeiedda 1958, e su. cui Ma- preferiva ormai ammiTare rivelò che la ragazza non dor_ guendo col corpo il dondo_Ho gresso, come per impedire a rino Moretti. (che era Presi.- « in sordina >i piuttosto che m.iva· ebbe la sensazione del del treno. li giovnne l'attirò chiunque di entrare; nel se- dente della giuTia del sud- aderire con maggior calore corp~ di lei teso e rigido. e nuo_vamente a l>é;_ mentre s! sto. al di là dello sportello detto Premio) ha dato il se- dopo aver dovuto coTTere pa- ad un u·atto s'abbandonò con baciavano ancora I loro denti chiuso, due ferrovieri. seduti guente giudizio: Tecchi rischi. H Tacconto mi~ una specie di sollievo. gel- si urtarono. La ra~azza ebbe uno di fronte all'altro. discor- « Non mancano nella Tac- gliore è Idillio. fatto QUC181 tando indietro il capo. La sua un s1:1ssulto e senti le labbra revnno animafamente. gesti- colta cose molto buone _ tra d'u.n solo dialogo: due giova- mano aveva urtato dapprima di lui dls_tendersi in un sorri- colando. le pitì. fresche ch.'io abbia ni parlano con spontaneità nell'avambraccio e poi aveva so; ma rimase seria, Più in là cominciava la pri- lette di Tecente d'un giovane non meno autentica e sugge- incontrato la mano della ra- Ognuno con la testa appog- ma classe. Il giovane guardò -, senza novità apparenti O stiva di quelli d'uno dei rac• gazza. calda e umida. e l'ave- giata nel suo angolino. stette- con la coda dell'occhio se la che facciano spicco, ma scrit- conti del primo e miglior va stretta. Protese anche l'al- ro . cosi per molto tempo, valigia era sempre dove la te con un garbo stilistico, pur Pratolini >i. l\lario Picchi tra mano e carezzò dolce- strmgendosi e accarezzandosi oveva lasciata. e tornò indie- mente la palma di lei. 1 1e lo~o mani. Tutti gli altr! tro. Vide la ragazza sporger- L_-------------------------------" Ella si sentiva il braccio dormivano. e ogni tanto s1 si nel c~rridoio e r.itra~si. lreva in aperta campagna. Il va il respiro della_ l'agazza. capiva bene che età avesse. del giovane premuto contro ~e~~~~:a~~~ s~spir~~do. Il ~~ Q_uand'egh entrò ella: m p1e: giovane disse: Gu~rdò davanti: j due sp<?si forse ti·entacinque anrti. il_fianco; lo senti Iar~ un mo- tende tirate· e~e c ~~~~;z~on~ di accanto al fine st rino. iru _ Spengo la luce? dormivano l'uomo rann1c- Le ore passavano lenta- v1mento con tutto 11 corpo, d 11 t . ' ga"."a in una bor:ja poS t a s_ulla Nessuno gli rispose. Allora chiato nell~angolo e la donna mente. Venne il controllore, come se si alzasse e si sedesse s!e~te r<;> 81 1~, J?ar~vfi" 0 tra– reticella: era snella. le li~ee abbassò l'interruttore e si ac- distesa. con le gambe allun- accese bruscamente la luce, di nuovo. La gamba di lui scomp;;~. a at1a e O ~tesso del suo :orpo erano _morbide cese la luce azzw·ra. Poi si gate nel posto dove prima e i viaggiatori sbattevano le era attaccata alla sua e il l'quido 1 unen °· c~m~. In un e aggraziate. l_amagha ver_de sedette. si aggiustò i calzoni; era la ragazza e il capo pog- palpebre porgendogh I bi- calore della carne ti·apassava L d eggf?~o ed ui _ is 5 imo. l~ mod~llava 11.b~ st o. Il. gto• nppoggiò la test~ sul vellut?. glato sul grembo .del marito: glietti. Appena ebbe richiuso la stoffa. . ca~o ~~~agr~~bo 0 ~~:ar~~~ ,:: 1 1 ;;i; 1~~~~!n~~ ~~~e;:i,~ee~: A qualche centnnetro senti- come su un guanciale. Non s1 lo sportello, con un rumore Sua mi.dre. accanto a, lei. sospirò forte e 1-i mosse; un d'occhio lei. che seguitava a braccio le penzolava giù ver- frugnre nella bocsa e armeg- f• O i.■ .a J 1'l1 J• J .e< .e< JI J ■;i JI J so il pavimento. attaccato al- giava con un termos svitan- • 1.1• .tJ1. 1~ J '-' '-.I O ' la g~mba dell'uomo. Nel vol- done il tappo in forma di * tar~1 afferrò 1~ gamba e la ~:~ci!~~~iÌo ~~c~im~-on uscì ~~r~~~~-ton :':iar~\o ~t sc~r;:P\~ Il giovane si lisciò i baffi L'OSTERIA NEL BINOCOLO collo distorto. come i gatti sottili. Voltava le spalle lla quando s'acciambellano; la i~f.~z::;,i ;fnfic~~~~c~n~'.';,o~o;; . . ~u:n::~t~e~~e:gt~:vi;,,r;~;i~~: girò e cominciò a guardarsi sala sulla. guancia della attorno, con l'aria di voler donna. ~c:ig!~;r~d~ro,'~f~f;.~:~::.~lit deg11· scr1·ttor1· contemporanei· té:O"o'.~~o:~h;.~!:~;_·n~~·.~'. cnpo, esaminò i posti d'ango- ? 1to si slanciò in avanti con lo, quelli di centro. guardò impeto maggiore quasi scalpi- di nuovo la ragazza che si tan~o: le teste dei due gio- :frain~e~u~f s~~~~~et.o n!l1an~f~ * ;:t~ 1 i~t~~t~~: fi°~~~~a~ae ~:= ~;~~~~~a C~m1~~!~a /isr~~\-ia~~ Le poche oslcrie che restano, non ancora in laccate dal furo1·e cosmopolitico oggi in voga, ~~~~~vatmlap:C~l";~vi~~ci~~ll~ la rivista che aveva con sé andrebbero couservate, frequentate e odorale come una rosa al naso. E quelle ormai irrime- mani della ragazza. con la : 0 d~~~aui~cf~c:a.parve immer- cliabilmcnte perdute, andrebbero conservate nella memoria come un fiore tra le pagine. A ~~t~t~I fe~~l~n~i~e/~~~~v: 11 ~ Mancava più d'un'ora alla sfogliarle, occorrerebbe il binocolo di Baldini: un binocolo rovesciato sul tempo rispose con timidezza, muo- partenza; il marciapiede era vend~ appena la mano; tene- deserto. battuto da radi passi * va gh occhi chiusi e si senti- ritmati; ogni tanto qualcuno va prendere dal sonno. Ad saliva. una testa s'atlncciava cli ELIO l?I LI l•l'Q A CCRQCCA un trntto senll la mano del nello scompartimento. Entrò giovane tarsi più pesante e \lna donna unziana. col viso • Pippo Copclla, bevltore prendere la città alle spalle sua parlicolarità - che il do si. è su in cima, a destra re..rmarsi inerte sulla sua pieno di rughe asciutte e con- fino. a11alfab~ta, . vecchio « uscendo dall'Osteria di cliente- bovesse òa solo; e c'è ò una distesa di rouì t.avoli, gombo. Ritirò pian piano il centriche. e un fazzol~tto ne- galaiituomo, dt lui ml re~ Pio Quinto sulla via Aurelia da. ctedere che sta mo1,to, in mezzo una casa con una braccio e s1 appoggiò al brac- ro in capo. Sedette di fronte ~ti~tàr~1lt:er~el 30 ~~~~!,i~a ~ Anti:a, con, ancora sulla liJ?· l'an~ico proprietario. d~lla vecchia ,canoya che è il cu<;>-ci_olo, premendo la testa in- alla ragazza, a un posto di gua il prurito del buon cacio Bevttor1a frascatana, i.I g1or- re dell 06ter1a, un vecchio dietro. distanza dal giovane. . O~correreb~e anch~ a noi p~cor~no, cJ:ie la faya fresca no in cui, appena desto, non cuore che doveva ba~te.r_e .Dop? qualche secondo le - Quanto manca alla par- 11.~mocol? d1 f\,nto1110 Bai- e 11vmo det Castelli non han ebbe la, forza e, la prontezz~ qua~do ba~t~va quello~ P1- d_,ta di lui si rifecero vive. e tenza? - chiese alla ragazza. dm1. A lui serviva iper guar- saputo temperare•· com era sohto fare ogm nelli, e a SlJllsLra un antico e si mossero con cautela stri- - Più d'un'orn, _ rispose dare dall'alto di, qu~)la gu: .l!~ors~la be71 :io.na, trionfale, mattina. all~ se_tt.e - di a(: g:ande pallaio, da ~ui pro- sciando sulla gonna. EIÌ~ mos– costei guard::mdo il suo oro• stosa prosa che e • S 10 fossi solttar1a e Vtgllante forma (&i·are .il bicchiere colmo di viene regolarmente 11 suono se h.1tt'e due le braccia ._ logino. papa ... j le tavole apparec- del Cupolone non ~i scorge ca1U1el1ino preparato fin dal- delle bocce che B'urtano e prese la mano del giov · t -,. Madonna mia, non vedo chiate all'apc1·to dell'osteria più, ora, «con la sua palla la sera accru~to a~ letto.. q~alche. esdamazi~ne de! le sue e la ricominciòanae c~~ l'ora ... Come mi stanca aspel- d~l Tre11t~no; la stessa oste- dorata e le ~Ue om~r~ d«:lla L~ n_ostalgia e 1.l runpmnto g1oca~on: ~ sull~ dtslesa dei rezzare; poi si protese avanti tare... ria, che 111. un_a •cronaca,. lanterna, dei con~h1ghont e per I r1lrov1 che vanno a ma: tavoh e ~u1 i:nw·1della caset- col busto e 10 guardò di sfug- Seguiturono a parlare sol- dcl,la IHu~trazwn~ ltahana! delle ~tur~ ~; ne esso sor- no a m:a;no _scompaxen~o s1 ta e sullant1co pallaio ~orre gita: trovò il suo volto vici– tovoce, chine l'una verso l'al- co~1 desc~1~eva I autore d1 prendera p1u 11 nosi.ro _sguar: [~n.?o p1~. v1v1. in ~~esh_ u~= verde, polver~so, scarm1glta- nisslmo. simile a una bianca tra: la ragazza ogni tanto M1che~acc10. do con. q_uella sua iC?tma dl Lmu anni m cui la c!ttà stes I to, un p~golal? pazzo che, macchia sfumata d'azzurro guardava di sfuggita il gio- « Chi vuol cenare a un I co1.1fidenz1alev':ne.raz1one per sa va trns(orm~ndos~ e. allar- co1:1e nell od~ di Keat.s, m~t- Chiudendo gli 1 . . · vane passo da Benedetto XV vada cui, allora, sp1e<:ando nella gando 1 p1·opn con!uu. te il sapore di Flora, dei ve.r. appen occ 11 ~ 1 mosse ~-. Hai freddo? Vuoi met- all'osteria del '.frent~no, tra ~olitu~in~, ~reva ~eduto tr,a Le ost~de che ancora con.- di campi, 'Clelia danza, del ~rima ai ba:J:t~? e tnc?ntr~ terti qualcosa sulle spalle'> _ la Porta Ange!1ca e 11,colon- 1 carciofi e 1 cavo_ll. servano 11 C?1~1·edel. tempo ca~to e dell'abbronzata alle- le labbra. 1 pungenti, poi disse la donna anzian · nato di San Pietro. D1 tra Je Dentro e luor1 le porte e della trad1Z1one (sia pu1·e grm •· 11 t e . _ No •n t ab . _ colonne arriva la lrescw·a della città, l'osteria era an- ammodernando Je propri~ in- Ma non è solo iPoste.ria che taie r no scivolava s~lle ro– . 0 · mam rn. s O enis del fontanone di destra. A cora la regina dei quartieri time strutture e i propn ca- si perde. Con essa ormai qua- ·i'i, come una _torpida an– sim ··· , . . . destra' abbiamo alte mura e della campagna. Una regi- ratteri) si vanno sempre più si del tutto scompa..r~e la gui • 1 · A mon:ienti pareva so- l P~\SSl s~. 1 marcrni.H~dc 81 meJ·late. Sopra il capo abbia- na di origine popolare, al cui assottigliando. morra e la passatella: mal- sp~so nelParia. a momenti f;:icevano piu frequenti. En- mo il Vaticano, altissimo nel !ascino piegava volentieri il L'osteria romana subisce la g.iocata, la iprima, dal Man- P?reva percor_rere le proCon– trarono ~!tre persone nell~ cielo che s'empie di stelle. gomito anche il fine lette- metamorfosi deMa citt:à si zoni, e «regolata•• la secon- ~htà. sot~omarme, ove regna scompartime_n~o: due . sposi Finalmente lassù, sotto il ralo. . tl'Us~o1·ma; ma nella lrasfor- da, dall'esperto Giggi Za- 11 silenzio .. Dalla t.enda tesa con 11_ olle v.lh~ e. un gi~v.in_e buio cornicione, s'accende «Le scampagnate, le gite maz1one perde l'atmosfera m nazzo. su_l ~ne_strmo venivano ba– col ,·iso rosso il q~ale si '"!1 1- una [ineslra. Che distanza, in canozzella iuor di po1·ta cui essa ha sempre vissuto; E' il gusto per da sana alle- ghori di _Iuc_emorta. Il gio– s~ a sedere.~ subito comm- da quella finestra a que~ta o ai C~s~elli, ~- scriverà _Li- pe~·de l'aria che _essa ha 1·e- gre~, per la spensierata vane usci: . Jl treno corre\'a ciò ~ dornrn e. Dal .fin.est ri• tovaglia bianca, a questo b1c- bero B1g1areLtt 111un capito- spll'ato per secoli. euforia, e la possibilità di lungo la riva del mare: in no ~i~mgevano :um~n ? 1 car- chiere d'oro colato! 10di Roma borghese - le ot- • Quello dell'osteria - av- scoprire l'autentica vena del Condo alla calmissima diste- rell! 111 moto. di voci. d1 spor- • Ma s'io fossi il Papa e tobrate e le escursioni con- verte Palazzeschi - è amore cuore umano che si vanno sa. dell'acqua due isolette telh che sbattevano. quandomai potessi con ~': viv!ali da Scarpone, _al Forte in~do. Molte. di ~s~, e_ J?ro- perdendo, 0 per lo meno g:ige quasi si fondevano col Il giovane aveva accaval- binocolo guardare quagg1u Ad1grat o alla Baru.·Jera No- prio quelle 11 cui 10dmzzo vanno rarefacendosi. Altri cielo rosa. Fra il treno e il lato le gambe e seguitava. a con qua~e appetito si ~angi~ menta1;8:i perfino la ricor~en- corre sul!'! b~a di ogn,un'?, sono i richiami e gli alletta- n~a~e verdi ~iar~ini. palmizi leggere con grande attenzrn- e che vmo s1 beve, m1 farei ~a pohtlc.a del_ 1. n:ia~g10 e sono oste~1e d1 nome e d ':'-hl- menti per l'uomo che oggi r1_tt1 con~ro 11 c1elo, casette ne. Aveva abbassato la rivi- venire tutte le sere la cer.a 11. P.ellegrmagg10 rehgtoso al l?, non d1 fatto, ed è aspira: mostra di preferire lo stadio bi.anche in una luce immota. sta in modo che il suo viso su dal Trentuno•. D1vmo_ Amore, a?C?m~ma_va- z1one d'ogn~na per amor. d1 e il cinema O la gita in mac- Giganteschi ulivi si piegava– non fosse coperto. Di tanto Era il tempo della Ronda, n? iac?mente _artig.1am _e 1m- guadagno d1 t;rasformars1 a china. no verso il treno silenzioso. in tanto alzava gli occhi e li dei Sette Savi che trascorre- p1eg~t1, operai e piccoli bor- p~o a .poco m. restaurant! Non che l'osteria_ la sa- agitavano silenziosamente le girava attorno: guardava il vano ogni s~bato sera sotto ghes1 "· . prlll"!a r111cant~cc1ando e po1 cra taverna del romano e del fronde scure. giovane addormentato. al suo l': l?er~ole d1 Arman~~ Spa- L'oste1:m manten~va an.~o- caccia_ndo tutt,1 col~~:o che s~- romanizzato _ vada ormai 11 giovane accese una si a– lìanco; gli sposi di fronte. che dm1,. pittore e. c~v8'1.1e1 e, al- r~ _alto i_l suo fascino all lll:- no am11:a dell ostetfa, e sosll- contando i 6UOi fedeli (e tra retta. appoggiato al vet~o leggevano ognuno per conto la villetta Panoh, dove que- c1p1ente invadenza del caffe. tuendoll con quelli che ora- essi s'annoverano non pachi Ud" 1 11 • suo. e quasi pareva che non gli uomini all'antica si. riu:o- L'aume~tato numero dei ?ai·, mai s_ono presso a J:>OCO in letterati e artisti, frequenta- ra;az~as~~r;~c~n~~o~r~~r ~el•~ si conoscessero; la ragazza va vano per .salutare 11 tta- nel penodo che. dal ~rim~ tutto 1I mondo e n:>n lllteres- tori assidui e scopritori tena- tero n · S .t nel suo angolino. col capo monto mangiando e scolando doP?guerra rag, -tunge.ra . gh sano nessuno, o s1 contenta- ci di locali dove _ potrem- mentr~ poco senza P.arla1e. abbandonato sullo schienale le. q~attro n?ture tn~l"'le. co.- an~~I attorno -~l. 40, sopr,1an- no lr? loro. E se ~no credes- mo dire con Baldini _ il vi- giungevi~~o r~~:parllmento come se dormisse. e con gU st1tu1te dall uva, da1 f1ch1, te~a le oste~1e. non p~u la se ~ aver cono~c1uto _Roma 110 non s'adultera, né vi si di voci. e soffocato occhi aperti; e la vecchia, dalle caldarrost«: e dalle bot- foJ~tt_a ma 1espres_so _dtven- b8:zz1cando. quei locali sba- adultera l'animo); ma è pur V , . ferma e rigida. con le mani tiglie ~i buon v1;110. . tera Il pretesto. e _iù sun~l_o gherebbe dt gro~so, se ne an- vero che l'osteria, quella ti· un~ra:t: ron:ia. - chiese ad abbandonate in grembo e gli Era 11 tempo 111cui !3-oma dell~ co~versaz~om e dei n- drebbe con le pive nel sa_cc.opicamente romana, va gra- l g1<:>Vané. . occhi lìssi sulla figlia. 11 qua- veniva percor_sa (da cht rag- trovi am1chevoh.. . . s~nza sa~erlo, portandosi 11 dùalmente mutando la pro- - .No. scendiamo a Napoli. dro del finestrino era tagliato giungerà di h a poco la fa- Nu<?ve_ ~ost~uz10111, nuovi ricordo d1 una Roma ba~t~- pria effigie; si lascia cioè tra- - nspose I~ ragazza. guar– obllquamente dalla massa n:ia di !"Ielafumo .se non. la quartlen s1 spingono verso la da e non sapendo che sia il sformare nell'intima sua es- dando. avanti a sé. fuori del oscura della pensilina, sopra tiara d1 Papa M1chel~cc10) ~~mpagna, dov~ m.olte oste- san~ue :omano"· . . senza; si ammodernizza e fin~tri~o. . la quale si vedeva un lrian- a palmo a palmo, a ~1cco1e lle ~el. suburbi? s1 trovano, S1 perdono « pe~z1 d1 Ro- cerca di assumere toni che ~ sua madre quella si- olo di cielo stellato. tappe, e potre.mm! '. d1_re - quasi 11:1provv:15amente, a! n:ia,. che scompaiono_ d8:ll~ più non 6 ono popolareschi e gnora.. . g U r t · b 1 senza peraltro mmuruzzare centro d1 nuovi agglomerali vista come personaggi v1v1, rionali - S1. E lei dove scende? a no s~ossone ece I a a - scoperte. d'altra ~,a tura - di ur~ani_. ~ il fenomeno non c~e son<? par le di noi stessi. · . . . - A Roma. Ci sono già 1• re tutti. ~t~vano attacc~ nd ~ osteria m osteria, dent:o <: puo d1l'S1 veramente ~onclu- Lt perd1~mo, a v_oltei senz_a ~ra st eveie, San Giovanni stato una ,1olta ... la locomotl\a. La madie SI Cuori Porta col gusto d1 chi so La pergola cede li posto neppure 11coraggio d1 nomi- Trionfale e San Lorenzo, D Il era asfopit? e si deS t ò di so- sa apprezza're l'oro verde· del al ·;offit~o jn muratura, quan- na~li, quasi a "'."olerne rac- mantengon~ i_n vita d<;lle giunage~,a~~o~;Ni :in:iiaperto prassa ~o. spa~,entata: . vino che da esse trapela. do non e costretta a far luogo chiudere in noi 11 ncordo; e belle ecceziom, non foss al- . c1. - Siamo gia partiti? . Segui.re Baldini passo pas- al piccone e all'escavatrice. solo a farne il nome è co- t.ro con. l'~pporto del~e loro .- MD:donna mia. ~iutateci. - No. no, mai:nma. ma ci so, da una tappa all'altra, co- Scompaiono le vecchie in- me se stracciassero fin la no- c~atten stl che Ies~e d1 quar- aiutateci voi ... - diceva la manca poco, - r1spose la ra- minciando da quell'« antico segne, o cambiano col nuovo stra memoria. tiere. Nelle vecchie zone P?- madre. gazza; e °:el ,~edere ~a madre cai·ciofaro ai Giubbonai·i • proprietario le ru1tiche de- « Il nome di quest'osteria pol~resche anco:a . al~gg1~ 11 giovane seguitò: c~e non riusciva a nprender- che era Leone il Giudio, sino nominazioni. romana non ve lo dirò - la figura del Belh, d1 Pmelh - Ho dei parenti a Roma. si dallo stupore e resta~a con alla pergola di Sanl'OnoCrio Tra le «figure,. tipiche di scrive in un'accorata pagina e Pascarella, ma costoro A Napoli invece non conosco la bocca spalancata e 11cor- gremita di roselline bianche, un'epoca, ecco quella di Feli- Mario Praz - perchè que- av,rebber~ da pe~are non PO- nessuno, ma ci sono st t po teso. non poté trattenere o scivolare all'osteria di Cia- cetto come ancora la l'icorda st'ambiente ha i giorni con- co. per rmtracc1are le pro- _ s· 1 b. a o.... un sorriso, e mentre sorride- vattella dalle parti del Co- l'autore di Carte -romane: tali ...•. Il piccone fotaccherà prle. "'."ocinei locali dove la cev 1 1 ' endra. su ito. - d~– :7a !anciò un'occhiat.a vers~ losseo, o risalire sino ai « L'osteria di Fel.icetto, che la base del monterozzo su cui Lrad1z1one, ql;latta quatta, va glie~t a ~~a re. - ho un. bi- 11 giovane. Anch'egli, e poi «confini• di Invidia crepa, si ornava di una insegna pre- essa sorge. Ce la descrive mutando radice. -~ . 1 r_accoma nd azione la mamma sorrisero. . dei Buoni amici, dei Tre Pini lenziosa letteraria - Bevi- soltanto, come un innamora- Nulla da dire .• Questo è per 1 pn~ario... . . Il treno si mosse. La vec- e di altre degne osterie « do- toria frascatan.a - stava in to descriverebbe l'oggetto il destino - scrive Carlo :-- E' di Messma lei? - chia parve sollevata. si ri- ve ancora non s'adultera il via Mario dei Fiori, dal lato del proprio amore senza mai Belli a proposito della lenta cl~iese la ragazza spostandosi volse di nuovo alla figlia eri- vino ..: è come un rkhiamo di Via Vittoria. C'è ancora nominarlo, con dolcezza e scomparsa di un'altra osteria d. 1 qualche passo. fino ad ar– cominciarono a parlottare. Il di nostalgia per i luoghi dei l'osteria, ma adesso si chia- delicalezza estreme: quella dei Tempestini ali; ri.vare all'altro finestrino. 11 giovane piegò la rivista e use· giovani anni, percorsi in ma Da Flavio. Felicetto è « Si sale per una rozza gra- Acqua Acetosa ~ il destino grnvane la segui. Ora la voce nel corridoio a fumare una compagnia di savissimi ami- morto da un pezzo, crollato dinata di legno, dai gradini riservato, presto o tardi, alle della vecchi~ giungeva più sigaretta. ci o in solitaria mat,ui·azione sotto il peso dei suoi cento- a sghimbescio e di taglio, che periferie amene. Anche con debole: quasi incomprensibi- Quando rientrò. la ragazza dei propri pensieri. venti chili di carne e i colpi sfuggono incerti sotto il pie- il cruccio nel cuore, non si le; essi non la udivano: aveva cambi?to posto: s'era Op~ure, ecco un modo di di ~~za delle ~ue sbornie de, ~nde si è costretti a soste. ELIO F. ACCROCCA - Mi. hanno detto ... due 0 ?\!arino Pa.rentI: • Verso Mon.tepulclano • messa tra lui e la madre. e scoprir Roma, un modo tut- quot1d1ane "· Egli non per- ners1 alla rozza balaustrata tre mesi ... guarire .. L-------------------------------' pare\'a assopita. II treno cor- to baldiniano, come quello di metteva - ed era questa 1a per non .inciampare, e quan- (Continuaa"° pag, 8) l\lARIO' PICCJU '

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