la Fiera Letteraria - XIII - n. 43 - 26 ottobre 1958

Pag. 2 LA FIERA LETTERARIA Domenica 26 ottobre 1958 Diego Martelli. Prendete m mano un qualunque libro nel quale si parh di Telemaco Si– gttorini incisore e trove– rete elencate e citate fra le sue oprrc. le acqueforti per 11n 1iotumetto di Sto– rielline dl Diepo Mart'cUt. mascherato sotto il nome di Carlo Volterra. VETRINETTA IL "PREMIO CITTADELLA * di 11LADI.JIIRQ CAJOLJ Sarebbe bastato leggere v II periodo per capire che del l\1artelli. 110n potevano essere. cL·itando cost un affronto al pol'ero V1Jltcr– ra. che visse e vestì. panni, novellatore scarso, ma non per questo indegno di es– sere iscritto all'anagrafe con un nome e un cogno– me onorato. SANTO MAZZARINO, !,a. antico dcli' illustre storico di un volume di saggi, ta la. loro capacità di dura.re, fine del mondo antico. catanese. D':iltra parte. poi- ferita e t'areo, tradotto nel struttura (Terzo Programma Radio- ché la critica specializzata Hl56 dal Garzanti) e di un a.stu.zia. arrtimento, anzl teme– fonico. martedì. ore 19). s'occupa quasi esclusivamen- semitista di fama mcndia- [rità, aiuoco In una rubrica dedicata te di programmi leggeri o le. n cui è stata o.flidata la - entità elle segnalazioni librarie. televisivi, ci par giusto ri- cura di pubblicare i celebri essenziali - son forse fuori luogo le con- chiamare l'attenzione degli testi del Mar Morto, questi elementi co3titutivi delt'archi– versazioni radiofoniche. Di- uomini di cultur.:i, sui pro- due libri rifanno la storia [tettura ,., ciamo allora che questa è grammi del Terzo, che van- romanzesca, quasi gialla, In questo tono !ra Urico un'informazione prelibraria, no acquistando da anni sem- delle vicende che hanno por- e polemlco, son commentali perché le Edizioni della Ra- pre maggiori benemerenze. tato alla scoperta dei ma· le be11iss.ime fotografie e i dio pubblicheranno presto Esse non riguardano sola- noscritti nel Deserto di Gi.u- disegni. i.mpoginali da 11o il ciclo La fine det mondo mente la possibilità oUer- da (gl'Jtaliani ne son stati stesso Corbusier. II quale, a MARINO PARENTI ,--------------------; ~~g:ati~tt~ri~ich~~~~tor:~= ~n:~;:a~\ a~f~~l:a~i:~;~t~~ ~ri~!~~è e ~f"J~rfo~in: \ t~ L I I t • 1 zioni ragionate, poesia e mu- I\lillar Burrows, pubblicata dramma•• e quarantacinque anlora ee OSI e siche selezionatissime. ma si a Milano dal Feltrinelli. Più anni dopo, rinunziando agli qualificano come felici sti- tecnici, l'informazione con- e schemi ortogonali e ai vo– moli e provocazioni, per- tenuta nello scritto di Sa- lumi cubici•• tornava alla (Continua da pa,. 1) tezza (attribuisce a Sartre" un detto di Baudelaire; a l\Iérlmée un'azione scorretta. e non è nel vero). con una sua puntuta chiarezza, al d1 d'oggi addhittur~ stupefacente. Ha letto tutto o q~asi. Dutourd .. E dei !atti, anche dolorosi. della sua v1ta non gli è nma~to # troppo di amaro o cattivo. In fatto di stile. non gli è rimasto il piacere. fastidioso per chi legge, dell'oscu– rità: sovente. come disse Croce. risultato di confusio– ne d'idee in chi scrive. Il nostro scrittore ha disposto un centinaio di articoli in ordine alfabetico: ma non soltanto per questo mi è venuto fatto di ricordare il « Diclionnaire :o di Voltaire; e. potrei aggiungere. le varie edizioni del « Dizionario estetico n del nostro Tommaseo: lettura a momenti corroborante. come era giusto fosse quella di un uomo s!ffatto_. a volte contristante, quando il p-an dalmata s1 lascia troppo andare all'amore della polemica o all'odio per qual– cuno: per il Foscolo. dico; e cotesto nome può bastare. Tra Je proprie opere. elencate con cura, il Dutour~ definisce « poema ,i quel libro miscellaneo e zeppo d1 cose geniali che s'intitola « Les taxis de la Marne»: e che parla della guerra e dei costumi del nostro tem– po con polemica originalità c~iara. non priva di a~– provabile bizzarria. Stavolta. 11con.tenuto d.e~suo li– bro è definito dal sottotitolo: « Essai alphabetique sur la morale et sur le style >), Uomini e tempi; opere let• tera.rie e scrittori; esperienze di vita e preferenze e idiosincrasie s'alternano in saggi di sei o sette o più pagine e in brevi citazioni di tre righe. Il dono più bello del Dutourd. scrittore che diresti non prenda in mano la penna se non ha ragione di ammirare o di bocciare. di lodare o di rifiutare. è quello di una ca– pacità eccellente nel tagliare i suoi articoli. E davvero nessuno mi è sembrato troppo lungo. Nemmeno quel– lo sul Courteline. ch'egli apprezza molto e mette, in minore. col Renard, accanto a Molière. E se il lettore frettoloso andrà a cercare gli articoli che si riferi– scono a idee generali: « Avantgarde ii. « Gaieté >), e Gratitrude • e l01P3.tience •, • Tolérance >l, per fare qualche ese~pio. non sarà deluso. C?n l'ai;>pog_gio ~I aneddoti o favolette. di apologhi e d1alogh1 bnllant1. lievi. che sprizzano intelligenza e una rara specie di felicità: quella dell'uomo convinto del proprio modo di vedere, il Dutourd dice quello che pensa; e non succede mai che non abbia da dire cose sue. o di ci– tarne cli altrui, da ricordare. Il Dutourd è religioso. E crede nella sua Francia e apprezza la lingua francese. che considera, in assoh:'t?, la più bella del mondo. DiscotTa del cavallo. d1v1- dendo la storia del mondo secondo la guerra o la scaduta importanza del nobilissimo corsiero o di Gio– vanna d'Arco, sua eroina prediletta; di Kafka, che definisce ineccepibilmente o di un eroe mitologico come Ercole, traendone osservazioni attente; della « Science Fiction» o del prediletto « Mérimée. di Ro– bespierre. («E' Ubu. con la macchina da scervellare, ma un Ubu senza giovialità, e ohe non scherza su:11~ sue ecatombe l>); della Bastiglia e di Don Gi_ovanm (e preferisce Don Juan de Manara al Tenorio: per ragionevoli e ben esposte ragioni); del vecchietto rag- f:~(zL~a~o1;:ci!~0g~:~~~~~ ~ ~~~1f;:.n~f ~:ct~~r~elè umoresco o serio al giusto. Ha un suo stile un po' sec• co e risentito, che tuttavia non ri!ugge. se un p_oco egli si scalda. da una ragione~ole em~zione,- E' p1ut: tosto un entusiasta che un gelido; anzi: gelido non e mai. E' uno stroncatore equo. se cosi posso dire; ed è difficile che un lettore di buon senso non si trovi d'accordo con lui. E del buon senso ce n'è a iosa. in questo libro; il suo autore non lo teme affatto; come non teme i luoghi comuni: dai quali. tuttavia, lo al– lontanano l'originalità nativa e un gusto acuto del paradosso: del quale. savio. non abusa. Una definizione breve ed esatta di questo Ebro illCOPS\l~to ed eccezionalmente vario. di questa rac– colta di idee tutte divertenti e tutte pervase di cul– tura fine ma non troppo eterodossa. potrebbe darsi in poche parole: da leggere e da rileggere; da tenere accanto. Se non tutti i consigli del Dutourd e le sue affermazioni potranno trovar consenziente la massa dei Jettorl più avveduti, disapprovarlo in qualche par· ticolare non vuol certo dire rifiutarlo. E mi pare che non sia facile lodare di più. uno scrittore non sempre contentabile; e che ha a propria disposizione una bon– tà schietta (vedi l'articolo « Vengeance ))), ma che non è privo di disprezzo o cattiveria: quelli eh~ oc– corrono a fare un uomo vivo. oltre che uno scrittore piacevolissimo. Qualche esempio? A pagina 124. un'affermazione che da noi. dopo l'opera di Croce. sarebbe assurda addirittura: « Una delle peggiori debolezze della cri– tica moderna consiste nel trascurare la forma delle opere d'arte e nel non considerarne ~~e il cont~nuto. Reazione. senza dubbio. contro la critica tradizionale e classJca. che coltivava il difetto contrarlo n. E qui è una delle rare ingenuità critiche del Dutourd; che a volte lo rendono ancor plù simpatico. e a volte fanno venir voglia di farlo tornare a sua scienza. Spregiatore dell'Accademia e dei professori. il Du– tourd non è tuttavia un eccentrico. Ho già detto il valore del buon senso per lui; e potrei dire: sovente, dell'opinione dell'uomo comune. Ma questa mistura di eccezionale e di risaputo fa del libro una cosa sola e perfetta: se perfetta è un'opera che dà. parlante. il ritratto del suo autore. Nel reagire alla dep:orevole moda che vorrebbe im– porre ai lettori francesi le opere complete del ne– fando e noioso marchese de Sade. nel commentare un uso d'oggi o certi particolari del tempo di guerra. il Dutourd è pieno d'acume e di fervore. Senti d'avere per compagno un galantuomo: il C'he non guasta mai. sotto ne!ò>sunclima. E sentitelo che predicatore as– sennato. quando s'acc.1lora: ,, Ciò che spiega tutte le sciocchezze che vengono dette e tutte le atrocità che vengono commesse. è li [ritto che gl,i uomini non. pen– sano più alla loro anima. L'hanno dimenticata. Vivono in una disperazione che mi sorprende ogni volta che ne vedo te mani[e!Ztazloni. L'Idea di ,, salvare l'uma– nità 1, materialmente. di conservarle un piccolo pecu– lio. è una di 5,iffatte manifestazioni. e tra le più ca– ratteristiche. Mostra che l"uomo non conta più che su se stesso. Che solitudine! Per uno spirito che abbia appena un po' del religioso. e.Ysere salvato vuol dire tutt'altra cosa. e indicibilmente commovente». Al semplice lettore. uno dei consigli del Duto~rd: legga un libro che io non ho mai nemmeno s!ogl1ato, ma che ordinai al libraio dopo averne letto l'oculata. spassosa e convinta apologia del Dutourd: leggete il 11 Faublas n del Louvet de Couvray, Non domando. I.o. di meglio che d'eFsere d'accordo con lui anche m questo. Che poi « Le soulier de satin ,1 del 11 grand poète 1> Claudel sia da i:netter. a:car:ito all'« Amleto,, e all'« Enrico V». non m1 sentire, d1 affermarlo. Ma è qui una delle ragioni di ci•:',bio che insaporano una lettura come quella del libro nuovo di Dutourd; e che dènno maggior valore al nostro consenrn. ALDO CAMERINO "---~--------· ché il Terzo sa condurre balino Moscati. I ManoscTltti commozione ed agli impulsi al microfono uomini per lo ebraici del Deserto dt Giu- creativi, congrui con quella più inaccessibili alla cultu- da, Roma. Istituto per lo definizione ammirata. ra non accad~mica e non Oriente. 1955; e l'esame sto- Ma tutto non fu dramma. u.ffl~iale. Slamo certi che rico-critico di S. Mazzarino. nell'occasione di cui parlia– un giorno non lontano, un in :ippendice al Trattato di mo. La commedia v'ebbe bilancio della cultura na- Storia Romana, II. Roma, una gran parte, e ci piace zionale dovrà includere il Tumminelli, 1957). Ma i li- riferirne una scena, con le Terzo fra quei Centri. di bri dell'Allegro e di Wilson le parole medesime dell'au– solito costituiti da Univer- non si limitano al raccon- tore-protagonista: .sità, Istituti, Accademie... to di quelle vicende, che e Dieci giorni prima della che indirizzano determina- ognuno può seguire piace- inaugurazione. alcuni gior– te forze a determinate ri- volmente, rol che abbia gu- nalisti e fotografi avevano cerche, fornendo loro occa- sto e senso dell'avventuia; trasgredilo la consegna. Mi sioni e, abbiamo detto, sti- tutt'e due gli autori cerca- ntitr:igliavano 'con i 1or o moli (compreso quello eco- no :inche d'iUustrare l'im- flash. Ho detto agli operai nemico, importantissimo), portanza delle scoperte, se- più vicini: - Se non sgom– nonchè un pubblico sicuro. condo la diversa, Esplosiva berano di qui immediata– curioso. sensibile (sfuggi al- interpretazione che si dà mente tutti quanti, prende– la stampa specializzata, una loro dalle parti contenden- teli per le spalle e... - Uno delle poche notizie serie che ti. La storia del popolo che fui aveva seguito persi– si potessero trarre da La- ebraico e della sua religio- no di fuori, davanti all'.al– sda o raddoppia?, quando ne, e quella ste~sa delle ori- tare dei pellegrinaggi, mi un giO'Vane concorrente si gini cristiane sono profon- interpella: - Signor Le Cor– dimostrò buon conoscitore damente interessate a que- busier. vengo a nome del di musica contemporanea. e sta discussione. E poiché nel- direttore della Chicago Tri– dichiarò d"essersi avvicinato le esagerazioni della prima bune, risponda alla mia do– ad essa e poi preparato qua- lettura son state fatte ipo- manda-: per costruite que– si esclusivamente sui pro- tesi arrischiate e avventa- sta cappeJJa è necessario es– grammi del Terzo). tamente eversive, ci permet- sere cattolici? - Gli ho del- Il caso del Mazzarino è tiamo di raccomandare la se- to: - Lèvati dai piedi!•· !~t~~· ~ar:~obe i~~~~t/:1Pc~s~ f,~~e:r~~t~h: s;1~!t"e~~~= ~!!= B.T~~ ~~ ~i/tn~~c:~~~ol~ub- un vasto pubblico, se la Rai tare i frettolosi tentati~i di bli~azioni de. 11a. Bibli.ot~ca non gli avesse offerta que- acca_p8;1'amento fa~ti dai po- Unwer.~aLe Rtzzoh, segnaha– st'occasione. Egli è uno dei 1:m1.st1 dell~ vari~ confes- m~ l'att~so .Ter~o v~lume migliori storici di Roma. e s10111.?ve .s1 Pf:ns1 che per dei Poelt mtnorf detl Otto– forse il miglior conoscitore uno di ~ss1, Cri.sto sar~bbe cento .<nn. 1325-1329: volu– odierno del mondo dell'Età e una remcarnaz1one • d1 un me quintuplo. L. 300) a cu– imperiale. PurtropPo, i suoi Mae~tro di _Giustizia mort~ ra di. E. Janni, o~ero il studi rigorosissimi sono sta- fra 1I 65 e 11 53 a.e., ,qt_1as1P.enul~1mo della ~ene, che ti fino ad oggi confinati in una ~upllcazione m1shco- s1 chiuderà c~m 11 IV: Da pubblicazioni tecniche. Ma lf:tlerana del solo perso!1ag- u.n secoto. aU altro .. Un al– quest'invito della Rai gli ha g~o veramente ~torico, s1 e~- [ettuoso nco:do d! P .. Le– proposto. e quasi imposto p1rà quanto si.~ necessana c~ldano è d~1cato, m ~rmci– come un dovere, la divulga- 1~ prudenza,. C10 .raccoma~- pio,,. alla figura e ali opera zione delle sue preziose ri- d1am~ sull ~utontà. e ~a dell illustre curat~re, scom– cerche. E cosi. già da pa- dott~1r_ia~egli ese~el1 ~egli? parso due anni la. L.a recchie settimane abbiamo quahf1cat1, la cui fatica e VIII p:irte, Terzo romanti– la fortuna di as'coltare le riferita dallo stesso \Vilson, cismo: dalla Scapigliatura at sue affascinanti con versa- ma senza il rilievo che han- Vertsmo, comprende poesie zioni sulla Fine d.et mondo no invece di propria natura di Boito; Praga, Tarchetti, antico. Giungiamo fo rse un le opinioni estreme. Pin~hetti. Borghi, ~hislan– po' tardi, ma sempre in LE CORBUSlER. Ronchamp. zo?': Solera) Fç~ran, Z~n,– t(!mpo per informare i no- Milano. Edizioni di Comu- drm1, . ~amerana. ~ettm!, stri lettori, che saranno mes- nità, 19~7. Pagg. 136. March1h1_, Fo!1ta!1a· Butti, se. in o~d: an~or~ ctque o Les carnets de ta recher- r;;r~a Ri~:~~j 0 ~:, Lt~~~~~'. ~~ud'~~s~r:· mod~~~~ [~~~~~ che J"ltie~te,. ovvero t~ dTa~- Fracca'roH, Cattermole Man- ne, rammentando che i ca- matic_a s ona, auto ,ogr~ i- cini, Ricci Palernò Castello, taloghi delle Edizioni della ~~• f~ u; 0 ~~~=~t~ c~fa~~~ Padula, Arnat:,oldi.. l\•1ilell!, Radi~ lt~~ia~a d~0tie~go~ delle sue opere più discus- ~=l~~r R;~~arrl,GJ:~a~;· ~:!;o~enchnea1~àn'no1 1~:n~or- se: .la cakpell~ da lu; .~~- Oriani, 'ImbrianÌ, CannizzR~ mazion~• critica più moderna ~~ru~~ioa alr;cd=~~z~oeni di ro.• _Lu_cini. !,,a IX: I Parodi.– in ogn, campo, dal grado, baTocchismo con cui fu ac- s~i.. V1~0!1t1 Ven~sta, Guer~ ~ici3rr'?• elementari~ di Cl~~- colta la cappella, il celebre ~;'se~~~• r~::~~gea.laL~o~~ !~oso ~t!~~u!i~~.!~tdo 1Vf~rr:.c~: architetto ha. ~oluto dimo- troriforma classica: Lézzani. ni e di altre collane sag- st rare c~ e, u~ ve~e. nacque Celti, Monti, Ciampi, Nan– gistiche. s~ondo I mo.di d1.U!1~cre:i- narelli, Castagnola, Maccari Ricordiamo anche che è ~~~~ii• da 0 :u~s~:f 1 ~':Il';p~~= (Giai:nb. e Gi1:1s,).Co~sa. ,sa– s~ata ripresa la pubblica- tura de.Ila Seconda Parte. ci lustn •. Novelli, Gno~1: LXI: ~t~n(dt:{;:ps;o'ff. ~ctr~: è dat~ a~dirittura la ~hiave. ~i°s~~;~:c~~niin~t i;~~~=i giaietti: una deUè riviste ita- La rifenamo <: 0 ~serva nd01 ~ ni, Procacci, Nencioni, Chia– liane di più. alto livello edi- la st~uttur~ v1s1va, che s1 rini. Ricci Signorini, Ferrari, loriaJe e redazi.onale) ~ del- pon:iam!~~~~~:~;a~nte come Borg?gno~i, Ròndan.i, Picciò- 1'.4.pprodo mustcaie (diretto ~ chiave la. Pm.elh, Scar~ogho. Il v~- da A. l\Iantelli). lume e. come I precedenti. è la luce corredato di note biografi- JOHN M. ALLEGRO, l ro- e la luce . che e di note al testo. Ab- toti. del Mar. Morto. Fi- illumina forme. biamo voluto dare l'elenco renze. Sansoni. 1958. Pa- E queste for-me hanno completo dei poeti compresi gin~ 252, L. 1.200. uno potenza emotiva nel volume, perché basta a EDMUNO WILSON. I ma- per il gi11oco delle proporzioni ~omprovarne lo ecc~zionale n.oscritti det Mar Morto. per il gi.uoco dei rapporti mte~esse_ e la provv1d:i eco - Torino. Einaudi, 1958. Pa- inattesi. 3t!'pe/acenti non:i1ca tmpor!~nz~. tra ~t.an- gine 148. L. 1.000. ma anche per il giuoco intel- dosi per l? pi_u d1 test, di- Opere rispettivamente di [lettuale spe_r~1o d1fflc1lmente acces- un critico letterario (Wil- della ragion d'euere: s1b1h. son. che ricorderete autore il loro autentico nascere, VLADL,URO CAJOLI Ne.lo Risi, Dlero Valerl e Carlo Della. Corte. Cara cittadina ••• (Continua da pag. 1) dc: bambini ne. cateohismi cattolici, ma spallidiva n'!l!'cm\Jra t' Vangelo, che nella l'essa dc!'· !ereH e d,?~:: L'1 •. (.CE-n;i,passava via mormorato ,!•,! s.:-cer· c!ote come t:.no di questi canali d'acqu;:i. tac::ia soe.o gli intrichi verdi degli ontani e dei salici: la cara Cittadella di Rebellato, che ha avuto la medaglia d'oro anche lui, dal Comune, come ila cittadinanza onoraria Valeri, per meriti civici verso la cuitun. Meritata. Rebellato, in pochi anni, ha i!atto un grande lavoro, d.n ipro de1la cult11.i-ra, e in ispecie della poesia. Lo ha fatto con singolare libertà, e onestà singolarissima; le SUP. edizioni sono un canneto in succhio, canna e foglia lietamente stormenti, Dio 4'airutl e - rper quanto può - 11.'ufflcio apposito della presidenza del ConsLgUo, coi 5UOi premi per gli editori. Respiravo e godevo t'aTia umide dell'alba. Strano che ;poco prima, e proprio per una occasione come questa, abbia pa'r1latodi ciò che pT'OVavo,anche, come di una stan-ohezza veTSO la letteratrura. lo che, in irealtà, non ne sono mai stanco. Ma i no.strt impulsi &0tteI"Tranei 1SOnoun avviso: anche se poco se ne ca– pisce, avvertitili, denunzial'll, ricercarne la cagione, è 'lln dovere. Iil principio della chiarezza nasce nel– l'oscurità: nell'osourità è latente la nostra possi– bilità, e anche il nostro desi'derio d'esser migliori: e, non dico, magari cl sono, in quelle sollecltazdoni, anche tutti gli impulsi passionali ohe possono con– durci al peggio. E' aMora che nasce la necessità de– gli studi, della oultura: la cultura non è né prima dell\lomo, né sopra di lui: è fa stirada dell'uomo, la • rnigUore ohe ~ imboccare, dopo ohe gli interni avvisi latenti lo avvertono, nella stanchezz.a di sé, ohe dev"essere, ohe può essere ml:gUore. E' la co- 6Cienza evveTtita ohe cl fa mi-gUori, non da cultura: la coscienza è la bussola, fa ou.J.turà è ta mappa, la geografia e la storda dei luoghi dove la coscienza cl indirizza e ci richiama. Beato Landolfl, mi viene da dire, che non è andato a Viareggio a prendere il ipremio da'V'Verotroppo modesto per lui. Sarà stata scambiata per superbia: ci giurerei, in-vece, ohe è perché Landolft, ohe è tira I più veri e compiuti scrlt· tori nostrf, ha ciò che aiuta davvero a formare uno scrittore: una smisurata scontentezza di sé. Ma Nelo Risi ha fatto bene a venire: era, qui, se non mi sbaglio, il suo primo ,riconoscimento, e ilo a111evameritato: ia sua commossa serietà è piaciuta a tutti, viva e meditata come il suo libro: e ha tatto bene a venire DeL!a Corte, ancor così giovane, ep– pure ricco di ben misurata, nella sua operetta, re– sponsabilità e coscienza. Ciò ohe importa, in generale, in questi rpremi, è che essi non diventino una fiera della vanità: è un rrisohio, oui non mancano qualche volta de occasioni, ile sollecitazioni. E a quel rischio mi avviene ogni tanto d1 provare una timidità, e quasi una verigogna di me 5tesso. E non mi solleva che in pRTte, da questi miei impacci, l~ea di aver fatto un po' di iatica per arrivare a un onesto giudi– zio: non mi con!orta del tutto nemmeno il pensiero che un meTito è stato finalmente iriconoschrto e che, sopratutto, qualche bella pagina è stata additata, da aggiungersi a quelle che fanno ila di-gnità di una letteratura, o a-Imeno di un tempo di essa e del SUO' cosbume: e insomma, non ml sento !libero del lutto, e non mi sento rinascere ohe ila mattina dopo, quan– do torno a viver con me, e posso pet,denni in mezzo alla città, spesso sconosciuta, che mi ospita, in cerca di qua1cosa che mi faécia migliore di come lo sono. CARLO BETOCCHI Risie gli altripremi ciati • venuti dopo, s enza la . onorabilità di altri. e arri.va – ra U1!4 . votta i~egni. La ti• soli.tari venuti pri.ma . c~mts.!tone! preneduta da Non rimproveriamo a que– Dtego Valen e C?mposta da sta oenerazione, fluttuante Lucla.no A ncescht, C:arlo Be- tra la terza e la quarta, che tocchi, Aldo Camerino, TJ_go è anche la nostra., se qual– Fa..soto,Rc~o Lat~rano, Gm- che volta., 0 speuo, fa .ru.o seppe Mestrca, Bmo Rebel.- il verso leopardiano: Non so lato, Bonaventura T_eccht, se il riso O la pietà prevale. e dopo un attento e npetu- in una accezione ama.ramen– to esame deUe 186 opere te peggiorata Ti.spetto a presentate,. ha f~rmato ~ quella intesa dat poeta det– sua attenzione sui seguenti la e Ginestra•· autori: Simonetta Ba.r~i, Diego Valeri, parlando a Carlo '?ella. Co:te. Flamtnlt? lungo della poesia di Rili, De !'oh, Giorgio Fontane h, ha detto anche: e In tristitia L~ctano . Frezza, Renato hilaris, in hilaritate tristis •· Giordt1;, Gtlda Musa,. Bert? C'è un pizzico di pazzia, Perottt,. !,,ambert? Pt.gnot~, umanissima, razionate. Non Nelo !?,tst, Ant~~to Stg! 1°':- poteva essere diversamente no, F_torf!,Torrtsi. NeH .ul.tt - dopo la dura, aspra, disin- r;:: ~imcÌ~~~o la diC~':s':;~~~ cantant4_?e~erienza._ E nel– it " Premio Cittadella 1958" ~ ~oes~ vien fu.on .questo di mezzo milione a Nelo plZZtco, m. un eh~ d ~ clow– Ri.si di Milano; e il Premio ne!co cosetei:i,te, ironu:o oc: ,, Galleria della Cltiocciota,, chw con cui sembra quast di cinquantamila lire, desti- f~tale dover guardare (e ~– nato al migliore dei giovani sistere) come va e cola fa. tL autori. concorrenti, a Carlo nostro mondo! come andia– Della Corte di Venezia. Ha mo, _cosa faccta7?10 - e ~ ritenuto i1t.0ltre meritecoU facciamo. - _noi, con nru o di segnalazione le opere di co1,1tro_dt. noi, e n.ono_stante Simonetta Bardi di Roma, not. Viva i:1, sec~lo cavia (...) Olivo Mi.otto di Valdobbia- - Ch~ gaia sci~za: - ma– dene, Gilda Musa di Milano, remoti ~ ~~ ~ fungo bal– Berto Perotti di Verona, neare_ dt Bi~ -: ~are. e Lamberto Pignotti. di Firen- mo.n~1-:-- p~1 b~b1ru rad10- ze e Fiore Torrisi. di Ca- att1v1 d1 Hiroshllll8 -:- m~– tania •· lamorte. - p~r le sc~mie . C~ p~re che con.Nelo Risi ~~~ro g~~zi,/ala;1i,~~~~ st sia tntes~ 1:reri:u~re.sopra du XX siècle >). tutto la on_ornah~ _dt .una n e Premio Galleria deUa voce e 1!2smgotan~ dt un Chiocciola •, offerto dal li.– modo ~t f<:re poesia c~, braio Rand.i, patavino, è an– annunc~.ton e m parte n- dato at veneziano Carlo Del– velato_si tn Polso te~o (Mon- la Corte per la 3 H t O g e d~dort,. Lo Spe.cc~to ~956?, e L'onesto giardiniere• (Edi– st definisce e cluansce tn Ci- zioni del Provinciale Udi– vilissimo (Schei.wi~Le~, 1958 ), ne 1f/.58J. Della Co;te ha la r~ccolta vuicitnce del ventotto anni, fa parte del premio, la quale compre~e gruppo redazionale della ri– anche Il .~ontromemonale vista di poesia e cultura apparso aU insegna del e Pe- La Situazione nuova e vita– sce d'oro•, net '5 7 : Risi. è te reincarnazi~ne di Momen– nato n~l 20. Medico, n~n ti. ha al proprio attivo al– ita mai t occato stetoscopto tre dtte opere: e Cronache o bisturi, vi.ve del cinema- del gelo• (Schwarz, '56) e tografo gir ando documenta- e Stagione pubblica• (Vene– ri, e finora ha icrttto sol- ria, '58). La sua figura poe,. tanto poesie. La prima rac- tica si va delineando retta– cotta, Le opere e i giorni, mente net contemperamento stampata da ScheiwiLler, è di una radice elegiaca da det '41. Ha pubblicato un inconfondibile seme veneto paio di fini versioni, forse con l'elezione di termini di indicative della sua educa- discorso impegnato, realisti– zione, t'una da Superville, co, atta ricerca di un equi– L'altra da Pierre-Jan Jouve Hbrio d'accordo tra ragio– (Carucci), presentata da ni sentimentali., intimistiche Ungaretti.. Appartiene alla deU'essere, e ragioni di scel– gencrazione dei tartas$ati., ta e polemica umanìtaTia senza i privilegi e le fortu- deffesistere in comune. (Continua da pa.1:. 1) ne critiche di certi e bru- GLVO NOGARA Giovinezza e maturità di Mario Soldati (Continu~a par, 1) vocata l'avventura dell'av- cardo. Soldati è un liberale ad un altro genere e non e A Cena col Commendato- avvocato torinese che in- dove però il piglio dell'au- Per questo dopo una paren- vocato Motta e di una sire- convinto, senza compromes- va!1n?. per !rettolos_a super- re_> e. e Le L~tt~re da ,c3:- c?ntrando in circos~anze ino. tore stùla r~altà è i0?,m~i3:– tesi breve ma intensa fu na in fondo ad una baia si. Sarebbe vano però vol~r fl.c,ahta mesco.late a,_rac.con- pn >, ,.1 due. ~1bn magg.1on_. pmate, .del t1:1tt? diverse da to come net. racconti. cit~ti. facile al cinematografo as- del Tirreno nei pressi di negare in lui un Co~do rel1- ti. ~n e F~ga m Italia• Sol• Per I m~ens,ta che .egh v1 q~elle m cui I aveva. cono- Quando l\I~:10 So~dah evi~ sorbirlo completamente du- Lévanto appaiono invece al- gioso. un cattolices1mo po• dati ha nprodotto scrupolo• ha raggiunta e 11 ~1 0:et~o ~ sc1uta, .una donna ncorda fughe. i:e~ 1r~ealtà.,_ accenni rante parecchi anni. e La quanto gratuiti e poco con• lemico magari contro certe samente dal. '-'.ero senza al- va ann~v.era~o ;ra l i :nigh.or ! un amico pre~atur~mente ~or~hslict, d1scors1 s~nten– Verità sul Caso Motta• è vincenti. Fra le novelle di deformazioni del cleric~i• ~una traspos.1z1onc, senza ~o racco,nt1 ~tahant degli ult1m1 scomparso al cui destino es• z 1os1, per af! rontare_ vtcend~ un romanzo immaturo e di- questo periodo quando Ma- 5TllO ma ta_nto più .genum? mterv~nto d1 q1;1e)la!~n~as1.a trentanni. . . sa era legata, ma anc~e .pe.r e pe.rs?nagg1 m~gan un p~ suguale dove tuttavia i bei rio Soldati ha tentato di quanto restio a manifestarsi. creatnce che s1 e gia md.i: e Nora• dove. Soldati ne: la. parentela nella ?1ss1m1- t or~1d1. conv ulsi e c?mph– capitoli non mancano. Mario prendere un'altra strada più e La Confessione•• romanzo ca~a. come. una delle sue p1u voca .c?n ~rev1 .ed effi~ac1 ghanza fra N?ra e ~ Aurora c:it1 mettend~ in e~tdenz~ Soldati vi sfoggia la sua conforme ad una certa voga breve uscito nel 1955 m a fehc1 qualità. . t~cch, 1~c~1ma d1 un3: città ~e ~ li Vero ~1lv.estn • e per la loro umamtà, egh si n– bravura di stilista ed ab- di quegili anni, la meglio rlu· del quale la prima par.te f~ ~opo le novelle del. pnmo dt prov1!1cia come .Vicenza l ~mgma cost~tu1to _dal cas.o vela un nar~atore. di gran bandonandosi a fantasie scita, l'unica a dover essere scritta all'epoca d e e L A nu- p~r10do. antece~ent1: il so~- ~urante 1.1fosco periodo del- d~ Gust~vo S1lvestn_ pubbh- c~asse come. m ltaha ne ab- 61.Jrrealfate cede un iJ>O' 4rop· ritenuta è e L'Osteria di Ca- co Gesuita•• ~u~ n?n e~e~- g:orno :n Amen~a 11meglio 1o_ccu~az1o~e tedesca, non c~sta p1emontese di scars.a biamo pochi. po alla tentazione del gioco. vaglià • perchè il surnatu• do uno dei m1ghon fra 1 ~': d1 M.ano Sol~ati narratore g!1 è 1~fer1ore. Soltan!o an- rm?manza, scapolo. e s?l.1- . 11 volum~ de e I Raccon- 11 suo dono maggiore è sem- raie viene ad innestarsi in bri ~i S~ldati .è oggi il p1u va ritro~ato m ~uesto vo- z1chè ~h un. r~cconto ~I t~at- tar10, e .quello dt Em1ho t1• offre d~ questo n~rrat?– pre stato una fantasia crea• una realtà della campagna slgn1ficat1vo. di co~es~o su.o lume nei r~ccont.1 e Concer- ta~a 1n ~ngine. dell ottimo Ferrere d 1 e Nora• sposato. re ll:n ott~10 camp10~an.o tiva ricca e concreta che lo piemontese che Soldati ri- legame ad 1mpress1on1 e n- to •• e Il ~1or.E:tto> . forse pnmo cap1!olo d1 un ro~an- benestan.te e f~rt,unat_o nella per 11 periodo della giovi– apparenta appunto ai ro- sente fortemente e rievoca cordi dell:adolescenza eh.e fra tutti il ~1tr raggiunto e zo c~e poi non ,ha ~cntt?· sua cai:-r1 era mm1stenale. nezz~. Esso non va certo manzieri anglo-sassoni men- sempre con trattenuto e hanno lascrnto nel suo _a~- rapprese~tal1vo -:- .e ~ N~- La v1c.enda ~n po en.igmali- Fra I due la nostra prefe.- c?nsiderato come un'auto– tre da roi è piuttosto rara. commovente lirismo. Basti mo una traccia che penod1- ra •· ~e1 ~ue pr1m1. s1 n: ca e_~1c:a d1 e~ement1 dram- renza va a e N~ra • benche b!og.rafia od e una specie di Avendo questo dono che è ricordare e Un Sorso di Gat- ca.mente .affiora. . tro~a 11 clima pe~uliare d1 ma~1c1 nmane m sospeso. LE; tanto men? sv11_uppata de diano• co me M ario Soldati la prerogativa dei veri nar• tinara • che è dell'anno scor- Tralasciamo • f\uga m Ita- Tonno che .~oldat~ sa ren- ultime parole ~ La fr~se d1 e Il V_ero ~1lvest_n • per una stesso 3:ff ~r.ma in una avver– ratori per i quali i personag- so, e si riallaccia a nume- lia • che in questo volum~ dere ~on un mtens1tà creata Nora fu la chiave d1 una ~agg1ore mtensità dr~~r:na- lenza 1~1 z1ale cedendo ad gi sono una realtà tangibile rose al~re visioni f~ggitive c~tra ~i s~raforo_ tr~tlandos1 d~l nco;do e. dalla nostal- porta aU~ quale da .te~po ~ca e. per una semph~1ta e un~ od1~rna ~oda: per~è e le situazioni varie e mol- di Tonno o del Piemonte d.1 fogli d1 un diano S!J!en- g.1a,~all a_ttraz1one e dal de- bussavo. invano• lo 1 md~ca• s1ncentà ~la· parte dell avvo~ un aut?b,ograha _ dt .Mano teplici si presentano natu- che ci fanno aspettare con t1co, del resoconto vent1ero s1de:10 d1 f ~ga. T anto nel no chiarai:nente, I ultimo ceto torm.ese contrast~nt1 Soldati, una vera e smcera, rali non ha alcun bisogno semp:e maggiore impazien- e ":ivacissimo nella. presen: de~tmo ~ell 'mge.gn~ re Dal- staccat~ per1od~. essend~ sta- col , moraltsmo sen~nz1oso sare~be un libro di altissi– di ricorrere all'invenzione. za il romanzo dove Mario taz1one della fuga d1 Soldati lasia e d1 s ua figl ia Laura t<;>a~~mnto P.'~ tardi. per dell avv~c~to ~eyrai:1. La ~o interesse ma del tutto L'assurdo, l'illogico, il so• Soldati impegnandosi tota I- e Leo Longanesi da Roma ncl « ConceTto ",. quanto i~ g1ust1f1care 1 1r:iterruz1one. ve~a migliore. d1. M~no Sol- d1vei:so e ~a scriversi fra vrannaturale anzi gli riesco- mente rievocherà la sua cit- nel ~ettembre del 1.943.per quell? draf!lm~tico del ~1• Pur con molte divergenze ~ dati dove ~gh s~ ~1y7la un ~oltt lustn. e I Racconti> no male. tà ed il Piemonte che gli è ragg,ung~re a Napoli gli, Al- sgraz1at? V1ett1 de e 1:1 Fio~ senza poter pr~ve~ere .qual! n.arra~oi:e di poss1~1llta ecce- mv~ce offrono un ottimo Ne e La Verità sul Caso caro. leali. ed il governo ~ell lta• retto• !nt!rvengon?. 1 vari sarebbero stati gh sv1lupp~ z10nah. e questa d1 e Nora•• avvio a_lla conoscenza di un Motta• i capitoli più riu- e Un Viaggio a Lourdes• Ila libera. So~o pa.gme che elementi d1 sensualtta. t?rbi- del ,ro~anzo, e Nora: cosi ~ 11 F10re.tto ~• e ~o.ncerto .~· romanziere dal quale ora sci ti, dove l'autore meglio e e L'Amico Gesuita• appar: n?n ~anno di~enticate .r:ia da. ed .esasperat~, d1 irre- com~ ncord~ un po nella I ra~co.ntt g1ovan1h e ptu che.~ g!un.t~ alla piena ma– rivela le sue qualità pecu- tengono ad un'altra vena d1 d1 u~ 1mpostaz1one ~d un m- qu1et~dme e. d1 torment.o s~a 1m~staz1one e ll Vero tardi d1 e A Cena col Com- tunta s1 puo aspettare mol– liari sono quelli realistici. Mario Soldati che edu~ato tenz1one del ~utto diversa dalpropr: oran:ia1 alla ~arrat1- S1lv~stn •· N~n sol.t~nto per• menda.tor~• e e Le ~ettere to più che dalla grande ciel principio e della fine in un collegio di ges~it1 ne g11ella del J?JOvan1le e Fu~a va di ~~no s.old~t1 come chè 1~ am?o I cast 11n~rra- da ~i:ipn •. rom~.,z1 com- ma~g:r,ranza degli altri. Quelli fantastici dove e :-ie• ha serbato un indelebile ri in Frano!a 11, appartengono hanno piu tardi dimostrato tare m prima persona e un p\ec:::s1ne1\a loro struttura GIACOlUC ANTONINI 1 r

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