la Fiera Letteraria - XIII - n. 26 - 29 giugno 1958

Domenica 29 giugno 1958 LA FIERA LETTERARIA Pag. ~~:~~: ""·:;_,. ~.· .,,. ·;-:.l•• h~~l:~'-~~~~S::..z~c7,,,-,-::~ Cosi la •}~!era• del 24 giugno 1928 diede degnament.e il saluto al :secondo tomo delle • Faville del maglio • STORIA SEGRETA DELLE « FAVILLE DEL MAGLIO» * Unuovo m do i racconto * A parer nostro, la realtà, il sogno, la favola, la memoria, l'attenzione, la malinconia degli' Scrittori nuovi di quel tempo non furono senza conseguenze per la incessante cu– riosità e per la inesausta feracità di Gabriele D'Annunzio * di ENRICO FALQIJI LE'l"l'ltRA ROiUANA * SAMUEL B CKETT 111iri~nonvz101vE * di JJIAUIO PICCHI Recentemente un annunzio pubbllcltarlo del Times Literary S1tpplenient vani.ava Samuel BeckeU come colui che « for~e è ilpiù importante prosatore inglese vivente "· L'anunclo riguardava la pubblicazione di MoUoy (scritto originariamente in francese) che è considerata l'opera migliore dello scrittore Irlandese. MoUoy è uscito anche in versione italiana, pubblicato per fortuna non da una grande casa editrice ma da un coraggioso editore alle ,prime armi, Sugar di Milano. La diffusione di Molloy e di Watt (altro romanzo di Beckett) in Inghilterra viene dedicata dall'Olympla Press, che ne ha edito il testo i,nglcse a Parigi, come una notevole vittoria delPlntelligenz.a artistica sopra il .filisleismo. Prima d'ora, infatti, la circolazione dei due libri era cOstantemente minacciata di sequestri e divieti. L'Irlanda invece tiene ancora a dist,anza colui che e~sa ritiene come uno dei suoi .figli degeneri, e ne <rifiuta le opere, O'Stinata nei suoi rancori come 4o fu ed è tuUora con Joyce, Il quale In patria gode d'una assai mediocre considerazione e a Dublino dev'essere addirittura odiato. Anche Beckett è di Dublino, dove nacque nel 1906, ed J suoi rapporti con Joyce non sono •limitati alla conclttadinanz.a, perchè egli fu amico e segretario di Joyce per paTecchi anni. Murphy, il primo romanzo di Beckett, fu scritto ln inglese ed usci nel 1938,ma la sua pubblicazione non potè destare alcuna eco, e l'autore stesso non ne seppe nulla, perchè l'edizione fu distrutta In un bombarda– mento. Pure in inglese fu scritto Watt, ma Beckett se lo portò dietro quando si trasferl a Parigi nel 1938 come lettore d'inglese ,all'Ecole Normqle Supérieure, e lo tenne manoscritto per dieci anni finchè, l',anno prima ohe En attenda.nt Godot attirasse su di ,lui ta àttenzione di lutto il mondo, l'Olympla Press io pubblicò. Stabilitosi. definitivamente a Parigi, Beckett adottò come sua ling.ua la francese, ed fo essa scrisse le sue opere successive: Molloy, del 1951, Matone m.eurt, del 1951, L'ltmomable, del 1953 (tre romanzi che formano una trilogia), e la Iorbunatissima opera teatrale E11 ,attenda.nt Godot (1952) che è stata ap- Per quel ch'è della storia interna, misteriosa _ di dove vennero al D'An- plaudita dal pubblico e dai critici di diciotto fi·•·•. •t.mi noi rimaniamo del parere che la condi- nunzio 1l'occasione e la decisione a con- ed ha illuminato dell,a sua gloria anche i roman 2 i, zione per attingere i'u.ltima prosa delle ::t~~~~~ 0 w;ile~~~~ra.r~~!i~!~::t}~;n~e~t ~~;t~~~~~~o df 1 ~ss~~r~ ~::e~t\s:~~à g~~df:iiti~~t;! ddFil~l'.esA!Zelpe~f~::::;~oe gll a!adr~t~t~~~1:~:~!~ d1·n•fluB,.atuodselual1l·ore ataRbiiln:~,udd•et1•a c:;urto~:°aencot~ fi:!~c{~l;~~~ 1u~ll~~e ~!i~~l~e1t1« i~~gu:~~t;; e cyone. 1,·,a a e ermmazione, ....., dopo Joyce, di 1-adoavevamo ,provato un tal senso di l'aderenza, la dedizione alla prosa, a scien2a Poetica» negli scrittori post- votmne poetico>,. (Max Pol Fouchet su Ca,rrefour). quella prosa, e in., qNuegJifanni,d-~~ chi .dr_1.,e1','za1unzdiaanni1;11m111az·1ai11u,a1e;absi1·lmsevnotfg<e~'•esps•u- En attendant Godot, di cui Jean Anouilh ha scritto gli saranno venute. on orse ,:il.I ope- che «ha l'imporlanz.a del primo Pirandello messo in rato di taluni Scrittori nuovi? piani del tutto diversi. scena 0 Parigi da Pitoeft ., 01 1923•• è stato tradotto Per realizzare l'accostamento al Sim- ne~;ar~Tù d~a~~;;~~~:lfva d~~~vaco~~~~r .in italiano da Carlo ~ruttern e pU:bbllcato da Einaudi• bolisti francesi e J'c asso.rbimento intel- tiva; doveva arrestarsi sul limite del- L'universo grigio di Beckett (come lo ha definito !~1~~e ;rf !~a c~°:gsc~~z~ieEza<Ìu~~~ob~i {'esplorazione d'ombra, nel cerchio dei Luciano Codignola nel suo scritto .sul teatro della è ammesso che certi termini dell'espe- trasalimenti del sangue. e li, nell'incanto .g.urrra fredda apparso su Tem.po presente, gennaio rienza simbolista , arrivarono a deter- del mistero, doveva raggiungere, con 1a 1'957) è troppo interessante e vero per non meritare minarsi positivamente nella prosa sol- sua tùtima prosa, il fascino più alto. E che ci soffermi a parlarne con agio, ed anche iJ suo tanto dopo l'esperienza straordinaria se ,l'influenza simbolistica lo aiutò - stile, sia delle opere di lingua inglese che francese, dell'Alcyon.e », non si può escludere che come è vero - • a chiarire a se stesso è snello, asciutto ed e!Cicace quanto basta a mostrare per Je risol•uzioni in prosa delle FaviUe cetite vie», gli vaJse e sopratt;utto dopo che ci troviamo di fronte ad un a11Ust,adi grandi del maglio possa esserg.li servito in ap- !:;'!~ 1~ 0 ~~ 1:~riiile~~r:cq~tisf:st::~!it~ capacità. ~~C:~ ~:e~;ft~ 0 r?::::te S~~i:~~~ :e~~~: dalla poesia ... La direzione nuova dello Ma, prima dì parJare di alcune delle opere di zate, necessariamente, secondo wia lin,ea stile nacque in fondo neU'Alcyona da Beckett e in particolare di Moloy, si possono fare di continuità, che fu anche di eil1anci- una fatica assidua e fu proprio certo alcune considerai.ioni intorno il una condizione degli pazione, rispetto a.Ile risoluzioni _ in schiarirsi ed affinarsi di gusti che gli artisti di oggi, così come essa è esemplificata da verso _ precedenti. Solo dopo ce.rte permise Poi un accostamento di più Joyce e come si -ritrova, mutata, in Beokett. riletture, le primitive soluzioni e gli do- aperta intelligenza ai teSli irancesi [del L'tùtimo libro di Joyce, Fi.n11eg,an'sWake, è una vevano suggeri,re intuizi.oni novissime ». Baudelake e del Rimbaud], al di sopra ope1:a di fattura complessa e squisita. ma rise1wata ì\Ia la ragione di certe riletture - ~~ò g:~:;~o ::;~~~~md~a le~~!~~~o d j ad un pubblico limitatissimo, ohe possiC<la tante ossia di certi ripensamenti - non avrà Fa.nciu.ltino di Giovanni Pascoli•· caratteristiche di .sensibilità, di comprensione e di subito alcun sollecito dalle esperienze e e Le scoperte riscontrabili nell'AtcyOne cultura che lo avvicinino all'autore fin quasi aHa ~;~ftu~~rqu~St.ete~~~~~tic~:gri st ~~~~i~~:f presero le mosse da un superame.-Ho Identificazione completa con Jui. E' uno degli eskeml nuovi? della recitazione e .della cantabilità [pre- portati dell'individualismo moderno, volto -ad espri- N:r:;i shuao ,:~~~~ci~~~• ::iu;:tlll~~~~ !{:~~tj:~!;il~~s~::i\~~po~r~\~1~:~~1 ~~~r~~~,a~:~;~~\~t:n:~:~:;;~· ~:::: ~:~~~ns-::,n:"~f: pur avendo fatto certe letture prima prestabilito dell' &rchitettura • dannun- pure parziale. I simboli dei quali si -serve l'artista dell'Atcyon.e, non ne aveva tratto che ziana. Nacquero, quelle e scoperte», , da per comunicare agli eltd la sua visione sono di-ve- , spunti esteriori, lungo una proprià di- motivazioni più fonde, sempre interna- nuti in questo libro splendido ma poco accessibile, Francesco Squarcia è nato a Berceto al ,principio del secolo. Berceto è un ser.eno paese posto, lungo la camionabile della Cisa, là dove la terra d'Emllia cede a quella di Toscana, Parlando, con compiaciuta fierezza, della sua origine, lo scrittore precisa di essere berce· tano di paese e non di campagna, e aggiunge che il bercetano di paese è più pigro e immaginoso, quello di campagna più Interessato e tenace. Squarcia appar– tiene, dunque, alla schiera di quegli autentici figli dell'Appennino che seiuendo l'adigio (( Loda il monte e vatti al ,piano> hanno finito per prendere la via della pianura padana. << Sono montanari)), dice jo scrittore «che hanno quasi sempre scritto, sulla loro tede di battesimo, il destino dell'emigrato. Scendono dalle casupole a(– fumicate sparse per I boschi, dalle sperdute parroc– chie di dieci case addossate alla ohiesa come pecore al mandriano, dalle borgate antiche e scure nelle quali s'infila il vento J>Ol'lt.ando acuti odor.i di stalle e di castagne cot.te. Scendono con quel sen.~re di vita .l'Ustica,e si dispongono con paz.iente coraggio a fare la loro strada >I. E, per Squarcia, la prima tapPa di questo cam– mino iu Pisa, con il periodo uni,versitario, l'insegna– mento umanistico di Donadoni e quello di Momi– gliano, e l'amicizia di Enrico De Negri, Luigi Mala– goli. Ma sopratutto dalk scuola estetica, a fondo impressionistico, di Attilio Momigliano, i modl di Squarcia assimilarono inHuenze destinate a mante– nersi nel tempo. E Momigllano - tenuto, dal gio'1oni di allora, in conto d'inimitabile maestro di lettura - nutrì un'affettuosa predilizione per l'allievo, già com– PreSo in un iaborioso studio sul Petrorca. Oop0 un periodo d' lnsegnamen.to a Bolzano e a Pisa, Squarcia giunge a Parma nel 1932. In questa città, inizia la storia appartata e feconda della sua attività letteraria, una storia che deve il suo .nvìo soprattutto all'amicizia salut&-re e stimolante di Giu– seppe De Robertis. La vita ctùturale di Panna si arricchisce cosi di una presenza destinata ;;.qualificarsi, negli anni, come espressione - tra le più significative e slmboUcbe - de11a fede operosa della provincia, 4 sua provìncia, Squarcia non ha '\'Oluto tr..dirla mai; l'ha semPre anteposta agli inviti della grande città. E, con amo– rosa puntualità, ha cercato di Illuminare la stradr. attraverso la quale giungere ad attenuare, se non proprio a colmart?, il div;;.do sussistente tra la let– teratura nazionale e quella locale. Egli stesso ammette che questo « lavoro di ricerca, di scelta, d'incoraggiamento, di veluta2ione storie~ e critica è praticamente smisurato. Ma non è una ra– gione valida per non avviarJ.o. ~nte volte esso è stato compiuto su uomini e accademie più famosi che pertinenti alla storia! Perchè non dh1gerJo con mag– gior impegno, a titolo di seo•voe di stimolo, verso la zona che ha questo nome infamato di provincia?». Tra i meriti .principali di Squarcia sta appunto ~~ft~\n ~~~ d 0 ~~l~!.n:~i~i::'1di C::~: =~~ centri più viv.i di fermento letterario. Nel 1938 egli si occupa della redai.ione de « Il quadrello• (pagina di lettere e arti della « Gau.etta di Pamno »), l'an- ClJLTlJHA E * RITRATU IN MlNIA1URA Francesco Squarcia * di ALBERTO BEVILACQUA. tenato, fn un certo sen!O, de « li Raccoglitore)>. Col– laborano con lui, tra gli altri: Andreotti, Bertolucci, Bianchi, Borlenghi, Macrl, Paci, Luzi. Paci e Luzi sono J più vicini agli ermetici che non de.stono invece ec<:essive simpatie in Aldo Borlenghi. La rigida pro– blematica dell'ermetismo contrasta con quella ten– denza ad un umanesimo in senso lato che è tipica del gruppo Parmense. Si arrivé., perciò addirittura ad una polemica tra « Il Quadrello)) e il fiorentino « Campo di Marte,> Poi, per Squarcia, comincia la lunga collaborazione a «Primato)), che consentirà ollo scrittore di avviare quelh:. serie di puntuali interventi critici, sulla narra– tiva italiana del novecento, che ancor oggi prosegue, attenta ed apprezzato, sulle pagine di «Paragone». La fiNna di Squarcia appare ormai con frequenza sulle maggiori riviste italiane: su «L'Orto)), ad esem– pio, che Pllbbllco a Bologna sotto il patrocinio dJ De Robert.is, su « Lettere d'oggi » di Giambattista Vi– cari, e quindi, dopo la guerra, sulla milanese « Rasse– gna d'Italia» diretta da Sergio Solmi, su «Giovedì• di Giancarlo Vigorelli e, Infine, su «Paragone». Oggi, Francesco Squarcia. oltre a dirigere « Il Rac– coglitore», collabora alla direzione di « Aurea Par– ma», rivista di lettere arte e storia, e alla redazione di ~ Palatina >). Questa intensa attività di collabora– i.ione a giornali e a irìviste (circa cinquecento tra saggj e articoli di letteratura messi Insieme dal 1938~ non impedisce a Squarcia di dedicarsi aUa stesura dt opere elabora.te e complesse nella struttura. Alla cri– tica si c.•!fianca la prosa narrati-va e di colore. Nel 1952 viene data alle stampe una ra<.'COltad1 saggi con i,l titolo: «Scrittori romantici ». Qualche anno dopo, eSC!e t1: Un paese dell'Appennino». Ma noi sappic.mo che le cose forse più Importanti Squarcia le tiene nel cassetto: un romani.o breve, ad esempio, dal titolo « Fuori giuoco )), un dramma im– pemiato sulla figura di un o: Saul>) moderno, e un lunario persona.le in cui avvenimenti ed esPerienz.e di vita si a-ltemano a ritratti di persone conosciute. Nello scrittore opera una vera e propria vocazione al ritratto. E la psicologia del personoggio si risolve in fresche Intuizioni, a volte liriche, in un commento ncco di umori. Squarcia tiene ad affermare che i debiti principali la sua formaz.ione di uomo e di letterato li ha con Serra, con Cecchi, con Pancrazi, con De Robel'ltis. Certo è che Francesco Squarcia ha rauiunto una sua personalità poetica ben precisa e coerente, una capacità di dialogo le cui testimonia.nze ·non J)Otranno a lungo rimanere appartate, nonostante la modestia che le circonda. Questo scrittore che sosta per anni su di un saggio o su di un racconto, compreso nell'appassionato sforzo di ilHmpidire e di nutrire la pagina, che lavora esclu– si'vamente per l'invito di un ideale e con per l'assillo del successo, potrebbe ben servire d'esempio a tanti giovani d·oggi. . Squarcia Può andare fiero di questz devo21one alle cose dell'arte che dà luce a tutta la sua vita, e dello intendimento che sempre lo ha animato e che noi di nuovo vogliamo riassun;iere con le sue po,role: « Ci sbaglieremo, ma una storia d'Italia che cont~oui .or– gogliosamente a separare la letteratura dt,. pruna classe da quella timida ma viva della regione è una storia ò'eroi e non di popolo, quella di cui Manzoni si (a giuoco )). ALBERTO BEVILACQUA SOCIEJCl1 ' Melllorie di un confinato * I di AiVGELO PAOLlJZI rezione di gusto e di Poetica>. e Solo mente legate ad uno sviluppo dinamico> dei labirinti che bisogna percorrere fino in fondo, uno ~~nii·:~;;J!;:~f fij!!111~~:i\;~:~n;~ dtd1!c1• 11 'bp~r;:ni~: ~:~:~!~p:;~Jt!!f r{1~.~r:~~r~ J~b~F:1;:~::o~:::::i~~~~~i:,~;a~~ ce~n:~::·ir;,~~a~~riri~~= ~=t:; t:o;;i:;;,:•!t:I.,~ p:~: ~:ffi~~s!el tr:~at~~f ~:~: ::i::~~rn:'a~~le, 1 !'1~ di~ finamento di ricordi letterari propri... >: smo è comune, in genere, il ratte re che ne tnu..1,,1118, 1n con o. linguaggio appropriato, che !~f 0 rt.i 0 ~,;::1:;,?o 'r:!:!~r: ~~i R~: ~:,~~}:!;;~:i:I:t}~~L ~f ~~;,:i!~ seg!~t~~1:ig~e;ar~~ci~ ·11;:i1v!'.-J 0 ~:;· :~~i:,:er: :::::er:;::::.~:. de~. ra:; ~t~1::1;a~! 11 ~ ~-:rep~: ~~~ q:&:~.ri:r~F~\~\~~l~~ ~~~~ :· f nt ev~~ro~ manticismo inglese] e a riconoscerli esemplare della Contemplazione della dello stile del suo grande concittadino; di Fin.nega,n.'s tratta di torti su~iti, di per: no, si consegnano Gl l~~OTe Mli::, mli5:). inSa~:;~~;t d~ ~:~?e:~~ q~as~\fe!p= come appoggi per uno speriment~re più morte. Wake ha anzi tradotto una parte, in francese. Sem.a son~; accade perc1~, in molti con un a~nto migliore e famiglia borghese, aveva di libro, rìPortiamo la rapi· nuovo •· Sicché ~ anche una storia ester- Tutti sono d' accordo nel riconoscere voler dire degli eventuali influssi letterari ohe pos- cast, che la narrazione scon- maggiore d1 verità. Basti rt- aderito prima al partito so- da descriz.lone di Lucca in- na della sua ultima prosa dovrà neces- • che, , dopo il tentativo difficile del "ro- 6ono esservi stati (soptaltutto nell'uso del monologo fini nel particolare e nel- cordare Si fa presto a dire cialista, poi era uscito· da,.es- travista tra un celltùare e sariamente tèner conto delle condizioni manzo", D'Annunzio pensò di rompere ipteriore e piuttosto in Watt, del 1938, che neg,li ,altri l'individuale, sen1..a quella Jctme, di Piero CaleM, 0 so per fondare insieme a l"altro: « La chiesa di San ;f:d~:U~~;f!i dean!~~:!:1a3!'.ti della sto- definitivamente i vecchi legami, di spe- libri), dalla si-rettissima ,posizione di Joyce sembra che necessaria oggettività che PercM gli altri dimentica.no , Gramsci ~ Bordlga il parti- Martino scampanava. Da un Ma se è vero che da Baudelaire, da ;~;c~~!a~~hl~ì~,es~~~~a s!~~:= a~!o!!b;;!! ==~~:tta~b~~/ 0 ~:o v::~~n~~:~i: d~:c;:~~~e;~e: p0ssa rendere la testimonian- di Bruno Piazza, esemplari :o ~omu:ia 1 :ia, ~~.l 1~~21.~let mare dì nebbia si ergeva il lll ·mbaud e add"11··11tura dal '--pardi· de- . b . . ,· "" za stessa qualcosa di più: di nel loro gen_ ere, per aver •olatu"rpua proecoo""ent"e tmalacoeglpo-rQouss,.ngo ,·,sctohll1·omo dat~ditou,renI~ LA-V staccate, pezzi rev1 e vana 1... >. 1nia ancor più vasta, Poi, dai p&lcoscenici del teatro, - f U 4 .... - gli Appunti e Ricordi si passa via via la decisione - a farlo aUora e senza la sua opinione sulle faccende del mondo. un a. o o rancore perso- fatto confluire, s~nza na- el stato di Mussolini del 3 cio. Sulla facciata di San agli aJJievi di quei maestri e si giunge timore di diminuirsi o d'impoverirsi - MARIO PICCHI na:e. 1t . d' fU sc~~ere /a p~na.dpersol~ enne.io 1926, Salvatori - al Michele, si apriva la porla di ai prosatori e ai sag.gisti del tempo della non gli sarà stata dapprima suggerita n mo e memorie 1 o- na 1 0 e propne 1 ee, e pari degli altri deputati di sinistra, punteggiata dei ce- Voce e della Renda, è altresi vero che e dappoi imposta dall'esempio degli -----------------------------------------ltutti 1 partiti, dai popolari ri di un altare e la Vergine , furono essi a da,rgli, negli ultimi libri, Scrittori nuovi? J • , l e ai socialisti - venne natu- di M~tteo Ci~itali stùl'an- una sicurezza maggiore; mentre nei pri- Con le Faville del magUo D"Annunzio l me talment-e p~rseguitato. Ag:- golo marmoreo delÌa chiesa mi, doPo l'Alcyone, certe novit~ si libe: segnò e proprio la possibilità di un nuo- nez e a sua ...-nagia gredito una prima v~lt~ dai sot:friva le ferite delle sett~ ravano ancora a fatica.> Perciò non si vo modo di "racconto", su basi intera- f I l.t e coragg.iosi > squadristi - spade d'oro che il grigio dica che e il tono giusto era già accor- mente diverse, in una di,rezione stilistica in molti contro uno, e sotto umido dell'aria stingeva>. dato>: né che già trovata era anche nuova», che avrebbe dovuto avvicinarJo la protezione. d~~a ~uard!a Ecco Viani: e Vagone cel- ((la soluzione esatta di stile». « la li~ ai termini (del resto non troppo disco- 1t regia -, eg,U firu pnm~ m lulare quasi sempre manette bertà di scrittura e di soggetto, la no- sti) del <poemetto in µrosa• e della di l! JLEN.il. (;Ll3JiJJIJlN'l'l3JLLI ospedale, _poi venne _confina: ai polsi. La compagnia del vità di taglio e d'impostazione». , novella> degJi Scrittori nuovi. Perciò to a Favignana, mfìne con viaggio è sempre quella che Tutti questi sono termini applicabili le Faville deL maglio diedero l'avvio a Accennare s~lo al nom~ cU ti~ial~ie!He conseguito e per- del re~I~ _nella sua sp0glia prOJ)Tio tema (« Papa.varo, ~i:~~!~ !~ 1 1':i-bunale s~= Dio 1:"anda, ~ome la 6tagione cosi aJ D'Annunzio ultimo come agli cose nuovissime, che il Fuoco e l'Al- J~w~i R;mn6n ,✓tmenez e rtfe- ciò l!m,~ato atla sfer.a deUa esseH~tallta: ma si. sco~fina sangue della terra, - papa- ne nel carc:/u dfa p::!~~zto per 1 poven ... strana gente Scrittori nuovi. Mentre, se volessimo cyone potevano forse aver suggerilo e rirs! inm~e~tatamente atta ret~r1ca tn~etlei-t~altst1<:a) de- ormai - ~ 110n sapptamo tJero, ferita del sole. - bocca La narrazio~e della vit; di c~e le questure per misura essere precisi, dovremmo riferirci spe- magari preparato, ma non mai fino al vana qualtta del!~ tua .Paro- fimsce ~ttts Fellp~ VLVanco quanto poeticamente - net- deU'azzurra pri.mavera! n), Io un prigioniero non è certa- d1 sicurezza, i giudid per cialmente a modi e a intonazioni che punto da lasciarle prevedere. la,. sogg~tta da! PH~ esigente la (!Uatt~d essenztale del~a l'astTatt1.smo, nella. «.pu1'a sptl:age poi. a identificarsi. con mente una lettura amena da mandati di cattura, o le sen- !urono del solo Alcyone e che tornirono •Se tra certe pagine dei taccuit}i gio- dei, po.eu 1 all; t·!l-finite modu- poest~ ~t .J1t~n Ram6n,. sia aeometna )) yer ser·v1rnu det- la natura e con la bellezza compiere in funzione ' di tenze per. condanne, fanno rapertura di stile agli sviluppi seguenti. van ili e certe degli ultimi e libri se- Lazio,u ~ un anm~a estr~ma- elle et si 1'1/ensca alla Prona, le parole dt. Torrente Balle- stes8Q così che l'inno comin- ~cci,apensieri· è un modo muovere d1 qua e di là, e pa- A parer nost.ro , la realtà,. il sogno, la greti> l'esperienza dell'Al.cyone dev'es- mente T1cca e tn contmua alla seconda, o all'eventuale uer. Men.tre ht cotlt7'asto (per dato peT seguire festosa- anzi pe ess '. ' re che porti in rivista dav.an- favola. ia memoria. l'attenzione, 13 ma• sere considerata come , un termine ne- ricerca. di s.è auraverso la terza. n.taniera: e mi servo d~ lo, meno apJ.>?rente), 9ueUa mente iL ritmo di voto e di volt~ di~anzt e!\:~~~!,!\ un~- ti alle le-ggi cieche la m.ise- linconia degli Scrittori nuovi non (urono cessa rio ed indispensabile di passaggio», P.vocaz1one t?t suo,!o dell~ tennmt non de~ ttttt? ~sattt 11r1mo . esperie!'-7a , d1Tetta, vita d'ttn uccello (« Canton- interrogarsi, coltivare i~ pesè randa povertà delle loro Senza conseguenze per la incessante cu- tra l'Alcyone e certe pagine degli ultimi bellezza. sent1t~ o ricreata e ?nd,1e se:com?dt per 1t1d1ca 7 e s1:11z~ rn,rervos1Z1on1, s~iza, do voi, rìdend·o lungo t'ac- quel quoziente di indtgnazio- anime male avvezze O infer- riosilà e per la inesausta feracità di un e libri segreti> è davvero assoluta J'iden- I~ 1na11.ierad1:etW~ la ma- 1I dwemre dt un opera (det~ dtre1, _.unestTauea, c~sciente ~-: e per l'aria fischian.do ne senza il auale ogni ·mpe- me. Cenci e sbrendoli, cui D'Annunzio. Beninteso: sempre , suJ tità nel senso nu<'vo conquistato daJla mera sicura d,i pe.netraTe .e l'Opera, ve: esser fedeli al v~lo~ta o. un costruito ob- \1at, ndendo 1 ) sì concluderà gno morale i·isulta sm~rto e l'uso ha dato incertezze di margine di un assorbimento cuttu:ale parola? • perco.rrere ~rn ~~ntt~r.o, ~Ltn- voeta) che. tn. fondo 11?n de~ b1ett1~0, si apre alla serena con una attrettanto festo3a, appannato. E tuttavia Ai con- colore, frusti; una stenderia che si volse verso aperture proprie>. Ma _ cosi dicendo - non si vo1,rebbe tneuu tra i 1m1, dt0u:ili ad 11~tncza mai co~ì J?<llesisegni festo~1td. della ~perta, alla i,erf~tto i.d~n!ificazione (« E fino e in ca,.cere è un'opera di coscienze umane ohe ha analogiche e musicali; ma tuttavia non alla fine venir sospettati di toglier lu- oc~edere e soprattutto a ee- d~ framm~ntan~.ta. Se, pren- amm~razio,!e gioiosa, atto canttamo, ridtam.-0 J!(!! t>aria di lettura proficua e piacevo- il sudiciume, la varietà le rimanendo impassibile nemmeno al mu- centezza a quel e vaghissimo anello:» di guire. . diamo co~ com e (ogni com- estasi fancwllesca che ~em- --:- lu!lgo 1iacqu~ ndtamo e li~tma, sia per lo scorrere toppe degli stracci che s~en- tamento che intercorse da Lia Voce alla . congiunzione che fu I' Alcyone tra il Nella parola è lo poesia di me,tto 1iu. sembra super~uo) n~eno la Ta!seo~1ata ma.li.neo- fiuch1omo! ))). Fino a portar- della narrazione, sia per lo tolano nella bocea della di- Ronda e che corr1spose al passaggio Canto novo e il Libro segreto, tra Juan Ram6n; quindi. la na- la convinta e8Clmn.az,oue rua del « V1aggto defiutttvo" lo ad autopromuouersi crea.- spirito con ll 1 S I t . scesa ai trogoli di Santa B ·- dalla notazione diaristica all"invenzione l'istinto e Io stile, tra una sensualità tura. i senti.menti, le i1mna- d.euo.stesso Ji.m.éliez: « La so- 1 « E me, 11e an~rò. E 1'este- tore non solo d'un mondo di. sembra at!ron~~e lea ;~ 0 ~~ gida. a Genova; eleganze r~- fantastica. dalla registrazione realistica carnale e una sensualità senza carne. oini, tutto un mondo mobile htuduie è come wn grande rl'lntzo gl~ U.C?ellt- a cat1ta- bellezza - e qua.le Poeta, che la ~rna milizia politica gli rinate o 50Spette· vestit.aeci di all'illuminazione poetica. dall'impressio- tra iJ realismo descrittivo e la iJlumi- " ricco di. cose piccole o pensiero di luce)> con queL re... lJ) nuscirà del tutto a starei. per dire, non lo è? - impone lavoro· divise ' d li' tt ne subitanea alla riflessione elaborata, nazione favolosa. Meno ancora vorrem- ar011di - L'adolescenza, l'a- tanto di illtmii.11ata rivelazio- v.1Zla:e,. con quella. pocnta.. ma di. que~to deificato, crea- Mane.ano le invettive· 0 naggio'· giubbe df i3cc.a o- dal cosiddetto , frammento> al e poe- mo che altri derivasse dalle nostre os- more, ~t doci!e asi11~flo ami- ne che f}Ort~ con sè sarà sen- ~olc,sumia en~merazioue clie t_ore. i~omma di. un dio ch:e meglio, sono ridotte al ~ini: campagl1olo; scarpe ~~~ metto in prosa• e al e saggio•· serva1.ioni l'opinione che tra il D'An- co, H cielo, glt .ucce~li, L'acqua, z'altro Jacit~ entrare ueHa ti. paeta f<}- di, tt~tte, le cose e « tl dto àet. bello co~,egtu- mo; mancano le affermazìo- te; pezze dei viandanti· boe- nunzio ultimo e gli Scrittori nuovi esiste l'aàdto - si amma n<:lla at~nosfera di questo grado ~tlette (glt ucceU1, I o.rv , c,m to, - C03CU ?n.ra mta d.cl ni retoriche, la cui tenta- che che s uten ' , Arduo lavoro, che il D'Annunzio pe~~ solo una partita di dare a carico del duttile ma sempre adesiva pruno, fondamentale della l ~Ibero v~rd~ e co~ tl pozz<• bello ,1. tione è sempre presente co- malatt·e tfes o _sca~. seguì sempre più mirando e .se~pre. p1u primo. e esiste anche una di avere. corposità e 11ellavibrata luce parola, cui. l'inizio aderisce bianco e i.l c1e~o ~ .o cmnpa- Cori si riduce e si detim.tta me può ricQrdare ognun~ che che· s\1~n i !:ifm.1_e e c1c-:, adeguandosi a una sorta d.1 r~fless1o~e ed è a tutto suo pieno. incontestabile dPlla sua parola, seguendo con elegiaca nudità il mondo ne. del campamle} che. anrhe i.n una concezione facihnente abble una certa esperienza che' rubanz il fs1, sguard~ stilistica, senza peraltro tog.lterst e la via profitto. E noi la riteniamo di g.rande cn,i essa i mutament.i, il ~i· sereno dell'adolescenza, per- l~i lontano, contlf!ueran110 fl definibHe ~,.iteb~ca ~ CO-: di letteratura e concentraZJ.o- taoca; occ;iate Ji7:ole~ ~ d'uscita dalla prigionia> della sua stessa importanza per scoprire le ori~i~i e le m•rso anche se co11tt11uativo corsa appunto da un fluido uzvere la loro vtta sempre munque rehgtosa d mtto di naria •· monca infine - e da no il pane eh lt m ?- perfezione. condizioni di molte segrete novit,a. (>~sere dall'uomo attraverso di rivelazioni immediate e uguale e se-mpre n·t•>u t bellezza d~l poeta deUa beL· parte d.1 un ~munista colto mano· valigie e ~ tiene in Non altra né più facile fu per lui la ENRICO FALQUI u,ta vita quanto mai multi- !u.mimosissime. Contatto con- Magia della solitudine che lezza, .senma, nella. sua real· è cosa eccez.ionle il di- sacco' z.aint 't ttel~~e, bi- c~ndizione al raggiungimento, nella pro- FINE vla, di passaggi, di aderenze creto e sensuale con la bel- ,-ivela, magia del.la parola in td concreta prima, nella 6tW scettare sui sommi~rincipi sta ;~tta d.' ~r t ·. que 4 sa delle FaviLle del maglio, di quella " distacchi., di e8ilazioni e lezza, cui. solo più. tardi se- solih1dine che sogna, evoca. realtà a.st1'otta poi, ma xm· quei e brevi cenni sull'uni~ sone di ~fo J' 8 ~i di pe~ libertà e novità che già lo avevano assi- (Le precedenti. sei puntate dt questa CPTtezze. guirà lo stadio dt contein1,1a- si fa stntmento di cosc,eute pre fedelmente nella .!U4 verso» che rendono letture menti di tang n ', . penti- stito, anni prima, nella poesia dell'Ai- ((ricerca.)> sono uscite nei numeri del 18 Parola t11 solitudine ma zione e di. meditazione meta- contemplazione e creu, ,nngia real~à. da u.n' altiui.ma parola dl questo tipo in genere pe- di pa~· è 0 , ~ ardimento, cyone. Resta da precisare -: per .quanto e 25 maru,io, <' dP.Il'l. 8. 15. 22 giugno non parola solilOTia (chè fisica che aprirà lei via a i11fi11p della poesia che, w in poetica 11ata i.n solitudine. ,anti e noiose' ' i~n; a nata dalle è po.ssibile in mRteri~ ""ns.1 tiehc:at~ " 19SR. I Ql(esta seconda espr~ssione quella ricreazione d~lla bel- uu primo t!io111e1!topone H in 3oHmdi.ne spentasi. Si ritrova, l~vece, in Salva- GELO PAOLUZI \_ _____________________________ _, denoterebbe trn che di arti- leiia stei.sc1 con la r1sco1,erta i,oela estatico dt fronte al ELENA CLEMENTELLl tori una doseigrondissima .di (continua a pag. 8 )

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