la Fiera Letteraria - XIII - n. 7 - 16 febbraio 1958

Pag. 2 Armando Buratti: .. S<'afo • SuccPsso em numrnti {Continua da paf. 1) sulla pigra brace, -=--=renne sempre più alto il bersaglio. parca di Jode - E prodiga di consiglio, - Ch.i se non tu?>. Fermiamoci su quella parola e pjgra > e misuriamo quanto sia duro per l'uomo tenere alto il bersaglio• ; fulita la spada. Un monumento a un celebre cantante, a un Ta– magn\l, a un Caru so. come Jo vedreste? S.i usa di solito : rappresenta.re la figura del celebrato nell'atto di fare eternamente quel gesto cui è Jegata Ja sua fama da tramandare: ovvero si sintetizza nel por– tamento nell'abito. nella posa di lui, quasi il sim– bolo della sua opera. dalla letteratura all'oratoria, dalla politica alla gloria militare. S.i vedono così avvocati con fa bocca aperta e col braccio le\·ato nel gesto oratorio (chi non ha visto a Napoli la statua di Nicola Amore. traslocata negli ultimi anni dal Rettifilo a Piazza Vittoria?). poeti con la testa sul petto e le mani avvinghiate al man– tello delfispirazione, generali che cavalcano a scia– bola sguainata, e cosi via. ~1a un cantante, un celebre cantante come lo raffigureremo? Non cer– ta.mente vestito da Otello o da Rigoletto. allo stesso modo come non rappresenteremo Ruggeri vestito da Enrico IV o da Cirano di Bergerac. Faremmo la statua a1 personaggio o, peggio, a una maschera. Portargli li.a mano al petto? Nemmeno. 1 é è pen– sabile farlo vedere affacciato al bavero ,Jj pel– liccia del cappotto. E' difficile. difficile. Quante risposte potremmo dare a questa doman– da. Potremmo di-re che non sempre, nei monu– menti, i generali vanno a cavallo. A Napoli ho visto un generale seduto in poltrona, dalle parti della riviera di Chiaia. Direte che siamo a apoli ove anche a un ufficiale è lecito sedere sugli al– lori: ma non accetto insinuazioni. Potremmo dire che il povero Dante. olt-re alla faccia feroce. nul– l'altro di sè .desce a trovare nei manni di cui l'hanno \•est.ito. che Volta. in ghingheri come Wl servitore in livrea, ha in un cantuccio per poggia– mano 13 sua p.Ha. che il Carducci di Bistolfi. pro– prio davanti alla sua casa a Bologna. con la scusa delle Muse. se ne si.a piccoletto e temporalesco a guardarsi quel po' po' di varietà liberty. ~I~ con i rtempi d'oggi non si potrebbe pensare addirittura a un monumento canoro? La statua di un grande cantante vuota di dentro. con un altoparlante in– castrato nella testa e sotto. nel piedestallo. una cabina per i dischi. Basterebbe dare uno stipendio a un vecchio operatore. uno stipendo da niente come di solito danno i Comuni. Cor.aggio ci vuole. coraggio. Le difficoltà fanno ridere. Immaginate Tamagno e Caruso che cantano ancora fra gli acquaioli e i luciani nelle sere di prima\·era? Nei vecchi secolari teatri del melodramma aleg– giano gli applausi di tutti j tempi. è un'eco ]onta• ma da carillon. Non c'è altro monumento che valga ,-r j cantanti Ja cui glo~a. lega:3 al segret~. della voce e della vita è la p.iù strepitosa e la pm effi– mera. Cosi gli applausi c he per 5 minuti esatti d'orologio coprirono Beniamino Gigli all'c Albert Hall> di Londra. saranno per lai sempre un mo– numento più valido di qualsiasi bronzo. ALFONSO GATTO G ..l.L L J;J R I .I. LA FIERA LETTERARI\ DEGLI EDl'l'ORI * l'l'.\.Ll.. l.XI ARNOLDO MONDADORI * tli LIA1\'.l XICOLI Domenica 16 febbraio 1958 ILc(PHOUETUE[S U~BUU~ ELA lIUSIC\ SIIELtEYAN * di .llllCHELE RE~ZULLI Guido La Re(ina: • Paesanio • 1916

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