la Fiera Letteraria - XIII - n. 5 - 2 febbraio 1958

Domenica 2 febbraio 1958 LA FIERA LETTERARIA Ui\'A l'"OCAZIO,'E AL DI SOPRA. DELLA. POLEMICA * LA PULCEN.ELL'ORECCIIIO g/~t~'::~nb:~~fg"~~ »Po : * ci1; :r~l~~~sai~ia~n:~= ~iitt~o~if:Jr":,~t';~~jn!~i'~ Domandiamoci francamente se non sia il prolungarsi del suo laborioso « speri- ~1iT~~~~~~~~~ ~!;::Ze~,;~~ ~~!t::ib~l:: ar,i~~~i~e.Becronn~~~ mentalismo » a teaere ancora in sospeso il giudizio critico su Bernari, che da ~e~~i~e~~~o;~o 1~ ~'Jr-~: ~;~arr~eg~SL~~~l~~e~e~~;//~~ ~:t Tre operai a Domani e poi domani ci ha già dato dieci serie opere n,arrative ~= a~hien~~:ft~' 0 p~~~ cflctriva cioè e sostanziale. di crazi - date le a-ue TUiaten- qu.ella ouenu.ta fino ad oggi. * ze e diffidenze - soprnggiun- nvrebbe raggiunto in pi.e-no •e immediatamente il dubbio ~~n1::° d~~:gbe 11 ~ac:e v::'e~- ti ; E 1\i n I e o FA L Q li I ~~~h:ui~;~i ~: i~:ta:aq~;;~ tUlstro - essere quelLo di fP- le sincere fedi, giooo.uero dt .steagiare uno scrittore. qua_n- dopo t _quali .s'ane.stò. furo~· diventare l'a,uore uno SJ)OU- N~ 1empre inlerviene fa ra- 1e il giudizio rn di lui ri.,u.t- più ai romanzieri. foasero lo– to quello di metterne in 'I.O dedtcat..i alle .storiell.e dr rocchio. gion di stato. Forse dipende- ta ancora q'u.<Ui. in .aspe.o:' ro più corroboranft della fa- chiaro il carattere. l'indirt!• due e.sOrdUrnti umoristi delta D'altronde ,zei sei volumi rd dalla ci.Tcosranza che si- Ciò eh.e per un verso costitui- cilitd sperimentate di opgi. zo. lo stile, tn una parola: la serie Riz:::oli. degli Scrittori d'oggi di Pan- mili raccolte. percM trascu- sce un n,o merito. per l'in- Le tecniche nuove sono o pers<>nalità. Ed è cominciar.a da allora cra.::i il cogn.ome det Be-rnari ra.t.e. $COraeggiano? Fatto .,-:a .,-od.diafazione e lo scn,.poLo di sembrano li per li aran belle m!n~:~t~~g::~r;n~:'~1~:n:~ ~itr;~ 1 : p~i~se:~~~~ ::tb~t~i: ;it~ .ti°r;;! ~:~~:;: pd/e:!':ti ~ q:~':°~~t~ d/'~p::i;;:t,t~ riiJv: r~;;:'e~~ata edper ~t ~~f~ 7e%f~;' 0 t~ 0 r:~;';d il Bernari sta per doppiare nt riumen come naTTatore dt non vi tr,:wa $egnala.ztone dt che, nonostante le oscrliazw- tra un suo avantag1710~ aemp-re un fatro tutto privato il_ capo di buona speranza dei llpo realtsnco a sfondo pst- sorta, a d1tferenui d1 alrn IU e Le incertezze. aarebbero AL n,ouardo .ard da ncor- e della coacien.w Ed e certo ClnQuant'anni (euendo nato cologico-sociale e pur lavo- autori che tuttavia non lo utilmente ricavabili dalle dare che già il Pancrazi. che, più .spes.to che in bei ro– a Napoli ne~ 1909) e quando randa sul serio per metterli sopravuan_wno. E l'omisrio_ne li_na~le •~gnc_ilazioni e~eguite quando ai ac~nae - s~ndo man~. oggi su_ccede. ~·tncon– con Domani . ~ poi dom.an ! a profitto. se li è sempre vi- sa:ebbe_ rimasta davvero 1n- dt ltbro. in ~1br:_~_. f:d e man- alla_ 1estm1omanza tornitane trar~, i!l ea-penm~t, tntl:res: (Valleccht, F'rren.:-e, J95i) e sti ricono~cere a stento Le sp1egabtle. data la tendenza can.:-a dr CUI gra s1 avverto- anni dopo - a regutrare e santr, tn prove stngolan d1 gi~nt~ al decimo dei suoi li- cause? Molteplici. ma riOssu- narrativa del. !3ernari e la no gli effetti nelle stori~ d~I salutare l'av~ento di Bernari rOm!JnZo )), . b_n d, ,rnrrattva. Né vi è ar- mibilinella difficoltà di equi- pref~renza e-nttca del Pan- Novece!IIO. do~e per soltto )I !leli~ «fabbrica.del roman_zo Gmsta. cautela; ~mposta ra_vato col fiatone o f1!alco11-librare la polemica ideologf- craZT. che s~mbraoo'!-0 fat1c Be171ort trova , nadegua.to mi- 1tahano ,1, aagu~JUe _subito dalla novttd stessa ~h provr CIO, pur_avend_o prefe-riro lino ca con la polemica artistica. app<?sta per intendersi. 1~ nel lo 1n 7!2-eZ:~a lt~ng~e sjil::e che qu.eUa fabbrica gt.1 ~em- non sem7?re C0!1t?alr~a!e da stra.da rn sahta e piena d• Luglto del '56. da un fascicolo d'auton, p1u sbr1oatwe che brava poteaae • rasso-m.1gliars1 un'auientica onginahta. Ma :;;aZia~~t!~a; ~~ai dr:~r N~l ·so. a_l:;e:~ t~na_o~el~ ~e11;,o:;!ecrt:,!~ti~::Ìg =~r'! ~aess~hi~~ific~it~~rnf~~t?~a~ii~ r~ri'~!~~Jn!~'!i?:~7d:o~eb~;~: ~e;à cg;::ii~~!ai:/~a~ll~~an a~ danza. Ml continuare ad af- deglt i:u~ualt su_~t _dtec~ hbn operai. preparato a suo tem- tare esempi. Chiunque puO te le formule sono ammesse. esagerare nel ritenerlo quasi fronrare problemi di non fa- n?rrativi era _gra tn etrco~- po dal Pancra:::i per il Corrie- sincerarsene. tutti i tentativi 1i possono fa- escltUivamente applicato al- cile risoluzione. com.e quelli ?:l.One. Tuttavia_ nella stona re della Sera. era rimas10 • • • re. si accettano proprammi e L'osservanza di un'attualità cui spetta dar conto di u.n del R.omanz~ dt Raua (1950) inedito a causa della censura; Sennonché, per debito dt proposte da tutte L.e parti del polemica. che in lui preesi- approfondimento pgicologico non lo trova~mo nienzrn~ato e tale avrebbe conti.nuoto a Jranche::.::a. dobbiamo anche mondo. Con l'autobiografia, steva e che dunque sarebbe e ideologico attraverso un che al termine del C<lPl!OlfJ ri-manere qualora quel ro- domandarci se La particolare con l'avventura, col d~rio. sta.ta da con.siderar piuttosto perfezion.am ,ento letterario sulle « lende11=e co~tenut,stt- man::o non fosse stato rt- situazione del Bernari non col realiamo. col surrea!umo. come il segno di una voca– Approfondime11to e perfedo- c-he II della Narrati_v'! nove- stampato nel '50 dalla Casa possa altre,gi dipendere dal col nwnologo interiore, con zion.e. di un' indipen.den.za. di :~~e~i::ej~:r::u~:;~~ fi!~g~;~sF 00 ~~,~z,;;:bautt~ !' 0 fo~: 0 rlr~:ajt~p~~~~~~~~ ::gst~%f~~;~~n;~:;ir~ 1 eri~er~ ~eich~a c~i:!ela,c~::t /u~~~ H !~u~:t~~ìif ~~ll~i~~:~~ spi~ituale ed un'esigenza a;- C':1 11 allrr • conten1;1ust 1 "• rei to a ma!tdarne le boz::e allo cf:e. in espe-rh;nenti, J?(IT_teci-nuo'!'o, .si può fare un ro:man- q~ella vocazion.e, quella i'!– rist•ca. ambedue di .specie dt fare "ac~ademia del loro autore 1nte-ressa10. che per pt della polemtca reahsttca e zo italiano. E l'e.sempto, lo dipendenza, quella apontane1- piuttosto complioota. anc°hC'P!ete.,-o realrsmo. ~en:::a paa- darle alla stampa lascio pas- della polemica meridionali- stimolo dei romanrieri di tut: td andas.,-ero cercando e spe– perché son.o la TUultante di s1011e quale che sia ''.· Tanto sare altri sei anni. Sarebbe .,-tica. Non dipenderà da tan- to il mondo stanno. tu.tti ~ rimentan.,do e•oreuioni altra- Pa~ 5 un ripensamenlo e di un su- che "potrebbe se~v1re. per stato preferibil~ _che. Pancrazi to prolu~gat<;> sperimentali- gtor_ni. sotto gli occhi d1 ENRICO FALQUJ peramento della polemica costoro. lo !tesso _titolo d un stes.to avesse g1a provveduto amo. co#ten~oso ma non v1- rutti "· .,-ulla narrativa neorealistico roma,1::0 _d, Mario Gromo: ad includere l'articolo nella stoso e tuttavia non isolalo Premes.1a quanto mai gPnP- (Contln~ par !l Nel 1939, nella ,,llla Mondadorl di Meina, con la ramtrlla dell'editore. A sinistra: Carlo Bernarl: a destra: dietro Arnoldo l\-londadorl, il pittore Fabrizio Clerlcl e meridionalisti.ca . sotto la l bugiardi 1►• Alle guagnele! raccolta Italiani e stranieri cui insegna lo trovianw. per esclamavano gli antichi in si-- da Lu1.predi,posta quand'era esempio. regi.drato nei due fT!i_lifr~nge-nti: e con tan.t'l ancora in vita._ Se nessuno si recm1ti saggi del Volpini sul- p1u ragione potremmo alle- dard La cura dt raggrupparlo la Prosa e narrativa dei con- gramente ripeterlo anche noi, coi molti scritti pancraziani B e temooranei (AQe Roma. ricordando che fra i te costo- abbandonati in giornalieri- ernari 1957) e della Lol71bardi sui ri" additati allo sprez::o viste. si perderà una segn.a- Narratori neorealisti (Niatri- c'erano at~tori della .s-J?€Cie di l~ne degna di rilievo pro- Lisd1i. Pisa. 1957). Ma al ri- D_e•~ e d1 Quaronzom Gam- pna per La prontezza e ins1e- guardo non sarà mole r1cor- brn1. In quanto al Nostro. me -per la cautela con le qua- fuori dalle f ornt/ule dare. per le distinzioni e Le non ottenne. più di_ una ripa li i! Pancrazi s'ac_corse sim- preceden:::e alle quali Bernari e mezza d1 menzione. ma pat1ca,:nente ~et Q!OVan_e ad.- ha diritto. che il suo primo gonfia di rimbrotto perché, to"Te dt quell'msoltto e tmba– roman.::o Tre operai uscì nel dopo eueni permesso di razzante Tomanw. '34. in uno collezione inte- cambiare la desinenza del Ma, a dir~ il vero. anchP di * GIACINTO SPAG~OLETTI .'ltarc: o I giovani C' diretta da proprio cognome da Bernard in altre raccolte critiche il Zavattini. ma che per un in Bernari. • c'invita, add1rit- ricordo del Bemari non af· morivo o per l'altro non pro- tura. alla lotta di classe >o. fi,ora, E non sempre è valida seguì oltre il primo volume. Come se fosse uno sproporito. la giustifica.:::ione cronologica gi"rrhf il 5econdo e il ter::-o. un'auurdità. capnce di far chP pqli è "venuto dopo.-. Non credo di essere il solo, rale in un'Italia quasi total- quisitioni dei nuovi temi nar-- suco - pochi. fra storici e cile senumentalismo ambien- di non farsene soffoca::e, almeno tra i lettori della mia mente fascistiz.z.ata - fu al- rativi la critica ha fatto critici, s'affaccendavano a di- tale. e senz.a rlco1THe ad umanamente e int_ellettual– generaz.ione. ad aver ritocca- tora che la nostra letteratura buon viso? Su quali principi stricare le vecchie matasse 10utili pensosità. Non st.a, mente. Mi pare sia tl caso di to l'immagine d1 Bernarj, cominciò ad assumere quel vorrebbe stabili.re il rinnova- per legarne il capo alle nuo- dunque, né dal lato di un Bernari. Se pensiamo che la col passar degli anni. Tra W1 volto contrito e rugoso pro- mento del romanzo italiano? ve. La storia del romanzo Ma.rotta. né da quello di un sua penetraZJone sia a~enu- ~~~o~e l:al;~gio 0 n:°J!N~ n~ ~~i~a~~o~t~~ne ~ofl~ d°au~\~ ~~~a~!! ~~= 1t~idiz.i:'i,~~a~t ~:~H! 0 ~rc~ 0 ~~~d/~~J>;~: ;~~~ 11 ~i~r~~nd~ ~:r~t~~ ~e~~i ~~e~a:~ ~:~ui 3!: stra vita letteraria, il suo ner dire e da rimuginare. Ed ecco Dopo la guerra. <:aduh j rire divisa in due periodi, al- divagante, divertito o com- coli di letteratura aulica e me è servito a indicare molte pronti da indossare gli inno- veli della prosa d'arte a cui la maniera pl'essocchè irri- mosso, che insegue il .suo te- popolare hanno fissato con– cose prima che fosse chiaro cui veli della prosa d'arte e acoennavo, non pochi equi- tante dei manuali di scuola ma sino a farne coincidere il torni pressocchè eterni, sarà a che a1ludesse di preciso il di .memoria... voci trovarono modo di so- media: da una parte tutto il significato con la propria abbastan21a evidente. e forse lavoro dello scrittore. E' -sta- Col suo romanzo Bernari pravvivere o di riproporsi male. e dall'altra tutto il visione del mondo. La sua dimostrato, come egli abbia ta una sorte talmente strana pareva non intende~ ragione; sotto altra (orma. Come tut- be.ne : .o v!ceverso.. Den_Lrq ~ura_ realio_tica ---:-come te: sentito il yalore tra~– per un narratore del talento voleva gettar pietre nell'ac- ti ricordiamo, la Querelle, un:3- d1aletl!<;a cosi puenl~. sµm~n.1ano 1 suoi ro1!1anzJ te e all~vo delPumarutà e ~~~~~ ~te.ch .~~u~r:~ir~ ~~ta~~:untl\n~~~c:1 ~:J :g:~~!ie 'Si~~r:aJ! t: ~~~o~r\~~.i~_oriac?i~=~~~: ~~~J!~~ 1 fo 0 ~~~r: ~~- t!~~ ;~tà~t~~~~~ ~~~~ S:::. ohe Lo Ftera gh nvolg:e. per con gli serittorl francesi di narrativa pura e prosa d'ar- r1conosc1b11t m c1asçun mo-- d_t 1J?B ricerca. Se al_cum _suoi trimenti. Dal cosmo napole– c~gliei:e alme!10 qualche mo- avanguardia _ dopo aver te; poi al rifiuto deil'acco- mento del_la l<J:rostor\a, men- h?rt possono a~p_anre d1sor- tano, dove tutti i fatti sono uvo ~1 tal~ v1ce!1da. . . _ largamente rinnegato la ~ua glienza della nuova ~etteratu- tre sfuggirà mfine 11 senso dmati e ~stru.1!1 ~r pura eccezioni alla regola. e dove E r1po~ha~c1 alle or~gm1. primitiva formazione crocia- ra d'inchiesta. impegnata al- completo del loro lavoro. accumulaz1one, ciò_s1 de".e al ogni uomo seduce od oltrag- ~~er'O;er~i cc~93~).p~e~P~~~ ~aen~ e'li s~:r~r;;:ur~~= ~u~~~~~~~o"di~r~fc1~: sta~~r~~fu!ionc;~ni~a~ ~;~ ~!n~ 11 J~ ~\;~dea 1 ~1:: f,~~i~eraartrdftB~~:1ri comaryda per alcuni grandi l'impegno all'indagine socia- terminabili sopra !>esigenza. ritengo che da ftgura di Carlo 5tmng~rc _che I mezz.t. La sua ba ientato di ricavare riso-– ~loit nel campo della poe- le. Se si fosse letto a fondo. del resto pOCO chiara, di una Bernari non potrà che gio- !ant_asia e legata alle c~se. _e- nanze allusive. che valgono sia. ~ anche del . rom~ozo Tre Opera.i sarebbe apparso. narrativa a fondo ideologico. varsi di una migliorata pro-- ne 1 .nsegue. per cosi dtre. 11 oer ogni parte del globo– (bas_ti pensare agli 1nd1 J!e- senza ambagi, in quel clima TI peso e il senso di molte di- spetti va critica. Tra tutti i respiro. Questa mi pare soslantial– rent!?· non era cerlaffi4:-0le e in quegli anni. il corrispon- scussioni sul romanzo, di cui requ.is1ti di cui un roman- Per tanto tempo - com_e mente la lezione del suo la ptu adat~a per _ra~ghere dente nel mondo operaio del abbiamo recente memoria. z.iere deve essere natural- un tedesco - con una ded.1- esempio, difficilmente ripeti– U? messaggio reah s hco ~ so- lucido ritratto compiuto qual- tornava. per astratte convul- mente dotato, Bernari pos- zione veramente .esempl~re. bile, e in questa direzione il c1ale. In q~esto sensoi. ci pa- che anno prima da Moravia sioni. alle origini. Tutto da siede in sommo grado una questo scrittore s1 è dedica- suo lavoro. così imprendibile ~i~,} .c~;t~~em~~nsch~~= ~~~:ia.•~~~:ie ~::.f!~n~ ~!5r~~r~~e ~aen 1 ~~f.1\e~f ~~~!~-l~hfe~~c:gi!!ìac~~:= i~ 8 ~;~~~~e i :~:l:ff~n~~~~ ~~~no Jel~i~~~~rfl c~l mare dtrez!onale. Il_ romanzo za non fu avvertita né allora strandosi una tale ai•ance re al suo mondo, e di pene- Forse non è un luogo comu- tempo ha i più seri dell'at– stesso ven~va bandito_ come ne ~iù tardi. Più tardi. anz.i. verbale. avveniva la moltipli- trarvi con cautela sempre ne dire che un narratore na- tuale narçativa. ~r1~n~~t; ~n;si~all~l~::~chi !f aefi~% 1 ia~,!~~~ ;11: e;tb:1~! ~z.~~~: i1e~Fr~~~l~ ~:!,r~i~~ :~~f 0 r~e; :~\t~o aJn u~ibf~: ~ ~ò.di~ a cJ'~ 0 ~fòci~Ùfi~i!~toè GIACl1''TO SPAGNOLETTI no~ ricorda Jl. f~oso artico- letteraria, veniva proposta. l~ ~n cw ~ap!-fl-1tentava ad- senza darle eccessivo peso. r-----------------------------------------, d1r_1tt_ura.di_d1mo:5trare com: l'immagine credo meno sin- not 1tah~n_1!OSSimone_gatt. cera dello scrittore napole- ~;ar~di;::;:u_ia?~~;~~fc; ;1ro 0 =s~~'!~~o~i c~ ~;d~~~r= in queg-lt annt, mfath - ripercorrere la strada del po– m~ntre s'affermava 1~ co- pulismo del primo dopoguer– sc1e_n.zadel!a pe1"9u~a hber~ ra, su11e orme ormai famose poht_1ca_ e s, molU_plx:avano I dei Doeblin e degli altri ro– segm di appesantimento mn- manz.ieri mitteleuropei. Una Una is1ant3nea del 1934 alJ'Autodromo di Monu con Za,•altlnl. eal l'altoparlante ha annun– ciato la nascita del teno nrllo, ebc prenderà. 11 nome di :\1:lrco. uno del persona r r i di • Tre operai• .-----------------------------------------, ~isU~nJec~~f~rltita ap7gc~~ ''Domani e poi dolllani,, * di Glrl.l'<'ARLO l'IGORELLI In pieno fascismo comparvero soltanto Lre romanzi Domani, quindi, non è un romanzo casualmente diversawPnt-e ma concretamente «sociali•: Gli indi/- riuscito, tutt'altro: dopo questo Dom4ni è il roman- Jerenti di Moravia. I Jratelii Rupe di Repaci, Tre tiere Bernari che. onnai, noo dovrà e non potrà più openli di Bernari: e come sarebbe bello poter disc-or- uscire fuori dai romanzo; e tanto il Beroari è sulla rere a lungo, tira gli anni di ieti e di oggi, di questi strada giusta, che vorirei Iiconoscergll, con una for- tre qi)l)Osti libri e autori. delinearne le carriere e 1 mula improV?a, che egli ~a ntggi~tio _ qui iin Domani destinj; im•ece. dobb:amo accontentarci di un .saluto e poi doma.m una si~lica congt_unziooe tra Verga in fretta a Tre operai per r:servare qualche mezza/ e Svevo. Che Verga gli &tesse dfetro le spalle col parola in più da dedicare a quest'ultimo Domani e peso e l'esempio della tradizi<:me realistica, ere. ovvio; JJO i doma.ni ., (Va-l!ecchi), che oltre ad essere Il romanzo ma guardate che, coos'Ciamente o no, H Bemeri si _è più indm-~nato e più fel:.ce di Berr:a.ri , viene Q collo- messo lui alle spalle di Svev_o, _non e~ perché ti carsi tra Je opere oor.rative più impegnate e più notaio NJcola Monaco, assormgha per Vle oscure allo aperte di questi anni Zeno deUa Coscienza o all'eroe della Novella de~ Dopo Tre operai (1934), sentendosi appunto pre- ?lfOn ve~chio e della belta. Janciuli.a, ma. perchè ~~ elusa quella strada •sociale•· Bernari aveva cerca1o tn quest ultimo ~ gli è~adu_to did_fare ~n di contrabbandare Ja sua materia viva sotto certe cidere oon. esatta .ca~~ un . . ~1oco 1 .":3- ~ tecniche ambiziose; .me Qua.si un secolo (1940) segn~ cli subc_OSCIC:~· du-et di radia a~~o~e ~~e:! 1 suo ma1°rado una involuzione: anche Bernan p-2go rn<>rl:erm,. e sempre sta to 9\13 . è . • il pedagg' 10 a.:,1a mod_a.di scomporre inteUet~alistica- :i;;;mmlst.a napoletano quale m fondo tutta-via m:nte l p1am _narrat1V1 e il passo nor~ det .r~-tti ~ Nic~la Monaco. r4mast.o vedovo, è preso d'improv- de1 pe~onagg; e. da ali~. ~na residua pa~maasta viso da una tardiva passione per una giovane ma- quella 1rrvers:one le":terana gh era sempre n nicure incontrata a Chianciano: sembra una av- addosso. 30pratt-utto in Prologo aUe_ ten~bre (194?), e ventura banale. ma Bernari vi ha saputo Inscrivere forse rn Speron..zeUa 0 9 ~9 >-. e ~mo m _vesu~w e l'intera parabola di una vita, di due g-enerazionl, di pane (1952) che gli resta li libro p1u _congernele, ~I suo una particolare società meridionale, e ne ha otltenuto perfetto • carosello_ napoletano.•. Qul. 10 D<>mant, ~!" un romanzo sfaccettato ma .uni-tarlo. lncentTato su un ~~~a d:i°1r~8:-°ro~a~:~; :!,~[;:o-r~~~ f~~ oaso ma 9'v-Oilo come una storia - liberatrice - di si sopraffanno più. il quadro sociale concorda con gli ~e~nto pa1dne serrate e distese e come par- arbitri psicologi e ~iceversa, l'arco del racconto resta lam~n'tn quattro 'nghe, come insegui~e la trama imprevisto anche la dove accetta la condotta me.no Colta e 1 persona-gai grottesoh:i O umanissimi, come es1.rosa: insomma. Domani è l'opera del _:Utto _matura perdersi e salvarsi in questa singolarissima ~loria di un romanziere che senza essere p1u SV1ato da d'amore? PiU che una introduzione, il mio non e che troppe volontà o vogli,e è riuscilo - mj si lasci dire - un invito alla lettura: l)Om.ani, e ~i d0!71ani è un a sdoganare rerenamente quel che sinora contrab- libro, peT me, già entrato n~lla stona a~:'.a del ro- bandava camuffa-v~a, e comunque alterava per diletto manzo di questi ult~i a~l, e Bernan e alla sua 0 per ec'cesso, per ipei'lettl"c"tura o oe-r P'T""C:UTif;:J :Jr' -,·,·, fertile e più mentata ·nttorla. tiletterarietà 'HANCARLO VIGORELLI z.ardosa regalava volentieri. e quasi con soddisfaz.iooe, ai lettori italiani, pur di Ube– rarsi di un «caso» che si annunciava di difficile collo– cazione letteraria. In realtà. ad affrontare la figura e lo stile del nostro narratore. Ia- scianQo da parte le formule, sarebbe bastato uno sguardo all'Europa di quel momento. che non aveva perduto. come da noi era chiaro. il gusto del romanzo in ogni sua di– rezione. A questo punto, bisogna dare il giusto peso aUe cir– costanze. Mentre i romanzi di Moravia e il più bello ftno allora scritto da Vittorini continuarono ad aver vita sia pure contrariata nelle libre– rie. i1 primo e significativo libro di Bernari sparl addi– rittura dalla circolazione. Lo interesse della nostra critica volto principalmente allR Poesia, e quell'aria circospet- !ir~0~ii~tesi sfn~S:11~=~~i~tr z.io. non furono poi motivi tra i più trascurabili del si– lenz.io che si mantenne intor– no a Bernari. Il quale si at– tirò maggiore stima come giornalista e corrispondente che nella sua qualità di nar– ratore. Il successo di Bernari si deve dunque unicamente al clima dell'attuale dopoguer– ra? Non ho se,uito gli arti– coli che via via hanno accom– pagnato i romanzi del nostro. da Prologo alle tenebre, a Spernnzella. a Vesuvio e Pa– ne, fino all'ultimo Domani e poi domani. se non sporadi– camente. Una nota recente di Montale mi è parsa molto acuta. Qualche rilievo va pe– rò fatto sull'inevitabile scon– tro della critica a proix,sito di Bernari e dei narratori. come lui. che si siano lasciati alle spalle la vecchia impo– stazione psicologica del ro– manzo. Il discorso vale, dun- Temi eridionali i chiave italian. * « Le sole, pagine di Bernari, soprattutto le ultime, sembrano costruirsi da per via di secre:;ioni naturali_ che formano dramma e storia » * di ANNA BA.NTI SuUe scene della lette-ratura, dè chi arriva di spin.ta , in una ventata che lo fa schi.z:wre, almenc, per qualche mese, in primo piano, accanto alla buca del suggeritore; e chi tnene avanti adagino, con pa.sc: 1 e battute brevi da attore secondario che però, al ter z'atto, •i rivelano essenziali J>e1' la condotta. e il rigni ficnto del dramma. Fra. questi du.e modi di presen tarsi ai pubblico - nel nort-ro ca.so , ai lettori - non è dato scealiere: ogni scrittore autentico nasce, i1' quanto tale, colla sua funzione e il suo itinerario incollati addosso. Ma non è detto che il primo sia da preferirsi al secondo e Che ciò che importava raccon– tare in determinati momenti, non ri t-rovl nell.e pagine di un autore che ha parlato sempre a voce bassa.. C'è per esempio da scommettere che fra cinquan· t'anni la carriera di Carlo Bern. a.ri sard, sempre che rimangano in piedi biblioteche e uomini atti a leg– gere, estremamente i.Struttiva sul nost-ro tempo. Il neorealismo era di ld da nascere e gid il suo ~ Tre operai •. nel '34, portava il segno di una inquietudine concreta, di un disinteresse per lo strum.ento lette– rario fine a se stesso, che, nel t>anorama deUa • prosa d'arte• d'allora, facevano macchia. e manifestavano un fermento moralistico, pieno, se non altro, di rischi. Le preoccupazioni del giovane autore e il suo modo di esprimerle lo avvicinavano a un esiguo gruppo, presto disciolto, che faceva capo a •Occidente•• una folta e informatissima rivista antologica che si po– neva, come il titolo lo dichiarava., su un piano inter– nazionale, anzi supernazionale: con tutte le l'o-nse– gueri.ze , anche polit-iche, del tempo e del ca.so . Situato prevalentemente a Napoli e nel meridione, • Tre operai• non era un romanzo • meridionalista •• almeno nel senso che opgi assume questa qualifica: nel '34, i problemi del Sud parevano dipendere da cau.se che erano all'oriQine di un intero disagio na zionale. Ma il fatto che i romanzi postbellici del Bernari, strettamente leaati al tema e aU'ambiente detla prima opera., s'inquadrino con tanta coerenza nella schiera dei nuovi rom.anzi del Sud, dimostra che, oltre che •neorealista• avanti lettera, egli è da con-,ideror~t u-no depli iniziatori della giovanP ~nrra- tiva m.e-ridioruite. La quale contribuì forse a incorag– gia.re in lui U.1U1 maagi.OT libertd di espressione, un più Largo indulge-re agli iruerti dialettali, specie net dialogo: come si nota, ad esempio in • Speranzella •• premiato a Viareggio net '50. Ma anche in questi ac– centi di colore, il 8ern(lri. si è sempre m.a:ntenuto sobrio e, semmai, non tanto sensibile agli tn.Jlussi dei giovani scrittori conteTTanei, quanto felke alla tradi– zione ottocentesca di un.a Serao che, più che scrive-re, pensava in napoletano: e ne nasceva quella vivacità un po' languida. che si ritrova, qualche volta, nel– l'autore di • Speran2eU.a •. Ma, immutato dai s,ioi ottimi principii., il Bernari non limita al Sud le sue indagini pensose, scavate, niente affatto spettacolari: si direbbe an...-i eh.e, anche nelle ultime opere, i! suo sforzo costante si'a volto a tradu-rre it tema meridio- 110.1.e in chiave italiana. I suoi personaggi emergono a poco a poco, come da un'atmosfera grigia, ma non nebbiosa, i loro contorni si afferma.no incisivi e come tracciati un po' pesantemente all'inchiostro di china. l suoi paesaggi hanno quello squaUore dirupato che assumono, per gli occhi non allenati dei settentrier noli, i profili degli alti monti campani e persino del golfo di Napoli: uno squallore mitico, dove la gran luce diventa. sto-ria troppo remota, e ali uomini ci sono immersi come festuche. A questi cimenti, I.a scrittura del BPTnari si è andata assottigliando e ha raggiunto, quasi a furia di ostentata indifferenza all'• effetto•. risultati di stile tanto misteriosi quanto ln.discu.tibHmente origi– nali e di cui sarebbe difficilissimo (e, del resto, inu– tile) cercar di scoprire il ,neccanismo. Ci Ti.feriamo sOJ)Tattutto aUe pagine del recente • Domani e poi domani• e a certi racconti b-revi che semb-rano co– struirsi da soli, per via di secrezioni naturali, di oarole miracolosamente ovvie, che raccolte e ricol– locate nel loro minuto, formano dramma. e storia.. La storia, per esempio, di Giulio e Regina, i due prota– gonisti di « In silenzio. il tuo cuore• (• Pa-ragone •., 60): un racconto che qualunque oro~so ~crittore sarebbe felice di fi.rmare. .io 'JNA BANTJ L----------------------------------------"" que, per molti. A quali ac- ._ _______________________________________ _, Bibli\oteca Gino Bianco~

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