la Fiera Letteraria - XIII - n. 5 - 2 febbraio 1958

LAFIERA LETTERAR '.Anno XIII . :'i. 5 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE CTENZE Domenica 2 fehbraio 1958 SI PUBBLICA LA OOME ICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO UMERO L. 60 DlREZIOKE. AM~IINISTRAZIO, E: RO~lA _ Via di Porta Castello. 13. Telefon• Redazione 555487 . Amministr. 555-158 _ PUBBLICITA': Amministr.: e LA FIERA LETTERARI.A.>. Via di Porta Castello. 13. Roma - TAR.: Commerciali L. 150 f',hori~li L 80 al mm. Af\Rn'J.\:XTF'.\!Tt· Annun L 2700 Semestre L. 1400. Tr;mestre L 750. Estero: Annuo L. 4000 _ Copia arretrata L. 100 • Spedizione in conto corrente pastaie (Gruppo li) - Contocorrente oostale n. 1/31426 DI A RIO AL L' A RIA A PER T A * Fl:'i DAGLI ESORDI A:\'ELo· AL RI ' 'OV A:'IIE:\'TODEL KOSTRO VIVERE * Il Bernat•i UNPOE!1A C0!1PIUTO la vita di Albert Schweitzer di * FRA-~CESCO FLOR.-1. * l\el « Rispetto per la vita » ho trovato quanto mi occorre per sentirmi più ricco interiormente e più lontano da un ideale umano che risponda completamente alle lacune. e al dolore più reale espresso dalla nostra società * di GI.GLIELJJO PETROXI A forza di trovarmi. senza volere. in contrasto con le cose che si !anno e che si dicono di più. con quelle più propa– gandate dalle varie tecniche d'informa– zione moderna, con quelle più sostenute dai massicci lavorii di e convinzione• dei poteri di massa politici o religiosi, non riesco a trovare reale conforto se non nella e parola • più facilmenie ba– nalizza bile che esplode nelle riflessioni spirituali. nell'asserzione della medite– z.ione, nella fede nelle forze dello spirito, nel sentimento religioso della vita, nel e Rispetto per la vite ... •· Siamo nel regno più facilmente di• struttibile da qualsiasi degli smaliz.z.iati scettismi che d circondano con tanta sottile intelligenza; da qualsiasi agguer– rita dialettka tre quelle formidabili che ci assaltano ogni giorno. Siamo inoltre in un clima in cui queste cose possono es– sera con tutta facilità equivocate con ogni dilettantismo di sentimentalità pro– vinciale. di messianismo fanatico, di re– verie grossolana di qualche misantropo eremita. E poco vale, per disincagliarci da tanti possibili e !acili equivoci tutt'al– tro che generati da critica dilettantesca, ma anzi da sottili pensieri brillanti e sol– lecitanti le vanità intellettuale dei più. Per fortuna anche a.i nostri giorni non manca qualche punto fermo, ed anche la nostra epoca, sia pure raramente, può darci }',appoggio che tale modo d'ìnten– o~ le cose uman.e richiede pe1 non naufragare addirittura nel ridicolo. Per quello che mi riguarda un luminoso ba– luardo a difesa di tutto questo è una realtà nella parole e nella vita di Albert Schweitzer, tome ci giunge dal recente volume edito dalle Edizioni di Comuni• tà, curato da Cherles R. Joy: e Rispetto per la vita•· Non credo che sia il caso di informare chi sia Albert Schweitzer, la sua bio– grafia, mentre tuu·og'g! è m vila. ha ser– vito per drammi e radiodrammi a suc– cesso. a brillanti servizi della stampa u:ustrata, e ciò dovrebbe essere bastato a farne conoscere certi aspetti anche ai più lontani dal reale significato della sua opera e dei suoi atti. Sembra quasi di doverci mera,rigl:are a dover ammettere che la nostra epoca ha messo al mondo un figlio di quel genere; ma in verità egli è più figlio del nostro tempo di quanto non lo siano le centinaia dì figli ufficialmente e universalmente ricono– sciuti. Null'altro che questo condensato delle sue idee e dei suoi studi conosco e, pur esauriente e ben compilato, non credo basti a darci una immagine completa dell'uomo. dell'artista, del pensatore, del paziente lavoratore attorno ad imprese d'immensa difficoltà, di quasi folle fati– ca, imprese spesso del tutto materiali le quali s'illuminano di bellez.z.a e di s 1 gni– flcato grandissimo perché accompagnate da un pensiero. anzi generate da un pen– siero quanto più si realizzano in opere estenuanti, in sacrifici fisici, in abnega• zioni impareggiabili. in questo volume, per quel che mi riguarda, ho trovato quanto mi occorre per s~ntirml d'un tratto più ricx:o interiormente e più lon• tana de un ideale umano che risponda· completamente alle lacune ed il dolore più reale espresso dalla nostre società; ma non credo che queste del resto mi– ,·abiU 400 pagine, facili e molte critiche. Il molti dubbi se si vuole. sarebbero ba• ,;tate ad illuminarmi alcuni aspetti eterni -iella vita ed alcuni problemi spirituali dell'uomo d'oggi, se esse non fossero l'humw: dal quale è nato l'uomo d'azione. il dottor Schweitzer le cui azioni si con– giungono al suo pensiero, ella sua arte di musiciste, alla fede di uomo, per com• porre il poema d"una vit:i del tutto com– piute. Le sua biografia racchiude il suo pensiero, la sua sensibilità d"artlsta, la sua intimidente dottrine, in una corazza d·esperienza che non permette dj poter– ne scalfire alcuno di quei lati che al so– fista appassionato potrebbero e.pparire occasione ·di critica. ci.i negazione o per• ché no, aoche di scherno. La ftgu're dl Schweitzer, così concepita, non indice alcun dogma, alcuna verità rlvelata, al– cuna tecnice di vivere che sia meglio di un'altra. lascia ad ognuno empia libertà spirituale di discostarsi da lui. ma non lascia possibilità coglierlo io fallo. di non sentire che dinnanzi e questo uomo :;iamo dinnanzi ed une creatura d'inte– rezza assoluta. irraggiungibile, ma com– prensibile per tutti, inimitabile ma ugue.– le a tutto quello che ognuno sente di meglio in se stesso. La sua fede non è messianismo di e.lcun genere. la sua bon– tà non ha un trotto sentimentale, ma quasi sembra un oggetto. un'opera arti• gianale con tutte la concretezza che hanno le cose. Schweitzer è un solitario: ma quale solitudine di oggi n!3Uzz.a così totalmente un pieno contatto umano con gli esseri viventi. col mondo delle idee, con le espirazioni di bellezza: quale. porta tanta luce in chi l'avvicini anche con la intenzione o la necessità di scostarsene di seguire tutt'altre vie? GUGLTELMO PETROSI Carlo Bernarl In una rotorraJla di Federico Pat. .ella.nl I:'< Q ESTO KUMIERO : Galleria degli Scrittori italiani * C.-lRLO BER:\ARI * a cura di Niccolò Gallo e Ì\icola Tanda * Scnw di: Anna Banti - Remo Cantoni - Giuseppe Oes· si - Enrico Faiqui - Tommaso Fiore - Francesco Flora Renzo Frattarolo - Nlccolò Gallo · Paolo Marletta • A~berto Mondadort · Vasco Pratolini - Michele Prisco Domenico Rea - Giacinto Spagnoletti - Nico:a Tanda Giancarlo v:-gorelli - Ferdinando Virdia · Valerio Volpini - Cesare Zavanini .L'ULTIMO * Questa vuol essere soltanto una test:lmonianza a Carlo Bernari. perché le presenti necessità del mio lavoro non mi consentono fare di più: una testi– monianza ad una fede letteraria ed umana che s'è venuta sempre arricchendo e che, dopo aver toccato alcuni esiti che il romanziere aveva tenacemente desiderati, mi pare si volga a plù sicure soluzioni, sempre sullo stimolo di una medesima sostanza che anela a un 'I'lnnavamento del nostro ,-:ivere. Un rin– novamento di sincerità al quale non si accPde per obbligo intellett\lalistico ma 1)eT genuina adesione di vita e d'aTte. Ho conosciuto Bernari quand'egli giovaniSS:mo, in quella nostra Napoli cosi attonita e cosi d:singan– nata, così ridente e cosi pensosa. che negli anni in cui pareva obbligo far davvero la • faccia feroce•• come nel g!ocondo aneddoto suu·esercito borbonico. durava anch'essa una certa fatica a eY-:itare quelle maschere di orrenda paresi al volto. che avevano fatto dire a un nostro scrittore: cr Chi sa come la sera deve dolergli la faccia!•· Gli è che neppure a Napoli mancavano le grinie e i teschi di morto e, quale che !Qsse il loro numero, prevalevano per l'autoritB che ad essi veniva dal centro. Anche a Napoli era la peste. Tuttavia resistevano alcune oasi ove ci si rifugiava come nella villa Palmieri in cui i narra• tori del Decamerone primamente si rifugiarono per salvarsi d-a.l contagio. Maggiore di tutte il Palazzo F'ilomarino ,,ve -a·bitava Croce. E v·era la casa di Giustino Fortunato. e v'era, ospitaliSS:ma ai giovani, la casa di Raffaello PiccoU e Bianca Goode. Ma do• vunque si potesse creare una soHtudine noi faceva– mo. sorgere uno di questi rifugi. oltre le nostre case. A Villa Lucia. Alla Floridlana. Finanche per questa o quella strada meno infetta. lo abitava al Vomero (siano concesse all'amici– zia le memor:e che non diventino U pretesto per par-Iar di sé) in uno chàlet di una via silenziosa: e proprio nella mansarda di quello chàlet si aduna– vano spesso alcuni ragaui, tre dei quali avevano preparato un mani!esto di rivolta artistica· Il e cir– cumvisionismo •· E accanto ad essi gli ~miei che BERNARI Col'' Gigante Cina,, ci trotiiamo di fronte adun libro in cui na1·1•ativa .. ~aggi.•ltica e vi.aggio trotiano 11na perfetta 1tnità * di FERDII\"ANDO VIRDLt. Di Bernari viaggiatore si di quanto non si vo~lia ere. di un verismo assoluto. Il morialistica tutta italiana: ~i1~0 rg>oeii~rede1u:~~? c~~~ì't~l~=~~; ~e siis~p~~~nii c~~: i~~o. ~~Y;is~incrertJ ~a.vi: ~~s~1t"udno g 1 :an~~n~eiti~a~~,~ t.adinj (e di quelli d_i Ber. re. qualche volta: quando e forse nella prima stesura europeo, non si lascia per– nari stesso) nel suo Napole. deve vedere qualche cosa. di Tre operai non e· man- suadere dal •mestiere> del tano che cammina: e li na- ed anche li verbo vedere cata un·eco lontanissima rotocalco e se egli apre il polet.ano non cammina mai. ha a Napoli un significato dei Rougon~facqu.art, ma suo reportage con una • Gui– passegRia sempre: anche se suo particolare: e Si corre la tranche de vie di Ber• da pratica delle contraddi– sia il napoletano più attivo. per vedere Qualche cosa, nari finisce semp~ col li. zioni > non è tanto per apri– più enerjrico. più preso da• non si corre mai per rare berarsi del contin~ente. del re al lettore le porte del ~li affari. oiù difettosi di qualche cosa>. Non so sino documento. e il suo p,opu- paese che egli '1.a visitato tempo"· Il ~amminare de! a che punto Carlo Bernari lismo scatta sempre suUa con un discorso ideologico, ~~~ 1 d1!B~ !u~fail~si~. :~~; =~:e~=r~~~fonlt f~:"~m~~~: ;a~Va d~ 11 ~rifre~~-a ::iafa; ~iaa~~l ru~gr:;e:~~~ 0 n!" ci~af; occasione di osservare e di tana anche l'accettazione, ooi mai !òl'.! oresta alla di- due parti che dividono il veder bene. di non oerdere almeno m parte. d1 un'idea mostrazione pratica. alla mondo contemporaneo di!– il controllo assoluto. visivo tradizionale dei suoi concit. p0Jemica ideologica. se ,·o- fondono a piene mani sulla e riClessivo. deHe cose. un tadini. non tanto un'idea di flliamo rimane talora L~- Cina: in sostanza quelle con– modo non soltanto di eser- pigrizia. ma quella di un scritto ne.I fatto di costume traddizioni dipendono in citare r intellijrenz.a. ma ~ape: ~-ivere. al quale ~li e spesso un e-erto umorismo g~an parte d_al so~rappors! qualcosa che di-pende d.iret- mqu1et1 _oersonal?,lti del nar- bernariano nasconde una d1 una r~~lta suU :4--'tra. d~ tamente dalla sua intelli- ratore s.: conformane ooco, sorta di moralismo piutto- una cond1z1one suU altra. d1 '------------------------------.J jrenza. assai più realistica agitati come sono dall·in- sto risentito. ma non si ac- ~n cos!u_~e. sull'altro, dalla t~m~ . di una lor<J amara contenta mai di una oic- 1mposs1b1li_ta che un paese Vltahta. cola morale utilitaria O po- come la Cina possa assume- A PROPOSITO DI UNA NUOVA GENERAZIONE DI STUDIOSI * Bemari tiene a sentirsi liticamente utilitaria re donmque uno stesso voi· ruor1 altres1 da una cultu- Il recente via,'?gio m Ci- to, dal conflmre d1 antico ra naooletana p1u o meno na d• Bernan e oer que- e d1 moderno. dal fatto che tradizionale. e se anche rl sto ,I via~Jtto d· un buon 11 paese esce · 1 rma1 da un fi suo reahsmo d1 narratore e napoletano che· ~ammma lrentenmo dt guerre guer- R • h • h l I • h sorretto da estn e da fan. ma e anche ra, ve'""ntura di reggiate futtav1a Bernan lcerc e Storlc e e O Og le e tas1e, e difficile che quegli un mmo moderno chE' le non j1ment1ca ma1 d.1 esse- . estri e quelle fantasie col- ,·e ,edere con I suo ~ : re on europeo :on alle spai· ~~~~~te co~m:~:,if 0 d 1a~~;tu~; eh, e ,21udicare con la sia ~~stia e lui~g~ul[~~;zi~~e s~~ * Giacomo fu rmterprete più mente. ma soprattutto di un pra,·,·n·e in lui una c;erta m- famoso Anche ,su un piano ~c~~~ta~~ov~h~ ;~~;~;e\~ cl~az1one 1llumm1stica. non d • G f O .,.... a -..· -..· I F a L L a -..· I culturale 11 Beman è fuo II t d . SI .ratta d1 un gusto per la I • ... ~ ~,i ._,i ... -Jl .. -11. _,i n dalla p1ù Teeente e sen~ que o ~ raor mhno e im- chinai.sene bastera. a questo . dubbio 1Uustr..e tradlZlone d1rso paese anc e al lume pr'?poslto. leggere l C.é!PltOlt I segg, e re r~erche d recente va.urne d. S.lv.o I Bologna e oei Gonzaga di dal Bembo. ed ogg? d:spe:-sa naooletan.a ue1Ja eh e a sua fantas.a e del suo • \ 1agg1are come mangiare>, carattere stanco e t..o !og.co Pasquaz.i Rina.scimenzo fer-1 Mantova. e su figure come Un poco di g,ustiz:a c'è un modo 0 ' n~Il'altro iaece~~ amc;e ~r la vita Il Qtaan- • L'opera cmese al b1v10 •. s:..anno r.entrando ne.:: .nte- rarese La d1spos1,!..one .:n- quel!e di Luca R.:pa Lodo- anche per 1 cosi dettJ mthOl"" centro .attorno a p 1 te ma e il tilolo del Lbro e Parlare e scrl\'ere • do, e resse v:vo dell ulLma gent7:- ter:ore al sacr,flc:o _che im- 1 v1co Carbone. Grrolamo R.a- quando trovano lo studios~ Filomarmo e al suo itiuas~~o che è nato da siffatta e~pe- egli mette giustamente m raz..:on& di stu~:os:, ~he J:- pone la ftlolog1a e plu ancora n~. G ovann 1 • Rutto. P,co che h presenta da v.c.no . ed abitatore Venti O "·enticm~ nenza e che akun1 me~i fa prospetti,~ 1 ,·an aspetti d1 bu. un poco a.ia vo.ta da. 1a qual ta e rimportanz.atde.la Mirando.a G.ovann. anz.; una lettura dei mag- que ann e stato pubblicato dall ech- una c1,·1lta che nella stessa sol: .mpegn. formal:st. C deile r:ce:-che erano cose g.a Pontano Francesco F1!elfo. g:on Sl potra effettual'e con vane sclr1:Ì.~r: 0 n~a~~et~i~ iis~ [eltrmell1 (~l1lano. TI\ oluz10ne cerca d, non per– dell'opera d'ar~e interrogano note le~endo :a rrad1z10ne 1 Ermolao Barbaro altro intento se avverrà che antifascista er la nma ) 1 offri,·a allo scnt- dere_ una soslanz,ale cont1- d;.rett-amente ,e font.. Da manoscrtuo e cronologica Il Teba~deo lat.no che Cl si prodJgh 1 ail':nsegoi volta si tro:ava m ~hiaro tore la scoperta d1 un oae- nu1tà m senso popolare-na– questa _intensa \."1ta d :.nda• deUe predich~ d1 Gtardano esce ora da manoscr.tt 1 della mento d_ questa fo!.la ano- dissenso con un pamphlet se che I nostri Juo~h1 co- z10nale. della sua stona g.ne ne.le . b1b.1ot~he !! ne. do Pisa che ,o slud.oso ro- B.bJ.:oteca Comunale Arlo- n.ma o appena nota di scnl· O.&:;J?; di~cul!bile quanto si muni hanno dato sempre Inviato speciale. ma pro,·– fond, deg,1 arch.v1 puo na- mano ave\a el-aborato qual• stea di Ferrara da, cod:e1 ton, snlJanegg.at.• spesso \"UOle ma allora ri,·elatore come mostruoso e oresso- visto d1 un acuta capacita di scere una, va-lutazione ob e,t- che anno add.etro . val cani e da1 cod!c1 della ne11e note e ne, nassunU di un· mdmzz.o e di un im. :be mdecifrab,Ie e che sta analisi. d1 una d•spos1z1one t., a d ajcu:11 per.od . del.a Le !dee e 1 prob.em .. che B.b..:oteca Estense di Mode- de 1 manuali da eh• non ha oeli!no al 1 Be ,ubendo ogi, ur, processo a nsahre daglt aspetti rn– stor a :etterar a. !-a qua e .n entrano a rar parte del!a na c1 fa largamente cono- a\..ito . modo d. - arldars 1 ~d nmasto fe<tt8 e h man e di trasformazioOE: che. co- terni a quelh esterni. dai fat- ~~:5~o~t:~m1fo~~r;;a,10 e i;~iit~ ; :t~~~ ~~a~a~.f: a;d~~ra; !~,-e~tar~~at :1:~~~-tf:r~ ~~~~~~~ d~~r!;~~:~ c: ~! f!;à? ~e~f° esi'ea~~v~~~7"o:Ù ~~~ieuesuse u~e P~-~~~,a p~~~: ~ 1 a:~ 1 fe 1 ~:ie ~~lì:·10 3 r~ ~~~f; rev:s;one nei suoo momenti scovare .n ~rsonagg ..:he, di ep·gramm1 e d1 carmi. r:. r,mangono e O I i 3 n~essi.a h I ae:- mentf teorico le rn~1oni. e e attraverso le cose gli uo· di ,·.tale mteresse per quanto .mportant.. ap- volti a documentare la vita. T moteo Benòade.: chi era ~ rn;r O anc e pere e es- certo una delle o,ù grandi mmi. non sfugge a Bernan Avvertiamo g.a un c!...ma ;:,artenevano a. g ro d una l contrasti, le polem.che le cosÌui? Veramente non lo SI schenm n nmareise un pulo orove d1 v1ta11ta che una la trasformazione d1 tutto 11 d.H!TSO di gente che .~1 sor- Vlta .della c~~te estense. ,m~ ore dell'o~.o letterario dovrebbe d.re pensando che ,. 01 r:e,~~~u i,;~ a~ 0 ~ 0 "ras~ 1 ~ E~ziont> oossa sopoortare paese che la Cma d'oggi com- veg ..a da se e che ne .•a for• pero.ala suHo schema d. Il Teba.deo, segretar:o d un carme !atino de:J'Ariosto fa'!ic'smo , ulf:ciale . naoo. un paese nel 01eno d1 pie nel nnnovarst e li na- m i,az:one di uoo ~ 51 01 una fortuna po. t!ca e d. Lu,crez1a Borg,a, del Cardi· e dedicato a lui. e che nello letano una cns1 ri,·oluz1onana che scere de 11 a .fabbnca do,·e comunque •n un excursus una sodd.sfaz.:one della let- na.e Ippolito. precettore d1 orlando Furioso e c·tato con m certo senso è stat? la pnm6 era un economia ru- de:.a cu'tur3 usa una !1• tera tura tanto hbera ~ella Isabella d Este e amtco di N!cco:o da Correg'.gio in La molla interna d1 Ber• con~ee:uenzé dell:mcapac1tà. rale feudale e artigiana e bertà maggiore e avverte fant.3.~a. quanto obbed.enteluna folla di am.:c1. 11 San- mezzo aJle lod· per le ..,rtù nari v1ae:e:1atore. tuttavia. e deU ee:01s-mo ciell msens1b·h- lé colt1vaz1one dei campi non (almeno cosi c: sembra) quel a: canon. sott.:!1 ed ev!dent.l nazi.aro. l'Arlosto .1! Cas~- della flgl:a d: Ercole I Bea• nroono questa del naoole- ta morale delle sut: ··ecchie p1l Rff1data all; fatica m1- concet1o d ered.ta sp.r. d: una ce:ebraz one Questo glione. d,v ene 10 questo tr:ce d'Este Le Rtme che tano c\if> c:,immma oer ,·e- classi d1r1e:ent1 un :,aese nut. e disperata del conta· tua:e che. pur ne' con!rast 5? poteva d:re s.no a qualche!stud.o deUe fon~i manoscr:t- PoSSed amo un,té a que:le dere che tiene apert e:h dove onera un j?IOCO d1 con- dmr ::ilJa sua lotta antlch1s– accomoagna e prec.sa g: 1 :mno fa. ma I recent, stud! te un 1mpec:ab1,e e assiduo riesumate da' Pasquazi non occh . su! _mondo m3; che trast• che ne deforma 11h SUTI contrc la natura. ma iv.Juo-pi e gli ostacoli de!:a e que.lo de! Pasquaz.i e: n- r.gor1sta de: •.a fllolog1a 1m• sono mo'.te e se glj antichi -.nn " "fi ,t::a IT'? ;iJI "'"oP- antichi hneament senza alla macchma. ma dentro la tr.ad: z.-one de'.!e lettere n mettono avant:, C?n ~!'me- messo nel laboT hmae con par!avano dell'autore di ma- rien~a Il, che comoorta al- oeraltr annullarl• Rnz, m Cabbnc? dietro la macchina pos.5:esso del passato UTipli- d:t e I manoscnttl de. Te- tma febbre non mene m• dr:ga! 1 • di ,;oneth. di elegie. rP•::i u~ mnu,etudme. una molti casi noortando alla è 11 cmes4::.. con 11 suo 1nge– ca un 'effett.va conosce."lz.a e baJdeo, del quale conos<:e- tensa di quella celebre del d: canzoni. di ep grammi do- ri1ff·colta d adattar<: al luce 11 sen<:o d1 una d1men- nuc- entusiasmo. con la sua 10 : 0 la rest:tuz:one dei test, va_mo appena 29. brevi c~r- LongoHo. NeJ. rest._tu:.rc: 1:1 vremmo ridurre tali clta- •iat? an~h_e cultural_e. or- ticata c1,·1Ita _P01?<)lare di fanc1ullesca fan~s1a. m~ a1~· ~atfi~o~~ c;ut~i~rc~::o~ir~: I :;~ia u;aco~~~~~~~ncehe l~~~~ i~:qu~!rrta ci1 rè:gr:~t'\ei ~o~~n~~r~i ~g;:ifi,~J~~~i: :al o~~ou~;~~ ~cn;e~~~=:i:~ ~c~u~i st ~f1:nd 1 n~~~~J s~;;~ ~~~ii~~ l~e~ualam~!~e~~~~I; ,~ossar:: d: sJudi 1:ngu:stic_i. ve 1 interessi : mo!teellci e gibHe, _nella ~aria di· una zfone del Pistoia i-I quale Direi che è un carattere rii c~>ncepi~e la \'i!.._1 <:"<'i~: formale. per 1:1no. s_tile di ,·i– di monogriaiie possono r:- eh.ama a r.sponde.e alle fama nconoscruta. anche lo . 1 ff . 3,Jtresl del narratore un le. d1 nuon raooorh tra eh ta. per un cerimoniale. Dalla confermare i c.anon:i consa- cose· e.be allora si d:cevano eccezionaJe favore che gU scnsse. e a sua a ermazion_e carat•ere . · t uomini. massa enorme e indistinta di cra.1-, 0 rovesciare posizioni o si sentivano d:re le fa• usò Ratrae:lo. il quale tra andrebbe- bene ad am~om: d'ff 'u· ~hft spie.ira d_cer e Rern;1rj è un inviato spe· milioni e milioni di uomini fin;• a :eri pacifiche m:g~'.e de:Ja nob~ltà loca!e le muse degne di figurare mento d!. certo funga:o d: 1 ico a u e sue. 1 .ac: ,..iale di un ,eenere partico- che e.remiscono le citt.9.. le C!t:emo. ad esemo'.o. ; do- e ~:. que!:a a~~unt.a. ~n ~el ~a:naso lo prescelse. tra GIO\"A:SNI FALLANl cettar~ alcu~e. cr>ri_, e_l'lz•on~'"ric:c:t-n,,i· cui 11:inrnalista non FERDINAXDO nRDIA C"Ument· di fl!olog·a del:a not;z. e c:ulla v:,a e sul.~ t pr1m1. e torno a ra:!f1gu- narrative. d1 1mbr1,21tare 1 incicie ~oltanto il narratore. Casa Editrice RiCC:ardi e il morte dei Bentivoglio d1 rarlo in una tavola, lodata (Continua a paf. 2) suoi personaggi nei limiti ma direi una tradizione me- (Continua a pa,. 4.) intorno a questa paro!.. che pur voleva rispondere ad una esigenza di totalità, era la cosa meno chiara del loro marrl!esto e del loro programma: e tuttav~a. più che nel manifesto, essa diventava il sintomo di una ricerca non solamente artistica, soprattutto per un'ispirazione di rinnovame:nto sociale, ove conflui· vano le più disparate esperienze moderne dette di a,·anguardia e aveva gran luogo la pslcanallsl. 1 loro discorsi e scritti erano tutt'altro che conformisti. An– che prima di conoscere quei ragazzi (Coccbia, D'Am• broslo. Peirce, se non erro .e chiedo scusa se non ricordo tutti i nomi e non posso riscootrarli sul te– sto). avevo conosciuto Paolo Ricci: QU:indi canobbi Bernari, che fu il primo a prender contatto con arti– sti stranieri in un viaggio in Francia. E ricordo di aver parlato di quel mantfesto con Arcuno, un altro dei cari amici immaturamente scomparsi. Quell'esperienza un po' astratta e letteraria inne• standosi però con le esigenze vazamente sociali che quei giovani in diverso grado sentivano, sapendo che in quel clima italiano potevano accennare soltanto per allusioni di schermo, giovò. s'io non m'inganno, a ciascuno di essi, quale che sia stata la sua voça• zione. affine od oposta a quella degli altri; li liberò in gran parte dalle tentazioni di mera letteratu..-r-a, li rece più attenti di fronte alla realtà. Del resto, anche quella poetica alquanto m!sttfi· cante del chcumvisionismo nascondeva un'aspirazio– ne tecnica non so quanto attuabile, ma <'be intende– va proporsi di risolvere le singole- prospettive in una reale unità della figura e del suo sp:az:io, dando un nuovo valore alla cosiddetta simultaneità. Sono i problemi che in altra sede !Sipone il cinema. lo nel– l'incerta utopia di quei ragazzi guardo all'esigenza dell'unità. Bernari cominciò a trovare il suo indirizzo nella narrativa: e intanto compiva, non più a Napoli, una altra esperienza nell'antiquariato del libro. E anche questa gli diede un ordine interiore, perché gli au– tori dei libri grandi, quelli soprattutto che hanno meritato !a conferma secolare dei lettori e degli acquirenti, "Sono, contrariamente all'opinione dei 60- marl anthnnanistici, tra i più persuasivi maestri di vita. Anche quando la.sciai Napoli (ma Vi tornavo fl– sai spesso: ritrovavo gll amici, rivedevo Croce) mi avveniva più volte, a Milano e a Roma o m'lCClta a Napoli, quando vi riapprod8'VO, di riprendere oon Bernari una conversazione che pareva interrotta il giorno innanzi. Una volta dallo studio del pittore Paolo JUcd uscendo ,;ulla ~ ttrra2:ta di V-?Ha tAJda, -.l– .temno iDsi.eme • ua. bomhll:damen.to Mia cttà: e con noi, come di frequente, 61a Gino Dona, e c'era il sempre desiderato Sergio Ortolani. La oostra con– versazione dalle lettere passav. ai temi delle vi– cende italiane e mondiali in cui la sorte ci ave'\--a collocati e sentivamo l'iniquità di se:gregaTci daBa vita in' nome della n06tra professiooe di uomini di lettere. Un grosso equivoco può nascondersi nell'afferma– zione irreptrgnabile. aru:i a"Ssohrta, dle non bisogna confondere la vita e la letteratura, e che l'autono– mia dell'-arte può essere negata soltanio dalle teste confuse. Cile le due cose non si mescolino nel-l'opera concreta. con danno reciproco (altro sarà se ia vita sia un senti-re profondamente assorbito dell'arle, co– me sulla materia il contenuto trascelto d-alla Jor:ma) questo è ovvio. Ole però un letterato, nelle azioni che non sono più la sua poesia ma il &UO rapporto e.on ,gli uomini, creda di essere in pace con se stesso di~.nte::ressandosl di quel rappart.o, questa è una ve– ra e propria scelta politica. che dim:inuisce la sua umanita, perché di tatto egli supinamente aderisce all~ volontà dei despoti. La poesiia nasce dove "'"Uole. ma qui non si tratta più della poesia; si tratta ap-– punto della nostra inevitabile coliaborazio~ con gli uomini. Se si confondono \e oarte, nello stadio men• tale dell'età nostr-a. da una parte avremo coioro. C'be vogliono subordinare l'arte ai fini della politica, dal• l'altra i puristi della torie d'avorio i. quali sotto la scusa di ignorare la lotta politica aderiscono al c<r modo conformismo dei potenti. La poesia potrà na• scere solo in quel punto di &in-cerità ove gli uni e forse gll altri Si ritrovino in annoni.a con se stessi e con le cose. e cioè rinneghino la loro premessa di propaganda o quella di una astensione che di fatto e anch·essa una piuttosto ipocrita 'lPzione. Ma con– fondere le due cose diverse, i due diversi momenti delrartivi-t.3 umana, non è lecito, né per chi V'UOl far dell'arte un modo di propaganda, né per chi ·vuol farne un disumano rifugi.o di egoismo. Ho poi seguito di libro Ul libro il lavoro di Ber– neri. e ho sempre in animo di esaminare, per quel che so, il suo svolgimento. ma le Ore che guidano il mio tempo non danzano. crudelmente volano oltre il mut"O del suono ,e ho dovuto sempre T":mandare una nuova lettura e uno scritto critico, che vuol, del resto. rientrare in una serie di studi sulla lettera– tura contemporanea: in essi \.-Orrei con animo non prevenuto studiare le -più diverse con-enti, com-prese quelle che una stagnante poetica modernistica (è il des~no di tutte le scuole) sembra ripudiare a prior1, precludendosi la possibilità di intendere anche la sostanza degli autori che ind:scriminatamente pre– dilige. A me ogni libro di Bernari riporta principalmente il tempo del suo primo lavoro: quel Tre operai che mi fu dato leggere. nel '32. prima che apparisse da Rizzali per merito di Cesare Zavattini, nel 1934. Scrittori di cosi div~rsa origine letteraria, Zavattini ed io, c'incontl'3.ffiillo (e dovevamo poi tante volte incontrarci in giudiz.i di responsabilità umana), nel riconoscere a quel libro giovanile un'-intuizione non capricciosa ma genuina nella scelta stessa della ma– teria, e una capacita di rappresentarla superando il più delle volt.e il pericolo di una tesi o di un sem– plice documento. E nella varietà dei suoi motivi, da Qu.aii un se• colo a Prologo a.Ue tenebre, da No.poti gu.e-rra e pace a Speronzella e Ves-uvio e pane, per citare soltanto alcuni tra i suoi libri, sino al più recente Domani e poi domani, Bernari move sempre da una parteci– pazione reale verso le v!c-ende degli uomini e non da un'astrazione puramente verbale (che rrreglio si chiamerebbe fonica). Non ama le •veneri•, come un tempo si diceva, né delle trame né delle im– magini. E qui fa ancora capalino l'utopia giovanile deUa circumvisione, mutandosi in una ricerca che risolva le ftgure in una densa coraU.tà. Sotto il gioco un po· fumoso di gioventù c'era un'asJ)ira:z:ione segreta più Intensa. e s'acco-rdava proprio con quella parte che , Bernari e gJi allri giov.ani esprlmew.no soltanto tra le riizhe dei primi scritti: un pentagramma inviS:– bile. con inchiostro simpatico'. e che qui s'è tentato di portare alla luce. FRANCESCO FLOBA

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