la Fiera Letteraria - XIII - n. 5 - 2 febbraio 1958

· Domeuiea 2 febbraio 1958 U~ FIERA CETTER/\'.RI~ Pa2 3 GALLERIA DEGLI SCRITTORI ITALIANI CARLO BERNARI Lavia diBerna ri * di .\"ICCOLO' G.4./.,/.,Q Credo che a. Be -rna.ri Si de.bba anzitutto rìcon.o– sce,-e queUo che può di rsi di non molti altri n arra– tori contemporanei: una prepotente e umile, qua.si o.f/annat.a ricerca di veritd. Il suo cammino letterario, da Tre operai a Domani e P0i domani e più che mai a. un lungo racconto ancora. inedito, Amore non a mo– re, fin.ito in questi gi-Omi, sia pure con risulta.ti di volta. in volta. diversi e una come congenita di. sugua– olianza di toni e di valori, è con.tra.ssegnalo dalla ne– cessità. di propor$i temi e problemi che stanno alla. radice del vivere e deUa storia.. A questo Bernari è portato dalla sua. vigile, curiosa indole meridionale, do.I. suo connaturale, per nulla ideologico, impegno tociole ed urrntno: c'è in lui il bi.sogno, direi l'urgen– za di investire la. realtd al di fuori di una tematica precostituita. e di riprodurla allo stata g,rezzo, nella rua verginità più scottante. A tale generositd d'impmsi st possono far ri&alire taluni. dei suoi • sbag,H necessari»: la suggestione co• loristica e altegorica, l'insistenza di un pedale tenuto troppo a lungo; o, d'altra parte, qt«Jsi a compenso di codesti abbandoni, il divertimento sapiente, il gio• co degli episodi .staccati, che Mi suoi romanzi stanno CD'frn? parentetici pezzi di bravura , come scommesse di abilità letteraria e nello stes.so tempo echi di una compiaciuta., anche se congenita, teatralità. (Come esempio tTa i più recenti .ti potrebbe indicare la con• versazione di Nicola Monaco in treno, in Domani e poi domani: un pezzo a sé stante, in perfetto equili• brio fra l'intelligenza. psicologica. e il • presto» po.• lazzeschiano). Ma direi che da qui, dalla medesima matrice nascano anche la sua più decisa fi..sonomia. di narratore, il dono corposo, sa.ngtLigno del suo rac• con.tare e quella. particolare tenerezza che è il suo modo caloroso di in.tendere la vita. e di restituirla. Bio - bibliog,•ci,fia tti Carlo Bcrnarl, di lontana origine francese, è nato, rome suo padre e suo nonno, a Napoli Il 13 ottobre 1909. In una Jntervlsta concessa proprio per questo giornale a G. A. Clbotto (• Fiera Letteraria•, 30 no,•cmbre 1952.) cgll stesso narra del suoi Inizi letterari, della sua glo. \'lnezza partenopea, del come, Infine, dl\'ennc scrittore. In ,•erllà, S<'a, 1 ando nelle pagine del suol libri, nelle 5"UC confessioni. nel ricordi di quelli che assistettero al suo esordio ventltrè anni fa. i rlo,•anlssiml potnnno cono– S<'Cre che Bernarl, In quel tempo ancora Carlo Bernard fA Pa.rlrl tutti ml scambla,•ano con I 110 Bernard pie. coli e grandi delle lettere francesi; altrettanti ce n'era– no fra S\'lucra. Belrlo e Germania. Fu cosi che còn !"aiuto di mia moglie e l'apporclo di Ah•aro architettai Bcrnari•) fu sarto, autista. Untore, meccanico e· più In qua nerll anni libralo antiquario con Pescanoll alla Hocpll di via Sistina. E. beninteso, flon1allsta, liberale profe~lone che continua tuttora a esercitare. Ma per una futura storia della sua vita non si do\'rà dimenti– care che nel corso di un lunro sorgtorno parlflnu - 1931-1932 - erll conobbe André Bréton, e che a Napoli compi la gua educazione letteraria neu·amblente cro– ciano accanto a uomini del Yalore di un Flora, di un De Rurrero, di un Omodeo (a cui si ribellò, ancora dlcianno,•e.nne, con un manifesto, UDA, Unione DlatruL.. tori Attivisti. che, si ricordi, fu salutato da Ungaretti sul • Tc,•ere. •). l'Ila tatto questo che Importa! Per quan. to ha offerto alla storia letteraria, per quanto ha pro• messo e mantenuto, Bernarl è dato per noi soltanto e sempre uno scrittore, uno scrittore al quale fli lnflnrt. menti letterari, anche I più usuali e ,,enlall, han sem. pre rlpucnato come menzornc. E basta conosc.crlo per CAllLO BER.fii ARI comprendere che tutlo quanto In arte C fltlldo, retori. co. cla.rlatanesco, è cosa e.$\.ranea a lui precisamente co– me le male azioni sono estranee al pensiero dell'uomo onesto. Così basta tcrrcre le cose sue per comprendere la 1cmpra e Il tipo umano di ehi le ha scritte. Carlo Dernarl ha pubblicato In ,,olume: TRE OPERAI, romani.o, Milano, Rlnoll, 193 4 (Co l nome di Ca.rio Beruard). Seconda Ed~lonc, i\ tlla.no, l\lon– dadorl, 195) QUASI UN SECOLO, romanzo, Milano, i\londadorl, 19"0 (col nome dJ Carlo Bernard). Per questa sua carica, pe-r le sue capacitd di ra.p• presentazione e per il suo estro figurativo e-ra in.evi• tabUe che a Bern-0rt toccasse nell'tùtimo decennio di essere additato come uno dei leaders, quando non addirittura. l'iniziatore, di quet movimento che si ebbe il brutto nome di neorealismo. L'etichetta ha nuociuto a Bem.ari, forse più che ad altri: gli ha nuociuto sia. per quanto concerne la sua posizione Ml panorama dell'ultima letteratura, sia - ed. è quello che più importa - per il suo stesso lavoro. Il neo• realismo Si è scaldato ad altre fascine, ben. lontane dalla genuità di Bernari, da.Ile s-ue facoltà di sguardo diretto e dal suo senso romanzesco (nel significato clauico) del personaggio. A voler insistere in ri/eri• menti e sistemazioni, il Bernari di Prologo aJle te• nebre e di Sperenzella si collega piuttosto a quella. tradizione rea.li.stico di ceppo meridionale, che fa ca• po alla Serao, con in. più es-perien2e che vanno dal primo Pirandello alle incisività fi.gu.rative e grottesche del gusto del Novecento. Coincidenze e incontri del• IL PEDAGGIO SI PAGA 1\LL'ALTRA SPO~DA. rac. conto lunro, Roma, Edizioni di • Lettere d'otrl "• 1943; poi nel ,•olume SlA:\10 TUTTI DAi\lBl~L :'\"APOLl PACE E GUERRA, cron:ichc, Roma. San. dron, 1946. TRE CASr SOSPETTI, racconti, Milano, Monda.dori, 19-16 e 19-19. Premio Tesoretto di Brera 1941. PROLOGO ALLE TENEBRE, romanzo, ì\Tiano, ì\fonda– dorl, 19t1 e 1948. SPERANZELLA, romanzo, Milano, ì\londadorl, 1949 e 1951. Premio Vlarento 1950. JAi\lO TUTTI BAMBINI, raceontl, Flren1-c, Val• lecchi 1951. . VESUVIO E P;\1r,,'E, romanzo, Firenze, Yallecchl, 1952 e 1953. Premio Sa.Je.nlo 1953. DOl'\IANl E POI DOi\lANI, romanzo, Flren~e. \"al– lecchl 1951. n~ GIGANTE CINA, note di vlagrlo, Mila.no, Fel– trlnelll, 1957. R. F. ~~su::a1tn~ ~~ad:en~~ ,----------' .;.:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::_--' realismo J)OS3ono aver fa• vorito l'equivoco. E, in. par– ticolare, l'ano.logia, del re• sto ,tutta esterna, fra. l'av• ventatezza stilistica dei •nuovi» e le sue prove così accanite e spassiona– te stù dialetto. Ma dove Bem.ari è rimcito a .sot– trarsi agli inviti della rap. presentazione coro.le e del lirismo (che c redo co.sti• tu.iseano i suoi ri.!'chi mag– giori), individuando i temi più suoi e puntando aUa costruzione organica del personaggio (Virginia e Ni• cola Monaco, di Domani e poi domani), le sue qualitd .1on venute fuori, alla di• aranza, con altro rilievo. La sua narrazione così elabo– ra.la - il che la distingue su bito, costituzionalmente, da.l velleitarismo e dalla .1'ommarietà espressionisti• ca. dei neoreali..sti - è ve– nuta arricchendosi dall'in– terno di una serie di pro• blemi e ragioni psicologi• che, di interrogativi mo– rali. Be-man h a compiu to ft· nora la sua stra.da lenta– mente, ma con estrema onestd: sbagliando sul pro– prio e i,,ipa rando a poco a poco ad ascoltare il suo cuore più vero. Dopo l'a– razzo melodrammatico di Vesuvio e pane - che for. !e tra i suoi libri, non<r staflte pezzi di. indubbia bellezza, è quello che più debiti ha verso un gusto facile e d'occasione -, con Domani e poi domani è giunto a toccare certe COT· de com.e prima forse non avrebbe saputo. Vi è giun.– to, libera.ndo!i, a fatica ma con. gli occhi aperti, di tante ambiziose morgane e si è trovato davanti la. realtà spoglia. e nuda del .1entire um.ano, del vivere d'ognuno. Ma soprattutto vi è giunto con gli ultimi racconti: e ho in mente, indimenticabile, la tenera e .rqualllda storia d'un ma– linconico amore • roma– no •• in una Roma. picco· loborghese 1935, che in una scrittura ferma. e nel– lo ste!SO tempo a.ccorata Bemari ha. fissato nelle pagine di Amore non amo• re: punto d'arrivo di uno scrittore, tormentato come pochi nella sua ricerca, divenuto capace di affon,. da-re nel vivo della realtd eon un linguaggio maturo, esemplare. NICCOLO' GALLO lJ ,\' R 011 A J\·zo D.-1 * RILEGGERE Veritàe poesiain ''Tre operai" * di REl'tlO CAl\"TONI Quando Tre operai ap. camente. ma i toni domi. mef itici: sempre alle prese vuota disponibilità, appare com'e n<?to, sfuma e sogget– pan·e la prima volta, nel• nanti sono Quelli di una mi. con od.ii, rancori e calcoli Quasi sempre preda del ca• tivizza 'll mondo obiettivo. l'ormai lontano 1934. Jl li- seria e di uno squallore, fi. meschini. Circola nel libro so, abbandonato in situa- Non giunte mai, jJ Be.mari, bro aveva il sapore strano e sici e morali, che ,non pos. un'aria !osca che non si ri• zioni che ùo trascinano in al'iO • stream o! conscious– amb:iguo delle cose proibi- sono aver termine altro che schiara mai. neppure con qua e in Oà: egli ha Qual- ness ». ma Qualche volta te. Già il titolo sapeva di nel fallimento e neUa deso- l'amore e la solidarietà cosa di dostoevskijano, o. Vi si avvfcina. dissolven– fronda. e chi sfogliava il lazione. La classe operaia umana. E' pur vero che gli se vogliamo spingerci nel d o la realtà fa impressioni volume stupiva nel ritro,·a- e destrltta é tipicizzata in anni descritti da Bernari r~ff~nto fino e.i nostri gior: e notaz.io.ni rapid~, sen;ta re Quelle parole che la cen. Teodoro, Anna e Marco. che sono appunto quelli imme. ru, ncorda un poco ceru p eralt ro ridur la. mai a puro sura fascista voleva bandite sono operai posti ai mar- diatamente precedenti il fa. personagj?i di Camus. Come frammento o a isolato bran· dal linguaggio ufficiale de• gi~ della ,ito della loro scismo: ma anche in quegli operaio Teod?ro non pos. dellf?· La tE;cnica narrativa, gli italiani: coscienza di class~. sospinti da ambi• anni in cui il movimento siede un mestiere, non è ~e_-!asciando di. ovatta e. fumo classe. socialismo. massima. zioni. desideri e passioni operaio arretra e si sfalda. gato a nessuna comunità le cose. lasciandole giunge.o lismo. sciopero. rivoluz.ione che solo casualmente colli. la sua storia ebbe bagliori Orji!'anica. è guardato di ma. re attraverso riLlessi in operaia. e ailtre ancora di. mano con Quelli del mondo di resistenza, lotta, sacrifi. !occhio dai compagni, seb- bianco e nero. in aT!llonie venute sospette e cariche di da cui provengono. E se 5j cio. coraggio, sui quali il bene abbia scatti da ribel. di colori spenti che mormo. • tabù> nel clima politico pensa agli anni dn cui Tre Bernari non si è sofferma• le; rimane in noi l'impres- rano invece di cantare. si di allora. Il piccolo libro, operai fu scrHto, proprio in to. La simpatia dell'autore sione che i suoi ~deal:i rivo. adatta felicemente al tono che non era apparso in quel tempo cosi incerto per va senza dubbio ai suoi ope. luz.ionari siano incontri e di oppressione, di malinco– edizione integrale. creò ln· la classe operaia trov::iamo ra:i, e nessuno vorrà negare avventure più che movi• nia. di consunzione, di sfa. torno all'autore fama di n. la ragione dell·atmosfera al libro J!li accenti della menti necessari del cuore e cimento che domina nel ro- voluzionario e circolò am- che donrina H libro. sincerità e il ,·alore di do. dell'intelligenza. Anna, il manzo. piamente negli ambienti in. E' una storia in cu.i. at. cumento umano: esso ana. secondo operaj?· C una po. Abbiam~ ayuto n_ella let– tellettual, non.conformisti, lra,·erso piccole e J?:ravi an- Lizza, in una serie di scene vera donna. sCJa-lba, con la teratura :1tal1ana il deca– portando con sè l'aura fa. gustit". attrav-erso stenti. ri- di v·ita proletaria. Ja crisi &confitta ncl sangue. alla dentismo proletario. pur che scinosa dell'opera semi-ille- nunce e dolori si perviene dc.I valori. lo sprofondare ~ercè de~li uo~n:i che av- s! intenda J'espressione nel gaie o para.clandestina Fu allo svuotamento della co- della coscien:-..a operaia ne.I vicma. ~arco, il terzo, è valore _che VU<?lc a,,ere: raf. la fortuna del libro e del scienza di cJasse e a.I fran- nichilism<'. L!. personaggio una coscienza moraJe molto figuraz1o n(" d1 un mondo gio,·ani:;simo aulorl'. Ancor tuma!"Si di u~a forza collet- principale. Teodoro. pieno vacillante. un arrivista che opera.io, .che. perduti i suoi ~:i. ~~:a.i v~gl{j ;i;;~i~:r:, ~~ja v1 ~~:r~i~ta~~= ~~ ~e~~~r~~~u~o~ali~ e~e~bt ~:lea 1PÌt 0 c~~~~o~~~u~~~ ~~;Ì~. 5 Q~;:~~ ~i~ ~~~J~ che ebbe nej?li anni della fra~hi. isolati e infine pie. 1ruo. incapace di veri amo• per. la quale dice di bat- coincida con. q~ello sociale sua nascita e della sua for- gat.i. Li vediamo mal vesti. ri, e di autentiche passioni. tersi. O ton., dunque del realmente es1st.lto negli an– tuna. deve ricreare intorno ti, affamati, in piena deca• in bilico 1ra confuse aspi. libro è quello di un certo ni. poniamo. dal 1911 al affopera una certa atmo- denza fisica. sempre circon• razioni 1'J'ltellettuali a eva- decadentismo europeo. d'fo. 1921. a Napoli. Taranto, sfera sociale e psicologica: dati da cose ,irrezze, sporche dere dalla propria classe, tonaz:ione realistica. che il Reggio. Cotrone. è difficile Tre operai poneva proble- e disadorne. in ambienti neRhittosi va,1ZabondaJZgi e ~m,ar.i ha ~vuto l'~rigina- dire <:on precisione. Ma T-re mi sociali. in modo ancora htà di prwett.are m una operai non vuole essere un generico. fasciandoli, per la Italia meridi<;>nale squalli- documento sociologico. Un ,,erità. con una nebbia un da e drammatica. mondo poetico non può mai po' decadente: ma li pone. Libro realista per j temJ essere ricalco di una realtà va in un momento in cui sociali che affronta. per J?li esistente. Le immagini che era coraji!'gioso farlo. mentre ambienti che descrive, per gli dan vita, anche quando tanti altri letterati italiani la fedeltà alle vicende urna. traj!:gono la ragione del lo· e,•adevwo da quella pro. ne eh~ 111arra e _non ,·uole ro e~istere in .una es?erien• blematica accesa per appro. travalicare. ita 1? un rea- za diretta e VlSSUta. devono dare ai lidi paradisiaci del• lisrno continuamente filtr~• r~g~iungere .in arte . Quel rarte e pura» e d_el giuoco t~ attraver:so una .soggetti: dis~cco poetico c_he mfon. ermetistico. ove spirava una vità che riduce ,'!'Il oggetti de in. esse un.'.\ vita nuova aura di sogno oblivioso to• a sensaziçni lum.inose. La e ~rasflgur:atn Anche il niflcata soltanto dal ca. luce fasc1a continuamente reallsmC' rielabora e tra. priccio. le cose dissolvendole in im. scende Ila materia della Rileggendo ora Tre ope. magini colorate ove preval- realt:'. per costruire una rai, a tanti anni daila sua gono toni dimessi. U mare realtà propria. originale, e prima apparizione. in un ci appare sempre come un inventata Ma il realismo orizzonte politico più aper- orizzonte fangoso, il sole ci autentico. da Balzac a Tot. to. la primitiva impressio- giunJZe di sbieco e a strisce, stòi. per non citaTe che le ne muta alquanto. Il libro le cose proiettano ombre fu. vette. instaura e provoca dimette non poco del suo mose e desolate. Il libro. un dialogo ininterrotto tra oarnttere rivoluzionario. p:ù con questa tecnica della lu- <verità> e e poesia» In che aprire una stagione poe- ~a ~nt~er~~:pu'~~Jaiegg~~~ re~r;:i ,~~~fi• ~:.a ~~ f~•rl~a ~~i~~i~ie Pdt ~; div.iene atmosfera dominan. nagirio minore o secondario, Unea e,·olutiva 1e cui tappe ~g~g~~i, ;11~t:ndoe,iJpe~r;~ Ì~ta~ segreto dell'arte rea. sono. ad esempio, il RtUbè peso di realtà, ma questa A Bernari, vincitore del (1921) d:i Borgese e Gli in. rea1tà appare interrotta e Prerrio Vi-areggio 1950, C'Otl differenti (1929) di l\Iora• frantumata dal gjuoco della ,Spetan...--etza, v,a riconOISOiuto il \·ia. Vi si respirano H di- luce e dell'ombra che Ja re- merito di aver iniziato, già s!acimento, la stanchezza, stituisc:e dolorosamente urna- con Tre operai, quel dialogo il disordine. la sconfitta. In- n-izzata. Così, nella tecnica di •verità• e •poesia» che contriamo operai che parte. narrativa, al A'CC'On'to in è la chiave dei suoi romen• cipano a scioperi, frequen. tempo presente si alternano ci e la legge universale del• tano i loro sindacati e cer. il dialogato e ,non di ~ado l'arte. '---------- cano di organizz.arsi politi- il monologo .interiore che, REMO CANTO?\, ~ CAMMI O DEI PIU' COERENTI E LINEARI * La "sua" Napoli * Se oggi si debbono fare dei riferimenti per dimostrare la legittimità e la concretezza dell'esperienza realista. l'opera di Bernari rappresenta una stazione sicura * di VASOO PRAT0LO~ Caro Ntccolò e caro Ntcola. desidero partecipare a que.sto omag• gto che la e Fiera > rende a Bernari. Lo so. sono in ritardo e tutto il ma– teriale è grd sul bancone di. tipografi.a. Vi prego di trovarmi un po' di spazi.o per queste note che butterò giU mentre V?i. impaginate e della cui. approssima– ztone._ Bernari per primo vorrd perdo· narmt. Ma sono troppo amico su.o e della sua opera, per mancare a questo appuntamento. l) Il cammino di Bernari. da e Tre opera~> a e Domani e poi domani>, è dei più coerenti e lineari. e Tre operai.> è una e opera prima > ancora viva; e uno dei tre libri, su que.sto sembriamo ormai. tutti d·accordo, nei quali sono da riconoscere i • proto test{> del neo· realismo: Gli indifferenti. Tre operai e Conversazione. e Glt indifferenti> furono un frutto ~:~~~~~s:litf o:t/:~ii':f~~ e 0 cttJ~:; cI"~i suo P:imo roman.zo aveva disposto gli oggettt del proprt0 laboratorio e si ac– cingeva al suo lungo e !icuro cammino. < Conversazione in Sicilia>, dieci. an– ni dopo, fu qualcosa di. diverso. Fu la. nostra coscienza messa a nudo, e iL "?Stro cuore, la nostra mente che si ri_velavano '! noi stessi. Fu il nostro Werther e 1l nostro Ortis. e ?'re operai•• che cronologicamente sta m mezzo, ebbero una sorte ingrata: e certamente una delle ragioni. fu che il libro, pur concedendo la sua parte aL turbamento e alte esplosioni dei sensi fin dal titolo si proponeva di. rappre~ senta re un ambi.ente di per se e peri– coloso• e da. tenere in soggezione. Potremmo tuttavia giurare, per assur– do,, -~h~. 0:ri~c .. \ç. s~nza q~tc opere, la corrente che st e convenuto chiamare neorealista avrebbe caratterizzato lo stes– so il nostro dopoguerra. Neuu.n.a se– rata di Mèdan l'ha tenuta a battesimo· ben.si quelle componenti. e politiche ; m orali, le condizioni sociali dell'Italia in quegli anni, la. Resistenza, la ricon– quistata libertd, eccetera, l'hanno espres– sa. Non si trattava di. rifarsi a q·ual– cuno, ma aUa realtd della società ita– liana. e a. noi stessi. E se un discorso si trattava dj ripigliare, era alla lezione di Verga che si diceva di voler tor– nare, mentre proprio i con.tenuti, il pun– to di partenza, la condizione, l'atteg· giamento dei nostri narra.tori, erano cento miglia lontani dal e verismo> e da.Ha operazione vergh.iana di un liri– smo prodigios amente obb iettivato. Gli esperimenti, i tentati.vi, i re.suita.ti a cui il neorealismo approdava, erano a l con– trario, fortemente polemici, compromet– tenti, soggettivi. La realtà veniva affron· tata di petto, quando non .1i risolveva nel fatto personale. L'èngagement, per sua s te .s sa natura, presupponeva una letteratura d'intervento. Tante confes· sioni, tanti esami di coscienza. La letteratura del dopoguerra non. e sbucata da nessun cappotto gogoUa.n.o. Come non è maturata all'aria viziata di una oomera romana., nemmeno è usci– ta. dai. vapori di un.a tintori4 napole– tana. Semmai, tutti acce.1i. di astratti. fu– rori come eravamo, siamo approdati. ri– peto, al nostro tavolo di lavoro, dopo avere accompagnato di casa in casa quel– la madre siciliana. - Queste sono considerazioni appena ac– cennate. ma secondo me sostan.-iali e dall'approfondimento delle quali si doord partire per un riesame severo, epperò se– reno, d e 11 a nostra narrativa. di questi dicci, dodici anni. Si vedrà probabit· mente come proprio da cote.1ta carica e di emotivitd e di spregiudicatezza, da cotesto coraggio e da cote.sto apparente sbaraglio, fi.nchè l'esigenza fu autentica, e non sopraggiun.sero la mani.era. e la moda, personalitd le più diverse dettero ciascuna la misura di sè in opere che resi.stono. E nelle qua.li, più che vedere scancellate troviamo a .ssi.milate. portate a conseguenze estreme ma t?Jemplari, le esperienze di tutta la letteratura italia– na del ventenni.o. Anche, è evidente, del– le opere di cui parlavamo in principi.o. 2) Ora, la posizione di. Bernari.. Si può di.re che a differenza, non tanto di. Mo– ravia, quanto delta più parte dei nar– ratori itali.ani della sua generazione, Ber– 'nari. non ha mai ceduto a suggestioni e lusinghe che in qualche modo venissero a contraddire o a..d accantonare La sua scelta iniziale, quel suo modo di essere e narratore e storico insieme, eh.e gli fu proprio dagli e.sordl Mai un abban– dono, o la volontd di. tuffarsi nell'errore; mai, com.e ci testimoniano le sue opere, una tentazione libertaria o un dubbio suita. validità e la giu..stezza della pro– pria poeti.ca. Sempre, quella persu.a&ione, quell'impegno realistici appaiono espli– citi. Se un rimprovero si. può fare a Bernari, è l'eccesso di. serietd., di ordine, di metodo. Occorre anche es.sere pau-• o disperati, a. t>Olte, e ,coprirri, mettere e il cuore a nudo > e in. pi.azza; è cosi che .si.pas.1a attraver,o i muri. e .si i.nven– tano mondi. La razionalità è stata la prigi.one di Berna.Ti. Il suo limite, come si e solih dire i.n questi casi, ma anche la su.a forza. La forza di Bernan ~ nella .sua coe– renza, nella aua tenacia. E' uno .scrittore che non lG.!eia nulla oU'lmprevi.. Uo e ne l quale, tl favolismo di .. -ui ,i è ducu.uo, .speci~ a propo,ito di e Vuuvio e pan e>, non e altro che un modo, del resto tutto scoperto, di volere adombrare, se non. la tesi, il simbolo dietro le su.e !torie. I suoi libri, piU che differenzu:ini l'un.o dall'altro, sembrano sempre, l'uno dopo l'altro, completamente diversi. Si dir ebbe che non esiste un su.o mondo. ben.si tante occa.sioni S'tL cui egli esercita di volta in volta la propria sapienza r: la pro– pria vocazione di narratore. Forse, ci chiediamo, i l !'UO mondo noh e imme– diatamente individua.bi.le perchè egli. .si 1ottrae a qu e lla car atteriz:za...-tone o am– bientazione regi.ona.listica che è il nodo vitale e insieme U letto di spine della nostra narrativa? Scrittore d'altronde na– poletano, ci si domanda perche, al di fuori di e Speranzella > non su.niste nel nostro ricordo, una Napa li. inconfondi– bilmente bernariana, eo.si come e.1i..trono, maggiori o minori o ra n on ha impor– tanza, una No.poli deUa Sera.o, di Ruuo o di Viviani, i • buveri » di Marotta, la campa gna. di Rea e di. Prisco? E al– tre.si. .1e questo non dipenda da un no– stro vizio di Lettori, pronti a cogliere l'immediatezza. piuttosto che la ri{lasi– vitd delle situazioni, dei personaggi, de– gli ambienti, delle cose. Credo si debba rispondere che. il mo11--, do di BCTnari esclude. questa. indagine particolare, que.1to paese dell'anima, que– sta autobiografia in. prima o in. terza persona, ed e.stende i propri con/tni. al di Id di una provi.neia, per abbracciare quella più vasta provincia d'Italia eh.e è il Meuogiorno continentale. Da qui, la su.a e curiosit.d > e la sua esplorazione in luog hi e ambien ti e figure della. geogra– fia meridiana.le dove Più sono .1"Copertee uiue e la lor o problematicità e le loro contradcHzion.i. Da. qui. anche, il ton.o a volte pletorico di certi suoi romanzi dov e per desiderio di esaurire un te-ma, epli appeaa:n.ti.sce con un andamento !aggi.stico l' intuizione e l'im– pulso tutti narrativi eh.e lo avevano ispi– rato. Quindi, non è di ecletti3mo che si dovrd parlare ma. di pZurolit.d di. inte– ressi, di un modo di i1Uidiare e ripro– porsi i diversi aspetti della realtà. Per– ciò un suo libro non appare mai come la eon.tin.uaziont Ml libro pttttdente, nè la sua oµera è fatta di ritorni., di appro– fondimenti o di variazioni. Sotto questo punto di vista, l'opera di Berna.Ti e più di. ogn.i altra ca.tata nella di.men.rione ro– manzesca. 3) Ancora, la forza di Berna.Ti e la sua e pazienza >, la SU4 costruzione del rac– conto come a cerchi concentrici. Una e-pa– zienza, che confina con la noja, e che si identifica nella pazienza e nella no;a, come nella mentalitd dialettica., filosofi.– ca., saggistica degli uomini dl cultura me– ridionali.. Nei !1LOi libri raramente ap– paiono scene di baldorie, di feste, di co– rali entu.siasmi. Ogni sua storia, anche la pi.U ariosa. come e Speranzella >, an– che la più congestionata come e Quasi un. secolo>, anche la più ambt...-iosa. co– me e Vesuvio e pane> volge sempre, più o meno, alla tragedia. E que.1'ta non si colora di tregenda, ma si risolve nei limiti .strettamente umani dei suoi per– sonaggi più tormentati. E quando questo suo giudizio sull'uo– mo, sulla societd m.eri.dioruùe del 1t0stro tempo, e insieme il suo equ.iliòra.to in– tervento, si sposano alla .spontaneità del– l'ambi.ente popota.r~ che egli guarda e indaga piuttosto eh€ buttarcisi in. mezzo e compromettercisi, anche la sua. fanta– sia., altrimenti frenata dal suo morali– smo e dalla S"tLa e obbi.ettivitd >, si a.ccen– de. Gli na.1'cono opere come c. Tre ope– rai> e e Speranzella >. Finche non si. arri.va al recente e Domani e poi doma.– rii >, costi vanno ricercate le storie più vive che Bernari ci ha dato, o dove egli è più riuscito a fa.r coesistere nel nar– ratore il saggi.da. In e SperanzeUa >, poi., Napoli è Napoli, una e sua> Napoli, non più quella che grosso modo, davanti a un romanzo d'ambi.ente napoletano, ci sembra di riconoscere, ma una. cittd del· L'universo che si chiama Napoli. Ed ecco pe-rchè se oggi nel pien.o della polemica. in cui ci troviamo, si debbono fare dei riferimenti per dimostrare il sussistere e la legittimi.td e la concretezza. della esperienza realista, l'opera di Bernari rappTes:enta una stazione sicura.. Vorrei dire che, girando, il mondo e ven.uto a. pa.ssare da vanti aUa sua ccua.. VASCO PRATOLnn

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