la Fiera Letteraria - XIII - n. 1 - 5 gennaio 1958

Domenica 5 gennaio 1958 Clo,•annl Stradone: •Cesarino• Dai "Sonetti" per Cesarino * cli ElJRIA LO DE 1JIICHELIS X~\1111 Sulle rive del sonno che ti invade, ridere inventar gluochl non si deve; tuttavia, di scoiattolo che beve volgi ancora fra te perole rade. Più che suono è un interno riso breve come chi parle seco per le strade, edegueto al silenzio dove cade piano, come galleggia in acqua neve. Alftne dove vai da noi lontano che sospendiamo il fiato accanto a questa parte di 1e, di te men prez.iosa? La. nostra mano cauta si posa dove in sogno continua la tua festa, come un addio, sì, come un richiamo. XXIX Hai chiuso gli occhi, e a sommo delle gote solleva appena le tue lunghe ciglia respiro, che levar d'ali so~iglia, tenue, che se guardo sono immote. Pur silenzio in cui musica bisbiglia, un ~hé nel sonno ti ferma e ti scuote, rombo, eco d'eco. che ascol~n~o siode nelle profondità di una conch1gha. Cosi, se il treno ancor lento si mu~we, chi parte, senza ancor voltarsi indietro, dice addio, ma altro ritmo lo trasporta. Come e Immagine d'angeli in te sorte. sorridendo di là come da un vetro, giaci, e visibilmente àbitl altrove. xxx Dove vai, chi da noi lunge ti chiama? Afona a richiamarti in noi si vela ogni antica di chi resta querela. che consola e sconsola quando si ama. Nuvole abbandonata al vento vela, cosi vicina e noi, cosl lontana! Di un'altra vita, a te la nosfre è vena, nel profondo di te rifai la tela. T!nnula arpa. delicato strumento e ogni flato che pur fra i rami folti di foglie àllto spegne di fruscio, dove vai, Ariele senz'addio? colmo tu d'indicibile, che ascolti? cose vedi, che guardi solo in dentro? XXXI Fiumi di sogni scorrendoti in cuore dànno ombre aglJ occhi pur ora infantili; per guardare li stringi più sottili come dietro un ricordo van via le ore. Cosi, tela che in margine si stili, iridando scomponesi un colore a vago sguardo, - d1 nulla signore nelle plaghe incantate ove ti esili E guardi. ma non è sguardo che tocchi, come da vetro a vetro riaffonda più pallido Il miraggio nel riflesso. Torna ove vai! Sempre nel cuor lo stesso grido 'che mi soverchia è piena d'onda. passandoti le mano aventi egli occhi. XXXII Dal buio odo le voci delle casa emergere fattura di magia, trasparenze che fregi erano pria ma il lume in visioni le travasa. Dal buio odo; e so bene di chi sie ogni voce, che giunge come rasa del suo superfluo, dentro persuasa, voce bienca di uno che è già via. Ascolto ascolto. e panni essere spettrc– che non visto rivede, e sa che poc~ dura. un batter di ciglia, cosa viva. Su deserte lunare inflda rive, assorbito in un tuo gentile giuoco, cosa posso per tel pur torno indietro. (1949-1957) EURIALO DE l\lJCHELIS UNA FIGURA. RICORRENTE NELL'ETICA ROMANTICA. TEDESCA. * tic'/\.~~~~~~ ~-• ;•,~:.•~j L•ANIM A BELLA ~~~!;,i,~tuo~o•Creatore e corso storico, incontra. nella 7 La grazia. essenz.a del- ~~;; .~ci concetti, una e fi. .L ::cn~~a ri!~~~~a~ilt~efi~à 1~ E' l'c anima bella>. con- Schiller. nel sesso !emmini- cezione assai cara alla spe- le, perchè ad essa contribui- culazionc e alla lelteratura * sce cosi la struttura del . romantica ,alemanna, ma del corpo, docile ad accogliere cui significato sono già trac- l . RE,, A 'l' Q ,,111 CC I impressioni e facile a farle ce in Sha!tcsbury e nei mo· C. f, scomparire. come il caral- ralisti inglesi del e senso terc, con l'armonia dei sen. comune>. regolativo _delle idee della armf'nia. _c~e è il suggetto del Tizi.ano. sono sparit~, ~;u:ttà6~n7ia sfib;i~g:el~~~: Suo primo teorico. se non !1ostra ré.~1one, preform_at_odelJ umamta .. completa ed e eppure I 111te1;3 !tjC'.ura~e r!- una canna sottile al piu lie– erriamo, il poeta e filosofo m modo da ren~ere poss1b1. quello che s mtendc per una sulta _solo p1u _vera, p1u vi- \'e soffio di affetto. In lievi Federico Schiller. le 11 real1zzars1 della co- a,uma bella. va. p1u armonica>. . e graziose fluttuazioni l'ani. Poichè egli formula la scienz.a morale: Una ver8: _e e Si ~ice ~nima bella. Questa . e la sugres~1va ma scivola sopra il volto co~,~ezione cli cui _trattiam,o propria armonia prestabili- quando 11 sent1ment<? mora~ presentaz1on~ . ~ e 11 anima parlante. che tosto si riap– c_rillcando la k~nt1ana çri- ta con ~n artificioso Deus le e riuscito ad a8:s1curars1 bella. la de{m1z_1o~edel suo piana in uno specchio tran- ttca !le~la raaio,l pr0;t1ca, cx machwa >. tutti i moti interiori del. ~oncetto. da_ <;u_1 _risulta_ che quillo >. (Trad. Amoretti). non sa:a fors~ male r1cor- E' noto che Schiller, am- J'u9mo al punto, da poter m essa se~s1b_il1ta_ e ragione, L'anima bella è un per. dare d1 s~u,gg1t~ a qualche miratore dell'ideale greco senza timore lasciare all'a!. dovc_re e 1!1c_Imaz10!1e,. sPon- sonaggio letterario nel ro– cventuale 1mn:iemore la pa_r. della perfezione, concepisce !etto la ,guida della volontà ~ane1ta !elic,ta e .v1rt~ sono manzo del filosofo Jacobl in– te de!la dottrma espasta m rarte come gioco. come me- e da non correr mai pe~ico- m perfetta armonia. Nel suo l't lato \Voldemar e nelle ques_Lope_rasu!la qu~le verte diatrice tra rauività mate- li di essere in. c:;on!ra~d1zio. s~no_ la natura, con_ la me- Es~erienze di Guali.elmo la d1samma d1 Sc_h~ller. rial_e (sensi. istinto, passio- ne con le dec1s1om di esso. d1az1one. dell idea d1 ~ellez_- Meiste d. Goethe che nel C~me nella Critica _della nalltà) e ]'attività fora.aie Quindi m un'anima bella za. ~ossi~de quella liberta volum; s~condo dell'opera ragion pura Kant _dìslmgue (intelletto, moralità). ::ffme non sono propria_me!1le mo- che 11 rigore della regol_a dedica il libro sesto alle un ~lemcnto ~articolar~ e spontanea conciliatrice del- rali le s!ngole azioni. ma lo annullerebbe e che Ja li- e confessioni di un'anima cont1~gente, I m:ipress,one t.~ .. natura con Io spinto: p~r- e tutto iJ _carattere: Inoltre. cenza del ,senso !ar~bbe de- bella>. Si pensa che il mo– che 1 og:g~lto esercita s_ulno- c10 le assegna un_ compito nessuna s1!'gola az1<?ne può generare u~ ~~arch1a. dello di questa sia Susanna stro spmto: la n:iateria. da altamente educativo, che essere ascritta a merito, per- Alla ?c!mlZlone formula- Caterina von Klettenberg un elen:iento universal~ "! apre la via alla moralità. chè l'appagamento _dell'istin- la ~a_lh)osof(?, scgu~ la per- amica della madre di Voi~ necessario, che or,Eamzza non più intesa secondo il to non può mai dirsi meri. son1!1caz1onc 1mmajC'.111ata d l fango Nel romanzo I ulti– quell'im~r_essione rendendo- puro formalismo e il rigido tevole. L'anima bella non ooeta: . me Parole di colei ~he si ne _poss1bLle !a. conoscenza: riA:orismo dell'etica ka!"lti~- h~ al_tro merito che que_ll_o , _Un'anima bella - egli confessa son queste: e Che C(?SInella. Cri~tca. della ra: na. la__quale celebra I um- d_1esistere. C~n una !aç:,h- agg1!ln~e -:- .d_irfonde una io sempre progredisca e non pign. pratica 11 !,loso!o dt versahta della legge a sca- ta. come se m essa agisse ~razia 1rres1st1b1le anche so. indietrelie'.JiC:i mai· che le mie ~onis~erg disti_ngue ~e. pa:- oito ~el. par~icolare ed esige S(?lt8:ntt?.l'istint?, essa .com- pra una !iA:ura .che ~anca azioni divenganÒ sempre più t1co]ar! e co.nt_11:igent1 n<;h- la eJ1mrnaz1one del conte- 01e 1 pJU3enos1 d!Jver1 del- d1 bellezza _arch1tetto~1ca. e simili a quell'idea che mi nazioni sens1~1h. che sp~n:- nuto sensibile. O;>!OJ.> l)! i! a V1!U8wn,J spesso la s1 vede trionfare son !atta della perfezione· gon? a~ agire per ruv La teorizzazione dcll'ani- sa~:i[~cìo che essa strappi perfino ?e! di!et~i di _natu- che ogni .fnorno io ooss~ es~ru1:sec1_.. da~do !uogo aci ma _bel~a .è contenuta. nel all 1stmto. n_aturale appa:e ra. Tutti I mov1ment1 c?e compiere con maggior !aci– az10111ullhtar1e e mteressa- sa,1tg10 111t1tolato: Grazia e come un azione volontaria partono da essa saranno lie_- lità (anche nonostante la te: la mat~ria. dalla legge dianità. del 1793. che, Ul;'i- dell'istinto mede~imo. Perci~ vi,- dol~i e tut_ta~ia animali. debolezza del mio corpo. mo:ale. unive.rsale e nec~s- t.amen_te alle L_ettere suU e- essa stessa non s1 rende ma1 ~ occhio r_a.E21era s~r~no e che talora mi rifiuta i suoi sana. che spinge ad_ agir~ ducazione estett~a f!e~l'uomo coi:1-todella belle~za de~_Sl_!O libero. e v1 splendera. ,_I sen. servigi) ciò che ritengo giu. ~ per_se_ stessa._a.l d1 fuori (179~) ~ al saggio mt1l-?lato: agire e non_le viene p1u.m t1mento. DaUa soav1t~ de_! sto! E' mai possibile spiega– di og111!me estr~ns~co, dan 7 Poesia tnpem,a e s_en~tme~ mente _che s1 potre~be_ agire cuore Ja_ bocca acqUJster_a re tutto questo con l'umana do _ll_!O.l:W ad azioni morali tale. ?el 1795._ cost1lu1sce 1I e Sef!h~e _altr1ment1: invece una 1?!az1a. c_he nessun~ si. natura. la cui corruzione ho e d1smteres_sa~e: _Ja forma. maJçA:1orcontributo dati? da un d1sc1plmato alunno della mulaz1one l! m grado_ d1 af: contemplato cosi a fondo? Ma la d1stmz1o'"!e opera- Sch11le~ alla speculazione reS?ç>lamorale. conforme al- fettare. Nessuna_ tE;ns1one S! Per mio conto. sia detto una ta nel camP? teonco e nel romantica. l'csi_genza del maestro. sar_à potrà notare nei lmeam_e~h volta per sempre: no. d~ 1 Vi~e ~~!U~~o.gcll~raKal~~ no~ 0 Fs°pi~;e{inabr~~:a:gn~;t~ ~~ù 1 pri~o~~~~t~o~t;ed~r;a~~ ~: 1 n\~~l~.o~t::i~~~f ;gls~~~ 1 ri: . e E' molto se mi ricordo si sforza di superare :iella to chi. per fidarsi della voce porto fra le sue azioni e la poiché l'anima non conosce 'IJ 1 fual~he comant~acento. Critica del aiudizio median- dell'istinto, deve esaminar- legge. La vita di quest'ul. costrizi("lni. La voce sarà d"u 1 al?; 1. a~i;>arhso <? or~a te l'idea di finalità, la qua- la secondo il principio del- Limo assomi_glierà ad un di- una musica e commuoverà 1m~ e.dcio c e mi ,gut\,aa ~ra de 0 f~~~~~ ~a~~~;a~es;1~~~: !~o,mgr~~egn~ ~~e·a1~:r sUC:::; ~,~~ 0 ~c~~n~~L 1 ~a w~~!a di~ i~ cs~~rem~0Juf~z~n1~ur: ;:t ~en~t~~nuèe ct~mi~e i;~im~ ma fa realtà non unifica chi all'istinto si afrida con re e da cui tutt'al più un lezza architettonica può su- ~lan~ 1~- Io t~e_guo_con libertà :ain_qti~onr~~n; l;tr:nt~i~~i ~~:ic~r~ta ~furetzrz:vi~~=~~r ~~~!enidi~:in~?~rfb~~l{~~=: ~~~t~~e. cos1rtf~~=~za~aamsr:;l~b~~l~~;nt;;t~~Ve ec;~~r;i~~ naturali nel complesso delle Schiller scrive: (...) ciò di- ma in una vita bella tutte la _grazia affascinerà. La 111 che 1. pentu:ienti. Sien sue leS?S?i si affermava. seb- mostra che i due principi in Quelle decise linee di con- bellezza ha adoratori. solo la r~se j?raz,e Ph,~ il !aàtob_~h_e bene soltanto per un uso lui si trovano _eià in quella torno. come in un quadro grazia ha. amanti: poichè noi ~~cC:fi 0 ~fe fel~ci\às:°~eh! ;;!: ,----------------~-----'-------------------, !7 :a~~!~:i :~~on~ 0 deri:ai!~~ ATLANTE di ENZIO meso dalla fulgida rovina del Titani domati dall'immenso, tu solo sopravvivi ai sogni spenti erta ombra del vero, duro Atlante; e quanto più su noi tempo s'accumula greve dissolvitore di speranze, quanti più sogni mai nuovi svaniscono, sotto le sfere cresce la tua mole. Sia che il cielo ti pieghi l'arduo lato sul gemito dei limiti marini. ai varchi superati, dove il giorno rimanda il sole ultimo alla notte; o la tua pene curva tra le nubi ti sorvoli la fronte, e la caduta vuota dei fiumi nell'aurora gelida ti bagni la fatica folgorate; o sie tu chino o rigido el sostegno dei tuoni o dei sereni e Il ritornante breve riso dell'iridr: t'Illumini il dolore br:neto intornc agli òmeri; o che t'abbic:t lo sguardo di Medusa trasfigurato in vertici rupestri e al ricordo di te sìbil! ancora per gli spazi sublimi la rivolta e il vano assalto ripercorra l'etere che separò dell'infinitc i nati delle terra; per quanto fra lontane oscurità nascondano le fole la tua vera esistenze onde tu. antico, risorgi elle vigilie della mente, condannata progenie: la tue ferme sorte è la stessa che anche noi reprime della tue stanca immagine formati. Tu sovrano del vuoto. paziente addetto a insonne prove; sconsolato espiatore degli errori umani da te caduti e in te raffigurati; baluardo ai confini dell'eterno che di tacito amore t1 riscalda inviolato, e di cui il tempo mal tl potrà consumare le memoria; che disperdi il divino ln te rimasto e disponi l'avvento della morte; tu che eneli al riposo nella luce e distendi l'Impero delle tenebre per gravare il tuo peso; tu che attingi al vuoto la tue forza - e nulla pesa più del vuoto al tuo petto come al nostro: quando ti leverai dal tuo castigo? Poi che lasciasti i lidi delle Espèrldi, all'Incanto segui l'empia scalata, alfa lotta col cielo In sovrapposte montagne queste giogo a sostenerlo. E not ti somigliarne del tuo sangue, a te ravvicinetJ spinti e te dalle nostre più rapide stagioni. Al cedimento del tuo braccio aereo vive le tua leggenda di terrore; come le nostra la tua forza triana consunta ebitetrice dell'oscuro: ché forza dell'oscuro è debole1.za. Tu di sterile affanno eroe cadente, !atto dalle macerie del finito; tu vecchio come noi prole del tempo: dove più troverà quiete il tuo sforzo se non ti riconglungl el Tutto 1111.mite? * CETRA!tGOLQ Se m'Jncarno di te, sconfitto idolo, di mète lungo cigli di voraglnl, odo nelle tempeste il tuo respiro aspetto dai sereni il tuo sollievo. Come fraterna e me la tua dolente fortuna inestricabile ti lega in suoni di parole, perchè glt uomini rispecchiata da te vedano questa misera audacia che li porta effimeri sotto le folli vie dell'alt,, ignoto e lf rovescia Inermi nell'angustia: così guardando al tuo fantasma cèrulo stempero il male della tua colonna e contro la tua effigie disperata d'orrida pietra infrango la mie pena superba, tuo retaggio, e in mezzo al vuoto dei tuoi bàratri sento di te, immane, il mio vuoto più fondo ricolmarsi. Verso te rifluiscono i miei giorni, e la mie lena resistente al vano nasce dalle sorgenti del tuo pianto indurito dal ghiacci radunati dai nembi e che sul volto in colpi acuti per l'orbe etereo ti scolpisce il vento. Tu forse alla mia stirpe, di te altera ma pietosa di te d'amore armata, che scrute l'Invisibile e per prima sotto le stelle emergere ti vide con lo sguardc rivolte al sole obLlquo, aff;di d'Impetrare ,1 tuo riscatto. Ma chi potrà di noi vaticinare il soccorso eJ deserte quando tutte le figure del mondo passeranno? Tentammo il tuo riscatto noi con voce che da te viene e ti precede e supera diffusa lungo i secoli per vincerll protesi elle tua ombre: e finchè I secoli durano tenteremo il tuo riscatto: unlco dono a te, mesto ribelle, per farti più leggera la fatica, per diradare le tue lunghe tenebre e sciogliere Il tuo peso nella luce divisa da incolmabili distanze. Non sarà queste luce delle sfere che Si riversa Intorno e te nel buio, genitrice del buio e del tuo regno confuso, e liberarli dalla pena: · ma un 'alt.re . sconosciuta, e di cui solo a pochi fu svelata una scir.tìlla. e Il suo ardore avvampò nel petto a pochi. E pur se noi per te raccenderemo i nostri voti dalle solltudint .. - anche se t poch• salveranno I molti e la fiamma dlsciolg.: aridi cuori - certo persisterla la tue fatica finchè tu rest. escluso dall'eterno; e non sarà giammai la tua punite grandezza su!!iciente e riparerei dalla fine: a Impedire che una mano ci treni occulta trattenuti qui lontani dalle luce simulacri circoscritti dal mar~ini del nulla, a reggere con te, plumbeo Titano avvolto tra le nebbie dell'incerto, la tua colonne eccelsa di sgomento finchè batte su noi l'ala del tempo. ENZlO CETRANGOLO Roma. maggio 1957. I Non correrò mai il perico. lo. infatti. di esser superba delle mie capacità e facoltà. Ho visto chiaramente quale mostro può sorgere e pro– sperare in ogni petto uma– no. se non ci soccorra una !orza superiore>. (Trad. Gnoli). Già nei giovanili scritti teologici He,gel medita sul– la concezione dell'anima bella. che vuol fuggire il destino e creare il regno in. teriore di Dio. Cristo si ri– fiuta ad ("lgni Hmitazione oggettiva dell'amore. Ma e una cosi alta soggettività passiva non può tuttavia sfuggire alla violenza del mondo >. egli scrive. Nella Fenome-noloaia dello Spirito l'anima bella diviene una delle molte stazioni di quel calvario che l'umanità, lasciando la fald2 della co. scienza sensibile. deve su– perare per raggiungere la vetta del sapere assoluto. Tra quella e questo è l'au– tocoscienza, la ragione, lo spirito. la religione, con le rispettive loro dialettiche che condizionano il processo di svilupoo sino alla mèta suprema. L'anima bella è compresa nella sfera dello spirito consacrata alla moralità, triadicamente suddivisa nel. la concezione morale del mondo. nel travolgimento e nello spirito coscienzioso, ar– ticolato in se stesso. nel. l'anima bella. e infine nel male e il suo perdono. Nella impossibiHtà di se. ,e-uire. per le difficoltà pre– sentate soprattutto dai ter– mini tecnici che obbli2he– rebbero a dar conto delle loro accezioni, l'arduo testo heS?eHano, ci limiteremo ad osservare che col filosofo di Stoccarda, secondo la in– terpretazione cli Jean Hyp. polite. l'anima bella passa dall'azione alla contempla. zione. e in tale passa~gio, come autocoscienza essa si inabissa nella propria sog– eettività. divenendo incapa. ce di Qualsiasi azione posi– tiva. perchè si rifiuta di alienarsi. di dare al con. cetto un contenuto deter. minato ed esteriore. La sua contemplazione ha un carattere reli2ioso. la sua voce interna è una voce divina. talchè il godimento di sè è in pari tempo un eodimento del divino in sè. Per darsi una coscienza 01,. '!ettiva. l'anima bella ha bi– so~o di partecipare ad una comunità. che celebra la oropria sogeettività univer~ sale come SOA:,i?ettività indi. viduale. Ma questa oarte-ci– oazione non può dare alla coscienza un O-'!'.,Eelto vero e proprio. che dovrebbe essere l'essenza. la divinità, in quanto la coscienza. traspa. rente a se stessa. si dà come oe:eetto soltantc se mede– sima. ronosce solo SE:stessa. Anche l'esperienza dell'a– nima bella. come tutte le al– tre !i-'!'.ure che l'hannc Pre– ceduta, è dunque difettosa e manchevole. E' non ootrà trovare il sue perfeziona~ mento che al t.ermint de-lla F'enomPnoloaia. quand(' cioè. nella sfera de-I sapere. ass0- \uto. lo spirito certo di se medesimo. raS?l!iune:erà l'as. soluta verità mediante la oropria alienaz.ione: quella alienazione che l'anima bel– la. limitata entro i confini del suo re~o ouramente SOj?.llettivo. non aveva la forza di darsi. RENATO MUCCI Pe~. 3 Aurelio de Felice: • Xon ucd dele i nostri n,1i • VECCHIE POESI * di FRANCESCO TENTORI Lettera di Natale 1949 Anch'io scrivo una lettera e la mando indirizzata al tuo nome. come a scuola sul foglio colorato con gli angeli e il Bambino. Questi 1ior::ii sono troppo festosi e malinconici per non ricordarli con una promessa. Il freddo adesso e la !retta dei passi regnano nelle vie dove un'attesa è nascosta a ogni angolo. Ciascuno spolvera la speranza conservata tutto l'anno e la indossa come un abito. Bisogna giocare col tempo. perciò adesso cedendo alla sua fiaba ci mascheriamo per Natale e guardiamo stupiti l'abete dei doni. ~alale dunque. e bontà-nevicata sui volti ::lei passanti e negli auguri di biacca dei negozt Oggi ciascuno ha comprato un sorriso e Io sfoggia tra l'arrosto e il torrone, come i bimbi le foglie del mandarino. Questo è un giorno [elice, la fiducia gira tra le monete conosciute, è tenero ogni gesto - ma perchè ciascuno guarda con angoscia il pendolo? Io non so che bisogna promettere, neppure so se la vita comincia da questa data: ma intanto ti scrivo pensando al tuo presepic. Già è Vigilia. già le vacanze si scaldano ai lumi del pino preparato e dalle stelle di stagno scende inascoltato un vento di fine d'anno. Se separi gli scuri o esci al ba.leone. vedrai che il mondo è soltanto una trama ii rami veri e fantasia di rami in un vento gelato che sospende i desideri come globi. Ma chiudi presto il portone dei sogni prima che ti camminino sul cuore. Leggi questa mia lettera benchè n0n sia come quella coi margini dorati: flnc hè conti nua il muschio io lascerò uno spaz.io nel cuore a queste Feste. Lamento dell'ebreo Fratelli! Voi tutti del mio sangue, tronchi di corpi, foreste di vite a cui con radici la mia cante aderisce. non era abbastanza. non era abbastanza l'amore dei nostri petti. M.a nulla ora basta: le parole son state spazzate da Un vento furioso. son caduti gli antichi patti come castelli mal (costruiti, e siamo soli sulla terra che non ci protegge. A che servono. adesso che son trascinato. le mani levate e i canti del Sabato? E' soltanto dolore il pane azzimo nel tanco. le sette candele schiacciate come frumento, il coltello dei sacrifici gettato nel fiume. Come vorrei spezzarvi i cuori dentro! Chiudetemi almeno nelle vostre memorie. no-n lasciate che la mia voce e i miei occhi come tenera erba brucata dalle pecore, servano a pascere i ve':11~ ~ell'oblio. Figlio! L'anima mia è sotto i tuoi piedi; ogni passo che \!allontana fa a brandelli il mio Dimmi chi può fermare quesVempietà e far sì che finisca questo delirio maligno. Dimentica. figlio. tutto il mondo. tradisci i tuoi fratelli e il Signore Dio; }:Jet' me sola ci sia posto ormai nel tuo sguardo, (sangue. lascia che io soltanto muoia alle tue ginocchia. . .. Mamma. mi fai più male di queste catene; ogni parola che dici. rompe una vena de-1mio corpo .. Ricorderò soltanto la tua taccia; a che vale rimanere fedele quando il mondo non è che una sanguinante menzogna? Voglio portarmi il tuo nome per dirmelo in questo viaggio in cui non c'è risveglio; quando la notte sarà senza speranza. lo terrò in bocca come l'anosto di Pasqua. Ma di una cosa vi prego. fratelli: quando dovrò morire, scendete nella piar.za del (mercato e tutti con voce forte dite il mio nome; io sentirò. anche se fossi lontano. Ma le parole ormai mi sono tolte di bocca. io vado via: voi abbiate pietà. 1949 FRANCESCO TENTOlll

RkJQdWJsaXNoZXIy