la Fiera Letteraria - XII - n. 42 - 20 ottobre 1957

Domenica 20 ottobre 1957 LA !"TERA LETTERARIA Pap;. 7 * l..,F PRIAIE JIISJfJNI DEL CINEJIA * UNREANEWY()RK * Oggi, a qualche anno di distan.za dal lirismo di « Luci della ribalta », occo im·ece questo film che voluta• mente dal lirismo rifugge per consentire al suo autore di impegnare tutte le sue risorse nella satira * di t.ilA~ 1,UIGI RONDI LA. BAPPRESENTA.ZIONE DE «LA. * FIGLIA. DI JORIO» A. ROMA. I T A L I A NORD- SUD E CENTRO AMERICA NORD-E SUO PACIFICO llDYD TRIESTIN INDIA-PAKISTAN -ESTREMO ORIENTE-AUSTRALIA SUD AFRICA • FRICA ORIENTALE EOCCIDEJIT ALE ADRIATICA EGITTO· LIBANO· GRECIA· CIPRO TURCHIA - ISRAELE·SIRIA· MAR NERO TIRRENIA SICILIA· SARDEGNA· CORSICA • MALTA · LIBIA TUNISI· MARSIGLIA - SPAGNA· NORD EUROPA :.. o o o.o o'' 01 AMERJCANl & .DBRJSCO.NO A.I BOOKCLUBS X.. ~ tirilia.Uoo • staia ~ fa l't&l:io ..,. miraggio dell' alltico attraverso l' estetisnio dannunziano Il Abruzzo 1.\111101 DEL LIBRO 1 cu1 aderenti IOdOoo de1 ce,uenU be:aeftcl: .; • "'1CoOO tenuu al oonen&e del Ubn d1 macp:ir .. = =~ln= ~~ dal ~ zamalljl D) • rtcnoao a doa:!JcWo. a maa, paa.a. 1 c11w1... ..., da __ , * Il tono dolente della tragedia pastorale è dato dalla volontà di comporre la no- stalgia per un mondo tradizionale con l'infatuazione per gli ideali velleitari: la terra natale in questo clima appare come una realtà irraggiungibile * e): .. ":!::~-:.=. 4:,;:.. '":o...~ --ùier.acea.1:11at1: tore intimo che fa de La Fi• glia di Iorio un documento sin– cero e doloroso proprio n~ suoi orpeUl tanto disdeznati dagli interpreti d1 oga:l In questa tragedia l'antico Abruuo è Wl ml.ra &gio ver– so il quale il ])Oeta tende di– speratamente; che resta irta.a:• iiunglbile perchè: Ja barriera dell'estetismo lo rende sempre più lontano e sempre plù am– bito; ma è un gl'ande mira.aio. 4J ~~ Zil:°• .r.e, di - .. «):~=-:m~-===~ L"adeaooe at Boot Club nauano e I.Ibera e cruuna• • etfettua 000 \"acquisto d1 UD .W.. del --. GU adceatl e.be preeentaae tn en't'I .....al ~• d.lrlUe a -,Hen sn,hJtameate aa • libre del ... • --- .... ---.-·– di - ~U Amld dei Libro. "'4la dalla Mll!N 2 ...,_ Cultura e tradizione (Continuuio~d• pa1. 6) a cosiderare conquiste degli impreuionùti solo le conquiste tecnlco-!ormall, o, tutt'al più, quello che per detta criUca è il rag– giungimento di una Ubertà che vuole si· gni!icare evasione o e liberazione dell'uomo moderno nella natura • ciò che contempla In altri termini una brusca voltata di spalle alla umanità, alla società alla vita. Ma che l'impressionismo potesse consi– derarsi operante sul piano di tra.dizione era già implicito nel fatto che il suo impe– gno fu, come quello di tutti gli artisti e di tutti i periodi di viva tradizione, in netto contrasto con la cultura accademica e ufficiale del tempo: si tratta, se mal, di stabilire !i.no Q qual punto codesto con– trasto fu per affermare la e evasione• an– zidetta, o non, invece, per ritrovare i valori uma.nl e anche sodaU cioè i valori che potessero esse.re allora i più attuali nella pittura. L'impegno che gli impressionisti ebbero di dipingere ciò che e Si vede • e non ciò che e s1 sa • vorrebbe dire. intanto, fid1.1cia nella realtà oggettiva, e sospetto, anzi di– sprezzo per i castelli culturali: ciò che e si sa • può voler indicare, infatti, proprio l'orpello di una eduoaz.ione male indiriz– zata, o di affermazioni artificiose. estratte. insincere, dogmatiche: può voler indicare sovrastruttura accademica, pedanteria, di– stacco, e, ancora, arbitrio, e tutti quei viti di una cultura la quale abbia perso i con– tatti con gU aspetti anche visibili della realtà. Ciò che e si vede• è lì, senza coi– benti e sotUnteS.i di nessuna specie, è la natura chiara, quella che ormaì gli artisti andavano ,a cercare fuori dello studio, nel plein air. E nel plein air, fuori dei labirinti teorici e de.gli schemi intellettuali, v'era, nel cuore delle strade, sì l'apparenza fu– gace delle cose, l'accidentalità di un'atmo– sfera, l'impressione dell'ora, il labile giuo– co di luci sulle cose e sugli uomini, ma era anche inevltabile imbatter&i nella zin– gara che Caravaggio indicò a chi gli con– sigliava lo studio di Fidia e Glicone, ri– spondendo che !a natura lo aveva provve– duto a sufficienza di maestri. Nelle strade &i incon~avano i personaggj che Courbet, in occasione analoga, indi– cava a sua volta a chi gli consig~va lo studio delP.anUco, quali maestri offerti an– ch'essi dalla provvida natura. V'è nelle strade la e nature • di Cèzanne, quella me– desima che e.gli poi desiderava elev.re ella dignità tecnica del e museo•; Ci sono i contadini nodosi di Van Gogh, gli abbru– titi dall'assenuo di Degas o di Lautrec, i vogatori di Renoir, i bagnanti borghesi di Seurat, ecc.., v'è insomma. tutta una folla di personaggi vivi, protagonisti autentici della realtà del tempo. V"è quel vastissimo materiale umano entro CUi l'artista non formalista ha sempre interesse a scendere. a penetrare, a scavare e quindi a rappre– sentare; quel materiale, insomma che è la materia prima cu1 sempre attinge la tra· dizione. E, malgra<io la versione ormai ac· ereditata e generalizzata, tuttavia som– maria, che vuole gli impressionisti rapiti in estasi, dinanzi al mutevole giuoco delle luci e del colori, non possiamo non sco· prire l'uno o l'altro di essi, Montt o Manet o gli altri già citati. fino a Lautrec, 1n atti– tudini di vivo interesse per l'uomo, per la società cui appartengono, e spesso per &li stessi avvenimenti politici che più li banno colpiti (basterebbe per tutti l'esempio della « Fucilazione dì Massimiliano del Messico l'I di Manet con la sua chiara derivuione goyesca per giustiicare l'interesse di cui dicemmo). In de.fini.Uva, tra romantici e neoclassici, tra i nostalgici delle 6loria medioevale e di quella romana, tra le aspirazioni neopagane e quelle neocristia– ne, tra le delizie di un'arcadia ri\.ardataria è innegabile che gli i.mpressionl&U. do~ Courbet_ guardar.:>no all'uomo vorremmo dire familiare. al!"uomo sociale. all'uomo col suo dramma e non di rado con la aua miseria; e bisogna giungere fino a Gau· guin per ritrovare UJl po' la rivincita di uno spirito neopag:ano, disinteressato alla più pro.fonda personalità umana. Ma è ovvio, d'altro canto, che il luogo comune della. continuità della tradizione formale italiana presso gli impressionisti Ce qui ricorrono frequentemente i nomi di Tintoretto, Tiepa!o e soprattutto Guardi) fa comodo a chi è impegnato a dimostrare che la posizione di cultura-gusto ba le sue premesse antiche nell'arte italiana, giova a chi, risalendo per gradi la corrente delle ultime accademie formalistiche dei fran· cesi, ha interesse a dare per comprovato che tutta la condizione della cultu:ra. euro– pea ascende per i rami a quella che fu la più viva rivoluzione pittorica moderna l'impressioni.tm.o. ' DOMENICO PURIFICATO (continua.) (&} R. Lonahi: cat.alo,o deila Mostra del CaraV&QiO. nreme 19.M, paa. 30. (7) Lettera di F. Albani ad A.'ldru Sacchi (hlsSna P1unce: • Vita d! pittori Bolocnesi. 14·a/8:!i. ll. pa.1. 179 e se,.). · ' (9) R.. Lonchi: Catalo,o della l.!ortn del ~~:~.°'pq~ 1951, pq_ 30.

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