la Fiera Letteraria - XII - n. 20 - 19 maggio 1957

Pag. 4 LA FIERA LETTERARIA Domenica 19 maggio 1957 l1' 1 COJlJTBI E sco~~TBI SlJI MERCATI D' AIITE * di GILSl<.,'Pl•lf S-CHJRTl/110 IL nostro articolo sul mercato d'arte in Italia ha provocato alcune risposte che meritano dj essere pubblicate, non foss'al– tro per la variegata scala dei pareri e per gli accenni a problemi che andrebbero convenientemente dibattuti. Noi dicevamo che la regolarità del mer– cato in Italia e l'insignificante diffusione della nostra pittma contemporanea al– l'estero son dovute a deficienze organiz– zative, oltre che all'assenza di una forma mentls conveltiente da parte detta maggio– ranza degti artisti itali1111i, non esctusi parecchi tra i maggiori. Accenntamo, tanto per esemplificare, a Quel pittore neoreatista di fama clie, dopo due mostre nella stessa galleria, non esi– ta a consegnarsi, neUa stessa città, mani e piedi a un'altTa galleria astrattista, che lo ospita soltanto per fi:ni pubbticitari; a un altro .Pittore che, dopo due mostre in una galleria, crede di sfruttare l'iniziale successo distr;ibuendo suoi quadrt e qua– d-retti a tutte le gallerie ed ai corniciai della città.; e ricordiamo il caso-Umite di N.S. che, dopo it successo riportato in una gatleria romana, fa con un paio dj mesi d'intervallo un'altra mostra in un'altra galleria della stes~a città. (naturalmente con insuccesso, determinando H panico e la sfilucia nei compratori della prima mo– stra ed esponendo a una non bella figura Renzo Bfasion H quale aveva scritto che N.S. non fa più di due o tre quadri L'anno). -Tocca un tasto piuttosto delicato C. A. Bruni (galteria e La Medusa», Ro– ma) quando parla della discrasia fra prez– zo di gaUeria e prezzo d'autore, aggiun– gendo: e GH esempi c'insegnano che ben• difficilmente ttn a:rtista è stato capace di èerars\ un proprio mercato stabite. Solo quando un gallerista lo ha legato a sé con un contratto o comunque è ve– nuto in possesso di una notevole quan– tità di sue opere H mercato è nato e si è consolidato >. Ma chi sono a Roma o a Milano gli artisti capaci, quando ad essi si' presenta un acquirente, di dire.: e Ri– volgetevi al mio gallerista?». Se non fosse per un senso di cristiana carità po– trei fare una filza di nomi tra i più qualiflcati, pet dimostrare che ancora non esiste in Italia un giusto -rapporto tra artista e gallerista: il che da solo basta a spiegare la nostra arretratezza in fatto di mercato artistico. Stefano Cai-rola (galleria omonima, Mi– lano) tocca argomenti di grande attua– lità quando accenna a.ne falsificazioni e quando sostiene che L'ar te astratta do– -z,-rebbe essere considerata come deco-ra– zione e quindi• t-rovare ospitalità soltanto aUa T-riennate di Milano. Siamo d'ac– cordo, ed è costante H nost-ro sfo-rzo di chiari-re L'equivoco net quale ci semb-rano invischiati autori, galleristi, critici e, sia pure non troppo, pu6blico. La questione delle falsificazioni and-rebbe attentamen– te curata, persuadendo pollezionisti e amatori che, in molti casi, è pericoloso comprare quadri d'occasione: un De Pi– sis, un Tosi, un De Chirico si comprano in gatieria; cosi si ha la garanzia d'una ditta responsabile, che potrà essere sem– pre chiamata a rispondere della even– tuale vendita (in buona fede) di un fal– so, avendo naturalmente interesse a evi– tar scandaU, a costo di -rimetterci. IL pri– vato, invece, acchiappa i quatt-rini (mi– lioni per un quadro che non vale la tela e i colori impiegati) e chi s'è visto s'è visto. Notevole l'intervento di Gaspe-ro del Corso (e L'ObeUsco », Ronia); anche se non siamo d!accordo sul -rilievo dato ad Afro, che egU considera al primo posto e che Cairota tratta da • decoratore •. Sùi diritti e i doveri delta c-ritica d'a-rte iL dlsçorso sarebbe un po' tu.ngoj quindi passiamo al deplorevole fatto di e rubar– si gli artisti»: nessuno più di noi è con– vinto che le gaUerie, per avere un voUo ed essere serie, dovrebbero qualifica-rsi ed avere i lpro autori; però a Ci.iurazzi, come suoi autori, assegneremmo Macca-ri e Rosai piuttosto che De Pisis (autore or– mai di tutti) 'e a Cardazzo, piuttosto che Brindisi, assegneremmo GenWini e San– tomaso; e alla e Bussola •• piuttosto che Garino, assegneremmo Spazza.pan. Non condividiamo, poi, il disprezzo di Del Corso per le e bottegucce di via del Ba- buh10 »: esse espiicano un Loro compito, hanno un preciso volto: affittano, cosi ojfrouo a dHettanti di ogn.i risma la pos– sibilitd di esporre le loro elucubrazioni e perciò rendono un segnalato servizio al– le buone gaHerie, Liberandole dalle pres– sioni (spesso di ogni ge11ere)che ne inqui– nerebbero, prima o poi, l'attività .. l'nsom– ma le •bottegucce» sono benemerite, in quanto facilitano la prima scelta. L'otrimo Gussoni, milanese, ci ricorda e i molti buoni artisti, lombardi» e spez– za una Lancia a favore dell'Ottocento ita– l.iano. Anche noi, caro Gussoni, da queste colonne abbiamo lottato e 1-ottiamp per 1ma mostra selnionata degli artisti di quel secolo da f1ir gira-re nette varie ca– pitali e ta.Leda -riproporre internazional– mente il problema di una giusta valuta– zione d.i quel nostro secolo. Con quali risultati? Abbiamo trovato concordi arti– sti e critici di fama: Barbieri, Borgese, Casorati, Ciarda, Ma-riani, Paulucci, Ro– sai, Soffici, Valsecchi, ecc.; ma si tace ostinatamente da parte di chi sa-rebbe in g·rado di dar corso a cosi logica -richiesta. Vedremo sino a quando. Aldo Puccini (galleria omonima, Anco– na) esprime le sue preferènze pe-r Anni– goni e F-rar,.cesco Carnevali da Urbino: due artisti diversi per temperamento e per -resa estetic11, ai quali una certa at– tenzione, a nostro parere, e stata gid dedicata. Pertanto la questione non ci sembra abbastanza pertinente; sicché, do– po avere somma-ria.mente annotato gli in– terventi, ci sia consentito chiarire ·alcu– ni punti. 1) Riconosciamo che q1Lalche -rapporto, di diritto o di fatto, esiste fra autori e mercanti d'a-rte; almeno ima parte dei buoni art,isti italiani lianno te loro gal– lerie: se, come abbiamo detto, a Roma cerchi un Maccari o un Rosai ìt più for– nito è Chiurazzi, se cerchi un Casorati o un Soffici devi rivolgerti al e Vantaggio:., se vuoi comprare Music o Caruso la gal- . leria indicata è e L'Obelisco» se vuoi Anna Salvatore o Zigaina recati al e Pincio »; se a Milano cerchi un Gentitini o un Capogrossi lo troverai da Cardazzo e se vuoi acquistare un SiToni o un Tosi. devi salire le scale del e MiHone ». Citia– mo Roma e Milano come le due città in cui esiste, sia pure in embrione, un mer– cato d'arte. 2) Ove H -rapporto artista-mercante dovesse migliorare, la questione dei prez– zi sarebbe già Ti.salta; e aUora non sarebbe esoso, ma necessario e morale, U boicot– taggio di quegli artisti che 'ROn stanno alte buone -reg·ote e si cotlocano, col loro agire, tra' i disfattisti e i crumiri. 3) Le esclusive sono senz'altro neces– sarie, ma non possono essere stabilite con tagli netti: De Pisis o Boccioni, come Ran– zoni o Migliaro non saranno mai esclu– sivi d'una galleria; ma autori come Gut– tuso, Pi-randello, Menzio, Pau.lu.cci, Ziverl, ecc. farebbero iL loro interesse a far capo, per ogni città, a una galleria soltanto; e gli autori minori o ancora ai primi passi a un solo me'rcante che curi la loTo pro– duzione in Italia ed eventualmente fu.ori d'Italia. 4) Le esclusive dovrebbero favorire an– che la dtffusione all'estero detta nostra produzione artistica. Alcuni mercanti han– no, in merito, fatto qualche cosa, con sforzi e sacrifici sovente non confortati da buoni risultati; i contatti con l'este-ro stabiliti da singoli a-rtisti - non molti e punto continuativi - hanno ii difetto di esporre gU a-rtisti. stessi a ogni genere di tu.rtupinMu-re. Quasi tutti gli a-rtis.ti itatiani sono -rimasti vittime d'i nvio a gallerie straniere di opere che non sono state pagate né -restituite. Sicché un ac– cordo di thttssima. f-ra Le gàHerie the hanno autori d'un ce-rto -riHevo potrebbe favorire la realizzazio ne atl'ester o di col– lettive che, oltre a consenti.re un'equa -ripartizione delle spe se, servireb bero an– che alla diffusione su piano internazionale detla buona arte italiana. Se si eccettua un po' di scult'u-ra, nel campo delta pit– tura -rimaniamo agli ultimi posti; anche se gli astrattisti, che in Italia non ven– dono, si sgol?ino per farci c-redere che vendo110 a più non posso in... America. GIUSEPPE SCIORTINO Fausto PJrandello: ,i Natura morta" 1 * di C.b4DDlO ALBERICO BRUNI L'inchiesta da Lei pro– mossa in metilo al mer– cato dei quadri in Italia e un'iniziativa veramente interessante. Sarebbe in– fatti proprio ora che mer– canU ect artisti si soffer– massero su questo impor– tante argomento e trovas– sero un accordo onde evi– tare quanto Si .;ta verifi– ca 11 do attualmer.,te in lt.alia. Gli artisti infatti oggi sono, incredibile a dirsi, i peggiori concorrenti di loro stessi. Con.tinu.amente si ve– rifica it caso che mentre un mercante chiede un prezzo, il più delle volte imposto dalL'autore, per un quadro che ha acqui– stato o che ha in deposito, lo stesso a-rtista, al suo studio vende opere della stessa misu-ra e dello stes– so valore artistico a me– no della metà del prezzo -richiesto in galleria. • Questo a parer miÒ, a parte la sco-rrettezza nei conf-ronti del mercante, è uno dei più gravi perico– li ai quali l'artista può e– sporsi. E' molto meglio in– fatti che un pi.ttore par– ta con le vendite da 1.m prezzo base minimo che può essere aumentato con il tempo, ma costante- 1J1,entesecondo la notorie– tà, piuttosto che, a priori, chieda dei prezzi spropor– zionati che, in pa-rtenza, sa già che non potrà man– tenere; creando cosi un vero senso di sfiducia tra i s1toi stessi collezionisti. e mercanti. che invece di interessarsi a lui prefe– -riranno rivolgere ad altri la Loro attenzione. Gli esempi ci insegnano che ben difficilmente un artista e stato capace di crearsi un proprlo mer– cato stabile. Solo quando un gallerista lo ha legato a sè con un cont-ratto o comunque è venuto in possesso di una notevole quantità di sue opere il me-reato è nato e si è con– solidato. Quanto sopra è ormai consuetudine all'estero o– ve ogni galleria ha un nu– mero di artisti che -rap– presenta e che aUa stessa si appog,liano, non con criteri speculativi, come accade spesso da noi, ma con quel se·nso di colla– borazfone, per l'interesse comune, che logicamente elimina · ogni concorrenza tra L'artista ed it proprie– tario della ·galleria. Solo quando anche in Italia si riuscird a capire L'importanza di questa collaborazione, che e in– dispensabile anche per li– berar e l'artis ta dalle que– stioni vena.ii, potrenio di– re di aver r aggiunta una maturità necessaria per creare un vero mercato di a-rte estromettendo tanto di quel dilettantismo che attualmente inftaziona il campo dell'arte. T-ra il mercante e l'arti– sta quindi non deve esi– stere la Lotta per la per– centuale, la fiducia deve esse-re piena e -reciproca, i quadri debbono venire venduti nel.Le gaLlerie evi– tando H sottomercato di studio che prin111 o poi si -ritorcerà a danno di chi Lo ha alimentato. C. A. BRUNI Felice Casara.ti: "Arance" - Galleria del Vantaggio, Roma Giorgio de Chirico: "Ca .va.no' ' Non sappiamo Modestfl ossp,rvazi * come difenderci di ALDO PUCCINI * ,li t.ASPEno DEL CORSO' Nell'articolo «: Il meT– cato dei quadri, Ella èi– ce tante cose così giuste, che sarei tratto a contro– firma-rio subito a due rrl.'.1- ni, per accettazione. formati proteste detrauto– re e mie, i plagi cli. Cii– stavo Foppiani. Legal– mente, noi non abbiamo modo di difenderci da eT– rori che collettivamente ricadono poi su tutti. GASPERO DEL CORSO Per esempio ELta fa molti nomi, osservando giustamente che la :io– manda di alcuni (cioZ tl loro valore commerciale) subisce nel temno ">sct't,.1 zioni. lo aggiungerei che q,,e- Appoggiodei galleristi * di FEDElllCO GUSSONI Mi complimento con lei dell'articolo sul mercato dei quadri che trovo im– portante per la valoriz– zazione della nostm pit– tura e dei veri Artisti Italiani! mi permetto diT– le che si poteva forse parlare di dive-rsi altri A-rtisti Lombardi. E• mia convinzione che fino a quando Governo e Municipi non organiz2e- ranno Mostre importanti da far poi girare alL'este– -ro La nostra Pittura del– l'800 rimarrà sullo Rt~ssv piano det . valore attuate. Noi galleristi non potre•no che dare un piccolo ap– porto a detta valorizza– zione anche perchè la Stampa non partecipa mai al nostro entusiasmo. FEDERICO GUSSONI sta è la sorte di quasi tutti i nomi che si posero e s'i:mposero atla lo-ro con– temporaneità, più frago– rosamente. Lei, per esempio, fa va. ri nomi per la Toscana. Io riconosco la validità attuale di tutti; però, con Suo permesso, se tiov!ss i costituiTmi un ripos:ig.io, al quale poter attingere liberamente nel caso im– probabile che dovessi ri– nascere tra qualche se– colo, io mi sentirei pi.ù ,:i– curo se in mezzo a quei nomi avessi e scivolato» un paio di Annigoni. Similmente, per te mie Marche conosco benissi– mo i nomi più adatti a batte-r moneta oggi; pe-rò, se sapessi di dovermi ri– svegliare tra due o tre ~e– coli, dormirei più tran– quillo se in mezzo a Quel– li, sapessi d'aver men?, a futura memoria, alcwie cosette che so io, di Fran– cesco Carnevali ... Non df– co di queno detto « il Pic– cio », ma di Fr'.Inces;co Carnevali da Urbino, i1,-i insegnante preso la Sct..?– la del Libro. ALDO PUCCINI Caro Sclortino, ho ~etto con interesse le Sue cor.– siderazioni, così come ho seguito con interesse le -recenti discussioni pr,J– mosse da « Comunità"· IL punto di vista di noi •ner– canti è, naturalmente, par– ticolare e mutevole, e p.:r esempio se io dovessi fa– re La mia lista dei pittori più popolari presso ita– liani e stranieri, meueret aL primo posto Afro, che Lei nemmeno cita; sia det– to, a scanso di equivoci, che io "non" sono il mer– cante di. Afro! Ancvra, noi mercanti sentiamo e– no-rmemente la mancanza di una critica aggiornnta, imparziale ed autorevole, che orienti da.vvero il gu– sto del pubblico. Ancora, deploriamo che la •wst"a stessa categoria manchi spesso di solida-rietà e ji eleganza, e che si ~iochi a « rubarsi gli artisti », o, peggio, ci incoraggiare i plagiatori. Sono errori c.he i mercanti seri non c om– mettono mai, i mercanti improvvisati com.mettono sempre, cercando dt l, ic– cia.-re sulle terre aUrui, di imitare titoli, insegn.e, cataloghi. Per fare · un esempio, io non traU:>mat la vendita di De i 1d:;;, o o di B-rindist, o di Ga-rino, pur ammirandoli sincera– mente, poichè ti considero proprietà spirituale, pri– ma che materiate, di. Chit.trazzi, di Cardazzo, delta « Bussola))• e p-resso questi eccellenti cotle– gM trovo la stessa co~ret– tezza nei -rigua-rdi d.i l'e– spignani o di Mw>ic. di Mosca o di Burri, ci1 Gorky o di C-remoniTd. Ma, nelle bottegucce dir via del Babuino, i plagi di Nino Caffè sono ac4u1- stabili a lire 12.000, e due galle-rie sostengono ed e– spongono, nonostante ie Fiorenzo Tomca: "Piazza. della Verva" - Galleria Alibert, Roma Una cOnfusione di valori Caro Sciortino, è inte– -res sante lo spunto che i d.ue esperti n.ewyorkesi ti hann o dato per l'artico!o attualissimo «: IL mercato dei quad-ri » compa-rso sulla Fiera letteraria, ma non sono d'accordo con tutte le tu.e a-rgomenta.zio– ni, perchè in Italia non esiste ancora un vero mercato , d'arte contcmpo– -ranea, non eslstendo i . mercanti, o per Lo meno esistendone troppo poch1 per non dire pochissimi. Il perché di questa situazio– ne devesi attribuire anche alla critica (che dovrebbe favori-re H mer-::ato ed 1! formarsi di questo) cioè ai critici militanti che og– gi dicono bene di Caio mentre domani ne dicono peste e che spesso, preoc– cup(!ti di aggiornarsi ad ogni costo, da veri snobs, trovano oro colato in cer– ta produzione che pot.reb be aL massimo (t·edi Ca– pogrossi (Af-ro ecc.) int.e· ressare soltanto l'a-rte ap– plicata. Ritengo che a ri– tardare un vero mercato italian0. abbia avuto peso anche la confusione dei vaL0Ti fatta dalla Bienna– le di Venezia che se ha favorito in America, cioè in un Paese sen~a tra.di- z-ione artistica, qualche nostro artista, ha sconcer– tato i collezionisti e gli a– mlitori d'arte italiani che, fuori da ogni cerebrati– smo, si erano avvicinati, sia pu-re con molto rita-r– do (in confronto ad esem– pio dei francesi), alt'arte contempo-ranea. Questi a- * di S'l'EFANO CAIIU>l~A ma.tori d'arte hanno fini– to, in mezzo a tutti i caos degti. ismi a non capir più niente e ad allontanarsi dagli acquisti -rendendo quindi più difficili Le con- dizioni del mercato. Anche gli scandali del– le falsificazioni hanno a– vuto la loro pa-rte. De Chirico, De Pisis, Tosi, sui quali indubbiamente esi- Giorgio Morandi: "Bottiglie" - Galleria Medusa, Roma steva un ottimo mercato in Italia e particolarmente a Milano, si vendono oggi con difficoltà, perchè H ·pubbtico diffida ed ha ra– gione. Su questo argomento si potrebbero scrivere nume– -rose pa gine e stabitire con preci.si esempi che l'incom– petenza di alcuni me-rcan– ti d'a-rte (e in cert·i casi la disonestd) hanno fatto perdere la fiducia all'a– matore d'arte italiano. I nominativi degli arti– sti, te opere dei quali si vendono nelle varie cittd italiane; non mi semb-ra– no giusti. A Mi.Lana, per esempio, tu affermi che Birom, Morlotti, Cassina– ti e Migneco hanno un mercato. Non è affatto vero. Han– no semmai un mercatino come tanti altri pittori di quj e di fuori. A Mila.no, Ca.sorati, Carrà, Sironi, Compigli, Morandi, tTO– vano ancora buoni piaz– zamenti e cosi Mufai e Guttuso. E' in rialzo Guidi. Ma a mio parere non è con poche pri-role che si possa fa-re il punto sulla situazione del mercato ar– tistico itatianp e le grandi manifestazioni d'arte del nostro Paese, La Biennale e la Quadriennale, do– vrebbero per prime ab– bandonare la p-rotezione di tutti i deleteri ismi che se pur trovano qualche sboc– co americano, non rappre– sentano invero l'arte ita– liana che muminò sempre il mondo. Che la cosiddetta arte asti'atta abbia la propria ragione d'essere è indub– bio. Nei tempi nostri La decorazione ha la sua im– portanza, come del resto l'ha sempre ai,uta in ogni epoca, ma i -responsabiti si decidano una buona volta a distinguere l'arte pura dait'arte applicata, convogliando quest'ultima nella sua sede adatta: la Triennale di Milano. Fatto questo indispen– sabile chiarimento, ·ra produzione artistica sarà bonificata e il mercato po– trà svolgersi in binari più precisi. Accetta questo mio pa– -rere come un discorsetto senza pretese e con tutti i migLiori auguri per ia tua atttvità. ti satuto affettuo– samente. STEFANO CAIROLA

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