la Fiera Letteraria - XII - n. 15 - 14 aprile 1957

Pag. 6 LA FIERA LETTERARIA: ·TRA tA PIETA' -DEL SENTIMENTO E.L'E~IPIETA' DELL'INrf ELLIGENZi\ cli OH/i'ELLA Già nei racco,ui de La ;•e- figura d1 Margherita Passi, dova allegra (1931) Guido protagon1s1a delle Lcllere d1 Pìovene aveva nanativamen.. una nov1z1a (1941). Una det– te trattato alcuni temi e/te le caraueristiche: come può avrebbe poi ampliato nelle infatti essere definibile que– opere successive: iL re!oule- ~la novizia la quale, alla vi- ment psicologico determina- gilia d1 prendere il velo, ro dall4 sfiducia nei senti- scrive a Don Giuseppe Scar-– men.ti ( ~ se io provo una pos- pa, confessore deL co11ven10, sione, è per sentirmene stac- di essere in dubbio sulla sua colo•, asseriva il protagoni- vocazione, e che a poco a sta dell'Inverno di un uomo poco fa affiorare, mediaU,te felice:J, Il rimorso come stato una confessione continuanien– d'animo d'emergenza sorto te ste'rzata, un passato dub• dopo la disfatta dei senti- b10, sul quale pesa persino menti (• Sospettò che il suo l'ombra di un delitto, e che, rimorso fosse piccolo, me- condannata, muore un anno .schino, infondato; l'esagerò, dopo dicendo: • Speriamo gli dette corpo, cercò di mu• che Dio nu capisca•? "Ma– tarlo in disperazione, come lafede totale•, .si direbbe, se, nella misura che questo come per ii monaco spag110- cresceva, crescesse la sicu- lo, ma qui tutti son.o colpe. rezza di vivere•, in Ragazzo voli, e la pre/aziqne aveva bene educato), la pie!à con messo in guàrdia il lettore: funzioni demiurgiche tra il "Ognuno capisce se stesso refoulement ed il rimorso solo quanto ali occorre; (La vedova allegra piangeva ognuno tiene I suoi pensieri di frontè all'amore di un sospesi, fluidi, indecifrati, uomo che le era indifferen- prol]ti a mutare secondo la teJ. E - già da allora quei sua convenienza, senza con-– personaggi pen.sos-i sulla .. vir• traddizione nè bugia nè ri– t1h, che per essi era un.a su- forma; ognuno sembra pen... blimazione del vizio, prean- sare la propria anima non. -nunciavano !e tesi delle pre- come sua essenzialme11te, ma fazioni alla Gazzetta nera ed come un altro essere con alle Lettere di' una novizia. cui convive, seguendo una Nella prefazione alla· Gaz- regola di diplomazia, traen– zetta nera, un romanzo scrit- done di volta 1n volta o vo-- 10 nel '39 e pubblicato. nel iuttà, o medicma, o p 0 erdo.– '43, scriveva: • Bisogna ave- no>. Tutti colpevoli, dun– re il coraggio di ammettere que, e Margherita Passi di• che ogni virtti. si ricava dal verge dagh altri personaggi vizio; che il bene umano si del libro con i quali è in nutre d·impufsi cattivi e voi- corrìspondcn.::o (la madre ge ai suoi fini quest'unica on- Eliso, Don Giu.seppe Scarpa, 11ipresente materia•. E lo sa Don Paolo Conti, Michele hene il ,protag011:ista del li· Socco) per la situazione in bro, Giovanni Dòrigo il qua- cui si trova e per il delitto, le si reca con la moglie, con forse involontario, che le la quale è in disaccordo, in pesa sulla coscienza; ma esso Inghilterra e qui per la è I semplicemente un fatto, • Gazzetta nera~. un giorno- dato che l'autore di Gazzet– le che si propone di fare ta nera ha dimostrato che abolire la pena di morte, di- "siamo tutti assassini>, e mostrando che ogni uomo è non sarà uno scrittore, uno un assassino potenziale, .seri.- scrittore per giunta dell'in- ve la storia della sua vita e telligen,za di Piovene, a con- ne mette in luce i lati de- dannare, o semplicemente di– boli, il fallimento matrimo- stinguere, un personaggio male. la tendenza af gioco e per una circostanza che non <1I delitto. • L 0 unico avaro lo dif!ere1tzia in senso qu.c- bene che mi dà pace - è lit.ativo. Tanto più che si scritto nella prefazione - è tral!a di delitto çasuale, una q1,ello che siede imtabile so- specie di • atto gratuito• pra tendenze distruttrici. E privo dell'intenzionalità. non ho conoscihto un'unione Si è parlato di Loclos, Di– degna· di esistere se non tra derot, Marivaux, Richard– le anime discordi, che nel son, Prevost, e si potrebbe soffio impetuoso dì un vento pensare, ad esempio, alla bianco precariamenle si uni• lettera CLXX delle Lìaisons scono. castigando cosl la dangereuses come nucleo morte che le pervade•; iniziale del romanzo, con la q1dndi, dopo una lenta ana- differenza che -~i lo ragazza lisi, Dòrigo si riconcilia con vuole entrare m convento; la moglie, perché ritiene che ma, estendendo al fatto I? soltanto dopo l'umiliazione e , stato d'animo dei protagoni– la distru:dope In vita può sti! ci si potr~b~e· chiedere esseTe vi.$,ttttll- , ,. chi, fra la. 11Qv1z1ae la ma- Nella Gazzetta nera alla dre, è nelle Lettere quel de– .storia di Dòrigo ne seguiva~ maniaco personaggio che nel– no altre per dimostrare che ropera di Laclos è la mar-– in ogni uomo è un assassino, chesa di Mer!!uil. ~ato eh~ e nella pi1ì bella di queste, ella appa~e pw lucida e. ~,. ·1a Storia di un monaco spa- staccata rispetto alla novizia, gnolo, il protagonista affer. e la_ madre è preda di 11~0 mava: • il dare a intendere passione che 11 personaggio a gente che ci disprezza che di Laclos sarebbe ~rato ben siamo proprio come essa ci lungi dal concedersi. crede . sapendo d'essere di- La condanna della novizia versi• è 1m attò di ostìlità va quindi cercata altrove, e più i~tero e voluttuoso della non forse tanto in quell'in- aperta smentita. C'è un iso- differentismo t111to moderno lamento assoluto, una soli- che, come un personaggio di tudine piena in una vita di Gide, o di Camus, o dì Mo- malafede totale; l'inebriante ravia, ella _dimost~a a.I pro- abitudine all'ipocrisia mi da- cesso. nell'rncapac1td msom• va quello che cercavo di più, ma di accalorarsi per cose l'esclusione di un mondo che che la sconvolgono, quanto oramai mi dava dolore•. in quel continuo ondeggiar!· Questa compiacenza del mo- queL m1itare della s1!-a ani- naco è anche una delle ca- ma che le re11d'.e la v1~a, ?il? ratteristiche dell"enigmatica quale non sa adattarsi, sin11- * SQBHERQ le ad un precipizio, e fa di lei una forza oscura del male alla mercè della pietà, riel.– l'essere, insomma, non sol– tanto omicida, ma anche s-ui– çida. "'Guai agli oscurt nel mondo! Sono costretti ad in– vidiare la chiarezza di quel– li che compiono un male co– sciente> sarà la frase fi1tale dei Falsi redentori. e Mar– gherita Passi appartiene a queste creatu.re cieche per– chè costrette ad muocare quella pietà che nell'opera d1 Piovene è bilaterale per chi voglia veramente attuare il • decisivo passaggio dalla pietà degli· egoisti alla cari– tà dei cristiani•· Già nelte opere preceden– ti, infatti, egli elaborava quella problematica dellO pietà che doveva poi affio– rare apertamente nel '46 in Pietà contro pietà. Scritto negli anni '-13-'44, durante la occupazione redesca, il libro risentiva del clima della guerra. In una città distrut- 10, ma 11011 abbastanza se la pietà impediva la rovina 10- tale e favoriva • I.a passione d1saustosa di vivere dei no– stri avanzi•, Luca, dosto;ew– skianamente deciso a soffri– re • per intero il male che porta dentro s, diviene una specie di inquisitore della pietà. Sono di fronte a lui Giulio, irretito in 'una falsa pietà, ed A r.na che, raccon• tondo a Luca francamente la s11a storia, si viene liberan– do dalle pericolose fuliggini di essa: " ci misuridrno sta– sera, uno per l'altro, ma sen– za pietà uno per l'altro. Non sento pietd per lei - affer– ma Luca - solo ci misuria– mo insieme. Io credo che solo da questo, non dall'amo– re, nasca un nuovo modo di amare•· La guerra e la distruzione derivano da quella partico– lare forma di pietà·che. è la difesa delle l,radizioni e de– gli ideali: • 11 mondo è pie- 110di pietà - disse Luca -. Per questo è un mondo di assassini >, ma esse sono in11,– r.ili se accompagnate dalla falsa pietà: "Anche questa è pietà (...) non un distruo• gersi per vivere. ma un mo-– rire ·senza distruggersi •– Esponenti di questi due mo– menti della pietà sono Giu• lio e Luca, il primo ancora radicato alla pielà conserva– trice, il secondo già staccato da essa, sebbene co,t falica: • Anch'io ho sempre ovulo pietà p·prché nop volevo sof– frire. Ho avuto piet.d per mia madre. e ne ho avuto paura. perché la pietà i! pau– ra. Non volevo -nccettarè la distruzione di me stesso e In pa1ira della morie. 11 mondo non vuole rinascere, perché nrima dovrebbP distruogersi t"tto. morire. E nerché non vuole moTire. si difende con lil pierà. I.il chinmn r,irr1i. fedeltà. ordine. pace. bontà. 11more. Ed è i,wPCP llÌOIPn• za. cn,dPltà. omicirlio, suici– dio. Chi ha piet/1 rli sP stesso è r,miridn e .~ttirida • Ne r f:ilsi reàPntori. seri,. M nPI '4.1 e pubhlicnto IIPf '49. 11 prr,tnnoni.,1a che. di– ,,pu.-tnto dalla· g11errn. torn11 " Vicenza per rivedere la madre in • 1w'ns.,enza rii niP– tà • in cui si l11.,.ingn di • trr,. 11(1rela prova di 1111a Jihorf/1 mor"le >. fa Df'llsarc a LIIC(I ,1; Piet:\ C"""'tro nie•~. ~•"ncr, delle sue filo.10.fie. A Vicen- za egli ritrOua la sua ex amante Maria che nel frat~ tempo - sono trascorsi cin– que an111 - ha sposalo Pie– tro, uomo debole ed iudeci• ,o, ed essi sono i falsi reden– tori di lei perche pretendono continuamerue di redimerla, mentre con il gioco delle confess1oru e degli egoismi e della pie1à la spingono al suicidio. Il romanzo, mentre ricorda le Lettere dt una no– vizia per !".ambigua figura dt Pietro e la sua falsa reli– giosità, e per la denuncia della responsabilità morale che gli altri hanno nella vita di un individuo, continua l.2 problematica di Pietà contro pietà soffermandosi ad a1rn– lizzare la piett:i, la sincerità, la confessione come stati di animo negativi in quanto fa– cilitano • il vizio ( ...) di es- sere io•- Anche per Enrico Emanuel– li il quale è, con Alberto Moravia, lo scrìtlore italia– no vivente più. vi"cino a Pio– vene per il tessulo connel!i• vo folto dì intelligenza sul quale costruisce le sue ope– re, la piehi è negativamente isolante per chi, come Giu– ditla ridotta nell'oHavo capi– tolo della Congiura dei scn• timenti, ad 1111 " esilio sen- timenl-ale •. è costreUo ad invocarla. AnchP. qui ci si trova di11a11zi ad un caso di Pietà contro pietà, "positiva quella di Arnò e negativa quella di Giuditta. Per am– bedue gli scrittori esiste quindi una • congiura dei sentimenti• attraverso la quale il protagonista vorreb• be liberarsi dalla prigione di essi, o piuttosto da una particolare costrizione impo– sta dalla falsa interpre1.azio– ne degli stessi, con la diffe– renza che i personaggi di Emanuelli si nascondono die– tro all'esigenza stendhaliana del • ne µas i:tre deviné • (si veda Arrigo A rnò della Con– giura dei sentimenti) per ri– solvere un dubbio di origi. ne pascaliano - giansenistica trasformalo, allraverso la le– zione dei moralisti francesi del sei e seUece·nto, nella clal'té di una problematica del destino che sostiruisce a-I pascaliano • mfini contre rien • un duperoto appello alla chiarezza dell'inlelligen– za µerchl! si opponga alla ce– cità del destino. Insomma, la funzione apotropaica. i11 sen– so però intellettuale, che Ema1111elli conferisce all'it1- telligenza nei riguardi del destino, mediante la quale costruisce quasi una • teoria della relalivilà • di esso, in Piovene i! 'affidata oll'intelli• genza in rapporto alla pietd . Si è sempre citato il set– tecento france.~e ed inglese a proposito di Piovene. e cer– tamente per il prevalere del– l'mtellerro sul senlimento. ppr il continuo avvertire il lettore sui • pericoli delle 1iassìoni s egli può enere col– lega CO al secolo illuminis!n fmn si potrebbe andare piiì in là nel temuo, alla .. pietà .oleciosa • d 1.'! Tartufo di Mo– lière. ad esempio. fino alla f<1mos-a Mact>tle di Mathnrin R,;g,1ier. o, più vicino a noi ed in diverso paese. a La a::icrhettona dì LMndM f'pr. 11àndez d,, Moratìn I. mn di-: 1't'rJ::am>'nle da q1rn11to accade rii nrotnor,nisti. noniamo. di I.. a<'fos (Mnleuil. Valrnont l il fondo dei suoi personaggi PABLANDO 'CON è. passionale, anche se si trat– ta di pass1011i continuamente s1.erzate, cioé della forma piti. sorda e frenala di esse. Il prevalere della intelligenza, l'acume, insomma, è setr.e– centesco, ed ìl fondo rivol– tato, torbido ed insieme pas– ~~~~:~~O. è elisabettiano, s~i• Dove gli elisabettiani fon– devano il teatro con il ro– manzesco, Piove11e unisce al romanzesco il teatrale. • Vi– ver~ è sempre .fingere - scri– veva 11e I falsi redenfori - . Questa è la stoffa della vita. Non si riesce mai ad affer– mare il vero~; forti di que– sta p~rsuasign'e, 1 suoi perso– naggi • quasi prìvi di sè >, e ddolli a '"'leatro di se stes– si • agiscono nei suoi libri come sulla sce11a, ben cer.ti dr recitare una parte: • mi era parsof talvolta di assiste– re 11011ad un dramma d'uo– mini, ma dr teatro>, affenna un personaggio dei Falsi re– dentori, con la differenza che qui il dramma si atlua col •rallentatore• del pensiero rispetto a quelli che si svol. gevano nel seicento, sotco l' imµitl.so àelle passioni, e :si esplica più dietro le quinle cii una coscienza annebbiata che vuole conoscer.si e deter– minarsi, che in azione preci– sa e rovinosa. Come la passionalità per alcune figure elisabettiane è Guido Plovcne in un gruppo "letterario" ~~iti~~i~• a~ ~on.ll ,SOS~~ ltQuf: ~~e~1L~ain%~/:re, ~e:i: 1 ~~l:~1 di, se si vuole parlare q'.el- Jago si 1ormenta finchl? non· l'Otello come di una trage • .,,.ha rovinato Otello: • Quello dia dell(J gelosia (ed è 1111 che sapete, sapete. Da ora in limite), bisognerebbe -pensa- poi non aprirò •pili bOcca •• re ad un caso duplice di ge- quando (atto V, se. Il) eglì los-ia, o piuttosto a due mo-- pronu~cia queste parole, ~r- menti di essa: nell"amorc mai '\lesdemona è morta, ed (Otello), nell"amore e nella il Moro che egli voleva col- professione (Jago), perche se mre ridouo ad essere la ca• il Moro, credendosi trodi10, ricatura dì queUo che era. e gQloso di Desdemona, 1'ai- Jago non parla più perche fiere, avendo Otello preferi- lta esaurito il suo ruolo: ro– to Cassio a lui nominandolo vinato 01cllo, nulla ha µiù. luogotenente, lo è di questo scopo perché anche per lui, "'ullimo. • Non si odia fin che come per Amleto. • 1I resto si disprezza, si odia solo co- è silenzio ~. lui che si crede uouale a L<J passionali1à d1 Jago, noi o superiore>, sosteneva Me11doza, Ma}evole, Bosola è Nietzsche: dopo il presunto - occorTe dirlo? in senso ne- tradimento Otello nutre per gaiivo - quella passione iii: Desdemona 1m sentimento tesa come piacere elevato ad ambivalenie, fatto di odio e idea della quale scrisse poi di amore per lei, e di di- Honore de Bakac, ed è di– sprezzo per Cassio che crede versa da quella più raffina– suo rivale, così come in Jaì,o 1.amente cerebrale di una alrammirazione per Otello Jlferle111I o di 1111 Volmont, (• li Moro è di natura fra11- anche se il punto di parten- co e aperta•, alto I, se. III), , za comune è quel machiavel– subenlra l'odio ( • Odio il ltsmo che Piove ne interpre– Moro •J ed if disprezzo per terà in senso sublimato come fi~!"!: a~~ou~,. ~~~crr\11~ 0 ~:: ~:! .. S~~ 11 Pi:c~~e c;i1;va~~tt~~ vale nella professione. Come ,dea, qumdi, e se questi per-- Otello non ha pace .finché sonoggi el~aliellfoni per or- Una vecchia paginetta un antefatto che viene disti!- (Continua da pagina 3) lato attraverso il · fil1ro del meditata, a parte quel'io""cfella sua relativa antichità. ree::ie::ll'::~c~t/ 0 dn:7 ~ad:; Rileggendola oggi, e ripensando allo sviluppo della di A mieto all'iniziò della tra- produz.ione del Piovene dopo le Lettere d'una novizia, yedia, nello svolgimento del- che restano il primo libro~ della sua piena afferma.. la vicenda rappresentata; zione. mi sembra di distinguere con più chiarezza così alcuni personaggi di quello che, strada racendo. egli venne acquistando. Piovene - da Lor:enzo Céfa- e quello cui egli sentì di dover rinunciare. lo de Il buon pescatore ne Come per pochi altri, gli anni. della guerra e del !i1 v;~~r: 0 all;:,~:· a G~~~~~f; dopoguerra ebbero per lui capitale importanza. "nera; 0 • Piet.To dei Falsi' re- pochi come lui presero un più sal~tare e- toniftcantc dentori - vivo 11~ di passio- bagni dì realtà. E dovevano davvero esserci forti ni assopite e rivolto.se in una ragioni perchè il romanziere che aveva dato le ambivalen.za di sentimenti Lettere s·imbarcnsse, alla ripresa della vita ciVile, espressa allo stato di eclissi in imprese lunghe e laboriose come il viaggio agli rispetto a quelfa dei prota- Stati Uniti. e il viaggio in Italia. e i bei libri che go,:J~~inf::, 0 ·i~O~rsonaggi sem• ne raccolsero il frutto. brano partecipare di quella Ma fra altre cose. dal primo Piovenc. doveva non passionafilà sorda e rivoltala ro!tanto trasmettersi ma svilupparsi una vir:tù nella che è propria degli Jago quale oggi, da noi. nessuno lo uguaglia: la pieghevo. (Otello di Shakespeare). lezza d'una scrittura rapida. acutissima senza nes. Mendoza e Malevole de- Il suno -sforzo. elegante senza bellurie. capace di se- molcontento di John f>far- guire il più capriccioso ed esalto meandro psicolo· ston. e Bo~ola de La duches- gico. e il giuoco più vago di allusioni e collusioni ~a l~Ltr::tfl:1.d1;::ni:,ae1~re~ ideologiche. La più (orte curiosità è ora di ritrovare e si prende come esempio il questa scrittura, col pat.rimonio d'esperienze matu. µili 1101'0 di es.si _ è pas.~io- ratosi insieme ad essa. In qualche nuova opera nar- nale almeno quanto Otello. rativa, cui sappiamo che il Piovene attende alacre- con la differenza che la vita mente; e per la quale tutti i suoi amici gli mandano spirituale def Moro ~·accen- gli auguri più schietti. Ira inlorno ili sentimento, e EMILIO CECCl-11 quella delralfiere all'intellet- ,___________________ _ Domenica 14 aprile 1957 RASSE della moda

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