la Fiera Letteraria - XII - n. 15 - 14 aprile 1957

I> A ,~ J t\l E I 1\ 1 lt IJ I T lf IJ I * LA FIERA LETTERARIA' GlJIDO l'IOl'Ef\lE Appuntiper un romanzo Eppure gli abitanti di V.... grossa bor. gata sulla slrada tra Pavia e Lodi. se si degnassero di aguzzare lo sguardo in un passato per il quale, quando sì tratta di interessi o rancori. hanno buona memo. ria, si ricorderebbero d'Angela. e non già adulta, ma bambina. Per esempio: si ri. carderebbero di avere visto molte volte, passando per la strada maestra, sulla tor– retta che sovrasta villa Donini. Angela ritta dietro la ringhiera di ferro. Essa faceva macchia. pen::hè indossava quasi sempre un vestitino rosso. largo, a cam. pana. comprato sbrigativamente da sua madre al mercato in Piaz.za della Vittoria a Pavia, e che ogni mese diventava più corto. E la gente di V... dovrebbe pure ricordarsene, se diceva ogni volta: come mai una bambina di quell'età passa ore su una torre da cui non si vede niente. senza giocare. senza muoversi. senza par– lare? Si direbbe un fantoccio. Col temPo sua madre spiegò che la bambina era ({indietro,, di mente. Gli altri allora la definirono in modo più breve e più crudo. Proprio da quella torre bisogna pren. dere le mosse. E non è giusto dire che non si vedesse niente. Ad un chilometro da V.... in direzione di Pavia, villa Do– nini sorge su un rialzo di pochi metri ed a sinistra della strada. E' una delle tante case di quella parte della campagna lom– barda, lunghe e basse sulla pianura. gialle, qualche volta rossastre, senz'altra variazione sulle mura Jiscie che la lunga fila monotona delle finestre e il portone centrale, e altra decorazione che la me– ridiana; tali da richiamare il corpo di guardia, il lazzaretto, il monastero. 11 bis.nonno di Angela Donini, per moda o velleità patrizia, aveva fatto aggiungere alla costruzione una torretta di mattoni scoperti; tra la torre, la casa ed il rialzo naturale si sovrastava la pianura di una trentina di metri, e non si poteva perciò pretendere un vasto orizzonte. Si domi_ navano però le due case coloniche erette ai piedi del rialzo, che casa Donini sem– brava incorporare per meZUl di un muro di cinta, il quale partiva da un angolo della dimora padronale. aggirava case coloniche, aie, stalle, gr·anai. rotto da tre portoni per il passaggio dei carri. Oltre il muro un bel prato, fiorito di ranuncoli, di margherite. dei fiori modesti ma rigo. gliosi di quelle terre gonfie d'acqua, finiva davanti in un fosso. a destra nena strada. ed a sinistra in un filare di pioppi. Dietro la casa invece era un frutteto. Non si po– teva scorgere molto di più. Ma si vede_ vano le prime camere vegetali. disegnate sulla pianura dai filari dei pioppi. dei salici e degli olmi. che si susseguono infi– nite di numero ed in tutte le direzioni. Tra quegli alberi verdi o di un grigio fumoso il senso della vastità si concilia al senso del chiuso: l'occhio non va !on. tano, il grido dell'uccello che traversa a volo sembra spegnersi in un altro mondo. le rane cantano sempre in un aldilà, i campanili si confondono con i pioppi; è un monastero naturale diviso in milioni di celle. Si scorgono anche, tra gli alberi. il luccichio delle marcite; in primavera lembi di prato giallo. coperto dai fiori del ravettone, che nutrono gli animali; gli alberi da frutto magri. i cui rami ri– splendono d'una ruggine bianca o rosa. Non si vede il Ticino. ma una nebbietta traslucida ne segna il corso, sovrastando le piante, così somigliante all'acqua che si direbbe il fiume stesso sollevato a mezz'aria in una sua proiezione spettrale. In quel miraggio sembra spalancarsi alla fantasia la grande piana circostante: i paesi affacciati sulle roggie. il fiume di un azzurro chiaro, le isole dei mughetti. le selve basse sulle rive. le spiaggie d'un colore giallo. i pioppi. le cascine basse. poi ancora pioppi e prati, selve e cascine. Le strade che attraversano la ·campagna non hanno un fossato per parte, rrfa due .fossati gonfi. Fiumi e fossati vagano sulla pianura, accompagnati dai loro spettri di luce; le acque vagano e si concentrano anche dentro la terra. e scaturiscono in sorgenti. E' la zona più bassa, e più pro. fonda. della valle padana. la cui civiltà si va anch'essa disfacendo nel tempo; già la vedJamo come sotto una filda d'acqua, o di nebbia I borghi hanno nomi dal suono grave. Vigulfo. Vidigulfo. Villanterio; le campa– ne hanno un suono egualmente grave da monastero longobardo. Le voci sono quelle dei rivieraschi; grosse. pesanti, prive di modulaz.ioni. fanno abbaiare i cani chiusi. Le città maggiori conservano un!appa. rénza di borgate. aperte l'autunno al!o odore del vino, l'inverno alla nebbia. Camminando l'inverno sulle vie di cam– pagna, emergono dalla nebbia il campo dalla vigna spoglia, il contadino intabar. rato di nero. il carro con i buoi. la chiesa medievale, l'ansa del fiume -che luccica all'improvviso. A questi aspetti antichi si uniscono in maniera strana quelli portati dall'influsso della metropoli. in una zona così ricca d'industria e in cui l'agriCol– tura stessa è un'industria. Si vede sor. gere dalla siepe una maschera. ed è una giovane dal volto fortemente truccato; la contadina ricca va in bicicletta faticando a tenere una vo-Jpe argentata in bilico sulle spalle. Dovunque si sente l'odore, e quasi l'anima. del cibo, quell'amore esal. tato del cibo che si apparenta talvolta alla visione e all'eresia. in gente senza sogni. ma pratica o visionaria, o l'una e l'altra cosa insieme. Si ebbe il caso di un contadino nei pressi di G... ~·he quando andava solo alla risaia, udiva un passo alle sue spalle; si volgeva, vedeva il pa_ dre morto, questi camminava diritto, senza sguardo per lui, lontano come la proiezione di un astro. e scompariva tra i filari dei pioppi. La notte. al canto delle rane. il giovane contadino si svegliava di soprassalto; respingeva la moglie, si sen– tiva chiamato a camminare anche lui nei campi di riso. Il parroco di G .... esorcista e pittore dilettante, sentenziò che un de. monio aveva preso la figura del padre per condurre lo sventurato alla pazzia o alla disperazione. Perciò venne tre volte a benedire la risaia; dopo la terza volta il fantasma non si vide più. Questa vi– cenda è consacrata da un quadro dipinto d,:1,llostesso parroco. e appreso oggi come ex.voto nella chiesa di G .... Esso rappre– senta il giovane di fronte al padre che gli passa davanti con una faccia imbam. bolata; i calzari d'un rosso vivo, ·che in– dossa, rivelano il demone: la Vergine veglia dal cielo Nelle riunioni contadine invernali, oggi i cappotti subentrano ai mantelli neri; al tempo d'Angela Donini. vi erano solo mantelli; e neri i cappelli e gli scialli, e numerosi preti e monache. Essi abbon– dano ancora; e una caratteristica di que– ste campagne, nelle giornate di nebbia di cui si è parlato, è appunto di veder spuntare e precisarsi a poco a poco le figure nere, pretine. monacali, contadine. sche. Inoltre si vedono gli uomini in cap. pa rossa che affollano una piazzetta i:-t attesa del feretro da accompagnare al ci– mitero; le figlie di Maria che sfilano in veste bianca; le donne anziane che si af. frettano sull'acciottolato per tener dietro al prete e ascoltarne i motti di spirito. Nelle chiese affollate, tra l'odore di cera, d'incenso e di sudore freddo, i preti pro. nunciano prediche veementi, stravaganti e talvolta eretiche. Si udi da queste parti un Vesrovo, in visita pastorale. predicare con impeto che. qualora i fedeli non assi– stessero alla Messa dove si compie il sa– crificio di Cristo, Inc_amaz.ione e sacrifi_ cio diventavano inutili e Dio poteva ri. sparmiarseli. Si aggiunga subito però che non v'è in quei predicatori la minima velleità di riforma, rivolta. e nemmeno di dubbio. E' un clero pratico, obbedien. te, ossequioso dell'autorità, convinto che il grado porti talento. saggezza. dottrina, ed il diritto alla dottrina. Le prediche rigurgitano di proposizioni strambe o ere– tiche soltanto per sovrabbondanza san. guigna. non se ne accorgono nè i fedeli nè i predicatori. Si sa che Angela. per un breve periodo. ascoltò quelle prediche con umiltà. come se andasse a scuola . . . . . . . . . . . . . . La città di Pavia. centro dell'azione di Angela, è fatta in prevalenza di agricol. tori trasformatisi in cittadini; alcuni, che hanno lasciato i figli nelle campagne. sono venuti a riposarvi dopo una vita di la– voro; in altri casi si è inurbata la fami– glia intera. Questi agricoltori inurbati prendono presto il tono di un centro in cui fioriscono il piccolo commercio e !e attività minute: in un centro democratico, del senso antico dei Comuni, e con poche figure dominahti. Tra queste, un po' in disparte. devono porsi i professori d'Uni. versità. che hanno ufficio di nobili. E' un popolo indipendente. diffidente, modesto. che concepisce l'esistenza come una fac. cenda interamente personale e privata. Dietro la parsimonia espressa nella frase ,, questo è il mio bisogno >>. si sente però la ricchez:z.a delle campagne circostanti, che danno due raccolti, il grano ed il riso. dove proprietari e fittavoli. nelle cascine simili a castem rustici. vivono come no– bilotti regnanti sugli stessi campi da se– coli. Non tutti del resto in città rivelano chiaramente Parigine contadina. e molti hanno preso l'aspetto della borghesia commerciale. Accanto al tipo del fittavolo, quadrato e rosso in volto, un altro tipo d'uomo è perciò frequente: piccolo, ma. gro, calvo. nervoso, d'ossa minute, pelle fine, piccole mani e piedi. Cammina un po' di sbieco. una spalla più bassa, quasi cercasse d'infilarsi nel varco d'una porta chiusa a metà; le mani sono lunghe, nervi, ossa e pelle. le unghie tagliale a punta Gli abitanti di V... hanno dunque di. menticato anche la madre d'Angela, che pure hanno subito per tanto tempo. e che soprannominavano « il prete))? Il sopran– nome era dovuto al cappello di feltro, nero. largo tondo di cupola. simile a quel– lo dei p"reti. sebbene più floscio; e ad altre cause meno esterne. Con quel cappello andava a far compere a V ..., più rara_ mente a Lodi. ancora più raramente a Pavia. tenendo per mano i due bambini m.u;chi. Era una bruna incanutita. dai lineamenti troppo larghi. di rana; cosa frequente nella zona, quasi a ricordare l'immensa popolazione delle rane negli acquitrini e nelle reggie GUIDO PIOVENE PAe 5 Guido Plovene tra i fiori della. sua. villa ORIENTALE DIVICENZ * E' •mpl,cita nella sua opera più recente tutta una ideologia. umana della dignità Legata al coraggrn * di G. A. CJBOTTO Orientale di Vicenza, sem- meditazione che rimane espe-1 timore di comprom.etteni, ma pre diviso fra le tentazioni rienza. peTsonale, privata. E al contra-rio per la ientita ne– di un'indolenza aristocratica nel dire questo mi affido a ceS$itd di continuare un son– e la serietà di una vocazione un passo della prefazione di daggio non ancOTa esaurito, esemplare, Piovene completa Gazzetta Nera: ({ Può darsi fermentante di nuovi i.mputsi la ta~ella dove _s07!0 i~dicate ~he a_lcuni.trovino quello che '!• magari, d'imJ?re1?1-.ste ed le dtrezioni pnnctpah della w dico troppo strettamente ma.ttese contrazioni dello na-rrativa italiana, ossia, per legato alla mia singola per- ani.mo . dirla con un critico, quella sona. Io non me ne rammari- In fondo vivere ripiegati in sorta di quadrivio le cui vie co, e non mi sarebbe spiace- un a.scolto assorbilo della si possono approssimativa- vole che certe idee tratte dal propria coscienza., per deci– mente intestare a Vittorini, mio stesso sangue fossero fTarne ogni minimo s-u.ssulto, Pratolini, Bi.lenchi-Tobi.no e soltanto mi.e». rifiutando la viltà. d'una ras– a Piovene stesso. Si è scetto Ecco perchè mi paiono gra- segna.zione si.a pure contegno– lo strumento più difficile e tuite certe definizioni che sa., austera, costa un coraggio tormentato del moralismo vorrebbero inquadrarlo atti- che rasenta l'eroi.tmo. Tanto psicologico, e da anni conti- vamente nel circuito d'una più grave, quanto pi.li. dis.si– nua a trivellare in profondi- tradizione cattolica rigorosa- muiato - com.e nel .suo caso td, lontano da p-retese edu- ·mente impegnata. Con questo - sotto t'abito sfumato ed vn carive. dalla. speranza di una non che le sue indagini. man- po' molle del distacco signo– condusione. chino di mordente, che non rile, della raffinatezza i.ntel- Insomma fra troppi irre- p-rovochino il ietrore alla di- lettuale. quieti che netlo sfogo del mo- scussione, solo che alla fine Circa poi l'appunto che so– vi.mento e dell'azione quoti- non offrono mai risposta, re- venie gli viene mosso di con– diana s'iltudono d' impossibi.li spingono ogni aggiunta di lrabbandare dei motivi mo– salvezze, lui è un inquieto giustificazione. E ciò non per rali per dei personaggi. rac– che si ostina a. rimanere fer- viltà. o per superiore egoi- contando la propria storia in ~------------------------------------------------------------' mo, ancorato al filo di una smo, o, peggio ancora, per figure traslate per evitare la perentorietà del procedimen– to dialettico che lo spinge– * di ALIJO (; A M E li I ti O e dell' anin1a rebbe fatalmente veno l'ac– cusa o la rinunzia, 31-cchè il suo modo di narrare sa,-ebbe quasi un ,-agionare per fan– tasia., non va dimenticato che suo problema fondamentale rimane non tanto quello dei rapporti di un uomo con gli altri uomini, ma di un uomo con se stesso. Aggiungasi la sua visione pessimistica del m011do concepito determini- Seguire un richiamo che ria:moci alla cosiddetta feb- rendo. ceda a un flusso di ticoli. E il romanziere?: Que- seguirle, da temere che. al- Due romanzi Piovene ha te chilometri. sui colli Be- della vita sono quelle che st ~ca~te_ 9ual~ _un (lrovi- può parer vocazione. fin:isce bre del voler vedere e spe- immagini, caro corredo mol- sto è un altro discorso. trimenti. gli si smarriscano. in mente, e pensa di seri- rici; e i pensieri e il ram- contano; e ad esse non po- gli? di !uc 1 d 1 ~eI!rt e dt p~– col diventare un sacrificio. rimentare, per buttar poi te volte riveduto con amore; Immaginate un uomo co- E', invece, un uomo che non vere in Francia, in una sua memorare di lei trascorren- trei non serbarmi fedele>. fi.d1e d~ve tuta si u:!ano vtr– Può voler dire: abbandonate sulla carta blocchi di denso e che. senz.a entusiasmo, co- me quello che ho in breve ha fretta; che ama agiata- casa su-Ha Senna, quando il do ancora una volta nei luo_ Chi ricorda il Pìovene pae- tl.!71edt un male pm gran.de le fatiche più congeniali e colore e impressioni a sfa- me un bravissimo neghittoso descritto. quando si tratta mente rifilettere e ricreare; e Viaggio in Ita·Iia > sarà ghi deltJ.a sua vita. Gran par- saggista, uno dei pochi di d~ loro, ,:egolan~ le re!azto– gradite, darsi da fare più che scio calde bollenti. e a simili che ha vinta la accidia, la di mettere in azione il cer- e, poi, dipingere piano i suoi terminato. Uno dei due ro- te avranno in questa nar- oggi che, per purez.za di ca- 11 ! sul pta~o dt. una conve– esse non comportassero, per baWanate che l'ultimo Ot- metta in sillabe e suoni. I1 vello con rapidità e di dare personaggi e paesaggi; rifar manzi, ambientato in Lom- raz.ione le distrazioni della rezz.ata dipintura -a velature ntenza. mahnc0111ca e amara, ottenere risultati minori as- tocento lasci:) in magro re-· pallore abituale del volto: il ai suoi lettori un resoconto pagina dietro pagina: degu- bardia (e certe cose nel Ve- donna nel suo andare, e irli indugiate e amorose gareg- suggerita dalla coscienza di sai Anche essere a dispo- tagg,o a1 g1ornal1st1 del prt- moto ee.uale e misurato del- di cose viste e di ragiona- stando per primo la finez- neto non possono succede- incontri casuali. Sarà que- giano con i migliori. con una infermità generale e in– sizione di un lavoro che si mo Novecento, coi risultati le mam. 11 sorriso !1oco, la menti, da pubblicar sul gior- za delle sue migliori inveo- re>, dice) racconterà di una sto, ossenro a Piovene, uno sfumature affettuose spesso sormontabile che può nu– tra-tta di condurre a termin~, c~e tutti sappiamo_. Consta- pronuncia _ui:i po' ~trascica- nale. La pla~idità diventa i! z!or.i.LCo_si ~~von<? esser na_- donna che si crede ed è ~re- dei libr! più suoi: poich~ il poco più. che aeree, di sin- tr!re a_l '!1~simo d~tie giu– piuttosto che delle p~opne tiamo .. A parte 11 ~ove~e ta e che d.a 1~~a d1 l.!n~ che suo_ c~nt~ano .. Ed -~ca .gl! t1 1 sum P!U bei ro~a.nz1: duta ~ant~: e si trat~era di p~esagg10 nat~o, _che_egl_1sa golar commoz.ione. s'augura stificaz1ont improvvisate ed care e amate e tesaunzz.ate che P1ovene sente d1 ult1- trattenga 11 pm poss1b1le le articoli v1goros1 eff1c1ent1 d1 e Lettera di una nov1zm >, una 11lus1one collett1v-a in d1 portare cosi vivo m se da di non dover aspettare trop- esterne estremamente prov- fantasie. Per cont~ mio, son mare il ~uo -yiaggio e jl suo parole _e riluttante 1~ a:b- Guido Piovene; quando l'in. re La çi-azzetta_n_era ».. E fot"S'I:bonissima fede. Un gr05:50 poterlo ~voca.re anche quan- po questo libro: che, come visori.e. _ sempre pronto a riconoscere referto, e chiaro che l amo- bandoni: tutto quest_o e PJO_ I telletto acuto lo serve ap- da minor ded1Z1one a1 propri romanz.o. al quale lo scnt- <io ne e lontano, ne pren- altri dello stesso autore. sa- Puo darsi che col traicor– siffatte forme di ded.izion~. re di quello che_ha fat~o Io vene uomo. Ho i1à d.etto puntinp. E ora irnmatina- a~gomenti, e da UJ}.a _sorta t~re pensa con _~ffezione. der~ gran parte ...e Da _tanti ptà. tJ.nire il 1'.)érsonai~io al r~re del tempq_ za sua pietas :~e~~a;~e c~otuc~ 1 :eg~: a;ft~ ~h~rFfit:~~e-no~hlvu~ iudl~isi~sr~ dce~/ 1 drni~ 1 :::~ ~e;ipr!~b~~~;,. ~~~~~e i:~ ~!~~:;~~t::. ~i~~~~!at~a~~ ~~~~~terro~tf u~ 1 : d~~e;:; :~:m e" 0 ;u:;~ 0 h~t 1 ~ alev 1 ~~~ ~:::iagfnoa ~~~ ~d~~~àa ~} ~t~~oa~c~~t~~~ s~l~~asr~~; rei n~uno su cotesta: str~- più s_aperne delle _colonne p~~za solo una ~arte._ una tura le su~ fantasie. No~ è se e PiE;tà contro. pietà> e una passeggi3:ta di quelle ~ogno i colli ~he ~e sta.O?'? perst.iasione. Son cose che d~lla_ _ charita.s, e che gli si da; m1 pare che la vita sia d~l ~10r!1ale? Ch~ e ~.tanco minima parte, è nei suoi ar- uomo da rmcorrerl:. da m- e I fals1 redenton >. tanto ca•re a P1ovene, d1 set- intorno. Le pnme 1mmag:m1 Piovene porta nel cuore. Si n.v_eh tl senso operante di una troppo corta per con~umarne di -~a~1are per I SUOJ le~- ------------------------------------ tratterà, probabilmente, di U!110ne nellfl: qua_le non Ci si :~~:;_a~~r~f1 ~~!si~~)i ~h~- ~t~f~~\i~g~;~!~~~ LUCIDITA, 0( MENTE - PlGRIZlA FANfASTICA vene saprebbe rievoca~e. Note- f~evfruat~~;O:a~~g;;ni;o~~:h; ~~J:ggei~;:s;~i~fa~eri!f~ fehc1ta. Intendet~: sto- par- c!3e _s1 tratta d1 mtE;rpreta- remo s9ltanto eh~. nell ::itmosfe- risultino nelle sue narra- che quotidiancrmente si sa.cri- lando _di_uno scrittore. _no~o z10n1 alla leggera d_1 qual- * . ra e sot1 ~a, ~o;biaa, rlISSOlv~n-z.ioni certi ricordi che san fica per noi. Che cioè baleni e. noti~suno: che commc1ò che suo momento di malu- t:, quasi chun~ca della _P~ovm- di dolcissima nostalgia. davanti al suo sguardo vitreo g1_0:na!1st~. n:1~ a':'e":a am~ mor~; no~ d'altro. _ • ~:~i~•~n~l\a~;~;:;r~ s~iùe i~~~ Sarà, questo della passeg- e lont~no il. sospetti? di un b1z1onJ g1ustif1cati~sLII1e di G1of!lallsta~ccellente,P10~ OUANDO SCRIVE OUANDO VIAGGIA neo a trasformare in poesia 1-giata, un romanzo che darà dona:si_per_ 11 P!OSS?mo .che novel_liere ~ rom3:nz.1ere: Par- vel""!e, !" part,cola:r~ con gli l complessi motivi di cultura e del Piovene anche un altro 11 ?11- e P 1 lf ~nunzt~ e destttu- lo di Gu_1dC?P1ove~e. c_he a!tlcoll che mando a~ e Cor- · di natura della sua personalità lato dei più notevoli e pro- 21one n~, ~tg~':'-rlf-t _delle no- to.se . oggi. il ~~bbhco g,o- nern dalla Fra?c1a. con ,. , . ' ,. 1 • lii di scrittore 11Veneto di retro- fondi. Ci troviamo, Piovene stre reoiom pm mt,me e se- vane c9-no~e pm come ottl- quelli_ poi racc!JltI m e De ,._. ,._. . terra dentro cm Piovene ha di- ed io, ad ammirare il sag~io grete, ma matur~1one e _com- mo articolista cl!e corn~.nar- Am~nca >, rags,;-1un~e un S!,-10 sposto come in una spettacola- inglese, con le sue variaz.io - pletam~to sul Ptano d1 una r~tore. -Questa e la riprova J?1:ed1tato _ e limpido_ stile * re prospettiva settecentesca i ni e deviazioni e confessio- comunione soprannaturale. d1 quanto ho detto. Un se- g1ornalist1co. _che gli p_er- molteplici piani della sua nar- ni, con i suoi lirici abban- Ma p_er il momento accen- gno della, natura vol~n~e- mette. _quasi 1mprovv1sa, d. Et\lZQ B "'TTIZA r.a~iva mista di s:aggismo e di doni e la sua forz.a persua- na1:'Tie P. prematuro. anc~e se rosa e tutt altro che el,!01st1ca una lucida e oculata perfe- t O linsmo, è un pacsaggo • con• siva e ragionata. e E' il ge- puo sembrare lo sbocco rata.le del nostro v1centmo z10ne Non si abbandona vo- ci11ante • nel senso più eletto nere,. dice Piovene , che del suo itt.nerar10 soi.rituale. ln un buio che mi fa sco- lentien quello che si e cosi deraz1om che 10 gh andavo e- l~telhgenhss1rno che d1SPrezza reug1osa finezza Scatta di qu1, della parola Composto ambt- sento 'di più>, quell~ di un come è alt.Tesi rischio~ ed pnre 1 SUOI tratti a poco a conquistato e che risale del sponendo sulla letteratw-a cMa lmtelligenza e intesa come ar- come un meccanismo ad alta guarnente d'esotismo e di urna- ral h • d arbitrano (quasi una v1olen poco, e quasi decifrarh. ac- resto, alle Prime prove' nel questo non ha importanza'•_' te d1 mentire, dt deV1are il, no- tens1?ne, nella sua narrahva, Dl5?10,d1 class1c1la e di rehgto- r;'~ClZ~~rr; es~ lOd:orr~~J~ za det resti) l'affermare eh; canto a un banco di bar che vecchio , Ambrosiano,. che Quante cifre, quante comen stro pensiero dal vero• E un quell mdagme del sentunentl sita montanara d-ehneato da . Ì) la s-ua freddezza. non s',den a lui e a me non propma Io scrittor~ confessa di ·aver z101u che finv l 'l.ll <"raavevo r1-•atte!(g1am1 ?r.to morale, badate, smossi, frugati, controllati cou una nalura dol~e fino all'este- commJ.Jo a scrivere. JOve- tifica e cnstalh.,...,..a tn una as- veleni p1u nocivi d1 un qua- voglia di rileggere per sai- lenuto mollo .mpor1antt, cad- che combacia con l'indole p1u ngor.e molto francese, ci.1re1,nuazione, qua:.1 dissolto di bel- ne vo e urure. a sedati e senza di comm;;tone ma na: s1 violento catfe. ascolto P_io van:_ pochi art1col1 meglio ~~;r/ 1 e~~~~~;1 ad!e~~eJ:u~~~~: ~~ 0 :i 1~~~/ 1 Piovene, con la sua ~~~~ 0 \/l!ti;:~~~co,dihev~:_: ~~t~' ; 0 ~nsi~~~fvg~~ 0 °~~ c~~; ~~~r:~~t~~~h 3 1 1 ~~~1~: sconde invece una co'mn;o110- vene che m1 racconta del :.uo nus-itE Gliene nJordh qpal- la csclamaZ'lonl! che me le de- Quanao scrive 0 quando sem- gabil:nente ha la narrativa dt 11 dramma e sove'"chiatÒ ùal sJOnale e colonto e divertito. ne rre... ntrata a causa del.? sun recente passato e dispone, cimo h m1 avve o ci{ 10- cimava non appena s'affaccia- plicernente guarda e viaggia, P1ovene deriva, appunto, dal sogno, e tutto perc;iò tende a pieno d1 intolleranze e d1 urgen_a impetuosa R engo con rallegrata sempllcita. del vene a piu care que e pro- vano alle mie labbra Fu cosi senhamo ch'e h si one di racconto de1 sentimenti e non smorzarsi e dileguare nel bi- balem poetici, m tanti sag- ad ognt modo, e mi s• nce1~t prossimo futuro Non una se giovanili delle novelle del che defimttvamente appresi che fronte alla reafta passieamente, delle azioni reah, appena ap- sbigllo della mente e ael cuo- g1sti rngles1: ma non pote eventualmente dt arbttno, vita diversa da quella del- suo ft~mo hbr~ e ra vedo- l'arte è meno importante della m aspettativa a sensi "OCChiU"Ipena accennato:! racconto tutte re In nessun aì.lro luogo d'Ila- staccarsi da altn autort che che la 7!1GTlO con la qual(>teri l'anno scorso IJ e v:a_gg10 va a egra>, c e n 1Uta con stracla che conduce ad essa, con -una predisposmo~e ad a-s~ morale, vast0 e sempre m pn- ha ra.:1onahsmo e m1stic1smo, gli sono altrettanto e' p1u sottoscrisse ?ectso una frase in Italia>, che tanti :.e,gu1- un gesto stanco che la letteratura vale solo sorbir le cose più che a coglier- :no piano sul paesaggio Se an- fantasia e mtelugenza, peccato congeruah 1 moralisti fran- come que st a « Al modo s res: rono alla radio. che d1verra. Abbiamo bevuto il caffe quando per caso la mcontna- le, a farsene penetrare più che zt volessimo 02.1osamente cata- e v1rtu potevano rmcorrers1 ·m ces 1 deL quali fece sua la so che la vita mo~ale .puo terminato di scrivere. un P•ovene canea la pipa Non mo su una via cne non si di- a penetrarle Considerando legare gli elementi ch,e conC"or- fughe cosi aereC" e armoniose amarognola saggez.za , da serotrSl .solo del ma e. 1 arte paio di grossi volumi oc- pensa m questo momento. parte dalla letteratura che la ouesto delicato r::1.ppo,..tourna- rono alla narrazione, ,rovercm• Ecco che m questa geografia Montaigne a Pascal a Jou- non puo ra_ccontare che ti cupera P1ovene anche ora al v1ag.e:10 da riprendere difficolta vera cor.s:ste nell'm no, pctsologico, col mondo e- mo rn pnmo piano 11renhl'1en- si spiega benissimo non solo il bert e oltre Si t~atta di male. perche esso solo per tra pochi g10rm !::>tc1ha e Riposa m qoel re,g-olato ge- tendere un poco meglio se s1es- sterno. viene subito a mente il to, m secondo li paesaggio e mondo del sag~ista e del nar- maestn che Piovene ha scel- co s1 dir~, ha ma.tena pervade Calabria, Puglia e Basilica- stire che so rome d1vent1. s1, e non nello scrivere molto nome di Prou~ uno scrittore nell'1•Ihmo app~na 1 1 pe1sonag- rato;_e, che ritengo, md1v1_s1b1li to e che n bb b- 1- nostn appettt! e t nostn ta se la mia memoria non per ciascun fumatore n- bene per gli altri che a Piovene credo piaccia g10 La sola az-1011e che satura com e md1v1s1bile I mcroc10 dt b d og uorr 1e e a pens1en St. puo raccontare sbaglia, queste sono le re- tuale ed entri a far parte d1 Ma questa capacità Òl ÒITI· ma con cautela perche 11 su~ mfatU la pagma è quella dei crudelta mtetlettuale e d1 dol- an b"tre d a doro sc~r dell'uomo soltanto quello che g1on1 con le quali termmera una cara trad1z1one perso- gers, subito al sode questo modo prousuano di uardare e sentimenti. la cui dmatn1ca rezza fantastica che l'un,o m- con e ~ m ipen enza a st tocca. e st constata nello 1'10ch1esta lunga e faticosa nale ed e p1u che una mera scatto peoetrante nel nocciolo di presentire la venti sottende, grandiosa, facenaosi essa stessa nesta continuamente n~l altro. ~cn~or ~erf; ~ttt:t Pl) 1 1 pro- svolgerst della sua intima na- che volle una complicata e abitudine Discornamo al delle cose questo senc:od'onen- sempte un'operazione di &ear- sunultaneamente mtreccto e si- ma si sptegano altresi quella ~ q es O 1me e re- tura. Il bene che tutto tra- delicata organ1z.2az1one tut- rallentatore e 10 guardo tamento ~elocissimo · che non to dt ~iduzione di elim.mazio- tuaz1one, soHasta 1 pe-rsonagg1 dilatata distranone d1 superfi- s o, 1 suoh m:f 1J°n rofanf 1 sforma. è una potenza senza. ta messa a punto dalla bra- me_l?l10P1ovene indugia nelle volut~ della ie- n~ •h tutto quelÌo che m Pioust anag1aflc1, r1àoth a mero pre- cie, ttpica dell'uomo Piove.ne. e 50 1: crnc hl e a cos rm a scopo . ll, oggi forse Sl n.fiu- v1ss1ma collaboratrice s1- Davvero non bnllano sul , , torica. non bastano ancora, da e superfluo e parasS1tano s 1 testo del racconto E' mteres- f1u 10 fo~do / 0 de una sorgendi seì'ieii ~ e e l ar~e del mo- terebbe esitante, J?erplessa dt- gnora P1ovene e da Guido. suo viso tracce, neppur la- L mc,,ntro con Guido Piove- soh, a caratterizzare la qualita ha msomma l'impressione che sante vedere come questa tra- e nasco a a ens1,.i:=trah ra s af mpone. c e; nei casi fTonte al brusco npropont dt colloqui pressoche mnume- bili. d1 volonta Lo direste e e g,a diventato per me, per cosi rara del\'mgegnç e la na- p 10vene abbia sco-per1o una m.a dei sentunenti riesca. a un ~~c~far qu:ttsuo acum; ~m~o. ~ee~h 1:;;un¾t1. dh\ iene so- antiche pT"os-petttve. che sono revoll. pazienza e lun.e:o a non sapere chi avete da- lau~~•au~~~l~lp~~~;l~l~;n~~nodi~ tura stessa di P10vene Perchè certa nativa affimta con la psi- tratto PIÙ affascinante. PIU ro- ve~so. :~r eS:~;~~o daf1;~u~; d1 sag~n ~ a:nnirn~\auP/~e~~ rifluite a turbargli ti qua– v1agg1are su strade non va_n11 un g1ovm signore _non i,mati a forrrare, nel ncordo. sempre m1 ha pro1ondamente coloi::ia esotica di Ptoust, dopc ma>1zesca d1 quals1ai::;1 trama e- secco a fior 01 pelle tiet to- ne, quasi tutti mediti. ed drante della cautela elusiva sempre d1 velluto e p1u pm tanto J?lOvme che s av- ;.ma data cruciale, solenne un mera\ igliato il contrappeso. che {'ssers1 intrattenuto lungamen- sterna da rom~nzo, e come, al scam , e quello che m1 fa IÙ ola Almeno se_ devo stare agli una capacita organ1zzatnce via con blanda contentezza :!!•to autotiografico Per esem- questa luc1d1ta d1 mente netce te a discutere con Pascal e Bos- contatto u~ po complice ~ am~ Ora, dall'abbozzo ancora çon- Ricordo un vecchiop art~colo spuntt offerti da _alcunt suo1 e una saggezza interpretati- che non. vuol dimostrare ai 010_ fu Piovene a oarmi, a m- 8 trovare nella p1gnz1a. fanta- suet . b1guo dell ana veneta. l on(!- fuso di queste linee prmcipab. di giornale. una rimembran- precisi e T"!Solutt interventi a va che non sono d1 tutti I cmauant anni, La bocca e culcarmi anzi, m pochi se--ondi, st1ca S1 direbbe quasi che Nei grandi moralisti francesi ns:1a forma classica dei mora- potre-rnmo aop(>na ir,iziare un za dei pnnn anm di Piove- manz.festaztont cultu.raZ1- or– g10rnaJ1,ti. ; nemmeno dei molle, un po stanca E d1- la ch:arl'zza che m seguito 011 quella straordina.rra forza d1 del 'EOO e soprattutto 10 Pas:::al, l!s, 1 e ps1grammahca e pe- sagg 10 completo sul lavoro, su ne. una descnz.ione di stati gamzzate tdhmam.e:nte tn magg10r1 E stato un bel reste s,a maestra nel sott1- na a,ulalo a mfrangeie certi penelraz1one nasca da una spe- Piovene dev'essere andato a re-ntoria, si d1lat 1 ,hricamente tutto 1l lavoro di p, 0vene dal d"animo su di uno sfondo campo cattolico, e pm ancora lavorare P1ovene e davvero hzzare quel tanto che e g1u. ::;rcgludm mentali sullo s.:n- C"1eè'merz1a, d1 m1s 1 etiosa at- consohdare culturalmente una fino ad assumere 1 aspetto de- suo famoso studio ~ 10 vanilc ru Benco assai bella Sarà se mi nfertsco alla sua stu– sodd1sfatto sto. e non p1u· e voglia. m- ere. e sulle Jc'tcrc m genere. tesa o meglio, da un centro d1 sua doppia natuialc sunpatia finihvo del saggio narrato Pa~al at gran_cl.1v1a~g1 dalle gradevohssuno er lut lavo- n!nda t,nchtesta sugh Stati E' stato Kiplmg a dire vece, commentare con mor- "hc 10 scntlore giovane soven- ,listrazione cosi denso, cosi pe- verso il razionahsmo e verso A questo punto aovremo r1- Lettere d1 una no\ Ida agh ul- rare su questo p tÒno aff Un1tt d America, nel corso una volta prete, prete per b1do piacere auello che la e ~1 trascma al p1edt come una sante da mutarsi m un ~•ero e ,1} misticismo li:' il nodo gor- petert! msistentemente 3I letto• hmt stupendi racconti d mfan- nando e variando Àsr ttl- della quale è Ttuscito a 1nter– sempre (e questa era antica mente chiara ha esaminato oalla d• piomoo Ricorderò propno centr::> dl g1av1ta e d 1 ,0Jano, della natura a p1u fonCtl re Che P1ovene è veneto, ma 7.•a pubbl1cab sulla e Stampa. con desid t pe 0 pretore meglio dt ogTI• altro sentenza), una \'Olta solda- e accettato Se pensare vuol sempie quella frase rapida elattraz1one dellmtelligenz.a In-,d1 questo scrittore, l'mtiecc10 non per descrivere quei ..:0111,Sa_gg10 di cui personalm~nte. paesaggi d!H~•n ~ues I dur -:cntiore (e non è che mt to soldato per sempre una dire per la magg10r parte .,1cura con cui prtma ancora fatti n,.,.ssun att.ivtsmo. nessuna,della rag10n logica co1 le ra- quelle ville e famiglie m de- ~h rono ancora mgrato ae:bt- l' aura e e - G A CIBOTTO v0ita gwrnahsta, g,o;nall- d1 n'o1. trovar parole al pen- che le formulassi mtere, nu volcnta preconc.?tta dell'mtel- g1om misteriose del cuore. del· cad1mt'."nto,che d'altronde nes- tore anuno ~· sta per sempre. Non nfe- siero, direi Piovene, d1scor- troncava quasi tutte leLcons1- letto SI avverte 10 quest'uomo la geometria con UI'a sorta dt runo meglio dello stesso P10- ENZO BETTIZA ALDO CAMERlNO (Contlnna 1D. 6 pag:._ 8_ col.) I.

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