la Fiera Letteraria - XII - n. 13 - 31 marzo 1957

Domenica 31 marzo 1957 LA F'TERA' LETTERART'A' ----·--·--------------------------------------------------------------------------- IL TEATRO CO~TEMPORANEO E I PROBLEMI DEL NOSTRO TEMPO Thornton .Wilder in pa-lcoscenico con l'a.Urice Ruth Gordon Frilnk Craven in una scena di "Piccola ciltà" ITINERARIO . DI UNANUOVA SENSIBILITA' EATRA * ' E' snlo da rerti,s,:m.i che può .nascere un nuovo teatro per tutti, un vero teatro popolare, quando la pianta, ancora tanto giovane, sarà più nlta li 1a rugwne è evidente: alla radice i problemi dell'uomu si identificano, mentre più si rimane all'estf:'rno, più ·i modi d'essere si differenziano * di JJIARIO ROBERTO CJJJli\TAGHI 11 ritorno. del grande O' Neill \ Il dramma postumo e e segreto-,.· di Eugene O'Neill, Long Day's Journey 'into' Ni.ght, ha raggiunto le nostre scene con encomiabile rapidità nella versione ita– liana di Amleto Micozzi, che ne ha effi– cacemente sin!etizzato il titolo in Lunga· giornata verso la notte. Bisogna ringra– ziare Renzo Ricci che, dopo averne cu– rato la regia ed averlo rappresentato per molte sere a Milano, or:a lo sta facendo conoscere in t,utta 'Italia avendo al su'o fianco nella faticosa interpretazione Eva Magni, Glauco Mauri, Gian Carlo Sbragia e Anna Nogara. L'anno scorso, proprio di questi tempi,· l'improvvisa, notizia che il dramma· sa– rebbe stato di lì a poco rappresentato in prima ---mondiale a Stoccol!'Ila 'suSci(ò n.Q.J.l poc6 ·stupbre' in Amerièa. Nel• 1946,. in– fattt;1.0•Nem, nel cb'rso della~·confeTenza stampa indetta alla vigili~ della rappre– sentazione a Broadway di Viene l'uomo del ghiaccio, aveva dichiarato che Lunga gtornata verso la notte sarebbe stato reso· pubblico solamente venticinque anni do– po la sua morte perchè in esso era nar– rata una e Vicenda vera li e vi figurava e una persona ancora ·vivente li. Subìt6 dopo la rappresentazione svedese Car– lotta Monterey, la vedova del dramma– turgo, fece però sapere che O'Neill ave– va dato a lei facoltà d,i s.ceiliere la data di pubblicazione che le fosse parsa più opportuna e che pertanto essa aveva èeduto alle insistenze della direzione del e Teatro Reale li di Stoccolma, dove in passatO mohe ~ltre opere del marito erano state messe •in scena con partico– lare cura. C'era un accento polemico a proposito di quest'ultimo fatto; ma in America non lo si colse. o si fece finta di non averlo colto. Quasi cpntemporaneamente a queste dichiarazioni la e Yale Uhiversity Press li pubblicò a New York il •testo originale del dramma; ed allora si potè osservare questo fatto: se tanti cronisti si erano fin qui tanto interessati alle notizie in– torno all'esistenza d'el e manoscritto se– greto li, ben pochi critici americani, in– vece, dimostrarono serio interesse al suo contenuto. Come mai? Forse O'Neil non era tuttora considerato il maggior dram– maturgo d'America? I critici teatrali lo avevano confermato tale nel '53, quando O'Neill morì; ma parecchi, forse, a ma– lincuore, e quasi tutti, comunque, ne p0;rlarono · come se si trattasse di un autore ormai lontano, di un'età che era già finita parecchio tempo avanti che avesse inizio la seconda guerra mondiale. Prima del '39, d'altra parte, qualcuno aveva già allungato la mano verso la California - dove O'Neill si era ,-itiirato, sofferente nel corpo e nell'anima - per togliergli lo scettro della drammaturgia ed offrirlo prima a Clifford Odets, che stava proponendo soluzioni marxistiche dei problemi dell'uomo e della società, poi, dopo che questi ebbe optato per Hollywood ( dove sposò Lui se Rainer e stese subito il soggetto di un drammone d'ambiente cinese), per consegnarl'o con decisione a Maxwell Anderson, che or– mai sembrava, poter essere migliore in– terprete della vita e dei sentimenti del- 1' America. Di Andérson, tra l'altro, era stato rappresentato Key Largo che, dopo aver descritto il conflitto, spirituale ma– turatosi in pn giovane americano reduce dalla Spagna (dove ha combattuto con i repubblicani) si conclude con la vit– toria nel suo animo, e quindi con la pubblica· esaltazfone, delle pii} alte virtù civili dell'uòmo ·di conbro alle insidie dello sconforto e dèl c'inismo. e L"uomo deve mOrire per quel eh~ crede - diceva Anderson - senn'ò fi)lirà per non ·cre– dere in nulla ... ed anche questo è morte n. La grande d0manda pOsta un giorno da un fanciullo ad O'Neill ~u di una desolata spfaggia del New England - e Cosa c'è di ià dell'orizzonte? li - e dal dramlllaturgo ri.p.ropòsta ansiosamente a se stesso ed ·a1 pubblico ,di Broadway e di tutto i.I -m-ondo per tanti anrÌi, sem– brava, in Quel temp,o tra la guerra di Spagna ·~ fa seco~.da guerra mondiale, trovare ,pLena rispòst·a r,iel gesto dei po– litici e dei ge11erali che indicavano di là ·dall'OGeanb lo spettQ del totalitarism,o nazista e nelle parole di Anderson che faceva loro da portavoce. · Non credo che fossero molti, tra i sostenitori di Anderson, qÙelli che erano intimamente convinti d'aver trovato un degno successore di O'Neill; nè, d'altra parte, gli ammiratori di un Robert~Shef– woòd, di un Elmer Rlce, di un Robert Ardrey, di una Lillian Helman - autori che dimostravano~ in v8rio modo paI,'ti– colare sensibilità per il potenziàmento deHa coscienza democratica. e nazionale - .potevano eerto pensare che questi. scrittori avessero titoli e forze sufficienti pet' porre oggi o domani la lol'o candi– datura alla successione; ma erano di sicuro moltissimi coloro cpe \n queg.lì anni in America speravano di veder sorgere il grande poeta di quella n,uovp. età fervida· d'iniziative sociali· e di pa– triottismo il cui inizio si p0teva, far , riS.a)i're alle riforme apportate dal ,i-New.. .l)eal li r0oseveltian0;•"tt,1 poe1a 'c0struV-• tivo, insomma, non più un demolitore. O'Neill tornò a. Broadway nel '46 do– po dodici anni di silenz,io. Viene l'uomo del ghiaccio, il dramma che portò con sè dalla California, ebbe senz'altro suc– cesso di critka e di pubbli~o; è signifi– cativo notare però che alla conferenza stampa della vigilia della e prima•ll par– teciparono un gran numero di cronisti dei quotidùmi, ma solamente due critici. Forse si trattò solamente di un caso. di un qualche malinteso. Comunque, se così fu. il fatto è simbolico: a guerra finita c'era più curiosità i er la persona di O'Neill, il e titano del vecchio Greenwich ViUage :>,come lo •si chiamava che inte– resse vivo per i suoi drammi. Stando così le cose non meraviglia che gli scritti apparsi a commento della rap– presentazione e della lettura di Lunga giornata. verso la notte, in America 1 ab- • biano per lo più messo iri risalto l'im– portanza del dramma come documento autobiografico, confqrtati in questo, oltre che dalle esplicite dichiarazioni di O'Neill, anche dalla dedica del dramma– turgo alla moglie che .tra l'altro dice: e Carissima, ti offro il manoscritto di Robert Sherwood ques'to dramma di antico dolore, fatt~ di lacrime e di sangue ... come segno d1 gratitudine per il tuo amore e per la tua tenerezza che ... finalmente mi hanno permesso di intrattenermi con i miet morti...lo. Un noto critico newyorkese - Lewis Gannett, se ricordo bene' - aggiunse pe– rò che Je rivelazioni di questo drai;nma autobiografico costringevano a rivedere alla loro luce tutta quanfa ropera pre– cedente di O'NeiLL Non so quale int'en– dimento si possa ascrivere a::ques{e Pa– role. Se si riferiscono,. s~mp'li,ceplente agli elementi autqbiografici ?he Lu?iga giormita 'verso la, notte contiene,. biso– gna· precisare che, più chEf rivelaziOni intorno alla vita del dran;i.maturgo in quegli · anni che furono fondamentali per la determinazione della sua sensibi– lità e (\ella sua problematica. qui si tro– . vanò conferme di, cose che già ci eran·o Sti;if.enarrate in lettere e' pr:efazioni dal– l'autore stesso o, per interposta persona, dal suo biografo Barret Clark e ,da altri. te.esperienze che inciserO indelebilmen– te nella mente e nel cuore di O'Neill rimangono le sue dolorose relazioni con la madre, tenernmente airiata dal fan– ciullo tanto bisognos'o di affetto e a lui angosciosamente sottratta dalla malat– tia psichica che la travolse, la diffidenza per il padre avaro e conformista, la lettura inesperta di Nietzsche, di Strind– berg, di Schopenhauer e di Lao Tze, presso i quali 'attinse le ragioni della sua ribellione al puritanesimo prote– stantico, da lui, peraltro, fatalmente identificato con il cristianesimo tout COUTt. Un ripensamento di tutta quanta l'o– pera di Q 1 Neill al.la luce di Lttnga gior- il teatro americano d'oggi potrebbe trar– ne buon profitto. Alla fine della guerra, O'Neill. che era prima stato messo da parte per i suo-i dubbi metafisici in un tempo che aveva urgenti necèssità di certezze pratiche, ap– parve ancor più sospetto, più lont,ano: e Ai giovani che hanno avuto davanti terrapieni e filo spinato - scriveva a questo proposito un acuto saggista ame– ricano, J ohn Gassner - forse egli ap– pare oggi· un uomo che indica mulini a vento in preda ad un incubo soli– tario ... li. La tendenza degli autori, degli impresari, dei pubblico, dei critici si era dichiarata, nel dopoguerra, verso due direzioni, entrambe frutto dell'esperien- Ed eccoci così di ritorno, guidati da questo dramma che fu rappresentato dur-ante la guerra, al primo ciclo di rap– presentazioni in Italia di Piccola città con la quale abbiamo cominciato il di– scorso. La e prima:> di Piccola città fu una delle prime aperte manifestazioni della nuova menta1ità che si stava for– mando nel nostro teatro. In diverse città d'Italia ci fu battaglia quella sera e i giovani (non solamente d'anni: un D'A– mico, un Betti erano giovani allora e son giovani oggi) i giovani si batterono tutti a favore di Piccola ci.ttà finchè non ebbero sopraffatto gli umori e le prote– ste di quelli che erano venuti a teatro 1 con la consueta intenzione di passare un paio cf'orette spensierate. Elsa Mer– lini si ricorderà di quelle e prime ~ in– fuocate, per esempio a Firenze, al te ?t.ro stessa. essenziale, umana; c'erano Kier– kegaard, Nietzsche, Ibsen. Strindberg, Pi– randello e Rosso di San Secondo ~. in borghese, anche molti padri della Chiesa. . ,nata d·i ·viaggio appare invece di gran– dissima importanza se si tengono pre– senti due fatti: una più profonda verità .spirituale, di cui nel testo si colgono parecchie t•racce; e l'atteggiamento degli autori am.ericani d'oggi e in genere de'l teatro americano di questo dopoguerra. ,, Lì pe\V 11, convinti da certi ricorrenti dichial'azioni pronunciate dal giovane Tyrone' - cJie saiel:5be 'la trasposizione drammatica dell'autore stesso - pare ehe il pensiero, meglio forse/dire la sen– sibilità, di O'Neill non abbia subito mu– tamenti sostanziali in Lunga giornata di viaggio: anche qui è la e Vita li che ha colpa di tutto, che è responsabHe di tutti quanti i nostri mali. L'errore, il male. sembrano ancora una volta frutto di qualcosa che· somiglia all'oscuta forza di Ate, l'errore dei Greci, mandato dagli dei perchè sieuramente l'uomo si perda. Ma poi si comincia ad avvertire qual– che contrasto, un certo stridore tra lo svolgimento dei fatti e la concezione metafisica nella quale l'autore li vuole inquadr:are, come se questa fosse stata imposta alla· vicenda. Specialmente nei dialoghi conclusivi tra il giovane Tyrone , pella Pergola... ) za bellica, diretta o indiretta che fosse stata; yerso un realismo conscio delle responsabilità civiche e sociali. o verso un simbolismo che fosse veicolo di una fantastka foga da esse.I Arthur Miller e Tennessee Willia,ms di queste tendenze sono tuttora i maggiori rappresentanti; • ma nessuno dei 1 due ba dimostrato inte– resse per un approfondimento metafisico dei propri temi, ed è quello che sopra– tutto li rende entrambi scrittori di minor mole di un O'Nei!l, del quale, per il resto, si sono spartiti l'eredità, metten– dola anche a buon frutto per quanto riguarda lo sviluppo dei valori formali. Per ben comprendere la psicologia J1:d– le due parti contendenti - di quindici anni fa e di oggi - possono aiutarci non poco, una volta fatte le necessarie trasposizioni ambientali. le figure ed 11 contrasto tra il padre ed il giovane Ty– rone della Lunga giornata verso La notte di cui si parlava prima. In America i giovani combattevano il puritanesimo: qui il dannunzianesimo ed il fascismo. Là gli antipur'itani rischiarono di nau– fragare· nel nichi-lismo e in un nuovo paganesimo (e molti vi fecero naufra– gio): qui gli anticonformisti hanno rì– schiato di cadere nell'intellettualismo e in forme d'esistenzialismo deteriore (e molti vi sono caduti). Un' rinnovamento. nella -fase della demolizione degli idoli convenzionali, si presenta sempre con caratteristichè esasperate. MB' quel che contà in questi casi è l'intenzione. la quale trova sempre modo di attuarsi presSo qualcuno nella sua completezza prima o poi, se la sua ~ssenza è davvero la ricerca della verità. e il padre si avverte in O'Neill, di là dalle tesj fatalistiche e nichilistiche. il sospetto, quasi la scoperta. del.la respon– sabHitd dell;uomo posto di fronte alle sue azioni, del suo libero arbitrio dun– que, che presuppone necessariamente la · esistenza di un Dio d'amore, non più di malevolenza e di prepotenza. .A qu!,!sto sentire, se non a questo pen– sare, condusscto O'Neill trent'anni- di ansie e di ricerche, ferraginose talvolta, ma sempre appassionate e· sincere. For– se Richard Dana Skinner che col suo libro A Poet's Quest (e La ricerca di un poeta li), sostenne già nel 1935 l'essen– ziale vocazione cristiana di O'NeiU, era, m un certo senso, più vicino al vero (malgrado le ingenuità in cui per entu– siasmo incoi-se) di tutti quelli che vollero vedete nel drammaburgo un• naturalis'ta, un freudianci, un marxista, un nichilis'ta. Se questa scoperta della responsabilità umana a cui O'Neill pervenne, suo mal– grado, fosse opportunamente messa in luce (e tracce di quest'itinerario si tro_ vano anche in Anna Christie e altrove), Può darsi che, per mezzo della sco– perta che anche O'Neill aveva ~aggiunto. se non la convinzione, per lo meno la percezione della fondamentale responsa– bilità degli atti umani, qualcuno nel tea– tro americano d'oggi - e non solamente nelle università - sia iltdotto a riguar– dare con più simpatia e con più serietà tutta quanta l'opera di O'Neill e a trarne incitamento per tornare a considerare i massimi problemi. dell'uomo, dell'uomo .pellegrino ed et·erno. D'altra parte, i drammi di O'Neill, e sconosciuti per lo più - affermava poco tempo fa il Gass– ner - alle nuove generaziorii ,., se si tornasse a rappresentarli con vera intel– ligenza del testo'. potrebbero agire di per sè come fermento in un teatro che - come ripeteva in questi giorni Brooks Atkinson sul New York Ti.mes - è tor– n8.to a e navigare nelle acque della me– diocrità li. Ora Lunga gi.ornata verso La notte è stata rappresentata anche a Broadway all' e He.len Hayes Theatre :>per la regia ( e eccellente lo,ci informa nell'ultimo nu– mero di Sipari.o Giorgio Fenin), di Josè Quintero. E il dramma e segreto:> di Q'Neill e stato accolto dalla critica e dal pubblico' ·come ullo dei migliori e più tnteressanti della stagione. Forse la riscoperta di O'Neill è già in ~tto e così pure la riscoperta dell'uomo che, in questi ultimi anni. pareva esser' divenuta in America privilegio della poe– sia e della saggistìca. Da "Piccola città"a "Veglia d'armi" I Dicevamo poco fa dei rapporti del tea– tro americano con quelli che sono i ma.s- , simi problemi del1'uomo. o comunque con la ricerca talvolta oscura. spesso in– diretta di essi che tende a manifestarsi pr.eliminarmente con la denuncia sul piano sociale delle idee e delle abìtu– dini correnti. In Italia la storia di tali · relazioni ha avuto in questi ultimi quin– dici o venti anni un corS'o assai 'diverso. Sì può dire anzi, se ci si concede il be– neficio della generalizzazione per amore di sintesi, che da noi tale ansia di verità diveniva uno stato d'animo sufficiente– mente diffuso e abbastanza cosciente nel nostro teatro proprio in qu~gli anni in cui in America essa andava declinando, almeno temporaneamente. Questa dispo– siz-ione d'anim·o cominciò a manifestarsi nei nostri nuovi am'bient.i teatrali in buo– na parte attraverso le sollecitazioni pro– prio ciel teatro di 0 1 Neill a cui foCevano corona altre opere d'Oltreoceano, tra le quali spicca Piccoia città di Thornt9n Wilder ripresa di recente con successo da Elsa Merlini che ne fu per la prima volta indimenticabile interprete insieme a Re– nato Cialente nel 1941. Quel primo ciclo di rappresentazioni italiane di Pi.ccola ci.ltà. ci appare ora come uno dei primi e più significativi episodi del,la odierna polemica sorta nel nostro teatro in cui prima che e cultu– ra~ e « anticultura :>ci sembra che siano di fronte due modi di sentire. due modi di vivere, due età. Quel che Ridenti e i suoi pare che non riescano a compren– de're - benchè qualcuno lo abbia fatto loro presente, Carlo Trabucco sul Popolo Nuovo di Torino. per esempio• - e che artefice della misteriosa congiura da essi denunciata non è una e ghenga lo, come dice Giannini. di intellettuali interes– sati, non è un'a. burocrazia e damichia– na :>: è la storia stessa, che da una ven– tina d'anni, e con un ritmo accelerato da una diecina a questa ·p,arte, va da noi procedendo nel segno di una interiore esigenza di serietà e di sincerità, verso se stessi e verso gli altri. Quest'esigenza è penetrata nel pro– fondo degli animi, arati dal travaglio della dittatura fascista e dallo strazio della guerra - una guerra che ebbe una canzone come « Sul ponte di Pera ti li, e dette un l!bro come il Diari.o di Anna Frank. I nostri reiisti e attori l}iù vivi ed intelligenti di quest'esigenza sono gli interpreti, seguiti da un pubblico che ap– pare sempre più interessato alle opere d'arte e di pensiero. Si pensi, a que– st'ultimo proposito. all'esperienza del e Piccolo teHtro della città di Milano:> e alle sue trionfali rappresentazioni di opere spesso per molti versi e difficili lo, si pensi alle commosse accoglienze fatte in questi ultimi giorni alla riduzione te;,itrale del Diario di Anna Frank. che abbiamo ora ricordato, al Processo a Gesù di Fabbri, che ha avuto la stagione scorsa un grandissimo numero di repli– che, all'appassionato interesse per le opere di Betti, alla simpatia che fu di– mostrata ad un'opera d'impegno spiri– tuale come Lotta con l'angeÌO di Tullio Tinelli. Cdnvergevano in quell'entusiasmo di molti sostenitori di Ptccola città vari umori, dei quali I'ammirazioi1e per l'ope– ra come ta'le non era quello prevalente; Ugo Betti il sentimento più forte che animava i giovani era di protesta contro il con– formismo dei nostri autori allora più rappresentati - quelli delle Patrizie per intenderci - e contro un costume, un modo di sentire, di vivere. di godere. superficiale e per questo falso, contro quel dannunziane,simo minore, addome– sticato nelle conclusioni per coincidere con la morale borghese, che il fascismo, malgrado. il suo dichiarato baionettismo. non disdegnava, in parte perchè i suoi ranghi erano formati per lo più propno da borghesi dannunziani, in parte per– chè 'distraeva il pubblico dalla verità dell'uomo, sempre pericolosa per un re– gime autoritario. Dietro Piccola ci.ttà (o dietro i drammi di O'Neill) c'era più di mezzo secolo di proteste e di lotte del– l'Europa per ritornare sincera con se D'3ltra parte, il momento cruciale del trapasso tra due modi di sentire, da noi pare che ormai possa dirsi superato. Se il momento della protesta si attuò ~pesso nel nome di autori e movimenti stra– nieri che portayano con :-è un note– vole fardello di elementi negativi. la nuova tendenza del teatro in questi ulti– mi anni va manifestandosi attraverso opere sempre più libere da accenti ne– gatori o morbosi. anche se ancora non dimostra di sapersi risolvere in poesia. Ma, si sa. l'intelletto in molti casi si converte prima del cuore. Per scagionare il nuovo teatro ita– liano da ogni accusa di sentimenti dete– riori basterà comunque r-icordare Veglia d'anni di Fabbri che. çlopo la prima di quest'estate a San Miniato. viene ora rappresentato con tanto vivo successo da Orazio Costa nei nostri maggiori tea– tri.- Si potrà dire che questo è un teatro per étites; forse ancora in gran parte lo è (anche se i teatri affollati son quelli dove si danno queste opere. non quelle dei telefoni bianchi). :Ma è da questi semi che può nascere anche un nuovo teatro per tutti, un vero ttatro popo– lare. quando la pianta. ancora tanto giovane, sarà più alta. Anche a Questo proposito Silvio D"Amico aveva visto be– ne. E la ragione è evidente: alla radice i problemi reali di ogni uomo s'identifi– cano; mentre, più si rimane all'e5terno. più gli interessi e i modi d'essere e di esprimersi si differenziano e contr.1st.P10. Potrà essere un cammino aspro. ner la cui maturazione ci vorrà n,,,·, .• 8.l quale dovranno dare il lorn l'ontributo anche molti elementi estr~ne1 H' ·.-:.1\ro, ma è l'unico che mèriti d'essere seguito. i\:IARIO R. CI1'1NAGHI Giorgio Dario Paolucci: "Figura.•>

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