la Fiera Letteraria - XII - n. 1 - 6 gennaio 1957

Domenica 6 gennaio 1957 LA F l ERA I, E 1' 'T' E R A R I A' Pag 7 L'ARCHITETTURA, GLI ARCHITETTI E I LORO ,PREMI PI~GUI GLI ''OtlVETTI,, Moretti il ''Gronchi,, a Scarpa. * decorativo -~à clamoroso Moretti, * 1.JEONA.RDO la pa~e-~ - geniale e Quaron,, bizzarro di SINISGALLI vetti per la su.a munificenza. Tutta la no-' stra simpatia all'architetto Ludovico Qua– ronì a cui la stessa commissione ha as– segnato il premio per l'Urba.nìstica (5 mi– lioni). I giovani letterati che mi leggono resteranno allibiti. Quanta grazia! Ma al– l'amico Quaroni bisognerebbe parlare a lungo e sinceramente. I nostri d fetti riflessi nel l'architettura A Cà * Rez~onico a conferiti Venezia Olivetti~, di GUIDO P~BOCCO nia con la vita nella comu- neoplastico ed il gettito della nità degli uomini. fantasia: da una parte la se- Se con iJ premio a Scarpa greta aspirazione alla niti– si rivendica dunque all'ar- dezza, dall'altra il tormenta– chitettura un indiscusso sen- tissimo gusto per le materie so aristocratico, con i privi- più varie, con consumata raf– legi dei « valori di fantasia•, finatezza. Una sensibilità lat– con Quaroni si è. segnalato il ta a lente stratificazioni, a compito sociale di quest'arte tormentati ghirigori interiori, nella visione che essa.sa pro- di sentimento limato dal con– spettare di un mondo mi- tinuo ripensamento, che si gLlore. traduce talvolta persino nel Neppure al pitì ingenuo tra i visi.tatari (ma ci possono essere visitatori ingenui a una mostra di Piet Mondrian?) saranno sfuggite le drastiche « S"prezzature » adot– tate con caparbia daU'architetto Carlo Scarpa ne! montaggio deU'eS"Posizione · di 54 opere alla Galleria d'Arte Moderna di Roma. A!la mostra di Picasso, di qualche anno addietro, erano rimasti viS "i.bì !i gli estintori rossi; per Mondrtan l'architetto ha sacrificato (ragionevolmente) le pian– le (e, potrei. giurare, anclie le mosche: vi figurate una mosca sopra una tela di Mon– drian?). Le piante sono state annuncia– te nella hall di uscita, pagina nuda, tipo– graficamente ortodossa, in contrasto col frontespizio gremii.o (!'anticamera dedi– cata alla succinta introduzione del grup– po « De Stijl »). Le frecce indicative del percorso « a labirinto» (un labirinto a spigoli dritti, ad angoli retti) sono state disegnate a carboncino sui muri e suUa tel.a delle quinte. Le pareti superstiti del vecchio ambiente sono state calcinate, a colp.i la.rglii di pennellessa, fino ad otte- 11ere un effetto di grigio, meglio, di bian– co sporco, un fondo calcolato, neutro, di– messo. Così i diaframmi, ml ruvido te– laio, sono appena appena opachi, biaccati. Neppure t<n centimetro quadro di vetro o di stoffa e nemmeno un grammo di me– ta!!o. Dentro questo S"Pazio stitico (dicia– mo anche ascetico), quest'aria provviso– ria ma tenace - c'è un solo cava!!etto per reggere la grande tela, Broadway Boogie– Woogie, di 1,27 x 1,27 - le 54 opere si fanno guardare una per una in successio- 11e aritmica di pause, di riposi, di rifles– sioni. Questa mostra è, dunque, impagi.– nata con innegabile perizia; voglio dire che iono immaginabiti tante solu:zi.onì possi.bìH, ma nesmna probabilmente pitì sempli.ce, pitì severa. Con uguale perizia, ne sono certo, l'architetto Scarpa potreb– be arredare una banca e, forse, disegna– re un giardino. La sua vocazione è tesa verso il decor e, in senso pitì largo, verso una fisiologia e una matematica dello spa– zio, à la page senza dubbio. E può essere proprio questo il -lato pitì attraente de!!a perS'onalità di Scarpa: bruciare' una fede ànche su.blime per una festa effimera, sa– crificare un capitale in un gesto futile. Pitì che mezzi espressivi egli cerca stru.– me'rlti d; seduzione, divertissements, sofi– smi. Perchè un quadro di Mondri.an può star bene dovunque, anche dal rigattiere, e una poesia d; Campana può essere stam– pata anche alla pedalina. Vogliamo, dav– vero costringere l'architetttLra a tina scel.ta di punaises, a un giuoco di papiro– las? Lo sanno bene Argan, Musatti, Oli– veti, Paci, Pampaloni, Pane. Ragghianti, Rogers e Zevi che l'architettura non è tutta qui. Congratuliamoci con Séarpa per Certi suoi discorsi ultimi mi sono assai piaciuti. Leggendo i su.>:>ìscri.tti si resta ammirati, non tanto della sua preparazio– ne inte!lettua le ed estetica quanto della sua vigi.le coscienza, de Ua sua onestà e umanità. Quaroni va molto cauto nel sug– gerire soluzioni e provvedimenti le cui conseguenze se no sempre imprevedibili e i cui errori possono diventare irreparabi– ti. L'esperimento La Martella, a Ma, tera, è stato clamoroso. I cavernicoli dei Sassi sono stati spinti,. trascinati, sul nuo– vo. borgo. Si trattava di trovare speranza e luce, di abbandonare miseria e morte. EpptLre quanti rimpiangono i vecchi Dei? Sono sicuro che Quaronì ha sofferto le stesse pene, lo stessp cupo dolore della tri– bii che lasciava le ta.ne di tufo. Non vo– glio nemmeno pensare che l'operazione sia stata decisa con la crudeltà che troppo spesso implica l'empia ragione, la dura lex. La chiesa, a!!a Martella, mi è sembrata un cattivo sogno: quei totem non dicono nien– te ai contadini, non valgono un santo di cartapesta o un buon Cristo di. legno tar– mato. Devo dire che le case, dopo due o tre anni di vii.a, sono già decrepite? Altra strenna natalizia è toccata all'architetto ro– mano Luigi Moretti, il premio· di l milio– ne « Giovanni Granchi» concesso dalla Accade1nia di San Lu.ca. Lodovico Quaroni A far vela alla fantasia di secentesco e nel ricercato, per Scarpa è servito specialmen- cui dalle stesse • macchine te l'allestimento delle Bien- inutili• si dischiude un sen– nali e delle mostre d'arte an- Carlo Scarpa La scelta di Ca' .Rezzoni- luzioni tra la natura e la tec– co a Venezia per il confe- nica, alcuni restauri ed un rimento del Premio Olivet- padiglione d'esposizione. ti di Architettura è stata fe- Una giuria che lasciava il !ice: a Ca' Rezzonico !'archi- certo e lo scontato per se– tett1ua de! Longhena s'unisce gnare alcuni valor,i poetici alla pittura, alla scultura e puri, che appartengono alla ai mobili del Settecento in architettura sul limite della una sintesi dosata e armoni- pittura e dell'arte decorativa. ca. Ogni arte non invade il Che i~ campo dell'architet– campo altrui, ma è posta in 'tettura si sia sempre più al– luce m una sua atmosfera, largalo è ìndubbio; ce lo di– m quel rapporto che do_veva mio per l'urbanistica pure di un tempo avere la «·mISura 5 milioni ass~gnato a Lu– del sec_o!o•· Non un museo dovico Quaroni di Roma che dunque, ma_ una bella casa aveva cominciato con il pro– m una architettura perfetta. getto della piazza imperiale I . Carlo _Sciwpa,_che ha 1!vuto dell'E.42 (definita giusta- 1! premio d1 cinque nulloru mente nella relazione del per l'architettura, nel vede- premio • amara esperienza •) r<, la gran folla raccolta nel e che ora si è chinato sul vi– piano nobile del _palazzo, vere quotidiano, sulle sol;Ie– aveva forse per la prima voi- renze, sugli stenti, sui quieti ta la sensazione dell'Impor- ideali di un piccolo tepore di tanza del r1conoscunento che casa degli uomini del borgo gli veniva c_onferito. Non è La Mortella presso Matera uomo da cenmorue, ma nep- (;n un posto dove si viveva pure portato pe~ 9ue_, norm~I. nelle grotte) in cui ora l'ar– rappo_rt1 !)ubbho!' di cultura, chitettura ha la funzione, un che s1 ahiamano conferenze, tempo insospettata d.i armo- congressi o dibattiti: troppo ' tica in Palazzo Ducale a Ve- so di mistero e gli spa,zi lim– nezia subito dopo la guerra: pidi e tesi hanno una fun– un lavoro immediato ed im- zione di poesia. pegnativo che ha stimolato le Quanto sicuro e fiducioso, lunghe med-itazioni dell'ar- quanto visionario senza dub– tista, imposte all'architetto bi, come ispirato da una r.ive– dalla guerra e per giunta da !azione, ci sembra in raffron– una éittà « difficile • ed inaf- to il mondo di Piet Mondrian. ferrabile come Venezia. Giu- La formazione di Carlo Scar– stamente Giuseppe Mazza- pa si at.tua a Venezia in un r.iol nella sua preziosa analisi ambiente culturale che na– di tutta l'opera di Carlo sconde un certo fervore v.i– Scarpa, fatta nella rivista sionario proprio dell'archi– Architettura di Bruno Zevi, tettura (quel tanto di plato– batte su questo punto. A Ve- ·nico, sui riflessi di Eu.palinos, nezia una certa aristocrazia che ci sta sotto, portato fino dell'architettura è imposta ad una dialettica pura senza dalla realtà. realtà che affina tempo) e gli .incontri inter– i miglior.i o che scade nel dia- nazionali favoriti dalla città. letto, si forma per sintesi Ma la ripresa· culturale di vaste, perfino eclettiche di Venezia nell'attuale dopo– accostamenti e di contributi. guerra fu particolarmente Si pensi, per analogia, alla impegnativa: le mostre diret– opera di un altro artista ve- te da Pallucchini in campo neto del nostro tempo, Arturo antico e moderno ebbero una Martini. importanza decisiva e in que- L'incontro più raro di Car- sto clima di impegno di fron– lo Scarpa è dato dall'ammi- te a-I mondo che guardava raziohe per il razionalismo Venezia ,Carlo Scarpa inven- tò le sue cose piu belle, ba– sti ricordare la grande vela che tagliava in due di tra– verso, sulla diagonale, la sala Napoleonica alla Mostra di Toulouse Lautrec e la lievi– tava tutta di fantasia nell'in– treccio dei veli bianchi che offrivano alle opere aeree pareti in tutte le direzioni. Dal frettoloso ed eccitante allestimento delle mostre, la fantasia di Carlo Scarpa è passata alla meditaztone :n una zona più quieta dell'alle– stimento di un museo, per la occasione offerta da Vittorio Moschini nel rinnovo delle Scarpa dal 1940 ad oggi, così pegno, forse un miraggio. ma Gallerie dell'Accademia di Venezia. La relazione letta da Bruno Zevi, segretario della Giuria (composta da Giulio Carlo Argan, Riccardo Musatti, Adriano Olivetti, Enzo Paci, Geno Pampaloni, Roberto Pane, Carlo L. Ragghianti, ~rnesto Rogers e Bruno Ze- vi) ricordava con la precisio– ne di un linguaggio estetico elaborato l'opera di Carlo Scarpa del 1940 ad oggi, così pure quella di Ludovico Qua– roni per l'urbanistica, Raf– faello Delogu, Guido Di Ste– fano, Eugenio Luporini per la critica e Luigi Pellegrini per Ricerche sull'architettu– ra moderna. Ma più impor– tante ci sembra la parola di sintesi di questi premi nel d i s c o r s o pronunciato oa Adriano Olivetti: nelle arti figurative e soprattutto neila architettura noi vediamo con lenti di ingrandimento i no– stri difetti; ma oggi il mondo ci guarda con particolare m– teresse e con grande fiducia tanto che in America si parla perfino di un nuovo Rina– scimento italiano. E' un im– pegno forse un miraggio, ma la collaborazione con gli ar– tisti autentici, scoprirli e dare loro credito, segna indubbia– mente la via giusta. GUIDO PEROCCO Il comunicato l.aconico dice poco di !Pitì, non fa neppure i nomi dei giu– dici. Luigi Moretti ha fondato una bel– la rivista, « Spazio », dedicata alle arti pla– stiche, molti anni fa. E' uscita saltuaria– mente, ma i pochi numeri sono davvero preziosi. C'è una leggenda intorno a Mo– retti, generoso, rischioso, grandioso. Man– giatore dì bucatini e di coda a!!a vaccina– ra, mi di.cono. Da Bernini a Brasinì, Mo-· retti è L'ultimo anello della catena· Ba– roeco • Barocchetto anehe se la scala acro. batica ddla Casa qel Girasole in Viale Buozzi a Roma (appena da un anno L'ar– chitetto ha permesso l'installazione di e. sili balaustre!) è un poco pi.tì scomoda del. la Scala Regia in Vaticano. Questo are/ii. tetto geniale e bizzarro non diventerà mai un maestro. eppure in un 'panorama tanto sbiadito, qual è quello della nostra recen te architettura. il coraggio di Moretti non può andare sottovalutato. Contro , l'<:sfis– sia e la mutria dei chierici la sua posizlo ne «assurda». il rilancio ch'egli fa dell.a fqntasia può essere anche il sintomo di u.11a scontentezza profonda. scoperto di carattere ed affi– dato nel lavoro e nella vita ai continui ricorsi dellà fanta– sia, non sa stare ai « giochi di società • dei rapporti uffi– ciali. Ma quando le seicento persone che affollavano la splendida sala da ballo di Ca' Rezzonico applaudirono LE MOSTRE ROMANE * Omiccioli al Vanta[!~io Eva Fi.scher alla Belsiana Renzini al al suo premio, vi fu per gli amici un attimo di commo– zione per il riconoscimento che gli veniva tributato e che sarebbe potuto sembrare per– fino impo~sibile poco tem– po fa. Tutto ciò sia detto ad onore della giuria, che non ha dato, come poteva legittimamente fai·e, il premio sulla mole delle opere compiute, neppu– re sull'importanza del loro sviluppo e neppucre sul metro tradizionale dell'architettura. Ha puntato, premiando Carlo Scarpa, su un'ala fantasiosa dell'architettura: quella che tocca l'allestimento delle mo- cw Cimara tllla Cassapanca 1' Obelisco Rug~ero Savinio, Pin– al- Samonà all' [ ncontro - Gina Beverini Tornabuoni e Vendittelli all' Aureliana Omiccioli s1 presenta alla d1 letteratura. Egli parve subi• toniche città. modellate nella Mario Cimara é giunto alla tnbuisce loro, fuori da ogn 1 Galleria del Vantagg10 in ve- to l'anima. s~mphce della. pit- te~ra e sorte dalla terra come pittura da poco tempo, dopo logico legame reale. Ne deriva ste un po' confidenziale, con tura. romana, attribuzi_one che singolari e invalicabili colline, una versatile ed ampia attivi- una pittura di elegante sugge– pochi, scelti quadri, per lo più l'~rtlsta stesso contribuì ad sono costruite dalla brava _Fi- tà di scultore e certo la spinta stione surreale, più decorativa di piccolo (ormato: un siQteti• a~1ment3:re con. la sua • c.an - .;cher con_ u~ astratt~ r~t1co- ~erso questa nuova esperienza che perturbante O poetica, ar– co e felice messaggio augura- d_ida• f1~ura d1 poet~,. ~ohta- ~at? d\ v1vac1 ~ cang1~ntt co~ e venut_a al nostr_o. art_1sta dal- ricchita da una tecnica met~– Giunto alla pittura agli ini– zi del '40, Giovanni Omiccioli divenne notissimo con i e: pae– saggi periferici .. e con i fa. masi « orti » 1 sui quali sono state ~critte pagine e pagine no e taciturno. Ma g1a 1ntor- ,ori, adoperato m funzione d1 la duplice necessita d1 abban- colosa e da un colore prezioso no al '50, Om1~cioli scopriva, .'ichema luminoso, e percorso donarsi con maggiore immedia- per quanto monotonamente u'. COT\ Guttuso, Mirabella e Maz- da un segno nitido ed ingenua. tezza alla poesia stessa delle mitato zullo. la spiaggia d1 Scilla: un mente geometrico cose che sono un fatto unico · il pingue premio di 5 milil)ni e con Oli- LEONARDO SINISGALLI 1 '. stre d'ai·te, l'arredamento in– '------------------------------------------' terno dei ml.lsei, alcune so- Tiziano. e i suoi aff1•eschi vero tuffo nel più violento ed L uomo non compare nelle con il colore, e di affrontare a~ventu roso ma:e de_J Mezz<: tele di Eva Fischer, forse scac- un proprio racconto, denso di giorno, che s~~v1 ad 1rrobust1• ciato dalla armoniosa e fin contenuti umani. La tavolozza re la sua . v1s1one, da te_mpo musicale decoratività delle sin- di Cimara ha, infatti, una in– stagnante in 4n paesagg1smo . . . timità cupa e pensosa aderen– talora tro_ppo . piacevolment~ gole c_ompost zioni; ma ce~to te ad una espression 1 e che è fiabesco. S1 capi allora, messi una vita ben u~a~a _p~lptta insieme indagine obiettiva e i':' luc~ dalla calda ~ fattiva dentro. queste ab1taz1on1 mter- sfogo poe~ico. Mentre i suoi s1m1>a~,a verso_ la vita degli comun1cant1 - colte nelle pau- umili personaggi di un mondo uomm, semphc1, che. polso for- se dei meriggi e delle notti feriale, sempre meglio e meno te e ~~e ac~tezza sp1etatamen~ dense di richiami _ ove una letterariamente precisato, ram- te critica, s1 celassero sotto la razza antica, quasi un,unica mentano il Rosai più severo e All'Obelisco Gina Severm1 presenta una volta di piu una bella galleria di rilegature, ca– mosci, marocchini, cuoi, splen. denti d1 sbalzi e lii incisioni. ~a novità, questa volta, è 11 trasferimento di temi astrat– ti (tratti da disegni originali di Severini, Corpora e Franch,. na ), su una materia, che nella sua morbidità, parree<:he rifiu– tarli, e Gina Severini invece vi aggiunge una levigatezza come di antichi avori. * disarmata cordialità del pitto- dolce re. Quindi Omiccioli intensificò famiglia, sembra vivere in co- , tli Sll~Jllt> BIIAJ\TZI il disegno ·quasi per sorpren- munione, operose ed eguali dere l'intima essenza dei suoi stagioni. William Blake ha scritto: nuovi personaggi - ragazzi, pe. scatori dello Stretto - e dar Gli affreschi eseguiti da disperato: veggendo che un parete Nord-Ovest de 11 a veneztana di quel periodo. stiani. gli artisti veneziani non sfogo diretto alle -emozioni de– Tiziano a-Ila Scuola del San- giovanetto sapeva più di !uh, Scuola e il secondo e il terzo Secondo il Morassi, le con- conobbero quelle remote e- rivategli da quel mondo inedi– to, a Padova, presentano, co- vien da credere che il distac- su quella Nord-Est, accanto statazioni da fare sul lavoro pressioni artistiche. Se mai è to, fin epico nella sua umiltà. me è noto, un interesse al- co del Cadorino dalla manie- ad altri quind!d o sedici di- di .Tiziano al Santo sono unicamente ai musaici vene- Due anni dopo, sempre su que– tissimo per det.erminare !'ori- ra giorgionesca incomincias- pinti ,ora di certa ed ora di principalmente tre. La prima, ·to~bizantini di San Marco, di sta straua, che lo portava or– ginalità e l'indipendenza del- se. appunto, fin da quell'an- incerta attribuzione .a Fran- di carattere formale ed este- Torcello e dell'Estuario che mai verso una limpidità dise– la ,pittura sua da ogni altra no. Infatti le incisioni dello cesco . Vecellio, a Girolamo riore, riguarda la pro_porzio- essi possono legarsi. Non per gnativa ed una più espressiva del tempo, dopo che, morto Zanetti ci documentano la del Santo, a Filippo da Ve- ne delle figure in rapporto nulla, infatti, « l'analogia che violenza cromanica, Omiccioli Gior.gione, il giovane pittore differenza notevole fra le fi- rona ,a Bartolomeo Monta- allo s,pazio: le quali fi,gure, lo stile del Vecellio più pro- ,ffronta,,.._ la nutrita serie di d d . · t.e · G' · G' A t · C 1nentre « nelle composizioni gredito· presenta con i con- dipinti rnpirati alla Sila: uo- s'era messo a la'Vorare a gure Lpm aa 1org1one e gna. a 1an n omo orona. mini, ambienti, paesaggi • av- solo. D'altri suoi dipinti pre- da Tiziano al Fondaco. più a ·Benedetto Monta,gna, ad di Giorg1one sono contempe- cetti divisionisti.ci del musai- venturosamente colorati •. Ma cedenti si ha memoria scrit- ampie, movimentate e p!asti- Antonio Buttafuoco e a Do- rate al J:?aesaggio. o addirit- co è indubbia: e non appare questa maggiore aderenza alla ta, ma nuJJ.a ci resta: nè del- camente insistite le seconde menico Campagnola. Si capi- tura in un sottordine discre- certo azzardato ammettere un realtà non fece mai cadere e l' ,, Ercole • sulla facciata di in confronto al:e prime, k sce che codesto importantis- to •, in Tiziano invece « vio- nesso - sia pure d'ordine scadere l'artista in una visione palazzo Morosini a San Can- quali conservavano contro, simo ciclo dovesse attirar piu lentano lo spazio. lo occupa- soltanto ideale - tra le due spicciola ed aneddotica, allora ciano, ricordato dal Grade- anche nella loro monumen- d'una volta l'attenzione de- no con la loro mole ed j loro espressioni artistic-'.le •· di moda tra i neo-realisti di nigo. nè del « Giudizio di talità, il car;attere sognante e gli studiosi: tuttavia è da gesti, mettendo n paesaggio · Ora, continua il Morassi, è maniera: nè modificò il suo Salomone. nella Loggia di idilliaco proprio a tutte le notare come fino nd oggi in posizione secondaria o di in sostanza a cominciare da- stile, restato tendenzialmente Vicenza, nè cteUe due « Vir- opere del maestro di Castel- mancassero, dei tre aifresc-'.1: puro sfondo •· La seconda è gli affreschi patavini che tale nel clima dei più magici e me. tù. a palazzo Grimanl, nè franco. E sta il fatto i_n ogni "pettanti a Tizia_no, sia le fo- relativa all' « animus • dei principio viene adottato. Non .no matematici pittori '.del se– delle decorazioni al Fondaco modo che ,dopo quell'1mpre- tografie d1 particolari sia le personaggi, che « non è più forse omogeneamente, ma colo. Utrillo e Chagall. Solo il dei Tedeschi che conosciamo sa comune. i rapperti fra i riproduzioni a colori. Sicchè, avulso da terra, sognante, specie in alcuni !brani di essi colore subì talune violenze e soltanto att;averso le inci- due artisti si sc1olrero definì-· adesso, quanto mai opportu- vago, come in Giorgio. bensì ove Tiziano usa un « procedi: divenne volutamen_te st ri?ente, Sl·on1· dello Zanett1·, perche' ,·,, ti·varnente. na giunge. una_ cartella deìla f t t I d I mento tutto a taoche e stri- nella fo~a di me~ho esprimere or emen e consapevo e e - scie cr'omatiche •, che solo a ed aderire ~!le rivolte ed _alle misero brano del «C_ompagno Messosi, dunque, a lavora-,collezione « S1lvan_a •, stam-_ la .realtà delle cose, determi- distanza ricompongono la vi- 'P<'ranze de, n_uo_v,soggetti. della Calza•,. depositato do- re per conto proprio, e rite- pata, . per SL'.g~er11ne;1to_ ~1 nato all'azione, fattivo •: e sione. Tanto che da un si- Ogg, Omicc)oh, 3:lmeno dal po lo stacco m Palazzo Du- nuto ormai un maestro, Ti· Antomo Mora_ss1, dal! _ed_,tote qui ha inizio, di consegue,i- . 1 d d' d. . . f ooco che possiamo llltravvede- cale. non può certo fornir- ziano ebbe, un paio d'ann; milanese Amilcare Pizzi, la za, quel « nuovo s-enso dram- mi e_mo O I lplllge,e, _rut- re. in questa mostra un po' cene un'idea precisa. più tardi, l'incarico di affre- quale rLproduce m una serie matico della pittura venezia- to d\una su,pern,re Ttt~o- sommaria, dove mancano, ad GJ·unto ancora fanc1·u1Jo a scare tre «storie• nella d1 be!l1SS'lm_ e _ta_vole colorate na, che darà i suoi frutti nel n_e. c ~ permetteva a . a o- esempio, i ritratti che, a pare– I t t h t rmo d' ottem•re effet tt fin:, re nostro. restano fra le cose Venezia, Tiziano aveva com- Scuola del Santo, a Pado'Va. e tre s orie !zianesc e, an- Tintoretto e (tramite i lom- a)lora mai ottenuti, « ha ori- sue più interessanti e perso- piuto il suo alunnato dap- Ed è, in effetti, da codesto to. nel lor~ msie;ne q~anto ba rd i, quali Peterzano, a!Lievo gme anche un nuo·vo tdeale nali sembra far ritòrno ad prima nella bottega del pit- «terzetto•• ancor oggi esi- nei . de_ttll.g1:i ,e da tutti gli di Tiziano) nel Caravaggio•· di bellezza umana, che pas- ,rn 'maggiore controllo croma• tore Sebastiano Zuccati pa- stente e. nonostante i guasti altn dipmti gena Sc_uol_acon E la terza in fine, di peso serà attraverso Rubims, Rem- •ico, ridando allo squillante dre dei musaicisti Vale~io e <lei tempo e di alcuni ina,bili numerose 111straziom m determinante, si riferisce al brandt, Velasquez alla pittu- colore un significato adornati– Francesco e quindi a volta restauri, ben leggibile in sito. bianco e nero: e 11 teS t O cI:e colore, che co st ituirà, ·per la ra dei nostri gio1:ni .dive- vo oltre che espressivo, mentre a volta. presso Gen'ti!e Bel- che l'indagine degli studiosi a_ccompagna ~na siffatta uti- storia della pittura europea. nendo bene universale del- ,ella costruzione del quadrr lini e il · fratello Giovanni, muove per determinare con ltss_ima e_ atti aente documen- un « novum • as$oluto. Tizia- l'arte figurativa •· E com un- •·ipre~de taJora quel • _primiti– per accostarsi in fine a Gior- certezza il rapido evolversi taz,one 1 e de 1 1 1 ,Mor 1 as_s1 s~tsso no - afferma il Morassi - que. çonclude. il Morassi, le ;-o • 1mp~cc10 \'rospett1:,,o clw gione, col quale divideva i; del Cadorino in uno dei mo- il _qua e a ana ,si c, 1 ,ca non soltanto accoglie in pie- opere dipinte al Santo nel a appa_nre gh o~gett, sulle, lavoro al Fondaco, dipingèn- menti fondamentali e meglio aggmnge qu~lla storica e de- no il principio pittorico di 1511 da Tiziano « costituisco- stesso p_,ano o su pian, appena do l'uno la facciata a spec- documentati della sua for- scrittiva, cmredando_ o~m co- iGorgione (un principio, del no il raggiungimento più_ a_lto ,aTr~lalell1e.cose chio del Canalgrande e !'al- mazione artiS'tica. Gli affre- sa con n?te e schemi d esem- resto, che è possibile far ri- d Il più comi: iute d I P lare chiarezza salire fino ai musaici bizan- e a_ sua g1ov1!1ezza e, mste- iella personale il •Tacchino• tro quella sopra la Merceria. schi, iniziati i: 23 aprHe e · . me, 11 punto di partenza per e • La casa dei muti,. Se poi è vero, come narrò 1511 _e po!'tat1 a termme ,_n Non cade dubbio_ che senza tini e alle tavole venete del la 6Ua matu,rità •· • • • il Dolce nel suo « Dialogo pochi mesi (certamente pn- la cor,oscenza degb aft1:esch1 Tre e del Quattrocento), ma d 1 2 d . b . . . I S t 1 ·1 go a lo. sviluppa e lo potenzia ul- SILVIO BRANZI della pittura • ( 1557: cioè ma .e . 1cem re, giorno 111 a. an o, o svi_ UPI?O I v .- anteriorment.e al Vasari ed cui 11 pittore veruva saldato mie dell arte di T1z1ano ri-- teriormente, gettando addi– anche alla famosa sollecita- con quattro ducati, ave~do marrebbe nebuloso _e i_ncerto. 1•ittura le b:;s, della moderna toria di Tiziano stesso al Re egli di già riscosso un pruno scrive fin dal prmc1p10 11 pittura di tccco. E va notato di Spagna), che egli era al• acconto il I. dicembre _del Mo1:a5Si. E sta, !l fatto,. in che, per quanto 11 concett0 !ora di « a pena venti anni • 1510) narrn_no tre. ~11:acoll di ogni modo. che 11 Cad~r,~o del1a macchia di colore senza e in siffatta opera. compiuta Sant'Antomo, e cioe 11 «M1- presenta a Padova. un a1tf disegno contornato s,ia repe– nel 1508, « dimostra'Va già di racolo del neonato•, il « Mi- nuova, la quale ~orn1sce an• ribile, tn certo senso, nel co– avanzare il maestro•, tanto racolo del mar1t9 g~loso • e che la chiave d1 vol_ta, per siddetto terzo stile pompe1a– che quest'ultimo n'ebbe si il « Miracolo d_el _p1e'de re- 11:ter_Pretare. con ri~orosn no, nelle volte dei colombari fonda amarezza da chiudersi c1so », ~ sono ~1 d-1':'ersa mt- g1ud1z10 -~rit1co uno dei_ mo- romani, nelle miniature e « alcuni giorni in cas,a, come sura, d1spost1 11 pruno sulla menti p1u alti della pittura nei rotuli dei primi secoli cri- Ai profondi e oscuri fondaci odorosi di merci; ai muri com– patti delle costruzion·i medioe– vali; alle colorate e leggiadre barriere di case, che incasto– nano le marine di Capri d1 Procida, di I~chi'll; ha chi'esto ispirazione Eva Fischer, la cui recente produz10ne è raccolta in una vasta e bella personale allestita alla Galleria Belsia– ~a. Queste immagini poetiche di scultoree più che architet- Barche, soltanto barche • Vedere un mondo in un gra• no di sabbia. Un cielo in un fiore selvaggio •· Il cinese Yiian~Wu, un monaco pittore vissuto intorno al 1100, ha can– tato: • Un grano di polvere si solleva, in esso è la grande terra; un fiore sboccia, con es– so sorge l'universo >. Le pit. ture di Mario Samonà raccol– te all'Inco::itro, ci hanno ram– mentato queste parole così af– fini di due lontane e diversis– sime civiltà, alle quali il pit– tore sembra egu'lllmente ispi– rarsi (dai sùrrealisti moderni al simbolismo orientale). Sa• monà colloca i suoi oggetti pre– feriti - tronchi, nubi, roccie, alberi, radici -, in uno spazio pittorico immaginario, secon– do le strablliantì parti di per– sonaggio che, via via, egli at- Ruggero Savlnio, Lorenzo Tornabuoni e Gianvincenzo Vendlttelli sono tre giovani pittori che si presentano ins1e. me, tenuti per mano da Un– garetti, alle. Galleria Aureha– na. Essi conservano, pur nelle distinzioni riconoscibili delle rispettive personalità (più \'l· vace e matura quella del Sa– vinio, un po· letteraria quella del Vandittelli, sensibile ed espressiva quella del Torna– buoni ), un gusto nativo: si sen– te che panno respirato ed as• similato 11 clima artistico ro. mano, da Bartoli a Raphael a Scipione. Tµtt1 e tre hanno perciò già un loro colore, cu– po e ben impa.stat-0. ed un loro spazio, saldo ed evocativo. LORENZA TRUCCHI espone il veneto Amedeo Ren'. zini nella sua ·prima persona– le romana alla galleria del Pincio. M-a si tratta, malgrado l'unicità del tema, di una mo– stra tutt'altro che monotona, tanto l'artista ha saputo va– riare, e dosare il soggetto pre– diletto, orchestrandolo in una mutevole laguna, ora aperta e ventilata dai freschi aliti ma– rini. òra stagnante e racchiu– sa tra barene a fior d'acqua, ora lattiginosa e mattinale, in trisa di tenerissimi verdi ed azzurri, ora fermentante nei. gialli di un caldo tramonto. Una natura tipicamente vene– ziana, sebbene lontana dai ru– mori e dalle eleganze cittadi– ne, tutta cielo ed acqua; in cu, le barche fungono appunto da segno e simbolo di vita. Bar• che anch'esse variatissime: ele– ganti e solitarie, quasi puri se– gni, al limite dell'orizzonte; ferite ed invecch;'llte da molti viaggi in oziose flottiglie; già pronte a partire sommovendo con le eliche in moto i verdi fondali e, fin3nche, aperte ed ospitali come prati - in una ardita prospettiva d ,i.ll 'alto - per la gioia chiassosa di una• comitiva di giovani pescatori. Tecnicamente il Renzini ram– menta, pe: un certo si.nteti• smo di toni a vaste campiture cromatiche, Virgilio Guidi, e per l'atmosfera colorata dei cie1i a macchie armoniosamen- O O O.f) t) fl te raffinate e sottili, Santoma– so; ma si tratta di mere affi– nità con artisti anch'essi inten– samPnte aderenti ad un clima e ad una antica tradizione lu– ministica. ben precisa quale è quella veneta. Del resto, mal• grado il cammino ancora da percorrere nèl campo formale (si vedano talune imprecisioni di composizione, evidenti nel– la grande e pur vigorosa tela I dei • giovani in barca • ), Ren- 1 zini ha già una schietta. viva. ce e sensibile personalità espressiva e,. quel che più con- I ta, un mon:io suo, assolutamen te autentico, qualità, insomma. oiù che sufficienti a farci pro– nosticare per lui un sicuro av- venire. DI Al\1EKICAN1 A_DERJSCONO AJ BOOKCLUBS Lr, geniale Iniziativa e. stata realiazata tn Italia <tag,, AMICI DEL LIBRO I cUl aaerent1 godono del seguenti benefici: a/ ♦ vengono tenuti al corrente de1 Ubn <Il maggior sue cesso attraverso l' mvlo gratuito del notiziario mensile edito dagli • Amtcl del llhro •: bI ♦ ricevonc, a dOIDlclllo.a mez,,,, posta. 1 «libn del mes» òa lr>rorichiesti: . cJ ♦ r1cevooo tn premio un «libro del mese» a loro scelta del valore medio degli acquisti. per ogni due «libri del mese» da loro acquistati: d/ ♦ usunwscono del servizio gratUlto d1 consu!enza u bra.ria offerto dagli «Amioi del libro»; . e) ♦ rnnscono di uno sconto suJl'unporto dell'abbonamento a. riviste e giornali di carattel1! letterario L'aaes1one I<I Hook <..auoltal1>mo e llbt!rll t ~ratuita e • effettuR con l'acquisto di un «lihn> del mese». 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