la Fiera Letteraria - XII - n. 1 - 6 gennaio 1957

Anno XII - 1 SETTIMANALE DEDLE LETTERE .DEDDE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 6 gennaio 1957 SI PUBBLICA LA LJOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 I li li ~.z I! >NE AMMINISTRAZIONE ROMA ARR<>NAMEJl!;TI Via dJ Porta Castello 13 Teleion1: Redazione 555.487 - Ammlnlstr 555.158 - PlJBBLIC~TA'• Amminlstr , LA f!ERA LETTERARIA• - V di Porta Castello, 13 - Roma TAR. Commerclalj L 150 Annuo L 2 700 Semestre L. t.400 • Trimestre L. 750 • Estero: Annuo L. 4,000 - Copia arretrata L. 100 - Speè!zlone In conln corrente postale (Gruppo Il) - Conto corrente postale n L/31426 UN A lTVEN-IUl~N'.FO Lli'l"I'ltl1ARIO ... Torna Solllli con Levania e alt1·e poesie * « Sospirata parola, che alla fine - mi sei-giunta, m'hai colto - in un momento di disattenzione - e ti vuoi improvvisa, non cercata ... » * di GIOIIGIO CAl'lfOi\11 IL LIBRO DJ CIJI SI P~\.RL~\. * Bitorno di due scrittor * Con "Ada mira,, di Piero Gadda Conti la nostra narrativa torna verso temi "storici,, rielaborati Racconti di GiuseppeMesirca:"Music11 in piazza,, * di FERDl1l'1lf~DO I/Ili.DIA Anche il dimagrito amatore di poesie (il mostriciattolo scervellato, che rincorre farfalle e va in cerca di pratoline o di violette mentre nel mondo - lo ammoni– scono col dito ritto coloro che fanno pro– fessione di uomini illuminati e consci - s'addensa Ja bufera e•altro); anche il pati– to omuncolo, in perpetua crisi di crescen– za, ha le sue domeniche con relativo rega- 1uccio, e perfino - una volta l'anno - la sua bella Pasqua d'Uovo. naturalm:rn– te nei momenti in cui, improvvido co– m'è, men se l'aspetta. di cui soltanto un altro poeta come Sere-. ni poteva esser capace), sa giungere a considerazioni e a conclusioni tali sulla nostra poesia oggi (un'età in cui « il nome di poeta appare sempre più una qualifica socialmente difficile da portare e da so– stenere, persino nel suo normale ambito letterario») da meritare ùna ri,legatura in marocchino rosso. Da meritare cioè una riproduzione intera, e un geloso riposti– glio nella nostra mente, essendo aln·et– tanto impossibile t·iassumerle, tali consi– derazioni e conclusioni, quanto esse sono già così lucidamente «condensate». Poussin: " Paesaggio con Orfeo" Alla fine di ogni anno, la errroi o, in mancanza (come nostra inguaribile pigrizia sempre si augura un autore non ci permette di trarre bi- petulante) gli immarcesc1b11 1 lanci più o meno precisi, o pregi. Sia detto ben chiaro più o ,neno im"!'rovvisaii, di dunque, che non ci ramman: quella parte o di q~el settor~ chiamo affatto deUe dimenti– della produz10ne libraria (c1 canze che hanno avuto per scusi . il lettore . d1 questa oggetto i libri di autori pe– squal11da espressione) . sulla tulanti bensì di alcuni che qual~,. se~za. peraltro. d1p!om1 avrebbero meritato più di o ab1htaz1oni e autorizzaz1om, una segnalazione frettolosa. ci arroghiamo di dar giudizi Una delle nostre veramente su queste colonne. cioè quel- colpevoli dimenticanze è la della prosa narrativa o quella del bel romanzo Ada– paranarrativa. riservandoci mira di Piero Gadda Conti tuttavia anche più indebiti e apparso nei primi mesi di persino scandalosi sconfina- quest'anno presso !"editore menti. Confessiamo di invi- Bompiani, romanzo di un au– diare con tutto il cuore i no- tore tuttaltro che copio~o, str_i amici _il cui ord.ine e la di un prosatore di consuma– cu1 memoria sono iali da per. ta perizia, di un colto e intel– metter loro di ricordare tut- ligente indagatore e studioso tE;,O q~as1, le letture com- di documenti storici, di festi– p1!-'te rn un_a lunga annata_- monianze d'altri tempi, Un D1 quest'ultima. poi, che s1 primo romanzo del Gadda chiude in questi giorni - as- Conti, Mozzo, fu tra quelli sai bu1Tascosa in altri campi, che dettero, nel lontano 1930 ed anche per noi ricca di l'avvio a un certo nuovo rea'. eventi che ancora una volta lismo narrativo italiano •ti:, c1 hanno messo di fronte a tuttavia non- perdeva di vista prcblemi che coinvolgono an- talune esigenze di dignità sti– che la nostra coscienza di uo- Ustica e di densità nella mini di .lettere. - la lettera- espressione, che non rinnega. tura, e m particolare la nar- va quanto di positivo era in rativa, si proietta. salvo per taluni .risultati lirici degli an– due o tre libri e per due O n1 della Voce e della Ronda tre nomi, su uno schermo nella stessa complessità di W:: piuttosto scialbo e incolore. tessuto narrativo vasto e sa- Cosi gli è capitato, nel pieno dell'esta– te, di vedersela entrar davvero in casa dalla finestra spalancata, La bufera e al– tro, in corsivo con la iniziale maiuscola, non essendo più il riferimento (ce ne duo– le per gli zelanti monitori) puramente ca– suale. Vogliamo almeno tentare di indicare i qua-ttro punti cardinali? Primo: anche i'l fenomeno della fan ta– scienza è il sintomo (sono parole di So'lmi) « d'uno s·tato di crisi, di inadattamento dell'individuo ai tennini del destino, deille società alla ,loro determinata configura– zione storica e alle loro ordinarie vie <ii sviluppo». Prospettiva inquietante, commenta Sereni, la qua.'e, oltre a testi– moniarci nel saggista la costantemente aggiornata meditazione, trova un terreno già preparato nel poeta, « per la sua per– sonale inadattabi4ità e quasi inethtudine alla vita impetuosa e fuggevoie », anche se alla vivacità e molbeplieità di interessi del saggista non corrisponde sempre n·e1 poeta « una irrequietezza del linguaggio, una vera e p1·op1·ia evoluzione espressiva, per uria continul! esitazione <l'ordine psi– cologico prima che estetico•. DISCORSO SUL SEICEN'l'O EUROPEO * Delicato di nervi com'è, lo choc è stato tale per lui, da impedirgli -sul momento di dire tutte quelle ingegn_ose sciocchez– ze che di solito un par suo (spinto più dall'entusiasmo che dal senno) usa cucire insieme nell'uzzolo della gran gioia; ma certi come siamo che tali sciocchezze fi– niremo un giorno col dirle noi, suoi le– gittimi rappresentanti, concediamogli og– gi di fare uno strappo alla regola di que– ste sue (nostre) e.tonache ritardate, per dar notizia con non eccessivo 'indugio, a chi già lo sa, d'un'altra festa caduta sul nostro tavolo prima -deJila notte di San Silvestro. Avvicinarsi al lontano * cli ATTILIO BEIITOLlJCCl * Non b.:oppi giorni fa. infatti, abbiamo ricevuto da Milano, in un'edizioncina im– p;igabile, Levani<I e. altre poesie, di Sergio Solmi, con una lunga nota di Vittorio Se– reni. (l) Poco prima avevamo avuto, dalla stes– sa Casa un'altra delizia tipografica del genere, ~ precisamente quella Villa e al– tre poesie di Gian Carlo Ai'ltoni (già pre– sentata sulJ:la Fiera datll'amico Accrocca), che cosi dolcemente ci aveva colpito, non soltanto per la persuasiva novità della vo~,· ce ma anche per essere riuscito, l'Artom, n~lla sottile ma difficile aura parmigia– na tutta soffusa di spiriti berfolucciani, a ~ludere la cara sirena, e a dire in pro– prio (con un proprio timbro: più ruvido, più marmoreo se vogliamo, e con una vaga eco tassesca per nulla letteraria) la sua giovane vita: « Per un'alba clie appena - tinge il sereno volto deUe stette ... n. Dal Tasso più • stellare» al Poe il passo non è poi troppo lungo, ed efCO con un vago odor di fantascienza )e poesie sol– miane, il cui titolo di Levania è tratto da un brano di Keplero, là dove è ·detto che « Quinquaginta millibus miliarium Ger– manicorum in aetheris profundo sita est Levania insula •· Proprio della «dolce ubbia» di Solmi per le science fiction trae lo spunto la Nota di Sereni, il quale in 29 paginette più piccole del palmo _della mano, e in un serrato discorso che ha per interlocuto– ri lo stesso Solmi (tenuto a braccetto è fatto abilmente « cantare) e uomini come De Robertis, Gatto e Ferrata, non solo riesce a comporre un ritratto intero del– l'amico saggista e poeta, ma, dal caso particolare (esamlinato con una finezza Secondo: t.ale di•sparità tra pensiero e mezzo espresivo deriverebbe al Solmi dal– la condiz~e 'medesima in cui .in genera si trova oggi .il poeta, « costre~to - dice lo stesso So)mi - a n·arre da sè le pro– pde convenzioni, a offrire in uno specchio ambiguo un 1·epertorio allusivo di. traspo– sizioni e di sintboli personali, penpetua– mente minacciati _dalJl'oscurità e dal -silen– zio ». Terzo: la • vecchia fede nella poesia » rton basta più, donde la necessità proposta dal Solmi d'un « pensiero CYl'ganico » (dove nessuri atto è pt·ivi'legiato, nemmeno l'atto poetico) e la necessità d'una nuova gran– dezza », espressa da un diffuso stato d'a– nimo di « profonda ripugnanza (Ferrata) per le righe mozze dei poeti » Quarto: « Torneremo a trovarla», tale nuova grandezza (scrive Solmi), « per pu– ra via intuitiva, nella foxza della presa che, come d"una mano imperiosa, l'appello dell'autentica poesia. esercita sempre su di noi. Oggi pretendiamo dal poeta che egli Ci dica ciò che a noi veramente import", venga ineon tro a domande essenziali, tor– ni ad offrirci, dietro la fuggitiva apparen– za. il fondo stesso dellé cose. De re mea agitur... Può ancora la poesia esercitare la sua presa di possesso del mondo? ». La domanda è imponente (tocca il cen– tro di tutte le nosti:e inquietudini), e qui cessiamo l'inutile « resoconto» per ripor– tare intere le ultime righe della Nota di Se-reni, il quale così conc1ude muovendo dal su riportato passo solmiano: N Come si vede, mentre la prima proposi. zione ind.uce alla qu·iete, a una tranquiUa GIORGIO CAPRONI (Contlnu~ pag. 2) L'invito a uscire dal sortilegio caravaggesco, a vin– cere lo stordimento che· èlà l'odore di sangue dell~ pittura maltese può giungru·e, a chi si trovi nella galleria centrale della M,.,stra, tanto dal Rubens dellP FigLie di Leucippo elle dal Poussin del Paesaggio con Orfeo: -rispetti,am.,n',e ,i-slbile à dc trd'i e' a .;rbi. 1 .r., di chi stia nel mezzo, con gli occ'hi ancora presi dalle luci di scena della DecoUazione, ma con l'animo fer– mamente deciso a venirne fuori. Il supremo viluppo barocco di bionde ignude ca– valli e cavalieri di Pietro Paolo Ru•bens non è però, in questo momento. la proposta più conveniente. La medicina vera, per il nostro visitatore intossicato. sarà un ·tento viaggio d'avvicinamento al lontano di serene nubi autu,nnali cui i fiumi d'incendio spiranti di die– tro a quel Castel Sant'Angelo « en plein air » no:1 fan che aggi,mgere quiete; insomma alla « Grande Jatte • tiberina di Nicola Poussin. L'incanto del quadro non svanirà via via che e, si farà più prossimi a distinguerne i' minimi palpiti di colore e di luce, e insieme a riconosce,rvi quegli -eterni « grecs et rornains » nobilmente atteggiati. Perché così filtrato e i1.nmalinconico questo classic1- Perchè cosi dà pi;oprio 'nessun fasbidio. am:i cj garba infinitamente « là tout n'est qu' ordre, beauté.,. ». Un tale ripensamento e riordinamento del paesaggio lo aveva già iniziato A-nr;iibale. Carracci (vedi. qui alla Mostra, la lunetta della Fuga in Egitto), e Pouss1n ne av.rà fatto certo t~ro, al suo primo incontro con Roma. La Francia dal gotico fiammeggiante era pas· sata a un manierismo non meno fiammeggiante, era stata un passaggio da una febbre stilistica ad un'altra. Solo con il, viaggio cli Poussin e di Claudio Lorenese a Roma la cultura francese prende contatto con la grande tradizione classica. Da Anni,bale risalite a Raffaello P. Tiziano e Correggio cloveva essere pio che naturale. Ma bastava forse guardarsi dattorno. Pqco più m là, più su dei « se1,ci • fnsanguinali del C11ravaggio splendevano. nella luce violetta. le favole antiche I ROMANZI DR.EVI di M_ar;:uerite I" ou1·ceD1a1· *· L'universo artistico della Y ourcemar, le su e preoccupazioni spirituali, tutto è as a1 diverso in lei dalle esperienz~ ·~ gli ambienti delle altre sarittrici francesi di oggi * di GIAC()ff(i ANTOVli\11 della plastica romana. Da esse Poussin poteva trarre rjtrni di una splendente misura: da imprimere poi, che so, ai battitori di grano dell'Estate, quest'altro meraviglioso paesaggio che con la Primavera (d'un verde gremito. inebbriante) e con L'Infanzia di Bacco, meno con il preingresiano Giudizio di Salomone, for– ma un'antologia esemplare del grande pittore fran– ces<', tale. si pen ... :erebb~.-l-..da pr,i1CUrarili anche da noi ammiratori convinti ed entusia ti. Eppure non ci è sembrato. visitando più volt.e la mostra, di sentire mai vicino ai suoi· quadri la par– tectpazione sospirosa che in vario. modo s'avvertiva davanti a Caravaggio o a Vermeer. Si poteva. magari. udire il raro conoscitore (intento a isolare con la mano esperta un particolare) fare il nome di Mafai per certi rossi e bruni, di Cézanne per certi valori di masse. Ma la grande elegia che Nicolas Poussin e, in ma,niera più scoperta e affabile Claudio Lorenese. seppero. intonare e modulare durante gli anni del loro lunghissimo, e come meritato, « prix de Rome •· resta inascoltata ancora dai più. Né. senza lo sfondo della particolare cultura cui appartengono, tutta riverberata dalle fiamme fredde del Giansenismo, Eustache Le Sueur -e Philippe de Champagne 'hanno da parte loro molte probabiì:tà di presa. Ma almeno la Messa di San Martino ciel primo e il Ritratto di donna del secondo sono quadri di non comune intensità. Nella Messa di Le Sue11: il rito vien reso con uno slancio lineanst;co che riecheggia il misticismo gotic0, ma con un più di gravità, di consapevolezza della crisi ;n atto, mentre la Donna ignota di Philippe de Cha"mP.agne, che si è voluta identificare anche con una delle imperterrite di Port Royal, giocala appena su tasti bianchi e neri. anticipa il Degas più intimo e straziato. * • * r francesi venuti a Roma nel Seicento non sme– morarono tutti come Poussin dietro rantico. Ecco Va– iéntin seguire il Caravaggio sin dentro la fumose mescite, e ridarcene i frequentatori con qu~l gusto ATTILIO BERTOLUCCI (Continua a pag. 2) Ma non c'è alcuno di noi ré1!1ffio per dire avventuroso. che alla fine di un anno non E il romanzo meritò in quel– faccia anche un esame di l'anno il premio dell'allora coscienza delle sue dimenti- milanese Fiera Letteraria. · canze o delle sue negligenze, In quegli stessi anni leg– poche o molte che siano. Be- gemmo del Gadda Conti un ninteso la critica è f-atta an- romanzo •storico•, Gagliar– che, forse prima di ogni altra da che ci apparve anzi– cosét. •l:. scelte e di c:;clusi .>ni lutto con-,~ era crn aggiosO :·:– Confe_fs1amo che di alcuni torno novecentesco, condotto auton - e anche di grosso con la sensibilità di uno scrit– nome e di grossa risonanza tore moderno nutrito di cui– -:- nonostante rl nostro eclet- tura moderna. a un «genere» t_'.smo, non SC:1verei:nm,o una narr~tivo inusitato, tanto più '!ga, c?me <;11altri I esclu- che 11Gadda Conti non face– s,.one di un 1\bro, anche con- va mistero di uno schema vincente, puo rappresenta.re scottiano, anche sè la sensi– una decisione. interlocùtoria. bilità e la cultura dell'uomo Un nostro alTilco. al suo se- del nostro tempo riusciva a condo o terz? libro, lamentò trasfe.rire su quello schema con parole "!'1uttosto aspre. il un g10co di chiaroscuri. di nostro _«reiterato• silenzio psicologie e di sottil? trame (se un _silenzio possa mai es- affettive attorno a una fi"u– sere reiterato) sulla sua ope- ra di eroina cavalleresca ;el– ra, dich1arandoc1 pubbhca- la quale un attento lettore mente .che eravamo. venuti non può manca.re di avvertire meno ai _nostri dov:e.n. e do- qualche trasposizione in altn vemmo nspondergh che nes- tempi e in altri Juo"hi della sun do:,,ere comporta l'onesto immagine della pi;;ana di eserc1~w della cro~aca o del- Nievo e insieme un riverbe– la critica letteraria se non ro di eroine da poema caval– g~ello di. dir pane al pane e leresco, ma più di un Tasso vmo al vino, e che dal nostro che di un Ariosto. per una silenzio ~l\ era facile trarre certa moderna malinconia un g1ud1z10 sufficiente di che è nel fondo del perso– quella che poteva essere la naggio. nos~ra valutazione dei suoi _ Occorre ~ggiungere che hbn. sempre, o quasi sempre - Ci se~bra a volte di e;;serci ma le eccezioni si chiamano accollat1 un impegno d1 col- Alessandro M · laudatori letterari! quasi eh.e Tolstoj -, i r~~~~zi osto~r:; un romanzo sbagllato, o una lasciano avvertire quando raccolta di racconti poco coe- meno si crederebbe un so– rente possano produrre gli spetto di manierismo· e se ad stessi danni di un ponte rnal- un tale sosi:,ett 0 n~n ci si fatto o di un'auto dal frenij FERDINANDO VlRDii\ scadenti così che sia neces-1 • ana denunciarne subito gli (Continua a pag. 2) Bouault, maestro dell'arte cristia * · Rouault, che ha fatto omaggio al Santo Pàdre di un quadro religio o, « Le Sacré Coeu.r », ha confidato all'autore dell'articolo il proprio punto di vista sul rappo'l'to tra arte sacra e arte contemporanea * DI LUIGI FERR.ARIXO Non si affronta il problema all'isolamento. Essa lo trasse. dell'arte sacra contemporanea a quanto ci racconta Raissa senza fare i conti con Giorgio Maritaln. a mantenere celato .Rouault. non soltanto perché a 1Jutti, per varie decine d'an– egli rimane forse l'unico gran- ni, l'indirizzo di casa propria de maestro che. pur valendosi a tu.tti. anche al suo mercante di un linguaggio squisjtamen- Ambroise Vollard. non tanto la struttura log2ca quanto piuttost-0 gli isolati eie– menti costitutivi. Rouault è tutt'altro che un cartesiano. Scomparsa Colette la mag- virile. originale, sièuro. La moires d'Hadrien • perché le già concretate in opere meno giore scrittrice francese vi- sua è una vera vocazione di nubi venissero dissipate e, rL note ma non meno valide. vente è senza dubbio Mar- scrittrice intenta a comporre conosciuta francese di Pie- L'universo artistico di Mar– guerite Yourcenar. Essa so- i saggi, a creare i romanzi cardia sebbene vissuta quasi guerite Yourcenar, la psyche, vrasta tutte le altre per !'in- 1ontana dal vuoto e vano ru- sempre all'estero, la stampa le preoccupazioni spirituali, nato talenl-0 narrativo, per la more degli ambienti letterari. parigina le facesse resta, la le esperienze di vita, tutto è qualità dello. stile, per l'origi- giornalistici, mondani di Pa- cri,tica mettesse in rilievo le assai diverso ed alquanto !on. na!ità deg,Ji assunti. Fra le rigi: senza alcun'altra preoc- sue grandi qualità. Ma se ogg-1.tano d,alle preoccupazioni, le più giov•ani ingegni promet- cupazione all'infuori di quelle il nome d·i Marguerite Your- esperienze e gli ambienti del– tenti non mancano. Basti inerenti all'opera stessa. Per cenar è familiare a quanti le altre scrittrici francesi di pensare a Françoise Mallet- questo data la mania d'attua. s'interessano di letteratura oggi. Arriveremmo a dire che Joris, Françoise Sagan, Nico-, lità e di pettegolezzo di cui esso viene quasi sempre asso- la Francia è per lei un'altra . le Dutreil, Daniele Hunebel- la nostra epoca è amma,lata ciato a «Mémoires d'Hadrien» essendo senza alcuno sforzo o le, Celia Bertin. Anche di Si- il suo nome è stato f.a.tto meno soltanto. Di conseguenza deliberato proposito da parte mone de Beàuvoir si deve fare di quello di altre sotto ogni oroiettata tutta la luce su sua rimasta la Francia libe- il nome sebbene sia portata rapporto tanto Inferiori a lei, questo unico obiettivo l'opera ra.le , europea, culturale rag- l\'largneriic Yourcema,r più al saggio che alla narra- meno sopratutto di guanto lo della Yourcenar rimane av- giante di ieri, di avant'ieri, . , .· .. te moderno, riesca a mantene- ln questa ostinata solitudi– re acì .esso un significato ed ne propizia alla meditazione, t~no spinto profondamente r~- ma scarsa di rapporti sociali. l1g1oso. ma più ancora perche. maturarono o i confermaro– ricco di una esperienza attua- no in lui i ii-alti salienti di un genaria e dotato di un estre- carattere duro. esplosivo. scat– mo vigore intuitivo, egli è for. tante, ma nello stesso tempo se l'unico che possa fornirci controllato da un saldo domi· gli elementi per una im1,>osta-nio di sè. z_ione dell'intricato \'roblema. Rouault non ama ragionare: s1tua1:1doloneUa sua giusta pro- come nelle sue carnose compo- Non è peraltro impossibile," sotto il discontinuo pulsare dell'intuizione, ricomporre le analogie e rivelare la trama di un convincimento ben radicato e coerente. anche se enunciato soltanto nelle sue conclusioni estreme. E• quanto abbiamo cercato di fare valendoci di alcuni appunti conftdatic1 dal– lo stesso Rouault e concernenti il rapporto tra arte sacra e arte contemporanea. tiva ed un andazzo reclami- meritasse una narratrice di volta dalle ombre e la sua quella dell'Ottocento e -sopra- more del1 Aushlia, fla Roma sticò misto ad una incorr~g- cui già da un quarto di se- vedi personalità di artista ne tutio del Settecento. S'inten- e le 5oreS t e della Curlandia gibile mancanza di gusto la colo si possono leggere gli è falsata. Perché se « Mémoi- de dire con questo che Mar- es_sa 11.~ane_ ~ cas_a sua,_ sem– rendano mo1to spesso irritan- 'scritti. Si aggiunga che un res d"Hadrien • cui ha lavo- l!Uerite Yourcenar è come P 1 e cioe cnco~cnita _m un ie e noiosa. Altri nomi' affio- .nnato riserbo e rarissime vi- rato durante due lustri col- esperienza di vita e di culiu- mondo che le_ e proprio. rano pure, ma nessuna delle site a Parigi avevano fatto l'accanimento di una scrit- ra ap·erta a molti paesi d'Eu- Se doveusimo operare una scrittrici francesi viventi per sorgere la leggenda sempre tr!ce che cerca la perfezione rapa intellettualmente per- sc~lta diremmo perciò che il guanto chiasso si possa fare oernicinsa in Francia per la è il libro più riuscito non è meati di cultura francese. meglio di Marguerite Yource– per un breve momento attor- rinomanza d'un autore che detto che sia il migliore od Proprio perchè essa è auten- c:ar od almeno quanto le è no ai loro libri regge ad un essa non fosse francese d'ori- almeno quello cui vanno le ticamente cosmopolita ed eu- peculiare si trova nei roman– attento esame critico il con- !1ine e di nascita. nostre preferenze In ogni rnpea in lei non vi è alcuno zi brevi: Atexis, Le Coup de fronto con Margue'rite Your- Si è dovuto aspettare il modo esso limita ad un solo snobismo e neanche un'om- Grace ed i ire lunghi raccon- cenar. <!rande e meritato successo aspetto un autore complesso. bra di esotismo. Spaziando fra ti del volume La Mort con- Essa possiede un ingegno ottenuto ovunque da • Mé- prezioso, ricco di possibilità le Fiandre e le recondite di- duit l'Atteia.ge. Nei tre libri ciascuno dei quali arriva ap– pena a 'duecento pagine o po– co più si scorge non soltanto una scrittrice intenta a curare al massimo la sua prosa, una stHista paziente e raffinata, ma una narratrice ricca di fantasia con un mondo pro– prio alquanto complesso da esprimere. Ogni libi·o di Mar– gueri'.\e Yourcenar corrispon- GIACOMO ANTONINI (Continua a 1mg. 2) spett1va ston~a. sizioni poetiche (del tutto ine- In nessun iempo forse come Non chiediamo però a Rou- dite) procede per sola analo- ai nostri giorni si è verificato aut~ un • ragionamento• sulle gia di immagini. rifiutando un così radic;le sfasamento arti co!'temporanee nei loro persino la determinazione del, fra il linguaggio d' solito sa– rappo~ti co!' l'arte sacra. Al l'articolo o la connessione ver- to nelle arti plasti~he di a~an– t_entai1vo dt. avvolgerlo nelln baie ., . guardia e la sensibilità reli- 1ete dt precise. argomentaz1on, (Genev1~ve mon gros bourdon, giosa che tale linguaggio è re– concettuah, eglt op~orrebbe u..-i Is<!-be!le ma co!.o!nbel!e. . stia ad accogliere non soltanto deciso controllo di se stesso Mic~e! fa!f?le ~•lter de ta ma,- perchè di difficiÌ O r ro in- e correrebbe al rtparo di un Agnes pet1t pigeon) [son, tendirnento ma e , 0 a U t solido !l'u_ro def silenzio. Non così egli si sente a disagio nel. perché sentito come, dr~~~u;~ d1me~t1ch1amo. quanto si~ con- l'o.rdinato f\ufre. del discorso e essenzialmente laica e prot:ana. natu1ata con t1 suo. cat~ltere p1u sovente g101sce nel fralltu- E' lecito quindi porre il pro– la. tendenza alla sohtudme e mar lo per metterne a nudo blema: la frattura oggi esisten-

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