la Fiera Letteraria - XI - n. 33-34 - 12 agosto 1956

Pag. 2 Dalla politica alla cultura nel"Gronchi,, d Vigorelli (Contt.nua.z. da pag, 1) limista e conservatore. e il messianismo riformista d i Sturzo, l'azione moralizzatirce del Partito Popolare tendente a liquidare lentamente e in– sensibilmente gli ultimi resi– dui di clericalismo cioè di in– teressi particolaristici in real– tà anticristiani attraverso l'e– ducazione politica dei catto– lici italiani. Da Murri a Stur– zo il ritorno dei cattolici nella politica italiana si era svolto su ben altri binari che non quelli del moderàtismo cleri– cale e conservatore, bensì nel senso di un più profondo in– serimento delle· masse popo– lari nello Stato e altresi di un'esigenza di giustizia socia– le e cli ordine amministrativo. li dissidio Murri-Sturzo può e sere ricondotto, è vero, a una d,ivergenza di metodo, ma le divergenze di metodo tra i teaders della politica cat– tolica tra il 1921 e il 1926 si tradussero in divergenze di giudizio politico. Un errore di calcolo condusse all'inari– dimento dell'azione del Par– tito Popolare di fronte al na– scente fascismo, allo stesso modo che un errore di calcolo condusse alla capitolazione del liberalismo laico di fron– te al fascismo stesso: furono gli « eretici » Gobetti e Gron– chi. eretici di fronte all'a lo– ro diversa ortodossia, diversi nella fede, ed anche nelle ideologie « eppure - come crive il Vigorelli - con la carica addosso di una comune cultura inquieta ma raziona– le, sembra quasi abbiano in– vece saputo guardare al do– mani con uno sguardo iden– tico"• a rivendicare contro il fascismo soluzioni limpida– mente democratiche. Ambe– due prima ancora che il fa– scis~o avesse cvinto, vedeva– no e giudicavano con l'occhio di « dopo il fascismo » senza alcuna nostalgia di « prima del fascismo». Nè l'uno nè correnti repubblicane e socia– liste che non presso il libe– ralismo conservatore), non si può non vedere in una per– sonalità come quella del Gron– chi, non legata agli equivoci del modernismo (e Vigorelli tende esplicitamente ad esclu– dere che l'anticonformismo .di Gronch i possa comunque es– ser visto su un piano religio– samente non ortodosso), uno dei frutti più ricchi di mo– derna vitalità di quell'atmo– sfera morale tipicamente to– scana. Il temperamento polemico di Vigorelli e altresi ragile e nervosa sua formazione cul– turale di cattolico moderno, nutrito di cultura moderna . gli permette di seguire la ti· gura e l'opera dell'uomo po– litico Gronchi nel contesto di quello che è il parallelo vol– gimento de I rinnovamento culturale italiano agli inizi del nostro secolo e di una vita politica italiana che, se an– che in un certo momento cade nell'involuzione del ventennio fascista (non tutti i venfanni di fascismo sono del resto da considerare sterili, se si pone mente al fatto che la batta– glia politica contro il fascismo perdura esplicitamente sioo al 1926, e almeno dal 1936 data la ripresa, sia pur sotterra– nea e clandestina, di quella battaglia da parte essenzial– mente di é!ites giovanili in .E!ran copia cattoliche che il fascismo si era illuso di in– globare, e di masse operaie ancora permeate di spirito gramsciano e gobettiano), ten– de comunque a liberarsi delle pesanti ipoteche conservatri– ci. Il suo documentatissimo excurs1is attraverso la biogra– fia dell'uomo, come attraverso lo svolgersi dialettico di quel rinnovamento culturale e po– litico di cui si diceva. ci mo– stra come il Gronchi dalla cultura senza aggettivi alla « cultura sociale» acquisti un habit1cs sempre più dinamico. Dagli esordi culturali dell'uo– mo-Gronchi con Romolo Mur– ri all'interventismo e all'in· te.rvento. alle dure lotte con– tro il fascismo, sino alle dif· ficoltose e mentorie posizioni propulsive nel seno ste so del suo partito, nell'azione dina· mica contro le cristaJlizzazio– ni df!lla vita politica italiana che negli ultimi dieci anni in certo senso hanno tradito lo spirito della Resistenza di cui il Gronchi è stato uno dei più vivaci assertori. la ricerca di Vigorelli che procede con as– soluto spirito critico e talora non senza una vigorosa dispo– • izione di tagliente pamphle– ta i.re, tende sempre a rico– struire nell"azione dell·uomo politico, quella che è la dina– mica viva e operante di tutta la vita culturale italiana. La ricchezza della sua documen– tazione - assai spesso imper· niata su documenti inediti e sempre interpretata con acuto senso di scoperta - non € soltanto una valida riprova della bontà e della serietà del suo anticonformismo, n1a al– tresì deve esser letta come un serio contributo alla libera zione da quelJi che sono stat e che sono ; luoghi comun più retrivi sui Quali si è ada– giata certa nostra pi,grizia bonghese e conser,vatrice. An– che se non tutti potranno es– ser d'accordo con talune im– postazioni e con talune con– clusioni del Vigorelli, ;1 suo libro ci appare come uno dei più seri e validi strumenti di quella riapertura di problemi auanto mai necessaria. O/!.E!Ì. sia nel campo della nostra cultura che in quello della no– stra vita politica. nel senso de] Joro fattivo rjcambio vi– tale. FERDINANDO VIRDIA faltro credevano sin da allo-.----------------------------, ra in una democrazia formale e agnostica: Gronchi già dal ·10 al '15 marcava il distacco da Toniolo e da Meda come Gobetti più tardi si era llbe– rato tanto di Croce che di Giolitti. e più tardi Gronchi dissocierà le sue responsabili– tà anche dall'involontario gio– littismo degasperiano. Lo studio del Vigorelli pe- netrando nelle contraddizioni d.ella politica jtaliana mette in luce la linearità dell'azione e del pensiero di Gronchj chjarendo non soltanto come l'ispirazione dell'uomo politi– co è e resta di origine reli– giosa, mentre·J'azione non ha mai cessato di essere strumen– talmente. politica, quindi ra– zionale nella sua impostazio– ne e nella sua sostanza, ricca di concretezza sociale nella sua postulazione di un pro– gressivo inserimento de 11 e masse organizzate nella vita dello Stato, ma altresi çome es a si richiami a una pro– blematica risorgimentale che anche sotto questo profilo lo avvicina al Go betti: « In ter– mini di sviluppo rigorosamen– te politico (e senza mancare alla sua visione cattolica del mondo) vale per lui come per Gobetti, come per ogni uomo politico italia,:,o moderno, que– sta' simbologia dt fatto go– bettiana: « Cattaneo invece di Gioberti, Marx invece di Maz– zini». Cattaneo, cioè proprio il suo igienico antiromantici– smo e .E!iobertiano e mazzinia– no; Marx cioè la sua conce– zione del primato del fatto so– ciale. anche senza condivider– ne l'impostazione materiali– stica». Di qui il rifiuto di ogni bipartizione manicheisti– ca delle « due anime " _o delle « due verità » dei « due bloc– chi». ma anche. nel rifiuto di o.E!ni concezione materialisti– ca. la accettazione di una in– crollabile verità del mondo moderno. auella che << le clas– si lavoratrici sono le protago– niste della storia in Questo a.E!itato ;ieriodo », le classi la– voratrici. non le dinastie bor– .E!hesi. Vigorelli è naturalmente portato a inserire l'uomo in una siffatta problematica at– traverso la ricerca dell'origi– ne familiare e umana di Quel " bacillo politico » al quale il Gronchi stesso accennò in un suo felice ricordo autobiogra– fico. Che il toscano di Ponte– dera abbia respirato giovanis– simo quella tradizione di giansenismo pratico più che dottrinario tradotto in anti· conformismo, è più che pro– babile. se si pensa all'azione indiretta esercitata dal gian– senismo su quella che il De Sanctis definì « scuola catto· lico-liberale », sullo stesso Manzoni, su Gino Capponi. sull'illusione di Ricasoli (una illusione che oltrepassava i li– miti dell'ortodossia) di appog– giare dall'esterno il rinnova– mento della Chiesa. Ma se si pensa altresì allo spirito di rigore morale e umano che certa temperie giansenista proiettò su cattolici e su non cattolici per tutto l'ottocento e che permise ai più attenti e veramente cristiani tra i primi di inserirsi nel moto di liberazione nazionale su un piano non diverso da quello di un Mazzini, di un Catta– neo di un Pisacane, cioè su un 'piano che non è soltanto quello della liberazione po– litica « dallo straniero», ma altresì quello della liberazio– ne dalla servitù e dal bisogno delle masse diseredate (eque– sto spiega altresì come in so– stanza i cattolici più avanzati nel campo politico e sociale dovessero fatalmente trovare, dopo un secolo e mezzo di po– lemiche. maggiori affinità, in territorio laico, piuttosto in Tre poesie di Livia De Stefani * Ponza Dentro !'ombra albicoc'ca detta tesa di paglia, trascorre ammansita l'estate marina.. DaUe gracili vigne appuntate fra i bianchi macigni muove verde memoria di feconde pianure che attorno a que!L'ombra, nelt'afa, smerletta ariose frescure di noci e ca.stagni. St1ipi.sce que!L'ombra, ai mattino, la eco straniera dei gatti e ancora ai meriggio quet!'a.ltra, di acerbe campane. Ferme, ie cicale addormenta.no t'alterno schioccare det!'onde. Da!L'aria. incendiata che balta sui ciottoti, agli archi del mare, asprigno s' effonde l'odore del latte del fico. Lontano, nel cielo sbiancato, vapora ceteste .it Circeo. * Estate Estate. Cicale. Acuti del tigtio. Trionfale ritorno detl'acque. Angurie di vetro, ristoppie. Le donne gravide, enormi. H basilico in fiore. A stormi, i f"Umori rasoia.no l'aria, addormentano i! sole quando dalle socchiuse persiane avanza neUa stanza bandiere d'ergastolo. Fermentano ai tenti meriggi per stagni gibbosi di mostri, in conchiglie fragranti di mare, gli umori det sesso. A sera., sut!'afa, ga!Leggia la malinconia dei giorni, Lunghissimi, intenti ad accorciare La via det ritorno. * Ln~-Iio in Sicilia . Fermo profumo veglia da!La cintura di oleandri il sonno dell'orto, nel sote. Scrosciano Le cicale come alte cascate, senza rompere la quiete det meriggio. n cardo fiorito sci.ntit!a come steUa d'inverno. Dal labbro dei fichi distilla pigrissimo umore e L'ape vi c011duce l'impaziente batter dell'ali. Grandina verde l'uva giovinetta dalta pergota ricci a!ibrata sui giochi dell'ombre dei pampini. Intorno al basilico intento a covare il suo aroma intrecciano bianche farfatle la chioma detl'aria. Discende dai fior dell'o!ivo pulviscolo d'oro e dalla palma il disegno di Dio. •LIVIA DE STEFANI LA FIERA LETTERARTA R. M. De Angelis: " Procida " L'ITALIA LETTERARIA }f. Lettera da Rieti }f. A noi sembra che il primo Petrini "gobettiano,, vada via via rarefacendosi; e che l'altro, il saggiatore del vestalismo del Parini, e del Pascoli vada invece ravvivandosi * Rieti, tempo fa, ha ricordato dare corpo, con inediti di Jet- formali. Ne si tratta di tradu– il venticinquennio della morte tere e· di testimonianze. alla ti- zione simbolica di quel:'altra de: suo cittadino Domenico gura dell'uomo. Noi. studiosi da battaglia animata da ideali di Petrini con un raduno di uo- lontano, vorremmo un po' di umanità pura; ma proprio di mini di cultura, suoi amici o questa luce. Gli scritti stam- un altro contenuto, che il Pe– studiosi della sua opera - tra patì non danno tutto e proprio trini scoperse con acuta inda– i quali i professori Sapegno e per la ragione che, durante la gine in una zona della sua vita Sansone - e con una rievoca- celebrazione, furono da più spirituale dove la sensibilità zione della figura dello scom- parti rilevate: dalle autorità del gusto prevaleva su quella parso, fatta dal prof. Santoli. loca!.i e, in termini più cultu- dd pensiero. A noi sembra Siamo am·he informati che nel rali ed esatU, dal Santoli. che ~ primo Petrini • gobet– prossimo fascicolo di e Socie- Homlne paclna saplt. Ovun- tia~o • vada via via rarefacen– tà • uscirà un saggio biografico que, anche nelle note fuggitive dosi; e eh~ l'altro, il saç-~atore critico con una ricca rassegna di ocacsioni e ratzguqagli di' de~ vestallsmo del _Par1IU, del biografica; e che un eclitore libri_ di _s~?ria, _di politica, di ~!d~ 01 \:v~:~a :::;I~:n:~occ!i fiorentino sta allestendo, a cura uon,1ni, a2:1one 918 dél suo, t~- politico appartiene alla storia del Santoli, una ristampa degli po, sia,. d1scendend'?, dell Italia del civismo ,·tallano·. pi·cocla lu- scritti già editi in volume o umbertm d I R I t sparsi in e giornali e Riviste; . .· a ~ e isor!l men °• ce, senza ampiezza di raggio; e, se !a ricerca porterà a qual- si 11leva . l accento dt ve<!,tà :'altro appartiene più natural– che risultato di importanza ideale e d1 fermezza ideologic_a mente alla cultura. Come il accanto a quello umano. Ma 11 Santoli ha ben indivìduato, egli culturale, una scelta delle let- Petrini aveva un cosi fine amo- !1a la voce schietta della ado– tere. Forse sarebbe_ anche ben~ re delle· lettere, che il sapore lescenza preeoce e della giova– n?n trascurare quei document,,. della buona letteratura cl pare niJ.e idealità: e piace, perchè ~,rn th e ln~ire th , che illu st n~o tosse la <"Ond:izionenobilitante espressione di anima artistica I u_omo nell am?ito della fa_~.: ogni suo &ltro pensiero, ogni che, traendo a sè la cultura, la glia ~ _de(le mt,me armc1:"'e, sua azione pratica, Il Santoli, trasfigura. La sua parola criti– perche, 1 n 5 ieme con lo studioso nel ritratto incise con l'arte ca e illustrativa è un canto ~i cultura, i!_ e libr~sco ,,. appai~ misuratissima che gli è propria, sommesso, primo di verità e di 1uomo degli aetti. Puo darsi senza accentrazioni nè accen- grazia; più vigoroso e cristalli– che l'avvenire affermi meglio sioni con documenti di memo- no di quello del Serra, ma non nel_ J:>etrini l'inte_resse so~ial_e e rie ~ di testi, accennando le senza quei dolci vizi di cui il poht,co. che oggi P•:·e p1ù Jm- linee del!a personalità più che Serra si compiaceva. Il Santoli portante_ ai promotori di (lUes~ chiuderla .nell'ultima e più ma- non lo ha s1umato in questo c~lGbr~1one, a~~eno a1 ptu tura prospettiva, ha lasciato senso, discendendo verso il de– g1ovant. Il polthcç, ha av~to accortamente sospeso il giudi- cadentismo, nè ci ha parlato gran parte nella digmtosa rie- . 1 . . . . del Petrini scrittore, il quale vocazione del Santoli· e di lui zio _suJa th tima carattertShca spesso curiosamente e con gu– ci ha dato notizie, 'piene di petrmia,na. E se, esofrljeo d o, ha sto d'i sensitivo si torm~ntava onesta verit:\, il frate!lo del de- P 0 . st ~ 1 accento n_uovo sul Pe~ nel • pastiche • verbale. funto, che con altri gli visse a trmi. dell'a .. res~ st enza s, c,oe Un giovane intel!igente a cui lato anche nel periodo romano su}}'ovane_ ~he si ed_ucava allo andavano additando questo al– degli studi. Da questo abbiamo sp I ito libei a.e del Risorgunena tro e ultimo Petrini - il più appreso - e qui lo registriamo 10 _e che trovava nel Croce la noto, oltre che il più ricco cli e la gentile persona, che ci ha ult11~a difesa contro la !fenerale vibrazioni estetiche e pieno di fatto la confidenza, ci permetta acquiescenza verso la d1ttatura, scllecitudini a portare avanti, di farla palese - cche quel Do- tratteggiando poi il Petrini in perfenzionandola, la lezione del menico, quasi in~dito nella in- abito letterario ce lo ha fatto De Lollis _ diceva che il Pe– tir;:ltà famjgliare, era ben do- sentire entro altra aurora, più trini forte e moralmente ammi– cwnentato in lettere da lui pura e raffinata. sempre più revole è il • gobett.iano ., poi n·ar,date al!a madre, donna di smagandolo dalla accensione infiacchito O turbato da~ ac– mente elevata e di molta auto- i-omantica del Sùo primo idea- cenluata pre$SÌone della ditta– rità sul figlio; ma il guasto lismo. L'umanesimo del Ber- tura e dall'angoscia per la sorte della guerra le ha dissipate. chet, del De Sandis, deg!.i dei suoi amici di pensiero poli– Ora può darsi che alle persone SpaYenta e del Croce venne tico. Se questo argomento è che gli furono più vicine, e che venne poi sostituito da quello vero - ed è bene che sia pro– hanno naturali le memorie e del Foscolo, del Carducci, del vato _ mi pare che possa pro– gli elementi per comprenderne De Lollis, i quali ricrearono la pri 0 giovare a tener ferma la gli scritti, appaia meno viva f~ccia storica dell'Italia secon- immagine dell'uomo di lettere, che negli altri ,a necessità di do valori più propriamente che le ditlìcoltà della vita me- Enrico Paulucci: "Paesaggi " gllo definirono: p0ichè tra !a azk:ine sochtle e la privata oc– cupazione lettcrari:J.. quando diveni\·ano inco!lciliabili, egli pre1eriva questa: pill gentile e forse anche più pia a consolarlo nella malinconia del soggiorno provinciale e nell'ombra dub– biosa della sua sa:ute in decli– no. Il Pet.rini era umano ragio– natore di idee politiche e so– ciali, ma troppo vago di • poli– tesse ~ e di non uscire dalle intime misure della vetità; cd era scritore di finezza nella in– terpretaz-ione dei, fatti d'arte: Quella è la espressione di un animo generoso, ribelle alla medioczltà ed a~la menzogna sociale: virtù ~cmpre rare e rispettabili, tanto più se il pen– siEro tenta di coordinarle e di tradurle In un sistema di vita. Ma debole è l'accento di origi– nalità, al'Jneno se facciamo il confronto con altri giovani, la cui ispirazione politica fu pro– prio di l~mperamento: al punto da imprimere di sè ogni loro stuclio letterario. piegato a qnella ideale vio:enza del pen– siero. Niuno può negare che la pagina del Petrini abbia il suo acccmto e che la sua analisi di arte venga da vocazione. Ma questa tendeva a complicarsi con raffinate1.za 1 per la presen– za di una sens1bilitù che in lui era più forte del pensiero: di qui l'impressione di una idea trascorrente entro la materia, ma non espre~a con nitore cri– tico, perché la !ucidità della idea ,o rappresentava ed appa– gava solo in parte. 'Questo Pe– trini e scrittore » testimonia la vitalità del letterato. anche quando egli tra,tta di materi• diversa. U Petrini politico, che era piace ravvh·ar~, giova a indicare meglio gli clementi e le condizioni entro cui si ma– turò e dibatté una giovinezza idealmente protesa, dapprima ad allargarsi ad una concezio– ne. casta e gentile. del bene sociale; i:oi a perfezicnarsi nel– la ricerca di una verità di arte. a5sorta e ari$tocratica. G. M. Domenica 12 agosto 1956 (Contfnuaz. da pag . .1) 1olica, il Le Play, il Manning, it Ketteter, il Volge– sang, i! De Mun, il La Tour du Pin; benché a diffe– renza anche qui di De Gasperi, Gronchi abbia presto avuto in sospetto atcuni "corporativisti cattolici'' quelli sopratutto di parte francese che finiranno ~ passare te carte a Maurras e ai nazionat-clericaU del fascismo (come Li chiamò it Salvatorelli nei suo Li– bre_tto_gobettiano, ~azionaJfascismo, det "23), i quali ultimi scriveva ti Satvatorelli - fondavano i toro sogni copulatori « sopra una ignoranza completa. del– la natura delta Cltiesa, di queUa dello Stato moderno, dell'indole del popoto italiano, di tutta la reattà so· ciale, morate, in(ellettuate contemporanea "· Ho scova.la una paginetta dove G'T01tchi respinge i connubi maurassiani; è la b'TeVe recensione, pubb!i– cata su Cronaca Sociale d'Italia, net '26, di un libretto fascista, Pagine reazionarie, di A. A. Monti: « L'au– tore è un giovanissimo: barone, monarchico atla De Maistre, antidemocratico fino ai paradosso, fascista dell'estrema punta deU'Im);1ero, cattotico - ahimè - convintissimo. Mario Carli nella prefazione loda l'or– gogtioso coraggio di chiamare it libro « reazionario "· Ma ta verità è invece che oggi ci vuote del coraggio a chiamarsi dem,ocratico! Il Lettore troverà nel Libro la esaltazione della monarchia di diritto divino det– r_a(leanzae det tro~o e dell'altare; !"elogio della inqui– sizione; la atlernativa tra fascismo e bolscevismo come tra te due sole forze logiche; i! diritto al potere che nasce non d.at consenso ma dalla " coscienza di aver ragione"; il cittadino concepito come "suddito" dello Stato; l'imperiatismo come conseguenza. necessaria dello sviluppo del monarchismo ecc. E ricorderà di aver già appreso tutto ciò o quasi da Dau.det, da Maurras, da Valois, per citare i contemporanei piu noti n. . Ma è inutile perderci oltre in fonti libresche, se LI Gobetti inctinava a riconoscergti addirittura una cuttura « encictopedica "· Soto volevo, tentandogli una paren"teta con la Voce o quanto meno con it drap– peUo di certi vociani cattotici, dare qualche prova delt'atteggiamento preciso detta sua cultura, mettendo tuttavia bene in chiaro che - .pur toscano - Granchi non avrà niente in comune con- quel "cattolicesimo fiorentino" di ista.nzet papiniana, nato sul tronco della Voce, che sul campa politico non riversò che i rottami di De Maistre, denigrando in blocco l'azione aociale e potitica promossa dai cattolici organizza.ti. Questo cattoticesimo addomesticato tra ta Voce e il Frontespizio, a vedere bene le cose, segnò davvero un reg-resso deUa cuttura cattolica, etncorché parve ditettantescamente farla rifiorire; un'aura di fittizia poesia si andò a stendere sulle idee sino a vanificarle, ed il Letargo fu così fatale che ancora oggi pur dopo dieci anni di ripresa politica da parte de'i cattolici la cultura cattotica è tuttora inerte, arretrata, senzd influenza. E'. anche it rimprovero, questo, eh.e le ha fatto con maagiore autorità il Vaussard, chiudendo la su.a, re– centissima Histoire de la Démocratie chrétienne: « On ne peut pas n'étre pas effrayé du manque tota! d'a,u– vres littéraires marquantes sorties dans l'Italie con– temporaine de plumes catboliques ... Au reste, !es q\.Ja– lités d'expression sont un don gratuit et ne s'ac– quièrent pas par le travail; mais dans l'érudition l'histoire, la _critique. les sciences humaines en generai'. on n'aperço1t pas non plus d'a,uvres lentement éla– borée par la dernière generation démochrétienne. Les excellents Quaderni di cuttura e storia sociate, qui pa– raissaient à Livourne, étaient l'a,uvre de jeunes in– tellectuels en herbe, et n'ont pu durer que peu d'années. Cette carence de vrai labeur en profondeur panni les moins de quarante ans est sans doute Ja·plus grande faiblesse de la démocratie chrètienne dans tous !es pays où elle détient le pouvoir, mais en Italie davantage encore qu'en France, en Belgique ou en Allemagne >>. Carenza. ancora più insidiosa, se si tiene conto che - oggi - la cultura non può sottrrersi all'inci– aenza diretta con ta politica, e non è autentica. cul- , . .tu.ra ..que!!a. che nQn si ,svolga come un'autentica « cul– tura sociale». Murri avrà tanti torti, e tanti errori di quegti anni gti sono caduti e rimasti addosso; ma non può essergti revocato il merito d'ave1"e La– vorato a trasformare in « cultura sociale " la cui– tura divenuta conservatrice d~i cattolici: e in Gronchi queU'eredità murriana ha dato frutti neppure inter– rotti dalle stagioni avverse, tanto che gli stessi Qua– derni, diretti da Gianfranco Merli, e lodati sopret d<ll V aussard. sono proprio venuti alla luce sotto il suo patrocinio, come un altro suo invito a tornare alle origini. Che erano, e sono, origini di cultura anche neUa fase politica; tanto che un valente esperto del mo– vimento cattgHco, il giovane Scoppota, in uno sche– ma di studio, Per una valutazione del popolarismo. pubblicato proprio nei Quaderni di Livorno, si è spin– to a proporre di ridurre il popolarismo « a un feno– meno culturate più che potitico ». Beninteso, questa sua riduzione significa anch.e una diminuzione dei valori e degli a.spetti potitici det popotarismo. Ma lo Scoppota è appunto sulla reciprocità tra cultura e politica che innesta le sue riserve e te sue denunce: « ..• ciò è dovuto proprio al fatto della mancanza. di una precedente fecondazione del mondo cattolico di germi culturali; l'arretratezza culturate, insomma, del mondo cattotico, che non ha ancora chiaramente preso coscienza dei probtemi più vivi del mondo moderno, eh.e non ha ancora chiara.mente risolto il probtema delle Libertà moderne, che ancora si dibatte nelle strettoie det vecchio clericatismo », e tutto ciò, con– clude Pietro Scoppola, « fa sì eh.e il programma poli– tico nuovo espresso dal fondatore det popotarismo non possa trasformarsi in programmi di azione poti· ticamente efficace e debba invece resta'Te sforzo e lie– vito soitanto cutturale. Così l'esperienza del popola– rismo sembra ammonire sulla impossibilità di una in– serzione dei cattolici italiani nella vita politica in senso innovatore dello Stato e della società italiana, se non sia venuto prima un profondo rinnova.mento cultu'Tale e se non sia maturata, alla base ed al vertice, una nuova coscienza dei problemi più vivi det tempo moderno"· Dove, a.d avere orecchie che ascoltino, in queste amare parote pare giusto leggere u.n invito aggi.ornato a retrocedere il popolarismo sulla vecchia strada. della democrazia cristiana, se non proprio a scegtiere per Murri e non per Sturzo, e a condizionare così la politica sulla cultura: una « cuitura sociale », è già un'a~ione politica. GIANCARLO VIGORELU • G. O O O. O ti ff 01 AMEIUCANJ ADERISCONO 1U BOOKCLUBS Lo. 11eniatetntzta.tiva e stata reat122a.ta i n ttatia aao,, AlllfJI DEL LIHH4t I cuJ aderenti godono dei seguenti benetlci: aJ • vomgono tenuti al corrente aei tilln C1l cn11gg1 0 •uc cesso attraverso l' invio gratuito del notiziario rnenall• edito dagh • Amici del libro•: bJ ♦ ncevono a ttomicl!io. a me-. posta. 1 «lilln del me,w, da loro richiesti; cJ ♦ ricevono 10 l!rem10 _11 n c.ll~ ro del mes~ 11 1uru .celi.. del valore medio degli acqn1st1. per og-ni dne «libri d•• mese,, da loro acqnistati: dJ ♦ USuJ:nnscono Ciel serv1Z10 gratuito <1J conauJenza 11 bra.rta offerto dagli «Amici del libro•: e/ • fruiscono <1J uno sconto SUii'importo aell'allbonament, a nviste e giornali di carattere letterario L:aaes1one at Hook muo itallanu e Ub~r" e s"'tutta e effettua con l'acquisto d:J un «libro del mese,,. <~ti_aderenti che presentano tre onovl ll880ciat1 nau 11, dmtto a sceghere gratuitamente nn • libro del mese, Richiedere senza Impegno dettagliato progra.·mma II scii.do di adesione agli Amici del Libro. vtale delle MUw, l Rom, ...

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