la Fiera Letteraria - XI - n. 33-34 - 12 agosto 1956

Data la sovrabbondanza dJ scritti cbe cl pervengono L-<>D la esplicita richiesta dJ giudizi particolari, com:mlchlamo agli Interessati che direttore e redazlone della e Fiera • sono asso– lutamente impossibilltatl a dar riscontro a queste richieste. LAFIERA LETTERAlllA OKA..IUU Ot:LLA Kt.UA:l.lUNt. 11-13 16 18 Manosrrlttl foto e dlsclftll non oubbllratt non st rrstltutsrono GALLERIA DEGLI ARTISTI ITALIANI oesia del circo * Le figure della Menney generano a chi guarda il fa- scino di una profonda interìorità; e stabiliscono i con– fini di una umanità più vicina al dolore che alla gioia * di CAllLO GIACOilJOZZI l! rapporto con !a re altà circos critta in termini essenzialmente espressi.vi , dove la dosatura de! colore realizza. s ui fondi picei delle tele quella luminosità nella quale si stampano !e figure di un mondo non più attuale rispetto a involute esi– genze di gusto (tanto la misura di certe emozioni va riducendosi sino a !unita.re ancora in taluni testardi eroi !e estrose fantasie clownesche a più tradizionali e antichi ricordi), suggerisce a Costanza Mcnney - con non meno estemporaneità e bravura - il ra.cconto umano e poe• tico dei personaggi del circo. Che il circo ra.pJ)Tesenti uno dei mul~ tifornii aspetti della vita più sofferta e alimenti pertanto, nell'artista, il desiderio di esprimerlo in virtù di un ormai mag– giormente definito e congenito realismo conferma la prepotente quanto profonda necessi.td di raffigurare sempre più da vicino q uesta realtà, con le predisposi– zioni del gioco cromatico e della finezza espressiva. Le immagt'ni di Costanza Menney sono allora un po' tt1tte impastate di dolcezza, .ii stupore, di grazia: questi incontri lie– ,,itano nell'amalgama di una tavolozza non ricca ed esplosiva, ma legata a certe ricerche di colore come i rosa, i grigi, gli .izzurrini, e un rosso che la .stessa pittrice definisce « magico• per quella tormentata forza che tenta il colore stesso ne!l'a!i– me,ttare l'elemento favoloso di cui materia e spirito d'ogni figura è permeata. Purtt1ttavia queste figure (sagomate da una pennellata !!scia, curata come !'im– piego di un pettine), quasi colte da un attimo fotografico, corrette da una luce piatta, fredda e a volte ostile, generano i! fascino di una profonda interiorità; stabi· !iscono senza pt1dori, ovvero co1i equili– brata verità, i confini di una umanità più vidna al dolore che alla gioia; confer– mano nel ifioco delle movenze e de! fu– nambolismo appena iridescente una. pat.Ca provvisorietà. Gli elementi poetici ohe vi si fondo11.Q;, nascono dall'osservaz\one fedele e intel- 1;gente del soggetto. E Costanza Menney anche in qu.esta occasio11e (una serie di disegni dedicata ai poveri meriterebbe un discorso a parte), ha inteso !asciare sulle sue tele e sui cartoni u,i messaggio di poesia, forse l'afflato più genuino di un sentimento al quale solo l'arte concede linguaggio universale. Uri discorso che è, in fondo, colloquio con un mondo ora soffocato da nuove e materiate b'tzzarrie, ma che, tuttavia, riconduce sui seritieri, anch'essi fiabeschi, della innocente ado- lescenza. CARLO GIAOOMOZZI COSTANZAMENNEY

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