la Fiera Letteraria - XI - n. 30 - 22 luglio 1956

Domenica 22 luglio 1956 LA F TERA LETTERARI'A1 Pag. 7 • LIRICI Vincenzo Cardarelli con Marotta E\'liste tracciafl nei versi dei poeti, dei loro segreti itine– rari, che non sono sollanto geografici ma linee dominan– ti di un motivo lirico che ha le grazie del sentimento. La poesia, partendo dall'aspetto esterno di un paesaggio (di città paese con !rada, o di lo– calilà comunque sfiorate co– nosciute ammirate nel corso degli anni o lungo le soste di un viaggio. fa sl ch'esso diYenga simbolo della memo– ria elevandone i naturali confini. che son propri del– !"occhio. fino a oggettivare e concretizzare la bellezza di luoghi che restano a fermen– tare nella coscienza del let– tore. Esiste cioè una guida del sentimento lirico che, a se– guirne il filo nascosto, darà modo di sconfinare tra gl'in– numerevoli panorami di una Italia scoperta dai poeti. E ci si accorgerà, allora. che con la lente introspetti– va, se non d'ingrandimento, della poesia, sovrapposta al– le inveterate immagini di un pa-e-saggio svelato da scritto– ri e giornalisti, da pittori e fotografi si possono ancora scavare e scoprire (in una tridimensionale figurazione) aspetti e caratteri nuovissi– mi ... relli coglie la vita dell'entro– terra, quella urbana. dei cam– pi. Questi, i,ofatti. sono gli elementi del suo canto, del resto ritornanti isebbene in minor misu.ra nell'elogio alla sera: Lenta e rosata sale su dal [mare la sera di Liuguria.... (2'); dal cui suggestivo scenario il verso trae momenti di levi– gata misurata dolcezza. Ma da entrambe le poesie affiora vivissimo. il paesag– gio, dove sentimento e geo– grafia, t-:,rra e mare, in di– retta proporzione s'alterna– •no e si sovrappongono fino al risuJ-tato di un movimento che ha tutta la tinta, e la grazia. dell'accorta contem– ]?lazione. Quale !'interpretazione del paesaggio di Montale? Seguiamo con lo sguardo la figura delle ricciute ragazze che recano sulle spalle anfo– re colme;: Dove se ne vanno le ricciute (donzelle? (3) Il loro passo fermo e leg– gero deve risalire un erboso pendio, se lo sbocco di una valle attende invano le belle forme ombrate da una per– gola ... DEL LIGlJRE Poesia dCardarelli eMontale: laLiguria è unpaesaggio terrestre * Esiste traccia, nei versi dei poeti, dei lotò segrèti itinerari che non sono soltanto geografici ma linee dominanti di un motivo lirico che ha le vive grazie del sentimento I )f di ELIO FILIPPO ACCROCCA struite di vecchi mattoni. Na– sce cosi il profilo di un paese legato agli anni dell'infanzia. orma,i finita da un pezzo. ri– masto assorto nella chiara memoria: Pure colline chiudevano d'in• (torno marine e case; u :ivi le uesti– [vano qua e ld disseminati come (greggi. o tenui come il fumo ti.i un (casale che veleggi la faccia c :a.de- nte del cielo. Tra macchfo di vigneti e di [pinete, petraie si scorgevano calve i gibbosi dorsi di collinette: un uomo che là passasse ritto s' un (muletto nell'azzurro lavalo era stam– (J:XHO per sempre - e nel ricor– (do ... (5) Entriamo cosi, seguendo per suggestione la guida lirica del sentimento, nel vivo dei pae– si liguri. nella costruita geo– grafia di un ambiente di col– line e di mare, di case e di ulivi, di vigneti e .pinete, di petraie e d'uomini: tutto ri– masto stampato nel ricocdv. non soltanto del poeta. r.n di chiunque abbia pos~~o C piE– de in questa regione. Di cui Montale. approfond~tdo l'in– dagine poetica ·in un rapporto costante di ambienle-vita, raccoglie finanche il mute– vole volgere dei vèn ti: O rdbido ventare di scirocco che rarsiccio terreno giaHo– (verde bruci; e su nel cielo pieno di smorte luci trapassa qualche biacco di nuvola. e si perde. Ore perplesse, brividi d'una vita che fugge come acqua tra te dita ... (6): Vènti che alitano in com– mozione col cuore, perchè na– scono dal profondo battito della vita: diventando simbo– li. gli oggetti dei tre venti, della propria intima scoperta natura. Se ne avrebbe rnn– ferma se ci attar-das~!m.1 a ricavarla dagli e,empi evi– dentissimi, e non so:t2nh1 neJ– la zona de L'agave su lo sco- glio: < ._.oggi sento - la mia Quello di Mòntale. ancor immobilità come u,n tormen- più di Cardarelli per 'I qu3:e to • (Scirocco); • Ogni for- dovremmo spostare l'iodagi– ma si squassa nel subburbio ne su altra zona geografi~•. - degli elementi; è un u~,o è segnatamente riferibile al solo, un muglio - di sce:µate cielo di Liguria. E si ri,veJa, esi'Stenze: tutto S(.1hianta - più che celarsi. anche nei l'ora che passa• (Tramonta- versi seguenti: na); e Lameggia nella chia– rìa - la vasta distesa. ,in– crespa. indi si spiana beata - e specchia nel suo cuNe va– sto codesta povera mia - v1t.i turbata • (Maestrale). Paesaggio e sentime:iro, al– lora, convergono: come am.. - biente (natura) e vita, real– tà e nie1noria, (oggetro e sèmt– bolo di Anceschi?): poesia na– sce da entra1nbi, e nei prir!'..o termine è ·riflessa grai'l pnrte (non so se la migdo!'f') del poeta. Ciascuno, infatti, anche se inavvertitamente, va d:!'3 ri– cerca del proprio paesaggio, di quello che più sente rivi– vere dentro di sé, ogni volta che ne scorge un !"if~esso estenno. Il poeta rispt'cch,~ nel verso il paesaggio che più somiglia al prop,·to sen;:bile animo, e solo mutanrlo que– st'ultimo anc,1e J"altcç a;su– merà a1;::-a !lrHu?·a. Ma a:i~o– ra è la natura s!e,sa del poe– ta, dell'uomo, che avrà mu– tato via. in.:iCb'l'! "l'h 1ntere:·– si poetici di di-,ec.;'.l origi::c, ma accade rara;·.1en•P. Ed ogn: poeta ne rin~ ~e. per legge costante, uno proprio. per ri– creazione spontanea e hlin– liva della propria p:ù natu– rale formazione. (Provate a inserire. poniamo, Ca~d!Jccj nel paesaggio del Leoparrli, o Ungaretti in quello del Car– ducci...). Nella scopena degli uggettl, degli elementi cioè d: Aui è nutrita la sem~ibile natura del poeta, è la chiave per ~ r– rivare alla più accorta com– prensione del suo segr<'lo animo; e tra gli oggetti a~qvi– sta particolare risalto ;1 rae– saggio, che alla fine risu::a essere • paf'sa'.ggio dell'an:– ma •. cioè fattore di vita poe– tica inconfondibile. •..bastano pochi stocchi d'er- (bdspada penduli da un ciglione sul delirio del mare; o due camelie pallide nei giardini deserti. e un eucalipto bioh.do che si (tuffi tra strusci e pani voli nella lu.ce; ed ecco che in un. attimo invisib!li fili a. me si o.s.sèr– far/a.Ila in una ragna (pano. di tremiti d' olfvt. di sguardi [di giT'a.!Oli. Oppure, traspare dal ,·iso stesso del poeta, che s'illumi– na, a tratti .durante la cena in ferrovia lungo i trafori òi sasso misti di cielo e ac.que. come quello di altri uom:ni intravisti nel viaggio, m un chiaro-scuro cui intimamen– te è legato il ,proprio mutevole cuore. La luce appena scorta (•al primo chiaro ... al pc;mo buio... al chiaro e al buio. soS1e ancora umane•) (10), nella corsa lieve del tre:10, illumina il suo intimo ;:,ae– sa,ggio: che è la vita stess/J che s'alterna tra soste e cor– se. le une intrecciate alle al– tre come gli elementi vari che mirabilmente traspaiono (ombra e luce, collina e mare: paesaggio e vita) nell'assorta poesia. ELIO F. ACCROCCA (1) •Liguria>. Poesie, Mon– dadori. (2) •Sera di Liguria•, ivi. (3) «Sarcofaghi•. Ossi di seppia, Einaudi. ( 4) • F-usce!lo teso da! mu- 1"0». jvi_ (5) •Fine dell'infanzia•, ivi. (6) «Scirocco•, ivi. (7) «Tramonfana•. ivi. (8) «Maestrale», ivi. (9) •Riviere,. ivi. (10) •Mottetti>, Le occasio– ni, Einaudi. Luigi Bartolini: ,. L'uomo inutile'• (acquaforte originale). Bartolini ha vinto a. La. Spezia. il Prendo per l'incisione grafica di costume Anche la Liguria, come ogni altra regione, s'è lasciata Iu– stnga-i;f ,dalle 'mire dei poeti, e ad allargare lo studio ci si imbatterebbe nei versi di Roccatagliata Ceccardi, Sbar– baro. Cardarelli. Montale, Barile, Campana, IBartolini, Caproni, ecc.: poeti non tut– ti liguri per nascita. Alcuni, COlllE Campana, Cardarelli. Bartolini e Caproni sono di altre regioni, ma della Ligu– ria han lasciato qualcosa nei loro versi o per avervi a lun– go soggiornato o per averne colto sia .pure •in occasionali viaggi gli essenziali elementi che la caratterizzano. Ma ecco scoop.rirsi dall'alto la piana del mare: un treal– beYi scivola col bordo appe– na ..r,eclinat_o al. 1"ggero spi– rarè del vento. S'intravvede, come in uno scorcio. la vita del porto. Appaiono i primi segni concreti di esso: treaa– beri, ciurma, to Ida. timone. Anonimo porto, ma la presen– za del poeta vi è chiara, sia pure oggettiva e resa egual– mente anonima da quel • Chi è in alto e s'affaccia ... • (4). LA XIV MOSTRA DELLA CERAMICAA FAENZA Ma limitiamoci, per ora, al • sen~imento poetico del pae– saggio ligure • in Cardarelli e Montale. Dal primo, il paesaggio di questa regione vien colto nel suo insieme: quasi a formare un'astrazione. una generale visione di questa terra che il poeta saluta, fin dal primo apparire, con un elogio ri– volto alla sua grazia. alla sua leggiadria, all'ardente e pu– lita sua campagna: E' I.a Liguria una terra Jeg– (9iadra ... (!) Il sasso e l'argi!la. l'ulivo e la mimosa, le valli e le vie lastricate, i campi di rose, i podei,i e le vigne, le pietre, il mare, il vento di maestra– le. le chiesa che sembrano • navi disposte a esser vara– te •, e i cimiteri aper.i al ven– to e all'onda: questi sono gli elementi della natura. che della Liguria cardarelliana sono essenziali figurazioni. Elementi terrestri, però, in quanto il mare, tra di essi. fa soltanto un'apparizione. Del paesaggio ligure, Carda- Ma anche in Montale il ter– restre paesaggio predomina su quello marino. Sarà reso dal pallido e assorto merig– giare presso un rovente mu– ro d'orto, o dall'aascoltare il fruscio dei serpi tra i pruni, dalle palpitanti 5caglie di ma– re osservate da lontano. Sa– ranno le crepe del suolo, il folta di verde, il canneto che pare s'addormenti; sarà u,oa chiostra di rupi o la oima d'una palma giovine, o l'acqua lampida tra le pietre. E in tutto questo paesaggio entra, come di riflesso, la vita del poeta. In quello egli ritrova par~ di sè ed è la più domi– nan,e e la più dichiarata. Me– raviglia lo coglie nello sco– prire il segreto della vita che si sgretola. Vibra il suo cuo– re, in un'ora di disagio. nel giuoco di aride onde: le stes– se che il poeta intravvede a un passo dalla sua ombra sommersa da pensosi richiami. E' il paesaggio che si am– plia nella gloria del mezzo– giorno, quando gli alberi non dànno ombra, o che s'ingri– gia nell'ora vacua del tn:mon– to che discende sul mare ... L'acqua s'ingolfa dentro l'arco della costa. La conca ospitale della spiaggia racco– glie poche case scarlatte, co- Eugenio l\Iontale Decorazi ne o scultura La massima manifestazione ceramistioa italiana, che si avvia a importanti mostre internazionali, ha bisogno di essere potenziata diventare ttna delle più e affidata a competenti ,Premetti<!n'lo ch<e anche que– sta quattord1cesima mo,;tra– concorso della ceramica, che h-a luogo a Faecza in questi giorni, è quanto di meglio si faccia adesso in Italia; quindi Je considerazioni che seguono, pur traendo lo spunto dalla m1mifestazàone f-.!<!ntin·a, han– no un carattere più generale, cioè r~11rdano l'attività cen– mi.stice. in genere, come si è venuta profilando durante gli u:ltiml lustri. Ai vari a'llcora-ggi, p.iù o me– no ,.... i.di e genuini, alle di– verse tradizioni regionali (si– ciliane, pugliesi, oompane, la– ziali, toscane, romagnole. ve– nete, li:guri, ecc.) è stata v_is via sostituita un'attività cera• mi6tica che punta sulla deco– r,az-ione come fatto decisamem.- ~ di GIUSEPPE SCIORTffiO te artistico e limita la novità delle forme a contorsioni, ar– bitri, astruserie fuori di ogni autenti<:o sforzo per giungere a un p1:oprio ed originale lin– g,uaggio. E, per quel che ha attin<enza con l'uso dei colori e con gli accordi, ei pre– ferisce il casuale e quindi i lasci-a all'opera del fuoco, cioè al caso, il resto. Pensiamo che ceramisti come Gambone, Me• J001dri e Parini debbano sen– tire il peso di questa situa– zione, se lo sente un giovane di ,-alore come Meli che so– vente ci ha parlato di nausea per la ceramica e del suo as– sillante bisogno di passare dal vasellame alla scultura. Pesaro, al quale però nuoce un insistito gra!lsmo che porta con sè il pericolo e i sintomi di un at anagliante e noio~o manierismo. Un altro artista che la gh.1ria ha avuto il torto di trascurare è Arrigo Visani di Imol,, il qual~ ri-esce sem– pre a vari are le- sue fias,:he con motiv-i d'una finezza cro– matica e di una scioltezza espressiva (tendenzialmente ca– ricaturale) che lo qualiiicano ceramista e pittore di seria consistenza. Giovane anch'egli è il fae>ntino Carlo Zauli (a lui è andato meritatamente il premio « Ballardini »l che rie– sce ad approiondire ogni gior– no i suoi smalti e a creare oggetti di singolare e aristo– cratica bel!ez:za., Sivertsen, Erik.sen, Hà:Jaoi e Vogt; la Fhtle.ndla con Laine, Lehtonen, Makinen e Paasi– Yir\a. Una partecipazione. co– me riulta anche dal nostro semplice cenno, realizzata se– condo c r i t e r i artigianali ed estetici di un certo rigore. Dice il Liverani. a propo– sito di questa partecipezione stranil!ra: «L'amore per la ma– teria preziosa. lo studio dei suoi valori l'articolari e l'uti– lizzazione piu propria, j! senso -preci.so del risultato da otte– nere, la e.,,-atta percezion-e di un mestiere posseduto appieno e messo al servizio di una fantasia imbrigliata ed educa– ta, eserciteranno. conf:diamo, una funzione catalizzatr:ce su gran parte degli artefini nostri>,. Sei critici accolgono 150pittori all'approdo nel golfo della Spezia Di questo non lieto e con– fuso stato di cose - che si accompagn-.i e forse determina ,ma crisi deUa ceramica, di cui i mercanti conoscono da qual– che anno si<ntomi ed effetti - la mostra di Faenza è, io più d,i un senso, un esplicito aspet– to. E come potrebbe non es– serlo? La co.rnmissione di ac– cettazione, quest'anno, è stata di un ri.gore insolito: su 1.150 opere presentate da 229 cera– misti ha scelto 659 opere di 211 concorrenti. Tale selezione O'VViame,ntenon ha potuto cor– re,g,gere quello che è l'indi– rizzo - o il dimzzone - dei ceramisti italiani contempora– nei; tuttavia essa è servita a mettere nel giusto rilievo al– sune giovani pernonalità e a :fare m-eglio riesaminare la pro– duzione recente di ceramisti (come il FantonJ di Firenze) su1 quali s'era, forse intem– rpeslivamente, puntato e che a:Jla resa dei conti deludooo ogni aspettativa. Su un piano di aristocra– t:ico artigiaoato sono gli ogget– ti di Rolando Heth:>er, che la giuria ha forse avuto il torto di trascura.re : Lucerni ci sem– bra più a<:curato del solito, anche se meno saporo$o e spon– taneo; ed ha qualche pezio significativo (per es. La ca– pra) Serafino Mattucci di Ce.– stelli. Mentre Salvatore Meli. in continuo fermen lo che ci auguriamo salutare, cerca di uscire dalla ceramica vera e propria per esprimersi secon– do forme plastiche proprie alla più aggiororta scultura. Con quali risu:ltati"/ Certo che il grande vaso triangolare e il piatto con toro i,niuria o sono tra le opere più significative del Meli e della mostra faen– tina. Altro che stanchezza e monotona rilassatezza. Un giovane del quale abbia– mo spesso avuto occasione dl ammirare l'ingegno e l'inge– gnosità è G. B. \'alentini di Ora, se si e<?(:ettuano le po– che perronalità accennate, nul– la dd originale e interessante ci. dicono gli altri espositori (ciò che non esclude la pre– senza di quakhe altro pezzo pregiato); e le mostre delle scuole di ceranùca quasi tutte cooferm~o c-he i ragazzi, in– vece di far da sè per rag– giungere poco aJJa volta una bellezza sia pure artigianale, preferiscono sfogliare le rh·i– ste pe.r imitare o copiare. Ciò va detto tanto per la Scuola S atale d'Arte di Avellino quan– to per qu-ella di C-Omiso, tanto per Sesto Fiorentino quanto per Isernia, tanto per Nove quanto per L'Aquila, Milano, D'accordo. La partecipazio– ne nordica di quesfa:mo è so– prattutto notevole per-eh~ do– cumenta una sapienza assoluta di mes~ere ed è di monito alle troppo sbrigliate fanta ie mediterranee. Ma, anche tenendo conto del molteplici si,,anificati che la pre– senza di altre nazioni potrà avere negli anni ve-'lturi. af– facciamo la proposta di mòdiii– ,care in parte la partecipazione italiana per meglio qualificar– ci e per Yalorizzare adeguata– mente i nostri artisti mt!Zìiori. I buoni cera,nisti italiani (e senza le mo1·e as.5enze che o.gni anno rooo da lamentare) parteciperanno an::iualmente. sotto giuria e per invito, alla mostra di faenza con poche opere come si fa adesso; ma L"esperimenlo di una giuria composta solt"111o di critici è stato tentato quest'anno per la prima vo!ta al Premio , Golfo della Spezia ,, dopo le giurie miste, critici eil artisti, che si ebbero nel passato, da quella con Carrà e Cagli, presieduta da Valentino Bompiani a quelle che, presidente Rag– ghianti, annoverarono fra gli altri Casorati. Argan e Ciarda, a quella, infine. dello scorso anno con il povero Vagnetti, Fazzini e Saetti presidente. Una giuria di soli critici è sempre un esperimento inte– re&ante. anche se non proprio nuovo, per le indicazioni che possono venirne. Vediamo dunque quali indicazioni ci so– no venute dal:a Spezia. Innanzi tutto le ammissioni. La sele– zione è avvenuta con estremo rigore. Salvo pochi casi, si può dire che i sei critici si siano battuti senza pietà contro i 675 pittori che da ogni parte d' ltn– Jia, soprattutto dal milanese e dal torinese. e molto meno. ov– viamente. da Roma, jn\·iarono al concorso 1676 dipinti di va– rio genere e dimensjone. Tan- t'è che alla fine soltanto 151 pittori vennero accolti. un centinaio di meno, all'incirca, di quelli che di solito figura– rono nelle edfaioni precedenti, e con appena 2!0 opere in luo– go delle 300 o 350 del passato. Questo rigore ha giovato al premio? I pareri rono discordi. C'è in giro molto malun1ore, e molte leggende. C'è chi vi sus– surra in un orecchio che tra i non ammessi sono tizio e caio, , invitati alla Quadrien– nale•. Ma indicazioni assai singola– ri rooo venute dai critici per 11uanto si riferisce all'assegna– zione dei premi. In otto edi– zioni contecutive, quest'anno per la prima volta la giuria non è infatti riuscita a tro– vare l'accordo neceFsa do per attribuire i premi ali'unanimi– tà ed è stata costretta a ripie– gare sulla fonnula della mag– gioranza assoluta, che tutto sommato è una formula che sa ,empre di polemica. Vogliamo desumerne che i critici sono meno arrendevoli dei pittori, più stizzosi ~d impigliati nei loro giudizi? Potrebbe essere avventato. ma siccome il fat- che i giudici la presero inizial– to è avvenuto vale la pena di mente assai alla larga. Parti– segnalarlo, non tosse che per- rono intatti formando una ro– chè rompe una tradizione cli sa di beo quarantasei candi– armonièi iilala liscia per set- dati ai nove premi; una rosa te anni. Come ciò si sia veri- ampia anche per la qualità e ficato è diffici!e dil·Jo, indi- varietà dei nomi, da Bartoiini screzioni non ne sono trape- a Moreni, da Ciarde a Lattes, Jai,e, sulla questione i giudici da Galante a Cassinari, da Ma– hanno mantenuto la bocca cu- gli a Perizi, da Melecchi a cita con piena (e infine unani- Corsi, per citarne alcuni. Da me) solidarietà. Si sa sola- questa, attraverso ripetuti esa– mente che ripresa aJJe dieci mi, altre rose sempre più ri– della ~era una discussione che strette sono state c,omposte, dalle ol'e della mattina si era finché la giuria ha fermato prCJtratta Jung 0 tutto il porne- !•attenzione per :'assegnazione riggio, essi continuarono a di- del primo premio su Ajmooe, sC'Utere fino ~lle due dopo la Birolli, C~•rmassi, Chighine, mezzanotte, per couc:udere con Maccari, Merlotti, Spazxapan. la votazione che diede a Bi- Che cosa è accaduto a questo rolli il milione del premio punto? Il verbale è troppo la– • Golfo della Spezia • per una conico per aprire almeno uno opera, • Mare ligure,, dipin- spiraglio: si limita a dire che ta dall'alto dei dirupi delle , infine, dopo ampia rliscussio– Cinque Terre. ne, a maggioranza assoluta •, Tuttavia, non è detto che il il premio è andato a Birolli e cammino percorso dai giudici continua annunciando assegnati per arrivare a quella conclu- a Spazzapan e Chighine gli altri sione sia rimasto proprio av- premi di cinquecento e due– vo!to nel mistero. Qualcosa di centomila lire. Ma. essendo no– questo bi~ticcia":o itinerario ci ve i nremi in pa!io, è pPn&.1bt rivela il verbale reso agli or- le che i quattro ha!tuli alle po– ganizzatori. Da esso emerge ste maggiori troveranno di • che rifarsi con i sei premi da centomila lire ancora disponi– bili Invece, niente, Maccari ed Ajmone, Morlottl e Carmassi scompafono ed emergono Frun– zo e Bellani, Licata e Spizzico, Mootarsolo e Ruggeri, ai quali vanno aggiudicati l sei premi. n terreno, si capisce, è mi– nato dalle illazioni e nes,;uno potrebbe arr!scl1Jare un passo fuori dei limiti del verbale, senza perico:o. Ma la pe~en– toria scomparsa dei quattro candidati al milione sem'Jra materia da quiz poliziesco, le cui brune potrebbero dissol– versi solo pensando che di essi non sia tenuto conto, per i premi minori, perchè il rico– noscimento sarebbe stato trop– pa modesto. Eppure. fatti e ri– fatti i conti, è difficile capire come fra una vota.zione e l'al– tra Mino Maccari non abbia trovato il suffragio necessario per ottenere il pieno ricono– scimento a C'Ui la sua pittura, giunta ad un ben preciso pun– to di approdo fuori dalle av– venture concettuali RENATO RJGHETTI Partendo da forme e cromie compomte, che non ignorano diverse e aggiornate soluzioni, va sviluppando una sua per– s0nalità Germano Belletti, spe– cialmente in una riuscita e premiata ciotola; Salvatore Ci– rpolla che, pur adoperando una densa e sporca coloraziooe. precedentemente aveva attirato l'attenzione dei competenti sul– la sua opera. adesso inclina verso forme pJ,astiche stili ti– camente ben elaborate e che si giovano d'una decorazione sobria e gustosa; i « ricami n fan-tasiooi di Civitclli, quando fuorescono dal pannello, ricor– rono a sagome semplici anche se un po' tozze, Civitelli: '' Vaso 11 ' Salerno, S. Stefano Camastra, Venez,ia; e poi ancora per gli i,stjtuli d'arte di Modoo-a, Bo– logna, Perugia, Pesaro, Reggio Emilia, Venezia; e infine (il che sorprende) per l'Istituto di Faenza che, oJ.tre alle opere di allievi che espongono nel concorso. ha allestito in sede una esposizione didattica in cui figurano anche gli scarti di forno. La sezione straniera è que– st'runno piuttosto nutrita ed or– dinala secondo un criterio geo– grefico e artistico senz'altro accettabile. Essa oc:cupa un an1- pio salone (forse il più bello del:Ja mostra) e co.rnprende: la Danimarca, presente con Thors– ron. Bogelund, Gauguin, Va– segaard, St:,ehr-Nilson, sal– to, ecc.; la Svezia che espone opere di Lindberg, Kage, Fri– berg, Stalhane. ecc.; la )l"orve– gia con un selezìo:iato grup- po di artisti fra i quali Fjelsaa, alcuni di essi - a turno - abbiano \·ia via una ben se– lezior.ata personale. A ciò an– drà unita una maggiore dispo– nibilità e consistenza di premi le a dire un intervento da par~ te degli organi di governo. La massima manifestazione <!eramistica italiana - che si avvia a dlventare una delle ;più importanti mostre interna– zionali - ha b.isogno di essere potenziata ed organizzativa– mente affidata a persone al– meno nazionalmente note per la loro competenza specltica. Faenza ha in partenza il van– taggio di essere intemaziona:l– mente famosa come una culla della ceramica e po_.<siede ,mo dei più bei musei dedicati a quest'arte minore; siamo con– ,inti che i faeintini noo si la– sceranno sfoggire t a I e van– taggio. GIUSEPPE SCIORTlNO , f'

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