la Fiera Letteraria - XI - n. 24 - 10 giugno 1956

Pa. 4 LA FIERA LETTERARIA Domenica 10 giugno 19.56 Vol eiò eJ1e siete lo Napete. Pe1•duti ulla 9ronde luee. ondate insieme, eome· i lad,•i di notte • .Non gua• tla9nate. le sante 01•e dell'esistenzu - voi 11011 arnute nullu di ciò elte io u,110: solitudine ehe a 111e ispii•a • •on a qua!Jo di donna volubile é simile il tuo amore - u!Ja ho mai temuto da te - o caro nobile amico, o cane Liebe! AL CA..'IARINO - Tu caro, che a me r4mm•nti che anch'io dovrei - come te, fl primo apparire dell'aurora mettermi t cantare. - Oh si a cantare Assomiglia• re al tuo verso cosi ben modulato - che rammenta le tue Isole gialle sparse alle soglie dell'Oceano - Invece non posso can– tare. I Tribunali mi tolgono la dolce voce - ml stringono Il cuore - Mi riempiono di i:riglore I pensli!rl lievi - E' già poco do• po l'ora l'alba, ormai - stridono. tramnl di gl, stridono agli anelll delle piazze - I rudi c~rri del tramvai. Non posso nem– meno plu stare In ascolto di te, o Dio! non– ché di me. Debbo sortire dal mio uscio ed Impegolarmi In carte bollate. - Correre di su di giù per le scalee infami. Scon– trarmi con il povero gr<?gge che. come me, sale e discende le scale del tribunali - Ma dunque cosa lo mai feci, al mondo, da scontrarmi cosi spesso con la giustizia ct,. i:ll uomini? Per quali mie Innocenti iliu• slonl io Inesperto caddi - e vi caddi sin d'l giovane - nel gorghi del tribunali? Oh In• fame mattatore! Oh Erinnl lnfamisslma - e vilissima - E' un numero troppo pe– oante quello degli anni sotto cui ml per– segui. - Dica Giove se non é ora che ce•· sino, per me, 1~ persecuzioni di costei! * AUTUNNO - Neuuno raccoglie le fo– glie eh~ cadono - perché tutto si sprt• ça ni questo umido Infame mese. Tristez– za a chi cade! - Ti pioveranno addosso - ti pesteranno nel fango delle strade - Fo– glia qualsiasi anche tu - grand'uomo! - Che cosa conta la gloria a questi lumi di luna? - Conta meno della spuma del ma• re e délla criniera sua bianca - che si rl• frani:e sulla scogliera. Suona Il mare ver• so sera - Infrangendosi più !urloso che mai. I suol cavalli fantasmagorici! Le redini del suoi ca vali nessuno le tratter• rà. - Tutto muore ch'è stato vivo anche pèr più di un attimo - Batte li gelido re– mo della Morte - per ogni contrada - e dovunque tu sia. dovunque tu vada - quanti sforzi tu compia - ti piaccia o li dispiaccia - in ultimo morirai. * AL CA. Af.,INO - Tu altro mio campa• i:no - tu, altro mio amico - ml rammenti le campagne fellei - quando ml rallegri eon il canoro verso - o tenero uccellino di gabbia - o canarino di puro giallo !sabei· la - La tua stella è breve. La tua felicità é nella zabbia - Te beato che quantunque vicino a me non odi mai il mio lamento ani:o~c!oso - Sempre più angoscioso la– meuto di mano in mano ehe lo m'avvio verso la Morte - Invee, tu, Innocente crt~· tura - non sai nulla di nulla; ma canti me• glia di me - il tuo canto è pieno di gor– gheggi, a volte assomi~lla a quello del– l'usignolo. :vii sembri!- d essere per merito del tuo canto - per i campi assolati men• tre chiuso anch'Io eome In una gabbia, di• seirno o scrivo. ' * Ora tu ,che sei nala a Roma ed hJi ap• preso a parlare in latfno - potresti eonver• sare eon le antiche romane; ma con chi? non di eerto con Giulia, la scavestra ne• pote di Augusto - e che andava di notte a profanare - Insieme a giovinastri. la Casa delle Veslali - Giunse all'orecchio del vecchio zio - la poco edificante no• velia - e Giulia venne confinata, esiliata, lontano da Roma - Non con la bella Giulia tu potresti - ripeto - delle antiche romane conversare. E fola e racconto In• LUIGI UAI\TOLll\'I: PusaJgio vent< 1.to quello della Madre del Gracchi, Cornelia, Nessuna romana tu vlrtuon a! segno da preferire I suoi !!gli a! suo! gioielli - Dunque, con chi? - Né con Livia, rapita al marito console dall'au– stero Imbroglio di Augusto che w·•· dicava, ai passeri, la castità dell lm• psro - Io te lo dirò domani con chi dovrai parlare: - dopo che avrò scarta• bellato l'intiera storia delle donne del• l'Impero romano. - In conclusione studia li !~tino; ma non Iei:gere, per ora, né 0v!dlo né Giovenale. * A che scopo una cosi nobile blblioteq,. come la mia, dove domina I! raro Tertul• ll,no - edizione di Par!ei del l;i9Q? A che scopo Il rarissimo l!bro di Corillf.. amica del bel Bodoni? L'~sistenza hJ una ruota dal g!rr, cosi breve che è !nu• tile catalogare libri. - Era ,I tempo d'una volta che l'uomo non era un nu• mero e che non perdeva Il suo tempo, se lo spendeva In m~ltazione. * fra que~ti bo1·ih051 - qutnt, m, ne toc,,ò subire per ·•embrn, •nch'lo bor•. gbe.,. - QuJh sacrifici • qual! rinunce! Alzirml alle ore quattro del mattm~; start a ~•pochino a me:l!tare Il C<>me e Il quando ... * V! furono giornate di sorriso; ma Hm· pr, t•tr, rltrluP '• sua strratJ finestra; ffmpr~ abbJssat+ la sua crudele vtran· da. Contro vi batte Il sòle. ancora agii, du~ di dicembre; ed ella sta non •o In qual, nascosta camera; vittima dei suol pregiudizi. * 9uando venn,ro a trovarmi - io ero g!~. da tr, secoli, morto -' G:bl vennero? furono I fJrlsei - I far!s,I a trovare un morto - J;)appr!ma Ieri e Itri l'ahro - non avevano voluto ascoltarmi - o non avevano inteso la mia voce melodiosa era la mia voce - oh si, melodiosa là per le valll aperte là per le strade blan• che eppoi ancora là per le in!orrate - eremitiche care strade lnforrate grotte come qu<?llr degli anacoreti Tufi gialli; archi di ponti - da cui pendevano tralci di edere. Oh le pareli dove lo scrissi - nel tufo tr~glodita e ricamai i miei di• segni richiami a ninfe pastore Era• vate cosi da me desiderate - negli antri e nelle grotte dove brillava il capelve• nere. Mito non fu; fu realtà la mia. - O realtà fu del mito che lo ridestai. Allora si che po<?ta lo fui. Dovevate cerca.rmi allora che non conoscevo al• tro mondo all'Infuori di quello delle rupi. Verdi oscuri antri dalle grandi fo– glie! !Banchi stillavano ! coralli d~lle acacie - I caprifoi:li rosati e gialli nelle boccucce dei loro Imbuti. Biancospino, tu sei rimasto bianco nel fondo della mia memoria. - Bianco, colorè di candida gioia - a mazzetti fra gli spini - Oh soli• tarle mje ore - Oh solitario re che io fui - Poi la mia sorte !u dlveri;a - allorché entrai in questo mondo dove di verde non c'è sentiero ma rettifili • rettl!lli - strade lunghe da formicai - cittadl· n! e cittadini, - e lo s raz!o dei tramvai - misero morula quello In cui entrai - ricco monde soltanto a parole. * Il mito di Prometeo! L'unico cbf ml piaequt in itoventù - Ora, lllf misero & povero, tttendo li vendetta di Giove - µ~::hé - o ripeto - egli è più cattivo di noi tutti - Dl•fà non soltanto i soenl effimeri, ma le epoche intlere. Egli le ri• duce a meno che polvere - E mai s1 sa quan•lo si vendica, solo si sa quando ti colpisce la sua folgore - Potrebbe darsi anche che ciò accadesse fra qualche glor• no! Non ano già io vecchio, lo povero, io battu10 dal deslino? - Ahi me, misero, duo sole creature innocenti sono con mq - legate a un vecchio che si è ridotto simile ad una pietra - meno d'un arido tufo io sono, io povero vecchio! Né ,o come farò a d:lendervi nell'ultima mia ora - Questo volle, di me, Giove: nessuno tu al mondo a me favorevole fuor che il tuo dolce pese,, o Luciana, mia figlia - e tu Anita. compagna giovane d'un uomo vecchio. Io non so cosa fa rete da sole voi, dopo di me - Comunque, ringrazio l(ldlo che ancora non sia suonata la mia ultima ora Ancora non è suonata, ma I! tempo vola sopra di mc, sorpassa. va. la - E tale è Il de tino crudele dell'uomo che Anita e Luciana potrebbero - anche non fare ritorno stasera. dalla testa - La moltitudine (la folla) potrebbe pigiarsi eccessh·amente. Quindi potrebbe recare un grande male alle mie due creature! * Chi ti che s'accosta a! dolori d'un uo- mo? Il Dolor• è un mafe dov, or• ma! tutti cl ai:lt!amo. - I ·moti di que• sto mare 1ono re ·plnt! verso la crude!• ti sino ai massimo - Eppure Il ma• re d~l dolore, oh uomini, è suddiviso a scomparti - Ognuno di no! si agita nel proprio cerchio di naufragio - E per quanto !o gridi li e SO >, non ml asce,!• ta - di voi, nessuno - Perché, oh uom1oi, voi - fate codesto? Eppure lo ascolta! - !o presi a cuore ! vostri dolori - Per il dolore comune - di me, di voi, di tutti - lo scrlu! i mie! libri. * Tu. Luciana, gluoch! nel cortile - con lt altre bambine - Po! fa! I compiti - Non stili, più orma! - con tuo padre -Sta lnv•cr, con tuo padre - c'he prt1to mo• rlrà • Il tuo caro babbino! - Dopo non mi vedrai più Un giorno ml soinerai. Se ti Innamorerai · come è certo - di quelle cose brevi dell'esistenza di cui tu Innamorato tuo padre; oh. si, ti lnnamo• rera! - del cari campi - operanti e silen• zlosi e delle rive del bt>I fiumi - e dei fiori che !o raccolsi - lungo I loro de– serti argini - Una dolce aria t'accampa• gnerà - leggendo I libri che lessi lo - Ocazio, Catullo e Properzio - :l,la non g!uocare nel cortile - non studiare sem• pre non g-luocare sempre. Oh Mila ed Innocente sta qui accanto a tuo buon padre me guarda, me studia - che sono come te - quantunque orma! lo sia vecchio Domani, quando lo arò mor• to - tu. Luciana, ml rivedrai nella memo– ria soltanto se ora che sono vivo tu ml guardi e ml studi a Iun110 - Allora che !o urò morto anche le tue pene ti sembre• ranno le mie pene - quelle che già lo tra correvo - quando tu. innocente. non sapeq perché lo ste si assorto in tanto gravi pensieri. * Tieni. o !lel!a mia - o Luc1anel1J! - questa ~ la mi~ penna; è questa! Io pre– sto morirò - continua tu la mia opera - Tieni. o figlia mia - ques o è il mari.i• lo - è questo - 10 presto morirò - conti• nua la mia opera - Questa é la piccola plant~ di gllc!nl - questi sono I narci1i e I giacinti dell'altana - Io presto mori• rò - :vla tu continua la mia opera. * Ho ftnito - ho bevuto la mia es!sten• za - ho scolato il mio ,ino buono - ot !• mo. in àJC'Une bottiglie - e, delle i"Ua~te, la colpa è dell'altrui ruraéci616. LUIGI BARTOLINI MarioDell'Agata RdSSE~.\'d DI S1 1 1JDI Cl,,ASSICI A CVRA DI E'l. 1 'l.'OHE P.clRA'l'ORE * Come lucciole eterne per lo sp,mo immenso andranno, I NSSati splendori delle tue trecce al sole. * Lunghe le canicole estive dtl paese, i:iallo di sole, e nero di viuzze tlai:li immobili gatti scoset!i. In ginocchio al focolare, Tu cantavi friggendo le patue con lo strutto. La tua voce e gli odori di padella, sortivano avvinti dalla piccola finestra di cueloa, e amorosi, nelle nicchie ombrate dei calcinacci rigonfi nei vicoletti zitti d'incanteoimo caldo, morivano insieme. * MARIO DEI,L'4Gf.T.l CarloDellaCorte Anche I pesci ubriachi di tempesta esplodono nell'acqua velenosa di ghiaccio. Un pescatore CÒrrucciato li aspetta al varco, lividi, scaduta l.t marina avventura della pesca: e Quatro fioi che me aspeta >. A Chloggia l'aria infuria come qui, nella selvai:11ia baracca rifiutata anche dal cani. Il giorno non si attarda, notte ro!l'pe ovunque, ed oltre gli argini di neve spegne la luce nel capanni rustici. Febbraio indura il ghiaccio a piè dei ru,~ç!I arbusti, si risentono i polloni neUa crosta di vetro, e que•ta casa stretta da muri diaccl non consola che una parte d1 te (l'altra ne sfugge). Ora la càsa è troppo vasta e sola per te e la madre. inospite il giardino fa da tana alle bestie Intirizzite col suo tisico cespo vegetale. La colmerebbe Siana, il forte e nero avvampo dei caprlll dentro il lum~. I fiori si tramandano: la neve ne addormenta i colori, non li uccide. Primavera verrà per sollevarne · gli ultimi nati, figli dell'inverno. Ma la madre che cova nel granile soffocato dal vento la creatura del suo seno Immaturo, non conosce se vivrà, se col nidi marzolini sul tetto devastato verrà vita o morte dal suo grembo, e il 501, giunga per tempo a riscaldare il magro frutto. CARLO DELLA COIITE * Giuliana M.Poppt Jl'orae ttL sei qu•ll'aJito di luna. eh" van,jica il tempo e fissa il cerchio azz11rro degli amori lungamente sognati. E chiarità divina in te traspare dol.,nte so/itiuiine sègnando il •·itmo del privilegio antico. Vane schegge di stelle alla tua soglia s'hifrangono sd io ti attendo al di là del sile11zio • mi distruggo d'infinita asse11za. Non avremo uguali i ricqrd.i, ma ne!Carco d~l tenipo t'avrò amato. GIULIANA M. POPPI La latlnitò • net tieeoll dell'l111pero Con encom1ablle operosità non trascura di smcerarsl sul• es5'ndocl poss1b1Utàse non del. noto ancora a Cassiodoro, ctoe ramento e11llravvi.sa part1colar- somma delle proprie racoltà in- do con cui l'eredlta della ,cue– Henry Bardon, )'eminenti lati- J'appartenenz.a di questi :;crit- la s~conda risposta. Anzi pro- ln un ambiente la cui succe5,51.mente i n tutte le nu mtros_e JO· tellettlve e mtu1t1ve, 11 profila la s'è distillata in Boezio m nista dell'Umvers1ta di Pmpers, ton agli ambienti tilo:mperialì pno Qatle acute padne in cui va tradizione non fu mta\'.:cata serziont poetiche rtcorre· h nel se nul, in que ta età, proprio maniera da adeittJar&1al nuovl ha rapidamente ultimato la sua o a quelli d'oppQslzfone c,emprt il Bardon ponendò l'lnsuss1• dal ciclone 1angobardtco, cui s1 testo della Con~olatto, che qum- nei grandi Padri, che af!ronta. comp1t1 senza nnnegare del tut- 1mproba fatica dt lnvest1~atore fmche ciò e pot;S1bile),se non strnte prciblema, anahtza il son volute altnbutre le piu gra- d1, come a bella posta adombra no i più alti problemi dell~ !e- to le _sue ong1m. Il R~phiarda delle zone dimenticate della trascura di nchlamare l'atte:n• progre 1vo svuotamento mter• vi rcsponsablhtà per la distru• 11titolo del uo lavoro. st tra- de o ci pale&ano la rivela21one ha mtrato Invece, nell l_ntrodu• cultura romana, dandoci que- zione ~!Ul ma.s.s1cclo fenomeno no della cultura pagana si sa- z1one di documenti della cui• sformerebbe da Consolatro phl· che la Ventà operò dt s~ nel tlone, a cogliere m ogni carme • 1 Lt'acnansoa, sKe 1m1 npcrkesl~kr ld 1 tlpland~I.·. d11eblelertàb,10 1~nra!r1eealdteàl 1s namrbtlrr 8 1 daenllaa• rebbe potuto g:ungere an'ch~ ad tura antica \n Ital1a. La realt(l losophtae ln CorJsolatio poe3eo , loro intimo. ~ropno nella poe- solo la fo~ulaz1one lmpllctta .,.,.. P .. una soddisfacente risposta al. è che dal momento che l'opera operando anche un sorprenden- sia, invece. I lnd1vl~ualltà po d: una poetica che non è nè il secondo e ultuno volume de llzzare il problema con la tee- l'ulttmo quesito ch'egli pone: sua e'ra stata travasata e, bene te scnmbto di prospett1ve, nel teva p1u r\gevolmente hvellarsl quella trnd1zlonale della cultu. La ltttéroture latine 1nconnue mca del caso per caso, mlran- perche della letteratura latina O male, rielaborata In opere senso che 1a !ilosoha, come se- al sentir~ e:omune. gt"tt.nre, col rn· retonca. ne-quella neoplato– In 320 agili, ma dotte pailne do solo ad accertare nèt llm1t1 si e perduto cosi gran numero succ~_.,ve, nP~uno s'era cura- vera consolatrice sopra u~ pia- suol moch, l fondamenti T1tuall mca, ma quella insita tn un~ P ega11r,c1dlhl 1 .agernezqais•turattt 1o 1 cononme,s,em 1 e· dqeu1e_ite 0 c1 0 toquleelln 0 otslc•r·e 1 ttorerlea. tsiv••nza" di opere, e si sono conservate to piu di trascrtverla, perchò e~ no puramente razionale m .no- della nuova v1ta associata. splntualttà nu<?va comprenstb.· I: , o proprio quelle che abbiamo a sa non aveva 1I crisma della me delle dottrine neoplatonl- Ma 1t Rap:sarda potrà sem- le solo come tllummata dalla notli1e relatlv1 all'attività !et- r1sa1lre allo sguardo d'insieme preferenza di tante altre? Àn- esemplarità Insomma il caso, che, dlverrebbe lruensibJlmente pre risponderct che se ciò è vero Orazia. Impresa certamente teraria 1n linguR latina (nei cui tali no_Uz1e,m fondo, PoS- che a tal ri~uardo la risposta cui il Bardon tende tuttora a ancella della poesia, assurta a per la maggior parte dei rap- meritoria e di fondamentale va,. pnmi cmQUe secoli a partire sono autonzzare se le s1 armo- delude perché è di una dlsm- dare la colpa maggiore del gua- veicolo della rede mercè la spi• present.anli della c1>iltà crisun. !ore propedeutico, alla quale ha da Auirustol di cui li te.mpo cl nizza in un tutto unjco. Non volta plurivalenza quanto alle 8lo, presentando come frutto di rituale soduz1one de1 su"i accen• n_a d'allora, !nglobat1 senza re- n?Cluto però1 una 1banale svlsta1 ha defraudati ed ha dtscusso, faremo certR.mente carico al cause. In realtà, se andiamo capriccio 1a conservazione o la ti e il suo slancio verso le ve• s1dut m una concezione del d1 composiz one. t pogra!ica, a~ ~esso con or\glnalltà di solu- Bardon d1 1nsmuare le sue per- ad esaminare p:ù da vicino r.erdlta di tante opere, è invece rità sovrasenslbiil e sovrara· mondo Integralmente Ispirata meno nella copi~ a me pervt z,onl. 1 numero•! e complessi sanali vedute a margine d1 quali sono 1111 •~tori latini ve• 11 motivo che meno le!;lttnna• zional!. dalla rede diverso è Il caso di nuta ciel vol11me. giunta • Pt problemi (cronoloqla, rnpport: quanto hanno discusso e con- ramrntt s1gnlficattvl che sono mente si può addurre. In realtà Per dimostra.re quest'ardua Boezio, tultora legato, come en- rtna ~XXII, IR suc~essione d~ • cçn opere note. dlstin,ione d eluso gh studiosi precedenti: andati smarriti le perdite ve- tutte le percl1te di opere poste- tesi u Rapls arda oarte da un tltà razionale. a una r1lo•or!a • pagma. lnvece 1 di( prose!!1Jldr,, un autore dall'altro),_ che a quei s~cie sopra un terreno cosi in· ramente dolorOSC. sono solo rion all'età au~stea .. dei tanti acuto riesame dellfl tunz1ane e d'ambiente paaano,_ e capace dt torna 8 pag. XV I pot~nza el nomi e a quelle not11.1es1 con- fido non sa.pr~ 1 ravvisare e con. quelle degli autori d'età repub. autori, p. es., cele~rat1 da Mar- della concezione della poesia nei rRigtungere l'estasi della fede numeri men~ramo Il, r~otlr• nettano. s1ghare un metodo diverso. Ma blicana ed augustea, SReele dei z1ale o da PJm:o 11g!ovane. s1 pnmt secoli cnsttan1. Mentre iOlo attraverso 1I .rapimento re I~ strada fmo 8 pag. !/opera sua e d0$t!nata a n• il fatto è che egli ~•mbra av- più antlohl, Nevio. Ennlo, Ceci- spiegano abbondant,emente con la discu !on~ filosortca, quan- della poesia. Ad ogni ~od_o do- e 1 in~erro';;pe nuovamente Il, manere un repertorio prezioso venturars1 ad una conolus1one 110 Stazto, Pacuv10, .J\rc10, gli la medl~crità, con I ~aiuta as- do non era riiorosamente Umi- vremmo ammettere eh egh rap- res an ° etmitivamente tO. e 1nsostitu1bilt, anche perchè person!l,le non tutte le volte In autori deUa togata, dell'atelia• senaa d originalità d. quei d1let.. tata nel caratteri di un·tntran· presenta però un caso eccezlo- tronco e cedendo• li posto ali~ le conoscenae bibliografiche cui c10 e quasi Imposto dallo na e del rmmo. _Quanto all'ee• tanti o mestieranti de.Ila pen. s1gente teolo~ia dommJ1tica e nale nel mondo della poesia seconda parte de_llo~ra cioè a dell'au~ore sono c 081 perfette. stato della questione, ma solo cellenza di auton perduti d'età na. Una volta tanto, nel primo ·morale, e..ppanva come un com- cristiana antica. In secondo testo e alla ve~stone ch'io ritengo quasl di poter ac- quando. a su? a_rb:trario e In• più avanzata, come Polllone. e e nel te~o capitolo dt questo promes 50 , come una prepara.zio. luogo non sarebbe stato tnop- Con tutto 0 . 1 P il vol~e de~ cettare soommesce contro ohi s1nçlacab1le q1ud1z10,egli nt1e- Vano, siamo sicuri che proprto volume,_ ti ~ardon ha caratte: ne extrtJ, lim~n nll'apprendlmen• portuno che, a mee-Uo_persua• Rapisa rd8 dev es.sere hetarnep voglia sospettare l'Ignoranza, da ne che valga la pena rarlo, E 11 muta.re del eusto. non neo-: r:zzato I periodi letterari di cui to della suprema Verità, Ja dercl del suo assunto, 11 Rapi- te salutato come un contrlbu 0 parte del Bardon. di uno studio la conse:guenza è che, mancan• nascendo in loro quei valore s occupava: ~peclhc2.ndo come poesia era C'rma\ totalmente as- sarQ_aavesse affiancato alla ~ua rlvoluz1onano alla cono.!l:tf"nza importante sopra uno q\talslasi d_oun piano metodico _ge~ersle, paradlgmatlco che s1 ravvu;ava, tip:ca dell eta augustea la t~n- sunta a celeoratrice dei miste- versione un minuto commento della ~onsolatio. boezlana, co– d"'szli Innumerevoli argomenti rtmanendo le conclus1on1 affl. verbigrazia, in Catullo e in V1r- den~a .alla poesia e come tl_p1cori e delle gioie della tede. Pro. stanco-culturale, _st11lsticoe ori- me un opera suscttatrtce di tut– trattati neJ ·volume. Per un !et- date a un c~suale colpo d1 son• ~ilio, deve averh condannati ai, dell eta claud1a il dUeUant1smo prio tn nome di questo nuovo tico a.tto •. lare, Intendere la ta una nuova problematica (jl tore italiano. adusato a consta da gettato piuttosto m un pun, l'oblio; e di autori celebratl5"i· mondar.o dei molti letterati, compito a quella arr11ato, la poesia boeziana come un vero stimolante interesse ..Esso des~ tare con amarez-La la noncu• t~ che i:ion m un al.tra, spcs,"l~,nl al tempo loro, come Elvio constatazione che, oltr~ tutto, cultura classica, tncubatrice del• gradus a.d Deum, anchtt al di là rà certamente_ le plu accese 4 ranza In cui I nostri studi sono e e da dissentire: cosi una noti• Ginna già tra.pela ii motivo del. quadra motto meglio ali età Il•: le sue forme e ricca di model• o per mezzo de~li orpelli retori• scuss!onl e rimarrà un pU!JtQ tenuti all'e•t•ro e l'Imprecisione zia d i Qulnt1hano circa i'esl la 1orÒcaduta nel L.imbo c!o~ via e tralanea. Come mal egli li esteriormente perfetti era ci di ~erlv~zione classi~a: som· fermo nello sviluppo de;:h studi con cui essi sono r_lcordali IP st.en~a d1 Lf'-r1 bellf Germanlc.l la loro eufononea ricerca'.tezza non ha inteso la necessità ~1 tollerata e ammessa a tOrnire m,ment,e tstrutt1vo sarebbe riu- su Boezio. rara volte In cui ci si fa l'onore le si noti il smgolare!l spmgc e oscurità. che, pas.salt I pnm1 estendere la s0;0'.'d• caratteri• il mezzo tecnico per li nuovo, s01to appunto lo •tudlo del mo- ETTORE PARATOR.11 di o~uparsene, è addirittura il Bardon ad assenre che Aufi. furori di un incontrollato en• stica a tut,ta \ eta 1"1f:::?naleh e superiore orientamento 1mpre.s. commovente scoprire la com- d10 compose un'0pera a parte tusiasmo, dovette palesare ben di trarrte l ovvd O tcoro 3 ~ 10 t te so alla poesia. 01 qul secondo pleta lnlortn~zione che li Bar• sm Bella German1ae né più né presto le sue rughe e la sua l'opera edace e! empo e s • • ii Ra !sarda una som;,.,a t.ncor dçn d1mootra di tutto CIÒ che meno di Quel Plinio li Vecch:o aridità. Praprio la rondamen anche t~opp~ dbene~f,I~. ~gsr maggfore di 'responsabilità e di ••• pubblicato da no! sul va,t·,. cl:e ne continuò l'opera mag• tale Importanza del mutamen• tanti mt. Iocr p' q~e : r 1 f. impegni 2ravava sul poeta cri· 51mo tema da lu1 svolto. C'è stiore ! Cosi l'affermazione che ti d1 gusto è sfuggita. come purnio Sioulo,, ers ~• 110 B· stiano che doveva tendere a forst! solo da o~!rvare. a1 rt- non esiste una !onte principale causa determinante, a.1Bardon, Li~o, taaio, Nem~i51ano, Aus( svilupJ)are tutte le proprie fa. guardo. che s1ccome li volume per gli Anna/es d1 Tacito an- che avrebbe dovuto segu1rh CO- mo, Claudiano I, e J 1 veramen .e coltà individuali con più rleo- Premio Monte d'Oro e tondamenta.ment, basato so dava se mat espre~ss nel senao me criterio ordinatore anche non., meT1tavano sopravvt· rosa e vt~orosa coscienza d1 pn un plano di m_muta ln!or• che T•c1to ha adoperato comi ntl corso deHa trattazione. Se vere· quanto non avvenisse nella cul- maztone blb!toeraf1c,. li pro- fonte ~nnclpale ora questo ora per LMo 1,ià Mal'l'iale ci la tura pagana coeva o di poco gresso de«li , udi obbligherà lo q~ell'a.tro autore ma l_ntrtc intendere i• causa della perdita Proprio su uno del monumen- precedente. Perciò l'ùlu•tre stu. autore a.d .. 111orna~lo molto c1andov1 se':'pre una o PILI!on· di buona i;,arte dell'op,,ra, oloè ti più s1snlhcativ1 del i:raduale dioso sente li blsorno di con· sposo. per evitarne 11 precoce t1 socondane. Cosi porre Indi, ta sua smisurata estenuane. se ossorbimento della cultura p•· trapporsi alle direttive formula• invft'chiamer,to. Forse una scrimlna.tamente un autore co- la perdita di buona parte del: gana entro 1 bisogni e gli onen· te da Sergio Bettini nella sua struttura, anzi proprio un con- me tonte. sia di Tacito i1a d1 l'opera di Petromo si spiega coi tament 1 cristiani ciot di quel introduzione alla versione ita• cepimento dell'opera c_lJe tosse- Svetonio e mPtcdo che prescln- presiudizi estetici d'allora, che fenomeno che c;letermma la spa. liana dell'lndu,tria urt1,,tica ro stati u11 tantino plu ariani• de troppo sbniat1vamente dalle ritenevano ~rte minore il tipo rlz1one della letteratura pagana tardoromqna di Alai• Rlei:I. se· cl e persona Il, l'avrrbbero pre- frequentissime discordanze o di compqsmone cui quel capo- come entità autonoma e Ja spie• c. ndo le qua!J bisogna trascura– •erveta daJ ç,ricolo d1 l1mltani spro~orzlon1 ?i nQtl>:e e d1 pro· lavoro appartenev_a, se per Var- ga, s'mtratt1ene con originali re ·•indagine sulla personalità ad essere un. repertor~o daJJe 'no. spetti ve fra ~ .uno ~ I altro sorlt· rone, l'unica perdita v~ramente. I vedute una· rece.ntisslma oper~ dell'autore di un'opera d'arte tizie essen21ah e d1 tutti ~il tare, le quah obbligano a porre clamorosa In propor,nooe alla pubbhcata da Emanuele Rapi. per /ermarsl piuttosto all'esame ~tudi comparsi entro li lll.56.In. in via P!'l'lln11nare 11quesito •l!l Importanza dell'opera, i limiti sarda per I t1p1 del Centro d1 del lin~agelo espressivo come tendo dire che, se Il Bardon metodo d1 lavoro d1 entrunb1, cronologlo1 della sua conoscen• studi sull'ant1co Crnt1anes1mo dato di tutta quanta una cl· avesse ideato 11suo lavoro co- Cosi, per ternmare, la tenden- za non potranno mai essere ch'egh dirige nell'Università d1 viltà come Kunstwollen d1 una me un riflesso della civiltà !et- z1osa ncostrù2lon, •ac1tiana chrnram~nle determinati e ad Catania: Consolat.io poes,s in epoca. A parte 11 fatto che Il terana latina entro la camera della morte e del proc ~sso. di 011nimodo uoa p1eggaione può Boezio. Nel titolo e già la spie- Rapisa,Ja avrebbe potuto rl· oscura, come una specie di ne • Crem ua10 Cardo v1t.ne supma- esser tentata sulla bese del rat• gaz1one dell'opera net suol rin! cordarsi della mia confutazione' gativo della rultura rom•n• m.en a iccettata, sulle o rme del to che la SULera pur sempre, e nelle sue conclusioni. G1a di questo punto del proemio nell'età irnperlal•. approlçndtn.l B1gnone, mentre nel mio T~• In prevalenza. opera d'erudiz10-I ferrato alle indagini boeziami, bettlniano apparsa proprio nei• do le ncrrche sull'int,m• v:ta cito lpag. 789 n. 239) 10 ho d•· ne che si presta,•• più ad es. come dimostra il volume d1 •a rivista Orpluiis da lui diret-, di questa cultura st,, sa 1n rap- mostrato, cçntro auesto lnslgne sere riassunta e rruttata In quattro anni or ono La crtsì ta debbo fargli presente .che porto con le lll(UrP d1 cui l'ape• nostro lllolo~o e I~ sua •.!unna altn scritti anziché relig1osa- .,pintuale di Boezio, Il Rapisar• proprio \a letteratura cristiana ra. non c'i- r1ma~ta ma di. cui Maria R osa P0:5am, che 11rac- mente cohservata nella sua in• da, che allora aveva :nos_trato antica, specie quella in llngua eonnsciamo gli or1entam~nt!. fa. conto ac1tln.no e una Jlalese raJ. tegr!tà (motivo valido anche oome negli opuscoli teologic1 di latina, non può vanti re ne un 1 cenào cioè uno sforzo cli smte- s1flcaz1one della verlta per le perdi~ degli storici po- quel grande archegeta della nome di grande, di vero poeta: si costruttiva, fa •11afatica non Certo ,: suo argomentare li sti a (rutto da grandi stonc1 cultura m~d1oevaie preclomm1 1 coloss1 che nutrono tuttora sarepbe stata ,snosta tror,uo Bardon sa imprimer~ sempre succe55tv1l, rimane ,c:o il fatto la ratio, affronta ora il proble- il nostro spinto sono, d"po San. racilinente all'oprra di rorrn•lo. quella nitideua a quel buon che la cultura arcadzzante <lei ma cte!l'lnterpretaz!one dall'ape- Paolo. 1 maestri dell'apoJoget1ca' ne del tempo, peroh/J avr~bb~.senso tip;camente francesi, che secondo secolo d. Or. aveva rl- ra massima del« romano sena- e della patristica, da Orlgene • eonserv••~ um. 'UR lndistrutt1-,a1 non !nizato d~nno l'impres messo In voga almeno Ennio, torll. la Con.,olalio. Lana che s. Baslilo e a S Giovanni Cn-j bile v.ahdltà d1 nprns.amento sione dell'ind!sçutiblle ev1den- d1 cui, al tempo d'Adriano •.c1r.-egh batt.e è singolare: egli Isola sostomo, da TertU!llano • S. G\ I cnhco, al disopra di tutte le za: e - rtfl"IO - qual! eh• colavano anche speclahzzat1 dall'opera tutti I carmi in essa rolamo e S. Agostmo. Ciò è lor• pQsslb11!modirlche pamali del•,siano le accogllenze destinale rapsodi, I cosiddetti Enn,am• compresi e li ripubblica con a se dovuto l'roprlo al ratto che Ie nostre conoscehz.e. alle sue conclus1om, c'e da l"S· itae. Ma siamo proprio s'._cur. fronte una vers~one in pro. alla poes1n. m quanto destina• Con ciò non pretend~ di na- sergli gr~ti anche di q~•stì sa~. che quellr non fosse un'efl1me• a, facendoli precedere da una ta olo ad una fun21on 4 anago– scondere che su molh puntile1 dt discussione con cui egh ra moda? li1à i f{I'andi repertori lunga introduzione fortemente gtca e innograt:ca, non si ri• parlncolari li Bardon hs enun- ha arricchito i già notevollss1. eruditi dell'età del Ba,so Impe, pensata. In cu, è propo ta e chiedeva una faticosa. tormen– c,ato, come ho già det o. sue 1m 1 pree 1 d':nformaz1one del vo• ro c1 ap?aiono per lo plu ope, discussa una problematica di tosa conquista di un originale personali vedute. Ma prenclia•1lume. Ma quando s1 giunge a~ re di seconda mano si che lo grande e ori2ina!e impegno. equihbrio sp1ntuale, sia pure mo. per es.. le pa~ine ch'eel_1le paqine conclus1ve in cui il sprofondamento detie m'~hori Proposito del Ranisarda è mo- col linguaggio delle Immagini, dedica a~ll storio~r•H dep•~ta ·Bardon raocgghe le fi la del po· opere poetiche dell'età arca tea, stra re come la Con solatio non non ,, assegnava in altri ter· per bianco e nero Sono multati vincenti: 1) Il pnmo premio ex aequo per l':nc1slone a1 pittori L1ca. ta e Pansella: 2) per il soggetto Ispirato a R<>. ma alla pittrice Bellini; 3) per il soggetto libero a Edhlt R!ker; 4 l premi agg1unt1 a, plttor 1 Da– vid e D'Agost1111: gmho-claud1a, la cui perdita è·deroso lavoro. me~llo risalta.no de, cui bran<Jelh dobbiamo es- sia al(atto un'opera mirante a mini, li compito di un'intu1zio- Dopo una lunga 11unione, nel particolarmente deplarabllr per le deUcien,.i, di senso critico ser tr!butan a Gellio, a Nonio. volgarizzare il pensiero neopia• ne della vita che fosse mcon- corso della quale sono stati esa• noi, in quanto ci ha pnvati del: ron cui l'opera è stata condot· a l'rlsclano. rientra di nuovo torneo. a introdurlo stabilment.e guagl:ablle ad 'altre, il llne del- mmaU attentamente tutti 1 la. le fonti q1 Tacito, e qmnd1 c1 a e che già su queste colorlne entro le leggi drJ mutamento d1 nellà cultura cristiana pur rav- Ja creazione di un mondo poe- vor, presentati. la commissione ha impedito di con tatare qua furono poste tn rilievo a prn r;usto a::ggravate dall'accelerR• volgendolo nel tenue involucro tico inconfond!bile, che tosse giudicatrice, compaata dagli le rosse Jt metodo di lavoro e r pos1to del pnmo volume. Il to processo di autosvuotamento di un'apparente ortodqss1a, ma veramente li frutto della matu- scrittori e da1 poeti Antonio grado d'1ntu,to critico e d'at•. quesitJ se in Oo;1(iente, ali~ fl• della cuitura pagana. li vieto sia p1uttost,o l'an'moso sforzo razione di un'1ndlvlduahtè. ec · Dellm 1, G. B. V1can. Franco De tend1b1htà dell'insigne sontto.rel ne del paganesimo, Ja lettera- motivo dei guasti prodotti dalle di partire dalla somma dei prin- cez1onale. com'è <le tino d1 tutti sir.es,, Ca muro Fabbn, Gaio ~ quali fossero. i pr, 2.1art!st1cl +-qra d'1spiraz•one classtrfl ven· lnva ioni harbariche va empre CIPJi metaf1sic1 ed e i.~' d"'I neo~ i poeti veramente grandi L'1tf· Fratin i. e dat pittori AntQmn di uomini, come Aul1dlo B~sso p a mancare per casuale assen più nstretto entro hmit1 mnlto piatonl mo per tra•e~nderh nell neraruim mentls In Dc11h1, co- Dongh1 e Franco Jurlo, è stato • Ciuv10 Rufo. iodati da lu1 e z• o p•r annioh1l•mrnto del!• moaot1: semore per rimaner, trionfo della Ilde• n•ll'ann•••· me ardua ascesa dell'lnd1vlduo assegnato, da X « Carlo» tn via da aitn iiiustn cont•niPOran11. cl\'iltà 11, essa rarpr~Jentata, è pell',.mbito (leUa stonQiralla mento entro la Var1tà divina d'~c•••!one oosto da aolo di Monte d'Oro Il premio per !_ __ ..:...____________________ __, Orbene, analtutto U B~rdon, e perlettamente superfluo, non d'età claud1a, Auf1d.JoBa,!o era Tale ufficio dJ graduale supe- lron~ alla Verità con tutta la bianco e nero '«Monte d'Oro». Sl spec:ale seimala>1011~ è s~ta !atta per I P!tlorl Nardulll e Testi.

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