la Fiera Letteraria - XI - n. 16 - 15 aprile 1956

Pag. 4 Il ibro dicritica I con1e una creazione * di ALBERTO MONDADORI LA FJERA LETTERARIA Pomenièa 1.5aprile 19.5G O • • :11• • t· . a1 g1ar11101 poe 1e1 della Ferra••a di DI * ]LORENZO 6 lrGL ll Bibliografia della critica ldealiincontroaltempo Una presenza di FRANCESCOBRUNO • viva IL TESTO DI UNA APPASSIO rATA FEDELTA' * Umanità e stile Comtnciat a laggtr, gli ar– ticoli dt Gnucppt Ravegnani, quando usci la Fiera utte– raria, a Milano diretta dal– !' ,nd,ment!cab•l• Umberto Frac chra. Ero un ragauo, mi a.ro incontrato appena con qual che scrittore, rn quel tem,. po affermato e conosciuto: preci!amente con F. M Mar– tint, che mi inviava. l suoi romanzi. con Francesco Flo-– ra con Adriano Ttlglter e Gi– no Savtotti. Gli scritti dt Ra,. t:egnani mi piacevano, per– ché tratta,•o det « Cont,mpo. ,anei I con penetraz,on, ed che con mdulgem:a. Ptu tardi ml incontrai con Pietro Mtgnost, ti quale •<>– steneca che la critica è ope– ra di comprtnatone, anche dt p~taa cristiana; ed tbbl =t• to a discuter• con lo scrit– tore cattolico palermitano, dato che to, fresco fresco di studi 1deal11tict, dissentivo da lui. M1ano11non ,t stupiva, profondamente cristiano, del– lt mte Idee cli• non comba,. cta.t:ano con le ,ue; e mi in– vitò ripetutamente • voli• che to ,criceut nslla 1ua Tra,. dizione: r,it pubblicò anche un libro, in pochi giorni. al– la vigilia di una FHIO del Ltbro, 1en20. che io ave.,.,, avuto U tempo e 11modo di eorregg,rs lt boiu: talcltà quei miei Saggi giovanili ,ul– la Pouta vennero fuori pie– ni di errori • capovolgimenti di paro,e, perfino di intera frasi t periodi. Lutgt Tontllt, un'altra critico, che avtvo co– nmctuto da poco a Roma • che mttttva. co= Ravegna– ni. l'acctnto aul/a « persona,. lita• degli scrittori. non me la fece buona: attribui a mia colpa t groasolant trrort rl– scontrati nello amtl•o volu– metto, che avevo pubblicato presso la Tradizione d1 Pa• /ermo. Per completare la rteroca- 2,on• di qut1ti ricordi giova,. nlli. dtr6 che ancora un al– tro critico, Alberto Consiglio napolttano ptr gtuta, al ,ca,. glia furibondo contro di m., e contro i miei articoli rac– colti tn colu me, 1,,1 dtcera per ca.,tigars t mtet impeti di teo– rico caduto in gravt errori dt ... ,tampa: ma. in effetti, ptr prQtestare contro ti mio orientamento critico poco te– nero net riguardi dell'Erme- ttamo, da lui tnvece glort/t,. caw • sostenuto /1110 in fondo. Io andavo leggendo. allora, C01"S ho detto, gli articoli di RattkfllOni, che mi intere.ssa– t.•.1n1J molto, senza per.1uadcr– mi. Ma piu tardi. smaltita la sbornia procuratam., dalL'E– stetic3. Crociana. dot·etti re– vu,onare parecchie idee, pa– recchi• delle l}de credenze: dt maniera che non nu .1embra– rono, tn seguito, plti eccessi– ve lt istan•e dt una critica, c,tt rivolgeva l'atteniione al– la ptrsonalità intima ds1 ,tn– goll autori. Anche le richieste de/l'ami– co Mignost cominciarono a. rendennt più cauto e attin– to nti miti paui in parte in– considerati. Mi andavo con– vincendo che le teorie tdea– llattche presentac ano d elle /a,. cune, se pure /O !U.ro di una tmportan2a capita le. E , miei dubbi, gta affiorati gin dai 1,wment, dalle prwu: letture, aumentarono. Altra scrittori, che amavo. come Paptnt. tn· fluirono sulla formazton• del– la mia cosclenia Inoltre. ave– vo letto e postillato, con ,,,.. mensa trasporto, le cose dt Borgese, dt Gargiulo, dt Cec– e/ti e di Ttlglter. SI: Croce co,tltutva quanto dt ptu serto /a critica Italiana. 1ul/'esempio del De Sanctts. poteue offrire aglt 1tudto81, epur non tutte ls enunc1azton1 dtl Jtloso/o, che incontravo ,pta&o per lt strade dt Napo/1 e nelle librerie di opere usate. mt soddisfaceoano a pieno, mt voleva parere che la critica. anche essendo pen•iero, st,te– rna rt/leisu:o. coerenza teorica ttndesse a costttuirst ••Ila sua autonomrn, addirittura a con– /fgurar,i tn una particolar, • ,nconfondtbtle categoria spiri– tual• ditersa da quella logica. secondo i gradi po,tulat, dal Croce. Rammento a,icora un partir colare: in un suo articolo. pub– blicato nella Fttra mtlane,e. Raoegnant era uscito in una escandescenza contro Ttl· gher, Ne fut addolorato. per– che aveto &empre ammirato in Ravegnani una dUcre2to11e. una calma ,i s!g11orilltd. che subito lo contraddi,t111gutt a– no fra gli attrt. che non rtu– sctrnno a raggiungere un •· qutlfbrto perfetto fra int«ntt letterari e costumi morali. , Nulla Cl tn,,gll4V4 Sllhtlt– B,uvc? SI: lo per primo nQII aveto sufhcfentemant, ap, µr,.22ato l'opera. dsl critico francese. Devo ricordare an, cara un /attere/lo e poi ba• sta. Nel tempo in cui io e Lo. renzo Giusso andaramo eser– citando la cntica letteraria nel Mattino. ebbe luogo una celebrazione Desancti.siana. il nuo articolo tendeva a va– · lorizzare il critico italtano nei co11/ro11tt di quello fran– cese. G,us~o m, 0$sarvò gar– batame11te: « i, dunque pro prio non ti intereuano gt1 scritti di Samte Beure? ». Ma perché ho mai scritto queste cose a proposito dt Ra1'Ponn1u. rlle non ho con<r sciuto dt persona e con çui ho scambiato solo un saluto a µropo,tto del Prwuo Viareg– gio? Perclrr non occorr«. conv– scer&i di pu&ona, per inten– derai reram.ente ,5Ul plano sptntuale. Ed infine. leggendo , due rolum1 di Raregnan, - Uo– mini visti - Ilo trocato che. anche li.i. dopo quaranta ann, di atttvlta critica. deu• fare un triste bi/aneto per– sonale, dal momento che le opere crftlc/t< non s0011 sti– mate e co,i,tderote oggi. Ep, pure. Il /':or'ecento se ha e spresso una roce ~ua p~r::u> nalP- e duratura. fra tattft te espertenu artfaticlte mu– tevoli e transitorie, queata • la voce di una cTJt&ea che. pro1mo tn /talla ha toccato il masswio rendimento della s~a efficuc1a espo,twa e cr«a, uva. E' iero: un laroro 1 n 1 c:rtt• tual• • proficuo net modi del, la sua risona11la e del auo t'alare rn se e per se. non gia in rapporto of /a1·ori del pub b/tco. Sa111te-Beu1 e e De San– ctt., scrtt•erano. forse. per farsi battere lt mant da, /ti· tori? Cercava Croce. con 1, sue opere pondera&e. un con– senso Immediato e generale? E st trattura dt grandi Mae. stri. Not che potremrrio tar4. e nostra rotta? Cont1n11cr, r;ul, la strada Intrapresa. sen•a smar,tr,t e perdersi: percllè /'attfvt•d e /'opera del crttfro, prlt e di humAnlla,. di rtlll• tudlne. finirebbero per pt,tri, /1car1t e Inaridirsi. FRANCESCO BRU!\U I;~ e!lle~tJlo incor,;tf-lente di preblt~, di cJalarezza, di equilibrio, di lena infatlcata ... - di fl;l.4Nl'ESCO CASl\'A11 Il nostro frlroCI Incontro spirituale •v• vennt molti ànni !a, - ma lo seppimo solo più tardi. - nella comune. ammirata ami• clzla per un poeta, ora morto, del gruppo Taddei di Ferrara: Riccardo Pascucci, au– tore di Campa11e 0 somnieras e di A apiritu fornicatÌ011iB, quisite cose che parevano fondere in un sentimento di alta. rattri– stata indulgenza la nostalgia cristiana di Baudeiaire e l'alterigia sensuale del D'An– nunzio. Anch'egh, Rave11nanl, In quel tempo pubblica va da Taddei un suo poema In prosa, Sinfonia/e. e al due poeti facevano corona D'Alba. Beltrameili. Damerini, Va– leri, :Mastri, Govoni. De Plsis, Fiumi, Glan– nelli, Vlllaroei. Ciarlantini, Baganzani. L'intelligente editore li presentava via via, - In quel peritoso e stupito riprendersi della poesia, dopo l'Inutile strage, - nei suoi volumetti verdi che costavano dalle due Jlle nove lire tma a questo massimo prezzo arrivò solo Govoni con le Poesie scelte, < un grosso volume in 16°, diceva l'annuncio editoriale, di circa 400 pagine, con due clichèa fuori te to, ritratto dell'au, tore e copertina a colori >J. PoÌ conobbi Ravegnani nel suoi articoli e nei suol libri di critica. Mi stupi e mi attrasse per l'assenza completa in lui dei ieri.o crociano. Era un segno di cora~glo e di indipendenza quando dalle cattedre e dalle terze pagine tanti svagali pappagal– li rincorrevano la circolarità dello spirito con gli specchietti delle formule d'lmporta– lione hegeliana. Acchiappavano le farfalle dell'arte e le intristivano nel loro erbari, e tutto quello che non ci entrava non era arte, non era poesia. Se ne videro gli e!· !etti poi. Tutto si riduceva a qualche fiotto lirico: sorsate di ranocchi e bollicine di scolopendre sul pelo dell'acqua di uno sta– gno; e la prosa. uno s!accettlo di lapislaz– zuli. Carteva in pezzi la Divina Commedia; Il dolorP del Leopardi diventava un pro– blema di varianti; Manzoni era un ora· tore moralista; un grandissimo poeta CO· me il Pascoli veniva vilipeso per i cip dei suol uccellini; un grande rom.tnii,-re CO· me il Fogazzaro tenuto in ro11 " 1i un ~a– grestano in calore. Di estetismi Ràvegnam nun wlte mat saperne. Egli ha seguito e segue la buo– na regola della critica: conoscere prima di scrivere. Ha preso I suoi abbagli come tutti; ha le sue zone opache come tutti: ma è una presenza ,·iva e gagliarda nel ovecento italiano. Lavoratore formida– bile. lettore informatissimo, servito da una salda e fedele memoria. oltre trent'anni di letteratura son passa ti giorno per giorno. libro per libro al vaglio della sua penna. Egli attende al <mestiere> in quei enso nobile che diceva OJettì; fra quanti In Italia fanno professione di critica, !orse è lui che più di tutti merita Il titolo di annalista della letteratura di questo mez– zo secolo. Se ne potrebbe !are l'ordinata storia attraverso la successione dei suol articoli. Pensa e scrive In italiano, non in 2er20 di origine luterana come quello degli estétici immanentisti. Giudica con la chiarezza e la fermezza del buon senso ita• liano, non con le parole crociate e I ci– frari degli estetisti. Dice pane al pane e vino al vino, cosa che potrà parere banale a chi ha ii pala lo guasto dalle droghe francesi e dal turpiloquio americano, ma è sempre stata la più schietta, la più chia– ra. la più onesta maniera di ,·ivere tra gli uomtni e di (arsi da loro intendere. I due volumi di ricordi, di critiche, d1 polemiche, ora usciti da Mondadori, Uo– ntini vi1Jti, riassumono in certo modo Il suo stato di servizio e sono ii limpido pecchio della sua regola di scrittore. Un critico può metterli tranquillamente a un posto d'onore nella propria libreria: sono un si– curo strumento di lavoro; una guida bi– bliografica; un manuale di storia: un re– pertorio di nomi, di titoli. di date, di fatti: una galleria di gente viva; sono sopra!• tutto un esempio incoraggiante di probl13.. di chlareaa, di equilibrio, di lena infa– ticata. FRANCESCO CASNATI Egli ha esattamente compreso ciò che volèva: non ha mai superato per ambizione ecce5~iva i propri limiti ed ha arricchito di conseguenza il proprio contenuto interiore * di GIO\T A~~I PHiCHEDDA Al tondo dell'attività cri· tlca dt Giuseppe Ravegnani. dai pruni a, seè0nd1 Contem– poranei. tmo ad Uomini visti e u1u1. naturale dispo5Jr.1one al colloqu:o oordla,e e direi a!– lettuoso. Lo scrlt,tore e avver– tito dal critico nei suol mar– gmi letterari. ma pram ancora nella sua universale validità umRna. Un modo di !ar cri· ttca. quello di Ravegnani, che risale al modello più sana– me-nLC prodnciale della cro– nica antica: !atti e perso– naggi rivivono nel suo estro interpretativo come - per trovare un esempio lontano - nel Chronicon del suo con– terraneo Salmbene Adaroi da Parma Rave1mani dispone Il matrrlale del suo avventuroso sagglsmo senza una preordi• nata sistematica. da squisito ed eccellente giornalista che vede giorno per giorno farsi la stona delle leLtere moder– ne dinnazi al suol occhi. per un quotidiano Incontro cogli autori. E dunque la sua pa– gina si svolge ricca di questa lestosa cordialità. si distende ariosa nel giro talora poetico della frase e contempla l'in– genuo moralismo delle ricer– che come In un sapido cro– gmolo lm·cntivo. Già: perchè per Ravegnani uno st.udio o un articolo non possono man– care di quel tanto d"ln"en– z,one artistica da parie del– l'intell)retc, che giustifica lo avverumento srnnco-est"getlco e lo rinnova rispetto ai mo• dclii tradizionali. Sotto que– sto riguardo Ravegnani è Il più completo e vivido croni– sta della letteratura ltaliMa contemporanea. proprio per– chè non s'inchina ad un me– todo. pur rimanendo rispet– to.soosservatore di tutti i più ragguardevoli metodi che h1U100dominato nell'attività critica degli ultimi cinquanta anni. E' un filologo a suo modo (ma 6'.llUI l'acerbità artda di certi accademici o la desolante frammentarietà dJ certi giornalisti) che si pone a.i lavoro con un en tuslasmo sempre rmnovan,test davanti alla pagina dell'autore studia– to. Ha un po' di Serra e di Rlviére, ma In un'atmosfera più dimessa e lamlllare: non pretende mal dJ stendere una pagina d'arte. utile per do– cumentare il proprio talento stilistico ma non sempre sin– cera e prolondamente Impe– gnativa. Anzi il suo stile e– sclude ogni Indugio spiccata– mente retorico: si ricordino I suol studi su Mastri. su Go– voni, le sue vlvacJ:;slme pre– sentulonl di scrittori nuovi&· siml. Non c'è altro che la gradevole Innocenza del col– loquio col proprio autore, E proprio per questo l'interpre– tazione. ancne se talora non soddisfa del tutto sul piano t,,cnlco. è C06tantemente ric– ca di motivi suscettlblli d'ap– prolondlmento. E' un bel qua– demo di letture. è Il testo di un'appassionata fedeltà alla propria ansia d'equillbrto e dJ bellezza. on e chi non ••eda In Ravegnani il mediterraneo continuatore d'un noblliss!mo giornalismo lclterario. che si illustra in Italia del nomi di Vlnceruo Morello, di Dome– nico Oliva. di Pietro Pancrazi, di Silvio d'Amico. E come que– sti egli. volendo. sa scrivere Il saggio più ampio che am– bisce alla storia (una storia, si badi. mal In &ell60 accade– mico. slbbene intensamente attuale e rappresentativa) e che tuttavia non perde mal Il fascino d'un certo calore narratlvo. l suoi libri per– tanto non seguono un arco ascendente e discendente. ma una limpida linea. sulla quale si dispongono senza sostan– ziali variazioni e con pari lellcltà di n!Sultato. DlletU e pre11iche s'avvertono nel pri– mi Contemporanai si ritrova– no Identici nel due tomi di Uomtnt vt&ti: ciò che prova la hmp1deua. l'onesta del lavoro dl Ravegna.nl, Egli ha esat,. tamento comprego ciò che voleva: non ha mal •uparato per ambizione ecceMtva i pro– pri llmttl ed ha arricchito dJ conseguenza Il proprio con– tenuto Interiore d un raro senso di pen.sosa modestia, che penetra assiduamente la sua pagina. rendendo giusti– zia all'art.e grande. compren– dendo gli sforzi degli artisti. del poeti minori. olrrendo la misura esatta del valori d'un periodo letterario travagliato e difficile come Il nostro No– vecento. Per tutto que1to ri• teniamo di do1'el'l! amore e rieon01SCenza a RaveananJ. GIOVANNl PlSCHEDDA • Per lettera edipersona (Cont1nuaz. da paght11 3) di comprensione e di cquani• mltà; quella di chi non frap, pone se stesso - Il tornaconto personale dello < scrittore in proprio> - all'Intento divul, ga tivo e valorizzatore del la• voro altrui. Umiltà? ForseJ ma specialmente onestà. B non è merito dappoco, Augu, riamo perciò a noi e a Glusep pe Ravegnani che moltissim! altri anni del e ovecento >,, i loro scrittori già formati a in fonnazione. p0ssano es e re catalogati. con le loro ore tese e I loro risultati buoni e meno buoni. da lui, nel tomi successivi all'ultimo, testi apparso. di questa sua opera In essa. gli storici dell'av venire p0tranno incontrare! un po' abbelliti - forse, per li loro gusto - tutti quanti: ml g-ludlcatl e Incoraggiati men tre respiravamo ed eravamc Impegnati verso Il futuro Grazie, in conclusione. can Ravegnani. a nome. se noz di tutti, di molti! ADRIANO GRANDE

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