la Fiera Letteraria - XI - n. 8 - 19 febbraio 1956

Domenica 19 febbraio 1956 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 * Le canz0J1i ed i canti che abbiamo cercalo dJ tradur– re con la maggiore Ledei• là. lettel·ale appartengono, prmclpalmcnte. ad una an– tologia raccolta dal perua– no . J.~I. Argucdas. cturan– le t lunghi anni di tudio e di permanenza nei clipar– Umenu dell'alto Perù. La raccolta cieli' Argue– das è frutto di un grande sforzo imci·pretativo: egli ha dovuto impadronirsi perfettamente della lingua e quechua,, di tutte le sue !umature ed analizzare nelle cerimonie lradlziona'. 11_. nelle foste, nelle più va– riate manifestazioni fol– kl<:>ristiche,. l'orii:ine e lo spmto det singoli canti tra– smes i oralmente attraver– so i secoli. Il canto d'amore andino è stato raccolto da un in i– gne archeologo, Walramo Von Schoeler, di cui pian– giamo la recente scompar– sa; egli è riuscito con a . slduo studio e dlLigente !;,– tica, a ricostruire quc to canto attribuito al periodo aureo dell'Inca Pachacutec. E' l'unico risultato di lun– ghi colloqui e,i indagini che egli pazic-ntemenle ha Intessuto allo scopo di rac– cogliere iniormazioni su nascoste raccolte di e hua– cos > (oggetti votivi). Non riusci. dopo un me– se dJ permanenza in una sordida capanna, a cono– scere la segreta ubicazione degli huacos; ebbe. in cam– bio di notevoli doni, l'offer– ta del canto d'amore che pubblichiamo. L' Argueclas non si è pre– occupato dei tesori anco– ra reperibili nell'altipiano o di problemi a,·cheologid'. Comple<tamente preso da!l– la appassionante ricerca degli elementi folklorisliei del popolo quechua, per interi decenni ha percorso I dipartimenti del Cuzco, di Apurlmac, di Ayacu– cho, di Huancavellca rac– cogliendo 'sistematicamen– te canti, canzoni, racconti, tradizioni che ha poi sele– zionati, rlcostrnlti, rivedu– ti per conservare una per– fetta fedeltà <!d ·una a o. Iuta aderc,nza allo spirito informatore ed all'ambien– te originale: ambiente di assai ardua rappresenta– zione per aJi enormi con– trasti che 1o caratterizza– no, per la i:rande varietà degli aspetti. per la lonta– nanza innnita, non sola– mente fisica, dalla nostra senslbilltà e dalla nostra cultura. Contrasti di nevi eterne che sfiorano la vegetazio– ne dei tmpicl, della tor– menta g fida che si alter• na al sole cocente, dell'a– ridità ossessiva che suben– tra alle pioggle incessan– ti. Unico elemento comu– ne: l'altitudine: la sua più completa espressione: la puna >, l'Infinita deserta cllstesa di • lschu >. fre• mente al vento dei quat– tromila metri, costellata cli laghi olltari e di rusceUi limpidissimi: regno incon– trastato del condor, della vigogna, della !lama. In questo ambiente sor• gono le isolate comunità, gli ayllus, che conservano ancora le tradizioni inc11i– che, sia dal punto di vista sociale che folklorUico. Que te genli solitarie si lncon tra no, in occasione di feste, di riti. e nella esplo– sione di socialità che le riavl"icina, nelle clanze, e nel simposi interminabili, fioriscono i canti, i suo– na tori dd e quenas >, di e pinullas >, di e charau– gos ,. di « antaras, fondo– no le loro complicatissime elaborazioni pentatoniche in « huainos • che ripeto– no ininterroltamente. per giornate intere. mentre il tamburo di pelle di !lama scandisce il rapido ritmo. Tutti i canti che ripor• tiamo sono musicali e la fram1nentaPia melodia che li riveste 'è punteggiata dal ritmo dci'J'huayno. Fra le parole cli questi canti è in erito talvolta un termine spagnolo che gli indios u ano con uno scon– certante senso estetico. E" un caso tipico di quel fenomeno che gli etnologi denominano < integrazione e ritraduzione>. li quechua assorbe il termine spainolo, lo incor– pora, lo di1uisce, sino a far perdere, nella coscien– za dell'uso, la consapevo– lezza della sua origine. on tocca a noi, mode– sti ricercatori ed amatori del folklore andino, espri· mere un giudizio estetico sui canti che abbiamo tra– dotto e che offriamo per la prima volta al lettore italiano. Ci iamo preoccupati principalmente della fedel– tà della tradu,ione e di il– lustrare, sia pure con cen– ni sornmari, l'ambiente in cui que ti canti ono stati raccolti e ci slamo limitati ad accennare alle fonti. Aggiungiamo per illu– strare le 01igini della can– zone • Tormenta di neve> che !ra le Leste dcll'alli– prano è da notarsi la cor– rida di Chumbivilca. In questo villaggio i to– ri vengono condotti nella piazza per 11combattimen• to. con un condor ,ivo le– iato ul dor o. La corrida e spesso cruenta per la fe. rocia dei tori eccitati dalle furiose becca te. Al tramonto, ai margini del Vi'!•laggio, nel cortile adibito ai commiati, il con• dor viene omato di nastri colorati e di fiori sih·estri e Infine viene posto in li– bertà. ,\len~re il grande uccel– lo inizia il suo volo doloro– so, gli indios cantano e danzano, in una specie di ebbrezza tormentosa, come quella del crepu co1o della ~ puna > che arrossa. con riflessi allucinanti, que to mondo straorclinatio. LODO LODI ICA ' ORE DEL POPOLO- QUECHUA Offriamo per la prima volta al lettore italiano questi e.~empi cli poesia "quechua,,: l'origine e lo spirito dei singoli canti, tras,nessi oralniente attraverso i secoli, rwwe intatto in questa preziosa raccolta To1•n1e11ta d •• ne'°'e Tu dirai che è ora d,j tomare tonneu.ta d'acqua e di neve. T1, dirai che è ora di tornare donde vettimnib tonnenta d'acqua e di neva. Toi·o dagli occhi di sangue, toro felino to,-menta d'acqua e di neve. F'osti t,, a dissanguare il mio cavallo torme11ta d'acqua e di ,urne. Io stesso t'ho vortato dalla for11sta torme11ta d'acqua e di neve. · E tu vuoi il mio sdngue torme11ta d'acqua e di neve. Chi è quell'abile cavaUereY torme11ta d'acqua e (i,i neve, E' passato come il t1,rbine e nti lt.<t vittt6 torme11ta d'acqua e di 11eve. E' il vadrone del toro I e!ino che 1J,<Jciss t to rniimta d'acqtta e di ne ve. Chiede 1m piccolo basto bia11co torme11ta d'acqua e dì ,1eve. Portami via, riportami a ca/Jà torme11ta d'acqua é di neve, E' ora di tornare ... portami via tormenta d'acqua e di 11ave. 1•er e~~ere e1•ra11te ••• F'orse /1, mia madre la vigogn.~ d6lle p«m.l)dl F'0rse /1t mio pàdre il cervo dells. /Grestt1, l'er essere erra,ité Per andare sempre senza stancàrm.i ver , monti, ver le pam PM avvoUo soltm,to nel ve11to 11ellemo11tag11e,11el/egole vestito di vento e di tred,to. O /or e sono nato 11elnido del 7>1tk11p1tk1t psr pia11gere di giorno ver 7>ia1tgeredi 1t@tte come w, piccolo pulmpuk a7>pena vestito di ve11to! Io allt.•wo · 11110 n1ori.eo lo allevo wia mosca co,, le ali d'oro io allevo w1a mos~a CO!I g/i occhi di /llOCQ Porta la morte 11ei suoi occhi di fuoco vorta la morte co,, il s1,o pelo dotato COII le sue bel/s ali In 1w.abotti,glià di ginòeral io l'avevo ne suno sa se beve ttessuno sa se mangia ragol.a 11ella notte come una stella e /eri ce a morte co11 il rosso splendore con i suoi occhi di. fuoco Nei s11-0i occhi di fuoco porta l'amore .-isvlende nella notte il suo sangue },a more che porta nel i:uore Insetto della nott@ mosca portatrice di mòr.te in una bottiglia verde io l'allevo ama11dola ta11to f;on1n1lato Oggi é il giomo della mia pqrtenza 111,a oggi non pa,rtirò, me ne andrò doma11i. Mi vedrai andar via suo11andoun flauto d'osso [di mosca porta1tdo per ba11diera una tela di ragno. Un uovo di formica sarà il mio tamb1tro e il mio berretto f Sarà u.,, nid-0 di colibrl. Un eolib1•ì eet•ante Mio fiore di kka11t1ì! Mio bel fiore della foresta! ehe il co/ibrl ha ferito che il calibri ha avve/e,w:!-0 fiore di kkantu che non vuoi pitì, sbocciare Si11 dall'ora i11cui /1, ferito il fiore della foresta il fiore viola 11101·1 av 1>izzl il fiore viola ,non Ora il kka11tu. 11011 ha /i01•i il fiore del kka,1t1, è morto: move11do le sue ali d'om un colib1·\ un colibrl errante l'ha dissanguato. \ 1 ola11do nell'alto La pi@ggia cade sul mio villaggio, la mia amata sta pia11ge11do &!tre la mo11tagna: La 7>ioggia ca<le stol mio villaggio, il cielo è cuvo di tonne11ta oltre la mo11tàg11a. Se io fossi (tn ghep7>io! V&lerei sopra la pioggia. valicherei la montag11a e dalle nubi la chiamerei: no11 piangere amore! Se fossi 1m falco! voi ando nel!' alto dal cielo le direi: no11 pia11gere aillore! Cel§o l'ledina Dove hai i11co11trato,o passeggero Celso Medina? Se n'è andato solo lasciando la sita amata. lo /!ho i11co11trqto sulla mo11tagna vicino ai templi voleva seppellirsi sotto la neve e la grandi11e voleva seppellirsi nella gran ne·ve fra i ghiacci. No11 ti ha domandato della ·tta dolce amante? di quella che nel ve11to e nel /redd-0 lo aintò a soffrire di quella che nel vento e nel freddo piamse co11 lui. Nei suoi occhi 11011vi sono pili lacrime il su-0 cuore non può pii, so/fr,re: come il ve11to senza mèta, lonta~w. L'i~ehu §ta pian(!endo Cade l1t 7>ioggia sulla p1ma La brina si ferma nei pascoli Passa la pioggia, sibila il vento gocciola l'isclw gocciola limpida acqua. L'isch1, sta 7>iangendo Ohi Come piangono gli occlti in u11 paese lontano Gli occhi J>iangono - come 7>ia11ge l'isch1, qua11dovassa la vioggia e sibila il vento. Q11a11do soffia il vento n~ch1, ci corica l'alto ischi< della ptma si 7>iega quando sibila il vento oh! come sol/re il cuore in un paese lo11ta110 Come l'isc/111, alto quando sibila il vento. l"''uerello el1e ~i nu~eonde L'uccello che si nasco11de qua11dogridiamo 11ella grande ste7>pa sta piangendo, sta gemendo. Cerca le erbe alte e 7>ia,1ge il vovero vukaclta E la notte si avvicina le nubi oscure galo7>pano e scende la grande net·e oh! Povero 7>1,kucha. Canio tl'a11101•e andino O bellissima, dall'alto, Inti ti ha sorriso Ed ha verduto 1m raggio lumi11oso che ora ind1,gia nei tuoi occhi Un condor, alto, rotando lasciò cadere, una piuma 11era che discese, ondeggiando, per divenire la ttta chioma. Una fugace farfalla ti scambiò per 1,n fiore: Ora ella giace, vrigioniera ,iel ti({) cuore. Due co11chiglie - sorte dagli abissi del mare divennero le tue orecchie L"arcuato arcobu.le110 diede alle tue cigHa la sua c1n-va... L'allodola, che volava nell'azzw-ro si volse a te, e, ved,mdoti ha perd1tto il uo canto: Le sue note d'argento trovaro110 nella tua gola Il rif1,gio pii, dolce ... Colib1•Ì §111e1•aldi110 O Sole! O [;u,,a/ Tll1w,i11ate il n,io cammi110 No11 tramo11tare cosi presto, Sole, damm, [ancora la tua luce Aspetta ''" voco, lAma La mèta è lonta11a ho pa1tra de! buio. Colibr\ di smeraldo, nascondi le t1u, ali d'oro lasciami vassare, colibl"\ di smeraldo come ima colomba che cerca il s110 viccolo 1ni sta cercando niia 1nadre. Ohi cilill fiore bellissimo. T11 vedi come viango ed urlo come il fi1,me come il vento! Ay cUill! fiore bellissimo. IJ111pltlo fl11111e Linipido finme delle m.ontag11e lacr,mo dei pesci d'qro pianto dei g,-a11,di7>reci,1>izi. Pl"0fondo fiume della foresta di e tara> che ti pe,-di ne9li abissi cito gridi ,iei btu-roni ri,fngio de, 7mppa!Jalli. Lontano lonta,no o fi1mie amato portami con la mia giovane amante in mez.-o alle rocce fra le nubi di pioggia. \ Oli: Oore wlolo Perché ho amato questo scon,osciutof Perchè il mio cuore l'ha scelto 11011 •avendo 11èil nome della s1,a gente nè il cammino donde venne nè il giorno in c1,i gmnsef Ohi Spino della foresta ohi fiore viola. Avrei amato la viccola viaogna ohe pian,ge sulla riva del lago, s1,lle vette e s1tll'altopiano Avrei amato oh, spi110della foresta oh, fiore viola il cervo mi avrebbe portato la dolce erba dei monti. La piccola vigogna pia,ngerebbe siti mio dolore il vervo mi avrebbe portato all'ombra delle foreste Non sarei sola ·oh, fiore viola! NQ,i avrei il c1iore ferito. Oh fiore viola dei campi! O spino della foresta! (trad. di Lodo Lodi) LouisGuilloux Sangue nero POJ/f(.536 L. 2.200 Questo romanzo dt uno dei maggiori scrittori han• cesi contemporan<i è già stato tradotto in America, lnghilterra, Russia, 'orvrgia, Svezia, l)animarca e I ugosbvia: è il primo libro di Guilloux che si pubblica in ltalia. (e Siamo, con ~angue nero, net cuore di quelle terre rconosnute che I g,ar.d, romanzieri russi hanno tentato dz esploraie... ,, Albert Camus 11 G'mlloux è /oru uno scriuore st1/,sucumentt- meno puro dz Mulraux, e il s«o prnszero è meno rig,,_ rnso e crx1e,1u: ma come romonue,e g/1 è certa mrnle superrnre. I sum d1.:!o~h1 ro110 di un veri rmo allur111a111e ... » c;abriel Marce! Peltrinelli Sditorc r.1ilano ..

RkJQdWJsaXNoZXIy