Fiera letteraria - anno X - n. 39 - 25 settembre 1955

Pag. 4 .;,.....::::; __ ~,.. ~ -- . ::.~ ~-· ~--- ~ '.A FIERA LETTERARIA !,l'CJ,; E 1 7 01,l',IIE !'lf?l,l.E l,\'('ISlfP,\lf DI ,UOll,l,\ 1 IU * U~' ATMOSFERA ehe awwol~e Jlli o(éJ_Cettl * 1,1011 n 1•/ee,•elw psieolo9iel1e è volto l 11t1•t.ist,a be11sì n rlee1•l1e ontulo9lehe1 pensato sclSSO dalle superfici, medl~ato solo nell':interno pe– so dell"estenstone. Pensiamo che esso sin lo incarnazione I ft~~j~l~x~=f~éo 1 ~h~1,l~i SA contiene, come limitazione continua dell'uomo, portata però alla pura d1mensJone. tra.sfigurata n~l'arte. quasi elevata alla e re:, cogltans •· nd. essa pacificata. Pare che attraverso di essa Morondl ci dica che tutto ha un limite, che tutto è ,11irtamtnte ~teso * DJl ~ll.lLJLA. NJIGR(]) port.scente, cioè non g1oghl co– me ogi:etto specifico provvisto d1 qu alità part1 colart. Es.so è il pili poi.slbi.le neutro. Il suo valore Jnizla dalla trasfigurn– zlone, cioè dn quando viene trasformato in puro volume. L'attenzione che Morandi po– ne a e matµrare • I wol og– eettl è splenta dall'ans:a di evtdenz!are in essi Il lato ~pa. zta:e. Poh·ere, co!otl daU al– l"mtt"mo de-l!e botti~lle, ed a:– trl slmlll espedienti non '-{)no stranezze ~bbt>ne aiuti ntcf's– sari alla ~o:urione di un pro– blema. LIBERO de LJBERO Mater1a scavata, materia che non è materia ugualmente configurato nelle bottiglie, nelle cue nelle scato:e, ugual– mente pesante e oggettiva, co- ~~ fr:!terlat~'."~ 10 si d~ tea!: la comp(l51J:!one.Nella smallai dell'c,pera tncisor!e. di Morandl si potrebbe percorr• re un cammino a.scendente che va dal rlllevo dei più ele– mentari mcu1 (sorprendendo nella scelta deJ segno la gtu. stlflea.zlone di interiori atteg– giamenti> a.t complesso ed elaborato modo d1 tenderli Jn tee.suto a:ratioo, ri5G.lendo Poi al risultati stilistici, prorondl e slgnlflcattvl, di luce e vo. lume. Ora, al vertice di questa ri– cerca analitica, sta il rautta– to detlnlt.lvo della composl– z.lone. Con grande atteru:lone dol> biamo avvicinarci a questo termine, teso come un tra– guardo. E' da questo esame che tutte le sollecltazloru che dl v~ta In volta Morandl ha prc>posto al nostro splrlto crl– tlco verranno appagate o sa– ranno deluse. E' però, questo, ~I d1~:r':~fu::i 0 cP d~!':a~~ zie, tendendo ogn1 elemento fi~l!a :~rl~ed!~at:i.J=,:; questione. In realtà dall'esame dell'in– clslone cl ~ venuto con!enna– to ti giudizio su Morandl pit– tore: quasi una lmpossibuttà allo sbagtlo. Per un artista d1 diversa natura una !rase si• mUe non avrebbe senso, es– sendo piuttosto essa at,tlnente ad altra aUlvità che non la plttun e l'Incisione. Ma 1n lui l'hnpcgno è COl'Sl scoperto, li problema estetico cosi eviden– te, e I termini della questio– ne cosi definiti da rendere g\ustl!lcata una simile espres– S.lone. Anzi, l'atteggiamento del ct1ticl, a parte gli accanl- ~ ~~l:~~tc) è ~10 :at::i~d':t giorno non abbia a cadere In !allo (Arcangeli) quasi deside– rando che la precislone acca– nlt.a del suo luminismo e del• ta aua indagine prospettica, per non pat'lare del colol"f', abbiano a rivelare, una volta, de!lclenze ed Incompletezze. Ed a questo ternune con– verti;e anehe, olbre la. medita– zione e la senslbUltà dell'art!, sta, la sua. preparazione cul– turale, mostrando se la cono– sc~a della pittura, si abbia a rUenere In lui C066 pura– mente accademica, o non ln· vece vitale e ricreata aU'in– temo. Qui, oltre la vitalità di Morandl, appare quella d1 Piero e del grandi maestri ~~1~ ~~(!!iv:( ~1a;~~v:J: la luce, dl Cézanne, di Cha.r- dl~i'.tmveno la compoe!ztone, ragglunt.a la realtà, vengono rl~~~a~~~~e~ ~~~ 1 ~U,v~I lavoro di scoperta dell'oggetto si rlvela, simultaneamente e sopra un plano più vasto, dl lnterpret&tlone dell'oggetto., Uno del motivi fondamenta– li, che ritorna sempre In Mo– randl, è la soUt.udlne. Dai pr1rn1 paesaggi del '13 a.glt oggetti più recenti, un costante Isolamento li accom– pagna e acarnil,ce, togliendo loro Il contorno. la parte,eipa– r;lone senUmentale Immediata, EPI ,1vono in loro stessi, e più volte abbiamo lndlcato questn capacità all'Isolare co– me l'Indice di quella suprema obb!et..tlvltà che caratterizza !~n~~~~ cU ;!~.nd~~~f 1 et~ centro, oggetti in gran nume– ro che riempiono !lnamente !~:~un °'Jt~~- ~re:!~~ soli perehè nessuna compia• cenza ,u segue. II loro valore è dato proprlo dall'essere ri– trovati come assolutamente « a.1.tro• e non parteclpaU. In questo senso st può dare un certo credito al termine e di• sumano t usato da moltl per Morandl, termine però assai equivoco, come è !acile av• vertlre. Ma vi è una sorta di unione Imm ateriale che li le– ga uno a.ll" altro nella loro so– Jltudlnc, sp erduti eppure vin– colati ad un Interiore ritmo, ad una necessaria propQrt.lO– ne. Anche il modo con cui la prospettiva gioca tra I plani, esattamente definiti, ha mol– to di studiato ed elaborato pur riu.,cendO cosl chiaro. L'elemento che \incola tra loro gli oggetti è la luce, ~rn~ott~~:u.::~o <;:~!\~~ e tuttavia il volume. compe– netrato di luce, è Isolato, per– chè offre una sua indipen– denza strutturale, né J"elemen– to luminoso è cosl solido e materiato da co.stltuirst In Domenica 25 settembre 1955 GIORGIO l\lORANDI: Il desco Ouido. Gli oggettj, insomma, rimangono neua loro solltudl· ~=1~~\~ 0 ~:rolu~f· u=~: una sorta di ritmo luminoso più che di luce. In CUI Il pu– ro elemento composltlvo ha gran parte, come una geome– tria concretet.a. Il pensare a Piero della Francesca, cl pa re, pur nella genericità del rl· ferimento, gtusto: il problema di fondo è lo stesso. Nell'In– cisione U continuo t-ra un og– getto e l'altro è reallzzato con un fitto tratteggio e con r.one di bianco e non vt ~ una atmosfera che richJaml la nostra. Anche essa è rifat– ta e l'll ha Ja sensaz.!one di penetrare in un mondo diver– so (cioè Il mondo di e quegli a og-gettll. Verrebbero !acUI cer– ti paragoni. Ka.fka. per esem– pio. Mn non pensiamo che Morandl abbia voluto In pu• ra !anta.sia creare mondi stra• nl e diversi, legati al n06tro rorc::~~~ ~~~~ :m~nC:: ri,ooperto, appare diverso e come estraneo. In questo sen• so Morandl può essere de!lnl• t-o un espressioni.Sta cosl ~ me In p arte nia o!!riva punti comuni a.ll' impress!onlsmo. Nella con,~Uione st atfer, ra la sostanziale Identità tra spazio e luce net term.inl se– guenti: spazio uguale dlmen. sJone interiore (spazio menta– le>; luce uguale modo di v~ dere Ouce Interiore). Lo spazio e la luce sono lo stesso tennlne soggettivo che pennette di CO'l!lgurare 10 sconosciuto e noumeno a del• l'oggetto. li fatto che la compo51z.l~ ne sia l"elemento conclusivo necessario dJ Morandi è di· mostrato dalla mancanza di senso dell'oga:etto staccato. L'arte di Mora.ndl è all'oppo– sto del decorativo, gli elemen- :eu~~:~}~:~! ene~l~nl~ petlblll (constatazione ovvia, ma no n lno ,pport.una, se si pensa qua.le peso ha avuto nella crttlc a di Morandl la banale considerazione del suol oggetti presi come stranezze singole: come se la composi• zlone fosse alcunchè di acci– dentale, puro limite !f.&lcodel– la tela o della lastra>. Dalla solitudine d~l'oggetto de.riva alcune volte un senso dl disperdlmento, altre una pura flssltl allena da consen. si affettivi. altre ancora una sorta di sotternnea dramma– ticità, che cl pare uno degli a.spetti più vlvt di Morandl, tanto nella pittura come nel• l'inol.slone, tenuta nel llmltl pitture recenti, e la realtà dell'inclslone rtmane la prima, non salvata, priva della Ora– t!a, tutta ln ~ potenzialmen– te dmm.matlca <Al ma.uimo notiamo un tono plù opaeo che, senza ?UCattare, devia tut.tavla la realtà verso una atmosfera rassegnata ed im– personale: due o tre nature morte scure>. In que.stl aspetti risiede la moder nità di Mo randi Il qua– le ha dlmostre.to con la JUa ricerca che e mod ernità • non vuol dire tentativo per U ten– tativo, esperienza blzzarra od altro: slgnttica che l'artista deve rivelare e chiarire Il suo problema, che è vissuto in tennlnl attuallsslml e pres– santi; che ~ problema, U più delle volte, di un'epoca. Mo– demo In Morend.J ~ Il pro– blema del fondo, moderne so– no le. concezioni per cui da un nucleo centrale Ja ricerca è va.ria.mente svolta verso la solitudine e Il dramma. In questo senao egli, appartato ed !solato, partecipe della inquietudine del n~tro mon– do, ed In lui troviamo i ger• ml di moJte correnti contem. poranee, ma sviluppali In mo– do da CO$tltuire una lezione : !'rt~~~rrt:"in:ra~~= che l'arte è una espressione di tutta la vita e colui che viene giudicato è l'uomo In– tero, non tn quanto dlreUa– me.nte preso in esame. ma In qoonto nell'unico documento, l'opera. tutto l'uomo si river– sa. e gioca se stesso al rag• liungtmento di una meta tn– ìerlore. Ricordiamo, per 1a C06ta-n– ta della ricerca, un Proust, del quale Morandt rispecchia lo stue metodologico. Ma la diversità di obbiettivi rispec– chia IO diversità dei due. Non a ricerche psicologiche ~ vol– to Morandl, bensl a ricerche ontologiche: un tentativo pu– ro e semplice pot-rà essere giudicato ln sede !llosoflca li suo; ma lo sede artistica è unn spc,clftcru.lone su!!lclente per tmrre Morandl dalla schiera degli e psicologi 'I: la dimensione metaflsloo è sem– pre prMente, e nella sua ope– ra l'uomo non compare solo percM ad NSO ~ legata lne– vitabUmente una compllcat!o– ne ed una frammentazione del prob!ema, dovendosi sempre egli con!t~rare ln un uomo determin ato e non del puro esiste.re. Mora ndl si è tolto dlll– l'uomo per dargli coscienza di un suo esistere più alto. i\llLLA NIGRO :11vou~non~;te{irr1~1ìf'een:i~~tl:1----~---- j;~· ~"r:,,;~'~tn.=l".:f. Abbamlono dei sentimenti l'interno, pieni di una contur- bante aspirazione ad uscire In altrt termini, Morandl ~ da un destino ad e53I cono- un pittore che si abbandona al scluto di cost-rltlone, suol sentimenti senza cercare Su alcune lastre pesa una mal alcuna ragione pratica. specie di fato, come se la II proprto mondo, u mondo realtà scoperta fosse quella della sua Immaginazione: eoeo pura degli oggetti, sempllcls.,1- ciò che per lui conta. DI qui ma, ma tutta ra.i"tra eslsten- sorge Il carattere contemplativo te, &eonoscluta e vasta. pesas- della sua pittura. fie 6U quelli. Gioca li senti- Con que5to non voglio dire mento potente che si ammira- che eklt sia Il fanciullo Ignaro va ln quella pittura dal colli della leggenda, ma è certo che ~~~~tl~a,n~~I ~fÒ:1~d:1::. ~ti,{~~l~~n :~e~~~ 1~ no. D'altra parte nell'evolu• quel e mysterium mirabile• In zlone dell'mclslone. manca a cui dicevano I nostri anUoht si nostro parere, quello fase più occultasse la dlvlnltà. conciliata che appare nelle CARLO CARRA' GIORGIO :uOH.ANOI: Paes:1.;:gio (part.) I di ciò che è pensato e senti• to, e che l'essere espresso è fata!mente tegoto ad una di· Ma Io strano Celò che l'am- gul~ !!no ln fondo Il ragio– namento del volume si sareb– be condott1 a supporre ln Mo– randl un puro geometr:i. de!• l'art,. ma. al cr!t!co si pone da\·antl a questo punto la materia, e U suo apparire è qul151 sconcertante encht se prevtsto. Morand..l è una ben I sorprf'ndente !:gura, n~ 1m pre~lontsta, né espresstont.sta, GIORGIO i\JORANOI: Strada 1933 ib110 ec o B1anQ;o l,

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