Fiera Letteraria - Anno X - n. 30 - 24 luglio 1955

Pag. 4 LA FIERA LtTTtRARlA Domenica 24 luglio 1955 DALL'ATTORE MANCATO NASCE IL POETA, ..DALPOETA IL ROMANZIER 1910: UNA DATA FONDAMENTALE * Poesia crepuscolare di G• A. BO.R.GESE Quuto arttcolo. appar,o ,ullo « Stam.. pa» cUl JO &ettembre 1910, a poi rf• atampato ne • La. t.:Jta. e a libro», 11!1 pi{t. ,troncatura che lode; ddJe « Poe– ate scrttte col lapl1 » ai veda, tn tut– t'altro tono, la e ta.sUera » df Baldlnf del 1950. Ne abbiamo voluto pubbli– care tuttaL'la f tratti e.s4entlalf anche ~~h:, ~~,,:if~1a~;~~:oIT 1 ;2~~ zano e a molti altri - tl termine di epoufa crepuacolare ». Che con sia la poesia italiana dopo la gloriosa fioritura dl Pascoli e d.l D"Annun· ~ non è !acile capire a chJ non a·occupt dl letteratura d. proJeU!oue. A Interrogare 1 crtt-cl, che dLs,rlbulacono ornl anno eque ra.zionJ tra cmquanta o ~anta volumi d.!– ' er:.1, si direbbe che Apollo mu~agete lengR tenno 11 suo carro dl fuoco sullo ze.nlth del nostro cielo. A interroga.re 11 pubbllco. ai d.rebbe 1n,·ece che, dopo te Laudi e I Poe. nW!ttt, la pou.la Italiana si 81a spenta. Sl &PtSne infatti, ma 1n Wl mite e lunghi.Mi– mo crepul:iColo,cui !Or6enon aegu;rà la not- ~cf:e ~r =~o J~~ilcd~ !!~~~j~ ~:: necchia atanca, ma non dorme e non muore. Ecco tre g1o,·anl poeU crepu.soolarl - Ma• rlno Moretti, Fauato Mar,a Martin!, Carlo Chia\'ea - che &OnoIndubbiamente tra I ~ig~f ;r~ruw.~~~~ro:~ ~ ~a ~li r.c! che non hanno che un'emozione da cnntare: la torplda e llm&ccl06a maunco• n.Ja d1 non Me.t nulla da dlre e da tare. Vt .sono, fra 1 t.re , differenze not.-evoll di contenuto e d1 .sUle; ma aon d1 quelle dli• ferenze che fra una t.rentlna d'anni tUle– guranno &Ottoquella patina unltarla che Il :!!i~rn~,·r~~~~ ~t~t~=a dhouun·~: me6SO tuorl una peNJOnalltA coal vigol'06a da aupe.rare J'lrnpcrath·o dell'ambiente. Noi, vl– cln:. sappiamo facilmente dltcemere che MoretU é Il più Jangu:do e dellcato e Mar– tin! 11 più canoro ed imprecleo, mentre Chla.– ,·es. come Individuo. e 11 p;ù forte e rac- ~~1~1~J~~1~ac1t l~~a:n:ceà~i::ote ~ora cllmente, nel tre poetl n05tri e ne.aft alt.r"l molto loro coetanel. un'lden!.lca maniera di sentire la vita e di trattar l'arte. Arcadia? acettlcJsmo? decadenza? tuturlmlo? nove• oent!smo, come to atea&oaltra ,•olta. chiamai questo potere sfiancato e 1m·ertebrato. aen• u capo ne coda, cullato p&MlvameLtteda un ritmo monotono e da una rima nareott– ca. salvo che. :m 1 aso da un'improvvisa fede nella •ua ml.MionevatiClnatrlce, non al met- ~~p~U~~1\~{~ e ~r e1::~i:ne~:~~f e~ai~~ti Sono tutte formule che implicano una. con– danna; e l'importante non e ne esaltare ne corid~~i;'t.i, 1!1:i1aca~. del auo ,·olume, ha qualche spunto <11poesla enfatlca e cele– bratorla: Ebbene, anima mlo, &ali Jali con 1ne dote 1•uoi, W;:'ha~ t~ 1 g,-::: c:r'i-01,, P~rl'OT~a. Jalga a1:antll At.'anti! Avanut tn alto/ In alto! in alto! Oltre ogni metil. oltre, ,empre oltre - uomo, dto, i,oeta/ Vada. e aa 1<1lo, e non d t'Olia, e cantt Ma IOllO rosaru d1 puntt NC!amatM. ln– tertedon.l d1 oorto l"Mplro e dl scarsa 8el1e• là. A q~ste che Il Moretti ha intitolato cl ctme PM-lte acrrtte con la ~nna preferisco la massima parte del ,·oJumc Intitolato: Po«le ,crltte col lapU: roba pallida. esan– gue. freddolosa. ma non i;enza una &0ttJ1e \"ena d1 lir!smo. Il Moretti non crede nè In sè ne nella vita. ma. non reputando oppor. i-!~..;:rc,z;'a~o-; ~!e~~r~~!:e a;~opeJ1 10 L;: ~P~~ ;n1J' 1 ~e 1 ~(~~enstidianetl t~~~= mla anima mediocre. chiama I auol vercl), e &! trastulla, sbadlgllanC,o, con la vita.. Nulla. Noi nella no.stra ombra rotnita aenttam che tutto A tnutUe. come se /oste tolo una parola. o un nome breve, di quattro lettere, la 1,1ita ... ~~~zf::.m~i:o 1~ c~ 3 J~~~: 1!°j~ un grido. ma 1n un'O&'iernu;lone ortografi– ca: dJ quattro lettere. Chiama Ml ateMO CO· luJ c1'te senza /Jn $l meaa. glud!ca Il pane che la madre o 111. eo~llR gU dbpeiua come una lmm.erJtata rlcoml)tn.1a; rimpiange di non eMett n11.totn aborto (ultima contami– nazione dell'urlo atroce ma puro: non ros– si mai nato!>. Se non che, tutte queste con– fesa:oni mancano d1 dramma: Il poeta co– n0&ee li 11uomale, ma non lo oura, quul che a curarlo gli si dovesse pol\'erlznre fra le mani la materia della sua poesia. 1n,,~ e C06l piacevole questo afoso dor• mh·egJla! Il J)oeta si rappresenta come ee non a,·csae nà patriL ne umanltt. M fede, a malapena confeau. di uere un &e860. Il suo sent..mento capitale è un ,ollazze,ole fa– at.dlo: ra vera! e !antutica vta1,t blu.arri ~n~acc~~ nfnde~~~~~:· d:1T!~~ nln, Oh, non parlare! Ho paura che la tua bocca d, rosa ml chieda, lnco,clente, oualco,a cuua ) 11.la vUa Jutu.ra; paura c!he le tue man, In una nio,sa pjeto,a m.l domandino che 0010, che co,a /arò domani. Non a.ma che Il auo pl\aaato; e queato pu– sa.to conA!ste ne&U anni d1 scuola, e pre– feribilmente di acuola. elementare. Alla pri• ma Infanzia Il poeta ripensa c0n 1nv1nc1bl· le fluita, con una tenereua fra conunoren– te e aclmunlta, e. componendo quartine aul a;nabarlo, aulla maut.ta , aui nomi del com- ~,~cla=a~Ì ~" o~~m: ::!a~!~c:!·~:c: gqul81ta dellcat.eua. J.,eg,endo la Signora I.alla o 11 SUlabarfO, non e p(IMiblle. pur mentre al resptnae quen·oztO&O fantuticare, comprlmere un aorrllo d1 atfettu068 slm– patla: W'ca~ 1 ~m7::,n1~a;::,,:: ~r::~:he'ii':.a· t p,nnh1I, la gomma e la cannetta, lei ,torlo ,aera e U libro di lettura ... Andiamo, andiamo! U tema d 11U!UO "t [beUa/ Andiamo, andiamo! U ,unto , m.euo fil [buona! Dio, com'e tarcU/ La campana ,uona ... Fra poco ,uoner4 la compendia .., Come JOn 1,an1, come son dlver,1, algnora Lalla. I miei còmpm d·ora! Dtmml, ~ rlguardar~U tu ancora? Sembra uno scherzo, ma aon tutti ver,t. .. c·e anche una poes.a molto bella nel ,•olu– mc del MoretU. Lt prime tr!Jteue. 0\'e al nar– ra con eerio aocoramento come fu che Il pie– colo poeta marinò per la prima volta la ~j~\1u~v~u=s1: :Ov:fi: ~at~~i~! 1 ~ gabbo le coee che prima si pi111avano ,ul :;J:Va 8 nJ>'f~ 1 t~II ~u~ :~~1~! ~ ~~1J>:~:: del minorenne. Da quando Giovanni Pa- 6COII dlchlatO che 11 poeta e un fanciullo, se n· t fatta della via lun110 que,ta chi– na sdrucclolevolel Ma Pucoll, Che, mal- ~=• q~l~n ~~~:1i!i'o ~~ :,!~~t~:• n:~ l'AQuUone l'luta~za. mantenendo 11 tragico punto Cli vista di un adulto. Questi lmece parla.no dell 'lnfanr.la come fanciulli ,·!z.la.tJ, facendo-te boccucce e chiedendo una chlcca. Pare che ancora vl\'auo 80tto la tremenda preoccul)At.l<>ne del còmpito e nella. dolce ape. rMin della domenica, che poi finir!\ per att· ~Ol~~~~~lc~~~e~~eh~~\~,:r~e ld~rv:~~t~~ =I ~~Ig~~~I;~ pr v1!!:n~;~t~~ ~~~a;~~: da ,·ero poeta e con ramlggent.e prolissità di un maniaco). Non •anno che farsi della vita. e cercano di rlmllre li corso fino alle IOl'(J8lU, fino a,U annJ malrertl quando la re,spon.u,b.Utà era coel lle\·e e 11 do,·ere era quul IIChenOIO. se Carducci offriva un blcchtere II Pio lX. esisl cant.t\110 le 1uore; .se D'Annunzio ,·atl– clnava l'Impero del mondo, essi si rlfu1ia.– no nelle e rosee stazioni provinciali• o ln– vocano li\ e n{ltla porta Palau.o»: se 1 8ata– nicl ren·evano di IU!Surla. esal esaltano la I\Dlblgua caatltA della carne 8a1J11, Hanno un non eo che d1 quegli adolescenti un po' precoci e un po· grulli, Intelllaenu e llacchl, alll\mpanatJ e acntlmentall che a Fittiue chiamano la parola dl arrettu080 dl&presi:lo baccelloni. La loro poesia è la fodera della robuata e impetuosa poeala che godemmo cd amammo. Pure e poesia. Hanno poca o nessuna smania di vanità, poca ambl&:one. molta delicata tnUmHA dl se.ntimento. Chi \'Orrebbe lR fine aen.sibll!tà di Morelt1, la mo– nellesca 3\'eltezza di at.11wes. la soffice mu– &calltà di MartJnl'? Blqna prenderll COll come &0noe goderli nel llmttl del !oro pote– re. 8ell%aIncrudire contro manche,·o\ezu, di cui, ptt&l uno per uno, non hanno tutta la colpa. La loro poee.&, e come l'runore di cui piu-la Martin!. e slmlle a un'urna di crlstal· !~u~r:;i~~.ta 1as\;~~rariu~:- g~~r~: poes.111 che si spegne. Non hanno tanta rorz& Cl&80\'etthlare le ult.lme ru!On&nU delle grandi 11,ntlche ,·ocl. 11crepueoolo li lnvo'8e. Olacchè non aolo le colpe, ma anche le glo– rie del ])f\drt J)e6AllOaut figli. O. A. DORGESE t Biblioteca Gino· Bianco Aldo Palauttcbl, Alfredo Panzlnl e Marino Moretti nd 1931 :19.8, NELLA HEIIOBIA DI ALFREDO PANZINf :* Marino Moretti eontro San Ma.rino BORGÈSB, I\"BL 1931, PARLA DI DVB OPERE AlìFOBIOGRA..f'ICBB :i,.: Tempodi giovinezza fiorentina r 1931: DOLCISSIMI RICORDI .... VIA LAURA a vent'anni Ritengo i vent'anni bellissimi, in qualsiasi modo li abbiamo vissuti, ch'era il solo ed il migliore per noi !f. di ALDO PALAZZESCHI ... , Non pottoo moncort, tn un numero dedicato a Moretti Pala.ueichl: compa.gno e amlco da clnquan– t'annt almeno. a luJ coetaneo. Incerti ae ch.leturglf un artico/o nuOt.'O, cf ,lamo Poi Imbattuti In un ,uo artleolo pubblicato ln e Ptgaao •• u.,ctto nel giugno 1931 e Intitolato • Vent'anni li Come ti ~dr&, l'art!• colli parla di due libri - e Viii Laura• di Marino e « Si ,barca a Ntw York• di Fausto Maria Martlnl - e neUci ,ua pa.rte Jlnalt riproduce parecchie lttttre di Sergio Corazzini. Nt diamo qut la pa.rte centrale, quella pa.rUco.larmtnte dedicata al nostro autore. Io non Intendo parlarvi del miei ,·ent.'ann1, ma dJ quem d,ee!I &ltr1,e che te Poi cl tenete a sapere come la r\~t!:~~~mar1~,~~,t:.1d:Ji7i:ea,}j~!~te~ sutl ch'era Il aolo ed U miallore per noi; bellla&UTu, pro. dlglosl, un portento. e non aolamente pe:r quello che eMl rappre&entano al momento che li ,•"h ·ta.mo.ma qutLSi.di– rei. di p,it per quel tesoro che accumulano In noi aegul– tAndo noi a viverli nel r:oordo, per modo che a qua– ranta aembra di 11.vere l '1ent'anni due \'olte, e a SC5'&nUI tre naturalmente, .. e COiii via d1soorrendo:. e ee cl la– ac!assero tare si arriverebbe a dieci con la plu grande na– turaleua. E c<me se ciò foS&epochino. andando in là, ~~ez1~ 1 ~hem~CC::8a:!~ ~!8~:~t";~:uu-~b: oaa1 vent'anni, &0no attratti molUJ&lmo da noi che ne abbiamo li doppio, e maaari qualcheduno.di pi();: eul amàno la noatra compa,-nla. la ricercano, amblac.ono1tun. iete ftrlo a nol. ottenere la nostra amlclZlL ucolt.are " n01tre dllcUMionl. lnttrvenlrvl. rl\'elarcl t loro SOITll- le loro lnquletudlnl e speranze. scambiare col noatri ,auardi un po' ,·elat.l e affatlcaU. I loro rapidi e brlllantl. e I loro r.orrial elettrici ed elettrizzanti col n01trt m!A\aratle lenti. Donde risulta chiaro che fra quell\ che di dentro e&c0no come tn ebolllt.lone. nel dolclNl.ml ricordi. e quelll che gia 1 1\fm{i!I: t~,!tta 1 ~~:i:r~adi:~ 1 l~~f l~r~r~~•Jf' ~ cl'Lffe. Con quelll che on! ne scrivono avemmo Insieme ven– i/anni. e I k>ro due llbrl sono qui, \'ielni al mto cuore, dopo avennl tatto rant .. ucare, rru1are, metlere a JOQ· quadro non 10ltanto I più rlpoaU anaoll. della memoria ma quelll ben&l Ciel miei non eempre ordinati cuaettl. li prlmo e di Pauato Mar.a MarUnJ: Si abarco a Ntllll Yor.t e l'altro 41 Marino Moret~: V111 Laura. Uno nemmeno 1& quanto 11 llbbluno vlUuU IICCUlto ,enu COQOIUrct. u aecondomvece 10 u anche uoppo. n ttbro dJ Pauaio Maria Marttnl i la rtooltl'Ua60al eent\me'ntale le Il p:,eta ai abbandona franoo al llllr.i• mento> del ,ruppetto romano nel quale campefflO. 1D ~ueJ 1 1~ rd~rif~·1aunru1~:rte ~~o~:1~f :ro)!g~·~: fi1'esalonee doJore nel cuore del su~ amtcl, \'~ntennl come !~I, ~~::e aanJ::~o~~; ~~~hll~~I~ ~':~~ avventura. candidamente Cle&erltt.adal poeta. (e da que– sto candore rtaul~a rev.denza della. deJCtlzloneJ, e a1un• gendo a tare, per vivere, gli alberaatorl di uomini senza twa dimora e I Justrucarpe, rimanendo lrrlmedlabU– mcnte poeti. Il libro 41 Marino MorettJ lmece rlcostrulace l'ambiente Intellettuale f\orent:no al colmo dell'~ra dannunziana. 1900-UH0. nel momento ln cui la d1ttat.ura del D'Annun- f~if:~~ :8~f~ ~1\~ :e:a:;:~~~e?u~ c~ i p01to che per un poeta M>lO, Purtroppo è cosi; e fra! due, elevatl come glglllltt di macl~o nel deterto. vedremo r::e~.ù'na1'i~ e::~ ~ai~ !lfl,u~ ~!~1:. un Versa, E' Il tempo felice della Capponclna, l'uceaa del poeta d'Alcione. lruazlablle di rumore e d1 lode Che aembra re– clutare per ~ ogni cantucc.o. upiran<1ov1 l'aria alla vita det r.ovanl \'lr,Ultl. Tuttl ru anoblsrnl al acuntrt.ranno IUlll, risplenderanno fra ru olM di Settlgnano. nella caeetta remota e modeatL ridotta lnternamente un bazar del r,nuclmento. E c'era • Signa una tabbrica che Ja– ,·orua giorno e notte a afornar terraootte riproducenti Della Robbia. Verroocht, Oonatelll. M,chelanaloll: atatue vaat e sedH1. non trc>ppocomodi ma belll certamente, e tutti potevano procurarsi. anche I più poveri. con qua– rantotto cent.eshnl, almeno una Olcx:onda o una Beatrice d1 feMO, Alle 11morfleseotl.mentall dell'ot..toN:nto. ,tuc– che\·oU, succedeva.no queate esteùu.anu. plutlche, atue- ~~~11 a~u~~•~lt~o~t!:J°1~elfc;e~~~to~~~ll~i:~o a~~t conele dopo a,·er ab~lcato ali!\ loro &empHclt.1, Al Moretti. capitato In Plnnze dalla sua Roma.ani pro. p:rio In quegll aMI. qùeato clima, e tutto que8to &per– pero della bellezza non piaceva né poteva piacere; e U 6entlmento. nel auo libro, non corre Uscio. che nronla ili attra,•eraava la attlldfl. ad oeni J>tiNO, dandogli spe.s&O un aapore acre che ne fa la bellezza e li ~to. Il cuore ~f.1 f:tt1 ~i~:n:,~e~:U: ~1:i'ù::"u~~~ '~!vi Fai~ attendone a non, bucart! 11 yl.Jo e le manlne. Ea'U ti mostra sempre gU unahle111. ma non li adopra, te 11 mo6tra aolBmente; e a te. leHendo, vien fatto d1 rrld.ar – an molte volte: ee dqllelo un bel graUlo! •· In arte questo e pcnne!.IJO. e Si può fare; basta .saperlo fare con ute. di N{~J:~o, d~ie A;,J,~!'~~ltelC:!~e~:;, •~IlaM~ ~a:'1:! rett.l. e delle Poelff provinciali d1 Fauato Ma.ria Martin!. 1nt1to1a,·a queata poeala: • poea,la crepu1001are». n titolo r.rn& ne e rimarrà: e al esteae poi. per affl. nttà naturali comuni a tutti l tempi, a tutta. la Urica di ~~~~~~·.~Jr ,f~:~ro':' 1 a'fri°tc°~~~=~~\~~! anche Saba. e qualcuno aQche me. Ma eMendo Il mio destino sempre compllcatl.aalmo. lo ml tro\'o 80\'ent.-ea fflrur&re in due Pofltl. come Sant'Antonlo, coi futur.gtl e col crepuaoo\arl. Ml pare d1 ~nt:n•I domanda.re In quale del due lo pre.ferlsca trovannt. e per aoddlAfare la ~0:~~~.1e~~~1~~ pc;!f~~~ "Jed~~~tl1: ,:;~~J~o ~~f! almo In tutte e due le parti, quando mi metto col futu– risti e quando mi metto col crepwcolarl, d11p1acendomt solo di non poter ea&erein tre. E l\d onore della r1uat.1- zla debbo agrlungere che v'è taluno anche che ml mette eolo... Penserete certo che amando tlU'lto la compaanla :~~é~&n~h'!1~~~~· t:~ 0 0 ~~~ 1 ~ 1:~~a!,_contrlto; Marino tm·ece storce la bocca a queata definizione. ~= r:1nr:ari:rit'S::nc1::.: 1 ~a~~~~~ :r~.:~ ~!.tec~e°n6eg~e p~~~·tae :1.ci~ a i:;c 1 ~ 0 àrr~~~1'i: ~reconcetta. come fle le ore della ,rtornata. che eono ,entlquattro, non roeae.ro tutte belle. create da un me– deaimo artefice che le ooe,ne race,·a bene e In grande. e materia d1 poeala tutte ugualmente. Come ee chi canta meu,ogtomo f08Se qualCOla d1 plù di quello che canta le tel, meu.anotte o le t.re . Tutto sta a ,edere come s1 canta. Non fu chiamato :n Pranc!a e decadente» un ci– clo !11lirica che sta a paragone del più grandi che van• ti Ium&ntt.à? E quel poeti coal CletlJ •decadenti» an darono molto In su, a d.lspetto di altri che re1t&r0no ba.11- f~o~;:u:~1 e~a!~~lr~l ::a~ s::~~a~;;l~~e"ir:~l~i ~-~1:~~e'ie ~ua~;~~~& 1 Ja~~~e~a ~?1J~h~r~~ : ,·orrebbe. e crepuACOlarefra noi poco alla volta ha VO• luto algnUlcare gr;glo. ,•aaamen:e e lndetln·bllmente ma– linconico. debole, linfatico. moec!o (e di fronte al mo– t!Cioml ribello anch"loL coea che non ha nulla a l'he rare. col crepuacolo. a meno non al tratti di quello delle brutte gtomate, che &0no uguali a tutte rore. ALDO PALAZZESCHI

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