Fiera Letteraria - Anno X - n. 13 - 27 marzo 1955

Domenica 27 marzo 1955 Primotempo IL COMANDO Co,~edimi. Si1nore c-he il mio dolore non da più un di&ordine d1c fo1~r• ,i com11i•: c-he iJ mio giorno non .,i toMluda in lardo pentimento. E prev1l1a la mia storia •eitrcta ili OJni avu,nimento e condiiione, aolo in Miti tu p:nli e 1i rivela il tuo comirndo. Se un comando • ognum, tu dai, 11lù forte d'o1mi ono 1ogno, di1 c~guini finchè duri 11 ,i1a, agli obbedienti promette.ti un tempo in cui l'an;ma ana la 1111 vcndemn1ia. Tu COn&acu e distingui il mio cammino d'uno fra i tanti. fa che non di~perda ciò cl~ mi h:.i da10 e la ricoheau lieviti dal mio 1ud~. Nulli mj 1ppaC'lit11e the da le non J>rovcnga: aUa mia font<" fa thc non re-ati in debito d'amore. E fa che Mn dimentichi quell'ordine, quttla ttrleu.a d'eeser vi,;o, e degno ,ia di louare e rù.alire in te, fi»o 11I tuo voho invisibile, ardendo della tua voce chiara e eilenaio11. • Chi manderò. ohi andra per n1e? > Ri'P()1i, promo aulla tua via, c,ome risponde l'allodola al chiarore del auo oido, l'onda alla luna, la aor11en1e al vento; come la ,·alle modula in tolHna la wa ba,sur.a. E fa <lhe non c,an~Ui la tua inm111gine in me, fa che l'aocrea~. e fammi foru veno la mia altura. IN CAMMINO Nel colmo deUa vita quffll ,·oglia di u,,drne liberati ad altre rive, diffu&o un tedio d'enere pr,èlenti nel limite dell'ora: e qu1le via 1eruircmo, 6e nlOMe è lo 11>iraglio? Ma ,·ita e morte formano un mhtero, la dhigiun1a unità da riton1porre fo armonia, ('he nel frammcnlo piange ed invano ci aO<'ora,Tu ,ci, moMe, ,olo un a.,pctt11 della no1tra NJenui e forse una più am11i1 fioritur1. Come il nòcc-iolo un fnlnu, ti portiamo dentro di noi: te tenia il detiderio di avvitinar1i, na1te una ('hiarcn1, ,I Mnnov■ nl!I cuore il ritn10 pieno. L:t vita è un lento pr,oparanl I te, firn:hè il pcmiero 1110venga ,ereno: non più temuto, W: c,ome o,:ni parte di noi 1ei viva e muovi a con1pimento, e li m11tura il ,:iomo, ti ri,chi1r1 1"11ffa1mo, o piano conqui~tata, gemma ('be la pnienz.a idiiude dal tuo umo. OiooderNno in noi la nera wlla, ('Ohiveremo il tuo pallido fiore c-he incorona il fat.eigio della pianta. Ora in ('amn1ino l'anima che pa661 <1u~i ,ognando vede con 1tu.pore l'ombr:i ohe l1Ki1. Ancora luoii;hi, ~on vn-tigine d'inrontri, e tutto ,fo~ge ~ì prima die ,,j po~ ,more, il voho come il cielo aielbto. E mi domando: f)erchè ton qui, rapr,re,o in 1lJI 101 punto del mio infinito? Dol«:ua crudele dcll'11:1timo,"pore della terra, come vi perdo! Mi ferixe il tempo ('he ti ('911ttlla e la mi1-llra tronca d'o11ni mio ttrOC"e. Nella lontananu dagli uomini ('he 1fioro, qucll'angOl<'l1 d'CMer vivo e lontano m.i dilàncora a un ilitCMCOcreK'Cllle: non vi è luogo che mi 1pparteng1, ttrc:hio d'o.-inonte che non "·cli il •uo inganno. E elMÌ tell'll)Te ho tteandito in me 11631<1 quuta pena. RiconoKo una patria nel ,ilenzio, dove 11 mia ,,icenda è una apirale ffle rende al de.lo. 10li1ario tanto in t"IIÌ l'aoima bnl('ia il proprio imen■o. Il Jilena..io do-re ardo, -■pelto e pe:nlO. Quel ra,ndagio 101frire, quell'ignoto che d na$i<"'Onde ne.I mio peno e invano fuori di me terni, ,offrendo, 1mandO :,(I ottni porta, tutto qui ri1Kcnde ,olubilmente dal tegttto gorgo, \~omiglio a uno 1t1p:no in t'ui ,i detti l'oeou1'o fondo e i ,uoi viluppi 1doltt•• 'fon ,,j è parte di me cbe non ridol~a. lrin1err0Jo, mi Hcoho: ed 1tpet1ando rhe la mi:i. ,eri1a lenta maturi, urori e larve tra,:go dal J)f°ofondo, 11n ,a!llo n10,imen10 m'>Mturo come il palpito argenteo della rete. Penso rhe tutto qutilO avrì una quiete. Pento the 111110 quuto ebbe un avvio. E le fatirhe aolo mie, le pene non c:onfct!lle e condivi-e, il gio10 fhe portai volentieri, l'abbandono <"hemi fu ahi~. l'upu toliludine che mi fu luce. 90frerenu e trono; le ore t"he ai 511:Jvano,obbedicnt.i all'intimo t,.mando, in c:'Ui la .-ili è de,:na della morte ('he c:oron1, in C"Uil'anima 11cme il ~oprio 1roma: nulla ti \'Ile e nulla ti aommer,::e, mia prnio,, anentura die ruu,dti Jli anni perduti e li proponi offrendo da riaJ)('Tta ferita il taldo ~nii;ue, Torna il p.is !ato al mi-Merioe,ofihro rhe lo risana, e 1i chiaTi-ce in voce. ~e nelle. mani il mondo ti ('Onauma, febbrili le mie mani porteranno <1ucl frutto di dolore alla t111 f<><:-e. F,-delmcn1c mi m..,.('ra l'auillo di ~uidat"e I■ vila c-he ,i fl)ep:ne :i un ,uo fern10 dcotino: e mi ripeto chc non ,i deve, non 1i può ,ru-t■re, e c:he r~re altrove è nt\.-euario. In altri 1pazi limpidi e profondi, in altro tempo, in liben polt11aa di ~n.,are. e toHrire. On il fermento di quC!ill'onda che m'ai:ita !i frange nelle ff'Cthe dt"I vivere e del dire come il fluno ,i lfio,lie alla .ua 1pond1. E le F,rnndio"C p:arol,- the attoh11 in frantuoii !i pt-rdono. T11rm~to inflitto m quolo c:aN'.""re~traniero, donde imoto più luce al mio peo!iero e più IC'n!'<Ialla Yita, E 111tontedimi di lllfcrare 11 1em1H1,una fe('Onda naeeita 1 ,:randi e nuo,·e ore !Olcnni, irMon:i.te al mio c:uore. Qu,-1 tileniio delle tcre felid in cui l'affanno icrmina in t1nto, quella the m'invade improniu ineffabile pre&Cnza e mi 1goment:1 conlòOlando, in1iate nell'ombra ton il b11tito di un'ila, è il 100 :mnundo d'amore t'he ritorna nella mia poveru. Pa◄a il tonfinc. Coltin il t<uore allo ~1rugg.--n1eahbratdo ~be lo 1errà. Raddoppia la preuura dell'amoro&o incendio nel tuo palpito che mi dilau, 1olle,·a l'i-tanrc che mi mnol,::e e il luogo the mi ,trin&e all'inrinito dc:lla tua natura. Sdla tup:i ('adenu dei miei Jiomi ho ~rduto me 11eMO, Il luo diaegno ,i o-curi> neJJe n('bbie, e dilt"guando la 1ua 1•re...cnza c:h& punge e conliOI■ etto lutto prcd1•it1 e 1i 01cura rome i fidi armoniO"i alle ,-orag-ini. E l'anima, lak'"iando la au:i lolla ,cro-0 di te, 1e,,tò diveh,1 e iOla. Oh lac:cr■re il 1empo e in un di,·ere" metro d~rre i battiti dc:I cuore, mi...,.ruti alf.-..ilio. Nelle c:o&e cffimHe, nei rapidi tr.m10111i, qut,.,lll cuna del vi\'t"re dedina ,doc-e alla 1u11ombra. E mi 1os1ic:ne un p,cn•icro Ionia no dalb , ila, ,;ebbene da e-■ nu.:a, e in ahri mondi the non in que,!;I0 1i rifugia: tale è della no•tra tonditione il aeno-0, che nel momu110 jn c:ui ai uah.a è morle Secondo tempo FRATERNO SPECCHIO Lui che ha ben toUerto. amato e pianto; J>OrtÒ la ,ua luc:e; ebbe grni1 e 1ventwa, b •re.rarua di un com1)imen10; 106f)irò il ripo.,o. Se guardo un uomo, dico: ecco un'a8H!IOH che ..i prepara, un 1igilla10 ('lini.O che culeri 9e11u ritorno a un ciclo. E mi conturba qumto c::i..ntointerno, quuto ri1mo d'~ilio che Eratcrno mi pare, ma .e un animo lo NCDho rì11er»o alJa d~:rnita del ,·iandantc. Portatore di Dio, dove pro1egui, che comando hai nel petto. e c:he mi dice quCMa m~ita tua vh·a e loniana donde Jiorato lrcmo? Sarai 1010 nei momenti piu ''eri e dolor0.ti, fino a quello del traMito. Tu paMI, non !ornerai mni 11iù, Prttio111 vita, unic:a, breve: khiudcrai H pcn~iero die jn le ,'incarna e non tramonta, fior• ti f■rai dal tuo seme, o 1pcgnerai la pro me.a nell'ombra? Unica, hre"-!, Fralcrno 111ecchio in quel tuo c:anto lieve. IL FIUME Libero ed ampio come un fiume tcorri fra le tue ri,e. Lo anime ·C'be ciulli a.J tuo 11onnire, aJ 1uo fluire: ognuno tron nella lua vO(-e le parole che non .. dire. Guidi nel c:ammino, fecondo, vivo: ti germoglia intorno tutta 1"l.A vita d1e da te ,i muove, multanime, indiatirMa. Sei un fraR'lmcnto della natur11, un suo momento eterno. E que,10 è il frullo di quel tuo patire. ARIDITA' Ricon06Co il mio "alo e la temuta aridi1à, mia vera morte, immenso diHOhimento, e grido: ah, tu non puoi, nentur:i., far tacere il .,.,Ido ungue! Se il frutto tbe mi re.ta è la mia pena, ae 11 ,·ita perdul:l è la mia fona, ritrovMl<!ola in me fotta ,eremi, c-:i.dde1010 11 KOru e non l'ease.n.u di gioventù, IDI torni la ric:tl:ieua del lkti giomi in più n«-oha linfa. Alatrilà, riprendimi; 1tancht"n1 di ,·h·ue, tu Ki forse on corauio troppo ma1uro, un'an1i11 d'altri mondi di cui ■i 1chiu,e in queato un primo r:i.11io. Donde k0ntenio d'ogni ('O•a ,·iva mi lro,·o in eua debole e dikorde. }.fa 111ritorna a ,ommo dcli, riv■, cudosita, fremente ila dell'ora: e tu, pigro dolore, a qu~e tami con giovane ferocia antora mordi. Se, mutato l'affanno, ad ahre toglie abbatterò il mio vi&o, ad altri amori ed aAèie rioffrir0 l'anima nuda, come ftlf)Olla di DU0l'0 ai printi llrali, fecondi c,ome un 1cmpo 1vrò i miei mali, TÌlro,crò, primi che il 1iomo chiuda. il fiore della mi, e»enza naKoal1. L'ORA DIFFICILE Da tanto ri8cliio di perire e tanta maliD('onia ulv1lemi, Dio e glj angdi. Fate c:he io tenti d'Ntere perfetto nella mia ,·era forma, umano 11ngue, cara f:ttic:1 ~ l■grimt". C9m•icne tcn11re, a quuto torpido pensiero jl ri.5\eglio dell'alba, a queeti 1,-ua-rdi l"intanto t-he rioffra un mondo dii1ro. di pure altez::ze, 1i, tentare ancora! Era facile vi\'ttt', en lacile vin•,re: giO\'CntÙ, come ~rdc.ti ìl tuo nitore, la fl'NC'hc:zzuacerba. Se dal profondo im1~11bol'innoc-enza è aubi10 fuggita. or:f;I sofhire per la mia verità, ri<"<lnqui11armì è grave: ò pnto limpido, 111!qu1le non c:rctcera più l'erba. E qudla forza d'euere e di fiorire omiai contende ron la trilleua e il tedin, il Jo,:orio insidioo-0 degli :mni: 1mponni un cuore • di p:iovineu;a innanzi al mio tr■monlo gio11ne "1111110 ouorc:. Ora bisogna ttnlare, in questo I c:gno del proibito, diffi-dle 11•c.lfiNi, in ("lii finanthe ,embr1 viet11la !':i.ria che rupiri, tanto ('Ontrario è il te-mpo: or■ bi10,na riahjtu:n•i a ,·iH•re, Ri1<rrna, ritorna 1n l~ come 0 nci puri ,:iorni del tuo pa~lo, fra In ~le e il btte. il duiderio e l'operia non , 'era quc.la lacuna, q11e~1ae.,:il.aiione., pf'n.,.a 1u110 powibilc, fanciullo e-ai fu J>f°0HIN60un gio«1. e ancnra dici: e domani •• ..,...ri1lendo alla tp,er:Ktta, domani 1ulla tern farà chiaro ,: riameremo quel che gia fu amato. INSIEME TENTAMMO Ah l'uninuo Krir;:hiola, correnti amare mi auraveraono: di queola 1mme11N dogi.i:,, io tttmo. I miei pe.n•ieri .rl1e In Jelata uttide, lablwa, cuore fanno lamento e in1•oca0-0 l)iel't"'lU. in una ferma pace. l'i1i è c:on111agno J'uni1eNO c:he lacera 1offr,.ndo il 81101-egreto e a grandi onde cu~lla di !lll•ni e tempi, i n101Mlid1e divampan,. 11>ef:llt'~ nei più lontirni tieli. tonr, nel ,a.io ii;oq1.o.Anrh'o:',~ 1cn1a di libtrar .. i, anrl1'euo pianl_lc:,e tutt11 vC"rto frontiere t('OIIO;,.('iutcinc-~lza da rimuo,tre .-neon, a<! un11 lf06MI •\ventura Ji mort~ irrompe e ll!l!'.11 il ,uo iK>Urirc,Hirordiamo un tem110 lihtro e pi•no: e un arn1oni11,o canto l'uni\"°"° rfrorda, l'al;bi1~liante h1c:e do,·e , ibrò c:hiaro e toncorde. Tan10 d,.lore dispNato JW-o:'me d• tulli i punti del i,>C"aloe Jla•~ in noi le ,.,iaJe, ntr<, 11-.pro fr11ello, fan1a~ma onnipreM"nll::: in noi riJ)et,e l'inltn 60rlC donde ci nutrimmo. Soffri, 1tt1i1CNO,mi•ll'rio-<o Jrcn1bo dtlla mia !)l'na, in l"Ui trcman..lo ,·C"do tpC'C'ohiata 11 mia e,-enu e la condanna de-Ila mili volontà, m■tcrna toltre eh~ nd allc,a~ti cd or.a mi aHatif'hi del 1110,te•t.ò dolor~! A qur&to tnrpo adrrente guain.1, in~urH,·ienz11. B1b1otecaGir:o Bianco LA FIERA LETTERARIA UN POJEMA DI IJNO CURCX L'Esule e il Regno La FIERA pubblica questo poema di Lino Cttrcl, e L'Esu. le e U Regno 1, anzitutto per li suo valore di testlmonlanz.a positiva In tempi di negazione e d'angoscia: qul un'Idea della poesia come totale impegno dell'uomo si accompagna all'ansia di rinsaldare la posizione e la responsabllltà umana sulla base di un ordine dl,•lno. Unità di pensiero e di lln– guagglo, am1>leua di concezione e dl ritmo son le caratte– ristiche del poema, in cui è deACrltta, In &-retempi, la di· namlca dl un Intero sentlmenlo della condizione spirituale dell'uomo, avviata al suo riscatto. Nel primo tempo, la chiamata della creatura perché svolga Il suo compito e rappresenti una dh'lna Idea al suo posto nel mondo; e la sua sofferenza nel dolore del llmltl, dell'effimero e del finito, per cui nella e cupa cadenza del suol giorni> diserta e l'ln• Umo comando> e rlschJa di perdere se stessa. Nel secondo tempo, Il dramma dell'obbedienza alla vocaz.Jone nelle sue alternative di fedeltà e di stancheu.a, la lotta dell'uomo verso la propria verità, i suol tentativi verso un'immagine perfetta di fW, liberata dal declino e dalla corruzione. Nel teno tempo, Il sentimento di una libertà suprema, raggiunto ln una visione del mondo umano come divino ordito di do· veri e di compiti, come già partecipe di un pensiero eterno. In questa certezza di un riscatto finale la vlla rigenera e consacra le sue ragioni e U suo cammino, IJlumlnandosl di una sovrana plenez.z.a. Di qui li movimento del poema, slmlle a una spirale che tenda al cielo, il suo e sl > alla vlla, al suol dolori noi, lnutlJI ma sa.cri e fecondi, pronunciato con lnsollto vtgore di accenti e di passione. An<"he tu le.'i nella tem()Mla e corri nell'affanno del tramilo I chiarirti di &1cll1 in &1ell1; -tento il tuo rc6piro nei profondi .ilen1i; mi fcri..cono i tuoi gridi di luce. Per cntr■mbi, io uavagli110 e tu c:he mi trava1h, fu a-rritta una 8Cntcnu: rito mare donde venimmo, E quando più •i tende le ,olon11 ddl'ek-Cre e ti adc1u1 al tuo ,offrire, quundo un ritmo a()t'Ot'dll l'anim:a 11tiboOOa alla 1u1 aetc, ;J cuf\re al tuo O a. :co.ta in un tul)'emo itl(ontro, 111°'1 è il tuo riJHlSO,e tace in un bauito 1mmcnso. &a una macchia del 1uo maggae, e la 1'116Ciuihi:un punto del tuo dolore, e )(I t:i.l'k",.IJi,Insieme lcntanuno, e nel tuo tiuoln IOltnne tr11olgi infine qucata dilatai■ tapadtà, violenti chbrcn.111.c.,lremo e m.asnaninio 1lando 3 con1enorti. Morie. pcrfe!to grido! E 10!0 in quella improv,·i.s.a 1rmonia ohe f1talmente di1trugge dò Ml oui li J>06Q, c:ade l'amia dell'a,s1olu1a perle:.do1'C the òh·ora l:a vit.J, IL PASSAGGIO Un giorno ao1Tidcnte, un luogo, un ,·oho rbe pau«anno. O tu c:he vai, r~n,.ani ! Qnnta ru:d1euo n,-11;,ametta fuga, E 11 me.moria -..orbe l'ora vh1 già prima che fia re.a numifctta: treieU I, morte nella nuova ruga. Beat• la radiee, e.be ri.cnte ton più len1cu.a i moli della pianu! Non ,·i è tregua 1>ernoi, l'i1a lall'Cremo aenaa rilorno l'or■ vtlnle e pura c-he già rabbriv1diu:e •i lunghj \Cli di 11rin1a1er1, l'albero 60noro di dolce ven10 c:he lo afoglia, il nido rhe rià df11UC1ta. l.ajrime e parole più nOfl uranno die un f.ruM"io nel ,·ento. Sulla calma raduni il mu1ame.n10 dell':tria nel mounte inverno, il ,ole, il nMtrò Italo, a un lembo di c:i.lnra i ~i '3hnano tiUI prato. Ma delle nO&tre gioie 1iamo i tepolori, E ncll':wpeuo c:he la ruga incide è l'u.ilio piU duro, I nuovi ,•ohi rhe l)ìo mi rim-0òtl11 e mi &tolora. r- ·- •• •. , " ~- .• ~.,. ···--r·· - :.:·• ...... I~- ~---ìt;.-- -~ :·-----~~~ LUIGI BARTOLINI: I.a pasuntata dcrll anrcll Nel nooembre del 1941. fn un arti– eolo appar$0 ne e La Tribuna :t 3Cn– veoo; e Se qualcuno mi di~sn: or– g,Gniao in un ,utema tuUi t tuoi pen.fiert e ~traci ohe cosa è al cen– tro del ristema, ri.,J>ondo-d onnal: l4 vocazione.... Le tria ddla vocazione è offerta all"uom.o. a quuto angelo ca– duto, a quuto re •J)Ode;ttoto, per tor– nare aul trono :t. NeUagosto ad 1954, conclU.UVO la 111.bQ releulone cl Primo Convtt1no del· la giovane ,>oe.!1aitollana dtl dopo– gu~a con quute parole: e Non po– tremo ridare un .riqnlftoa.to oltui– aten.M umana ,e non rlOOllocandola tU fronte a Dio. Una rc.,taurata e re- ';:fu~t/~~'f rl~n: ;1Jf;b~bt~ umanWmo crùtiano. che torni a in– nutarla Ml ,uo duttno tra.acend,ente e preveda Il Ubero zlone del.fuomo, a rtolfz.Mre un d1 e non altro. Dio proce.aso, è la $'Pinta: e l'Ln ivid.uo chd ,ti muOVe da t..na vive pot una ,ua vita. originale. legato all'A$$0luto da cui prO· vie.ne e tvttavfo libero cU una Ubcrtd cht! è divina obbedienza .... >. è ::,i:~:;l~~:Ì:~ad~~J;:: Jedeit4 a un 10l penaierot donde ha pre.,o torma fl poema e l'Esule e U Re– gnn :t eh.e dd titolo al volume. A~– coll e prose. appar,e in quotidiani o tn rauegne come e La Fiera Lettera• ria>. hanno ,candfto i momenti df que.st 'unioa m.edltadone, l°an.,ia dJ orlen-tere a una divina atab/Utà il ta– bi~ sogno della t:ita e di trovarle una giu1tlfte1lzione profonda. Le pro,e han /or.,.a,to, per cosi dire. !humus donde tl voema è andato genninando: e. in- ~-c=~kt": u~~~ 0 lu~ 1 S~~1~at~ penliero trovava il 1uo equloolente nella vibrazione lirfca. e quuta 1n quello, In un clima cUpro/onda unità.: no.scendo~ quaai un·epfca dell'anima. an.rio.,a cU aolkvare re/ftTTlho e U ff· nito d'una $0//trta vicenda terrtno alla du.rata e alla pienezza Cllll'Ea· ...... Se le ctate J>O$SOno avere un valor, r,,e.r la ,torio di un'opera che $I è mo.s– lO unlccm.ente •ulla s,pln-ta. di ocoo- 1ioni interne e nelle linee ritm.lch,e di una meditazione continua, dirò ch,e la 1te.n,.ra origina.ria del Primo Tempo appartiene agli anni 1943•44, i più i!~c1o~!!f = v}~ i.ls' 1laue1Z: dtl Teno. agli anni dai '49 aJ •5j Nel ·54 è atata compiuta in tutta l'~ra una reo,Jlione dJ tono e di /ONIUJ,che per moltf momenti dd Primo e dd Secondo Tempo è giunta /I.no o una rlcrtaZ(one profonda. .sebbene ade– rente al 1ignijfcotl e al mot>fml'!nti orl– gin.a.rf. Sopratutto ii e voluto com· 'Pii!"- un lavoro di atntett e di acuta in uno materia a..uaJ più vaata - circa duem.llo t·eral -. co.d da ottence un ruun,:r::r :1r/o"t:, 80 ne~a :tla;;"'J~ 0 ~ canto indlt>Uibik. Ma una data ruta qui particolar– m,nte slgn,/1.catioo. queU'anno 1943: e.1.socoincide con l'<Upl"tto pfù squalli· do del p'"eMl'lfllO 1pfrftuale d,l no,tro tempo J!J crl.tf deUanima coni,mpo– ranea ,,. tocci, probabilmente il .!uo t:wrtice. Fra le ootastro/1 t ~ ecatom– bi, ,embrat•a che la persona umano a.vu ,e T)('rduto ogni valore: eh~ fl lll· ero ,e.,itim.ento d'ogni vita individua.Le col auo prezioso irripetibile mUtero dove.su ot/ruoaral per .sempre. PropriJ) alloro . .9«0ndo la vecchia aente-nza di Ma&tro Eckhardt: •quel che l'uomo ama, qu.uto ruomo è :t, l "fd.ea della vo– ca.iione ol/erta all"uomo -percM, ,ti aal– tii. un dono da COitiva.re e riportare ac– o: rucfu.to come nel.l"eoongelica parabola cJ,ei talenti, ven.ne In mio aocoor.t0. Tnr vaJ rl/ugfo e .talvetza nel cmarttrlo, dello parola: intendo martirio Ml aen.10 df te.stùnonlan.za rtdM.trfct. E cre.,c,en– dom.l nell'a.nimo una /tde nella poesia come t"OeaJ:ion,e auotuta. richiamo dl Dio a cu.l biarognarispondere, mo.ui dal dra.mma delle mi.e priva.te sol/orentt. della mia umanitd. particolarmente via- 1uta, a un piU alto e generale aenti– mento del dolore e della redenmne del– l"uomo, che .tttlla tlUZ di/ff.olk della vo– coziont, nella Jt.ddtd. e nell"obòedien20, può ritornare a mo. Ml. parve quella una aoluzio~ della cri-". la miglior via. aperto al.l"tliatenza umana. cori com– pn:>m.eU(Jnella tempesta degli avven.f- ~~~g.e:12/~:0~~1~• ~ .atlmonlando neU'opera la divina fdLa che rappre.aenta. l'uomo li avvicl'na a.J .ruo ri.,ca.tto: Dio è in lui :in' lia la 1ua volontà.. lotta con la .rua grizia, lavora ~ .ao//re con lui; e più ln lui, quanto più fedelmente nel laooro che vll è de1tinato l'uomo tende a un'im– magine r,,:r/etta di ae1te.sao. Da quel dramma d-1doloroao rupon.- 1abillta e di ardore solitario, nel cre– ~nte dt.staooo eta ogni dato e bfogra– ftco, ver10 una r,i.alonepili ampia. ~n– tfJ oerm.lnarc una completa ooncutone d,,1 mondo urna.no com.edivino di.3,egno di t.'OOOzlont. armonia di voc(1.donf in movimento: ru.manità in cammt110con I 1u0t compiti, eh.e ne /anno uru:i &Ola peraona nel disegno e nel pcnliero di Dio. Cosi oa.MVQ ogni contra.1to fra la vita e feternitd, /ra te1T(1 e cielo• non più JXUSawlo vero e proprio da. un mondo all'a.Jtro. l'a1.1Ventodell'uno e.s– aendo già Implicito 11ell"altro. In uno dm.I~ vt,ione, l'idea dello morte potet'G pre.aentar,i aoltanto come ftoritura. CO· ~ na.1cita allo Spirito. TaU l"a.rgomento e La traccia del poema. che nella au.a te &ritu.ra 1ln/o,. nlca di momenti lirici u.nUori. di varia– zioni Intorno ad un .90l tema, ai conft– gu.ro oom.e una dialettica d.ella pos,/one ~~n:i~r~,/~:01i~n:~~! prima e uconda paru del t."Olum.e. qua– ii ramt/loazioni di uno ate110canto. Un'o-pera comi! qu.e.,ta na.10t .sem– pre da una duro disfatta dell'uomo, q1iando più non .YOCoe>rre alcun con– forto terreno: dal 1entlm,nto deUa vita J>t"rduta e daU'an1ia di redimerla In una divtrMi vittoria Poe.siadi una vita ,of– ferta e~ li contempla in Uff-0 ragione !'tf:'1 :nd1.tf; ~:di~"r:'a. "g!iJt° u~v;/!? di.zio. Altri ha 1cntto che poetare è te– nere giudizio IOJ)ra .,e m,ed.utmi: in tal .tenao J)Ottare è anc~ preparar.!1 allo mm-te. Figlia di una convinzione e di una comrnozfone proJonda, quut'opb'a 11 è /orma.l.a nel ,entir™'nto di una rtden• zion,. rellg·o,a e poetica iMitme. Qua– lunque po.1.w eut:rt Il auo dtitino. me nt: di.stacco con umiltà: 1icuro. ad ogni modo. che 1n tempi di /rammentiamo e dl cont'UJ1ione tlfl~nzia~ un ampio df· ,cor,o dl fervida speranza non cadr4 nel ailenzio. LINO CURCt labili fughe di mt' &1~, i piani uompos1i deU'immagine Jontan:i. di gi<tvinnza: mi tr.ulormo e perdo, frantu.m11ndomi rorro alla mia foce. E tu, !,ignore, mi moddli •I vuo, 111tuo Giudizio. P1tirò tanJiando l'upetto, il cuore, e .en1pre in ques10 giro di morte ','UOtidiana rinno\ato non avrò nulla che fiBoti il mio nato? O mia tkura 1>f 'ff0llz.ae ,ola che non c:idrai di•trutta ,Ila mia ttta ! Per cui 11 , ila è poive.re di IHI raggio •ol voho di una e:i.lm1 perfciione immobile, ,orgenle del pc.n,.«o e d'orni mio c-ora,gio. E ne forn111i dii mio fantuma qut:~lo c:1lco, forte come l'ultimo ttampo, rkinato nel mio dolore; il tempo ('be mi dìMipa in,·ano tl'iora quel tacito vif<t. Il fuot"o ,·ivo deU'ctCl'nitil mi bruci:, e mi COMU.IDI KOria a K'Ol'1a: jn nudi libertà v'11rdo, upelt•mdo la mi, vitt<H'i■; e d~I dWOIVVl'lento qucll'alu volonta dMS mi ranru111a. Uir,pe,rdendorni in 111110 quel che 1eorre, (iume do11110, pena m11hilor111e, f<lno, eonti~to; in me puientc filo que1ta imm:i.gine intenta all11 MJa luce. E tullo grida all'1ff1nn;ito cuore: non qgi, non qui, ma in pili nc:c:oha ,feu, non qui, non qt1i, ma in pili profonda vita! Terzotempo TEMPO D'AMORE Mondo iunaro e dolente, bNta un uomo ali, tua redenzione, uno che tremi d'amore e inii:i ardendo e dubitando a dll'e: io sono, ti ,ed, e rinn,egbi, # 1ro,·i wJ 011nun.inoche tl disegno previde, nel euo dono d'inquietudine, con1ro .e 1tCriC> un doloro~ impf'gno. Poiebè ogni fede non è che un'wcit1 dille parvenze; e realtà noo appa,:a il C"Uore; e l'uomo 10!0 non "'iM<lntra pietà. Per quc110 frullo di dolore, nell'e•harl1, ri,pudfo la vit:i.! COii la morte div.i.ae .... madre, in o,ni aao pen1iero Ma 1CO}pi1a N>rDC la p•lri1 all'ffule: e c:om,pone un, ricdteua Nogreta e annonio5a 1n lai m·ente, gli fa dentro un tempo di viti e morte i:1.fie.n1c,et«-nilÌ, tempo d';uuore. Qui c:on puro intento ama in 1e Me110 quel frullo maturo dell'opera ehe ruta nel fu1uro, 'llma soltanto l'io 6CDH ritorno, ('OI 1110valore infintto; e nell'uno ,mia ìl tutto, 11 viti che ti aocrHCe del 11101rn-•1lio, le c:<»e c:hc fece e mai piU 11 mondo rifari ncNuno. . Ama i bei giorni della terra ('he rinundò per potCl'li ron..ervare. Ed ami tuuo rruello ('be non ebb ))Cl' l1cghean d'amOC"c, le dolci ore pudute e ritrovate i1i obbc:<hcn_za, come l'inten viti eh~ ormai c-h1am1 ad ewcre, a durare in un 1uo fermo ~ 1 t:~~- 1 1: 1 f~i •:i:~;: ~•:~il;r;;dino ed ogni bene d,e p1re,·a Ji«•0. )e più fug1d ebhreue dcli, 1err1, c-he rinuncia, rh,c:alla in un amore di Ja dal ,·elo: e vi ritrova i c■ri volti, le nghe immagini, la 1pum~ de.ll "eflimero ìn un 1uo fermo t"1elo. Uove ogn.i CON , itt1 h:i una dw-1ta e un'11pertura infinita. E qui l'an1a, poichè 1>er itU3 na1ur1 ama la \ !ta ne.ll 'ete.-no, in un cielo c:hf" re_d1me e moh;.,lica quel c:ho fu 1mivrllo. Cielo dh·ino o umano? E~li non tc1: e &0!0 l'ama, ~I nuo1•0 &lupore della tua um1nilì. La donna e il fiore! Il gu1to dcli• cnu moritura c:he nel tuo tempo pi,rve irre.dimihile! La nllc, il fiume, la luc-e, il mi.nino, tulio ripMta al .-uo c:hiaro d&!lino per la potenu di un togno che dura. IL DUBBIO L'anima è pronta a 1en irri. Signore de.11'1nim11.Ma il corpo in lei ri■('ttnde c~n improv1•iii mali il tentimento della mort:alhi: intorno ,·ede gli uomini utcire 1il"n1i0911mt-nte. E non p11ò in1maginare un paradiso in cui doYri dimentic:in:i. Pf'nl.l ,e le v3l&a lii pen-, di oHrir lutto a una oipcnnui the ti l111da. Oblio del miglior teo1po, quc~o jn te redtnte? n tramonto dell'io. e delle po\·ere ore reddl settale nel M>lc-o? Ge.rmincra il ,-eme? La nuova pianta dell'eHCre aarà c-ome 111ro, tte 11 ,ento KODOKiuto ehe Jl»(ienef REGIONE INTERMEDIA Que1ta •ua \'erità crea ("(10 la fona del ouore contro la ragione. O1&11do l■ pro,•a e lavCH"ando la rinno, 11 a quelli pri m1vera che non vede: lfl ,pera, erede; e crede in ciò c:he topera Un'in(inita prdcrenu: è (Jlli la 1ua natur,, il 1110 Dio. Nel richiamo che le ,e,~te , ie ritenta piano dclLt tu■ ptt'feiione de{'aduta e in c:realOC"eal11 111 orc■turu. Si ,·cde to,i m~ro e c:o•ì J)OCC'flte!E,iharo dal 1110 rei:,no. 6:1 di l\erlo ,·ltino; l'inf~rlcua delreNCre In Ol)Jlrime, e può f.-m1arlo nel pcn-<ic-coche torre ad Ojtni ampieua. E lo conquio.;1, e lo ri11enk anrora, nella 1113 ,·trii.i: pili 11 tomprf'ndt, più );,i rohh•a, più l':.bhrac-da. c più ~ ne allont;,ina, E 1uno a quell'indio thiede in lui di durare elern:imerue. :\'ul111v'è nel tuo 1t,llo che non ,ia a metM della , i■! Un, 11rand,-zz:1 .caduta. un lume intorb1d,H(I, il 1,,mpo Jd dcfidt"ri e il sogno 1<"onfinato • d'ogni po~-c ,o nella .ua pknena, Lou1, a1(>1."1! L',rnehro 1peuato è la 11111 ..,,,. :\on gli è dato compier. nulla di ..è:, né mai riconciliato rip0terà. i"lelle OJ)S>Otle nature q11ell'amar.i diJC-Ordia vedo irrompen. Fra luce ed ombr.1 &i &partiKe e impiglia Ja 11iu•la r.-me doll'ctemo in tutte le hr•me del di-dine. E la 6tu .. t0ndizione de.I vi\"ere gli oppone il ,uo diniego, nringe il MIO)esame, e la •11:1volo•111a,più <'Ombattuta, ~ubi~cc J'ei-igerua che divora: itprofondati nell'on! E W: pouiedi C:0fl vhcnte, &Uhito ti perdi e annienti ntllM CON po.eduta ! CANTO DELL'ANIMA L'anima non è libera, Signore dell'anima; nè lu che in etaa .-h•I lo .ei. U vit:i. ti tnllie:ne ancor■ c:on le ncc:e,;i,ili nelJa 1ua mor11, c:ontrn ti eleva il .,uo turh.ito foue, Onnipntcn1c, è que1t1 la tua peon, per fui Kegli a t0flrire un:,, tua .e.de d'uomo \ivenle e ad umile pazienza c:h1ni b t.111 jnfinita ... O lungamente aue-,o dalla 1Ua profonditi com:, un Dio llber■10. e nell1 aclu della sua doloro11 UDU1nit1 come la voce di un ucc:ello, un Jridr mattiniero: ae J'anim:1 che por11 il trq1ido pcn1iero di quel nido è dannata alia IC'Cha, e non può amate 11hn cl1e te tenu dimcnt1ear1ì, .e • te ,i 01<:ura «dendo dia vita, td e chi•m■ta • ,i,ec-e; te Hl te •i c:mccJl.a, W: in te soltanto dur■, lu clic in lei M>flri, J 1uo pianto mitara! E' per lei qu~to c:alice., il dohN'e d'o,:ni di1t1tto da o,:ni bene che 1cnt.:1 la 5111natura? Diu:cndetti rl('gli uragani del ,..n1ue e del cuore., dalla tua calma alle tempe.ete: in lei familiare, d1 lei coti lontano nella tua grande 1>ienczia; te.ntito ,ohanto in mo:lo umano, fra le brume del patimento. E' quc.to iJ tuo conYito. Pf'r lei ti uniKi io uni tloria d'uomo a tenebra, pigrizia, tedio e ...enu, tulle le cote che non tono. Povero n rimani, ed oKUro, in magro tempo t'apri una llnda ,·erto la 1111oa«nu. Solo in quel chiuso circolo dciii 1nnl etemamc-nte torni a llbcurti dalla ulli\'Ìtii. Sei una 11agione dell'uomo, the riporta ai 111oi orbzontJ I■ pron1cwa di un ,nlo; e tei ne.I 1ioml di tftlel mondo ('be. è 100. do1·e c:hismNti r,nima e il <'Orpo 1d uniti vivente, e 1enui il corpo l'•nim, non ha potere alcuno. tu le deatl in torte di c:on1endc.-e con l'inf«mità, la c:onvit11--1i ,Ila vit:i. e ■Ila morte. ì\b qui (ff;\e louare, ncll, lfeta delle opere, cl1e M>OO i tuoi per»ied. Al 1uo pollo nel n10Ddo. Il too 1iwclino è tcrr~tre, 10gge1to ali, tua a.era. E non le è dato , in('ere la gul!rn a cui i 9CMi la chiamano, dovrà r,erder•i e ritrov•nì, eaiere forte .11 ('hi1rire il confujo, rivelare ne.I luogo del disordine il lucente ordine i11 lei dilfhiuso. In queata 1Cff11 è il 1uo fine. Nei limili del tall'lpo in oui 11 cingi, 1eaverà I■ zolla del auo ffldore. E tu the I■ tOllringl in qud confine:, non dimcntitarla, ,e ad obbedirti lungamente fu un, prn, incia del tuo amore, e 1r1ndo tulla tr:K'.."ia difficil,e ~ te •IMM. Poid,è fo.ti in lei riole .... ))fflrlme.11110, •bbandono: • rkel'N INlelmente al 11110 potto di dolon, nel •uo travaglio ricoaobbe on do... FA-N fu ,ria, luce, pi:i.nto, wento, ma ebbe un ~ terrc,tre: deJle c:ote la 11iù lt>ttnte. alpc11J'e neve, diafano cri.tallo, ma e.bhe un pc.•o: illimitata, mm un turno Nbc, il ,uo tempo Jj c:ombattere, il bre,·e 1cmpo di tentarl". Prima rhe ,·en,-, notte, 1w-ima che ai levi il !uo c:anto n111tumo, ('be 1i lf)f'nga il 1uo fuoc:o 11iù ,:io,·ane. e ritocn:i l'uomo alla terra, la c:orren1e .al mire. E" ten1po di poa,ani 1ul di9'Cf'no de-I tuo pemitto, di lMtimorriere: 1m1po d':amore, Dio della regione intt-nnedia, di &lare tull'ordito del tuo ven•iero, tomb1llendn. E' l'ora per l'anima di unir•i 11 fondamento dcll 'e.ht~ n1a, Tcmpn di tcl"Vire per i e-ampi dcJl"e-•tcre, padroni in tchinitù: temr,o di 9eminare. E' tempo di riborgere, nel luogo d'impcrfe,ione, dove l'unmo .alo re1na ,ul trono della 1ua mheria fr:a la ('one delle ap11arense: un re ~11odN1ato che sogna, un din c:hc piange. In I,(: lìher;1 ('Ome un re,no Interno quell'univeno ,u cui nulli può. E in 1,iù luoghi trovar1i. in piU monwnti ,nere tc'C<le: 011 te i desideri lthe ,~li aono e non reah.ii ) fhìam, .. e al gulo, al movimento, intonl.r«'cbbero il Allo tonfine d'uomo ,,ivo, il <"Dillo. Pure e,li ,e-de &010per la luce dei suni o«bi, nd polkl t'indovina. do,·e :,~ha il tamburo dcli, morie, ti ICl"\C dtlle ftlc mani, &trumN1t0 di redenzione. a Jl('r.!c,:uire il fine. 'la in lui l'orJti"lllO <kl •angue, pa,tura di def.idcrì 1offcren1i, c:oae a riferire.i fl('D0&e, <'he ama; fushe di c:rf'alllre. inquietudini pa<.!eg,:cre, d11tcdi a1ori1 um1n1 tht •i c:on-sumano in polvere e vento"' E' il 1uo ao,:no illNlnl}liuto. l'imperfetto in cui ton1i a &Offrire. E lu .et'Ompa5n1lo nc:ll'im111emo di....,gno dei tuoi fini a tu1 intrecci le forae dcli, vit;i, muo~i le un111~ attitudini: e fa ch'cJli 1i terd1i, fa c-b'e;li ai trovi e ,.. rhro1i ton &è nei n1111ini ddl't9-f're di~l1iiuo apJl('nl. fra le nit M""nnfiue..nc:1111 lun11a jtU8CTa lti ,uoi diarordi amori. Poic-hè 10)0 nd dolore del limite ti ■pie,:a 1("r•o di le la ,ua testimonianu. mohiplica nel c-orro ('he lo le,ga lr trafinure dt"ll'eternità. E 1ii N>n lui nell'anima ('he vnole rif'ollf'ilittrti, , i11lenaa pati1N!. Sii il ,:u;;to e la rinuncia <kl 1uo mondo, SiJnort' del f0ntn-to. unic:a pace po~sihile dc:ll'anima the ,offre b , ita e il &t'u.e... e mai è O'>JÌ fone f0nl(' '1ll1tndo llf'r l'itni('o ,no bene c-onb('nte antora alla \'ita e :alla morte, CANTO DELL'ALLEANZA Ti rifO•lO"<'O.Dio, nell:a triitcaui del 10Jimento, nell'M('Ur■ pena dc:i ,:io1ni che non danno frullo, Se-mpre tendi il tuo ai11uato 11cll'11ntic:o in,·ito a l.11orare tnn 1c, the mi e,ilia ,lalle J>ert,Onc e dalle ('0ie: ~ dolce il lrJuglio dCJ. buoni giorni 8f)Hi ad obbedirti, a b.,orare insleme. Ti ricono'ICo 1>«d1i: ho fretta e J'on u troppo prctilo. Pcrchè larda il acme a itrminare e 1111 rilorna a<"c.1nto un 1~11,it'ro tli morte. e Tu sei poh-ere > fu df'tto anfhe di me, 11111 r&pirNli in me I.i ùta e fona di r-omprendere, forza rii an,att. Ti c:01H11tocd amo nf'I flore di me tlC'M0, in qu~•l/1 luce di Fioio-o <"3hano a cui mi 511in.,,e il c-uore con,a11c,ole. Tu 1ei ~ull.1 ,·ia più diffic-1le, mi rhianti ad e•i~tMe rn te:, rinno,·i il toffio

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