Fiera Letteraria - Anno IX - n. 28 - 11 luglio 1954

Bi LA FIEJ:A LETTERARIA AT011 si 1111ò 1•a#for:a1•e I' Assol'llto; .. on si 1111,ò 1dl11,1•91u•e l'11,11ive1•sale; si 1111,ò sola11,e11,te aecetta,•li att1•ave1•110 la G,•a:ia, sottoniet– te,•si e 111,011t1•a1•li al ,no11,do q11,ali es11i sono suo s:tnlo unlvtrule. Nel momento in cui dubita cht Il n:~~n~~t~o I: 1lùal~~n3ci 1 ~'n! 1 ~!r~r:.~\e ~rr:d:~~: tlblll capola\'orl della letteratura univenale. Allorch~ 1ulla rede di geoi,:ran t i>0etl egli rifiuta di ~~:~~d~rà•~n ~iott~a ir'ilrl~~•d~ 1u~~t~~,~~~~0s~1'J~oT:j geni\ che faranno di Ffrenic un luosto di pelle:~nagi:lo r::m 1 :~ 1 t,•~~:,ia 1 ~e:11~·;\lcmea~i'c~:tab~~~h!'1 11 ,"~~I~~~: 1ltà del Medio E\'O avevano Insegnato la steua dottrina alla Intera crlsttanltà: 101 pac:,o 1101t fa ffionte di unl- ~fi~~~~a1?•~~g S{~ !r!o df~;':o P~~~eè"~~~~ del:\':,~ paue; ma se l'11moredi claM:uno per la propria ll!trla lo ~rin~: ~-~?;nc:r~r:11~r:!r~t!1 ll~~fS:!1 ~~- I~ ~~~~= lllu,lone iulla vocazione del riroprio paese, e la rende ~~ft.:~a rt~~~,:~tt:r~~1v~ 1 :Af;<>~: :Na l~~v~~, 1 t.lone che si dimentichino di loro 5tessJ: I \'&lori co~l detti nazionali M>noct'rtamcnte mollo nobll!. ma non sono del bf>nlpolltlcl da ra~,1un~erc con del meni. polltlcl e la cui dlgnllà, co,;I alta da tlchledert' tah•olta Il sacrificio della no~tra vita. non oltrcpu~ J)('rtanto I Umili dt'lla Città. Le ~ M>nomolte cambiate dal Medio Evo. ma non co~I Prt'ltO come il pot~bbe Immaginare. Kè Il Rlna•d mento, nè I att0U cht' M'guono fino al xvm. e foiw anche ollre. hanno manlfe~tato chiaramente Il dlse::no di unlvt'rullzu~ I ulort nazionali soprattutto ndl'or dine dt'llo 1plrlto. Nlentt' di tutto quello che si deve dire ln col! bren• tempo ,u di un problt'ma co•I vasto potrebbe t'•\f'rc complet&mt'nte \·ero, ma non credo di falure w,;mmhe:~cr::u~~r~t~e d!~,~::;,h:j ~"'s!p~a ~~tfe a:~i~: e Ml popoli un rei:no unlverule e una società. di spiriti le cui frontiere non t-0no altro che quelle della verità comunementt' accettata. Lelbnl1, ·Kant e molli altri lllo- 10tl ancora hanno recato te,t\monlanza da questo Ideale. che con~lderav11no d'altronde un fallo incontestabile. Le ~o~i1f 0 :~~~~~I~~ c~n;b~a~eu! \fa1~do C1~jj[fl t~~J!~i ~~ espandersi. pret'l~amcnte perchè n.vc\ :.8.nosempre fatto PM~are prima l'universale, cominciarono ti:capovoll,':"e reI termini del problrma, Cominciarono ad lmmaglnn.re e ~:1~~n~/~:1:!r~a1~.a~~~ i:S:~l!\~J.':"l~~~ ~~:~r~Ìuiact ; lo diceva. Comt' vedremo presto, sembra dubbio che si ila S(!mprc fllio steno rT)Omcntodella stor!a: a.1tre fon.e hanno 1pln10 n::uropa n. sorpassarlo, ma numerosi spiriti ~!~u:;t~il:n~lvin,~ra, e non senza dn.nno per II bene Paulamo al dettagli di qucMa evoJuzlone. Dl•J)t'n ~~at~~ ~f~~lt~i~ted~lpo~~~~e ,:n1::11n;g,~!~n~an::rf!;~~~ f3). ~la I fauf M>noabg:,tanza \'l.!1lbPi1 per evita~ com. meni!. 11mondo mal ha cono,;cluto simile druttamento del \'&lori unh·enall J)t'r fini naz.lonall. Niente è meglio e più deano d'lncorBJ:s;lamento che le relazioni culturali fra I popoli: ma ogni propaganda cultura.1e In vista del fini nu.lonall fo COA abomlne,·ole di fronte al sole della verità. E senza dubbio niente Invita più a sperare che tante vastt' organlnAtlonl lnterna.zJona ll li cui Kepo è di acslcorarc la cooperazlont' lntellett ua.le fra i;:11 uomini, di lavorare al proireuo del la civiltà nel mondo. Infine di favorire In ogni modo l'accre~lmento del ~::no dello ::~.1! 0 J1~~~t~~;~ieM: 1~:~~~t:r::~1:i't~ 1 \~ral~~~e ~i'uf~: per cui I congru.~1 non si dividano. possiamo dirlo senza esitare, In • rappre~entazlonl nazionali• tutte prese nello uslcurarc, sotto Il pretesto delja verità. della bellezza e della a:ustltla unlversall, qua.lche successo di vanità lnde– i::nodelle nazioni che euc rappresentano. Erede dcll'unlversalismo della Chiesa ma talvolta anche di una lunga e nobile civiltà nazlona.1e, l'uomo mo. dorno 11trova dunque al centro di un conflitto che mette ln lln:n due lealtà differenti, di cui ciascuna è leglttlmn ~l~!nrtur~. oz1~1nil&~~rl~~~ei•~~v~;lr~c~~~u~i:,' ~ic~~r~i appena conteltare che Il suo spezzettamento politico :m~af~~:ir~~~:l~~I 0:~;:tcunnz~~jll~ c~~l:c:~~I~~:, r;fou~ W.~~I~ ~~~~copo:!!,1~n!.?.°J: 1 :c,"~r:s~~~() ~~eu~a':f!)~ ~~:: J)rla lingua che 11evol\'e nel proprio senM> e che si esprl :!1a~!~n~~ 0 r::::. 1 ~n°F.t~~ ~T~~~:t~i~:::rae s~~1!u: :t~~~ la 11e,-.-.Grecia antka. domlnata come fu da Atene, non ~iv!~fli;: ~u:ou!\~·d~~~ ~~j~~ 0 1 t;, 1 11!°=1Ù~fi~~:n:~~~ !~I~~~ ~ 1h~~~!,'1!8{~!~~~~ei~ù,.!i;·~~~!t:C,~::ic~!tir::~ Ntt'lc per tenere I piedi sulla terra e nutrlnene. La tendenza di o;::,:I a moltlpllcare le lntemaziona.11 di o;::nl IOrta è dunque una minaccia diretta alrawenlre della civiltà e 11caplM:Cfacilmente che I buoni spiriti la \'edooo come un pericolo. D'altra parte quegli fra noi che temono di veden le clvlllà nailonall anneaate sotto Il Ous..codell'lnterna– z.lonal11mo.rlcono..cono cui 1teul che le frontiere nazio– nali di oa:nl popolo non sono quelle della \'erità, del bene. della bellezza. La sola rlspo5ta al problema consl!ite nel prolungare e coronare le clvlltà nazionali non con qual che Internazionale temporale, che fatalmente le combat- ~:~r:~:!b11!1~rl~~t:~~•c~~ co«:n"e ~:!. ~ 1 i;~n~: dente alle società umane quale ne sia l'estenslont'. Questo non può trovaNI che nel riconoscere una verità stretta– mente universale perchè strettamente a550lutn.. Ma che cos'è l'universale! Sen:za lnlz.ill.re qui uo seguito di problemi mettLfblcl. n.ual dlfficlll per se stessi e di cui la discussione cambierebbe questa riunione - cht! Dio non voglia! In un congresso di filosofia, vorrei almeno aprire una parentesi per precisare un punto Importante. vol,:~ua~~r:izr~e~fte~~~rònl:~!8Ti1(! M~1~~~~hrae~~i~ 0 it: «universali•· Sl Intendeva allora quello che noi o:i::::I chiamiamo olù semplicemente le « Idee ,11:ene.rall •· Furono ::~ 0 :,a 1:0~:~e~t: !nf1u~;~:~"d1te:1~ 1 ~1lcC:t:p~~~~fo r:~i « unh•enall •· Almeno 1u un punto tutti erano d'accordo: all'ori~lne. della nostra conoscenza degli unlve~all, ~, buava la nostra conoacenu. degli Individui. oppure, «e condo Il llnauaRRIO del tempo, del e ilngolari • lnclu,1 nelle loro lJ)l'cle. Vedo Plt'tro. Paolo. poi Giovanni. poi Giacomo. e lasciando da parte le loro dlffe~nze lndlvl- ~ue~:io~:1~: f:~~~:r1l~::ll~~b~~: 1 dl':~~~~1~t.'W~!m°ò In aeneralc appunto perchè e~u non definisce nessun uomo partlcolart. QUf'\tO ii:cMrt di unh·erqlltà è proprio delle Idee adratte chf' M>no,per no,,tra dl'l[razla. Il pane quotidiano dtlln. no,;tra mf'nte. Non saprt:mmo pencu-e altrimentL La natura stes_._.dell'Intelletto umano lo esi.t:e. Infatti ~1~" drb~Tt~~~IdJ,~::1e~la::! ~~n1e;:~,~~~a~~~s:an;rt aettttlamo daall altri come e'\.!llacct'ttano I nostri. perchè ~Rfl!~1 1 ~e~~~o 1 ~o~~,;,,~!e~1:: di 1 C::!~n 00 ~1\t~l ~eftt 1 :!, c~~~:~~ ~::::lt~à : 01c1d~= 0 a~~~~; f~ 1 !"~i ~~~Sftt~~fer~~a~1· c~~e3!~~ei;:~~e~pf~f~~~~fl~~ late di t'Ullura. Amici miei. che cosa Intendete per QUC ~~~? g~~~eobrsr~~t'e~t~ 1~e.~te~ul~~a l~~!~.p~~a:a ,f 1~:::: della cultura dello 11r>lrlto!Ma. SocnHe continuerebbe: che co~n. è lo 11plrllo? E' una di quelle coii:eche si vedono, 111 gentono e 111 toccano? Nuova J)roteo;t a da pa rte nostrA. 11ei:ultada un nppcllo alla cost'len~a che hn.di se stesso 11 ~~:bl:: 0 a i~~~bfn.~sT. i~e 1 r1:~~,~~~~~t~~~:=~:s~~~t:..~i prima d'accordo ,:ul 11t'n~ delle parole che noi usiamo, In nostra conferenza non avreb~ mal a,•uto Initio. Eppure qur~ta con•tatazlone non è i:ll forse un rlsul tato concttto! Quabla•I co~a.. che noi possiamo Intendere ~rai':u~a 5~~:,;aud1lv:oi~~i'°&5~~!1f:~r~~~~jl ~o"~j~ Più un conct'lto l' J:encrale e ph) ,. J"'IVf"ro dl contenuto, co,t come il plll •~tratto di tutti. che è la nozione di e~ere. ~~~!~ 18unnar:ui~! 11 ~:!! t~-1~~:~:!i~~=l~~tr' c~ett';°n::?n1 ha b~i::nO che ,:11mo•trlamo •imlh ,co~! Ogni anno ,·ede pouono e,.sert' Onnatl da tutte le alte Parti contraenti :!::1~'t,1tTnifn7:!o na~ro ~~e~~ =~~e~~nrocodn~ia!r:, ::l~~u::.rr:u~~lre cli uomini, sull'unl\'e~alltà della gene :\la allora. ancora una volta. che cos'è Il vero unh•er. sale! 11suo vero nome prebbe piuttosto quell_odi e u.._~– luto • e, clc) che più Importa. ! che lungi dall e!l.'lereuna nozione astratta. povero re siduo della no•tra esperienza concreta, QUC5l0vero unh•t'ru.lc d ~ ~mpre dato In un Individuo. Non andiamo tr oppo lontano a eei:ca~ un c~emplo. Quando Il P~•co di Benvenuto Celllni fu SCO· ri:1t1: ~~~~lgr~~~~~~ta v:~~ "f;h!~:I ~~re~co,t~a~i~ò~j cuori del fiorentini. Da dovunque si ,•enlva a \·ederlo, • rh·tderlo; non si poteva 11tacc11rsenee, come a supremo ~::r.r:~at~!!~r~(!J~rr~!n'~m~~'t!,~r~~l~n~~~~~ ~~~ ~ 11onettl In onore dell'Immortale Efebo, vittorioso su un moatro llltrettanto bello che Il suo \'lncltore. Quuto Porsro di Celllnl non è una p11rola. ma una f::ia. ~n~c:iv~ 1 r:fe~~e ~-or~~~!~1:~~ ~\ 1 ~:~e:::~~ !~n~~: :iirn~n~eefl~1~C:a!n~~t'SJ~1f:"g~~~j~ t:~~~~~ rt~~it~e 0 mtnte lnsJ,-mt. slamo felici e soprattutto tacciamo. La durata del nourn Jllentlo sarà quelln. drlls nostra unUL St dO\"CUIdcftnlre l'unherolltà cosi concepita, ne «rcherel la fonte metaft1lca nella natura dell'euen e tlf>lltt 1Ul' flroprl<tl lta\N'ndtntall. che sono la \·erltl. Il · •ne t la belleu.a. Applicando all'ordine del ,·ero l'ese:n– .•!o che ho portato ptr li bello, ml ptnnetterel solamen:e ~: i~~e;;~c~~i{~~,r;i,!~",,~,d~~u(~~~!:h~l:~Z"::r;: Opt'rt d'(lrt, 110" Jq "''"o per 11M1r(' , cuori. Non M>no dell4" genenliU astratte; al contrarlo niente ~ più concreto che la parola di Dio nella Scril• tura t Io tono Colui ('hf' sono; tceo ti primo e più grande comandn.mento ... • e altrl pe~,1 che sarebbe $UJ)Crfluori– cordare Ciascuna di que•tr parole. come del resto tutte quelle della Sacra Scrlltura. sembrano enunciare una verità aAOluta di cui l'unhersalltà è perce-plb!le alle :~~fz1 0~11 c:.o:.lic~I:~":i1 ~~/\ f:\~1;,!t ~u~~o :eens~~~ più e\·ldente t'he Quella delle a:lustlflcazlonl astratte con cui si può \"Olerkl n.ppogi,:!are. Slamo b<'n lungi dal negare che lo sforzo della ra– gione rntl()('lnante che ctrl'ft di penetrare Il senso delle parole sia lcslttlmo, e nemmeno nt'Cessarlo. Ma Il no'1ro fo~~l_e~ l)i:;r,~~"e nc~~t' lc~u:, 1!~/~:l~el!c ~f~p~~~lacx!~; rifar(' l'u~tà um11nnche noi abbln.m o luclato disfarti; e 111 sola r\!11)()11ta ch'io 1)()~1 1ro\'a re a questo problemn. :rr::~~a:J~~: 1 ~1~hnen. ;,!,ri~r;~~t~oo:!,,!~fc~e~f'.;u~ 0 l~o~~~ dugge alkl mia competenza, mn. come l'espressione di una e~perlcnza 11cnonale che l! quella di un semplice laico, stnia alcuna au1orltà dottrinale nella Chiesa. cla :r ~-i:!~Jl. 10d~~:rae~: rf~~1~rlln~ l'~~!:~ c~~em;:a:-;; aorcente di que~la unllà: lo /C'd, ,irlla Pe,,o,.a d, Noatro S19nor G,1111 Crl.ttO, J,",q/lo d, D,o. Salt--olor• deglt t.1omu11 f! Mdllr l'Cr'lhl dell(i ·""' parolu ,,,wl, J.aCll1t'3a ce la IM !~1:n,;·en\~'t~~ifr~ r'tie; 1 ~t::i': 1 f;:e~;~e~~- ~r~o: questa apcranu, •Padrf' no•tro che ll'I nel cieli•. ecco la nostra fede e IJ no'l1ro amore; e Hnga Il tuo ngno •; ~– co la nostra speranza. Non abbiamo che questo; e la no– stra forza Nrà proprio di contare su nlcnte allro. Non si può raffon.are l'MlOluto: non si può allargare l'unl– ,er,11le: &I può tolamente accettarli attra,erso la Grazia, sottomettersi e mostrarll al mondo quali essi sono. All'inli10 delle loro OJ)fre, 1ìamo In grado ed abbiamo la forza di rkon~erla ancora senia scappatole di sorta! In un temp0 del quale itl può ben dltt che è saturo di sclenta al punto eh(' a:11si r.trebbe perdonare di e!lK'r- ne ~~;~~~nn~,et~'!: :!>:a:;S: :!~~~~~ef~~~que a tempo e controtcmpo che J)('r gli ~e~itl dati del problema ~~~~e vJ:!~t ~~~~n1u~~J~~!ii':nddt'~f: 1 r~:/°élf~o~nJ~ lmpo.ulblle dal momento che solo questo bisogna: che noi slamo rl1olutl a dire tuttn la verità posto che ella ~ fatta In modo Inie da ea5Cre più facile li dlrln. per Intero che a metà, Non è c ambhlla n el corto dt'I secoli l'oblezlone con– tro la quale 1ln.mo 11lcurl di lncappore: pcrchd mai lo Jcdct Perché Dio \'Orrebb~ lm1>0rre all'n.ssen80 della ra– gioni!' delle verità minacce t1lmlll? San Tommaso d'Aquino non ,I l' affa110 nascosto Il problemn. e ne ha "'"Olla la soluzione In un capitolo usai noto della ,Qomma ro1ttro I gt'11Wi n. Sl. Non ricorderò 3~~uct~!~::n:?, 1 !·u:1r!~~~ot'~~;'1eC::~ 1 !d~~t!:n~I? ~=~= come lt'll\O risulta sempre più profondo a misura che dalla EIO\"t'ntù M Jl&'(& all'età matura e alla ,·ecchlala. La fede, prt<I'-&.S. Tommuo. ser•e a reprlmt're la presuntlone. che l! madre dell'errore. Difatti q sono uomini talmente 1,Jcurldelle loro pc>albllltà cht' q ere dono capaci di tottomcttcrc n.lla comprensione del loro Intelletto la nnlura 1ntlera. Stimano ,·ero tutto ciò che a loro '"mbra tale. e analogamente ritengono fal'-0 tutto clc) di cui ,fui,u• loro la ,·erltà. • Affinché dunque lo 1plrUo umaoo. atfrancato da ude prf'~unzlonc. giunga a una modtl1• rll't'tca della \"Crità era neeessarlo che all'uomo ,cnl~"t'ro propo4"tf' dl\'lnamente alcune ,·t'rità che e«ellono plr-nament(' Il suo lntellNto •· Sforzan.l ardentemente J)('r C'OnO!IC'tre clii che l- Immortale e che ~ da Dio, ma non coniare che ~u di Dio per anlcinar cen~. ttto indubbflmt'lUe I tf\le momenti essenzlti:11di :f~:~i•~a,/1":.~ t~ 1 :v8:1~•t1:a,~,r~%;~:!r1:ir:i: Jedon.. rnra111 dnl -..t"COndo ~lo dell'era no.stra non ! mal Sin.la tor,e più dl~J)O,la dell'attuale a rlce\·ere fa\·ore\"OI ~:~:?rc~ 1 1an~~;i§if~ 0 u:~~: 0 a,.:! at~~~~n.d~li:ion1ac~i~~~: ~rocn e tutto COMlderalo le ave,a preferito la 11cmpllce ~ll~lenza Mite t1;crltturc. Al nolltrl l'lornl In rn.glone umana ~ r1insc 11~~~!.dil~ 14 {~;,'!:~~J~:!t~o~efi; 0 ~jcd~~! ~i!~ 0 ~ rntto Il giro de\l'unl\"er~ \'lriblle e lo lro,·n. usai dl\'crso d11come IO cred~\'a e11cre non solo ai tempi di Arlsto– telr, ma .ollanto ct•n10 nnnl fa. Ne) secolo Xlii 1'ammet1evn. la poslt.lone Olosoftca per e«ellr-nì':n quella chr Il mondo era eterno. B150~na– ,·a esse~ un teoloao o almeno un credente per lmm3tl• nere che l'uni\ er,o non sia mal Histlto eternamente ~r~~ae:rrmsT ~~!1: 10 ,::ti 0 d~~::~-t~~ 1 1~:~~:!ihl1~ d! Immutabile. 1,lanetl eternamente muti 1econdo delle e In ,arlablll • •u i!er(' eterne e Incorruttibili come i pianeti "1c'lfl. In un unh·t"rso dlfatto do,·e situa~ un atto crea- ~~~!O ~f!c'::"dle~ Jnfi~~a"!f!~:::hl\"I della storia CO- Tutti I corpi c-cle!itl sii d!I puri dell'a.stronomla J;:"rtta IOn dh·entatl mortali come noi uomini: IJ loro. ln,eechlamento "'' !uda 1tudlare e calcolare con suffl ~c~t: ~r~~:'.tt:z~~;;~e :'e~~~o ~ :!t~~ ::l~~f!° d~~~ loro mort• e ara:ulre quella dcCa loro na~lta. ~la ae sono nati. come t'I ,·lene a~kurato. all'lnc:lrea 8 mila ml. Jlard1 d'anni fa. allora l'uni\·crto costituito dal corpi t'e !~W1 ~l~e.!:.::~~fa1:f~:~nn~~t~~~e~~~~le~r:c:i~ ~rk~ Cli astronomi moderni parlano seriamente d'un c.,,o, lnlzlalr, nel cui M!no lmmen10 circa S trlllonl di anni or :,~~g.:~ c=:~:r~ : n 1 ::~~,e ie ~~ 1 :1fci.P~r~eh1.r!"!ep:~: tlre da quale punto! E' qui :fo\e ili scienziati nlcchlano. Alla domanda: che cog c'era a\·an11 Il caos iniziale. dal Quale 11sono 1wlluppate le prime nebUIO!ie?,la 1clenu ;0 1 , ,.Q~t~t 0 c1t•l~\it~ 0 : ~:r~ 15~!n~a~~f.r?-r 1 gr~e~~ro s~:i che ce la pone, Dal momento che la 1Clenza 111 rlftuta di dare la rl– ~rrm~ d~od!°-:.~:a~~a rrché negherebbe alla rell;ione Il St! la qut'stlone dell'origine dell'unherso ha un 1en10 $elentlflco la nozione di eruzione ne ! una rispost.a; ~~e:\~!r1': 1 ::~!~f!ia mi!r r;,~~tl~~'::\: A"!J~~~n~heun ~::i~n:.r?rau\~e :r~~iaane 11 i!e t:1~~?.\~~lfo:i°ii!i8e 0 d~,'. l'unherso. 1\a ,~:;: ~!~tr'~ce;:r rrr~h:1!'~ ':c1:~~ dl~~ar: 0 r!r~~ che prtcedere la Politica sulla ,·la della ug:;eua. Pol- lioteca GFno Bianc' "IL CIELO E LATERRA PASSERANNO, m LEAIIE PAROLEONPASSERANNO,, * Riscoprire le verità di REGINALDO GARRIGOU-LAGRANGE lln~:r:e1~e~e1':!-~d~~~~\~ 1 ~rt 1 1)e~~'~ 1~rl:hl1 h~~~!ta:r~~ ~~~~ cnttollca cl propone aura,·erso la Scrlt- VI lò che è la rlve!ni1one secondo la I suol rllpporll CM 1ftcU1:~~a 0 !~:ri:: ~o~udn~ C~:J1f~~ nuovo ma ,otlollneerò quello che non è assolutamente penne~ di lanorare. e verità pl\.lvltn.l1~no certamente conosclu1e da 1ut1l \'oJ, nella loro cnuncln.zlone lelterale: ra ~:~nt, ~~J:;;;;,.ee 1 ~rèiJ,~~!\t~-::::!~t ne~~t~:~:;:o la Sacra Scrittura e la trn.dlzlone la Chlet.ll lnsesna che !:.t~~}~~:o~~l~Al~t/~~:~t~m~i~r:$~1n;n. n.~~i,;~~J~~ dentore e dacll Apostoli. E' parola conferm&ta dai segni divini della 1'Uaorl1lne JlOlironn•turaJe. :.CJ;niche la ren- ::~e~ f:~;:~ 1 :;1~:a1at'é~'ì:~adC:Ì 11 è~estf~~f~o~e:~ ~~no~;i. malsrado tutte le forte che ,i sono Je\•ate Qut"sta parola divina cosi confermai• ~ proposta dalla Chiesa •lC..\I, fondata da Criqo Redentore. per oo,nur. ,are f~elmente Il principio rivt'IA.ton e scartare Ullll ,:Il errori di lnteq,retadonc. Dio. rlvelandoc1 la ·1t'rltl. 111 serve ,oprannaturalmente dellt' nozioni prime della n())tra lntelll;enia naturale. U ha rlunltr, In &1udl11 ed enunciazioni divine: le ha lllu• minate ~r preservare I profeel da tutti &'Il t"rrori, e cl ha esprewa anche quello che Bgli \'Ole,·a olrcl: « lo sono la Verità e la VltA e voa:lio la Hbttn. salute e-terna•. La Rlvelulone non è, dunque. secondo la Chle.ss la CC)jclcnza che l'uomo a\'rehbe naturn.lmente acqulslato dalll" aue relazioni con Dio. SN:Ondo Jn.Chiesa l! un dono aoprAnnaturale. ttllO dalla fede del credenti, fede che, come dice San Paolo, l! C1\!IA litessa un dono di Dto. che cl fa n.dcrlrt' lllla Pnrola divina, con una certetza sulla orti::lne dlvlnn. del l\le.,~glo l'vangcllco superiore 11 ~~fl~~~~1l~~l~~.f~:r~• ll ()U la della conNcenza razionale Cosi confe1•matn, In Rlvt'IO'lllOnecl l! 1>ro110jtadal Ma– Elstero vlvt'nte della Chll"~ come pnroln. di verità lm• mu1ab\le, trasme.~~a dn.l JJrofetl e da Crl~to Redentore, Il ~~:l~~~led~~~\,;~le~~~o ~- 1 r:.it:[t:0 ~~~1'JJ5)\i"~~a!: ~!1! 1 C~~!.,.V~~\\~11~:n o P:~1•:;;a]~aa ~~~ 11 :~· u~~t: tutti I 1t0p, o.ll, te~~tr::!tf:s~~Ì~lu~n:r1~ ~r~~rJ::;, 1 !"S~~1 11 ~~w: 1 ct~ u. non sono veri .olo al momen10 della loro definizione. ma. dh•enendo plO Hplldtl per tcar1are nuovi errori di lnterpretarlonf', t"Ntano e rc.1eranno. se<ondo la Chlesl\, 1empre ,,ert, nello steuo ,,n~ In maniera che la umana ra1lone non potrà camblarjl. o modificarli. nè antun– s:ere al • depolto • rh·clato qualtja~ cono.Kenza di ori• 5~~~ pp'ir~'ì!e~~"'o~~ana, che potrf'bi>f, alterare Il ,·a.1ore Questa verità dt"lla \:rola divina i- conforme alla deft- r;:~:f'. 't:~1~~~1:'.e J:t::~~~ ~r::r:fu.Wc!,I: ri~:..i~M!e)I; ~~~~~fr~ ~mJ:0!:! 1 ~~l'~~~U!:' 1 :111;r~~(';~ 1 ~::N~ 1 "c':! 1 t~z~ 11011 Ì'; nf"<l~un ('.C,t'rc puc), nello •tt'llO temp0 e sotto lo •leso rapporto, tslslr-re e non e~l.8tt're.e~re qu"Uo che ! e non e~re. Ne "un !",M'rt' arriva all'cslstt'flza K'llza una causa: e, In ultima anallsl, Sl'nza unn. t'ausa supre-– ma. Tutto ISmuove ft"eOndo un fine conoi.duto dall'auto-– re dell'ordlne del mondo. Qut'<1tlprimi principi della ra– gione e di.'ll'e,.u•re lllumlnnno I scsnl che confermano 1n or~~i,~,l~Y~~;('1[~ 1 de~~~v~:~-~~~~~011e (l1 •11taf Lo RlvrlMIOlll' Nllil C()Jl('('-JJlla dà In risposta lll più F6~~1~J>d~ 1 t 1 ~~~~:d~ 1 ra !~11~~: u~~=~~~1:i)1~1l~.f~~ !~~~~~~ ~1~~- 1 1~~1 1u1'!ù11~i'~~1l~1j~~r~iee !n:~~~f!er~~ ~!~!~~~: dn. qur-111<'he 01ulnatamente rifiutano la ,•erftà suprema e Il benf' 1u1Jtc>mo.. Que'1a Rlvt'lazlOf"lt'rontif'ne le v<'rllAnaturali della re– ll;lone; verità nrt'e~lblll alla raa:lone e dlmostrabUI. mft ~~~~t~t::rr::;: ~~ . 0 ~~~i~1~n ri ~~n~t t'c~ rlt'hlede lunshc ricerche di eul la m11;u;c10:-parte l– lncAJ~a«.-c. LARh•elu1onr t'Qnllf'nc nnt'he l't'nunclazlon"' dei n,lstr– rl soprannaturali dt"lla Trlnllà, dell'lncarnulone rcdcn- ~~e:ie dt\~1.('~~ 1 ,~1~~~~~r:i'ir1 ~~e-;:~,,i~~tl~~e~r:~~~ creata. Jl('n'h-" .v-no I ml~terl della \'lta Intima di Dio. che Lui ,olo può rart'I C"Onf'J,e('t're. Il conl('nuto della Rl\'t-lazlone l- dunque quello del Cre– do t'attoHco: ld dlo \' h·ente. creatore della natura e della Graz.la. f'S1• te.ed l- Il remuncratorc di qut'Ui che lo cercano. f:' ~lrlto puro, 10vtanamente perft'tto nel suo e.uere, nella aua intf'lllcenia, ncUa ,ua ,·olootà. Ha tutte le per– !edon1 aqolu1e. la eul con011CCnu.non compona alcuna 1~1:!\°e'!.~: t:i"ut e~:i 1 ! 0 i- ~:e;n~~Y"ninsf~~·1f~i!a~ la ~seua lnMnlta onnllC.'lente, l'amore sublime, l'onni– potenza l'lnllnlln t>t'atltudine. Que.. tl attributi divini .s.)110 dlm0r11ral1dalla rna:jont', '<' "'-~ non ~I J)('rde neUe vie dell'a,an011t1chm10. del relatl\'l-,,-.o o del panteismo. Rl~~~a:fo~~~~ ~~:c;~:'i'ilt~=:~::\ 1n~r~:~sf~! 1 ~V!"Je,l: SantlASknll Trinità: lt tre Persone divine, Ptldrt', Figlio e Sjilrlto Santo, po.,,t1:aono In.1teMa nlllurn dl\'lnn. e sono d 11tlntefr11loro eonie I trt' "1oll di uno -,tesso Lrlangolo. àf ~ 1 1~~1~~g 1r~nl~c,11~:~1~cr,-t'r~odno:.c• & 0 ~:~n~fF.'ji~rn: nella vltn. lnllmn. di Dio lrnportn l'ett'rnn a:encrazlone del Flf!!o fiÌv 1 :1J~~:;:~1or:,;~~J: :J~~~~I ~~:ffro della prov. vlden:ta unlverPlt', che n.rrlva 111minimi dettti:gll: la prov. vldenz.a che non pcrmeue Il male ,e non per un più gran• de ben<',che I a:lu1tl verrn.nno a cono!ieere nella vita eter- ~~~u1: d~~v\i~:~r:. \~r~u:s~~•oi:n~ d;~~tga~~a del!'I~: • verità r,lù lumlno1, ! quella Npre-'..q co.d ~nt' da San- ~-~f~;t ~Oiil e l~~~~:1 11!. d~.c~~~~r't : ~J 10~r~~rtt 0 c1 avverte di fare quello t'he po~•lamo, e cl accorda la sua Crula percht, noi lo po,•lamo fare. Altrlmenll la contradit.lonc sarebbe nel cuore ,te~w di Dio ~- La Rtvelallonc ct fa cono..-cere anche che Dio Ubera- ~rn1~1r!~~jt~~j11u~i!'1:·1 ~ 1 r:,tm~t"r~~~-"!,C::::;,~: df 6')1rlto e di corpo. La Rh·clazion~ ag11:iungeche Dio. t're– ando JII anJell e U primo uomo. li ha elevati all'ordine sovrannaturale df'llfl Grazia. ciel- a una vita d'intimità con Lui. che è U sf'mc della vita eterna. do,·e i &fosti ve– dranno Dio lmmedlatamr-nte e l'n.mcranno come s, ama. di un amore lnamml•,lblle t'ht nulla potrà diminuire In q1Hllo <'hl' io. li Gt'nc,, cl fa conoSC"ercanche che In eon~guenza di ~~ ~~~~: ~~:,,~ 1~1~adà:il~~l:~~ci 1v~r!m~ru:r: ~! ~~~~~~~t%~ 8 1a00:r~~:~~u~1v!::1. 1 ~t·u~: ~:ren~ 1 1J'n~: La Rlvt'lazlone cl manlfe~ta Infine Il Redentore: e Dio hn tanto amato Il n1ondo dice Il Sah•atore che ha ~:~o ~~rj~gau~~o.~~1;1~lt~rtle~~~~ac~lunque crede In Lui E' Il ml,tero dell'lncarnnlonr t quello della Reden• zlone per merito d('I Snlvatore, sopra tutto per Il sacri• flelo della Croce Nemato nt'I Sacramento durante Il Ml· ~1:~c:~n~~ 1 ~at~:~:t1~r.'~~tf~": 1 :N:r1~ 11 q~~n'~: 1 ~~~ ~~~o del pre1e che offre. Quanto alla morale crl1t111na,r-1.Y ~ tutta dominata dal due grandi prM"ettl dell'amore di Dio e del prouimo. In quanto Il pros..\lmo !, come noi, llcllo di Dio o chla.mato a ?~~!n1~:~!~1~~e~l:ll~a~!-!ù \'~';ila 1 1 lu~r:~ 1 rt~r::~~ nel ,en50 cht la carità dona al di Il di quello cht' dà la ~! èpa~n ;e~~nc1~Z ~un!:'l°! 1 tt!flo mi~: ~~r:'ai: rl~~tt'ive~~~d!n~Jr'f~~~ ~~o~'T~~:n:e!~:!fif,:8ir:: pace: l'unità polltka non ne sarebbe Dl'r loro che il meuo. )la come a.ulcurare attratta unkl senza rinunciare a quelle differenze nazlOnall. In certa maura penonall ~~e f:! r: 1 r:"/.reJ:;~!n~llae=::nrls3~i!?a s'ee~:r~ 1 ~Ì '9.\er tutto pro\ato: e ancora una ..,olta la ragione se"' bra &\Cr fatto QUI li ,:lro dell'orinonte che le r,oslra I suol limiti. Come 11 ~no •bbouatl tanti lnten che ~ dicono unl\·ertall unia creare n.ltra unità che quella della servitù? Quante \·erltl razionali non sono mal ,tate propo~t~ per unire i:11 uomini ~nz'a\tro risultato che su.sdtare controver,le senta fine e accre,cere pertanto Il dir.ordine? Quante \'Olle e aotto quante forme non ci è ,tata promcua la ,:lu1tbla aoclalt', un1''altro rlr,ultato che scatenare conflitti sociali pl\.l a.sprl e talvolta più sanguino~! che mal? F'or5e è venuto Il tempo nel quale, nell'ordine 110ela– le come In quello della nalura fisica, n.vrà modo di rarsl nuO\•amentc Intendere la arande lezione co~I enen::lca– mente ricordata a( popoli dal Papn. Leone Xlii: non è soltanto la erula una COt,11 dlvlnn., lo è anche la natura nella sua otlalne, n•lla sua nruttura t> nel ,uo ordine, mentre noi non ,aprtmmo rtnderla migliore di quanto ala ~nu averla accettala C051C'ftm'è. r.:uomo non mutcrl ruomo. !o»e anche per rendl!'rlo ~!~J:~\~e :1 1 oq~:H:/~! ti:,,~; ~ 1 i c~~!r~~: 1 ~~i: ~~ com'è, eon11 Il fi1ll0 del Padre comune, Il 1uo fratt'IIO Ce\ù Criuo. Sono queue cose poulblll che un temr,o furono reali giustizia; es.,a deve ptrdonart tutte le otfese e vrnlrc In ~:F:r~r:1vituAell\J{~~~r:r~.~~!n':o so1,1i~i:~h~~1\:r~~: della slncerltà cft1 101·0amor<' 11eroro e J>er Il p roMlmo. Que,;te vrrltà kOnoln-.Mcnatcdn.llnChleu come rlveln.te da Dio. cl~ oome lnCalllbllmtnte vere. Blsocnn. rilevare chr nl"ll'e nunclazlone drl doaml la Chlt'sa non si richiama a nc, s.un !llstema di fll011olln,E~"A 11 serve dt'lle nozioni prime, lmmutn.hlll, dt'll'lntt'llli<'nZl\ nAturale e dt'i senso comune: nozlonl di t'\.•t'rt' , di unllà, di verità. di bene. di cau~n efflclentl', nozioni di n111u.ao di 11l'r!IOnn. 10 SOJ:"geuo lnlclllgente e libero), nozioni d'amor(', di ,1ustlzl.1. e di di misericordia, co.,,I che J'enunc1nionr del doi;:ml resta aCCf'blblle a tutti nel ,en110che. cinta J'ele\·alezza dei ml– ,terl della fede, I fNSell po~,ono Intenderla sufficiente• mente ~ da razionalmente aderirvi. Hnp11ol'li l'rari1 1 elazionc e ultura Ques1a questione l- 1ratta1a dal Condilo Vaticano <00tto 11 tl~~~ R!~ 1 1C:!Vo~!!.,d~~~nt:~~"ét1~!f. 1 te :a ~= put'I -1erv1rea <1pleaarl' le verità rh e late e a d,fenlerle. D'altra partf' la Rh·,•lulonc libera la raclone Ua cultu~> da molti rrror1: e~ Illumina • N-t stello rtttn.r • e con• rerma dall'alto le \'l!'rltà dr-ll'ordlne naturale. Nelle ctlf!erentl culture di cui la •totla conur.·a Il ri• cordo, un l)O'lto 51>l"Cl1le deve e•'lt're rl,evato alla cul– tura cla,slca, corucrvaia In quella che 111 chiama l'urna• nltà o«ldentale. 1-:· una cultura copra tutto letteraria e ~!~~:n~ ~~!,fr~~ 11 /i 1 :~~ì~l~r~1: 1 ('1~er1i:!dna:=~: cale. Pln.1ont', Arl,tollte e I loro COf\tlnun.torl nel siecoll. Questa cultura gret-o-latlna l' .~tata c0nclllaln con In Rive• ~:::~~1~r~! 1 &~1 t1~1 1 .~tr~~ 1 i1~is~adde~ r~'f°J~j fJ~~~fo: dai Padri Ialini, 1;oprn.tu110Sant'AgO.Stlno, fDc C1v1tate Dr, e XV libro 111110 'fr1t11h•I. Nel medloe\'O, si è detto, Snn Tomnw d'Aquino hR bntle:n:atn la ftloaolla di Arlsto– llle. A partire dftl Rlnnselmrnto, con molli del suol rn1>1>re• ~~r,\'ì~~~. 1Quc~\l:-•a t~~a<'l~~~:"11aio ~t'~~~~~•l~~l~~e~~I~ rl~mo lngle1e, Il r~on11ll1mo Kantiano, Il pnnlelsmo fe. gli ldl'alUltl 1cde.,c-hl,e poi <.'OI po,dtlvl8mo e un certo sto– ricismo. t'he si ~ dl!dnlt"re11MIO dnlla verità auoluta e lm• mulablle 11ernon OCt'UJ)anlcht' di una Vt'rltl pro\•V!&(1ria. r•latl,•a allo stato attuale della 1clcnta, della ftlosotla ~ della storia. InOltre nel XVI Il " nel XIX fll'<'Olomolti, non cre-– denu Il sono cont('ntatl del dehmo. che rtnuta a Dio la conoieenza dt'l no-11rlalll Individuali. del n«xtrl meriti e demcri14. delle no,,,treprCJ:hlere, Qu;--.10de;.m,o~1è accom. pagnato al Jlberall,mo dei noo ('redenti. che rlmcue tutto qul!'~toa-.,ll!'ml!'di Jlroblrml '<'n?A mal conduden-. In se-- f~:~a2CV::;~1~11~n f::;::~ 1 11J~~~ r,' dt~~l~. 0 ~il! 1 ':u~ia ~ la proprietà, molti !IOOO AN"~I dal llbforollmm at radicali– smo nella ne&U.iont' di•I-prlnclJ>Icrl<ttlanl. Poco dt\PO Il soclall~nm hm \'Olulo mrllt"r~ profn•,-.i\'tlmt'ntt' lmsocietà i! CCUc!:i,t 1nP,~o r:';f(':,~lì~~/~~-t:!, 0 t:~ ~X. ell~~!l~e~: pletll di Dio, dt"lll\ rellclonel della 1plrilual~delJ'Rnlms. df'lla ,•Ila tu1ur.11;, della fom &Ilo,In un eultura nella qua· le 11prett'ndr lutto di ,p\{'\tare ('()ml'•e Dio non e•ht<-.ssl!'. Non '!Olnmf'nlt qul',la cullum malerlnll~tn ori:anlna ogni ro.~ <tenu Dio. ma ('()()lro di Lui, Nl ('\la tlnl~ per nf'a:nre rompll'tamentt• l'lmmutnlJllltil dl-1 dlrillo n:ilurale ~1:/,.t~::~1~ 0 n~'g~~~fn 11 :~l~/\ar~l~~•;•~::11~ 0 1~Ìu~:~ S1~,~~ 0 u~ : 1 ~6n "~11 ~~l~l:~~;;al.:i~~c~r\~~~":~1'ì!~e~l~~~~l 8 p~~I ~)~h~ si i- neaa1n l'lnrn111t11bllllhdel diritto naturale e deUa ~~~~l ~I r~~~I~ ·~ t \ ~/.~;.~ I :~)l~.~I ~~di~f 1!~n 1 '~,~: ~~~\~rl~~~ n~nzk>1u• di tutti I beni / oiftlrllunl l. Da qut",to dt'rlvR un t•itoli.mo .1,e111.n !reni che divide senwr<' 11lllgli Individui l' I 1iopoll,romt• mo;,,trnno I<'due ultlnlt' gu1•rn• IIIIHHllall l' Il pt'rl('olO rilOl'nt'Idi unn ten.a che 11otn•hb('f'lht'n' In dlstruilont• di \UllA In clviHl. Per r:~~~!:.r!1 ,~~~~~ ~~l~,v:.:;;nl~::~t~t" rfl.~~l~~n~~~~~ov:~j :r~::~l~~r n:.~ 1 ;r: .. 1~~1!"~i~ 0 r~~11r.~~~~~~ ~r::1i~~~! a t'll.'It'ht' dleon,, '-()\·1•n1,-:,..'lnl'J\,iO•llno t' Son TOn\l\1111liD: Cli ,tt",~I ht'nl n'llllltriah nrm po.,'IOnon.ilo t.te, ..o \Nnpo ~f;!irt!t~~i~11~1fu"a~r-~!~ri!~ :)~:~:. ~ "~~~l::.:u1::::~w';:~ te t' 11l('namenlt"a lutll t IIrla...nino. '-t-n1.a chi' li l')(K~..--o di qul•,.tu nu<l("('\11 all'uno o nll'allro. \lt•ntrt' molti uoml- ~ ~;:~;::~ /;':;~~ttt:~r':.~~10,~:.~~ "~:,':~~~:l~~~ denaro. (',il \n\·l'<'• ,,.,....QnOJ'k'l""'<ll'rt" i,lmultancamt'nte e !-~~ifàa\:'·~~: ... ~'"f,:en':n6g~!~. 1 11 ! ~~:,~"vi~t 1: ~;!: ~::~!!z~)k, 1 ~h~~~A ):r~~1frud~~:~,;;~:~1~~~{!~laci!~ seuno del aiu,11. Mentre Il ,~~t"\.~ del tH-n1malt'rlall divide, ! sargente t,~ 11~rfir~j;~:u~if'i~:C!~rt''tt:/~· J~~:;,~o:~~~ ~~i: pat'e, d{'\la fl!'lk11Adi 1uttl. I h4'n\ materiali dividono quanto più si amnno ,;enu ml•ura: al con1rarlo I benJ '5sir~\u:~\n~~ 1 . 1 ~?-n:041u:hnl't~o~c~~~~l~1~o~~~n~a~:~~: f ht'nl "'l>lrltu11ll11t'non quando \ 1 ogllnmo comunlcn.rll agli Altri. St' 11errl'l'nlhnt•n10 non vo1e,•lmo comunlcn.rll. Ct'r• tn.mt' nle 11perdt'renuno. SI • pleqo t'O~lIlM.-n110 1ro(ondodclln pnro111evangelica: H ~~~i~ 1 ~11d~11:~:~~n 1 t 1 o 1 ~,r~('~\1~ 1 r :1 1 :a:tad:t 1 : 1 ~~:llso~ pra1>p\U• <Snn Matteo, vr, 33). Co,il, romt.' htt Mito 11\ùvolle Il Santo Padre nel suo! ~i~iagn~ ;;i'i\1!~ 1n~adr1:§1~ - 0 Slt~1:t~~ 1 ,c::,.:~:~r:~~ nlla leJR:t' natur11le ehe proviene d• Dio Ct't'fltorc. st'nza la J!:~~~tt' ~"~!~J~~~:\:~:r:~~~- 11Sll:nto Padre fA«lf'brare 1u1te lt malllnr una .:\le,,.q nella Ba.slllca di S. Pietro, dalla Pcnt('('(ktf" dt•I l!>-48: qursta .:\leua ! chla– m111ala • .:\f(',u dt"llf' Nulonl Pt'r ml'ltt'tt"ml 1nnnt' di ricordar" rhe In osnl reUglone re.da qual('0,1,(1 dt-lla Rh·elulnne 1mmltlva; reo;ta d~ que. sta \ "erltà plO o meno alterata: • Dio vl\'mtc, autore drl- ~~Z:,'c!'~. ~-'iU,:,~~t'~~ 1 f rtt~t'~rro~\i~~oe:! 1mC:n~!~ dr~tt~~ derili la luce per arrhare alla \'l'r:ltl rhe libera dai::11 errori e ehe l- al lf'mpo .~tl'•"> li prf'IUdlo alla vita eter• na. Allora In oa:nuno di qut'III t'hf" l'l"rcano •lnceramPnte :~ ~'~:o:rf:r~a~j:~:U ~1~:~~~~e~t~~1N:~:/i:efi! non ml «rchtrr-1II •lnt"t'ramf'ntc se non ml ave,;~! ;'à :~~ì:t~h; ~! ~:t 1 ~. ni:r;ira;;~~1f! 1 .1:~~rlrà ':if!· l~~ :~u:a~,e~:I v~i!~t~ong~n~n,~~~o più leale della verità e Malarado le anndl dlfftrollà che lncontrla. mo ll<'r 1a paclftcatlone drl mondo. cl ,ono del ,eanl di un rlavvlcl- di:::rtln~:' r::ro~i. ~":~1~~~r:n~~! 1 ~;iird~ea~':n! 1n~ 1 ~ crlstlnna di alu~th:la cvnn•t'llca e di carità. I popoli che ~offrono In qucs10 m()nlt'nto da molti anni, ,otto I co\pl de-Iletntustlzlc, 1ub\1eono un rhvetfi'lo nella fnme e nella ~~t~vdnt'~:eff~~~l1z\a di Dio, come~ etto In una bentltudl• pn~t'f 1 ~i 4 d1Pl~ ~:.)1 1 : ~~~: ,~~s~ 1 1~Ì~~~~Jr:~v: 8 " d:l~: glustltlll dl•trlbutlva di t'IA~Un popolo. SI penta a unn. giustizia su11erlort" t'ht' si esprime nel diritto Internazio– nale, a:lu1tlzla ispirata dall'equllà e. In un modo più el""° ,·nto, nella carità cristiana. che Vede negli uomlnl non solo dcgll e\~erl ra.a-loncvoll ma del tla:H di Dio, e del no5trl fratclll. n. OARIHGOU l.AGR;L''i"GE: (' po•<10noMtomarlo ad eU('re se realmente lo vogliamo, con la ararla di D10. Volerlo per clc)che dipende da noi, laici crittlanl. fo u•a~ meno tempo a rdutare l'errore che a far ,·edere la verità. Inoltre è ml)1trare la verità nelle al.Ioni a preferenza ~~~a n~-~:11f 1 ;!~•·J~1~::a:e '8Pt'~~~uf~ 0 n:i°~u::LtN~u~h: più for1c d~lla ftde quando ,1 fa !orte unicamente delle parole di Crl~lO e. de%II ln•cgnamentl della Chlt'sa. Ciò con cui pretendiamo fortlfkarla non le a,1:glunlit:eche deboltlla umana: cih con cui ('tediamo arricchirne 50. vente l'lmpo\'Crioi-t"e,E1ca 11010può \1n~re Il mondo. o ~~~\~~ 1 !1 ":i"~~~~a~r 1:~~te'!\':ar.:odl~•~ri1tfu: l~un~:n~~ Ul's.)ll del Crilto. Ahblam cercato di rli.ponderc alla domanda che cl era atatn. po11n. Cl ata dunque perme\!iO precisare. per finire, che roa c'era rivolti\ precbn.ment• In quanto ~~rn~lt'~~l~~Wa :~~! 6 1{~~.~~ ~:~~~tor1:~·~~11 1 :a1~edr~ gli uomini. In quanto uomini poulamo e dobbiamo o!frlr loro tulio ciò che può unire oonti·o tutto ciò che può dividere: li\ ~clenza. l'arle e In unn paroln tutto qu ..\l'unh•ersale umano che la Chleu hn &Cmprc e dovunque - mn. In mu,,una parte pJU~l'nero,amenle che In Italia - protet to, lncoragilato e dlteM>quando Cl"n'ern blsoa:no, contro le forre di bArbarlc cht mlnaceln.veno di dl1truJ:gerlo. In qu::anlocittadini dtllA Città umana dobbll\mo esse.. ~~1&J1~r 1 :~n;:fld~~:.~::, 1 a,:!,r,:t ~~,1~1~ r,re,c:.~7;e d~ 1 ~,~~:~~ NOot. 11111(f1rltl..,,_r,111ro. }lrr rt>loro che po,oriotono J super. /h,o. d dtr1rto d• Mn1rri·11rl.,. mo ourl,< v<r coloro che "'°'l('Q"l'IO del nCKU..--Orio 11 potere: di orQWUftJrlo. l.,-IB~;oiE GlLSOX J Domenica, 11 luglio 1954 )lartln C)rll D'Art-J A'ITENDIA~IO UNANUOVA CULTURA * ,li .PI.<:. 11'.4 IICI~ Il l~11in r,e11e-rali' d1 r,wl!ltlo Co,11./f'r,110 r111m11dr ud ""G n&µ1ro.;10110 11111tt6rM1ll', r1iu,1t1• Jic11t(I J 11ll'11tt,wlt1 11t1-1a:io1u1. Solo ("ttl(IUlllll/1o 3t',H(Hl1a n1111i /n un tt·,1111drl qr11.trt1 Mrt'bbtl 11r1110Jl()..,!O tM l"lflt<'Olo dull« fllloro tttllmpu ul/1C"1olr. 1'1 Jl(.MM!llfl C'hf' 1j C"rUh'INf\11110 ~~1. ~~~~;;:::1'B:;:':J,~ i~(I~~~: ~~"';J;;;'~f ~,!:~i~m~~ .. =~~!"'i:: tombta drlki Cll,na C'f1ttollc-o. M<1 il IW<'NINO dt!tl. a«-oln XIX NON I' •t•ilo ro,d dwr .. :olr d CO,l l'll 1 <lll> <'OIM ti .. ,~ pe,t.4,Jf{). 011,,,,, allo mrtil d(!/ ■tt"'Oi() X,'( m<,lh, dwr,,Na.t1, tOr'JIOMO alln s,111 J14µrc.;.zotu J«Je di Cr.ato. 01t1I(' /ur /roMff' ullo mt• nON'1e1 rn1111ut,11fr drl nl(lltt , Ve:oclllareils pro deu nt •· Sp,11h.1 ,1,111~ r1N" a.tf• n•e e da l11lt 11111/(f('("oll tlrll'drrNO nn,– lt'. 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Tol• O!fo!l1H1u·11ru ,111,, holo•1•11 rn• •'1t1HII f , ... , ..., ('/uo, f" '"'' '" 1•d1·t'::,1 J,1 lif lt"lf'fO "'""' r1to. W tttorw, drllll Cr""1111n1U, Il t1naquf'm,rQlll,,.,m "'"'''''""· ~~ 1 d, ct,i:t~;:~_.:::: :,,itr: 2or;;. b1umo tlUHl/llf' uu, t1df'rr1 U.tlll tlUOl"<J C'ult1,r11. Orb1·11f' /(I t'11l– t11r,1 I' 11 r1.•.,i1U1110 d, f•11rrr1 in C'l1e ('()ntr()llluo l'uomo un.t.rh~ ~'""rr' ,1111111rontrr1U111,., Q "I ~.~~g'az~ .. ~ 11 ~;:::a:~n::Srrf:~ ~~'d tdo11ti(ll'(I) tt l'11111b1to.:to11t1 dello !",1Jlrlro Sunto _ron 1t11C1 i 1co,i,o– ra.:l01w !11 Cr11Jto, Co11tti,lorl111110, lfk1 1111r 111 !'~;;:::it~-v,~1;!1ttr1;r;;J;, to;;r J t1W){lf"r-rtll ci r1.-011rro m,i l'or- 0<1111u1i.xlcmc, im111ulnb1ln ""' IC'rtH)O, dl'I Cor110 fof11lte0 di Crl11ro. E' ffHf:'!lfr& 111111 f'OIPIIIMlft\ Il CIO printtrto ,. ,,. eul (llf() ('(IJIO– "IC() ..-1>Mro.,rtuutl d'll f'Ult() dtt.••110, (I f',if' /t lf'Hllll'I l"'if"I dnll,, IC'd~ In apffn":,-' f' fu C-0• r1u1. E' QW-NIO ,, /{Ufo C'h(I /u,H ""Il Clt ,lt .. l ro11M1fll C Ultl'I 111/JI• ,., d, barl,,in III un,, 101'1 cul- :~~h:l 1 ~:,t:i~~o!!fZ,;, ~'i::;;_ Chrlstl•. Lo drt JIIOII. che .... ,a 11dfo uo,,io "°" 1mò ~lrf' 11warit1J d11l ure0(:l/1p,,r11 11~ d111 metodi d1 p,-,eol09i-1 o di wldic(, uh• l1t11r1,,. C,o d,e Prr11d ch,111110 :~",;,,:'"~ b'l:o:~;:;"it~~~~ Dio e nello 1Jl'C'ettc1.;10110 della 11m i.;e-r1tu. E,,1, I" l',u,tore dell<• IIUtlir(I o llrll'(Ul/llfl dol cuort': Lui ao!o 1m6 ru1111r" ord11wta- 111c11te I 1ht'f'r111 /111 dC'llu lllltU• ra """"'"· 1110,traro c;ho Il ml• to e) ombm di u1w ,torf<i , tirn e /ar aì rito 11 1>Ciaat1to 11!0 "" ki~Clfi'r:,e:, .~~ I bJ~,:~11r o. t ! l'atto dcll'odorot10,r('t e d.cl c11l,,, to lo 111lrit1> oltro1,c1..,,1 i con– /lni di UII l'(JflOrc,:ionall.,mo • {g~gr:~o ~~~e ..:('t"~o~"~e!; hu ,itlll'<m1ore e ttt'I rl11qra.il11- ;;~i2' :o~~(/J:1/a";~~t':!,°,;~~: ,i dll!or:,o tm e Id • e • Eoo •• tra l'anlnw a l'mumo. Ancl1e l'irra.."1011ale: t creotw• ra. di Dio ,. MMCI p(lrte dt "°'•' • ,>ur C's,Q dr, o Nawe: r"NtDum– to 1ft Cr""ta. V1rr,1hocOtldM11 Do.nt• riunner,o ftt porte dtl– la ,irr11 D110 ftt1l'u11mt-1WO, pro-– /ortdo reqno dtlln "710rtt.nttrti- ~t~t';' !~~- ra~" d,:X-~" J i! /ln.,i-ime, fil Clii WNO t·oc• li P-0· t~ lf'"nh,- ca11tore. Lo no.tra m1-1.S10tto attwalcr t bn1tartt Dn11te d1 /ronrcr nd w11!'l ~~:t:-!i°~"111~,"~:;,,v~ànl,r a C01t0f("ln1t"Nh molto più e3tf'!– a1. Dol>bu:m,o tOIIN'l"I ,11ld1 llll– la 11ttn1t•8((11tolnlC4 delln ra– n_loNr e IIOl't c,.lorln a e lo prn• t1 dolqrose r'h-011110 i,orditto ,l ben dcll'l11tNINto •· No( dobbVlmo co,i e l11qcg110 o e-on (Irto• ~rtaro clO clie di '::,~bn,,_r'Ì<j~,,Ò ,l ;~; e/.:!:';~ d • qitel dolco /rutlo a?ia 01ti r1- ce-rcn i mortoli l~11110 ht ra11• 'ti:t 1 1~ 1 ":,'!a O ;.~: :"~/,{"j~"i~ :~:r(~t~0~~1~~~4irr;r,;J~;: dello mn.rla " ,l •rmio at11a1• bU~ cho la nof-llrn IHIIIJII.O - M~'ltS O ('IIOrtt. t'ONtt"fO ti lll('flN• aeio può • .,,.. cln"lta oUn bcnr,,,ut~o. ,L\nTl1'T 01-nn. n·Ancv

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