Fiera Letteraria - Anno IX - n. 28 - 11 luglio 1954

Domenica, 11 luglio 1954 L A F 11:. R A L I:, ·r T li R A R I A Pag. :; Chi si a!faccla all'intricato panorama della cultura contemporanea può lacil• mente ritrovarvi tre momenti d'un motivo oggi comunissimo. registrabile coi termini e: Bilancio dell'Umanesimo>. Il primo momento cl porta a riandare nel suo duplice aspetto di aUermazlone umana e conseguente negazione di Dio. Iniziatosi In Italia. tale itinerario. con espressioni di compiacenza umana e tCI'· restre ch'erano già una vera distrazione da Dio, esso ha accentuate sempre piì1 li suo aspetto laico. Dalla semplice dlstra• tlone da Dio. una volta ospitato al di l:\ delle Alpi, è passato senza difficoltà al rl• ftuto della Rivelazione e poi. con dec:slon~ estrema, alla stessa dlvln'zzaz.lone del• l'uomo. Verso unnuovo umanesimo superare i due estremi negativi del no– stro tempo, è ancora, a Suo parere, una semplice esigenza sul Piano culturale o coslitulsce già un fatto. un orientamento già esistente e documentabile?~. < In America è senz'altro un fatto. do– vuto a ragioni facllmen1e spiegabili. E' questione. da noi. da un punto di vista storico, di reazione alle varie forme di esagerato ottimismo In cui per tanto tem– po cl slamo cullatl. Pensi agli utopici pla– ni d! un Wilson da cui tanto cl si atten– deva allora. Ora si vuole essere più rea– listi e molti si sono orientati. o stanno orientandosi. anche nell'ambito degli af– fari politici e sociali, verso Il Cristiane– simo. quello tradlz.lonalc e trascendente (non le sue degenerazioni razionalistiche e pietistiche). le cui soluzioni, se non di– fettano d'ottimismo, rispondono peraltro ad una concezione totale della vita e del– l'uomo aderente alla realtà. Altrove forse si può parlare solamente di esigenza cul– turale nel riguardi del ritorno alla visione cristiana. Ma è già qua,lcosa, penso. Se gli artisti e I filosotl sono coerenti con il pro– prio pensiero. non tarderanno a darsi an– che altrove I /(rtti >. Il ()1•lstiunesiu10 è l'e••e,le desi911uto ,,. 1•11.eeo11lie1•e f'e8JJe1•ie11::u eo11te111po1•t111e11. :*: dl EGIDIO GUIDOBALDf Il secondo momento. quello centrale del bilancio, si precisa subito n~ll'lnterroga• Uvo: < Umanesimo o sulcidl::i dcli' nomo moderno?>. Un ragionamento che r,rcr• dendo Il via dalla consideraz 1 .:ine sp!ela• tamente veristica di suicidi r'?al! verlfìca– tlsl tra le flle dei più appmudltl canton delle conquiste dell'uomo CV, Majakov– skil S. Esenln, Virginia WooU, E. T )Jle:·, Stephen Zwcig, Klaus Mann. René· Crevel e vari poeti surrealisti) vede st:mpr.? più suffragata la tesi e suicidio,. con l'avvi– cinarsi di vari settori che più si abLar-,• donarono all'euforia umanista: filosr:f.c::i (risoltosi In una sfiducia nella ragione lm• prontato al più puro scettlclc;r:io), sc1t:n• tlftco (passato dall'estrema fiducia nel progresso della scienza a un sensL1 d'irn– tentlco sgomento di fronte al suoi ult1m1 gvlluppl), sociale (In cui si stenta ~r n• dare diritto d'esistenza a quell'Individuo che si era lasciato comodamente Ingoiare nelle fauci del superuomo). culturale in ienere (dove le parole dominanti suona– no a fine e tramonto). Il terzo momento, svlluppatosi sul d.ie precedenti con una strlngenza logica ùa terzo termine d'un sillogismo che non 11m– mette replica, è quello suggeritoci d~l– l'lndlrlzzo e Verso un nuovo umanesirr.o .-. Un umanesimo più realistico, che accet– tando coraggiosamente il misero bilancio di quello precedente, ateo, torna a rlcon• templare nella Rivelazione l'Indispensa– bile completamento dell'uomo. Un motivo, ripeto, assai comune, uti– lissimo in questo momento a condurci nel clima fiorentino che ha fatto da sfondo alle diagnosi culturali che La Fiera ha In q~esto numero Il piacere di ospitare. Quel clima che Flrenze ha voluto creare sin dall'inizio del recente Congresso, so– stituendo Il tradizionale volto laico rega– latole dal Flcino e dal Magnlftco con una sua struttura umanJ,-tlca più solida; mol– tp spesso Inavvertita. messa Invece nel suo giusto rilievo dal Sindaco La Plra nel discorso programmatico pronunciato la prlma sera. E' stato un vero sfoggio di cultura nata sullo stimolo d'una rive– laz.lone entusiasticamente accettata, che ha fatto di Firenze la città Ideale per le dotte dlsqulsiz.loni di Alberto Castelli, Jean Oanlélou. Martin Cyrll D' Arcy. Etlenne Gllson. Allen Tate, Guido Pio– vene e Robert Grosche; tutti amabilmen– te diretti. Insieme al coro grandioso dei rappresentanti di tutto il mondo. da quel– l'eccezionale maestro ch'è Giorgio La Pira. Le tentazioni che subito si presentano, una volta entrati In argomento, sono due. La prima· cl porterebbe a vedere un po' più da vicino lo stesso La Plra. che per tre anni consecutivi ha avuto Il potere (unico!) di far dimenticare a tutti gli in– tervenuti le differenze d'origine e di con– vinzioni per lasciarsi trascinare in un pertctto unl5ono ve1·so quelle sfere d'en– tusiasmo In cui egli spazia Indisturbato. La seconda, proveniente dalla coinciden– za del l'llo logico su cui si sviluppano I tre motivi sopra Indicati con l'asse centrale del rapporto e Cultura e Rivelazione>, consiste In un Invito ad una presa di po, slzlone In materia. Due tentazloni però che presentano scopertisslmo l'aspetto negativo che ne rende chiaramente sconsigliabile l'accet– tazione. Inutilità nel primo caso: La Pira non si descrive; va visto da vicino. Da lontano 61 può essere portati a discuter– lo, da vicino è un'evidenza che s'Impone da sè. Presunzione nel secondo. data la straordinaria levatura del relatori che si sono già assunti tale compito e che que– sto scritto ha l'onore di presentare. D'ob– bligo Invece, con un senso di gratitudine cui tutta e La Fiera> s'associa molto vo– lentieri. un particolare rilievo per la te– stimonianza di Allen Tate, rappresentan– te degli Stati Uniti. che. oltre ad essere risu.onata autorevolissima nel corso del LAPRUIA BATTAGLIA CHEDEV'ESSERE CO~IBATIUTA :*'. Cristoe l'unicorno L'aggetth·o nell'espres9ionc «ch·iltà occiden•nle» non ha ,·n• lore di 808fanfh·o - L'nggctth·o che ha ,·nlore l!IO&lnnth·ale ò «crl11flana»: o 11in1nu unn eh·iltà erll!ltinnn o non alamo niente ·*: ,ll 1ILLEI\l 'l'A'l'E Mi 1i1 lecilo inirfare quule ouernrioni - poithe non •i traila d'.::iltro - con un rapido C!lme di alcuni dubbi che mi hanno angu• 11i110 nelle 1e1timane 1ra&eoue da quando hu ricnuto il coriue invilo del Sindaco La Pira a partecipare a quetlo tok1111eCongrchO. PiU che dubbi aarebbe for1e meglio chitnnarle in• certe.ne , poiche •i tratta anrilullo <li con.i• ~rare le io abbia o meno l'autorità 11cr di- 1culere il grave argomento che ci !iumo 1iro· potti. Infatti, per poter diJcuterè 11 criti nella uni1illdi cuhura e rh·ebzionc, bioogn■ innan– zi1uuo con111rendere il termine cuhura, e in .econdo luogo - cou ben più 1utruia - 13 Parola rfo.,fo:ione, e infine l'idea della loro unii&. Ora 11 compren,ione che ne abbiamo può u.ecc limitala 1ll11pura condizione Hi• 1tenri11Je dell'angoJCia in cui ricono..ciamo che la cri!i e reale. Gli altri miei dubbi ,ono meno gravi, tn.l non meno 1eoncertimti. In che 1en10 il per• meuo che il mio governo mi ha d11lodi .ic• tettare l'invilo del prof. La Pira, mi auto• 1.iu a e r1ppruen1are> il mio popolo? Con1idera1a in profo11di1i, la cuhunt degli Stati Uniti non è, ,•orrei dire, ahrenanlo ricca quanto quelli dell'lt1Jia (o, diciamo anche del Gunducato del Luuemburgo): ma è ,·ariala e compleu11. e nehun '.Americano dovrebbe • presumere di poter da 1010 Nlppretentarfo. .lb •e dò e ,,ero, ancor più vero è che 11uello Americano che ,olcs•c 11arlare 1 11omedi talli dcli• ,·ita. interiore dei ,uoi compatrioni ,·er· rebbe violentemente sconfe,u10 O\"C la aua audacia <li,·eniue largamente 11011!Chiuderò la queilione della mia 1ituatio11e per.onale aggiungendo rhe, di certo. ,olo gu.ird:rn<lomi n1i aHe~ riconouiuto per un Americano. O'ou in poi parlerO ,olo a nome mio, come \.In ministro 1enu 11ortdo;:lio: poichè fortu· n:itamente non sono un diplo1na1ico inuric11to <li una mioionc d;i 11or1are a termine nello int._r.,ue degli Sza1i Uniti. Gli Americani. nella misuu in cui ne 1ono rons.apt\'oli. intenderebbero in mani~r• dh·er• 1i1iima la crìti in qucll'uni1à cbe impegna la anenzione di qucalo Congreuo: tu111via ehi do,Tebbcro pur partire d;i un dato di la110 incontcsi11bilc. una re;illà empirica che i l'ine– , itabile ri,uhato della tradizione politica :une· :-iean11. Quc!IO dato di fatto inconte,tahilc, che ,peuo non riconoiciamo. ma che JJUr cl 1rovianto di fronte ad ogni mo,nento. è il !C· 5,uenle: la cuhura americana può euere dc– •crilla come un ,ecolaritmo d11cui. in linea di principio, è no!lro dovere ucludere l\bpCtln 1tligioto onde evitare che un tipo <li cri!tiu– noimo enlri in cunrlitto con un 11hro o che J'aipeuo religio10 interfcri~ca nella realiuazio• ne della lihertà poli1ic1. Com~ popolo noi cr-:• diamo che ncll'1uolu1a lil,ertil polilica rinten natura dell'uomo tro, i Jliena rt:ilizzazione. E' quc1ta la donrina di Thomu Jeffcr:con. ed eua ebbe 11011 poro ulore in un'epoc11 come que!Ja di JeHenon. quando l'idea cri!li11m1 era ancora co1i polente che gli uomi11i po1e– vano conJidcnre p.1rifica b 0111 effieaci11nel– l'ordine politil'o. Po~•iamo ron~idcnrla 111le anche o,:i:i? Dubitarne non ,•noi dire dubi– lare della Fcnuina ~pirituulità del 1io11olo 11merirano. poirhC. 11ualunque co•a Fii Europei pot!ano pen-are della funzione dei:li _Stati Uniti nell'a11u11le rri!i mondilllc. non trN.lo che molti di ,•oi menano in dubbio i motivi che determinano una rtrla prodigalità del- ~i~~;i~arod1!afi~;r;;,'i,11~:l~~uJ:~11d,tie t;.;r 1 :~ 1eolo5ali. Sper:inza e Cari1.ii, e aebbtne chia– m:ile ton altri nomi che tono 11uello che •ono. Ad una di e~se fu d110, per uempio. il nome di Piano ~I:mhall. IJ fallo che e!•e 1iano note 10110 aliti nomi indica perahro una fnuura radic.ile Ira il ,ecolare e lo 1pi– ri1uale nella "ita aruerirana. Nrlla pro1pe1tiva teologica, J'ahro elemento della triade, la Fede, dt\e per la natura 1teua. nere ~ntrticolalo ,ul piano dell'■iione poli• t1e1e inatrti~ol.1to ~ul pì.mo dell'azione poli• rie.i e ~otiale. li ,ingoio ciuadino e moJ~o da princi1,i rhe .uno lnllora cri.tiani, 11111 ne– re,&ari;;1111cnte cui non 1,oa•ono 1rovare 1,iena realiu.-2:ionc in una Jocielii che tiOn!idera pericolo5o per la liberi.ii 11rofh!are ri,lea ,li una cultura 111ert.1mc11tecriuian;i. Se anche un11 ~ola p.lrle di quanto iono venulo dicendo C v,::ra, foue eh.e 11er11ue.to sii Stati Uniti ~ono nn ca!O .,pedale? l'en•o di no, tebbene J"A111eriu1po••• 11pµarini come il ca§o eMrerno. ~on Mhuian10nulla in America che non 11bbiamo 110r1a10con noi dall'Europ;a. te non e: condizioni :t l'l,e erano favorevoli all'unitH 11olitica e todale. Se ,i~mo di,·enuti diver•i da voi, anche que••o rie11tra nel 111odelloeuro11eo: quando era,•111110 ,em· plicemente colonia. er;n•1mo 11meriuni, ma quando 1iamo dh-enuli noi tlessi 1iaJJ10dive– nuti euro1>ei; e lo ainmo rima:ti. Quello che gr1n<le111en1e ci differenzia da ,·oi, IMdifferen– za creata dall'unili, ci ha contenti10 un'imn1en- 111 roncentrnione di ri!oue naturali e poten• za tecnolo,;ica. l\la., a J)arte que.la differenza. quanto ho deuu delln tecolarizuzione del• l'ordine politico e Hciale an1eric1no C vero - in v111ri;i mimra - 11ncl,eper l'Europa. La unific;ir,ione dell'Europa uorc.iuerebbe dalla n1,tra :unma 1I demone d.ell11 ~eie di potere caralleri1tfra dell'America. E' la ,·ostra ani• mn, non la no•tra che ne è poheduta. Un ;iltro demone JIOhiede noi e ,oi e porta. 1111 nome. diw•.rao, ~elibene anche egli ,i ,er· , irà del po1ere, te ne ha, pcrche. enendo quello rhe e. n·m può pcn•.tre di fare altro. Il nome <li que.10 demone è 11olitie• dell'Ulopia. E' c1ue,10 un drmone 11ar1icol11rntenlt" ameri~no. Thomu Jeffer!On ,·olC\a una 11iecolaUtopi.t di pi«oli a1ricol!ori e piccoli artigiani, e 11e11· ,a,·a di poterla ruliuare in America; ma pen• uu <li 11oterlo fue poicl1è aie-uni Fnnceai <lei euoi te11111i e delle epoche precedenti era· no ,icuri di po1erla realizzare in Fn11cia. La 1,olitica dcll'U1opia hw 61uci1a10 nel mondo occidenule, a cominciare dalla rholu– zione fr;,ncete. le 11iU1:•nguino!e e de,· u.ta· Iriti guerre della storia in luo;:o delle 11ntiche i;eurre con < limitati obiettfri >. rhe ,ennero <'oml,altute da uomini elle !;i,pe,•ano,ron piena ::dere11,a all:i reahà, che Dio non d ha mai promt!•O il Rc,:no ,lei Cieli ,ulla Terra. L'unic;i i~1ituzione cui Crieto abbia 1,romeuo una cer1a immunità fu l11S11aChieu. contro la quale le pone dell'inferno non pre,•arran• no. Per lun;o tempo mi tono rammaricato d~I fatto che Brook Adanu non •ia riuH:ilo ad afferrare l'idea di un eaallo ra1i11or10tr,1 l'inlensi1j d,-lrilln!ion,- u1011i~1ic11 t 11 qu11n· liti! di ,:111g11e ,. rli•tru:i:ione che eua ha 1,or· !alo n-ell11 !Ua ,eia. Un :ahro nome. 11er il demone dell'Uto11i:1 è Gno!ticiomo, o,•vero la fiducrtl nell'onnipo· 1tnza della ra;ione nell'ordine politiro. La 1uo1111cnh a rhc r1ue~10 ~ccondo nome dell'U10- 11iaci Kiiiud.- C hen nota a noi tutti. Quello 1 lie for•e non ci è ahrcllanto familiare C fa ftrn:i:ione tvoha ti.i 1•11 ahro tle111on,-l'h.- ~o· r,raHiunge col bllimen10 ,!ella aoric1.ii rnio– m1li•tica: il •·•o nome f' ~l:inirhehmo. cd e fntello ,ç:emello dello Cno.iici~mo. Quando l;1 uedenui nella 1ierfcnihilità dell'uomo in e :i mezzo di una ~odeli ruionali•lin !fo,·1~ n~I ma,•acro. !i 11111•;1 all'11hro -c,trcmo: e, •labilentlo l'he l'uomo non è Hhanto imper· feno ma realmente 1ieneuo e inc3p11,:e,con fr,•ne•ia ,i aus11ic:a il tipo tli ordini" r;ap1,r,– i"ll1,llo dmllo ,iato 011nicompe1en1e, Il mondo AJ..LEN TATE, ------ iblioteca G,ino Bianco Congresso, ha voluto fare qualcosa dl più gradllo per I lettori di queste colonne. e Le piacerebbe cli concederci alcune os– servazioni ad approfondimento del tema da Lei svolto nel Convegno?>. Allcn Tate accetta senza difficoltà. no– nostante la ristrettezza di tempo causata dal vari numeri del programma fioren– tino. e Conosco assai bene "La Fiera", dove tra gli altri scrive il mio amico Clmnaghi e aderisco volentieri alla richiesta che Lei ml fa>. Etlenne Gllson e G\ora"io La Pira Una grande speranza ~. di GIORGIO LA PIRA Rompere li ghiaccio con gli Americani, tutti alla mano per loro Intrinseca vota– zione. non è difficile per nessuno. Con Al– len Tate. che all'antlcattcdratlcità della sua razza aggiunge una non comune dose e Saprebbe Indicarmi qualche ripercus– sione artistica di questo "tatto"?>, Cosa è e che finalità ha questo concilio norcnUno delle na.z.J.onl? pa. - .tenza dimenticare rJtalia del Sud - attendono con impazienza que.sto lnteri:ento &aiutare: la tutela. efficace della democrazia nel mondo e la fioritura nuom della cit:llt4 crl.tttana ed umana. su tutti i puntf della terra e in certo modo condi.donata da que• 1to operoso ed audace 1ntert•ento di dimen• .tf,:,nl univu.sall! · di signorilità rivelatasi anche nella spon– tanea messa in luce dei suol contatti con la nostra cultura (Silane, Montale, Pio– vene ed altri), la cosa è ancora più tacile e ne approfitto subito per centrare l'ar– gomento della mia <:onsultazlone. < Ne esistono già molte: positive, cioè con diretti accostamenti al Cristianesimo. e negative con accostamenti Indiretti; di gente, cioè. che non crede ancora. ma che già fa uso di simboli cristiani. come ne fe– cero uso Hart Crane e Wallace Stcvcns >. Per~ttete che per rftpondere a cft,e:.ta domanda e per Illuminarne il flgntcato lo mi riferisca ad uno dd /atti euenz.iall t!el– la storia pro/etica e della clvtltd pro/etica dl Israele. Nei 11iomentl di crbl I rapprc• senrnntl del popoli di /uaele ,icnir ,z.io c,011- vocatf a. Genua.le:m~ "Pt:r riprendere, pe:r Qualcuno dird: - e la pace? Non e Il pro– blema fondamentale che unltament.e a quel• lo della rlvlltd crl.ttlana. qui et raduna? Mi rlallacclo. come prima domanda. al punto della sua relazione In cui meglio vengono Illustrati I due volti del e demo– ne-unicorno> della società moderna: e Gnosticismo> razionalista da una par– te, e Manicheismo> comunista dall'altra. e: Quando la credenza nella perfcttlbllltà dell'uomo entro e tramite una società ra– zionalistica si conclude In un massacro. arriviamo ad un altro estremo; e, col ri– solvere che l'uomo non è soltanto imper– fetto, ma, effettivamente, un Imbecille malvagio. freneticamente auspichiamo quell'orcllne che t- rappresentato dallo staio onnipotente. Nel nostro tempo l'Oc– cidente conosce bene di non potere avere una società Gnostica. La sua agonia at– tuale è un'agonia dovuta alla paura di dover accettare una società Manichea, cioè comunista. S.I è mai preseniata alla nostra mente la possibilità di esorcizzare i due demoni gemelli con lo scegliere la società cristiana? >. Punto di estremo Interesse, questo se– condo, proiettato naturalmente in un pri– mo momento da Allen Tate sullo sfondo del panorama americano. subito dopo però consldei:;ato nel più ampio quadro di manifestazioni poetiche a noi meno lontane; per esempio nell'Intero simbo– lismo surrealista, cosi vicino nella sua struttura fondamentale e nel suol temi preteriti (anche se in posizione totalmen– te capovolta!) a quello cristiano, da ad– ditare In esso il suo crede più naturale. g:;-:Òn:~'èo,;'t/: &Uco:ia':i:;!:f:llf? ~!ei7~~! 1 ~~ za. Il de.ttln.o C la .ttorla di quella Ncuione mf.sterioJa. G;, euc,~!ali • valori religiosi. liturgici, 'dvliurali. ,norall. ,torici dl oucll'r.llenuta venivano rlmeui fn nuova luce: l'allean:::a col Dio di Abramo. df /.tacco. di Gtacoblie. t.·eniva rlcon/erl!Ulta: fal1t01'e unftivo per la cfttd .tanta - ml.!Ura df /M"aefe/ - ve– niva rin.taldato: e al termine di que.tte ce• rlmonie Co.M caric11e dt r.:alore. i rappre.te11• tanti dei popoli di /,rade tornavano aile loro .sedi p!il /orti nella /ede e pili arditi ne:la ,tperanza e nell'azione (c/r. JJ ParallJI. 30, 10 .tgg. IV Re. 23.I etc.). Indubbiamente: cd In/atti ad altro non tendiamo: di altro. infine. non abbiamo .ti– nora parlato, anche .te Indirettamente: per– che che .scopo ha questo no.ttro riscoprire delle idee nwdrl della civiltà crl.ttiana. que– .tt.o riferimento ad et.se dél pr~bleml p1u urgenti '1el tempa presente. 1c non. appunto quello di indicare le preme.su bcullari di ogni pa.ce .ttabUe e verd? Ben lo .tf compren– de: la pace che tutti cerchia.mo non ha un or,,etto .solo: non è .soltanto la pace miU– tare, che e gld co.sa di ini.meMa porùzta. Ed è proprio questo Il punto centrale ncgll Interessi di Allen Tate: Il Cristia– nesimo crede designato. con un'abbondan– za di titoli semplicemente sorprendente, all'eredità dell'Intera esperienza contem– poranea. Ecco una analogia - lontana nel tempo ma vici11a nello 1pirito - clte ci f/lumfna /orteme:nte n,L ,ignljlcato - e, quindi. 1ul/a natura e jinalttd - di que.sti conr:cgnl fio· rentlni per la pa«: e la civiltd cri.ttlana. Tutte le nostre iniziative di pace. in/atti. a 11ulla approderebbero .se con un atto &o/o di guerra potc1sero eMere ,radicate dalla. Jaccla della terra le clttd C31endall - FJ· renze compre.sa/ - che eo.ttitut,cono I do– cumenti vivi della. civlltd umana e gli or– gani fondamenta.li a.ttraver.so i quali n ar• ticola la famiglia intfera del popoli. < Questa terza possibilità - gli chiedo Non un rllluto di essa, ma una sua ac– cettazione ambientata In un nuovo clima dotato di possibilità di riscatto per tutto ciò che di positivo c'è In essa nella stes– sa misura di cui dispone dei necessari an– tidoti per neutralluarne gli elementi mi– cidiali. Non e /or.se que,to il punto di cri.ti del'a .ttoria pre.sentc? C't come una rottura e co· mc una df1perlfone proprio nelle idee ma• dri .tulle quali e sorta e sorge ogni civlltd criitfana ed ogni Integrale civiltà umana: come .se le tavole CUila legge /o.t.tero .ttate .spe.uate (E.sodo 32.15 .tr,g.): come .te /o.t· .tero .state .speUate le tavole delralleanza 1/ia ~'°e!~ !u':°~a c~Ji!fJ! ~ 1~":rt~t°ctg 11 La costituzione CUila pace pre,uppone la esl1ten.za.almeno. di una posslbflltd ji.tiea di dialogo tra le parti di.tcordantt: ma come /a.rernmo tale dialogo .te que.tta J)O.t.tibilit4 anche /1..tiea / o.t.te eliminata e /o.t.te provo– cato .sulla /accia della terra uno sconvolgi• mento di dimen.tioni planetarie ed apoca– littiche? - che Lei presenta come unico modo di F.:.OIDIO OUIDUBALDI ALLEN TATt; de.trino. ( E.todo 34,10 .tgg.J: i valori religiosf, liturgici. culturali, morali . .ttoricf - in una parola rintlera .tcala. del valori iCUall - eh.e da quella alleanza dl1cendeva. rf .sono - al• meno in aJ)Jlaren:a - o infranti o obnu– bilati. Che /are allora? La ri.sposta t d,iara e IM"aele ce ne /avo– ri.-tce con chiareZ:ta i termini: oenerati da una .tteua comunione di grazie e di verita i JI01JO/i ti riuni,cono. attra.ver,o loro qua– li/1catl rappre.sentartl. per prendere co– scienza di que1ta cri.ti e del ,uo .!Upera– mento: 1HJr prendere comapevolczza delle Idee madri .t'ulle quali ii erige l'edi/lcio del· la loro comune civlltd: per acqul.ttare pfiì intima co.tdenza delle radici 11.orlche e dei de.ttini .storici che annodano il loro pre– .sente al loro pauato e che /anno dei loro JXU,tato e del loro pre.tente il germe e.t1en• zia/e e Jecondo del loro 1tcuro avvenire. Ecco attrat·er.,o una analogia .storica co.n appropriata. il .tlrmificato. la natura. la fina– litd di quuto concilio fiorentino delle na– tioni che vivono direttamente od indiretta– mente ne/l'orbita ideale CU!l crlatiane.tlmo: cM hanno comunione diretta od fndfretta con le idee madri della Civiltà crl'ltiana: una clvlltd che altro non t. flella .sua e,– senza, .te non rivelazione di DW tra.tcritta nella città dell'uomo e nelle ca.te. nella .tto– rla e nella cultura delruomo! Per /are che 00$0? La rl.spo,tta t evidente: per prenCUre coscienza di quuta trMcrl– :ione della rfvdazWne di Dio nella città, nelle CO.te.nella 1toria e nella cultura del– l'uomo: per lndi11lduarne f punti di cri.ti e gli .ttrum.enti di &Uperamento: per ritornare alla /edeltd di un patto df alleanza dal qu\l• le dipende. come da cau.sa eJTlciente e da cau.ta finale. /'ulteriore /ellce fncreme:nto della civlttà umana e della naufgazlone umana! Sarò con voi alno alla con.tumaiione del .tccoll r S. Matteo). I popoli e le naztoni cui sono .ttati affi– dati talenti di alta potenza tecnica. eco110- m.lca e .tociale .ti volgano operosamente - con va.ttl. organici e pronti piani di Inter• vento - ver.to quei popoli e quelle nazio,1f cui que.ttl talenti non sono .ttatl ancora partecipati, /mmen,f territori delfA.tla, delfA!rka. delr.America del Sud. ed anche deU-Eun1• Que.tte /ra,1 non sono iperboliche: .tono l'e,po.si.Zlone .tcientf/ica. direi mi.surata. Of/· gettlva. delle conseguenze di una guerra. oggi: e.t.te .sono l'eco di quel paterno me•• ,aggW di pace che il Sommo Pontefice /ere pervenire. nel giorno di Pasqua, a tutti i popoli della terra. E tuttavia noi lo ripetiamo: questa pace militare. questa non guerra fisica. non e ancora la pace che cerchiamo, la pace che dobbiamo edificare per .ta/dctre -gli uni agli altri, in feconda comunione di opere e di ideali. tutti i popoli e tutte le na.ilonl del mondo. Qllella pace rera Implica aniitutto una reale pacffl,ca.."ione con Dio: è pace rellglo• .ta. E: proprio il ca.sodi citare le parole del Salmista: nlsl Oomlnu5 custodlerft clvlta• tcm frustra vlgllant. qui cugtodlunt Pam! Permettete che con e.ttrema .sem11ilcitcl 10 lo dico: - Dio c·t. Padre, redentore e san• tf/icatore dea/I uomini: la .storia l1a Lui C'O· ~ causa eJTlcfente e come cau.sa finale! Come /ate a pre.scfnderne? E' il :,rimo dialogo che bisogna /are: la prima 1.,on/e· renta di pace che bi.t0gna convocare! E .tu que.,ta prima e,.senzfale edtfi-:azlone di pace ceco coedlficar.ti raltro atto •li pace: lo pace con le Idee madri che Jo)-mono Il tenuto univeua.le della cirilltà crt1Wina e f~ 1Y:i~ 1 ritZlf!fo,~g~ltfa u;::::;o~lg Ii°~~Jo~: Mii vomo: la pace con tutto ciò che è es• .ten;.iale al pieno .sviluppo .tpfrltuale e ma– teriale. temporale ed eterno della per.tona umc.na. Ecco l'ampia prospettiva nella qual,, noi t:ediamo I problemi CUila pace: collabo:-t1re alla loro .tohuione eo.ttftul.s«: proprio la. 11· 11alltd clic cl ha .tospinto fin dal 1952 allo convocazione ed alla pror,rC3slva con.sOllda– zfonc di que.tto annuale Convcono Jiorcnti– no per la pace e la civiltà crlltiana.. Noi abbiamo nelranlmo una gran!U spe– rani:a.: nonrutante le dlfficoltd ancora l'u&l comple.s.te e eo.tl gra.t'I. noi crediamo n~lla 110.t.slbllitd clic si dia veramente ma110 alla eo.ttru.:fone del grande edificio della pace totale, della pace t'era fra tutti l popoli e t11tte le nazioni della terra. Per Q'Ue.tt.o noi lavoriamo: a questo mirano tutti gli inc-011- tri di carattere nazionale di cui Fi,:c11ze e sempre ca.ti ricca. GIORGIO LA PIRA .IL NOSTRO PR.O~LE~A PRESENTE :-'I-: RIVELAZIONE E VNJTA' Un conve.t,no per la pace e la ch•iltit cristiana avrebbe a sua disposizione una larga scelta di temi. tutll auraen. t~~~~:»:n \~astir~~c~i!~ s~h~o~s~/1~:';e~e~~b~~~\~h~s~:~~ mancano la pace e l'unità non può dars.l nessuna civiltà. D'allronde è questa la ragione per cui del Santi come Benedetto o Francesco d"ASl!isisalutavano tutti gli uoml nl annunciando loro la pace d! Cristo. Chi potrebbe sostenere dinnanzi agli uomini del nostro tempo che si& venuto Il regno di questa 1,ace? Piuttosto vorremmo dire che abbiamo perduto fino il ricordo delle sole vie che ci possono condurre ad essa. In!aul la pace, diceva San– t'Agostino. è la tranqu!llità che nasce dnll'ordlne: e pol– chè non vi è ordine ove non regni qualche unità nella diversità delle cose. nessuna speranza di pace né di civil– tà può sussistere se noi cessiamo. non solamente di possedere l'unllfl, n1a di volerne i mezzi. Uno sguardo alla storia cl porta a dubitare che sl progredisca In que!,tO senso. Senza du,J,blo è necessario ~~~j:;ia~~·e~i 11 deW~:~~n:i:;a p~sc:~~ 1 ~iec~r t~r~~~o p~:~ sente cl rifiuta. Sant'Agoslino ha visto la caduta dello Impero della Roma antica: alcuni hannO visto lo smem• ~i•~ahn~e;;r s~~~~e~oh~in~6rJ~v~ 1 s~!~g:l'~u~~;!~l~~ln~:r~:I XIV secolo que!>ta lite~sa terra ove siamo era coperta di difese e pereors.a In o;::n\ senso dagli uomini In armi. Pertanto. senza cedere alle racll!tazlonl di un sogno che abbellisce il passato per rendere più pesante Il presente, riconosciamo un Callo che dlflcll.mente può essere negato. La Chiesa. di1,,cu~sae talvolta combattuta nel suol dlse• i:::nle negli eHetti dì questi sulle cose temporali. rappre. sent1wa allora. a:i:li occhi di tutti i papoll. lo stesso Cristo pre~cnle nel mondo e lo vMlicava dal di dentro per sai vario. La cristianità ru un (atto reale assai prima che e~~a ~tes"a ne fo~sc consapevole. SI direbbe piuttosto che ella non si conobbe veramente nella sua differenza essen ziale che quando, 1,,ottola pressione da lei subita nel XIV secolo. pro\·ò per la prima volta la paura di sprofondare. Non sta a noi cercare quando questa disintegrazione della. Cristianità medievale $'~ prodotta. Da! tempo di Papa Gregorio VII. che ru quello del suo trionfo. le rorze che dovevano rovlMrla erano già In atto. La più a.ulva ru lo spirito nazlonallstn: e per questa Intenderemo Oi::Zi, se mc lo consentite, non l'amore sacro della patria, cosi naturale al cuore dell'uomo. ma la tenden:ta a [are della patria un valore ao;~oluto, trMcendente ~opra ogni altro, rc::ola e misura del vero, del bene e del bello In tuLtl gli ~~1 1 ~:is~~~~t?n c~i:;~~:~l~n~~Jl~crae::~~\b~.'trre~!~ok>~n~= avuto un notevole Incremento nel paesl dove li culto *: di ETIENNE GILSON ~::~izf!~r~nohSt!i~~~ee~cl~s:'o 1 ~J':if~ 0 d:h~t~ 1 1~s~i. ~s 1 ie~d~ la fede cristiana in via di Indebolimento. Non ~ che da allora si sia amato maJ,?,i:lormente la patria; si è comin– ciato semplicemente ad amarla In un altro mOdo. come se fosse una dea. precisamente quella alla quale si offri. vano sacrifici sul ramosi e altari della Patria,. L'Idolatria nailonale della Città anllca riebbe da quel momento quel diritti che Il Cristianesimo le aveva appunto tolti. corS:u::r 0 ~Vf1 èse~i1~~ J~;[Jiu ml~~f1~ed!\1•~•niv~~~:11r~:~ med!oevale. Nati nella Chiesa a1 tempo stesso che nelle loro patrie temporali, i:::11 uomini di quel tempo non per– mettevano all'amore del paese natale - e con quale tene• ~r:;~i ~~lrea~:ovs~~?tT~:~ ~'~s!~r!'11!c~l~~\!1 P1~~ee;ri:~e~ .. t~ della verità cristiana li aveva ablluatl fin dall'infanzia. Veramente erano queste delle prospettive unlversall. La Chiesa non parlava che della creazione del mondo e del. l'uomo; della colpa del nostro primo padre nel quale. o;.::::::-i ancora, slamo tutti fratelli per la natura come, più tardi, lo slamo divenuti In Gesù Cristo per la Grazia della Incarnazione per la quale Dio stesso ha assunto la natura umana Ce non quella di una razza qualunque> al fine di assicurare la 5alvezia dell'uomo attraverso la redenzione: e~a parla\•a anche della vsritd salutare. unica e sola per tulio Il genere umano. e non di t.:erità buone per un paese, per una classe sociale o per una rana eletta: non parlava di se stessa che come in una chiesa o, come spesso diceva. della catlto/lco, pe1·chè per lei essere cauolica o essere Chiesa era la steSSll cosa. Tutti I grandi problenli si pone,•ano allora In termini di unlversallllt tutte le ri– sposte si formula\ ano allo stesso li vello delle questioni, ma ui::ualmente quando l'ordine temporale era In causa: una sola filosofia. una sola scienza, una sola morale ed anche, po!ehè siamo a Firenze, diciamo con I' Altlsslmo Poeta una sola società polltlca di tulti i::11uomini. Quel– la Monarchia che sognava Dante e che !!gli concepiva come una versione temporale della Chiesa. Talvolta ci si meraviglia che non nascano più del i::en\ come Dante e l\llchelangelo: ma l'llrte loro era come accordata sponta– nellmente alle dimensioni dell'universo, e Invece o;:;:! fin dall'Inizio. ln tutte le scuole del mondo, si ha gran cura di restrlni;ere Il no~tro orizzonte. Pensiero e nazionale>, sentimento e nazionale,, vo- ·lere e nazionale>: ecco quello che insegnano dappertutto 5;:IIStati nelle scuole, dette e nnlonall >, che essi manten– gono al loro stesso servizio. Un tempo le patrie erano meglio servite quando esse lo erano per soprappiù. Non dobbiamo uscire da Firenze per renderci certi di questi fa.lii. E polch~ ho nominato Dante, permette– temi di ricordare un nasso di una delle sue opere meno lette. Il De vulgarl eloque11tia, ove questo tentlmento di universalità ~ espresso nella forma 1ilù dlret1a e più pura. L'occasione non era molto Importante, o piuttosto essa ha cessato di esserlo, polchè si trattava di un pro– blema che non si discute più fra noi: quale lingua si parlava nel Paradiso terrestre? Alcuni non esitavano a rispondere: evidentemente Il fiorentino! Ma bisogna sen. ~!~a d~-:.rn,~~:l~a~:e~~; Ì1 8 :u~"i,~~:on~t~\es~ll~t?1 c~~ bello che esista sotto Il sole, lasciategli credere che la l'ìUI lingua materna sia la più bella del mondo e di conse- fj:n;:,~i~e c~U.,,~a 1l 1 ~::e 1~ :~:r 1 ~· ~~s~t~ 1 11c 1 ~r~~~ 6b~~ mo bevuto l'acqua dell'Arno fin dalla prima ln{antla e benchè amiamo Firenie al punto di aver ~offerto ingiu– stamente l'esilio per amor suo, vos;llamo basare la nostra risposta sulla ragione plutt.osto che sul sentimento. Se si tratta di compiacere e soddisfare tutti i sensi. non esiste al mondo un JuoJ,?o più aHascinante di Firenie. Però rileggendo I llbrl del poeti e dcgll 11.ltrlscrittori ove li mondo è descritto in i::cnerale ed In particolare, e ragio– nando sulle diverse sltuaiionl delle parti del i::lobo coma sulle loro dlstanie dal due polle dal cerchio dell'equatore, stimiamo e concludiamo senza esitazione alcuna che cl sono al mondo paesi superiori alla Toscana e città più belle di Firenze, di cui sono nativo e cittadino. e che es!. stono razze e papali la cul lingua è più .i;:radevole e più utlleAt 1f~~;od::-~~~ 1 ;\,~cta dall'alto della sua superba modestia, che lezione cl dà! Perchè, notate bene, se non fosse stato del più illustre del figli di Firenze probabil– mente non avrei osato citare queslo testo. Non ho osato tradurre Il suo quam L.ati110.t,al modo di Aristide Ma. rigo. Oserei ancor meno citare la sola delle altre lingue del suo tempo che. contro oi::nl verità, Dante proclamava allora più bella della sua, Ma per misurare la distanza che cl separa dal Poeta e dalrunlversallsmo del suo verbo, cerchiamo di lmm11.glnare l'accoglienza (atta ad un ora– tore che considerasse e osceno• (è la parola di Dante) credere che Il suo paese natale è Il più bello del mondo e che non esl'>le paese più nobile del suo, n~ lln;::ue cosi utili e cosl belle come la sua. Safiete di che cosa sarebbe accut;~t:;d:~em~!~~'a~:;iad~t~r~d {eed~,~~o c~~ch~ avuto ll

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