Fiera Letteraria - Anno IX - n. 28 - 11 luglio 1954

D __ o_m_c_n_ic_a_, _1 1 _h..,1g'--1_io_19_5_1 _ __ _ ________________ _:L:....:.A~F I ERA LETTERARI A §AlLDARlE JL'ANJElLlLOTIRA IIL DKVJ[NO l~ JL'UMANO Instaurare il nuovo patto Io parlo iolo per me stesso. e ml dlchla- L p l • l • , l l · CN:1 , 1 1\·acc coscienza che t pronta &Jlo r_o liberale per convin7.lone. Vo1 sapere qu&- ll ace ris Lana puo essere so tan O una SCllttO,al po.fsagglo. ' • 1 è II timore di un liberale. a cui viene l / d bl. . l'. No\ non possiamo risolvere t nostri pro- proposto di conciliare le rag1on1 della cui- pace Lola e, C te co,npren ll e su l,lll l, lit- blt'm\ Se non arricchendo la nostra ,·lt&, 111 tura e le regioni della fede. • . • nostra ch 1 1ltà di un secondo ph,no che è Egli chiedo a se stesso se le ragioni della lero sforzo di chiarezza dell'ani,no l'unico su cui I nostri antagonismi Possano lede, per la loro stessa potenza, tanto mag- essere composti. Slamo arrl\'all al limite: ~~~\~g~~~~it,o !~~ a~~;a~~ 0 ai~r:P~~t!11! ;* fu~:g~:;id;~~e·r:~1~:~! 0 '1 c~;o~~e~lla d~~I~ della cultura ~!struggendo la ln1mensa va- cullu1·a, nè la politica \ problemi della po. rletà del pensieri umani, la vicenda delle .11..J I G U J[ DO p _I O V JE N JE litica. nè l'economia i problemi dell'econn opinioni. la dignità di alcuni errori. For;5e n1ìa. nè la nostra rlustlz!a I problemi delll'I. teme che la concordia In qualche pensiero dell'uomo sul puro pinno esistenziale. e e nei residui ofrertl all'osser\'nzlon! di. $l'iusllzla. Per dare sollanto un esempio: la auolulo, ma non elaborato dalle nostr~ pe•ciò mconcludenll. fortuiti, arllflciali. pe. retta. Vi era m quegli uomini l'incapacltà ridistribuzione del beni materiali tra gli menll, pcrchè rivelato da\J'alt.o, possa di- rH1ncmcnte menzogneri? Lo scrittore con- di distlnsuerc In modo nello lo stato di uomini è una nece!slà morale e polltic~; itrarre gli animi dalle diversità e dal con- temporaneo tbcncM morto) che predlll;o. VE't;:lla dal sogno. La loro giustizia era posta e tutlavla, sul nostro plano. qualunque for, fllttl della storia, rendendoci meno senti. Georges Bernanos. rappresentò la vicenda dJ fronte a d1fflcollb. lnestr\cablll. Un uonv, mo. possa prendere, avrà qualche cosa d'in, bili alle civiltà che ,mutano secondo I tem: degli uomini come la 111·olezlonedi un trascinava davanti al giudici persone dell3 giusto, perchè deve congiungersi al sopruso pi, I contmentl e !Idea stessa di Dio. M1 dramma sacro. Proprio per questo egli fu sua trlb\l. pe1chè ave"a sognato ch'csse ten dell'espropriazione cui l'animo non conscn . .\ccadde recentemente di pensare leggendo tra I pochissimi romanzieri del nostro tem- tnvnno d'ucciderlo. Si poteva ~-ublre una te. Onde I confl\111 rovlnosl In cui ciascuno un grande teo!ogo ~rlstlano bcnch~ non po che penetrarono e chlRrlrono zone del- condanna per essere $lato sognato nel cam, In parte è vittima ed In parte so1Jraffatlorl.!. ct.ttollco, Il Barth: noi forse diamo all uomo l'animo finora rlmas1e inespre~c. anche p;erc un'azione Illecita; e. indlsllnto come La eoluzlonc può venire soltanto se J'oper11 una parte eccessiva; ma qui veramente è ncll'amblto naturale cd umano, La man. era in conllne tro. sogno e \'Cglla, nè si dt'lle leggi sia accompagnata da un dlstac- 11 contrarlo, Dio solo cs!ste, l'uomo è qua~! can?.a di uno sfondo religioso al pensiero potc\'a difendersi dal sogno altrui, nè la co. almeno parziale, degli 11nlml dal beni e1-tromcsso. La fede qui non presiede alle toglie agli scrittori Il modo di atlermarc giustizia poteva fornircene I m~zz!. Ancho J)ossedutl. da una maggiore prontezza alla cose umane, ma addirillura le divora. Non accettnzlone. e da un sentimento unl,•ersale csercJ certo a~dentrarml In una disputa teo- !ri cui l'intelllgcnza e la carità coincida.no . lo;lça, ma difendere le ragioni della cui. Allora le ragion\ di molti tra I nostri con tura,. e della sua ,,artetà e libertà, ml scm- j. fllttl ci appariranno. <'Ome a quel primi, bra importante per chi si proclama cl'i- ..,·; tlvl, non già realtà, ma sogni. J1 futuro è stiano, partecipe di una fede nata dall'ln- · aflldato alla cultura e Insieme alla pr~I carnazlone. c!lzlone, e tutto cl f8 credere che la rivela, Questo com'egno si propone non già di zione stia per irrompere con nuo,·o lm. dettare le tavole di un nuovo patto tra :i peto, quasi <'Onveemenza ncllft storl8 degli rh·elazlone e cultu_ra. perchè tanto non è 'i'-. uomini. Questo cl è dello dalla logica stessa. t?nces&o ad alcun, u~minl, ma di presa- La ricomposizione dell'unità tra rh•eJn. girlo almeno In termml razionai!; rlmet- - zlone e cultura è dunque una necessità tendo cosl la p11rola di Dio a! posto che le ·.. • dPlla loglc.:i; la ncces.!ltà della storia cli compete ma lasciando libero I uomo di svol- convivere co~clentemente con le forze che gere la sua parte. Per un minimo di fldu- /a conducono al di là del sensibile, è scritta eia che abbiamo conserva~o In noi della uell'e\'idcnza dei tatti. Ma ricomporre )'uni. razionalità. del mondo, noi sappiamo che tà non significa porre un limite RI libero quella conc1llazlone ~on è soltanto possibile, accrescimento della cultura e del aaperc. ma Inevitabile, specie se Il inondo ne di- L'unità rl~mecchlata in Dante si ebbe per- mostra, come oggi, un bisogno acuto. Non c!"lè tutta la cultura del tempo fu portata vi può es.sere discordia lnsa~ab\le tra due alla fede; ancora ot;:i;i l'unità potrà es,ere ordini di verità, ma solo discordia appa. conseguita solo accettando la cultura In rente e dipendente dalla nostra miopia. Ap- nostro possesso e I suol nobili fini. In un punto per questa fiducia noi dobbiamo cl!ma mutalo potrà rivelarsi e risplendere guardarci dalle soluzioni sommarle, dalle quanto vi sia di religioso dentro l'Intimo scorciatole lmpazlentJ. Senllrs) liberi s\gn\. sforzo della nostra civiltà scientifica, che flca credere nella pazienza dell ,attesa di Dlo. per quanto è poSl!iblle vuole ridurre I mar, Ml sono professato, fin dall lnlzlo, Ul_l 11- glnl del mistero, e abolire. per quanto berale, e ho sentito li bisogno di definirmi l'uomo può, la mcnzcigna. Glacchè la no- In questa forma. Ma ,·1 è un liberalismo stra cultura è soprattutto questo, coraggio che giudico morto; quello che Insiste nel e \'Olontà di chiarezza. Noi dobbiamo ac- contrasto tra la cultura ~ la ragione da cettare la volontà che anima II mondo mo. un lato, e la religione dall altro, e dichiara demo, d1 avvicinarsi nell'opera dell'inte!JI. di essere Interamente r~glone e cultura gE:nza alla sincerità piena dell'uomo con umana. I rRzlonallstl puri, I seguaci di un se stesso che è lo stato degli angeli· e umanesimo puramente n,aturallst!co, I laici ..,....,..""~- cosi d'lnsÌ.aurare 11 nuovo patto. di saldàrA lnteirall, che rifiutano 1 assoclailone di un 1'11nello tra Il divino e l'umano. Pro1>rh> elemento rellgl~~ qpalunque forma esso GUIDO PIOVE~'}-; su queste vie convergono l'aglone e fede, rivesta, cl appaiono antiquati, estranei ed _________________ In mOdl che talvolta restano oscuri; aven- lncapacl di trovare udienza. Riesce dUficlle do come flnc quello indicatoci dal verso Inserirli nel tessuto del mondo d'oggi, della non solo Il bene, ma anche Il male. Per poli primitivi, com'era nel tempi preistorici di Dante: Li angeli, /rote, o 'l p(IC!C aln- ~f.st~ ~vf!~~~en1~a. 1 ~~ 1: 1 nd~st ;~e:;t~~c~~a~~i un animo religioso, Il male è esecrabile ma quegll uomini, e la loro giustizia, si tro- cero. (Paradiso, V1I, 130). abbiamo \'isto gli uomini cacciati, !mprl. :~~~~c;ne~f:° p roll~cr~ve~• !~lpe~1~1:cl~l~rft~! ~~;:;~~~ p:~~osua ::io!:e~~~~!~~u~~\o~~ un1: p!:c~ot~~!~tl~ea c~~òpr:~e:ee si~~~:1~ glonatl. massacrati a milioni come la mA- slcut Del•· Allontanandosi da questo sJ è mente. La solutlone venne quando l'uomo l'Intero sforzo di .:hlRrcua dell'uomo. Cre- ~~~\6~'\ev:~!~ovf:'~~~u::,11: ~~;~::Ct~~ ridotti a descrivere non li male dell'uomo, pa~sò. dal primitivo plano magico, a t:11 dere dlvns.amcntc sar('bbe veramente, io gioia. ma solo la sopravvivenza. Traversia. :~a 1 / v:r~lb=~ ~l.cn: c~~~:;~ ~~~e;"'m~tr;r :~~~i~o~:z~~~a~~-a~t ~i~~s/:s~~ap~~~~~at!: f.!1~~~r~~~/e~~~ 0 !:t:C~~~c:d~~~ :nt~~~: mo una fase della st0 rla trlSte, sof!ocat~. mt-nte Il nulla. vare queste notizie nel libro di un classico sce dagli e\'entl. di rlcomfJOrre l'unltA tra caotka, gremita di spaventi e po~c(~. dl Lasciando questo argomento dell'arte do, della materia, Il Lévy-BruhÌ. Leggendo lt rl\·clulone e cultura, mette alla prO\'ll la giolt- umane; l'orgoglio d'essere uom n · o~l p-:i averlo appenn J.florato, vi dirò che fui pagine che ho riassunto Jlcnsavo che lo cul1ura; ma e,sa mette alla prova 1mchu gogllo dcll'lntelllgenia e del suol lun°1 colpito anni rada alcune pas;-!ncdi un llbrr>. stato di quel 11rlmltM assomiglia allo sto.ti ) ln roru storica dello splrlto-crlstl:ino. ~aea~~aa~fs~~~e'~~t~d~r~~~~r~e~~~ 1 ~~~ li libro apJ>rofondlva. la mentalità del po. dell'umanltà d'o«g\, la quale ormai ne hn GUIDO rIOVEN'"E Pag. 5 JEAN DAi.'~HELOU GULTIJR~ E' R(VELÀZIONE E RIVELAZIONE t'.' CLLJ.URA L'1•nità· ideale Il dualismo tra l'«homo rcligiosus» e l 1 ~homo occonomicus» è la causa essenziale della crisi che attraversiamo - E' necessaria una comuni– cazione auiva fra il mondo della cultura e queHo della rivelazione di JE1.IN DANIELOV In un'operR Il cui tllolo è prc~o.paco li medetdmo di questo Convegno: e Rcvelatlon and the modern World >, lo scrittore Inglese Thornton cerca le cause che hnnno prodotto la crisi della civiltà contcmporancn.. Que– sta clv\ltù si derlnb1ce 1icr li !UO caratlere sclentlflco; ma In J.clenza. dal momento che diventa consapevole della com1llessllà del renle, manl!esta la ima lmpotcnz& a fare un tulio unico. Ed è qucl!ta, secondo Thornton. ~1e~=~'tt1Y 11 :c~1 1 ::r~li~il~~~s~~tu~~~tiel~~::~ rarln solo In Rivelazione. perché è una an– ticipazione della. totalità, una presenza del fine delle cose che ne rileva la na~C'Osta unità. )la ~ appunto qu,.sto legame organico fra rl\·ehu:lone e cultura che Il mondo moderno ha perduto. U razionnll~mo del XIX iecolo ha conflnn.fo la rivelazione tra le nozioni prescientifiche o ba ritenuto che la scienza fosse capace da l'Ola di fondare la civiltà. Gli eventi si sono Incaricati di dare a. que– slo otllmlsmo sclentlsta una trngica smen– tita. Bisogna tuttavia riconoscere che Il cri– stianesimo moderno non si è mostrato fin qui capace di stabilire quest'unità della cl– viltà i;clentlflca. Il Medio Evo aveva otte– nuto questa unità della cultura e della. rl– velailone, unità che si tro\'a espressa In un Tommaso di Aquino e In un Dante. di libertà e di giustizia si tro\'a di fronte a problemi che, !n termini solamente uma– ni, si presentano esasperatamente Insolu– bili. Ogni nostra pretesa di libertà, corno rimbalzo, da qualsiasi pule pro\!enga, pro– voca una schla\•ltù; ogni atto di giustizia trascina seco la violenza. e perciò è unl\ Ingiustizia a danno di alcuni. Non posse– diamo la felicità naturale che viene dal semplice esistere, ma, qualunque strada si prenda, non troviamo nemmeno l'orgoglio amaro di st'!ntlrcl nel giusto. E' chiaro che alcune parole, cultura, civiltà, tolleranza, &uonano insufficienti al nostri bisogni, e la. coscienza dell'umanità lo ha avvertilo pri– ma ancora del dotti. La nostra vita d'oggi può rlce\'erc un senso, soltanto se vi ag-. giungiamo un pensiero: questo dramma confuso, pure rimanendo umano, è orien– tato da [orze che non provengono da noi. Solamente In questo pensiero, o meglio se– condo Il pensiero. glacchè del drammR noi restiamo liberi attori, possiamo restaurare In nol una su!6clenle fiducia nella nostra rat;:lone, quanto cl è necessario per pensare e per vivere; e resuscitare, per quanto esso ha di lc&lttlmo, l'Or&ogllo negli scopi del– l'lntelllgcnia. Il modo peggiore di rendere or.ore alla nostra ragione è quello di rin– chiudersi In un razlonallsmo asfittico. Solo su questo plano religioso può avvenire la soluzione del nostri problemi assillanti, IL MONDO OCCIDENTALENON E' PERSO DF-LTUTTO L'apparire delln civiltà moderna nel se. dlcei,lmo secolo hn turbato questo equilibrio, e la i.cicuza si llberò delle Ipotesi pseudo– teologiche che panllzzavano I suol sfori.I. )18 Invece di tendere a rcnaurarc un nuovo equilibrio, li cristianesimo moderno ha ri– solto la questione del rapporti tra riveli\• zione e cultura con un rigoroso duall!!.mO, li protestante11lmo è stato l'espressione di questa crisi; Cartesio, Kant, Klerkcgnard gli Il grande*. ineontro E' possibile ganarc la rottura fra rive– lazione e cultura. nata nell'-=tà moderna? Non bisogna forse consldcral'e la secola– rluazlone come de8nlth•a e la cultura oc– cidentale come Irreparabilmente persa do– po che questa nostrn cultura si è staccata dal suol fondamenti? Non \•lve soltanto questa cultura pcrchè essa si nutrisce an– cora di rlma:,enzc cristiane, come la Juc~ di una .$teIla spenta è visibile per qualch? temPo o come un aeroplano riesce a rcg. ~=r~e~!!~a~~a fl~~ri~n~~g? 1 ~e~t~\~1reent~u:~~~ sta rottura potrebbe essere deflnltl\·a. Se cosi fosse. non significherebbe niente di negativo pn le po95\bllltà del crlstlnnc– slmo, perchè Il cristianesimo non è Je. t;:ato ad una cultura: Intatti esso ha so– prawlssuto a tramonti di diverse civiltà. :Ma non è forse la cristianizzazione dell,1 nostra cultura - secondo Il pensiero di Dawson - sollanto quftntltatlvamcnte dl[– ferenzlata da altre secolarlz7.azlonl della sufi. storia e perciò superabile, anche r;e e!sa (tale scrlst!Rnlzzadonc) ha rai:i::lunto nella storia limiti finora mal 1oecatl? Cer– tamente esiste n~Jla storia Il fenomeno della vera rinascita. Sempre la fede cri– stiana ha saputo rinnovare la cultura per Intero, la strut1ura sociale in tutte le sue ramificazioni: per esempio. dopo Il tra– monto del mondo !cudalc dell& ch-\ltà ur– bRna dei medioevo, con Il sistema di cor– porazioni nelle costituzioni cittadine, )(Il ordinamenti economie!. l'organizzazione del mondo Intellettuale (le unlvcr11ltà) e dc. mondo ccclt'slasllco (gli Ordini Mendicanti>. Allo stesso modo fece dopo la fine del ml'– dloevo colla Riforma cattollcR e Cl)lla cl– \'lltà del Bo.rocco. Non si può negare pe1· .QuanLo più la cullura secolariuata s'avvicina al suo fine, tanto più il mondo seme un vuoto nel cuore, per tanto tempo rimasto occultato »i: ROBE.R'r O.H.OSCHE r:~ri~f~ro~: g~,~~b~~~tu:~ :udee,1:r:u!a r~~~: ,·azione da parte della (cde. La rottura ~ sanabile. Per queste ragioni il fatto di tale rottu– ra non Jmò essere semplicemente accCltAto f1&~~~~~~~ .. s~r~~~t~~~ 0 1t R":;~n:riierie;; simile ad un JiC\'ltO, che è stato mischiato da una donna con tre misure di farina. SI può cercare di mantenere pure il lievito. ma allora non servirà a nulla, Il cristianesimo è indirlzuto verso il mondo pcrchè Cristo è venuto In questo mondo per redimerlo. Per questo il cristianesimo deve entrare In re– lazione col mondo, confondersi con la sua formA, deve dl,•entare e Cristianità• per dl,·cntarc come tale e fermento e sintesi• nell'ordine di questo mondo. Il senso del crlsttanc~lmo non si avvera nell'astinenza clal mondo. Anche Il monastero. cstcrlor. mente separato dal mondo. diventa una d'-lamata a1 mondo eomc se,tno della eter– nn deJ.tinazlone dell'uomo. L'ordine della redenzione non annulla l'ordine della crea– zione. Il sen~.odel cristianesimo non si c«au– rlsce nella saln•zia della propria anima. co– me se Il mondo f~se roltan10 un mcua> che devp servire alla salvezza della proprln. anlmR. Il cristiano non può mli.I sah·ftre ~e stes~ se non tenta anche di Sftlvare il mondo. L'altro comandamento è simile a\ primo. 11 senso del crlstianesln10 non si avvera nel ~~!t~aNa ~~~~n1~i t~s!~ptJe~~=b~~'t 0 ut~~n~j mondo. Per questa ragione li JJOpoloviene mandato dopo la Cena del Signore In mls. slone 30\enne e purchè noi slamo trovati de. gni. avendo not riconosciuto ID verità., di cr:.sereconsiderati membri valorosi della CO· munltà e fedeli al comandamenti e perciò possiamo raggiungere la fellcltà eterna• tGlustlno martiro). [J cristiano deve allora darsi In sacrificio al mondo seguendo l'e– S"mplo del suo Signore e Maestro. Una cristianità che dimenticasse questo, che vo. lesse soltRnto conser\'arsl. rlnuntlerebbe a S') stc.lsa. Ln responsabilità cristiana per Il mondo è- radicata nel mistero dcl!'Incarn11.. zlone del Figlio di Dio, e Il quale rlnunz\0 a se stesso. prese la forma di ~ervo, divenni! Jlimllc ad un altro uomo, fu fatto a forma di uomo. che si umiliò e ru obbediente flno alla morte In croce•· La lene del crlstla– neslmn è )'Incarnazione. Essa de,·e lnserlnl nella forma cad!.lca di questo mondo come Il Shmore nella fnrmR mortale del servn. Soltanto nel sacrificio ~sa potrà sanare il mondo. li cristinrielìlmo non è qua per ~uadagn:i, rt- Il mondo. F.1so lo gu1v1ai;ncrà sOIIRnto quando lo perderà. Solo quando Il cristia– nesimo cercherà lo e unum nr,ccssarlum •· quando cercherà li Rci.::-nl) di Dio e ta sua glustitl!I, allora sii sarà dato tutto Il resto. Per questo ho detto poco fa che cl è qualcon di stonato, di anacronistico nell'ln– !lstere su un· conflitto tra cultura e fede, tra rivelazione e ragione. Io non vedo que– sto conmtto. Invece nol viviamo al centro del conflltlo di rellglonl, e d'animi religiosi, anche se taluni di essi ne sono lnconsa– pe,•oll e si dlchlarRno diversi. In un mio scritto sugli Stati Uniti d'America (ml acu– so di citare me stesso) cercai di mostrare lo spirito religioso che si scorge In fondo al presunto materlallsmo, dentro Il suo cuì– to per I beni terreni e per la salute tbicR, glacchè In esso, dicevo, VI è una \'Olontà dl appilcare e diffondere la Redentlone, lot– tando contro I mali terreni che derlv3.nO dalla colpa. E' ,1empre Il messaggio cri– stiano che vi urge. foq:e monco, lasciando una parte troppo esclusl\•a alla vittoria sul– la mor1c, alla Resurrezione, alla Pasqua. LA CULTURA I RICERCA DEr,VUNITÀ. NELLA \TERl'l'A e troppo plccolà alla Croce; ma l'origine è ,empre una, sempre di Il sorge Il respiro. Quello che ho detto degli Stati Uniti d'A– merica, si può dire anche d'altri popoli, nel quali la ricerca del benessere materiale aembra predominante. E' facile avvertire che Rnche coloro che oggi SI professano atei sono di tono e di qualità ben dl\•crsn da.gli at~I d1 altri tempi. Essi sono lncal. zali di una necessità di uomini religiosi. Illuminati da riverberi ardenti. sforzati !Id Inserirsi nel dramma religioso dell'umanità d'oggi: Il razionalismo scientifico, dov'eSlio conta. ha oggi anche esso un accento e un flne religiosi; è Intatti Il tentativo di ,1ungere ad una sincerità assoluta, ren. dendo l'uomo consapevole di se stesso e delle sue fone. Su un piano religioso noi cl a~tlamo tutti e la rell(:lone è Il tatto essenziale della nostra vita. Un liberali. smo moderno non pOtrà rifiutare questa "erllà, o sottrarvisi. Esso consiste piuttosto nell'accettare la realtà di un conflitto, che è un conflitto di religioni; nel combattere con coraggio, ciascuno ,tenendo Il suo po. 1to, ma cercando Ja soluzione su quel pia. no C'Omune: non accettando Invece le SO· luzlonl arbitrarie o totalitarie. li mio pensiero più assiduo è l'arte: che anch'essa è una parte eSliem:\ale della ·cui. turs; permettetemi dunque di dedicarvi due minuti, anche a costo di scivolare In m.,rglne al mio argomento. La grande arte è sempre religiosa, e questo oggi si sente In maniera acuta. Molte forme Inferiori d'arte sono inferiori per mancanza di re– ll&"iOllltà. Quello che noi definiamo, per e~emplo, e psicologismo•· ché altro è se r:on uno. rappres('ntu\one dc-J sentlmentl Sotto il OH uomini di cultum dovrebbero senti• re l'impegno di seguire la ,·ocn.tlone di com• prendere e di far comprendere le pnrolc di Cl'lsto che la Chiesa non sl StAOCR di rtpe· u:cr al mondo. pcrchè Il mondo crcd&. 11t• t..rt1.ver1'.0 alln sua pnrola. 11.lladivina Unlti1 dellR Trtnltà. e credendo compia la sutt stessa unità sah 1 atrlcc. A chi si acclns-e a studiare le relll.U9nl ;~JR s~UJ~~'."" ngnlapl~h~tugJ~ ulr l!~~tocl~! la Chiesa ha sempre avuto un rlspctto al• tlsstmo per le ma.nl !cstazionl culturali. an• che se. splntR dalll\ ncccs.slt..'\ del tempi, essa ha do\'uto tah·olta dnrc prcpondcran• za. nella i;;ua azione m!sslonartR. a fatto!'[ che .sem.brtl\lano lntcru.satl soltanto In maniera secondaria allR cultura. Allo studioso non può sfuggire il fatt-0 1:hc la Chiesa hrt sempre tenuto un atteggiamento di slmpat!R e di compreMtonc ,,erso lf\ cui• turR. perfino ,·erso quelle manl!csl.ftzlonl dl e.s:;ache alla fine dovette conbt\Uere e con– dap.nare. La sua cond,mna. quando è sce– sa. è stata chiaramente motivata. Troppi uomini di culturR hanno dlmostrR· to una carenza di nozioni religioso note,·ole. e per alcuni di CS..<:$1 si potrebbe dire perfino ero!CA. VI &0no stati alcuni che hRnno rl• pensati I dogmi a mOdo loro <di solito in modo rtdlcolo> e Poi hanno prestntato 11.! mondo I parti dellR loro Immaginazione co– me lnscgnAmcntl della Chic.sa, addlt&ndo– ll al dtsprcuo del mondo. Uno stupendo campa da esplorare l' or. ferto all'lntelllgcnt..'\ del mondo: l'Insegna.. iblioteca Gino Bianco segno dell11 paee mento dell"' Rh•c!nzlone come è 11Ll\topre– stntato dalla Chiesa nel secoli. L'ltltelllSCllUl e l'anlmo degli uomini dl cultura \'erllmcmc aperti Alle ,·erttà non lii.· scernnno passare. senza o!fr1re un orecchio Attento. le pe.role di un mRg!stero l!tr11.otc11- nRrlo e ordlnarto del!R Chiesa. Lo stortco che leggerà le cnclcllche, le Allocuzioni. I mwaggl. gll attl del Pontificato che bene• dice e eonv,\a Il mondo moclel'tlo - che lo sta salvando dl\lla dlspcratlone In cui dl\'Cr• se fllo.sofìce troppi modi di ,·tta tentano /,1.!Jf;RTO CASTELLI con tent.da e pertinacia <li settarlo - tro. ,età un campo di gtudto lin111cne0.S'lncvn– trerà con lndlcazloul. tucce suggerimenti. ed anche arri\1. conclusion.l. deftnlzlonl che chiariscono le 05Curltil e I dubbi del passato r. del presente :::ia.reobc w1 fatale errore credere che pos. 15n esserci un sostituto quRlsla.si alla Rivela• ztone. Agli Intelletti più mondanamente colti che ton.e ntengono che cggl un l,,.'\leM>3tltUto potrebbe es.sere l'uno o J altro umanesimo - purchè esso si preoccupi di manttnenl, ll- 1udcndosl di poterlo fare, In un limite stret• tamcntc umano. anche se da esso esula ogni ~lbllltA di rlconos,en!I creatura. \"&lea di– re dipendente dal CrcRtorc - 1nm bene r1· J!ensa:-e n questa s\gulflcatlvn pagina dello ultimo Chestcrton: e L'umanesimo può brn tentare di raccogliere l vari pez.zi spnrsl: m::\ potrebbe forse fnrll stare tnslcme? ... Chi poLn\ Impedire che un uml\nlst.."' \'OQ:llA ln ca5tltà aenza J'umll!A. e un A.ltro rwn.lltA senza. la ustll.à. e un nltro la ,•erttà o la bellezza senza nessw,a delle prime due? Il problema di un'etica e di una cultura che alrtno perenni consiste nel tro\·are una dlspo. ,1!1.1onetale de! vArl pczt.!, per cui Questi pOt-Sanostare uniti fra loro nella Ate155a re- 1azlone delle pietre di un are<>. FJ'I lo coni)• ECO una ~ola latltuz:one Ohe ha dato prO\'a t1e1la son gol!dltA att:-a,·ertando continenti e secoli c:on I 111101 Rrchl RiS"MtN<'hL e IV'lr– tando dRPl)ertutto le e.c~u, dei B'\tte,imo nell'lnca\'O di 11nacqnl'rtOtto roinano•. ('lhe T'olns, Ed. 1039, p. 28l. ALUEr.TO CASTELLI Solt(l.nto quando la Chiesa rifiuterà I doni di quc~to mondo essi le laranno tinti senza esser rl~hlestl. La cultura cristiana na~e là dove non è destinai~ (San Benedetto, San Francesco d'Assisi. San Pio X). La prima condli!one per un ristabilimento dell'unità \nterna della rlvelat.ione e de\16 cultura è allora Il rinno– vamento interno della Chiesa. La chiamata prr l'Azione Ca.ttollca fu preceduta dalla chiamata pC'r Il rinnovamento Interno. SOi– tanto quando I cristiani non domineranno mn serviranno, quando non \'Orranno olle• ~!~~o n:?"~~on':o~ $~1tt!1i~•ra'S:i Jr~~~fn!i Vangelo predlcftto dal crfstlan\ e ~oltanto Allora Il mondo sentirà l'ertctto liberatore del Vanc::clo.come vero annunzio gaudioso, come grande torma di ndcmplmento e di rinnovamento. Ln Cede \'l\fa non conosce la paura. Dcv~ fare testimonianza: e Guai a me se non ttn– nunclassl Il Vangelo!•· Il crhtlano deve !'if!:~rl~rflf~o ~~n~fa~~~~- all'Incontro del 11 cristiane-simo allora non ha il compi. to diretto di rreare uni\ cultura. E~o In ere& da sé do,·c dl\'CntR fermento e tln. tesi: dove s'Incarna nel mondo. La Chiesa s::uadagna la terra dove cerca Il Cielo. T..a Chlei.a può incora,:~lare In culturn od osta– colarla. La può OJ.1Rcolare ouRndo dlmcn– tlca IR suR rc,]')Onsah!lltà di fronte nl mnn. dn e si ritira dal mondo: nllora eM.. '\ hc ~hrrchbe la Jcg~o dell'lncarnndone; la puù ostacolare qunndo si ritira dal tempo, quan– do \'IV(' nPI pa•,alo. In tal Cl\<;O le ml'\n cherehbe Il coragi:io· per l'lnoo_ntro ed e"!a dlmrntl<'h('rcbhc eh(' ~I po!!i'«>n? i:anAr(' tut– te le fo1•mc di cultura fEv1111nrtil 1>roc• co11cal. La Chiesa può lncoras::glare la cul– tura quando la assume al suol srrvlzl, per– chè CSM deve prendere forma terrestre a cau~ dell'Incarnazione. Non è lo scopo del cristianesimo Il sai• \'are la cultura oceldent&lc. Se qucst11 f. \'eramentc sorp:1ssata, I tcntath•I per sai· \'aria non valgono nulla. La cultura occi– dentale hei !orretto Il crlstlttncslmo e lr. ~~an~ g~~:r"~~ J~{/Oc:td~~~e 0 :t~o ~~ll~Sl~~: rn dietro alh, qual! la ,·itR si può S\'lluo– pare; ma pos~ono CS$Crennche delle q.ilnte, del e paraventi.., (Pio XI> dietro Al qual\ vl\•ono sedicenti crlstlnnl, ammlrRnt\ cd ;~oag:~rt~c·r~nn~~~~: ie~~~n: 1 ~~~.;f\ ~~~~[!~; tcmcr11.rlamrnt" I oll!Ullrl che rciur:ono l'edl. flcio: mn pret('ndcre osllnatamente di mHn• tenerlo quando 011) lo vuolP ahbattcre "-· rcbbe eresia, Il tentativo di una tale ,al. \eZU\ porterPbhe soltnnto R un~ re~taura. zlone ~Pnz'nnlma. che sar('bbe Ull:Ualmente perkolo!a rom,- una 1td8tlRzlone e11tcr!ore RInUO\'O,adP1tazlnne eh,. pertanto non ver– rchhe dalla fede "fllrttuale. Se non Ci !!bllgl1amo. li mondo occiden– tale è lmmersv In una grav~ crisi mo. non è ancora verso del tutto. Al contrarlo. ,em, bra che sia pronto per un nUO\'OIncontro con 11 cristianesimo. Quanto più la cultura secolarizzala s'nv,·lclna al suo fJnc. tanto più IJ mondo 11entc con SPll\'Cnto questo , uoto del cuore, che per tanto tempo lt rimasto occultnto (Schelcr1, I mltl della cultura moderna spariscono come la neb, :~ièn~! t=d~re~:1 r:o~·:,;jb~lttà ~~~la 11 :'ut~~ distruzione, la mac('hln11,ha fatto dell'uomo uno schla\'O, e Dio è morto i.: non è più un giubilo trlonfonte ma una coni;;tatazloM tcrrlllcante. La letteratura è con1p un urlo che viene dalla profondltA.. Se la Ch\l'sa con I !!Ul)I!iaccrdotl e I suol laici Rndrà ogi::i Incontro nl mondo, umtlmPnte (!d audacemt'nle tesl\monlando. cercando di ,,1. \'ere la forma del Vangelo. o.l!orR qU"SII\ a\'an2ua:-d1n della <'r!sllnnltà riconquisterà JI mondo (la cultura) <'hl' r, 11tatooer~(I. JtOBEr.l' GROSC'HE t /og1~bi?imuon;~~ui,tl:~~~ft"oc ;;!~fs~~~aÌI sl- ~nlfieato di que~~ frattura, In ciò che ha di valido e In ciò che In essa si può con– testare. Potremmo In seguito cercare qual à il punlo di articolazione tra I due uomini e questo cl permetterà di giunAere n qualche conclusione rbpetto alla situazione auuale della civiltà. I - Storia sacra o storia profc,na. Se osserv;amo la storia dol\'uma\11tà dallo d~ff~ 1 ~u'il~~! 1 ,e 1!c~~n~~•~:~ 0 ~h/ cfacol~f:~~ e che, va sottolineata è la differenza delle prospettive. Ciò che In rlvelnzlone cl manl– fosta, sono Je grandi opere di Dio: la Bib– bia è certamente l'esvreaalona del ,:enlo ca.– ratterlstlco del 1>0polod'Israele e un docu– mento sulle suo Istituzioni. Per questo essa 1a parte dei grandi libri dell'umanità, tl~~\:r~~nram~):i.c:u:nt:t~n~~ ~~~e f 8 ~i rivelarci la storia sacra, vale a dire quella delle grandi tappe del destino rellgloso del• l'umanità e del cosmo. Orbene. la storia di queste grandi opere di Dio ,·n oltre la sto– ria delle civiltà per la sua origine e per Il suo termine: comincia con la creazione del– l'uomo e del mondo e termina con la Pa– rusia finale,. Suol momenti essenziali sono l'elezione di Abramo, l'Alleanu con Mosé, l'Invio del profeti, l'lncarnazlone del Verbo, la Resurrezione del Cristo, la Mlulone dello SJJ\rlto Santo. Se conslder!&mo In storlft dal punto dl \•lsta Mila cultura, abbiamo una proapettl– va ben diversa. Non è più le. storia di Dio, ma quella del. l'uomo e delle lente conquiste con le quali ei::11tenta con utensili var1, con la lingua e con la scienza, di dominare Il mondo della materia e di prendere co!iclenn del suo es- ~~Jc l~;:r!~~~cs1;i'\'c 1 ~h~c c~ 8:1~~ra° l~~~l:~~~ tologla: e1,ocn della pietra ta~llata, del !er– ro, del bronio ... Gli avvenimenti saranno la Invenzione della scrittura, dell'aratro, della energia atomica. E:· ncce~arlo prlm!i. di tutto distinguere con c!atleu:a queste due prospettive. La sto– ria della cultura non è la storia della Hl• ve,.1.a eterna .. La prima è In storia delle ~rDYo.df~u:t~~~ 1 :1~1\~a c~h~!-! :e!;;stft~1i! dagli sforzi con I quali l'uomo creò le con– dizioni mav:rlall e t;plrlluall del suo sviluppo materiale. Ma essa non dà la sa.l\>ezza spi– rituale, come pensano coloro che Oll:gli:tlorno Mpettano-ln salvezza del progrcuo della tee. n!cn. cosi come l'aspettavano un tempo dalla ~.~~~~ 1 è 8 u~r~zl~~ 0 e~~cin!~1~~:i9;eJ/· o¾~. ~ ~ non dipende da nessuna tecnica e da nes– suna. cultura. Ln civiltà resta perciò una realtà di or– dine nRturale. Marlta!n scrive In e Rellg:l011 et culture•: e essa è lo sviluppo della vita. liro11rlamente umana che comprende lo gv\. c~~~v~ 1 a:e~i~f1c~ \~sf:~~~~A~i~a 1 !e s:: f.~fto~ 1 :~:~a ~:~~!n: 1 ~~~~e 0 d~e~f31~~ ~!: tcr1ale •· Reciprocamente IO ,copo della rlve\azlon• non è quello di suscitare la cultura. Non cl si può contentare di vedere In ena un fat– tore di cl\'lltè.: l!O.robbel'errore di quelli eh• de;: :radll.no oru;I \,. ~de escatolo,tlca del cri– stianesimo riducendola a una mera civlltà cristiana. Da ciò dcrl\•a che queste due visioni sto– riche seguono clnscuna Il proprio cono &en• zn comunicazione trn loro. A !Rie conclusione arriva al nostri giorni un f:ran numero di per!!One. Per alcuni lm- Fe~~JC~~l~z~:io~~o~:11:e~l~1m5:1~e~a,cr~~~lt: ~~~ ~~rra ~6Ì~t~~br1~ 1 d~;~~ 0 d1 Et':! 1 toe!!~n~ pro~reno della clvlllà ticmbra loro 1cnza valore alcuno, per Il fatto che non produce la 5alveua eterna. Surebbero anzi portati J EAL~ OAi'\'lELOU :'Continuo ci w:r. TJ

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