Fiera Letteraria - Anno VII - n. 52 - 28 dicembre 1952

rag. 4__ sto 300 Ure per pranzo e 300 per cena. 11 t_engo nel cappello. Per un uomo declro all'orgia non c·cra male: io non a,·e,·o nemmeno 1)1b,ato a CJ!– frirgll un prestito. Per accet.tarlo avrebbe ,'Oluto fennarsl d.l colpo ovunque fossimo. sotto li semaforo di Via Galluppi; av1ebbe estratto una gran pagina e calcolato il pe. so di quel debito nel! attimo e negli anni futurl. traverso le ramificazioni della finan– za intPrnazionaJe. e 11 rUlesrn che a\lTebbe latta su11~ sua R\t\'enire salute hs1ca, sulla probablUta di venir raggiunto dal fisco. sfrattato dai sommovtment.i dei neo-fa– scisti. Non a,·evamo tempo. Serpeggiavamo sul– la ch1occlola d.1 uno stabile malcodorontt db.lle' persiane serrate. · ' - La slJll!de si \'ede nelle pieghe del 001- 10. E' con una ben grinzo~a che andrò - sghignazzava con Ja più cintca delle sue 1•ocl. Ma ci accolsero sette o otto femmine r;a. por di burro. dal profili tesi, scoccanti di sinuoslt-à. La salute del postribolo lo man– dò in bestto, ma n~>n lo 4.dil bes:.emmiare: tnconscl:,.mente si era adeguato. smorzato. lanciava solo moccoli volgari tra 11 decoro delle donne. destate dJ tresco. Non l\\"eva roldi. inteso? oltre quelli in– seriti nel cappello. che a,·c\f1. U estinat i a PT!!Il2JO e cenn e non ne avrebbe fat.to ia– criflcio a nes.,un peccl\lo di quest 0 mo ndo. Come sperava di raggiungere il suo scopU? Senza danaro e ~enza giallo ne-gli occhi. som.lgllava a un bimbo che abbia decu.o di orinare sul tappeto: aveva paura e rabbia insieme. paura del molto che gli remb1ava aver fntto, rabbia di poter far poco o il con– trario del molto che ,·oteva. . Cristo Cristo Cristo!: era fl mRòSUDO. non e era altro. A tratti l'lmprecaz.ione era 60l0 un.. invoeaZ!one d'uomo senM d1maro che prega un po· d'interno Bai ciechi e dalle prostitut.e. Appena un barlume allorche 1& pad:ona oi vomitò addotso - lei si - una. ~~n d~a~~s/:.mmte al momento di pagare. Luca tornò dicJottennc. clown musicale con E-crittura a pasti: le féce un tal ,·erto con la boera da rimbombare nel corrtdoiettl azzurri t,n. 1 toprammobiU dJ pcrcellnn&. - L'ho sistemata? - esultava &eendendo le scale. Mi taceva però del.a ragazza eh! 1n camera a\'e\'a picchiata a sangue freddo e che, Cristo! <solo cosl. d~se nsbucnndo au·aria fresca, e mi basto per .Cìapere ogni c~a) Cristo!. J'avc,·o preiato di piccluare plu forte. Le dodicL Ci concedemmo UllR. paU&Rnel ristorante ·do,·e mangiava tutU i giorni. Pagò tranquillo, questa , oJta, e guar– do mc senza invidia mentre pagavo 11 pran– zo traendo dal portA!ogll un fascio di bi– glietti da mille. TranquHlo: si era .regolato ~ con esattezza. - Cameriere, quanto t"errebbe U for– maggio? - 60. signore. - 67 col Eervlzlo... - calcolu·a - rtt.ta - no 40 lire per lA frutta. 45 col servizio , e i n ultimo IO lire per sopperire all'eventuale aumento dei prezzi. - Aumento? - l§bigottivo - Da un minu– t<, all'altro? - Certo - dlce,•a imperterrito - Queste vnriazlonJ giungono sempre improvvise; me– gl!o largheggiare. nel pronostico. E ad ogni boccone cancellava mentalmen– te una lira. l'ultima polpa di mela avrebbe coinciso con l'ultima filigrana sporca d.1 co– ~~~t}~uc~~e tene\'a nasco:.ta nel cappello. Tanto Je!tce che a me ,•enne male. ml E.i chiuse la g~a su un cucchiaio della ma– cedonia che u·e,·o ordinata. da cui egli si era dignitosamente astenuto. - Tu non sai - mormorava - Ja gioia di mangiare quello che ti sei asser;na:o dopo un calcolo di coscienza: ogni boccone d.1-ren\a Il quadrnUno d'aringa che il c.t• plt.ano d.istribuisce: al naufraghi &ulla zat– tera, 11 decilitro d'acqua misurata con la ,cinta dei calront: lo steS!o sapc1e di eer– tezz.". Il tu~ cibo det"e puzzare d.1 precario. ~ if;P~n ~~J'~~Ji' 0 ~11.e che 11 vento te lo porti Era felice. Fui lo stupido. dunque, a chiedergli: ·- Le fai convinto queste stup,daa1r111 Non vedi che t'amaregai resi!tenza? - Può dar,si - Ammise seraùcamen1:,! . passandosi. il tovagliolo sul 00110 - puo da1·· si Infatti che sia uno •tupldo modo di rl· solvere la ,ita.. Proprio stupido. Ma teneva il foglietto rotto il po111ce , non lo avrebbe mollato a cosfo di &pacca.re• cen– to teste col flaschett<> d.l Chian ti E c apti • che là era - stupido o meno ch'JO lo giudi• CA5$1 - Il suo modo d.l equilibrare sulla ttr– ra i due occhi ceruli e la grossa 'J)e:roona: 'U suo «rirolvere». o quello almeno che vo– leva chiamare in tal nome. St, ero stupido a dirgH :- Perchè non la pianti? Pe:-chè non bruci tuttl i fo11ll? Non era diffidenza, la sua. ma proprio un non capire, quasi gli a.vessi CO?lfilguato cì1 non mandare più a.ria nei polmolli Ll per 11. de,·o d.lre. l'ira ml dominò nel \"ederlo tanto coriaceo; in più stava mfi- 1~~~1 ~;:ri1.;01~.~·~n. gm1a.:i.~a1f per me. S'asciugava rontanao e pareva un plll{lle nel minuto di tregua, ugualmente ri• lasciato. . Ml maturò la cattiveria. Quando tirò fuo– ri rto l'aspettavo> 11 programma pomeri.1!a- . · no, com1nc1a1 a gchernire ancora prima d.1 • a"'er letto. - O~ 15 sc atenare rissa in una birreri&, . rompere tut.to e via .. Puah ! Non hai trcva: . t<, d.l m eglio. maiale d'un Luca? i,;· per te Il massimo della mall·agità questo di rom– pere e non pagare, bere e non ;:,agare, far chiasso e porcherie senza pagare? ... - Ma ved.l... - si difese Luca... Io giìi strap·pa\'o il foglio. ne prendevo un altro: - Ore f6 bucare gommebiclclettè 1asr1a, te ai cantoni... Roba da dilettanti. puah !... Ma leggc,o con emozione la nota che vt era apposta: - ... lasciate al cantoni, cosl chis&à. la. mala sorpresa del fattorino con fretta ù1 . rare il giro. del ragazzo Eenz.a roldi per cambiare il copertone.... E poi:• - Ore 18,l~ Chle•a del Gesù infi. lare ragni e cerini acceai hella ca~etta ele– mosina ma attento al &agrestano e parroco sennò inter\liene timideu.a tìnisce. che mi confesso. Si conosceva. l'uomo. - 19.40... - ma l'ir;itazione llll& era al culmine e picchia! rul tavolo Imitando il •uo gesto d.l poco prima. · · -'- Oleo. non sarai mica rimbambito clel tutto? Prendo io le redini per Il pomeriggio. Sta· certo che ·su fogli non ti guadaguano .rinferno.. . La parola cdn!erno• prodU55e una- re1'tio– ne - inattesa: di colpo ce&56 di strofinarsi col tovagliolo, e 11 labbro gli fiCl\Olò lungo u. mento; nello sguardo una pena grande, e trema\'&: mst lo a,·e,·o ,·tsto tanto turbato. Allora incalzai sopratutto per non ve– derlo a quel modo. che ml doleva. per d1- stI)lrlo a ogni costo. far 6l che ja pioggia mossa a turblae nelle strad.e non parcue. come parC\·a. un suo pianto spruzzato 1u1 vetri del rlstorRnte - C<lnritl e cammina - gU ordinai. e per una volta. per tutta la seta -anz.i. fu lui lo alano obbediente dietro i miei pas&i. A cosa non lo cogtrlnsl? La mia logci lo sol fu la ,·endetln ,che I filistei si pigliano col Sansone incatenato: in fretta. a scat:1, sempre nella tema d'un ris,·eglio. Cammina,·amo nella strada ntta d1 riga– gnoli, le gocce ci rimbalzavano in viso ma non gli ,•idi mai chiudere le palpebre: av~– t"a pazJenza anche con gl1 schtzzi della piogg:a. oltre che con me, demiurgo della cattiYerla. Avrete capito. a quest'ora, che io non s\folge,·o un piano ma :ni affidavo al suggerimenti della rorte. Lo spinsi pPr prima cosa in una cabinR ttle!onicA.; cercai nell'elenco. un nome mansueto. Della, Pasot.t1. ecco... famiglia. Cherubini. e feci il numero. - Pronto.I rasa Cherubini? - (era unn. donna che rispondeva, dono di Satana) - Qui l'ospedale dell'Annunziata. Vi puso !I primario. attendete. Quando gli misi In mano il cornetto. •••· ,·a gli occhi dilatati dallo liJ)asimo. ma non finse di non capire. nè rlcl.16Ò l'ostacolo Fbbt tempo di ammlrare la .sua rettitu– l!ine prima di sentirmi accasciato dalla ,,u. tà commessa. Premuto contro la parete. lo udh·o far– fugliare a fatte&. ma coo ,·oce verosim1l· mente drammatica: - ... S1, queito .è U nome trova t.o nelle carte .. SI può trat.tare d'un ,·ostro paren– te, allora? ... Sl, doppie fratture del temore e commozione viscerale ... Faremo il possi– bile, si .signora... Sta,·o per dirgli •bastu ma ml tratten– tli per ri&pctto del .suo stort.0. eh~ al.meno !iene resteS!e intera la &Oddi.sfu1one. n trh a infatti sulla rincorsa: - Le cons1;11erei d1 affrettarsL tra,lJI13. ps~l~O\•f' ti~:~ etc t~~~~fe~iOnali? dai due anni, foru, che era st.a1,0 uuer– miere in Baslllcat.a? o più da un mvL5ibiie foglio su cui gia appariva, perfetto 1u ogni direzione. 11 diagramma di que, gioco c~ 1.1- dele? Fui i'l, si, a scoraveutare il microfono sul gancetto: - Basta cosi - mormorando e por tand omelo fuori in !retta. strettl tN• mf \D.ti J'uno Rl braccio dell'altro. La sp eranza di resistere era nel non trap– parre roste. Oli ordinai dopo du ecento me– tri fatti correndo di imbucarsi ent.ro ~ua. macC'hina grigia, all'angolo. Fu magnlhoo, si getto simile •I fillbu,t:e– re che arremba; ma dentro. avviato che ebbe il motore, un «pero» gli scappa sus• surrato. «Fidati. Luca: il !urto e ancora una c&r• ta ouona: abusata ma buona• Spremette un rorri!o. d155e: - Lo 5'l, hai fatto bene. In fondo al vialone, ora. si spulciava un bracco chiuzato. Dio buono. su&gerit 1ft. «cosa» vicino vi– cino all'orecchio, per paura cht la t"De! suonasse troppa cattivi\ ed egU gi nbellas– se. Dio buono, infatti. era sempre più pesa. la mola del mio Sansone ... Serrava masoelle. cen·ello, ti vomito che urge\'a, tutto tranne su occhi ben femtl alla .strada; serrava le mani. anche. e io !a :1~ hut!~ì=~~e.per - in due - meallo tor- Ma non l'u•evo 8'1& vista quella mano. eos1 ampiamente immota, e 11 cervello &t• · tomo all'anulare di bronzo? Fu un !.,tanto, Il pen&iero: !06to limpl• dtMlmo l§i alzo n guaito del botolo, scara– ventato a dieci metri dalla ruota. Anch 1 io guaii. non LucL Luca &1,.era te· EO sui fianchi come un arco e a mo· dl frec– ce Ili sooecavano parole. dallo 1tomaeo più che dalle labbro, metalliche. orinata d.i ouc– chl e di batteri: - Centrato il canino! TTe anni d1 Tan– ganika a gu1dRr furgoni. mi dici come a– vrebbe potuto scapparmi quel Cristo d'un canino? Era sera. La macchina erliia era p&So&ta dapfiertutto, non reatava una camera cJI :ot 1 ~~ocl:~~n~u1 non a,·esse ieehegla- 51 affiochiva invece la spinta dentro rtl noL ciecamente tra&elnaU dalle ruote del• la limousine: insistere - io nel suaui– mtnto. Luca neJl'e1ecuzione - COotava una pef\•enit.à &emprc maggiore. Da ultimo era\'amo montati a un attico di Via Napoleone. e due signorine ci servi• vano caffè e .Curacao sotto lo !i\lardo def ~•niton e di uno zio Industriale. Un'aria. Ql salotto; poltrone ingenerose, luci di pergamena che a noi servivano per c"lare il volto cadaverile e sembrare solo pa~diiue zollette. avvocato? - Matilde. h\ ~1~~~~~· 1f~~u~:a sgU~ 0 n !~i ~1:v~t1: · res~va ferma rolo p,el contrappeso del de– retano; cosl pensava Luca e lnsfgui"a i nu di una nuova teoria barlccntric11, profuma- . ta dl cooce. St.nonche 11 mio uruardo &eguiva il auo da un ninnolo all'altro, lo attendeva allo spigolo dell'orologio a cucù, lo strappa7a flnalmtntt alle fantasie con una stretta d1 rimprov~ro. AUora: - Otto. prego - ch1edeva \'e• dendo la zuccheriera qu~i' vuota e l'im– paccio crescere nei movimenti di Matilde. A questo eravamo. a un ripiano di mali- ~i:a ~1~ 5 ~elc~~e~:i~~ra~~::o !~~~i protaJ:!On1"tl. - Otto? - ansava la ragazza. e una re– mota umiltà nei suol occhi scong1urava Lu· ·ca a desistere. ma. Luca con recedeva. ,·o– levA otto r.ollctte e. Cristo. le ebbe. e il ,·a.– getto ru vuoto. e la mamma si dovette al– zare. bilanciare a sua \"olta geni e fianchi in un rlc•mo di gestl di rlrolinl. per met– tere R scherzo 11 crimine jello zucchero ml'lnc,mte. e ,.pl11care il rimbrotto negli oc– chi del malvogio. Eravamo R quteto. Dopa ogni puntata Luci\. più stanco. passava un dito nel col– letto ingollando 11 cattè amarissimo .(le nt– to ,cllettt le R,·evR Allineate 1:iulptattmo. st~rill. tolte R1 consumo per un gratuito di- spet.!;0~io.refrattario a percepire 11 disa~o. era sempre primo R riviolare i &ilenzL fl.n• eh.è la nostra sfert.a giunEe anche alla SUK pe:lle di buttero FC3fflOt' .. \,,tto. Incauto. pRrlava di libri: - Un bell'nutore. quel Maugham ... Ada lA RlO\'ttne. Rnnul ,orte come un bo– çe chf! cacci i tafani. ,:cuotenc'o i ricCL il pir.:1.9. 11 ,•uoto clelle meninjli. Anche • ~et piaceva «11Mau5rham». e EOiocosi le p1ace- ~~1ti:ntC:i~oi~a1~~~g~~11:;òr~~7uc~~~~a~r. ~ Luca Eaettò a piccoli lembi: richiese J1 nQ,me prima. candidissimo: e ripetuto che fu 11 nome. due YOlte proclatnatH rignor&':"l· u. arrotondò fn lingua e paln:o un C?'.-1 perfetto «Mohnu da smuot"ere e chl m ahn• conte. nelle co~clenu del cen&i :olet.to. - Mrhnt ... Mohm... - centiccr ue,·a. esul– tBVR.. - Moh.m. ca,·Aliere, non MeughAID .. Seppure vAlflB la pens di pronunciare be– ne un Autore cosi ,·olgare! · L'induitrlale non si "rrese subito: - Prego, prego... Il «Ritratto di un·at- trif•·Ad~: - SL Il «Ritratto d.i u.~·attrice» ... - E' un eeSMJ. Il ptso del ~1len1,locresceva. In fondo 1'1.lla. poltrona, 1l babbo n6::1 si era mosro ::nat. chl&!à se per QUalcne ran– core non s<>ctessedelle 1t.1rn1:ne fl-:chisntl sui suoi cari. Ma torcendosi a destra. Luca. per stlr&re le pieghe ai pantalonl Yide en• cht 1ut CO!'l usorto. - scommetto che hs 1 piedi !porchl. lei di a Imeno cinque giorni. .. VibTA\'Anf"lla ~u• ,·ace un·an.s1a di tra– guardo. quRnto a,·rcbbe resistito ancora? La mamma. Ada. Matilde lancia?ano petUl e posteriori in un equilibrio vortico10, teu– tavano il tutti) per tutto. fl.nanco la botti– glia di triple-&ec du.tìnata aIJe feste. di cui s·'lrmarono per tamponare la bufera. Ma cl• tro ci ,·01eva... l..\ F I f '-' · AR!\'OLDO CIARROCCID - e Pauaulo • - ...cinque giorni. giuro. Vediamo fn, tutti noi quanti sono in grado d1 togliersi scnrpe e calze. - Un po' di (riplc-Ecc, forse? Oe voci non !i incontravano pJù, cra!lo ,u piani W– ve:-si. su lingue straniere una oll'Alll:'l. Di– magriva. LUcf\. O io mi facevo 1mpre3.iao– nare dal pancJotto dondolante sul suo ,:en– tre? Seppi Pol che aveva spa~cnto il laccio dJ dietro nella foga di respirare. Maa,:ava un rettilineo soltanto e lo facemm:> in pie- 1~· ~~r~~~~~• 1i6''t~fp~~!~ ~ti~ ~ ~~:5~o~t~~ piedestallol. - DatelCI allo zio meneghino. il «triplo– secco» ! O al portiere che non \ed.e t:ia.nce da quattordici inverni. .. o a queLo stracci.O d1 marito che fone. Ada, ti rapiterà una \'"0lt.a,che mai ti capiterà.. una \"Olta. rhe mai t1 capiterà. Matilde, ormai dopa i tren– ta annL. o al figlio che non presenta',e mai perche P deJìclente... alla serva. c1,·1tliere. oanJ, notte barricata nella sua Man:a !... Zucchero neJJ'aria: una per fra...e le ml– lette e.rana volate contro il srupp,etto spau– rito. le due ultlme oacillarooo nella mant1 cti Luca. colpirono iorte i 3 per 3 metri della • Marina di Amaln •· - Basta? - mi supplico. Io rotflai: - Basta. Questo e ~i l'mferno. Dovetti rincorrerlo per le scale. trasalito come &\·eva nuovamente, e avvlat, le gam– be. nell'udire la biblica parola. Ma pur rincorrendolo 11 suo ,·anta,rio eres:ev a. era aià dJ venti metri 31 q11nrt.o pia.no. di una balaustra in Condo all'an– drone . Non ebbi il tempo di chl.uder• lo sportel– lo che la limousine g{à parth·a. Tal.<>emmo a lungo. Luca guidava. verso Ja c1nnpngna e lentamente ili ri!:!IÙiva nell'orbita lo ,ruardo che gli conoseevo: manco,·& un nul– la e non eapit"O coga foSie. me lo doruanda– ,-o accomodanljomt ,uHo -schienale. mentre · che ftlberi. a poco a poco, wstltuivano !nt-e– gne e palaul . - Non c·e luna, peccato - d!sse d'un tratto · - Luca. preferisci la luna o le stelle? - La lunft che domande ! Non l'hai pre– eente, coi\ rotond3 e plactda cli.ee. c111,·nt\•3 ... e come le stelle eono E<> f\atichei n,·ece? .... Gettu•a le s corte, ,; i riface,•a. curva i..er curva di quella stra.òa lungo i campi. Ne restava u n'ultiJnil. di &00riA. t tui io s Uberamelo appena m'ebbe con!e5,5ata la l§U& spma: -Questa macchina. certo-. - Questa macchina? - esultai - Que- &ta macchina i- mla. amico Luca. verifica li lihretto ll a 1inifitra. La macchina fece W1 balro da giaguaro. E ancora più forte del niotera rombava ruomo. in preda alla felicità: - E"... è. è meg1io che se ci fosse la lu– na. Ora beviamo . Scn,..a rallentare tirò da sotto li sedile una meua bottigl!R di grappa gialla. - Do\le l'hai presA, questa? - 91 Nazionale, quando t'bo detto di vo- ler telefonRre. A\"evo le 300 hre dell&, cena, per tuttA intera una bottiglia non ba.stR,·a.– no: ma ho trovato un bari.sta gentile. t poi per loro è lo &lesso, la df\O.noanche a bic- chierin.1. M.e ne ha venduta una metà. Dicendo questo arros!l\'a di tìm1tlcu.a ma A.Dche di pia.ce.e, Cftpt,·o: eia contento d.t fanm f"!!pere cne per una \'Ullfl 8VhJ. oa1.u un calcio fti preventivi. che erR llil uomo condi&cendent.e. Assennato. Bevemmo senzA ce~sare di correre, ma non avevo JJaura. An– rJ ero tranquilll~irno che nessun guasto ri avrebbe potuto rrrest.are: se la llc.n-.,n.1nian• ca,•a. Luca !Arebbe scet.o ft guartlare 11 CO• fano. ci evrebbe sputlltO dentro e s1 sareb• be ripartiti più 1·e1ocl. Ma non a,,··renne. A mezza notte la pun– to fermò la m&cchina, but.tò ~al finestnno la bottiglia e sorrise: -Sai a chi nbbiamo bevuto? - Crerlo di immftginarlo - rl1JJ06i. - E non sbaglt. perchè e propno alla mia salute che abbiam o bevut o. Compto ~ anni. Io gli gt..rinat la ma.no: - 5c, anni, per• bacco... - SO '"lni, Crist...! - ma si frenò. si mar- •• il labbro: - Cribbio' - modi!ieò. Poi penro l\ncora e disse: Ge.c,uBambino! La ,-oce era tenerissim.L GennerJlcotu (alla n.ne di Aprile). Coro ... Son proprio Luea che ti &er1'·o.Scwe. se te lo dico 0051subito, ma è tante. che non saprai niente di me. e la lettera. quest& mia letteia. &tlrt\ lunga as.saiss.imo. s~ ri– cordo bene. non t:el tipo di andare a guar– dare l ultima pagina a un hbrc. dunqce è prorrio meglio te lo abbia detto Ga da. prin– cipio. che ti scrive il tuo nmtw Luca. Sai dove' M>no? A Gennargentu, quel.a ctl ~1- cllla. Credimi se t.l dico che è un bel posto: ti dico che e bello come la stra~a che fa– cemmo l'ultima notte nell'automobiie. an– zi p1ù bello in un certo t:eru.o. ~ 1neno pero in un altro: insomma è un genere di e.C'ser belli come può piacere a uommJ non com– picati. amnnt.1 dello. Eolitudine. e ,·tcini - !empre più olla mauima delle rassegnn– ziont: quella di morire. Tu mi dirat: Luca. non hai mai o.malo la solitudine. tu. Me 10 ti darò ragione solo per quel eh~ riguarda il passa.LO.pcrche molte cose sono cambiate da quella sera nell'automobile. e lucis che te ne parli con un po' di tran– quillità. Bliogna che risalga a parecchio indietro. sai~ Forse a quando avevo 6 anru. e n\la mRdre faceva I compiti con me. della pri– ma rlnsse. lo ho pensato spesso d'essere 11gltodt qtJet compiti: che mia madre · si fo sçe l §J>06:ita con quelli e da quell'amore mi a, ·es.se conce– pito (mio padre non l avevo mai t'll§to e cti!– t\davo tli quello che me ne dicevano. che ('!:&pevadi leggenda: per eiempio del tuo 1uteidto. l\vvtnuto secondo ctrtunl a for– z.a di testate nel rofflttD: u pare possUJile che un uomo si mi~uri in tutt.11 (Yl}ma una. staru:a abbastanr,a bassa dK poterci plcehta– re - e perire - saltando verro l'alto. A me no. per q1a1nto mi sforzi). I ~ompit1 enmo dt Scrittura. di Lettura. inA ~oon.ttutto di ~ritmettca e d1 Rellrtr.oe. Ti faro un'altra domanda: hPII mai con– siderato l'Msurdo di oome st in~cgna nelle scuo 1 e? Ti pare pos.dblle che pr!ma :H c>– ~i Altra ro.c-.aun fanclullo venga posto di fronte al due R..~c;olutl fondRmentali. cic~ H numero e la trAscenden,a? Ce:to. 1 compRgnetti che a,'e\'O. carichi tJl pompons rossi. di nappe sul berreaino. gras– Focci e ~oenti fino dnl loro nR"-Cf're. TIOn r.i fecero impre ssionare da somme nit da rlivi– EionJ e tanto me.no dalle fiamme della Sto– ria &acn. D PI num eri a:oore.!1~i 1tiovP1v11no per distinsruere che il panino rorlato rta casa si chiamava Uno. ma a soffiare quello del compafrtlO dt rotto lo scaffale !areu, Due. clOf' Ve,ntl ,·alte di più ingh1ottlff' lii. Eallt"a oon ~sto di formaggio. lo non n1bavo i pRnlni: "''e,·o pAura rlel– l'Intemo. come ne ho Mrora: ut"cvo nm~ magtne deJ pallottoliere ftsl;a in capo. co– me ,inrora Cf' l'ho. ,. vPd•v('I un cli.e i:11~,– pa nello spostRre una pallottola. un panino. un m•fl"l•ro in più di quelli che 11 ma.estro ml ordinavi\. .. 11 mA.e~lr,., rfi 'Tlatemattca? • dirai ,o quello rii relt~one?J. Non ro. amico. non l'ho mal 111:\puto. ten– to 5tm111erano. con Il\ barba a cbiftUC.nere e .;e, 1 eric-.5imaJR ,·ace. Si intende che m'è venutA. a ,· olle l'idea si trattasse d'un rolo ml\estro dt\ 'i.so tn le• ziani dh•erse. ora chino sulla Bibbia. ora proteso 60tto la lavagna a quadretti: cio che nrebbe suffra,ato dal1e usanze delle scuole elementari. do\'e il maestro e uno l)Cr tutte le n1aterte. A me non 1mpartn: c'el'ftno due «tavole». una dei Dieci Comandamenti e una pitago– rica; a entrambe banchettava un·aust.ero. Yoce con la bRrba, e io tremavo &ul mm banco più cl1e nou a,•esst u emnto alla 1 a– , ola di cosa. do, e ne!sun padre mJ runpro– ,·erara di lftsoler cadere il tovagliolo o ai impugnare male la forchetta. All altre Ta\'ole. tmece. 1 pericoh era.no enormi. si potevano commeltere a tti llll· puri. ECO:dare U riporto dell'ultima c:Cra. sbaghar colonna. pronunciare innUlo il no– me di Dio. Chi m1 finl\•a, 1 a? E che contavano al con– fronto le altre scienze? Trascurai Letturn e Scrittura - allora. poi. oggi ·- e Storia, Geografie. Latino: mai ml aembro colpc– ,·ole di andare a C'RposulJ'apost.rofo. d1 al– terare la consecutio tcmporum. tar gli .x,. chiali a Aristotele. Quanti libri ho ueJ,n libreria. 'i for~e? Ma ,·ole\'O e,•itftre l'Inferno: e ste,o .at– tento at quoti. Crede,o ii, in coscienza . che l'un dicesimo oom1..11da.mento, di non dwdera.re donna. d'altri, alludeue a quello che in e asa sei;- fGt1Un"(~ dello Zodfaco • Jtoma.) tiro chiamiu-e donna. Ja donna di senizio ... MR cht importava? Ero riaoluto ;1, noo mai òesidcrare la gra.ssa Eleo&. per eoemp10, che face,·a da bambinata al mio amico Ar– rigo. e et riuscii, non peccai mai per la gras– sa Elena, lo :1loe,•oorgogl1030 a tutti, e nea– suno ini capiva. A poco a poco, ,·a da se. Il rapporto ciel numeri e dell1' religione fu diverso. e meno rlgldo Il prodotto delle mie credenze. La vita urgeva contro 1 due assolut.i. li preme– \'a gontiandolt, arrossandoli. annebbiando 1 Jol'Omargini. coal nitidi net primi n.nnl Mia marlre presto non !u in grado di risol•ere i miei problemi e mori: me la sentii aclvola– re sul tap1,etto. sotto la 6edia a dutra del– la scrivania. &fatta p1oprlo dal:11 50mma aegl! anni. ,·tdunata pel Pa.radJM>dei sa.utl. le., ero rolo, sedicenne, e diventata un du10 problema «onorare Il padre e la madr.e, senr.a aver più nè l'uno nè l'altra. Si sgranarono, amioo, i peccati. come un flurne in piena raggiunsero le :ll&he, una ad una: Comandamenti. Precetti, le peru– tenze sempre più lunghe, tempre meno os– servate. rhe ml dava il confelSOrc.. Da ultimo wcii senza un'Ave. mJ buttai nella prima tamba e ordinai quaiche .r,·an p1•tto di e1ccia: era Vene.rd1. Eppure. il Maestro dalla borba leiultava a parlare dentro dJ me. Non 1ccrdavo. non nu di&trae\·o. La came cedeva m& lo ~pin!.0 addizionav&. hE60 al p?OBpet.to 6e1ie dan– nazioni: Chi viene a &euoln con le unrhie sporche va dietro la lavagna. Chi ruba U panino 5 liorni d.l E.Olpenslone. Una do nna t·ama e J'hai burlata: Cuoco. pece. d.la\ 'oll ardenti. Non ti comunichi a Pasq11a: 30 anni f.i Interno. I conti si perfezionavano, come -più il &angue si avvantaggiava guJla norma. Non mi accontenta,·o di aaperm1 uannaio. t"0levo prono,ticare quanto e come lo fOMl qunl strumento di castigo &i .tf'ftJaaae per me n•ll'al di là. Solo «poi• peccavo. E le1t11evocon d.i.,petto I gesu!Llsml cene– riel di Sorel. le paure del Daedalus: ov•è un in!emo eem,a dimeDSioni Erano. questi, due libri cne ancora ten– se in casa· Il teno tu migliore, la COmui. t– dl a: precisava girorn. strumenti, gradu.io– ni. minacc1nv1 sterco al goloat, t hi&eclo a Giuda Iscariota. Cosi lo ga1>evoe pat.evo prepararmi: tal– Wllta addirJtturn regolArmi se v'tra equ1ll– brio fra la t~ntnzione e la pena. 1e oecor– re,·a consultare i decimall dell'CQuazione per risoh·ersi l\ un partito. «Poi», qu:i$i sempre. peccavo. E niente mi b.cev a solo rome questo mio modo di u– rr.re: quello del pompans ros,t era liet.o e aeren o al confronto. a, ulso intatti d11qual• siasi previsione del martirio e da! miei cal– coli astru~i. Nondimeno non mi sarei rnuutto: mi !a– ce,,a sorridere la maniera che avevano di buttani nel peccato per inerzia. o al ruas– glmo costruirsi un contrappeso In vaghe formulAzloni filosofiche: «.. J'internC'I è immanente all'uomo. L3 stes."-tt.vita. lo stesso peccato è un castigo; DC'li medesimi cl puniamo ... Io no. Fiduciosonel miei demoni. potevo (poi) librarmi alle t.rMgrcssio nJ c on trlol~ quale i pampons ignoravano. es.si occupati. 11 punirsi mell'Rtto ste~o». R confo ndere in un oggetto le cifre del + con qcelle del -. Ma che c&ph•Rno essi? come mai 6areb– br.:ro rluscitL cosi esangui e precisi nellft Scrittura, a putorire fisici fantasmi? T u Sftt n giro d elle mie 15Palle.quanto El può imporporft.re la mia fronte. come pochi mi resistano al b ra.ccto di ferro: i diRvoll m'crAno di carne al pari del numeri. ognu– no un nome, un t"0lto, e con me un appun– tamento ln Qualche anfratt.o dellf,vvenire. do~~fn:,•~lupo~::,s, a~~~! =~~~~o P~~ pala dello ~terratore (quattro anni): e !or– se (io wn giusto) e&;er partiti da un Mae– stro barbuto. un pallottoliere di tre metri. una madre che rlpasansse le lez!onl: est-er più IRrghl. inrme. di quanto v·a,·eRno fatti i \'Osi Ii manuali di filosofia. Guardate me, io non ho tradito. Oltrr o " 'i tre cht'I v'ho detti ho rmcora con me il P.ri– mlssimo libro delle eomme di t.lue c 1!re . con b. Storia Sacra a. t\gure nere. Soltanto? Si. soltanto: avevo detto aette e invece aon cinqua libri. ma a me - pompan1 - non me ne impc,rta un fico. LR \"lt&. la vita. la vita!. .. Riprendo dopo mezz'ora. 11ono ~mpre 11. Gennargentu. un bel Posto con tanti alber!. e pietre. DiC'evo: la vita. e credo gia inutile Insi– sterci: tu hai gli capito in che modo ml a;t è c;rotolatl\. questa vita. Un mistico l'Avrebbe dipanata scartando ! flilt scuri: uno scienziato e.nebbe scelto la letizia dei ro~st. lo ero l'uno e l'altro. o nessuno. uno scheletro collaudalo dal :-e– !rains aritmet1ci e dal terrori reli.;losi. Que– sto è quanto. Vien fuori un cordoncino a due tinte che è la mia ,•ita. Rppunto. O il mio laccio. Ti risparmierò 11 racconto della impicc!i-– gione di cui ho vl!ssuto: qualcosa d'altron1e ne devi "··e:rc comretturato. Nei primi tempi che t1 conobbi a,,evl di mt - lo vede\'O - un'immagine senz·om– bre: e resterò con In curiosità di sapere ro– sR tl fecé cambiare opin1one. ·o che non l'ho ma.I cRmbi11ta !n vita miR, ne.romeno dopo accortomi che era sbaglla:a. Ora conosci h1 ragione dl ctr,. e quindi non ti mera,·1.glierai d1 nulla, non ,·edrò più l'espreii;slone attonita che ave\·i allo appuntamento del 12 Settembre. La tigUt\.. ,·ero. ln mia n'lgazza? ... E 1ft teconda. poi, la teru .. Conosci Emilia. ricostruisci le nltre e il modo wme le altre st fitaccarouo da me. unn. per una. Le soppesa,·o: porr!l,•ano ster– min,ue \'le dJ peccato. qwndl tormenti ,•ir– tua U• per non turbare il mio equihbrio t!ra ne~riMarlo ('he mi portasttro gioie t&~bllL TI dico cht non ho avuto una fldanr..ata di cui non ,da st11to l R.mante: onzì al pri• mo ~orno. co\'ente. buttavo le ruan.i mt.to le gonne. Alcune non ~r-dcmavano: i\ltre g\, -d. e:-1. peggio. cht l'!ngluria •antlsa da un giornC' all'altro e si arrh·at"a sempre a un ardore ch'etse non tolleravl.1\o. Pe:r me, il'l· Domenica, 28 dicembre 1952 t"ece. era la pa.ce 5empre: rotto 11- avevo :!; 0 !i!~i ;1fr; 1J 1 ~c~~~~\/;!,~b~ii ~:: dJ: 5'ltto U +. parallelamente ml multava una creK-ente messe di voluttà. Dove U - :~t~~ta;.~~ !,~~~~: ~ ~~~ml:D~i un'indulgenza ple.nana per ricorrenze Epe– claJJ (m'auguravo di oontinuo che il Papa morisse. i m1ei bilAnci 1i ,areboero sana:t in un colpo). Sagace oome ero. non rischla~o mal se non valeva la pena: e maJ ripetei, per e• E.empio. unA careµa già. fatta, come mai due volte peccai di una collera o di una men• zogna: l'uaura della colpa ripet.uta, data J& Immutabilità del castigo (Satana ha prez• ft. ~:id. ~:r:~;e~fee~tf1 1 ~1gatti!r~~t t:~ ra. AleMandra ... Zair&. la t"ernaccla, carni d.1 porco. Alicante .•. l'orgoglio di aver pa.s– !ato il Tamigi 1n pJena... per tre annt la carriera dJ attore. "'permeabile aliti invi die. alle bassezze... il nome di Dio, e.osi va.no m& CO!l &moro a dlrsL : troppe insidi e. Peccavo Pecc&vo «poi>. Peccavo con e– !.&tteu.a. Con le rtdinl tn mano. peccavo, e l'occhio al contachilometri della perdizio– ne. Non sarei rima&t o senza benzma. Prima e.be fosse tard.J avrei tlra.to le reciln1 e 't'0l– tato 11 cavallo vers o nord~ est.. per me~ tenn! in ,alvo. Ma quando era cprima che f~ tardi?>. Tra i calcoli della mia vlt.a questo. ti di– co. fu n ulC(')lo plU arduo. Ml misi a tur– no sotto Il ritratto di mio padrt:, accanto al globo di Madame Rhe Indovina. ,opra la cosce di Margherita ... Gennargentu di Slcilla. dopo 40 minutl (Un'ftltra Interruzione, hai visto, E' Ull pae– Et bellis.,imo mn raro troveni hi tranqull– Htà ba.st.ante per scrivere a un'1:1.mico; ~u– tuctine ,;i. ma non tranquillitA,. Mio padre ammiccf\VR dal rltr &l.to . unlca trA.ccla ch'io avessi avuto un p adre . alto. ma!s1cclo di volto e di torace. col bam cll.Tl'atl fln sotto le labbm. a. dargh J'a51>et,. to di un orienta le. Spirava mediocrità, e ea– lutc (certo una leggenda. Il suicidio col Ealti): a giudicare da lut avrei vt&Suto lun– gamente. Potevo pero a1Tlsch lare u na t"&lutazJone dJ\'ersa da quella che alt.ri . e la 1c1enz.a, confortavano? Dante stab:Uva la. mezza ,trada al 35 an– ni. le statistiche mediche - per la iene– razione nostra - RI 29. Contro quel responsi recalcltra\·o: trop– po urJava nelle uterie la stoffa 1'056a che io St"entolavo contro femmine e nemici unza rlspannto perchè senz'incubo dJ esau– rimento (dodici ferite in due anni. glu !n Palestina tra i saudltL l'apprend15tato d1 plcador. la guerra libica, la ~teno~i mte&:i– nale c1i cui m'operarono nel '18. non ml a,·evano smorzato quel foulard ama1anto, nè suggerito un solo pettro d.1 decadenz.a Ln alcune delle diecimila notti vangate SUl CC1r– pi delle donnacce). M,l davo cento anni. erano troppi amtce? Faceva 5-0, la. metà: e la med.Ja con le altre cifre 38, cioè ancora un insulto. Giusto allora intervenne Madutne Reve. e non 10 te per sapienza o per le ,·enti lire che le d.ledi mi porto la media • 42. v11.Uclnando tn me un centenario da pri• moto. Margherita vagiva sotto 11 ;,tacere. J'esUe Margherita rhe a letto esplodeva in cento rotondità_, SL era ancora pooo, 42, potcb~ molto dt più snrebbe durato l'Istinto di quel mio braccio a cingere e catturare. Dunque oltre dovevo mettere !1 perno, per– chè la bilancia ii;i c&llbra&e. 11 mistico -1•– le~• il matematico. La salita !u lenta. non credere. ma ghm– Ai a acrtve:re &: 5iO• con piena onestà. d1 valU• tazione. v·erano. certo. le, carte di una fine pre– matura e che avrei fatto. allora. per trar• re le reclini in tempo? Nulla avrei fatto, a– mioo. tranne sperare che non 10rt.U1,gero C'l.&2 muw. Su quel punto non valie rif11ttel't. regtava ,empre un lembo acopert.o. e pot@V& sl8niflcare la sconfitta. le t\amme genu dJ. fesa lo giocai era giusto. Tu sai adesso che ho oltrepusato la ll· neòu:Sftu~\-~fF 1 ti r~~~~:1~:~~~r•te. Penso che ti &tal domandando eoaa 41&– "t"Olofaccio a Oennarge,ntu. Ci M>DO.gemplicementc. Da ~ltre a&tte mesi è un J)('I' cosl tutta la mli vita. ua «es...cerci•.qua e là. SJ\rà che non EOno abituato e tutto ffl1 sembra nuo\"o, quasi rlprinctpiaast a erese• re e imparare le co~e. Intanto, tutto quello che ho fatto 11M &d ora non sen-e più. e va dime'ftticato M posslblle Ora considera quello che ho Iatto Ln Tita mia e d.lmml •• è - li m io di ora - 111' al– tare da prendere 111.na le ggera. Su quel che res ta (po co. non ti pare,) •anno flcc1t.Ugli occhi. n cuore. J\no • &en• tirgene acreraU. e gucchiato tutto ti Ha• rue da I d.l dentro. E' un procffiimento lm·crso a quello eha m·era consueto. &irchè il mk> oI'l{lnim,o si riparta sul centro della mulattiera. • penso che vivrò davvero 120 annt (chf q,o,. tret ,•lvere». me17llo.che nono in oondizio– ne d1 'tl'Jvere».Restano poi quelle poche car. te ri'bellt a ogni ,upposlzlonel. Ho un m,ro con me. VAlery opere complete t&el. allo. ra. in tuttol: di tut Rmmlm la geometria n,1rr~tro. 1711 ,-lanci 1lmmetrlcl. Oltre 11 libro ho un Cristo d'ebano. cbe m1 porto dietro per dare un volto al auet patti. Oltre 11 libro e LI Cri!to ho le mie ca1te. quelle che ,·edestl da me. più quelle cl-Ml non t1 lasciAI vedere, venendoti alfe el)&l – le: ornuù te ?e lascerei leggere tutte. an.ti ~•ro contento 6e le plgller•I tu, al mo men – to giu.sto. dall'armadiolo dove le ho liste,.. mate. quello di ,unalto accanto alla llDf'Str& (si vede tutta Oennar,entu dt qua!sù. la C'"Jl:r:ft è sola in cima A. un muntlcello di fa"1~!.e carte Cristo e libro. non ho nulla.. Cos molte ;olte non M> che cosa tare, • &ano i r,,,....., • .,tl in cui la oota ~ maledet.t.s• mente difficile. S,,no sempre meno - e ,•ero - questi mo. ~~~i~: i~~: ~v~~r·~~~u J':ft~'~r:~e~t intfo•ruPion! - • Cristo perdonami. SLV&mi dall'Inferno•. Nei primi ~orni dopo la !us:a. non riusci– vo che a imp1orftre co:;l. e ln\idia;-o 1 l,tgetU perehè essi almeno Mnno nreghlete per ti• rare a,enti con trRnquillità. Mi serrava l'ansia d1 tar t.ardi: il peoo dei 50 anni negativi incombeva come una roc– cia, sarei nuscJto ed ammucch1a,c 68651 0a- 1tanU sull'alu a 6ponda? Quando mi nscos.51a.allo smarrimento UU· zia,e. e10 già ,•eccluo d'un m~e; e in quel mese non Rvevo be!temmiato, ne mal ,antirl.– cato le res1e. nè avuto contatto wpuro ccn una donna. Continuai. enùco. SI capls,llOche poco per \'Olta Il ritmo crei,. be, e i sa&s.lplov"cro piu quadrati. Ma non w racconterò 1a storia c11 questi me– si: farei peccato di 06tentatione e franca– mente non mi conviene. Anei lo so. anche dovuto rìnunciare a scrt,·erti; ma questo. al contrarlo. non mi e convenuto tparlo, tu mi puoi mte.naere. 1n éeIUO schiettamente commerciale. e eia ti indichi che nulla e traatormato nel fondo del tuo amicC'ILuca).• No. Morire ignoto, tacere per intero il po. co btne che posro Rvere !atto m1 Fiarebbe co– stato &$Sai. in realta: più del po' d.i caatlgo ch'!o sortirò in compenEo della mia debo– leu.a: «Il + sormonta Il -» dtce,·o. Lo dico an– cora Inoltre. in qualcl1e d.lgiuno o penitema più dur• che ho voluto lmporrnl nOih ultimi tempi, molte core mi si sono chle.rtflcate. E IR po.ura nslca. per esempio. delle punizioni nell'al di là s'è scemata d'un trAtto. Pro,·a a bruciarti un pollice. la pri.m.a vol– ta spiccherai un salto di due metri: ma ap– pena imparata la l)061.rJonebuono. per «ac– ooeliere• la scottatura (posizione d'anin,a. oltre che dl corpo) il dolore ,t trasformerà ln una seruadone ad es~ simile certo, ~ d.i virulenza inferiore. La logica eutoriu.a a pensare che esiste un quucne tendere di muacoll, ohis.."-1., o u.n.1 qualche Idea fissa, un x qual&l&!.idi mtmo– rio o di •bbandonl. che giunga a mlnin,iz– ure retrctto. lo feccia ~u t1t.le teoria alquanto aHegna– rne.nto, sii\ pu: -e ta rato a dO\·ere da var1e 11.rgomentazionl in contrario. mt ,•edo co– munque. al piedi del demonio che m·e desti– nato, barcamenann1 n1eglio di tanti altri. art OgrtJ abbMsarsl della frusta. Perciò ti scril·o. Nella nudità eh~ U mio vivere da otto mesi, svuota.nni ~ il rig"'5!io dell',coe"1one, la !\nestra per cui ml soprag-

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