Fiera Letteraria - Anno VII - n. 51 - 21 dicembre 1952

Pag. 4 LA FIERA LETTERARI' Domenica, 21 dicembre 1952 cubatrice di affranca.mento In– dolore. Il auo mlratiglo origina– rlo ~ quello dell'Indipendenza dalle vicende del mondo e del– l'azJone a dtst.anM esercitata sugli esseri e le forze di natu– ra. Se ne accorge il rlflesso nella e&pacità demlUl'l!Ìca, at– tribuita da Bruno. a eh! ., spoglia a favore dello e heroioo furore., dell'amore ccleco, 1)8.Z– zo, pe.stUenzJale >, o nell'im– mortalità concessa do Spinoza aJ sa.ggio immerso, ancora 1n vita, nella suprema e a.cqute... scen.ti a •· Rivendicare U e senno lde.a.le > tra le macerie del sen– sismo e dell'empirismo, è un~ operazione Indissociabile dalla rivendicazione al di sotto delle sopr&Stirutture im~te dalla violenza, della cpollt1ca lde'1le,. n rirorgere della e !1105ofla della creazione • non può non &lncronlzzarsl col risorgere del– la nazione depositarla del e p,,inclplo della creazione>, cl~ dell'Italia. La oua. vita e&prime la certeZUt della voca– zione, Il e misticismo dell'ftl– lea.nz :a >, I profeti escono, ma– tun d'anni, dalla solitudine lr14 di barbagianni e di not– tole, delle caverne medit.atlve. Gioberti ol affaco!a al prosce– nio della politica.dopo Il cre– pwcolo scolastico durato oltre dieci ann1, dell'c: insegnare lli putbl. dell'X.tltuto G3j!gi&. Tace. per annt. come un d!• scepolo di Pitagora o di Zar•– thustTa, poi esplode brusco. La filo,o!la di Gioberti è un epi– tome di quelle del Rinascimen– to, 0011 compenetrnta com'è di un efflu.sgo universale, di una. Ineludibile attemaone del dl– v1.D.o nel mondo. D IU0 teTmine fi&S0 è la con– ve.-genza. verso l'Infinito di ogni ordine e d'ogni istituzione wnA• na. E' un'apote~t raggiante ove si celebra la • dialettica unità del Cielo e della Terra •· E' una restaurazione ed un arbl– trqgio di vecchie contese. Fi– losofia cattolica, •i. ma. a. patto che la s'Intenda Imparenta.La oollo &forzo col quale Hegel le– gittimava la nozJ.one della Tri– nità. Teofania cattolica, si. purcM Il Cattollr.!smo non ven– ga confuso colla Tebaide, col tremito a.scetloo, colla e fede del carbonalo•· coll'atterrita ~rtlglne degli ab!,sl Immoti alla Pa.scal. Cattolica, si. ma della cattolldtl e: a più plani> per cui 10110 cattolici Miche– langelo e Bernini. Cattolica ln quanto la Rlvelulone 11 presu– me l'• Enciclopedia • che ra c– chòude tutte le verità anteriori, in quanto nel Dlvino è lnGluso ll cenalmento di tuU! gli esoerl: ca.ttolica, fino alle frenesie mi– tologiche di Bernini e al Bac– canall di Rubens. In cui tutte le verità si pareggiano o con– vergono, e l'armistizio è con– c!U!O fra tutti. I culti. *** L'a,pa!ogetlca racchiusa nella Ttor'4 ùl Sopra1'n.atural,, e nell'ht.troduzion.e conteneva In ~ ll rerme ,1tale d'un Cattoll– c1smo, accordato con il genio del XIX oecolo, e colle Istitu– zioni moderne, liberato dal ta.r– lo rodJtore ucetJco. Conteneva Il genne di una ribenedizione neoplatonica del mondo. Ra.e• chiudeva l'abbozzo d'un r.ias– !Orbimento del sensibile nel so– pra.sensibile e di una reinte– grazione della natura e del• l'uomo ln Dio, che è ,tata, si può dire. la direttiva. di marcia pennanente di quella che Elpuò ohtamare la vera. la autentica filosofia Italiana: la tradizio– ne neoplatonica ed ontologie.,, cl~. le cui tappe principali so– no ll l'ic:lno. ll Campanella, Vi– co, Rosmln!, Gioberti. Concludeva a quella restau– razione dell'uomo In Dio che attra.verso U concetto di crea– zione continua, fa della. Prov• Vldenm l'Istitutrice di tutte le arti, scienze e dlsclpllne e san– tifica quella che V!oo chla– m& la Repubblica del genere umano. tutta la sua ll Gioberti fu impegnato, in difficile vita di pensatore conciliare elen1enti eh.e tutta uomo, a la storia fin'allora vissuta si era data a rJissociure e di (Continua da pag. 3) converstone del pensiero al• l'Ente creatore. Soprattutto sulla Introduzio– ne. e Poi sulle Po.stume, si è esercitata e si esercita 1a po• Iemlca della esegesi a:tobertla· na. la quale deve considerarn da un lato le esigenze. cloe l'ln<llrlzzo al quale Intende muovere 11 Gioberti, onmu tornato, almeno formalmente. a una lata ortodossia reltgtosa (ciò che però non rluscl a sal– varlo daUe accuse sempre più Insistenti di Gesuiti e di sco– lastlcll, dall'altro lato la IOR!· ca intima ohe gulda Il suo pensiero, indubbiamente sfa– sata nel riguardi dcll'lndlrlz· zo perseguito; la polemica ap– punto consiste nel precisare entità e gradi di questo sfasa· mento, che nella lnterpretazlo. ne Idealistica è considerato ma.sslmo e decisivo, tn altre meno •assolutlzzate minore e non tale da sconvo~ere un pensiero. quale è queHo del Gioberti, Intenzionalmente o– rJentato alla ontologia. Sta di fatto che la Introduzione, ca· l>Olavoro filosofico !fa le ope– re pubblicate dat Globertt du· rante la sua vita, soritto as– sai elaborato e di complessa .struttura. poggiato sulla tra– dizione ma svHupp,ato con rl– \'Oluziona.rio vigore, ricchissimo di elementi dell'una e dell'al– tra. tsoirazione, è espressione del Gioberti ormai maturo e ~ande. pronto orma.i ad a!· frontare quel problemi ohe la su& concezione logico.ontolo– ~fca gU consente di trattare con rR.Rtonata sicurezza. Dalla. Introduzione comincia Il ,rra.nde volo del Gioberti, ~:~ ~~f1~!e d?e~rit~~tfi: mediocre sempre, e tanto nH1 ora. nella sua vita nccademl· camente avara di sod.dlsfazlo• nl. ma già nel 1>leno del suol anni di prodigiosa attività. Nel 1841, richiesto dalla En– ciclopedia italiana, gcrJve 11 lun$to a.rtlcolo, che dlvlene poi volume. sui Bello, lntzia col Tardi!! la l)Oiemlcn su Gli er– rori filo.sofici di Antonio Ra– .smini; due annJ do"PO, nel 1843, pubblica Il Primato mo– rale e civile ugli italiani. scritto nel volgere di pochi mesi con grande foga, tipica del mlgUore Gl-,.t!. n Pri· mato segna Il culmlne della fama dello scrittore. già note• vole 1n precedenza ma ora e• splosa fragoro...~ente In Jta– aa e fuori: e Quel contrasti e quel dubbi che già si erano accesi rigua.rdo al suo pensie– ro speculativo divengono ora tanto più forti, quanto più al– ta è la !ama dell'opera e quan– to piu concretamente umani ~::u!.li sf1~~i:ud~ st ~~ aderire allo slato di fatto del– la situazione ita.llana, nel ri– guardi delle astrattezze del sempre idealist.a Mazzini: c'era la Jspirazione, che risulto ooi la più efficace. \ 1 erso un rl · sv~lio della -:oscienza patria, ~oPrattutto, nella scena dei.– l'Europa. fremente neH'ansla di libertà, c'era una voce italia– na che tornava, finalmente. a parlare a tutti. Solo attraver– so te esa~eraziont nazionali– stiche del Gioberti l'Europa Poté di nuovo prendere in considerazione una Italia dl· ~~~~ri~a. 51 sol~Jergiu~~~i~ prima nello stesso Gioberti del Rinnovamento e poi nelle coscienze maturate degli Ita– Uani, Rl più alto senso di so– lidarietà non più solo nazione• le ma europea. Il successo clamoroso del Primato, se suggellò la fama del suo autore, non fu Impe– dimento allo stesso nella sua ~re~itt94f i è scriitt~::Rio 0 ~;;J Buono. parallelo a quello sul Bello di due anni prima. del 1845 i Prolegomeni al Prima– to, giustllloazlone lllosollca, Ispirata ovviamente al suo lo• glcl•mo-onlol<>!!lsmo. dell'ope– ra se mpre più famosa, del 1846 l 'lnlz.io del Gesuita mo- -Primo Parlamcntio CO!tlt.uzio-1tempo fn esamp tutt! 1 proble· nale piemontese. donde nac- mi ~là affrontati nel Primato Que in continuità 11 Parla· e allora risolti secondo vislom mento italiano divenne allora che la rf:alta si era lncaricat~ l uomo plù celebre d'Italia. ac• di mostrare erronee. Ancor oiu cJamato In tutte le città. ac• aspre cne In precedenza furo. colto con comptncenu dalle- no le oolemiche siJsctLate dal stesso Pio rx, anche egli in• nuovo scrltto. che capovolgeva fat.uato delle idee e5presse nel interamente ta pro~pctt1va po• Primato. Olà mlnf~tro e onnal Jltica crima accettaLa e. a.o· atUvamente lnserltosl nella vJ· banaonaLo il guel.ftsmo, pro. la politica. il 16 dicembre 1848. pendova verso una v1S1onelai• Il Gioberti ac;,sunse la carica ca e democrat1ca, anzi socia• di primo minlstro. mantenuta lisUca: e tutto un nuovo sino al 20 febbraio 1849. Poi Giob erti, che però ripercorre: fu cU nuovo l'estllo. a PariR!. st.ra <ie già da lui bel.tute, 5e• quest a volta, p er pochi giorni guen do una lspiraz1one. già come mlnist.ro plenlpotenzla- perseguita. di concret.o nttr1.1.&– rlo p l'!'s~ U go verno francese; !:1110 ira gd uomm1: non plu poi ancora come povero stu• la retorica di un astraLto na– dJoso. al pari di un tempa, ma zionalismo. ma una adcs1on.: con tnnte speranze e tante il· Plll st.reua ai iattl. su uno lusiont in meno e tante ama· sccnano onna! ampio Quanto re.1.ze in più, e un male~re l Europa. E cosi il G1ooert1. sempre plit incalze.ntc a mina• che aveva stimolato la co· re la sun fibra fisica mal troP• scienza italiana verso un or-! po vigorosa. In meno di un gog1io di se non p1u ~entlto, anno, 11 GJobertl aveva esau- po~, orma.i al termine della rito il suo compito di polltlco sua non lunga vita.. additare pratico, anche qui ricco di li percorso slll Quale era OP· fermenti e sempre eccitato In µ0nuno. necessario anzi In– uno febbrile attività che però camminarsi. Meno compreso. aveva li solo dlfetto di e~sere allol'a, del primo Giooe.rti. troppo Idealizzata nel riguardi questo sf.oondo Gioberti ha della situazione prntlca da af- sa.puto parlare al fut.url It,a· frontare. Non bastarono le !1ani come all'altro non riu– ldee noblll. non bastò una de• scirà, bruciando egli in rapid11 dizione assoluta alla causa evoluzione le tappe dell'mse– nazlonalc; ci volevano uJminl rlment.o del nostro nel più v~to 6Cir1to europeo e mon– diale. Morendo. il 26 0tlobre 185:l, Vincenzo Gioberti lasciò va• rle opere incompiute, lnter-1 rotte da.Ua s ua attività Poll– tica ltalia.na , e vari mano– scritti , alcun i del quali sono ancora tali, conservati in gran parte nella Biblioteca civica di I fu~!;gi~: ~! rt 0 :~~~- 1~ p;r~ ~~~or~~e~i~~~~o ~ef~ due~ 1 assoluto .soggettivismo Id eali• stico. co.stituendo cosi la. ba.se 1 più importante per la i nter• 1 prelazione Idealistica, ed esi· gendo In pat1 tempo Ja più laboriosa fatica da parte d11 ouantl dà.nno al contrario una Interpretazione più tradiziona. ! Jistica. E' Questo uno del pun– ti più scabrosi per l esegesi globertlana, quJ SO"Prattutto 111 se contrastata; 11 Gioberti che vuol essere logicissimo diviene 1 anche 11 più oscuro, u più dif· 1 ftcoltoso a comprendersi. Ma difficile fu tutto il suo pensiero, come complessa fu la i.spirazione della sua opera t>Olltica. La critica globertiana è e resta una delle più labo• j rlo3e della nostra storio;n-aftn fllosoflca, oltre a costi tuire uno del plb l111l)Ortantl ca.pi- I tol! di es;a. Nellac Blblf ogra– fta ftlosottca italiana>. che I pur comprende soltanto scrlt· giot:~t/92° fr~ 1~ 94 ~iù 1 ~n;g;'." ! Fra ~Il altri. si segnalano In I tale blbllografla, J)!r Il contri– buto dato attrifVerso 11 loro ...studio, Antonio Anzllottl, Gu• 1 Fotocnfia del Gioberti nel 1817 stavo Balsamo· CrlveUI Glu– Uo Bonafede. AntooJo Bruers. Giovanni CaJò. Santino Ca.ra.-1 mella, Giovanni Gentile, Bal-1 bino Giuliano. Lorenzo Gh15· 10. Adolfo Omodeo, Umberto Padovani, Ruggero Rlnaldt. Giu~eppe Saitta, Carme Io Sgroi. Luigi Steranlnl. Ugo Spirito. Soprattutto, st segna· la la grande impresa. pur– troppo condotta ~al lenta• derno, pronto poi nel 1848 In belll cinque volumi. scritto di forte Polemica. contro I Ge– suiti, suol !rriduclbU! rivall. in cui egli, non sempre con efficacia, si im~a a distin– guere la e: Infame> Compa– lt?Ua dalla Chie!a depositarla In eterno della verità divina– mente rivelata. Fu UD altro grande successo ldterarlo. e altro focolaio di dispute ac– cesiMtme e tnt.enn!nabni. meno impetuosi e me no a&:o· lutistl ma capaci di lavora.re più i:otlllmente. capaci di ade• guarsi a quel e: compromesso • che è categoria somma oer I polltlcl ma vuota di senso per I filosofi; cl voleva un Camll– lo Benso di Cavour. Il Glober– U. polemista straordlna rio ma irruentissimo, non potevo rlu· sctr bene. e cadde tnfatt~. lr• rimectlabilmcnte per le s~ ldealltà. ~~~!~ deW~~n~~~e c~r:~: i nale • di tutti gli scritti, i,lun-1 ta ol 19. volume, a cura del• !'Istituto Italia.no di studi fl-1 losoflcl. Avrebbe potute essere degna celebrazione del primo 1 centenario della morte di que– i:to i;rrande Italiano la totale realizzazione del va.sto plano editoriale: Polohè questo non si è ratto è sperabile •I• solo rinviato aJ più prossimo futu• ro. Gli studiosi ltallanl non hanno dimE'ntlcato Vincenzo Gioberti; è dovere di ognuno, I anche delle autorità, non di– menticarsene. I IL PRECURSORE Di UNAGRANDE LErTERATURA PATRIOTTlt:A ... VAUDITf DELLO SCRITTO Dalsuo stile, dalla rircbezza e dal coloredellasua prosa, presero esemJJiO altri grandidell'8OO: il Balbo, il D'Azeglio, il Durando di Sl~Vlfl PASflVAZI Nel 1851, con la pubbllc.&:ione del Rtnn~-amentoa , civile d'Ttatlo, Il Gioberti chludev• la iua attività di scrittore PoJt.ico. E' inte-reGSante rilevare che in UD llbro COSI eminen• temente polit!co, l'autore non ha saputo a.stenerll dal ricordare come una COGtante preoccu;,aztone di t.utta. la !~a:::· a::1 ~=:~e c~ù:. 10~i8~i1~: >~!1!ng~:~:og~! e indegno di perarare a modo dl c~rtuni la causa patria con barbara fave!la >. E non a tono Il Gioberti poteva vani.are le sue belle C::otJ di &crltt.ore ltaUano. Gliele ricooosoeva Giacomo L<opardl Hn dal 1829, rallegrandosi con lui del ouo moda dl scrive-e e: chlarisslmo e naturali.,;slmo >, e st: 11 poeta poteva giudicare soltanto della prima attivlt.à del Olob~tl scrittore, quel giudiZ!o non sarà sconfessato dalle maggion opere di iul. dal Primato e dal Rinnovamento: nè vi oontra.ddlsse la critica posterlO!'e, da.I De sanctts. che lo Cefinl scrittore e: imm~lnoso, splendido, pieno di ricche forme spesso orlginalt >,al Croce, cui tuttavia non piacque, qua e la, e: l'oratoria abbondante del letterato piuttOl5to che la. parola v4:"orosa de!l'uomo politico>. Al che, peraltro, si potrebbe obbiettare ohe la prol!...,;,sltà con è mal nel Gioberti verbosità rettorie&-. tanto la copia del suo dire corrisponde al fervore del penslerp; ba.sterà., tiuttavla, che il pensatore si liberi, come negU"'1.ltlmJ scritti, dalle govra.strutture teo!cxtiohe e t.enda a una. lucida e severa. crittca det fatti, perchè la sua prosa. acqUistl subito maggior concretezza ed evidenza di tarma. D'altra parte, chi aveva a.ssunto EOPT'a dt sè la mtssfone dJ educatore nazionale. necessa• rlamente alle sue scritture doveva imprimt'l'e quel carattere di •loquen,a, congiunta nella pubbl1clst4ca (di oul et11! è uno del maggiori rappresentanti> all'inoe:!,Sante foga del" oratore e del J)Olemista. E alla storta della nostra eloquenza, più che alla atorlo della. nostra prosa a_rtistie&, appartiene u .Olobertt, come Il Giordani e Il Botta., ouol contemporanei Giova ricordare come a.I tempo in cui si veniva formando e svolgendo 11 Manzoni. la nostra prosa uiu– meva atteggiamenti tn prevalenza cJa.._q,stcheggtantt e rinno– va.va. dopo 1 prosatori del RJna.scimento e I t&rdi Jmltatorl del D ecamero11e. quella maniera fiorita -tonora e vuota che è proprla dell'eloquenza retorica. Ta'.Jereviviscenza si ebbe appunto nella prima metà d ell'Ottocento per effetto sopratt-.i tto, della reaztone cont.ro la prosa sciatta e ga.lli~ ctzzan.te del settecento e oontl'o Je dottrine libere del Ce6arottf . Tutta.via, a.nohe dopo la prosa eloquente del Giordani e del Bott a, Il Leopa rdi poteva a. ragtooe scri– vere: e La nostra e-loquen.za non solo e Jmperfet~ ma neppure !noomlncia ta •· e tale . infatti, non poteva eg;:erre c~n&iderata la prQ6a .senza riUevo e calore d~l GJordant, ne quella cosi treddamente accademica del Botti Ma 11 Leopardi, come ho deUo, non pote conoocere le opére della mat.urltà. del Gioberti, nelle quali non &V:-tbbepotuto non ravvisa.re una vera eloquenza: vi si riconciliavano la letteratura e la dottrina, ll•bello vi era Inteso come aU61- l1a.redel vero, e dalle sole idee, accompagnate con l'affetto, derivava il calore, la forza, la veemonza spontanea. Nella lingua e nello atlle fu Il Gioberti oempllce chiaro, perspicuo, e fece consl..stere gran part-e dell'ele~ ganz.a de.Ua forma nella proprietà e purità toscana det vocaboli. Non riteneva, però, che la e: tosca faveUa benchè Jr.edomlnl nel nostro Idioma e si& la .sorgente Ì,reetpua delle sue bellezze>, fosse e: assolutamen te tutta la llnGU11 italiana>, la quale - come, osserva.va nel Bollo Mecheg– •la•ndo l'Allghle!I del De v ulgari eloq uentta -.' divenuta na..ziooale. per clo che spett-a lo scriveva. sebbene abbia u sun segglo principale in Firenze, è tuttavia sparsa per tuttn 1& penl!ola.. e e: in cia.teuna città appare, fn ne.ssun(J rLoosa >. E !ntere!&andosJ a.Ila questicme. della noetra1 Un..-ua. allora cosi attuale, teni-O di conciliare le varie teorJe, quella dMtesca e quella manzo niana tn particolare., enunctain.do una rua soluzione. che M.rà molto vicina a auella defin itiva frutto del tardo Ot,t ocen to. Anche tn clò &1mOfitrava, 11 Glo bertJ, molto avanti rispetto al contem– ooraneo O10: -da.ni ,che di quella queetlone ebbe una conce– zione caduca e an tiquata, tmo:~a~l ~~if..";~1,~,~t \f"~ ~~ ::.\:~~~~ll~nf!~ na.rst rlalJe.voci e dalle forme comWli e legittime sempre ricercò l'espre..ffilone e gli esempi nnzlonatl dalÌ'uao del nostri m~llort scrittori. di cUi aveva una "Profonda nozione oer l'a:,..qldua lettura fattane con immutato tra~oTto firi dal p!u irtovanl anni. Nel perJodo del!a .sua preparuJone lnteUettuale (o dell'c a.ponreocbto >. com'e.Jrlt diceva), cht! può limitarsi al 1R30, 2U aulori che m ag1lion nente oredll<"S.~~urono 11 MelastaE!o, Il Goldoni e, sotr.at, tutto. l'Alfieri. SI awun•a lo studJo defllt scrittori del Tr ece.nto. mBMJmamente del Boocaccolo. e del CinQUecento. Pur a.vendo rnrtlto da natura ela tmdenzA. non al111 oura 1,tteratura. ma a una fllmona– lf"tteraturn ;t. ;. ore! Umlbll e che. noo anrorA attratto daal1 inte-es sl polJ Uct. ad alt.ro non ml~e allora nel CMllOOrTt che a ra.gp -lungere la o erltzlone fonnale CcIo tendeva Jt'?tnor e a u na perl~iooe inarrivt1blle >l. E al Leapardj rloveH.o: nlar.er ~ nuell'lnge1mo tendPnte ttlJq finzione. quel dt!'Ccr.r ere rH m olte CO!e con acutv..za. QueUostile che. oor rler-heJrifando caàenze e motivi di altri saittort. riuS<"lva cos\ naturale, !mmnp-inoco. colorito, elecrante. L'amtclzia col LeooArdl. nata n,-J 1828. e quella col Manzoni. cono• scluto nello sltsso anno, e-serclterono su di lui une fN"rmda ope,ra di EVllut'l'OO &J>irltuale.Mentr, e: rit.ri 1otc0f > sr1udicava Il Leooardl l'lng,,,mo e la dottT!na del G ioberti. ou,otl all'ammirazione pe U poetA. "4fiiungeva una profonda La oa.cf.na 18 del manoscr IUo e:La Protoloei• > comer-...te nella. BibUoleca Chica di Torino ~~~:ee rers~ee~~t~~c:eiic~~ 1 , vff~!nfi1'ls:::"1 rimandi alle composizioni leopardiane, rlOOTdate u:mpre come esempio di alta e perfettissima. po.. !a.. Nè rlm36e estraneo ai dibattuti problemi della critica classica e rcmiantlca, ohè il Gioberti nasceva alla vita intellettuale In quel momento della cultura europea, In cui st &!fermavi con tutta la sua Ideologia. Il Romanticismo, ed Inclinò verso i roma11t1cl.idealisti o spL-it.uam,u. glacchè la. gcuola romantica sorg-e dalla reazione al classicismo e al sensl,gmo, e dalla naturale as,p1Tazlonealla Ubertà. C odesta varia cultura e molteplicità di interessi spiri· tun.ll e letterari, come pure Il lungo contatto con au scntto rt cklssici. contribuirono notevolmente a rendere U Gioberti padrone cii uno st.rumento llngu16tlco di primo ordine. Cosi. ricercando Il nerbo degli OCTlttorl del Tre– crnto, cioè deriJ Krittort meno rigorosi m. più p::,tent1 e anmmtJ., e con la Jettura assidua del nostri maggiori a.utor1 d'oi;ni secolo. riuscì a peTfez1onare la sua lingua UnUto.1- mente imbarbarita da gallicismi), ad a.!flnarla, rendendola (docile> st.rumento atto ad e5PT'imere gli ardimenti del suo pensiero, le Impulsività del suo temperamento, e Illumi– nandola di tutta la sua passione. Indubbiamente il razio• cinto dialettico conferl al suo periOdo robustezza e oszatura.. ma. a renderlo più spailto ed elastico - come 06Servò Il SalvatorelU - contrlbul la familiarità con la prosa moderna, soprattutto france&e. Ne risultò un grande scrit'tore, e molta della 6Ua attualità è dovuta proprio a. queste peculiari qualltà della :~~~el ~al~~~ :;;~tt~alg~ l~el!~t~~~e1f:'~c,c;~e:!: di parola e di colore, nello stUe efflcaciMirno. Per que!to, se Quell'opera fu quasi la reslll'I'f!zione miracolose. della Nazione, fu anche 11 seme di una. grande letteratura ~;!~t~cr':iw~t ~~~! ~r~or1tW 0 ~~:'"~a~'.UJ~ 0 ;',~Az~;:1~ del Durando. L'aveva auspicato il Gioberti nel suo ultimo 11.bro: e D rinnovamento degU animi e degli intelletti non può a.veTluogo &enza.una letteratura patria>. SILVIO PASQUAZI LORESZO 'GIUSSO oeZione di tutta la storta uma.– na, che è storia dl rivelazio– ne divina nell'uomo; e l'Italia, che è conservatrice della. tra.– dizione cristiana !n cui Iddlu si è direttamente rivelato. de~ ve tornare, quale di diritto de– ve essere, prima fra le nazioni, orgogllosa del principato della sua lingua. daminatrloe nelle lette:-e. nelle arti belle, nella erudizion e, nella storia. nelle scienze !is.ic- hee matematiche. nelle di scipl ine civili, nelle scienze filosofiche e teologiche. Era, questa, una grossa prete– sa, che litalia poco vitale di allora avanzasse dirititl di su. prem.azla clvUe e morale sui grandi popo}J inglese e !rance· se e tedesco: e so1>rattutto In Francia., dove 11 Gioberti era me,:lio conosciuto, la critica, soesso fatta anche di sola tr– rLsione. fu a.ssni vigorosa: e non è a dire che quella critl• ca fosse esagerata. pcrchè tut• to. nel Prtmato, appare erro– neo, almeno nella ronha in cut vie:ne orospettato, e l'Idea– le neoguelfo e quello naziona– listico presto sono a.ppar,:i co. me storicamente condannati Ma, al di là di ogni travisa– mento. c'era un più concreto Ma ormai la situazione eu– ropea e italiana si era. evolu• la: Il Gioberti. al pari del molti oatrlofl sostenuti nella lunlt'a attesa daJla grande ~e• ranza, ritenne giunto il mo· me.nto. e accettò di tornAre in Italia, anzitutto nella sua To• rlno che, dopo quindici anni di esilio, gU tribul-0 ~Il onori di un autentico trJonfo. Il Glo!>ertl. primo presidente del La parentec;! politica provo– cò, ovviamente. una stasi nella sua attività letteraria, ripresa Poi nel nuovo ultimo esilio con la stesura e la stampa del ca· po!avoro del Gioberti polltlco, il Rtnnova·mcnto civile d'lta• Ifa, uscito nel 1851. Su Questn grande 01>era gra vn l'insegna• mento amaro degli annt tra• scorsi Il Gioberti accusa. e si discolpa, riprendendo In cari LUIGI QUATTROCCHI 1-..------------------------------------------J Geor&e Bernard Sha w è sta– to una figura eccezionale nel– le lettere e plu precisamente nel teatro europeo degli ultl· GEORGE BlERNARJO) SHAW DOPO 1LA MORTlE m1 cent'anni. IJurante più. di mezzo &eeolo Il suo nome è ap- IL parso regolarmente sul car- telloni del teaor1 di due con- tlnent.1 mentre glomali e ll&Z· aette lo menzionavano conti- nuamente In a.rtJcoll e trafi- PIU'GRANDE ROMANZIERE MANC AT O letti a volte dedicati alle com- medie. p!O spesso alla. perso. l'ultimo e • I.ove among t.he na., alle stramberie, at mottl Artists > almeno come titol o il di spirito del ca.uS'lco vegl!a.r- più noto. sono stati <erlttl e do. Due a.nnl dopo la morte e pubbllcatl fra Il 1879 ed Il seJ. prima. del centenarJo della 1883. Erano gtù per su gli anni nascita. ripensando a lui. al dl e: The Return of the Nati. signt!lcato ed all'lmportanu. ve• e e: The Mnyor of Ca.ster· dell'ope ra cl si accorge che bridge• di Thomaa Hardy, di ment.re tutto di Jui .sembra. sia e: The Egoist > e e: Diana o! nato d etto_ molto rimane a,n. the Crossway.s > di 0eor1{e cora materia di discu..~one. I Metediih di e The American > suoi contemparanei, data an- e e The Portrait of a L11dy 1 che la aumentata distanza di Henry James. del primo R. dovuta alle due guerre ed ai L. Stevenson con e New Ara– radicali mutamenti di moda. blan Nlgh~ • e e: Trea.sure di eo5t,ume &e non di moral-:?. Island >. Shaw narrat.ore è ad es&e dovuti, hanno ormai nato in Questo clima, facendo un lXJl$to denn1t1vo nelle let.- sue alcune delle preoccupazio– tue britanniche. egli in verità ni mora.I! dei gra.r1di roman– non a.ncora. G. B. s. continua Zieri dell'epoca senza tuttavia &d es.sere ecces.\ivamente :o. avere il loro respiro, la !ant l· da.to dagli uni, combattuto da- sia, la maestria. dello stile per gll a ltri. Eppure a chi lo avvi- cui i loro caoola.vorl era...,o hm cinJ senza prevenz ioni sem bra e rim&Illlono o;cit se,npre v3.• a.ppa.n enere ad un passa.to i,là lidi. qua.si r<moto. GU lnnB11abll!doni di Geor- Benc hè il periodo della m&S- Re Bernard Shaw cui più tar• sima fama &ia s tato quello dJ dovette la celoMi:.li. erano eduardla.no tra la !i.ne del se• sur un altro terreno, ma. l'am– colo scorso ed 11 pr imo decen- bi ente s o ciale e mQrale cont ro nJo del nostro oontemporanel Il qua.le l 'lrla.ndesesquattrina.to ili furono I ta.rdl vittoriani. tr apianta t o a vent'a.nnl da D u· Non lo 61 150rtollnea per ricor- bllno a Londra. Insorgeva era dare un dat.o blogra.nco ben- lo stesso. La visuale era sol– si perchè tenendolo presente tanto diversa. Essa lo di– molto si spiega del suo attei;t· venne sempre maggiormente gi&mento specie di fronte al man mano di una nat.urale .problemi morali e religiosi. evoluzione dell'lnge,p10 e delln O. B. S., r\masto vlvacis.simo personalità. Cont..emporaneo di di &?!rito fin dopo I novanta Wa.Jter Pater, di Oscar Wllde anni, è stato l)recoce come au• di Algernon SwJnbume, eli['ll tore. I prlznl libri oggi, Qua.si aveva con loro PoOO o nulla dime-ntlcatJ erano del roman- in comune. Oscar Wllde In zi, Ch1 prende la pena dt ri· anni lo ntani tanto _sJ)t..560 ac– tornarvl, maga.ri di sfogliarli costa.to a lui perche coetaneo. .soltanto prestand o attenzione irlandes e e commedlogra!o. era all'imi)OSta.Zione dei problemi come uomo e scrittore in realtb alla presentazione di alcuni deJ tutto diverso. p,ersonagrl, alla tonalità del Se una parentel a si può tro· ra.cconto v1 trova in nuce vare è pluttos.to c on Ge orge tutto o QUHi il futuro Shaw. Gisstn~. narratore opa.co ma Sot.to la ve.se d'un romanzlert possent.t del declino dell'O tto– Inesperto e p oi mancato - cento, Indignato dalle !nglu– que..st.o e«il stesso 10 rlconob- stizie soci alt e dalle ccm en– be - si può 6CO!'Rere IJ futu- zlon! morali della trionfante ro drammatW"i0 di grande In- prosperità vittoriana. è nlù an· a:eano. cora con Samuel Butler, dalla I romanzi di ~mard Shaw cui c&ustlca satira Shaw st.es– dl eu1 e: Imm&turity > è 11 orJ- !O dioeva d'e!sere stat o in– mo, • An unsoc1&1 Soclallst, f!uenzsto. TTovata nei teatro Ser/,,r,11do rom medie, ero Nen1pre dt>libt>rotornentt> al serrldo di• uno Ideo o d'uno couNo • .Semmai .,; ~ stato """ scrittore c,cromente '•engag~,, è fui la. sua. strada O. B. S. ha. vo. \uto a.fflancan.1 a loro creando sulla scena volontartame.nte quanto niei"'l'?'omanzi di Gl.s.smg era naturale ed Istintivo. Più vario, vJgoroso e ricco d inge· Jno Shav.• si è Quindi a!ferma– to superando di gran lun~m la fama e l'import.a.nza dJ Gls· slng. Ma benchè di proporzioni molto più modeste Georae Gis– ~ rimane come artista più pw-o e Kenuino. G. B. s.. Infatti dotato di tante brillanti qualità era In definitiva scarsamente artista. E' proprio questa la riserva es· senziale formulata ieri ed oggi net confronti di un'opera tan– to brillante e va5ta, tanto si– a:nlficatJva anche per le curio. sita, le preoccupa zioni m ora- 11. sociali ed iutel !ettµa.JI d'un trentennio che va grosso m odo dal 1890 a,1 1920, Bernard Sha.w t>O,$Sedeva. il senso del teatro ed era dotato d 'una dialetti~ CA eccez.iona.le . Naturalmente incli ne all'humo r. pronto al– la. sat.tra, osservatore acuto e perspicace. irriverente dinanzi alle autorità co~tltuite, alle fame ettate, alle tradizioni. i miti ed I tabù egli era Indi• cato per un lavoro di demo· Hz.Ione. Le ~ commedie so• no quasi sempre lnteressant.i. 40~50 divertenti. Esse !timo- 1ano la lntelUgenza ma non commuovono mal. George Be.rnard Shaw era dunque di natura. un puritano vittoriano. Aveva alto Il senso del dovere morale. Con.sa::i,evo. le del propri doni volle metter· li a. pro1'ltto di una 'tiusta cau– '"· Militante fin da gi ovane nei ranghi del e fa bla.nl !fflo>. clo6 d'un socialism o lrre llg!o- ~ di GIACOMO ANTONINI so, mode.rato, libera.le. con quasi ognuna d elle num erose I conunedie 1nt.ese combattere una batta~lla. spezzare una ,ahcla In favor e o contro una r.est. protesta.re vtgoro.:amentt: l)er un'tng1t1Sti zla.. riparare un 1 torto. Se potesstmo avere dub• bi suHe intenzioni. le arnpit! prefazioni scrltte per la pub· bli-;:a.zlone In volu me d ogn i ~ln~ola c~la le d1chla.ra – no apertamente. S hav.• scri– vendo commedie era sempre deliberatamente aJ oervlzlo di un'Idea o d'una causa. Sem• 1 mai vi è stato uno rerittore I vetamente e: etlJ{agé> è lui. A di.stanza d'anni questo appare purtroppo tl punto de· oole. Egli ha voluto essere un riformatore sociale, un pen– satore. un teorico della t>Oli· uca, pure di quanto ha scrit• Lo e creato In virtù di questi orecl.!•1 prc-;>oslti r1mane ai posteri !olt3nto la perte do· vuta. all'a.rusta. Ieri ancora le commedie pctevano tncontrare conse.""!SI e dissensi a ~cconda delle posizioni dei s.Jnsroltcom• mentatori rieuardo alle ten prooua-nate. Ciò con alti e bassi è duralo circa mezzo se• colo. ed è una delle ragioni della difficoltà di glunoere ad una tQUa valutazione dell'one• ra l et-teraria. Ma og'1i e oas· sa.to , ne5suno s tnnnmma più in fa vore od a detrimento di una. delle te51 propu~ate. Per QUCSt.a preponderanz,· del teorico sull'utlstico dei molti ,tudl critici o bl0tzra· ficl dedicati a G. B. S. 11 più vivo ed inte.ressante, comple• mento nece.!sario alla J~ttura delle co:nmedle olù slonlfl catl– ve, rimane il e: Bernard S. "1.aw • G. B. SHAW di l"rank Hants Inteso a ren· dere ~ll& sua. immedJatezza la l>f.l"SOnalltà dell'a.utore e non ad esaminarne crltica.,iente la opera.. La b!og•.fia ha le quallt.à ed I difetti Inerenti a tutti t 11- bri di Frank Harris ma ba• sata &ur una conoscenza di· j retta ed aPl)l'ofondlta di Sha.w i ~~!rk) ~:~u:~: dn:::~:: turR"o.Ferventi ammiratori di ·1 Shaw oossono rimproverare a. F!'ank Harrts d'e&!'e.relndlscre• to ed irriverent.e verso 11 mae• stro. Shaw stesso gliene ha dato però l'esempio aS!umen· do un an&lcno attep-lamento daJ suol lontani Inizi di nar- ratore a.gli ultlmi scritti eri• tico.fllosoncl verso tutto e verso tutti. Se una virtu è rimasta estra· nea a Bernard Sha w Quesh. è la modestia. Egli aveva una alti\. opinione di se stesso. era consa."Oevoledtl proprio valore e non ~ltava ad affermarlo. Ne si accontentava. di essere uno frn i più noti autori del suo temt>Q. La frase e people ' Uke me and Shakesptare > è I sua. si trova in una lettera a Frank Harrls. ed è altamente slgntncativa. Per quanto soro• porzionato e..1assurdo cl DOSSI sembrare oed codesto accosta• me.nto, esso è ricorso sovente nei:11serlttl di Shaw ,t=.o ed I In quelll de.i !Uoi amlcl. Se ne trova una traccia anche nel recent~ e Bernard Shaw > di · A. C. ,vard CI..ongmans. Green I edlt. Londonl Il primo sono tentltivo di una valutazione critica. A. O. Ward h& Il merito di 1anc ,, es.se.r~limpegnato a fondo nel• lo studio del suo autore prefe· rito e dt averne saputo Indi– viduare Il significato e la por– tata.. Purtroppo egli è un fer• vente di..scepolodl Shaw. Mal· grado un sincero desiderio di obiettività è quindi Indotto od esa1lerare non tanto il valorn di Eln•ole opere quanto Il oo– ~to da attribuire a. Bernard Shaw nella letteratura euro-– pea contemporanea e nelle let-• t.ere in,rle.!i In generale. Ward si sonre-&:lla molto, fin dalla prima paFina dichiara che contrarlarne.."lte a Quanto oen– sava 1ut stes-i;o Shaw rl."na.rrà non come sociologo, n1osofo. Politico o moralista ma. 50ltan· to per le oua!ltà art!.<tlche ln– tri.n5eche ad alcune oPere. Ma il no:ne cU Shakespeare ricorre soesso e Ward non nasconde di <:.0."1Slderare Shav- 1 detitDOdi e.sserwll messo accanto. da.ndo cosi per vinta sul ciano e!clu– sivamente letterario una bat– ra;il!a. durata per dleclne di annl ed oggi non certo rlsol– '-"SI a favore dello strava,gan• we irlandese. Fra le commedie ed 1 dram– mi di Bernard Shaw sca.glio– nat.i sur 1m periodo d1 ses• sanfanni di creazione Inin– terrotta ognuno può avere le sue preferenze. Le nostre van· no a e: Candldn > ed e: A~ and the Man > fra le comme– dl-e, a e: Mrs. Warren s Pro• fession • e e: Saint Joan • fra i drammi. Eccettuato questo ultimo del 1924 la scelta andrà sempre ad opere scritte prima del 1920. Negli ulttml trent'an– ni l'elemento didattico mora· llslco, credlcatorio ha oreso il soprav vento a detrimento di Quello pura.ma .'lt.e artistico. A. C. ,var d stesso non lo può ne– a:are, anzi lo affEOna diMen– tendo dal maestro nella valu– tazione di e: Bnck to Methu.se· lah > e pro:.lamando e Man and Superman > l'opera mag– a-t ore. ,va.rd va però molto oiù 1n là. Egli n,.,, e,;lta a vedere tn e: Man a.nd Suiperma.n > un capolavoro letterario 1n .senso uroJuto, un monumento delle lettere inglesi del nostro seco· lo, anzi: e In the history of English llterature this work sta.nds as a P01Sitlve ma.ster– piece 1n two respect.s •· E qu.l cl sembra si la&cl trascinare dall'a m.mlrozione per 11 mae· st.ro J>erdendo dl Vista le R"hute PrOO OrzJonl.Non s'intende ne– gare I Interesse del lavoro ma soltanto ricordarne I limltl. Es•I ,ono In definitiva QUelll di tutta. l'opero di G. B. s. do– vuti al suo te-m:peramento, alla deliberata volontà di Istruire e predicare, alla. ma nca.nza di una raffinata serutbU!tà arti– stica. Shaw credeva nell'evoluzio· ne del genere umano, nelle teorie dJ Darwin, un po' an. che in quelle di Mux, di Nietzsche e di tbsen. Franca– mente ateo, secondo Ja moda negli a.mblentl !ntel!ettual! di sinistra verso la nne del se• colo scorso, era antlmllitarl· sta. anticlericale. vegetariano. antlalcoollco, avversario dJ· chllll'llto di tutti I prlvUes:I sociali e difensore del libero amore. Per que.st.e Idee ha Jottato ~trenuamente, sincera~ mente durante una lunghiul· ma e6lslenza mettendo un t~~au~!~o :1ntW~l-: dlaloqo ed una miniera di oa– rado111~i al loro servizio. Una... tntelUgenza fuori del comune, aouta. e brillante ha suoerato Je difficoltà tecniche. Ma il .sentimento, la spenta.• nei-tè. ed II cuore essendo Qua– si del tutto assenti, l'opera. è rimasta come una stella Ju. cente e fredda. Mutati I tempi, passato l'interesse per 1 pro– blemi sociali o morali p,r cui s'inthunmava. CMa assume un aspetto grigio e neutro. Oltlll batt.uta porta. ognt commedia è originale di lmpootazlone, in ~111 pa,glna s·tnoontra, un pa.rad~o Inatteso. Ciò diverte un momento ma non com· muove, non a.ppasi.lona nlù. ,candida•. c:Ma.Jor Bar· bara>, e: Mrs. \Varren'.s Pro– fes.slon >, qualche altro anco– ra potranno rimane-re come la.vorl teatraij di lndlscu!lblle valore_ di sicuro d!etto, ra.p– presentatlvt uer un lf\lSto ed un'enoca. 11 loro autore non verrà foroe p!ù cit>to fra I più grandi del primo Nave· cento. GIACOMO ANTONINJ

RkJQdWJsaXNoZXIy