Fiera Letteraria - Anno VII - n. 51 - 21 dicembre 1952

Domenica, 21 dicembre 1952 LA FIEKA Ll"TTERARIA Pag. 5 NARRATORI STRANIERI: JT.J PREltJJO NOBEL 1951 Una recente fotogT&fia di Pner !'dr Lagerkvlst (nato a V/u:/6 fl 23 ma1- glo del 1891) t ,enza dubbio la figura più ra.ppre.&entattva della letteratura svedese contemporanea. Nacque da /amtgl!a picco• ~~~~:h~!ftfti ~~~ P['':~t~7~:f d:!lasi~'t:tr~~O• f( lo ammiro l'uomo, ctispreuo la vita• ha scritto una volta in una 3ua poestn (Hjii.r– tata !Rnger,. - e- Canti del cuore •J. Ed è questa una /or,n11la a cui sentpre sf atter• ra. Non è una formula eva.dva: la. since– rttil f! vlrtU. istintiva del suo carattere, /orse l'unica co3a tsttntiva in lui. Doveva cercare ognL mezzo per uscire dalla .sua e- angoscia>, Il clima .spirituale in cut egli e la sua 11ene• razione vissero; dOVf"Va uscire dalla morsa tena.ce che le aasurdità. della vita e le ba!· daniose aspira.zioni dell'umanità sfrtngevano attorno al .tUO cuore. Voleva insegnare a 3e stesso e a noi tutti non a vivere - cM eglt con3ittcra co1a insigni/ica.nte - ma ad essere come gli uomini sinceri, e religiosi> lnten• dono es3ere. Voleva insegnare a se stesso a conservare e- la nativa ingenuità• in mezio al peuimtsmo scientifico della civiltlz. con– temporanea: essere in altre parole e un ateo rcltgioso •· Propugna un rfnntWamento deUa letteratura. esioendo e pensieri sempUcf. sen– ttmentt sinceri di fronte alle grandi pas• sionf della vita: dolore e gioia, orgoglio. amo- ~~ e~i ~~~v:sg;e~~~~~~/~~iir:1,X~id,':/,~~rf ~~ gcrkvl&t rimase sempre. /e<Ule a queato suo prO{Jramma, attuandolo a meuo dt una pro– du::ione. quanto mal varia, attingendo tanto dnl 11e.sslm.t..,mo e dall'c anooscl(I ,. di vivere dtl tempo di guerra. quanfo dalla rinnovata sicu.reu-.a. ln 8e stessi e dalle più vt11orose. ~ correnti di 1 1 ita. derivate dal nrimo donoguer~ ra. 11 suo dramma Infine s/oct6 nella pa~e dell'ldlUio. Durante la sutt prima otovLnezza nello Smaland e.gli scrt.,se un lfbrfccfno, e- Gast IL NANO V.I. JPAE.R '* LAGERKVJCST Sor.o alt.:> ventisei pollici, ben ratto, Il corpo tutto proporzionato, Il = forse un po' troppo grosso. I ca,pelll non sono come quelli degli altri, ma. rossastri. molto ruvidi e molto spessi, rigettati Indietro dalle tempie e dalla. fronte plutto..to larga che eccessivamente alta. Il mio volto è Imberbe, ma. nel resto precisamente !den– tloo a quello degli altri uomini. Le eopra.c– clglla. sl cor.g!ungono. Considerevole la. mi a forza ! !sica, specialmente quando so– no adlra.to . Quando venne disposta la lot– ta tr& me e Josafat, dopo venti minuti di combattimento lo misi con le "Palle a terra. e lo strangolai. Da. allora sono Il solo n1<noalla corte. * LA maggior parte del nani sono buffoni. Devono dire fa.cezle e far gesti che tac– ciano ridere I padroni e gli ospiti. Non ml sono ma1 abbas•at-0 • cose s!m!ll. Nes– suno. ne<ppure Il mio signore, me lo ha mal propoo;t,,. Già. li mio aspett,, non per– mette che si faccia un tale u..<o di me. TI m!o o.spetto non ,1 presta elle facezie che destano Il riso. E lo non rido mal. Non sono un buffone. Sono un nano e nient'altro che un nan o. Inoltre ho una llngu~ punger.te che tor– se potrà pia.cere un p o' a certe persone di quelle che ml clrcondaino. E non è la ste~s9, coca come essere il loro buffe-ne. Ho detto che Il mio volto era !dmtlco a quello di tutti gli altri uomini. Non è completamente esitto, perchè è mollo ru– goso, tutt,, pieno di grinze . Non lo consi– dero un d!fettD. Sono fs.tt- 0 In questa ma– niera e non cl po&So far n iente ,e gli altri non sono cosi. Ml mostro esattamente co– me sono. senza abbell!rml né truccarmi. Porse non è naturale. M& lo voglio ap– parire pr<'prlo oocl. Le grinze ml fanno s~mbrare assai vec– ch! o. Non lo sono. Ma. ho Inteso dire che noi na.nl d!seendlamo da una razza che è p!il vecc hia. di quella che ORi popola Il mondo e che perclo noi slamo vecchi già qua.ndo nasciamo. Non so ~e questo sia. vero, ma in tal caiso dovremmo essere crea.ture primitive. Non ml dispiace di e .pparten !re a un'altra razza, diversa dal– l 'attua.le , e che questo si noti In me. Ml ,e mbra che U volt,, degli altri sia del tutto lnslgn1!!cante. '* I padroni ml sono molto a!fez!<>natl,spe– cialmente Il principe, che è un signore grande e potente. Un uomo dal grandi piani, e sa anche attuarli. E' un uomo d'azione, sebbene s1!1 nello s~ tempo un uo mo col to. che trova. tempo per tut– to. cui pia.ce conversare di tante cose tra Il ciel o e la terra. Egli nasoonde le sue vere Intenzioni parlando d'altro. Potrà sombrare. non nece..-sarlo interPs– sarsl di tutt,, - se davvero egli lo ra: ma forse le cose devono stare cosi. ell'll deve occupars! di tutto appunt,, perchè è un principe. E~IJ dà l'!mprecelone di com– prendere e dominare qualsiasi argomento. o almeno di volerci riuscire. Nessuno può negare che egli non sia una imponente personalità. DI quanti ho Incontrati egli è l'unico che lo non disprezzi. E' molto falso. * Conotco bene Il mio signore. Ma. non potrei aft'ermare di oonoscerlo a tondo. Ha. un carattere complicato, non è tanto facile penetrarlo. Sarebbe un errore dire che nasconda In sè degll enigmi, non lo fa a.ssolutamente, ma In un certo sen-o è Impenetrabile. Io stesso Infatti non arrivo a capirlo completamente e non riesco pro– prio a capire perchè lo lo segua con tanta devozione, degna d'un cane. Neppure lui d'altra parte ml comprende. Non ml lascio domin are da lui come tutti gll altri. Ml pia.ce però di e,sere al s,rv!zio d'un signo re che è Imponente. Non negherò ch'egli non sta un grand'uomo. Ma nessuno è grande di fronte al pro– prio nano. Lo seguo costantemente, come un'ombra. * Genti stro.ne brulicano qui a corte. Sag- gi che stanno ,edutl con 11 oa,po tra le mani per cercare Il significato della vita, dotti che credono di p0ter seguire U corso delle stelle con I loro vecchi occhi lacri– mosi. glà, e vedervi rlspecchlat,, l'uma– no dest.lno. Avanzi di galera e avventurieri che leg– gono le loro languide poesie davanti alle dame della corte e poi, al levar del ,ole, sl ritrovano presso l'acquaio che vomita– no - uno fu pugnalat,, una volta là dove si trovava e un altro. ricordo, r1cevet.te nerbate per avere scritto versi ol traggiosi sul cavalier Moroscelll. Vengono e vanno, lib>rl come ,ono; alcuni però si tratten– gono per molto tempo, come se facessero parte della oorte - tutti abusano della 1,o•rtà del principe. E' Incredibile che egli desideri avere qui tanti Intrusi. E ancora più Incredibile che possa stare ad a'coltarll, ascoltare le loro sciocche chla.cchlere. Potrei anche capire che per un momentD stesse a,d ascoltare I poeti, che recitano I loro versi - non ,o– no in tondo che buffoni; gente simile ha s,mpre bazzJcatD per le corti. Essi cele- brano la pw-ezza e la nobiltà. dell'ainlma umana, le gr•nd! azioni e le Imprese eroi– che: e •u questo nulla. da dire, special– mente se nel !oro canti adula.no Il prin– cipe stesso. L'uomo ha bisogno d i essere adulato, altrimenti non diventa. ciò ch'è de6tlna.t,, a. divenire, neppure al propri oc– chi. E tanto nel presente che nel passatD troviamo cose nobll! e belle che non sa– rebbe ro state nobll! e belle se non fossero sta.te cantate dal poeti. Essi celebra,no so– pra.ttu tto l'amore, ed è giusto. perché nulla ha tanto bisogno quanto l'amore d! essere tra.sformato in ciò che non è. Le dame diventano malinconiche e 1 loro pebtl si sollevano per I so•plri, gli uomini prendono un'aria 86Sente, trasognata. per– chè sanno che cosa sia. realmente l'amore e !>0-,"SOUO perciò ben ca.pire quanto deve essere bella. una poesia. Capisco anche che vl debbano essere artisti che creano im– magini di santi per Il popolo; cosi que– stD p0trà adorare un essere che non sia povero e sudicio oom'è lui; belle, sovruma– ne Immagini di martiri, che dopo li sa– crlllclo ricevettero tutti gli onori, ricevet– tero vesti preziose e un cerchio d'oro at– 'torno al capo; e cosi anche a loro, poveri diavoli, agli uom!nl sarà data piena sod– disfazione quando verranno Cuori dalla !o– re mlrerablle vita. Immagini che mostra– po " quella gentaglia che IJ. loro Dio è gtato crocifisso, gl! capitò quando volle portare un po' di giustizia qui sulla ter– ra; e allora gli uomini comprenderanno che non è possibile avere alcuna speranza di giustizia quaggiù In terra. Quastl Inge– nui artigiani sono necessari ad un princi• pe; non capisco che cosa abbiano da rare 1n questo palazzo. Essi aiutano gl! uomi– ni a vivere, dando loro una. chte:a, una camera di tortura bellamente adorna, nel– la quale possono anda re quando vogliono per trovarvi-!& pa.ce . Ed lvi Il loro Dio lnstancabllmente pein de dalla sua croce ... * Ma ciò che non riesco a capire ~ come 6'. pessa. stare ad a.'!coltare coloro che par– lano del slgplficat,, della. vita. I filosofi con I loro pensieri profondi sulla vita e Slllla morte e mg!! eterni pr.obleml, le so- 1\st!che dissertazioni sulla virtù e l'onore e il senso ca.valleresoo. Oppure coloro che s'imma,glnano di cono~cere le stelle e cre– dono che esista un cert,, ro.pport,, tra esse ed Il destino umano. Sono bestemmlatA>rl, sebbene che cosa bestemmino proprio non 80, non m'1ntere6Sa. Sono pazzi che non sMmo di esserlo, e neppure gli altri lo so– epettano. ness1mo ride di loro, nessuno prova 11 menomo piacere delle loro inven– zioni. Perchè siano stati chiamati qui a corte, ne6Suno lo sa. Ma Il principe Il asoolta come se le loro parole avessero una grande impcrtanza e penc:ieroso si carez– za la barbe. mentre ml fa riempire le loro tozze che sono di argento come la sua. L'unica. volta che li l oro contegn o provoca li riso, è quando ml solleva.no sulle loro ginocchia perché lo più fa.cllm ente possa mescere loro U vino. Chi sa qualche oosa delle stelle? Chi può Interpretare I loro segreti? Lo po,;– oono. essi! Cr edono d1 p oter parlare con J'un1verso. e si rallegra.no quando ne rice– vono rlspcr-te sensate. S piegano le loro carte a,;trologlche e leggono nel cielo co– me in un libro. Ma sono loro che hanno scritto quel libro e le stelle errano per le loro vie misteriose senza preoccuparsi di ciò ch'è ,crltto tn esso. Anche lo leggo nel libro della notte. Ma non so interpretarlo. La mia saggezza sta nel vedere lo scrltt,,, ma altresl nel vedere che esso non può essere interpretato. Di notte stanno nella loro torre, nella torre e. sinistra del castello. con I loro can– nocchiali e quadranti. e credono di entra• re in comunicaZJon\? con l'universo. F.cJ. lo stD nella torre oppOSta, dov'è situato Il vecchio appartamento del nani e dove vi– vo solo, daochè strangolai Jo-afat. sotto Il basso tetto che convlrne alla nostra razza, da vanti alle finestre piccole come ferltD!e. Prima V1abitavano parecchi na– ni, ra.clmolatl da tuttP le parti, In terre lontane, persino dal reirno del Mori, doni di principi e papi e cardinali oppure mer– ce di barat:.O, come si usa fare con loro. Noi nani non abbiamo patria nè padre nè madre, con'-'entlamo di nascere da stra– nieri, chiunque essi s:eno, nascere in se– gretD dall a gen te più miserabile, purché la nostra ra1.za non si estingua. E quando questi ge nitori stranieri si accorgono di avere avuto una creatura della nos-tra raz– za, cl vendono a principi potenti che noi dovremmo divertire con la nostra defor– mità, a cui serviremo d"- buft'on!. Cosi an– ch'Io fui venduto da mia madre, che con racca,pr!cc!o si scostò da me quando vide quale creatura. ave\·a partorito; essa non comprendeva che io ero di una etirpe a..;– sal antlda. Per me ricevette venti scudi • cl si comprò tre co.nne di stoft'a e un cane da guardia. per !I suo gregge. St,, pres,o la finestra e contemplo la notte, ln1agando In essa come quel tali. Non ho bisogno di cannocchiale. di tele– scopio, perché !I mio sguardo è abbastan– za profondo per se stesso. Anche lo Jeggo nel hbro della notte. * Può darsi una spiegazione assai sem• p!lce oll'lnteresse che Il principe mostra e ,,a no Bi' ,O verso tutti questi dotti. artisti, !llosotl e contemplatA>rl di stelle. Eil! vuol dare alla sua cort• !ama e celebri!.\, e vuol procu– rare e. se stesso, per quantD è pGSS!b1le, onore e gloria. Vuole ottenere c!b che tutti pOSSOno11,pprezzare e che, per qua,n– to so. tutti ili esseri umani si sforzano di ottenere. Lo comprendo benl.s&lmo e lo ai,provo. * Sono cominciati I Ja,vorl attA>rno a.I cam- pan1Je e slamo andati a vedere a che punto si trovavano. Esso si eleverà mo!tD al disopra della cupola e, quando sU01'.le– ranno, sembrerà quasi che le campane suonino In cielo. E' un& bella Idea, come dev'e,sere ogni Idea. che si rispetti. Sa– ranno le campane più alte di tutte qud– le che sono In Italia. n principe si occupa molto di questa oootruzlone, e lo si può capire. Ha esam!– nat,, I nuovi dlsegru sul post,,, ed è rtma– st,, entusiasta del ba&SOrll!evirappresen– tanti lmmailn1 tratte dalla. vita del Cro– cifisso, con cui hanno l'Intenzione di ador– nare le. base del campanile. Non sono ancora molto avanti I )avori. Forse Il campanile non sarà m al !\n1to. Molte d~lle costruzioni progetta.te dal m!o signore non sar a.nno mai fl.n1te. Eccole là. che El eleva.no lascia.te a metà, belle co– me rov ine ,11 u na gran de concezione. Ma anche le rovine sono 1 monumenti com– memorativi 61 colui che le ba edificate, ed lo non ho mal negato che egl! non sia. un gran principe. Qua,ndo egli cammina per le vie non ml dispiace di andare al suo fianco. Tutti levano gli occhi verso di lui, nessuno mi vede. Neanche per sogno. Lo salutano rtc::pettosamente, come fOS.S! un essere superiore, ma lo fa.nno perchè non sono altro che una gen~lla vile e adulatrice, non perchè lo amino o perchè sentano un po' di rispetto per lui, come egli crede. Se vado solo per via, ml ve– dono subitD e ml roagl!ano Ingiurie. Ecco là Il suo nano! Se gli dà! un calcio, dà! un cateto al suo padrone! Non ci si azzar– dano, ma ml gettano dietro t,,p! morti e altre sudicerie preso dal cumuli d1 lm– mondlz!e. QuM1do, esa.sperato, sfodero la ni!o. spada, sghignazzano alle mie spalle. - Che potente signore abbiamo! - gr:– dano. Non J>OSSO difendermi. p,rchè non combsttiRmo con le st!SSe a.rml. Devo cer– care J,i salvezza nella fuga, con 1111 abiti tutti !nsudlc!atl. Un naino ne sa a,sal di più che Il suo padrone. * In verità non ml dispiace d1 SOPPortare tutto ciò per amore del mio principe. Que– st,, vuol dire che lo sono una parte d1 lui e In ogn1 coso che rappresento la sua augusta porcona. Anche quella 11entaglla ignorante comprende che 11 nano di un s:gnore è dlfe.tto Il signore stesso, eome lo sono Il castello con le sue torri e I suol merli, e come lo è la. corte In tutto Il suo splendol·e e In tutta la sua magnifi– cenza, e Il carnefice che Ca rotolare le te– ste là fuori sulla piazza, e, li tesoriere con le ,ue !ncalcoli-bll! ricchezze e l'intenden– te del cnstello che distribuisce 11pane al p0verl In tempo di carestia - tutti sono Lui. Essi sentono quale potenza !o effet– tivamente ra,pprese,ntl. E ml riempie e:em– pr~ una grn.n de conso lazione nel consta– tare che sono oblla.to. ' Per quanto possibile, vestD come Il pr!n- ctp,, medesime stoffe e medesimo taglio. Ciò è pcss!blle lmPl"l!ando per me I rita– gli che avanzano quando si fa un vestito per lui. PortD sempre una spada al fianco, come lui. sebbene µlù corta. E Il mio por– tamento e a!trettant,, mae.,-«>so - pro– prio come Il suo. nel caso che lo si vo– lesse oss~vare. Sono In tal modo !nter.amente simile aJ principe, sono tolt.anto a.s5a1 più piccolo. Se ml vedessero attravor,o I crlstalll che quel p~zzl della torre o::cldentale dir!L– zano contro le stelle, sl potrebbe credere che lo sia proprio lu1. V'è una. grand e diffe renza tra nani e bambini. SI crede sia.no la ,tessa oosa, per– che si som!illano per s tatura, e dovreb- • btro quindi anda're d'accordo; ma ciò non vuol dli' proprio nulla. SI fanno speoso giocare ! nani con i bambini. per amore o ptr forza, senz!l pensare che un na..no è 11contrarlo d'un bambino. perchè è na.– •to vecchio. I bimbi del nani non giocano mal, eh 'lo ,appia. - e. perche dovrebb.ro giocare? - con quel loro visi ni da vecch i tutti rUiosl non farebbero che oft'rlre uno spettacolo rlJ)Uinante. Impiegare I nani In tal modo vuol dire torturarli. Mo. 1111 uomini non sanno nulla di noi. PAER LAGEllKYIST CTTad. di Clemente G!annilu l Con la prefazione dt Clemen– te G!anntn1, e da luf stesso tra– dotto, uscirli J)ro.s.simamente - presso l'editore Gherardo ca– sini dt R.oma - il romanzo e Il Nan,o,. df Pdr La.ouk:vLSt. Ri~riutamo l'editore Ca..sini di ,wercf concesso Questa antlci– pa.z1on.e per t no..,trf lettori. LAGERl(VIST L'llomo giustifica la vita "T i ricono sco,cara vita, unica cosa pensabile tra tut.to quanto non può essere pensato,, * di CtEMENTE GIANNIN[ ho s verklll[heten • (Ospite nell<i realtà;), eh• è /on.da.m.enta.le . per la. interpreta.zione d1 tutt a la sua oper a. I .suoi genitori abitavano In un e /ultggtnoso castello•, una ,tWone ferroviaria, ove suo padre era im.pt.egato; e nella sua ca.sa era un'intima certezza, perchl U cristian esimo la proteggeva con la. aua mano dolce e. sfcura. Ma sotto l'abitazione era e: un ristorante di sta.2ione con le atuoie logore e i sofà di velluto con.sunti e sempre occasionali viaggiatori nella sala d'aspetto. se1npre gente che aveva /retta dt andar via•: e quel ristorante divenne per il gto– vtnetto un simbolo della vita che doveva vivere. Inconsapevolmente egli a.veva. per• duto la fede che impregna va di c utezza l'a.tmos/era della sua vita /amata.re, aveva perduto la fede nel Dto del ,uol pa dri: n; gli giovò di a.vere nella foresta una pittra ,u, cui solevtt infllnocchiar1t e pregare, né gh giovò inva11h.!r.d d! una « fanciulla libera. trlce •· Ef'1ll doveva u..sctre da quella vita . E tra ll led.Io deUa. vita t!i una qua.lsia.si ci.t • todina smolandc1c ealf vt,ue e- cose mer a.vt. oltose >, quando incontrò u vecchio J onsson; costvl gll disse elle se lui. Jonsson, non fosse rima.sto li tutta. la sua vUa a se9are. Icona., mJglla.ta. dl persone sarebbero morte di fred– do. perchè e- /a. tm freddo tremenc1o in qu.e• .sto mondo .se non 3f /a fuoco •· Eg li vf&se 41 dmboli. Ma c he l'ab i~so a.J )erto.si tra lui e la sua Ja,nlglta fos.se . incolmabf le ea li com– prese all'età. di di eci an ni. quando nelle te– nebre della. notte insieme con sun padre fece 11ngtro lun!]o la str ada. /errata: e un Inatteso convoglfo. lun.oo e nero. Jf.&chtò. Il ::::i :a 0 bJ:;t c d~\:c !::%~iaO~z ':n! 1 ~g~ sfçnlftcò per lui e l'hnoto, ciò df cui il JKtdre. non sape"a nTJlln. e da cui t1,.,.ciò trnn t1ote.va difendersi•· Do1,eva accadere così d f'l suo ~nd.o. della 1ua vita. non come quella del pa!tre. certa. e si.cura. Non esi&tcva un mondo vero. una vita uera.. Il treno non /~e che pr ectpftare . bruciando. n,lle. lcnr.bre. che era– no sen.ia fondo•· Già .,tn da nllora. l'ango– sci a lo a veva ghermito. Si dette 1)01 aglt studtl e cominciò a 11ubblfcare t>oule sut vtornall d,llo Smaland. e nubbllcò due 11ic– coU libri cU pro.,e. e Mlnntskor • (UO'lfni J e e- Tvasa~or om Uvet • rn,,,. 3agh, d.r..lla.vitnJ. Prim.,;i dello scopt1to della. prima guerra mon.c:Ua:l.e. 1f trattenne z,er un certo tem.z,o a Parf.of. dove rf,.,.,,ette vn,i wofonda. im.– i,re,sione dalla pittura cublst4 di Pfcas.•o, pen..sòallora eh, anche la noesia dovesse con– formar•! a ouella fonM d'arte. Scrisse il fn– moso mani/e.sto - fl primo pr()t17'amma scrttto della letteratura. s,,M.e..,e contemporo– nta - e Ordkonst och bildkonat • (Arte della aem;,re lo ateuo c&mJ)O,10 r..auo fueo. la. {ateua tana. lladre, ehe un &1orno da. bl.mbO e.anz.u.l rneraYirllou IOll te tue puble ' z· buio. Sento I• nube che a·&ddenaa. dura. e ;rlSJ.a atto:-no aJ m.10 cuore. f';ana:o, terra è la mJ.a fronte e nera m1 ata. prevo la ;ola. che è calda ancora. Oh com'è dolce eu~re .reruto te.r1to loft~to aotto 1, A.lbllante efeT~ de.Ue.nubi aerene. sono flnJo. ,ono te.rTa ml rn-u 11 carne li asnrue. 11 dealderlo ardente detla cua: m !1a.li! ~e:;iri~~:.a~~ll~alrt~e:~:r!";',!: ch e il teatro; e cosi nacque e- Den sl&ta mln. nlùan > fL'ultlmo uomo), la. morte totale dell'umanità. presentata. nello stile• coralt greco. E' U treno, eh.e, bruciando, preclntta Mlle tenebre. Pot u&ct ll volume e Teater •• contenente tre drammt ln un atto suU'41W"• :r:c/tulfr :,;t~n• ::~~';, ':i": ~tf.~tg ~~io :J f'l : gerkvlst attacca. U drnmma lb.1enia.no , cM deftnlsce e- una. stnnza di ,aggio rno .senza . Jan.. te.&ta. dove t atata tolta una parrlt" >. E venne poi ll dramma. in un atto • HimltM hemll•het • (Il mistero del cielo}: la 1olti tù!corazlon.e de.lla 8Ct.na dimo.stra l'a&.surdf:'à della morte e dt"UO sJX1zfo. La ace.-narapore• ienta la parte 1upertore df un corpo celtate di colore aziurro cuJ]O. Sulla sommità. 6' trova. un vecchio e tagli.a legna (Il vecchio Jon~son}; più In ba.a3o è seduta una. ra.qcu:za tenendo una ch.itarra tn m.4no e cerca una corda che non &i tro,,a (la fanciulla. deUa sua 11tovln.e.naJ: r,utn,dt un omaccione che non /a che mouare le tute Mlle. bambole (il carne/tee). e -poi una donna che suona . U corno, e un, nano con un abito varfonin.to . C1ie vn oto,,anf'. morto di rece1 1te, aridi di• iu,rafamcnt, alla vhfo di t?UUto &pettacolo r,rotte,co. eh.e è no! fl mistero cul cielo, ,t comnrende 1'e.nis"tmo; ma que.,to simbolo. a.I conflnt della follm, è !I centro di gravità delI'oper11 letteraria di L/1/lerkvlst. e Det evtea leendet • /L'eterno ,orrt&o}, uro dei mtgltorl roma~t della. letteratura. acan. dlnava, u,cl nel 1920. Tanti morti voaliono parlare l~l.eme d.elTa loro vita. d'un temno: e uno di euf sf afaa. e chfetU quale $UI Il s!cm!ffcato di tutto U creato: • olf altri ., alz.ano oer ct!rcare Tddto. E lo trovano. Un vecchietto che. taalia. le(Jna. tJon.uon); ecl e.oli dice loro che li ha creati nerc1'-' st accon– tenta.,sero df non ns,.,- nulla. Ma ouando p,tta oli occhi ,uf f!•lfo!! morti. continua a dire che creandoli non avevn. fn.t,nzione di Ja.r nulla di .straordinario mettendoli al m01t– do: rtcorda. soltanto df ttuere stato molto felice nel momento della creazione.. Un.o dei DOMENICO TIEPOLO - • Pa.ssenlata d'Inverno. (part.) parola e a.rte.ftgurativa, 1913). c- f va.lori e.ste– tfcf sono positivi e re.ali e noi provfa.mo dii• ftdenza. per l'fni!efinlto, per l' a.stratto; a mia– mo la rea.Uà.a.nche nel moneto che CTM la fantasia•· Il e- vero bello arttstfco • riposa ,ut valori matematlct. Era intanto scoppiata I.a prima. guerra mondiale; ed egli volle esprimere in chta.re concrete imma.ptnt ciò che tl .senttme. nto non potetla nascondere.. Nacque cosi la. raccolta ctt poesie ~ Motiv •: indhnentfcabile. la rap. pruentazlone dt un dl.sastro ferroviario, dove a lui sembra che U capotreno, caduto al suo po.s to dt s ervizio, a.poala bello /ra le rovifz.s del tre.no. mentre i corpi de./orm.atf <Ui vt.a.o– ptat ori d i prLma. classe hanno un a.spetto in.siqnUicante e talora ridicolo. Tale bnma.• çfne. mostra le simpatie oolit tche d.d poeta E nella raccolta d.i novr.Ue e - JR.rn och mln– niEkor• (Ferro e uomini 1. cinq~ racconti duri come U oranito, egli tra.tta della pslccuf di guerra: e fl /erro. a. cui esri tuttt 8i Ol'J· grapoano con le mani, è penetrato nei loro cuori"'· Utcl »oi e Angest,. ( A.naoseia). un.a raccolta. di i,oesie che al/ermò il n.ome. r!el poeta. in tutta la Svetta. .Pteeola mano, che non 11ti mla. di chi 1et tu riel rr,nde mon~o? Stai ne!le tene':lre. Non Ml m.U. Ma ,ento l'umano cOTdo;:Ho. _ 1 /:~:~~~i~~1~1:1a1:t;z~ 'o/e 1 J: ~;:;.~~~ftr~ bene appa.iono nei versi seguenti: Dlnt;:,rno a mt I: l'ett1o:-no. dintorno a me uct. o Dio. Che con è ,rande t vuoto co~ l'et.ernttt, calmo e allenzloto come u o O!o? D ntorno a me eb1ar1 deurt1, co".'>ertidl ce!eJte sp!~ndor di u•ne. Chi eel t\l che dlmor. nel t1~1•··0? Cht l!ld tu, u ap:>6t'I d• 1 .!1 volt• !t•lhtl? M'lne;etco ad1gto au per ru:nlda c1-;,ern,, curvato ueo:to, mt ruudo attorno con eecht (ets;x,..t. t!l ticitr: •tt!:e dell'etrn t.i brtllano. Tutto è a! 1 e:-iz..o. E' 11 nulli!.. e da que~ti altri, appartenenti .. _. rt alla. :i;tessaraccolta: &ono ran,o, 10no : .e.ru, mt ;:ra\'1 h carne. U un;ue, 11 d~..Jde r;o . u-dtnte della c,s.a. n rn:o Dio, mlt madre, ltl mia an;Q,6:.b 1neontr11, e mt Q:?1.\'1 l'arde.n~ desu:!trlo d•lh CJU Credevo di ~zutre un 11oune auurro ten• (t!ero In meu.o alle At!l!l•, teUo • IOtUle; ero fuori del mondo e !uort di me, un truLe rloUno lmpre.suto. On 10 ,o. n6n C'Oli mai dii me 1teuo. O.in! :nlo dtt!O e.a di mia ma.dre: trrn;> i)~ ntl mio cuor• <h un ,·eechlo fiume, le m!e m11n1 furono ;>.ene di t~na. E teno e u.colto 1l canto del e.1ml)t, morti allora escla.ma : e- Ti rtconoseo, eara vita, unica c osa. pen.s abil4 tra. tutto qu.a,n.{o non. può e.uere. pen.sato •; e un altro et.ice: e- E' dovere dell'uomo e.s.1ere /eltce >. Un.a. concezione anlmale.sc a. Pii. r Laocrkvist e.ra stato in Italia, era. sta.ta una riveltUfo ne per lui, e ne era ta nto fel ice: lntttolerà la. sua prossima. riu:colta d.l poesie e- Den lyckll• ges v~g• (La vm dell'uomo felice. 1921). La p iccola m ano che aopn tutto a.mal l'ho rltrova.ta In questo mondo. Calda e rosat a • nella mJa, 1·1: achlarito di nuovo 11mondo \utero. Il rin n.ova.m.e. nto&piri tua.le CUl poeta ,, ch4 per un momen.to t riusc ito a .supera.re l',an .. g0,5cU1•· lumtno&a mente si ma. nife.sta. in que– stl suot nuovi cantf, che riecheggUJ.n.o t temf trad.i.lfonali della paa.sia.&candiMva.. Una lettera ml clunl!. e.'li.1 ;:arlava d1 mM.61, d1 ram05Gelll d1 ribes e di cUJ~Ji. UOl lettera d!lla ml.a T.Cchla tn.J.:1:e sc.rltta. a e.uitt~rt tremolanti. Parole e pnole au Càm.J)I dt tr'..!C>9::l.o di e.e;ala matun e aiole fl.orlte, e Lul ehe tutto rena d.1 anni 1n anno Poderi a cuolarJ eran lt..,-:pti nel IOle aotto l'~chto '°LgUe del &tr:o.o:., e le ehtue campane ma.nda7ano u11s eqU!.lla di [))a« ,o-:,u la 'oasu tern. E:'a lan1<J J)To!umo di '°!ali rtor!tl e d1 11~1,ndt, canti della ura. e pace dt i!orno dl f6.\ta quand'ella tM:rh'ffl la sua letter11 a me. Notte e glo:-no •·e:-a a!! attcat a ten=1 rtposo, tn modo c.he !o lon:.eno lonta:no poteu1 ave, e un ,entore deH!li fe;tclU. L'an;ogeta Il ' aelolta nell'!di\UO e3?nJ)UtU. Ma. il crt.sttanesimo della. ,ua. fnfan,ta. lo attrndeva al varcn: 110n la fede fn. Crhto, ~rch• eali stesso ha scritto ehe non. ha. ma, sentito u Cri.sto ml.stico: mo quell'amore per l' umantt d. che a.n.ima la b11on a.novella. crf– &tfa.na , e?li sente comi'" tono fondamenta.le d el suo estere. Nealf anni ou ando scris.v t dra.mmi e D•n o:iynllge• (L'invittbile. 192.l), in versi. e Han som ti ck leva om sitt llf s (Colut a cui Ju cta.to rivive.re lo sua. vttc:i, 1928) e e- Konun c.ttn • (Il reJ e 1, operi' fn prosa e Onda uiior • (Malt. tta,he. 19241, , Ga.st ho& Verkllo;htten • (Ospite ne.Ila real– tà 1925), e- Det besesrrade li\ltl • (La vita su• pe.rata, 19)71 e la ra.Ct'.'()ltadi poesie , Hjir– t,tt& santtr • (Canti del cuore) egli trattò un !tmUe tem a.. L 'e.tlsten.za. di Dio. Ce lo df.ce U poeta tn • Df' n osynllg e >: Dio i cre atlone d ,elruomo, ma. egli e&iste e ci aiuta stn.tan.to che no, crediamo tn Lui. Una ult eriore e voluzione d.el concetto goethf4nc • lo rplrlùi è !mmm- !':~nftà; ~ - ~":z1 °[:'~~~,;l::,':,t~ u e= .g ammtra.rt ruomo qU4n.do gU eon/eriace un &inrllt. po tere. La vita t maledetta. Nel volume e Det evi– il leendet • fl poeta Il t Innalzato 1ulle più alte cime cull<i felicità:; come nt4' t ora rl– etu!uto nelle e &udtce va.Ili•? Lt1 conoin.ztone che la vita è a.,s urd4, rfde,tatall In lui, lo h4 tra.sclnoto in ba.uo, tanto da. esclamare in un pa.sso d.t.lla racco lta df 4/ortmd e- Det b&evade livet •: e /o tl cancello. vita, per• chi mi trovo sopra una vfa eh.e porta lon,a ta.n.o da te. Vado là. dove tu non ml 1egu.t •· p; U ,uo dlsi,ruz,, per la vita culmina In que&te parole: e- tutto h.a per noi un 1igni– /f,cato, per la vita. ne.uuno •· Ed ancora. n-..... glfo si gtu.stfjlca la 8U4 gra.nd.e a.m.mlraz!O,f.e. f't'r l'uomo. Nece,sarfa la presenza. d.ell'uomo · altrim enti la vita è 17lloppartablle. Lagerk: vi.st non è tf.C certo un matt!rlal~ta M a l'u/Jtenza cul mi w? G I& 0 ln e Den O!ynllge >, cfM nel 112 3, ave.va U poeta con– cepito ti nu,Je utile al t rlon.fo c ul b<1'e. P'one ha U male un'ete,rna dimora ull luoro lontano. 10Ututo, 1naceeN11'1le do-ve Invano al CPT"U l'eaplu1one, • eome la r..MN. luce tmrnort.ale. Ma. anche prima. dL scrivere queit11 pc>e!fa. nel dramma e- B6deln • (il carn~lfeeJ. eh.~ tra.ase dal rO'f'Urruo omonimo. ,.plf aceva P,1"'-50 vna delle we. marlon,,tte dt e Hlmle"-8 hem.Ughet >: e aveva ICl"'lto a.imvn."o colut ;'::za~1e ~,,!~!ta'"~ro::ah"'l!:~: dr :,r;;::~ in. onort In. vn rl,forantt nazhl,i; ttttrrrifo egli, d lMXZ in nierft e aridn. dfrentfo ch','1lt ha urvftn l'um.anllà slntonto rJfe è ri:istif1. • ha crocifis.(O Crhto ,.d ha V"duto eh,. no~ era Dio: ma non rtac~ a dlme.nttcarlo ,.d ora. ri.uldera porre termine al suo cruento mutt,e e wnle e.a"ere. crod/l110. Il carne– ftc• dtvlene Crlnol Questo romanio usci nel 1933, qua.ndo a na.. !L,,mo andò al 'D0fere. Eulf odmva fl MZ!smo. Nel libro di vlaool e- Den knutnt nliven,. tll pU4no chiuso) di– fende le vecchie trru:tkionl umanitarie euro. pte: e I t1enne Ud~n • (In. '7Uel tempo) è il titolo d'un altro libro tn cui e.sprfme tutto U BU0 d.f.sprttzo f'tT" la /orma dl cvlturtt del por,olo sovrano. Ntlla raccolta. ,11 o~fe • Sang och stld > (Canto e lotta, 1910) ce– lebra U Nord: Otace ln allen.td o la t.ur& trate':"?1-a 1ull'aoqua lum.ll :!.01.a. come l'enne Non IWll1J ffl.bo t,l(l da .rtva a rlVa da monte a monte dJ notte. ' -Un.o stfano contra.sto con la sua tn .inter• rotta alta ten..slon.e. s,:,irituale presen.ta la ava lirica piit tarda e-Sa.ng och &trld •· e H emmet och st1irnan > (La casa e la. stella, 19421: r 1 .appalon.o le ne inclinazioni di un. temoo per una rappresentadone ldUlfca d.ella n1,– tura , dell'uomo. per un id.-alf,mo retorico nello stUe di T,vnér e di Wallln. ch e ,or – pr ende in lui clu un.a 11olta a.veva. t ,aldl.ln– zo ,amen.te deriso Hetde.Jtam e Karlfe ldt: An 1oec:Ja, & 13i'.01ela 6 la ~art,, del mJo nt&ffio,. pia,;a della mta 101&, CT1do del rnlo cuore nel mondo. E in piena guerra. egli prese d.f nuovo a prlnc!plo del male come centro de!Panone di un 1uo romanzo, un ene-r& verame-ntr ma– ligno - U nano, una delle marionette. di e mm.Iens he.mllghet • - U quale scoi,ra che Leonardo da Vinci (me3e.r Bernardo) ra.ppre.senta. la. sua cattiva duchessa prima. come u714 cortttrlana. e poi come una ma– donna. La cortigiana dicfen.e madonna. ~ nel romanz.o e Barabas • (1950) infine - un. nuovo capal.a.voro - Lagerkvbt crNi un personaggio che appartiene alla. ra.zza ,!e:1, e- ea.rn.ejlce,. e cLel e- nano>, U ladrone d1 &tra.– da, che vetU morire Cri.sto sulla croce. che vede C risto rtsorgere. eta lla. morte - no n , pruen.te però al miracolo. che auiste. a.ll' au– vento d el crl&tlanestmo e vede altri so/Jr fre U ma.rttrlo pe.r amore della. nuova fede; e aUa ftne, ,:,er quanto fn modo grossolano. diventa \/autore del crtsttane..slmo col propu– g1t,4re la per3ecuzfone contr o di e..sso: e per un. errore t pot croc!/ !3.so . B1'1rabb4 diventa martire! Egli t!.Cvtene un c roctJtno, come u carne./f,ce n.e.l rl&torante n.azfst a dt$iderava. di essere gtu&ti.ttatol Il ma.le con.trfbutsce alla vtttorfa d tl bene . La.gerkvlst i sta.to a gran.de rivolu2ionario e U rinnovator e del la. lirica, della prosa. e sopratutto CUl dramma in cui porta. al~ e.strem.e C071.$eguenze la dramm.a.ttca dell'cln– ferno • di Strlndòerg. In ttLttl testi caml'I r:zi;g,o":lft1to1n11ri;;:!fl/i~.& l~stll~'."~g!~~ innova.doni costituirono in principio uno ,tri– dente eon.tra..sto con le tendenze realistiche del tempo ed allo deuo mo-n.ento un ritorno a forme d'arte di te~pl più antichi e c011- /ormarst aU'e..spre.sslonl!mo europeo del primo dopo,uerra; ma. dopo U 19ZO Lagerkvi&t rag– g!unga nella .flla lirica un'armonia classica che lo parl<l tra glt epv,onl cul vecchio Hel– d.estam. Anche nella uro.sa - e Il Nano• - e nel dra.mma. - < Il carn ejlce > - la sua mal in interrotta svoltatone 1pirit1,l,(J,U ed ar– tisti.ca si avvia verso un.a Jonna sempre più robusta e verso un.a semi,re maggiore po– tenza ed evidenza e.soreutva.. ... Nell'onera. che presenti.a.mo si ritrovano t motfvi d i tanta parte della let tera.tura 1can– dtna.va .,· tra le fonti più immeclfate. ml piace però in dicare U racconto grotte.sco e Tschan– da.!& > dt Strlndberg. Lagerkvtst t molto vfci"lo a Strfn1btra. com.e s'è vi.sto. La. concezft)n.e co"m.fca d~l ~·o.1tro dertva. evf,f~tem.ente do ouella sfrind– berqh.il lna, m a.onttfl"t1me.nfe eSTJre~sa net o. auen.ti ver.si nel e Dramm& del F-O{ZT!n • f~.tt DrOmm el). forse l'apera wa 'Diù signilfc11- tiva. vero centro cU gravttd. del suo mondo poetico: L• ten-s non t nun, h. "'1a non f be!h.. c~ttfvo no1'\. t l'uomo 1-IHODO nM)Jlure. VtTe come 'D,1b, un ;torno d~!> l'alt:.o. I th·U d~11, 'Do\..-•·e ne.Us J)Olve,re atu,no, d1lla .t,-,1-:-~~ ?l'!.t!, ,,1a 'DOl-• f??'Dlt1.d0. ~, ... ,.,. '"Oled.1 -;,,e,rmuclare rnn all ~·t mt-rattan o: La co1.na è loro n v ostn? ChlMe il p<>et.s. rtvol~l\dOS1 n\l !>et. Ed EMar, il Ca.nitan.n nel < DMsdRn~"' (L#f. da.n.20 m11M1',ra 1 dl"'e nrt>nrt.., 11,,e,to: ~ La. vf"a è sfa,.,, p- m• "l"ld tfr""", ("-,.sl storta, cotl cattiva, si"O ctalll.t mi,, inlanzia. ... e '7li vomirf tanto cattivi; e co.d divemtf cat~ tivn anch'io ...>. 1,~,, d.l fronte. alla t'la&,d,,1,-à. d"ll'Ut)mo. do• ft1fn ato tfn..l "'"le, eh• sol/re • $O0 norta li m.ol, . e di mfflt s'imhi-t•• r dit, ,n.ta r,.rci6 cattìv o. La.,qerkvf,,. r!l'!ona aU'uo mo tutta la su.a umana di,,nffà. la. rua. e virtù .,, morale e civile; egli , lnca.oace di moditlcare la e- maledetta vita•- ~ ca.t>ffce di affrr111,,rsl ront.e. vn tto!Ttn-df? n!.ll'l dffltcil,. erf in'•l1ce ln'ta. Tale cnncrzlon! rnDT'""!•nt" ind,i,..1'i11- M•1tte un rttor,,l"I alle a..-andi trn"'hlonl dena T•tt~,,~,,ra. ,,,,,.,rica. a Ibsen. a Bfrirn,on nll'l r v,•r10/ ir H•i,Jtstom: e rant?rt!'."'n'a sen,.a du1'1'to altr,.•l u,i ,,,,nff,uTtt'nto ,,. r,nn. una .so 1 ••,to n.e deUtJ .dr"tn.""tttl"" tesi di Strin,fbert1. N•l raccon.to e Tsc1Mndrtla .,,, et,, 0P>t,1attto iMfr-rt o come tJna. delle fonfi lmmedir,t,. de e- Il Nano•· a $trfnd1't!rr, fl superunm., rf-r2- setiino si nresenta tn # forma realhfif \l, por c,,f e'!O "i tras forma fn un uomo d 'l.na 01ù olt11 inte llV ,nt.za . ma dalla vita pJf.., J,fea . 'Ofù rntft.nn.tt, e com nltca"ti e quindi ani",,,. fra• rttl• dina n>f all,;i , forza. bruta.• dtl1'w>mo inferiore. Tolt' antlt!sf. pfti vtsta. da Str!nd– ben,, è attualmente messa a fuoco ntl ro• m.anto che nrese.ntfamo. Ne è rvtrlenf,. la derirazfone. de.Lia lfaur/l. dl Leonardo dft. Vinci (messer Be rnardo). fmma alne. perfetta del svf)Uuomo strlndberahla.no me.sso dl fronte allo maschia penonalità c ttl condottt,.ro Boe. carossa. che raporese.nta in.vece la /orza bruta. Il meflstofelfco Nano. lo spirito del male. trae da aue&to ra.//ronto le con.se11uenze looiche. E la logtca per I poeti t stmi,re del dem!ini. Mentre !n Strindbero a i,oco a poco si /a &froda. l'Idea che Idd!o vole.ue punire con ~ue.lla sua tremenda irre quleteua spirituale f .suoi peccati. p~ condurlo, per me.:!20 della solfe.renza, alla, contemo-lazlon.e delle vertta divine - ritorno al mtstici..smo per /a.rglf a.c.cetta"e la vita. che iolta.nto con la pre– senta dell'c- u m-ano • t sopportabile .. Il sen– timento di e- gran.de pietà. per glf uomini •• eh.e ispira r ultfm.a produtlone poetica df Strindberg, si risolve nell'opera dell'ateo– re.ltgfoso poeta Par La.gerkvtst in una scon• Jin.ata. a.mmirazfone per l'uomo. CLEMENTE GIANNINI

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