Fiera Letteraria - Anno VII - n. 41 - 12 ottobre 1952

DOMENICA 12OTTOBRE LA FIERA LETTERARIA PRIMA DELLA NOTTE NOI TOR AV AMO AL LAGO ORMAI IN ·OMBRA li Roma.nticlsmo tna:le.se ~ li più natura– le:. dei tre manlort che mu tano Il \'Olto •1· 1• civiltà europu fra n n.ntre del Settecen• to e 11 prlnclplO dell'Ottocento. Non al parla del nostro. moto Intimo che rlnno,•a dal di dentro. unr.a scam·olgere Jn eterna misura cl&SSlca, contro cui a'ertmo in.frante glA l'ondata gotica e la bArOCca. Ma Quello te desco, nella sua grandk>s& deter– minai.Ione conctttufl.lc . Il francese, nel auo accmto d i polemica c hlarlflcatrlce. rivelano una ,·olontA, più o meno preclsR, dJ rh·olu• donc In toro, uno afoff.O intellettuale con– MIPf!l'0lc. pur &e di 0&eurc mdlcl. Ntll'l&ola, ove aveva attcochlto, brillando l'ctA del JmnJ, un clBMlclsmo ,•Ivo di umo– ri autoctoni. 11 Romnntlcl.smo nMce quasi per fatalllt\ blolOIJICada un suolo partlcolRr– mcnte ricco in rcnnentl. proll!crando con grande vigore. aem.a l'ombm di una dlrttlo– nc. di un 1Lste.ma. C'era auto Il preeon1mento. pers.lno teo– rico. del Warton, Young, Hurd, quello fre– sco, creativo. del Oold6m1Lh e Bums e Bla.– ke, c'erA atato Il pa.rtlche clamoroso dello ONlan di Macpheraon. ch'ebbe sul conti– nente una ,·oea e un'lntlueru.a enormi; e nel romarJJO. genere nuovlsslmo, la llorltura IICD.tlmentale delle ClHrbse e Pamele. con fiumi dJ lagrime e imttatori per ogni parte. Nel ,·erde del parchi lasciati allo atato na– turale non splcca,·a, a bella posta romita. qualche prlma ro\'lna finta nel guato della architettun\ mtdlevale? In questo paese dove la pianta-uomo crc– .,.,e piu aolllarla e 11elvatlca, h\ sotterranea ,·cna romanLlca al lib era co n una forz.a spon. tauea unica, e non vie.ne arginata, ma ac– ~tt.at -a ed empirica mente.. 1n tutta IICIDPII• c ltà, &fruttata. A.nch quando. verso Il li98. con l'Incontro "-u.dswoth-Colerldge, Il Romanticismo ln• glt~• oomlncla, ae CO& può dirsi, la sua vita un. ... ,,al~. nient.e scuole e gruppi, cenacoli ,;a. lotti carrl!. glomnll o rMate, bntt.aglle ldeo– Joalche. Due poeti, che avev1mo i,entlto pro, fondame.nte dentro di sè quelln rellgl06tl, partecipazione alla natura, quell'amore del– la aolltudlne e del aosno. quella passione per la libertà, quel gusto del concreto e del plt,– toresoo. nel quali atava l'esscm.a dd Roman– tlcl$mo, al allontanarono dalle clttA, dllno– .1trando un effettivo, non pununente ,·erba– le Slancio, J)f:raelve e laghi e monU e mari. Il 2 luglio del 1797 Coleridge conduase WordS"-Ortb e '" 90rtllft Dorothy ftd Alfox– den. clrca quattro miglia dal cottage 1n cui IuJ •h·eva. Ecco oome Colerld1e ates.w. acr1vendo a Sou\.hey, cl parla di quella memorAblle pri– ma vllleutatura poetica, da cuJ nascerà Il libro delle Ballate Uriche, manifesto e ht• itleme optra pr1m11 del RomanUcwno in• glc5e: • Per unR oomblnadone dt singolari clrcoatanu unR cnsn dn &lijnOrl,elegante• mente moblllata. con no\·e ,;tnnzt. tre ~niet.– ti e un qalomo. paroc; e gtnrdlno. in poi;l– z.lone romantica nel prc.sst del mn~ tutto quuto ho procul"l\tO t\ Word,iwortn. per la &Omma di venllttt at.erllnc all'anno. com– ptt'se le tuae. Bc»cht e aiuole 101\0 tutti per Jul, QUllslasl COIR \'Oglla fame. Word,;worU1 è un grnnd'UOlno. l'unico sempre e sotto tuttt gll l\S)>Clllcui lo ml &entR lnferlort, Il solo 111 cui confronto tutti quel letlerntl di Lcndta ml acmbrlno patatine. un composto di nullità e di stupldnnlne •· Olà In quel libro al rive.Inno le due essen– ziali facoltà del due poeti, 1 due ,-o!U oel RomantlcWllO lnglt8C. e .• quel potere di t.-c– dtare la •Impatta del lettore con la ftde!e aderenza alla verità della natura. e U pote– n: di dare l'Interesse della novltA con i ro– lori c&.ngtantl dell'immaglnaUonc 11. Del ccolori cnnglantl dell'lmm11glna~to:ic11, nelle Ballate Liriche r tutto tinto ll Vecchio Marinalo, U lungo poemetto di Colerid~ d• cui prendon l'a,·vlo la baleniera folle all'in· ,caulmento di Moby Dlck e 11 battello eb– bro di Rimbaud. Oua.rdatelo. gplnto dalla tempesta. vern:, U Polo Sud, quel primo nscello ranta.sot:L. E 11 let.'6 In oucl punto la te.mpc.rta Jurirua. prepc>renre. ,wrco.ul dalle ,ue ali Ci .,, ,n.ie lungamente nel SucL Con le antenne Inclinate e con la prora, come chi ,e lnttgulto con grandi urla calputf ancora l'ombra del nemico, china aranti la testa. la nar:e ri rubara all a tem puta e Jugglramo ,empre rer.so ,ud. Poi I ennero nel ciclo nebbia e net•e e un freddo tanto 1aldo che Il ghiaccio a bloa<:hl andava galleggiando t·erde come 11ntraldo. La terra del Rhlacclo e del 1uruori slni– atrl. dove non .1Iaoorgeva un esisere vivente. PJcchl, di là dal turbine netml ma11'1at·ano un bagliore trlltt - non ombra d'uomo o d'animale - ohla.ccfo. aoltanto ghiaccio e Il ,uo nitore. Il ghiaccio era dorunoue, era qua, là, era tutto all'Intorno; crepitare. gemet·a cd ulu/at•a come, ,cenutl, 1'ode un vano rombo, Plnch~ un grande uccellO dJ mare. chla· 1nato l'Albatro. ,·t.nne attra\'eno la nebbia ne,·OMl. e fu accolto con grande gioia e oepltaUtl. E jfnalmtrtte 11n Albatro pauò, aUrater«:1 la nebbia ere renuto; come se Jo,se un'anhna cristiana In nome del Signore gtl demmo Il bcnt-enuto. Mangl6 fl cibo non mal prima mangiato. co,i; lunghi giri ci' ruotò sul cape>. Il ghiaccio ri ,pocco con un booto; Il timonltre cl gufd6 Jra mu:,o. Ed ecoo l'Albatro si rivela uccello di buon augurio e ~gue Il ,·a.scello come questo torna verso nord. DI quel ttmpo mera,•lglloso di medltat.!o– nl pC>etlche" contalto della natura DoroU1y, 18 sorella diletta di Wordsworth, cl Rnnota le ore. I mlnuli quMI. con la dolce p&Mlvitn df'IJII lmprcsaton!sll minori. di null'altro de– sidel'06&che dl rapire la lu~ \Cra del pac– a,agglo nello acorttre quieto delle ore. E' commo,·enle r1tro,·arc nelle aue tcsUmonlNl• t.e e nelle allre, prttl~. aeppur meno inU– me e lnlcme dl Wllllam Haslltt. J"Mmogfe– ra 1n .cui nacque Il discorso rruulllarc e su– blime di Worda,.·orth. 5 febbraio 1198 • Pa.iugglato dno a Stowe11 con Coleridge, tornato dai Woodland-1; glor- I LAGHISTI * A e11••0, ,li, ATTILIO HEHTOLVCCI n<1ta caldls1irna. Nel perenne cantare degli uccelli ho rlcontncluto le note del merlo e del tordo. Il mare o,curato da una Jltta neb– bia, la 1e.rra nel sole. Quereie e Jaggl hanno ancora le loro Joglie eolor ruggine. Ouen:iato qualche al~ro che butta germogli ro,si. Jfl chiedo che piante 1lano. 6 man.o 1798. - Bella, p iacevole mattina, il mare bianco e lumino.te , e calmo. Sono andata a trovare Calerfdge, la ,era. Willlam :~ h:,:,e:1;:{;':~~:o ,:e! 1 ~C:i ~J:'"n~1J,f:,C: ,tuima ~. 11 mano 1798. - Gfornota fredda. I bam– bini '°no andati rer,o il mare. Wll/iam ed io riamo .rallti 1uJ~ comne che aorra.1tano Hol/ord.. Abbiamo incontrato li fabbro. Sun– parfco il laL-oralore in corpetto festivo. al– legro come una mucca In un. giorno di IOie». 18 mano 1798. - I Colerldoe cl han– no lasciati. LI abbiamo accompagnati si– no a mcz:a .rtrada I.I ritorno, per una bur– rasca. ci' .riamo rifugiati fra gli agrifogli. U /O{Jlfe .sec<:he mulinarono lnrieme alla grandine. Giunto a ea,a V.'llllam ha ,crit– to una dt1erlzlonc della temA(1tc. co! 3 nr;}t~: ! 9 ~riafo 0 ~:r~: : :i1,ar:a;; ~'tt'i. Abbiamo cam1111J1ato COll lul 1h10 alla ca.sa di Mb1er. Una bella 1era stellata, c on un corno di luna, F.d ecco Hnzlltt: e Il giorno aopo IVord.flOOrth arrh:ò aJ cottage del COlerfdge. Ml ,embra di rederlo. in tutto e per tutto quale Il suo amico rr.e l'aDet:a due rltto, appena pfu magro e don– chf.iciotte.tc :O. Era rutlto di una giacca df Ju.itagno marrone e di pantaloni rigati. A· t.·et·a qualco,a del blghttlone. nell'andatura, che lo Jacera ,o,nfglfarc al ,uo Pcter Be/I. Ma .ulle tempie rrna serera, aDatlcata pref• .rione df penlfeTo, un fuoco negli occhi <co– me tt redeue qualco,a, ne.gli oggetti, al di la dtll"apparenzal, un'lntcn,a alta ,tre.tra fronte. un ncuo romano. delle guance ,oleo• te da una forte 1'0lontd e sen,ibflltd. e una conrulsa. /'}1'tl,11ima inclinazione al rl,o 1n• torno alla t>Oeea, !n pieno contra,to con la .Y.,/ennt, ferma c,preufone del re.ito del t.'iso. SI sedette e parie) molto naturalm.ente e li– beramente, con un mt,to di chiari e Jluentl ton, nella t'OCe, profonda e guttMrale., e una atrana tinta di e"e nordico. SI diede 1t1bi– to alla diatrudone di un meu:o Jormaoolo che ,tara mila ta1'0la e diue trlOn/almente che • li suo matrimonio con l'uperlenza non ero Italo cosi improdutllvo come quello di Sout11ev. nell'ln1cg11amento di quali .ilano le buone owc della 11fta 11. E ouarda11do fuori dalla baua Jlneatra dl.ue: e Come al Po.fa meravigliosamente su ~~e! ~ :w~~ia°~t":~i:a'~t1··,:r'raMJ~of~~ ra; e quando. più tardi, vtdl Il iole all"oeco.– ,o dardeggiare ,ugli oggetti che gli stavano contro, untll che doctt:o nnora::.farc nrord- no facile a comprenderai oggi. nella sua di· ,•Ina. AC.rena.vlrgillana 6Cll1pllcltà. Era uno di quei cele.rtl giorni tParlo di un gwrno scelto in me:.?o a tantl). Che ,embra mat non debbano morire. Co.ri, raoauo ardente df .rpercnza, lA.icfaf la .soglia della ca,a. un grande .çacco buttato .10pra le mie .rpalle l.d In mano la pertfca unfci'nota. E r;o1,1 1 pc,si ad un remoto oo,co, Strana /fpra in fiero abbigliamento Df t·eechiuiml cencL f A quel se,i:t..w Li dutfnò la mia frugale dama), Abito ttnza tema di roi:ell e siepi e tp1ni, int·ero piu ,trappato Drl 11eceuario_ l. J)tr balu ,eh aooe. Letti di felci e macchie aooroi;igliate Aprcn!loml una .itrada, arrit.'O a un caro Angolo 10litario, dove u11solo Rame rotto non r'è con le ,ue Joglfe Vlur. tt.rtlmonian.za di .saecht'OOio, Nn un alzarli d'arb u.itl eretti, dOlci A vedere nel grappoli pendenti. Vergrne .cenai Un l.ttante rktetU Con il cuore .so.rpe,o come quando Troppa gioia l'ingombra. e .saggiamente 111 1,-oluttuo,o ritegno adocchiai Senza timor di rirali, Il Jcatlno, l'ra oli alberi .1edeW, in mezzo al fiori, S con cui ml trcutullat in una Dl.fporizfone Che conosce ,olo Chi dopo lunga atte.io benedice Una gioia che rlncc ogni ,peranza. Forse era un pergolato ,otto il quale Ncucccano e sfiorivano dolette Senz,z che occhio umano le mfr0 ,t.se Ed un'acqua incantata mormorat:a Elernamente. Vedet'O la ,puma Sclntlllare all'intorno, e con il capo Adagiato .ru unn df quel sauf Mu,ch1tnl ,otto le Jronzute piante E l'J)Qrti come pecore df un gregge, Aleoltat'O quel murmure., nel dolell Umore che ha il piacere quando paga Un tributo alla quiete, e della gioia Sicuro. Il cuore gode df!//e cose lndfbcrenrr. e .tf coniuma ,olo In rami e rocce la ma gentlltua. All'fmprorl'f,o balzai su, piegai Sino a terra quei rami. 1enza alcuna Pietà. l'ombroaa ralle, il pergolato /tfu,chfo,o di nocciole, tutto giacque Dera.,1tato e t'iolato, tutto per,e Quella .rua qut.!ta uilten:a di prim!L Se non confondo Il mio presente atato Con Il mio antico acntimento. allora Prima dt rltornarf!, e1ultante Dal ,acehtggiato boaco, ricco d'una Preda più grande d'ogni altra rlcehez:a, Pe,w.samente ml al .ttrirue Il cuore Alla t·lata degli albt'rt' .tfltntl F dtl ci'tlo Importuno. CM. cara lanci'ul/a, muod lungo queste piante , chiamò più tardi • la poesia della città e della vltoftmoderna 11. ln fondo un'altra pro• fu&lone dl romantlcl&mo. rovesciato IUl che al voole. ma ,;empre 8:>rtttto da un ardore di scx,pcrta. da una vlbrA:r.lonedeu· anlma. propri di quegli an ni Carluiml, avrei già dovuto rltp0ndere al vo.strogenti– le fndto per U Cuinbcrland. Con t'Of dud potrei ,pa..r1armela dappertutto. Ma temo di non 1arcda. con un daggio co.n disperante. A prc«indtrc dalla t'OJ'lra compagnia, Mn m'Importa di · non arer mal reduta una mo11toona in dta mia. Ilo pa.saato tutti f miei giorni a L.ondra, i-Jno a /ormanni una infln,u.1 di /ortf.ilfmf cattaccamentf locali». certo p1u df quanti non po.rsicte e.r,cncne Jormatl t'Of rnontancrl, nella t,'Mtra morta, Inerte natura. Le botteghe illuminate dello Strand e di Flt'e.l Strect, gli inrtumeret'Oll commerci'. i i:endltc;ri e compratori, le dUfoenu, le car- 1oue, I teatri, tutto Il /r0,ttuono e il vizio attorno al Corent Garden, le donne dtl:a Torre e le aentlnelle notturne, le scene d! ubriachi, il rotolio delle carroue, la vita .r1•r· glia, ,e tu .Jtal 8Vegllo, a tutte le ore della notte, l'lmpoulbflltd di cuer ,ciocchi in Fleel Strcct. le Jolle, lo .rporco, il Jango, Il .IOie che brl/la .1u muri e aelclati, i i;endltorl di giornali. le bancarelle dei libri vecchi, I pre– ti che lf 1/o0lfano. I eaDi. i Jumi di mlncatra dalle cucine. le pantomime. Londra 1te11u una p antom ima e una ma.tcherata, tutte oue,t, co.te lat-orano nella mia mente e mf nutrono , aen za mal ltancarmi. La meradq!'a f!r~:c~r e:'e.1c,r':'a 1 d!P~"!:u!ti.::Cf,!°;oc pi:~. flO sul t•crlor,inlo Strand per la pleneua di gioia che tanta rtta ml procura. Que.rre e– morioni potranno •~rnbrar ,trane, non pl11. di quanto lo .ttmbrino a me le 1.'0rfre eno– r:!onl ,urcilf. I mìcf •attaccamenti• ,ono lo– caU. Non ho n~.uuna pa.uione per .tfepf e ralli. U stante dot-c .sono nato e crucluto. i mobllf c1ie ml .sono ltatl davanti agli OC• ehi tutta la vita, una cu.ta di Hbrf che mi ho .regulto dol'unoue ( come un cane fedele, ,o/o più Intelligente), vecchie 1tdic, .1trcde, plaue dove mi ,on goduto il .role. la mia r.ecchla ,cuOla.· ecco le mie amanti. Non ne ho ar1'te abbaltanr:a, pur s,cnz.a le t.-o.rtre montagne? Non rf fnrldfO, ti compfanperd ,e 1 1011ap effl che la Men~ ri /a amica <!I ogni oo.ra :/ oo.,tri aoll e lune e cieli e laghi e co l/I non mi emodonono aDatto. Rara– mente mi ,t tramutano In cose memorabfll, come ativfene fn1iece per me di una danza dorata da tappeuerle e candele, dove lo po.Jla rive.re Jra o0oett1 belli e vlribllf. Con– aldcro le nu bi .iu di me come un ,of'ltto, ,rupcndamertte dipinto, ma incapace di cn• tu..rlasmarmL Nel 1806 I due poeti, che si vedono qua- ~~ ·. . t; cl . , . '• Il ponte di Westmlmter, In una stampa dell'tpou su:orth per la ,coperta fatta anche JHr me... C'l un •canto• nella redtozlone di Colc– rldot e di 1Vord.iicorth, che agi.ree come un<1 magia ,u ehi a1eolta, e dt,arma U giudizio critico. f'orJ e Ingannano anche ,e steuf, facendo u.io abituale df qut.ito ambiguo ac– compag namen to. La maniera di Colcrldoe l plu Jnena. anbnata, raria; quella di Word- 1wordlh più uguale, 10,ttnuta, Interna. lA ~r~ lfr~!..cuerc chiamata dr.1.mmaUca, l'al- Colcrldg~ ml ha detto che gli piaceva com– Porre paurggiando ,u tcrrtno aecldtntato, o aprendosi Il pa.1iaook> in un boieo Jltto; \Vord11oorth .1erlve ,emprc, ,e pu0, camml– nan~o su e giù per r:faU uniformemente ghlaialf, o cotnunoue in luoghi dow: la con– tinuitd del vcr,o non flrteonrrfno con lntcr– ruzfonl Del comporre cammloRndo ,;u W\ terreno unlfonne. queslO brRno di memorie della vi• ta fanciullesca, quando l'l\nima 111 apre pu· dica a contatto delle co...<'.C. è- un Mgglo bf>l– llc.slmo. nel suo r.correre aoA\·t, nella aua Umpldeua di nslone e ,erttA umile di al· feltl QuJ splende Il • potere di eccitare la litn· paUa del lettore con la ftdele aderenza al– la ,·trttA della natura 11,qui, dopo 11 rr.es– ~qlo fantastico del e ,·ecchto marinalo II di ColerldRt' eht' nttravt'rso Pot' cl porterà l'I• no al sur~a11<1t1. è li mt'!'AARilO di Word– S"-'Orth,t'tc>mo quanto l'altro. ma forse me- Con dolce cuore, con ,ocre mano Toccale: c·è uno ,p 0 i~l~o net bo.rchf. Dopc il r,oggtomo d'AUoxden. pas&ato ln un·atmaifera di pace e Ullleme d'ardente entusiasmo Ideale, 11 cuJ frutto ~ contc.nuto nel libro delle Ballate Urf.che., che apre la t-l 1glone plù ricca del RomanUclmlo inglc• te. Wt11dsworth e Co?trld1e. fiempre insie– me a Dorolh)', compagna dolclul.rna. ,;i por. tarono In Oermanla, allorA pae6C di moda. Al ritorno. nel li99, I due fratelli &I nablll· rono nella regione del laghl, nel Cumbet· land della loro tnfani,.la, do,·e furono ra,t• giunti dsll'InscparabUe Coleridge, e 1n un 1oCC011do tempo dal teno e minore del eia• lhlsll •• Robcrt SOuthey Il diario di Dorothy ~ ancora Wla ~li• monlnma aMai bella, nella sua discrezione Infinita, di quella straordln11.rla vita di poe– ti fra monti e lnghl. In 11enoallll nRtura. Sembra di vederli venirsi lnoonlro nel crc– i::1150011 vari di onlorc conte in un Coruitablc. di sentirli chiamarsi alla voce. che echeg– ala lunga per le rocce e I boschi dona d,iJ. r11.utunno Tutta la mattina «:ino arata OOCMpataa ricopiar poule. Roccolti i pi.selli. Nel po– merl9gl ~ rcnuto Colerldge. ha pc>rtato il «condo t-o/ume dell'AntolO{Jla Gli uomini hanno fatto il bagno, poi .riamo andati tn barca a Loughntoo Lette poe.rie .iull"acqua, la.,clando che la barca anda.sse da 1t. Sono tornata nel grl– "io aepu..to:)lo La luna appeno d.rUnle Ù~~~e raoo1un9e.i,amo la CGSa (Jl lupl10 Gra11 parte ckl OTano t itato mktuto nel– la rallc, e f1nrera ,m»petUra, •eppur non tfnta in un unico gì4llo autunnole, t ad.dal· Cita in una morbidezza di colorazione cht umbra dar .tOGl.'itd alle /orme delle. co/llne e delle montagne. Alle undici', mentre ,ta– t'O pa.ueggiando nel chiaro di luna del giar– dino. e arrlrato Coleridgc. Abbiamo chlac– chlrrato .tino Glie tre e meuo. COle.rldgr ha letto una parte dt Chrlst.abel. Abbiamo par– lato motto di montì 11. Ma non è detto che. lontani dalle città. Cc– leridge e Wordsworth. R\"CMerorotto I le ganu co11la vita lmclletlunle del loro tem Po e con gli uomini rnppresentath•I di f"b~ Oli 05pltl. sul quali r1,tniare la mcs:.e di pensl<.rl rnccolta in t11nte ore di 5011tudine campestre. erano accoltl. trattenuti con \·I• ,·a .unpatla. Slngolarlul.rna, a questo pro– po!llo, la letten. di Charle~ Lamb, lo ,qui– sito aaggista. che declina appunto l'offerta di uru. ncanz.a. nel Cwnbcrland. presso j;ll amici Words\\-orth. ,1 tutti 1 alornl, alternando le escursioni al– le letture In comune del propri lavori e alle cUscUWOnidi carattere fikx!Ofico(Colertdge aveva rivelato a Word.S\\'ort.h la flloeotla kantiana> r1ce,·ono per la prima volta la vi sita di Th Om&s De Qulncey, che sarà po! Il blogra.fo . non prt,-o di punte pclerruche e di malignità . della loro singolare llOC!.etA in• tc.llettu11.le . De Qulnccy. bluarro tipo di lpo– condrlaco, a t sente più attratto dall"lnquleto poeta del e ,•ccchlo mar1n11.lo 11,cui del re6to IO do, eva 8nche le gare Il com une gusto per !'oppio, che dall'austero bardo dei campi, del cucù e delle mletlt.rlcl solitarie. E' l'anno che Wordsworth finisce la pri• tnll atcsuni., ancorR lmperfett.a ma già. nel– la aua r1ccheu& di motivi. eultantc. dtl Preludio, Il grande poema autobiografico ~ulla e fonna:rJone della mente del poeta 11. Un anno capitale. di pleneu.a creallva st.uordlnnrla, per lui; mentre la !laminata pocllcn di Colerldge a·era esaurita, ahimC tual\C1~!ml\, 11.nehe se molto intensa. in po• chi anni Naturale che del due eroi del romantici– .uno inglese De Qulncey consideri con mag• elore almpatla lo sconfitto. 11 deluso. onm,I tutto ,·otato alla critica. e ala pure unft crit!ca non meno ,·tslonarla e balenante del· la poesla: la matrice. attra,·err.o le tldULO• nl e uasfonnatlonl di Poe e dJ Baudelalre, di quel grAnde fenomeno po&tromantlco che fu Il decadentismo I due ritratti con I quali De Quinccy lnt.ro– ducc I protagonbti dell'avventura •lag hlstaa, 10110 memorabili. Ecco Coleridge. M1 at·et.·a1t0 dato delle indicazioni JJ('r tro– ure la ca..sa doi.-e Cole.ridoe ai trot.ata In 1 l1Ho, e discendendo una delle ,trade prin– cipali di Bridgcwater notai un pc>rtlco che c.orrltJ,c.nd.ctc alla descrizione che ml era .&lata /atta. Sotto QUe..Jto portico atai:a un uo,oo che t'Orrcf ducrft'cre. Dover:a e.rsere alto Circe c-tnque piedi e otto pollici (!0r1e era un po' plu alto. ma appartenei.a a qu~l– la categoria di uomini che umbrcno plu b0,t– ti che non aiano1; la ,-ua apparenza era /or– te, Qu0,tl corpulenta. Il 1110colorito btllo, oli occhi grandi e .sognanti. Era Colertdgc. Ml COipi U Jatto Ch e ttmb rat.·a I\On i;edere me nt aleuna altra co.sa della atrada. Era. a.t, ,orto 111una pro Jonda reverle: fo ero &eeJO da eat allo e mf ero rno,,o qua e Id a luni:,o prima che .tf cccorgn,e di me. Il .ruono del– la m,a voce, quando ol/lne ml presentai. parre destarlo: tra.sali e per un i.1tante ,em– bro non comprendere le mie intenzioni ne ti 1110 ,taro. Pronunciò in/atti rapidamente dellr parole che non ai rlJerit'ano ne a lui nt a me Terminata que.sta .iccncttc. ml rl• cetcttc con un·amabfhta d1 modi che .torei tentato di chiamare grazia . Orasniert In un~ lllustru.lont del tempo dtl larhbtl .E' una .sorta di controcanto al diario •ti Dorothy, un im'lto a qutlla che Baudtlalrc F.d ceco Word.s\\Orth. iblioteca Gino Bia DORA WORDS\\'OUTII Cl ,ano In lui del tratti di carattere e' delle m aniere c he rrndono le relatk>nf Ja• miliari peno.se e ,nortlficantl. Che at·('s,e Il dtrltto di mo..ttrarl'I or009llo«>, ncuuno du• bila; ma r.··erc nel modo di manlJutarli di ouen. org09/lo oua/CCMa che no n 1i pc>t,., ·~ .sopportare. Con clllunoue non cpportenr.ue alla ,ua cbanda» ,aera e prldle gfata, Word• .iirorth .il comportare nello manftra più In fil/tante: non ,cmbrara neppur a.100/tare, ma come ,e tutto quanto oli altri dieeL'Gno ncn /oue che balbettamento fn/anrlle. ri 1-ol• otrn con aria del tutto indlDe.re.nte e co– mfndara a parlart con un'altra per,ona •u di "" altro arpom,nto. Comunque non da- 1 a neui,n pe,o a quel che noi ,1 dlcct·a. Pt'rcfò el'lta1-o .ipc>ntaneamente. di uprlmcr giudizi. df parlare, e .rpccfalmcnre ddle ap– partnze naturali, del ciclo e dello terra , Era nf!ll'ln.rlcme un uoma non del tutto mal/atto, ma lt .iue gambe t.--enltano con– dannate da ogni contncftricc: e non che a– ves,cro qualche dfJttto app ariscente, o deJor– m{ta. E aret·cno percor.ro .ilcuramente drca ccntottantamfla miglia. la qualCOl(I 101tirul– i:a per lui alcool e altri eecttantl, procuran dogli una Jtllcft4 prlr:o di n ubi, e quando c·e di meglio ntl 1uol t 'er.rl . Afa, Inutili che ~':r~~r~ 1 ! ~ ~1~ ~: r!v~~:~':~r,!: \ n c~a p~~ ,:ucato che non ne oteue un paio at ri– cambio per le atrate di gala quando gli ,a. 1•alf non .roccorrono a ma.rchtrare le Imper– fezioni. La parte peggiore di Word1worth era pcr6 fl busto l 1uOIocchi non ,on o, In neu una circoltan– r:a. lwtrl brillanti e punge.net , ma dopo una lunga fatica nel ca mminare. li ho t'Utl a,– .rumere la plu 10ltnne e spirituale appo– reni-a poulblle a occhio umano. Sono paMatl centoclnquant·annt dal tcm• po che Word11worth e Coleridge. lmpt"n·er– aando per l'EUropa la temE)ffta romantica, ai ururono. U plu poulblle ,·lclnl alla r1MX>– perta Natura ool propo,Jto dl asoolt.ame 11 doppio. altc:mo dl8oono; l'uno che cl fanno. lnctmto sempre nuo,·o 0&nl Klorno. le co,;e che \'edlamo. o che dovremmo vedere. per– che le e nttrul1lle dt'l mondo ohe cl sta dl– nam:J aono un lC:Nro Inesauribile per li qua– le. a CRUSR della continua famlllarttA e del• le preoccupazioni el(Olsllchc-,abbliuno occhi ohe non vedono e orecchie ohe non odono, e cuort cht' nC' 11entono né comprendono 11. L'altro. Il liOltc>rrant'O. che 111\SCC dall'lneoc– aclo e al c.~prlnlCcon le ombre dell'lmmnKI• n111.lone. fantnallehc mn capaci di commuo– vere l'animo del lettore. pcrchè In dellnltl· v1,. vere. LI\ \'RlidllA della e 1>0etlca II del e lnghl– ill 11.una nCllft diveniti\, come la grazia della luce e dcll"ombra che al tocca110. è C('ln• fermata dal lontani ealtl che ha avmo nel tt'mpo. per cui al pUO dire che h& poeda nnut.a ct<,pca·~ nlO.'l.'lanell"una o nclrallra delle dlttt.lonl allora ~nate. Mn. quel che più importa (I, che i teall nel quali l"lntcn,Jo– ne s'è fattn \'OCC concreta di poesia, trovtno oggi una rliponden1.A, e aarA. ,;coondo la nostra Jndole e I noatr1 problemi e le nostre 1peranze, più o meno nt"I senso del aopran• o.turale di Coleridae o del quatldlano dl Word.s11.'0rth li primo. ae not ben guardiamo. non po. te,·a non eaprlmcnl hel gJro di pochlaimt Lnni, flore raro d ·una tc:nalone tremenda, non soppcrtMblle a lungo; Il acoondo, per con\ro, pos.'llbllt di un plu rtp06ato e rn«°dl• tatlvo cono. conteneva In tSè 11 l>Cr1COlo del– l'abitudine. e, d1 (inn 10rta di con!onnismo prima morale e Poi artlHlco . Avviene cosi che la poes.la di Colertdge ,1 csaurtM:a In un·tntcm a rapi dissima .1t.aglo– nc, quella di Worcbv.orth 1,! logOl'l e consumi quasi per J u:,o Tanto che U suo mes6ftglo, da fresco e potente che era. si ra negli ul– timi onnl oosl diluito da scndere ad ausilio splrltut<le per l'lnale,;e medio \tenuto I\Cl, n– doratc, mn villortnnnmente. IR Nftturn. lnlanto, 1>artendo da cui, al muovevano verso nuovi orlu.ontl gli uomini della gt'ne– razlonc nuova, Shclley, Keat&, deaUnatl a bruciare. inaltmt' alla csperliPnta poetica, an– che la vita Car1 &ali del. aeoondo Il detto anlleo. ~rto plù fortunati del fratelli m!lj• glori, che a\'C\·an durato troppo a lun"o. Word~11.-orth tanto fl lungo da dlventatt, do– po anni di lncomprcnalone. poeta laUttalo. E dtt flldauarv!sl. Il che e abbastanz.a triste. Ma non fat'clamo colpa al poeti di no:t ~er ataU acmpre all'altezza del .loro t~m– po eroJco di crea,Jone e di acopcrta ASt.lOI· t11u110II ancora. pnrlarcl con li loro dl.5eorso più "ero, eterno. dagli anni della loro egpe– rienta concorde-mente di&corde in ~enn alla natura della loro terr11. li reato è. &Uenr.la. Ecco ora Colcrld1e: Ntl Xanadu alz.a Kubla Khan dimore di dtllzie un duomo dove Al/. Il fiume ,aero . .rcorre per caterne dctate all'uomo a un mare .senza IOie. Dieci miglia di /erti/e campagna con mura e torri Jurono recinte e c·era net giardini un luccichio di rft'f e rcibcro d 'fnttn.so era fiorito e v·erano J orutt' a ntiche come I cllt'f che abbracclat'ano li t:trde agro auolato. Ma ohi quel cupo abl.t,o fino al Jondo ,trazlara la collina ntl suo 1·ello di cedri! Era ur. orrido .racro ed amTnallato come alcuno ce n't' ,otto la luna calante 01·e alur gemttl una donna inquietata dal demone d'amerei DaU'ab luo In un turbine lnce11ante QUO.ii Il l'UOlO f'Om pc,.ie fn un ringhlouo "na p olla l"urnte urge.ca a tratti: {;,~ 1 ri~~b~~1 :/~~ll;;ae~d1n!"~7!ìft1!!;~fa mito Il //agt/10 di Clii trlbbla, lnge11tl macigni .ruuultarano e Jra,iimentl. DI ld da quella danta Irto di blocchi alto in.sorge,a a tratti li fiume ,acro. 'C'lnquc mlolla di, corso ,·aoabondo per bo,t<:hi e nlll Il fiume percorret.·a. poi cadeta per grotte .renta Jondo tumultuo.so fn un oceano morto. l:.' rauche In mtr::o a quel tumulto a Kubla t'Od d·at'I annunzlat.·ano la guerra/ /.'ombra della chiara dimora Jluttuora .rulla corrente, indi.stinta l'tto arrlta1.·a dalle grotte e dalla ,orocnte. Era un raro miracolo, una ca,a .iu carcrne di ghiaccio ed. OUOlataJ Una Janclulla con la ~tra lo ddf in qno una t.'Olta: t'ra una t·t'rgJne abfulna, e '" quella cetra monar:a e ca nta ca del monte Abor• • Pote .r.rf In me ri.iuscltart · Quel la 1•ha a~monla, quel canto tait' deHda lnondtrt'bbe Il ,anoue che a qurl ,uono lungo e chiaro potrei lnnalr:arlo nell'aria u ca,rell o di • ,olei le careme di ghiaccio! E che l 'udl1.tt , lo tedrebbe 14 e grtdcr tbbe: Ml1terol Mllttrol gli occht lnJuocau ed f capelli al vento/ Un droolo tre volte replicato Intorno a lui, chiudetegli le palpebre polche man11a cd ambroala ha dtllbate, il latte del/M del Paradl.tO. Ed ora. nel auo discorso più, fiacco. Word- 511,-orth Ma prima della notte, Noi torneremo al /ago ormai In ombra Sopra Il no,lro canotto. cd alla ,plaogla DI uria q11alehe I.toletta ouldava,1t0. Ld fl poeta del orupPo era l0,tclato Solo .ru di u11a roccia a mod11.lare Il IUO /lauto, ed allora. oh come, La calma e morta acqua ml turbatu, QM.a.t per troppa gioia, e fl cklo, Mal COlt be.Ilo. come lnobl.l,ata Entro fl mio CMorc, dmUe ad un ,ogno. S allargat"-On coli le l'fmpaUe DI glo, no in giorno. e la comune cerc.'tla Dell~ cose l'lribllt più cara SI faceva al mio animo: allora aomfnefat ad ,amare u .sole, come Lo può amare un ragauo. non perchè Come ho oompruo dopo. u,o a.,riC11ro .No stra t llstenza, luce che cl dona Il un.so dr/la dta, ne per l'ampia Mun1}1cen:.a del .ruol doni aL mondo, Ma .solamente per at.-erlo d,1to Spiegar la 1ua bcllu::a ntl mattino, Toccare con la .t'llO orbita I monti Occldenta/1, In tante -vacue ore, SemlJrct•c Il 1a11oue .rcorrer nelle vene In un rf!splro df Jelleltd.. Per tali aentime.ntl. di un lnten,o Seppur umile omore Jamlllart, M'era cara la luna. che pc>tet.'O Contemplare ,ognando 1cnio. fine Quando pendel'a a rncuo le colline, E ml parcLa che '"011 cono,ceue Altra regione e appartcneue a te Per antico diritto e alle tue grige Capanne, o mia dlletca, unica Valle ATTILIO 8ERTOL1JCC1 (Questo ,aggio Ju gfd tra,mcno dol I I I Pro– gromma dtlla RACJ. Vedula di Lowdore \\'attrh.11, lo un dlsecno dtl s«olo ,corso

RkJQdWJsaXNoZXIy