Fiera Letteraria - Anno VII - n. 41 - 12 ottobre 1952

.) LA ,FIERA LETTERAR ANNO VI- N.41 SETTIMANALE DELLE LE11 ERE DEL·LE ARTI E DELLE SCIENZE DOMENICA 12OTTOBRE SI PUBBLICA LA DOMENICA Dire11ore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 · DIREZIONE, AMMINlSTRAZIONE ROMA, VIA D'ARACOELI n. 3 - Telefoni n. 684.097 e 684.098 - Pubblicità: Ammlnlstrazlonc e LA FIERA LETTERARIA> • via d'Aracoell, n. 3 - Roma ...... Tariffe: Commercia.Il lire 60 - Edltorlall lire 40 al mllllmeLro · ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 - Semestre 1.400 - Trimestre L. 750 - Estero: Annuo L. 4.000 _ Abbonamento speciale <Insegnanti e studefltl>: rnt.a mensile L. 225 Copia arretrai.a L. 100 - Spedizione m c.c.p. <GrUPPO Il) _ C~nto corrente postale n. 1131426 * STEINBECK SI SBAGLIA IL NUOVO ROMANZO DI UN GRANDE SCRITTORE INGLESE L~arte del secolo e l'uomomoderno lf dl ENHICII l!',ILflVI iblioteca Gino Bian·co .e Evelyn DT~•u9h lo s.ervitù 1ni._itore Malgrado il lato bu~lt'sco di ente situazioni, il brio non privo di sarcasmo con cui Evelyn Waugb le descrive, l'humor particolare con cui vengono presenhtli i perso• naggi pJ;"in_ci pali, '' Mt>n at Arms,, ~ un ronìanzo serio ,U GIACf#Hf* AN'l'O,\Jll\ 1 1 Figure del rornan– t.icismo inglese * * diSAIIUm, IIAYAKAIVA che~! !1~i,;n~~ ~~,~~~l:e uft~: ::i ~u:;:~}aC::t'":!~: hanno dovuto accctlarc come arte, non siano in reolt(J che una mo!ia, un capriccto pas,eggero del quale prbna o pot si dovrd guarire. Ma la rivoluzione che ti t prodotta nelle arti :- e che ha prodotto a 1ua volt.a l'atteggiamento suaccennato - non è un movimento~ capricctt»o, e /a parte di un movimento rlvolu.zionarlo più ampio, che ha influito sul modo di ragionare degli uomini del no.stra secol6 in innumerevoli campi al di là dt quello dell'arte, A,lcu11econsidera.tioni di natura linguistica ci aiute– ranno a definire meglio i concetti che verremo esponendo. Si ritiene generalmeJtte che la e lingua• sia l'c espressione ::,~t~er,s1;;~re:'o~l~~~~~ng 12 ~t~u:;:;:t~;:~: ~hfr!;"!~~ fn J)oro!e. Ora alcuni emin·enti linguisti conte,ti?Oranel (si veda, od esempio, c'Scle11za e linguistico.- di Benfamtn ~rs:;,'::;f'J:::~~iiit, 1 i::p;~~fe~i~~~~eins~:~ 1 1~j lla,lno di.mostrato che il pensiero e il linguaggio non sono process~111.dtvldualf; c'!-eil tipo di lln9114ggioche parliamo determrna In larga misura le caratteristiche del pensferçi che Jonnuliamo; e che, pertanto, non possiamo parlare senta Imporre al flusso deu·esperlenza una particolare struttura formate o grammaticale della lingua che par– liamo. In de/inltlva - e non è dl/Jiclle dimostrarlo - o0 11 1 ,af/ernU1.zl9ne Od osservazione concernente la realt4 è un astrazione dettata dalle convenzioni facenti parte del bagaglio culturale della società a cui appartiene chi parla, Slccht 11e deriva il seguente concetto: tutte le lingue impongono agli eventi per mezzo di use espressi una .rtruttura convenzionale, e più o meno arbitraria-; la ,trut– tura bnposta alla descrizione degli eventi dalla lln~ua non è pertanto un elemento naturale, 1114 un elemento conneno con la struttura della lingua che li parla. Ed ora, dopo questa. parentesi linguistica., torniamo a.ll' arte moderna.. Allo stes10 modo che la maggior pa.rte degli indJvfdul, presso qua.situtte le socletd, tende a considerare le proprie parole quali rappresentazioni dirette e oggettive dei fatti c~si anche noi t!'Ui /mora abbiamo avuto la tendenza e{ ritenere che gli stili artistici tradizionali e fainmari dell'Occidente cosUtutssero ,a.ppresenttutoni (o imitazioni) dirette della realtd. Tanto nel campo del linguaggio come 1n quello dell'arte, abbiamo generalmente ignoraio che quella che noi rappre1entianu, attraverso I nostri simboli verbali (le parole} o visivi (le opere d'arte} non e la .·realtà,~ l'insieme delle nostre tutrazionl dalla realtd; e ciò nonostante il fatto che gl'indivl~ul appa.rtenenti a socletd ~iverse e viventi tn epoche diverse astraggano ed inquadrino strutturalmente le loro esperienze in maniere quanto mal di/ferenti, e che or,nl maniera di a.rtrarre appa.re giu.stlficata a colora che vi sono abituati, mentre appa.re del tutto o paralalmente Ingiustificata agli altri, a coloro che seguono altre maniere. Ogni periodo di rapido sviluppo ed evoluzione - com'è quella che il mondo ha attraver.sato dall'inizio dell'ira industriale - rende 0llfllamente neceuarie dell.4!tras/or– m-a;to11Inel modo di ef/eltlldrc le cutrazìonL. Il filosofo · Whiteh,ad ha scritto in proposito: e: Una clvilftà. Incapace dJ speu.a~e l'inv_olucrodelle proprie astrazioni, dopo un breve periodo dt progresso è condannata alla sterUft4. > Ebbene, la rivoluzione artistica del ventesimo secolo (gid Iniziatasi, co1n'è noto, n'el diciannovesimo} può essere descritta In termini generali dicendo che l'artista, accor– gendosi forse plfl chiaramente dègll altri indivtdul del Jallimento delle a.rtrazlont tradiZIOJlaliIn base aUe qualf ieru etuto addc,troto a vedere it mondo,..e a concepirlo, comlnal6 a cercare in maniera st.rtemaHca, ma•pnchf a sbalzi, mo~l .di1>er1i dàl aalltf. Questo, a 1W$tToativlso, è il significato dei moderni movimenti artisUcl. In altre parole, gli artisti moderni hanno consciamente e lnconsclçimente cercato, e cercano, modi di a.strazlone diversi da queUt tradizionali nella cultura occidentale fin dol RlnQ,Scimento. Questo cui hanno fatto e fanno, es– sendo convinti che le maniere di vedere tradizionali non sono 'adeguate a esprimere l'esperienza visiva dell'uomo :1 1 e:;;,i:i:~oils~:~r;o rl::~~~ru:,~o1oer~1n;:p::::'~amtt::! ~:rin;!e1Ji!~;f~f~iJF:~;:1a~~j~~:a:!e~s,;:~;:~1zl:r:'~!~~a~ · :doni Quando l'artl&ta moderno mostra distintamente gli clementi del suo linguaggio artJstfco, o esplora nuovi tipi dJ prospettiva, o prescinde da qu&t'ultlma, o cerca di raf– figurare le nuove esperienze spa.zlall del venteslmo•secolo, e co,i Via, egli, conscianiente o incosclamente, procede verso la Clrtazione di un nuovo linguaggio vi&iuo,meglio riSpondentc alla sensibllitd ed e1perienza del ventesimo secolo, che non i linguaggi artistici del passata. ·Ecco quindi come l'arte moderna non è una sola ten– d~nza, ma un lntiemc di uarie tendenze. Alcuni artl&tl come Mo11drlan, asplr-ano all'astrattismo assoluto; altri come Klce e Chagall tendano a manipolare poeticamente simboli conotclulf a cui danno nuove dimensioni di signi– ficato; altri ancora, come Léger, mirano ad esprimere l'ln/l11enzadella 1'lacchina sulla senslbllltci moderna; alcu– ni, come Duchamp e Calder, tentano di introdurre i /at– tore cteir1µo• nell'arte (nel senso di far dell'oggetto .d'arte un·esperien,za di mota); altri, con,e Braque nei suoi famosi e: collage,-,, vogliano che la carta appaia nel q114drocome carta, ra·tela come tela, il colore come colore, e 1i preoc– cuJ!(lno che appaiano pii.i chiaramente che sia possibile gll eleme1dl co1lttutlvl del loro linguaggio. No:nostante que,ta grande -varletd di eslgenu, di ttlli e di fini, nono– stante si abbiano contemporaneamente mani/eslaziont di- 1itrgentl e,contraddlttorle della modernità artl&tica, tutte queste tiarie tendenze st raggruppano quasi da !!! nell'u- 11icoaggettivo e moderno.-. SAMUEL HAYAKAWA A JPROPOSJlTO DJ[ UNJI.VERSALll.S~O E. <CULTURA . * L'u,,010 ottuole 11,,11 è un•• straniero Sarebbe ora di comprendo!• re. una volt.a per t.utte. che una tale crlt.lca delln nostrn civiltà non i.i nutre che di nppare1ize: e che la tentnzio• ne Jnlellett.unle del totalltnrl• !i!nOnou avrebbe uuna font\. se non riposas.!:e .su :.entlmenu di cui quello stes.-;oche li pro– va nasconde a se stesso di provarll E' pili Incile cedere all'uniformità ed alla passkt- 11à totalltarfo. che portare il peso della Hbertfl crealrlce. La critica della no.stra clvll– t.A, -1uando viene dall'Interno. testimonia un rinnegamento che maschera un semplice av– viso <il Impotenza e di pigri• zln. un fascino dell'Altro che una vertigine di abbandono. La nostra clvllti\ è unn cl• liti\ di dlverslt.A Che ha crea– o la comunlcnzlone delle ro– .selenze. che distrugge a sua volta senza plet.à la pseudo-ci– viltà dell'unit.à. Che non si jl~a che la nostra cultura hn generato la solitudine- dell'in– dividuo. polchè eS61\è Invece :a pr'hna che abbla saputC'I u– nire l'uomo all'uomo attrover• ;;o lo spaz.lo e Il tempo. la prl.– nn che ·abbia saputo mettere enulnc a quest.a nllennzlone be occupava fino a quel mo– nento Il cuore della storia eo– ne una 1n,,u1nerablle fatalità. n nostro tempo è Il primo ~he Si sent.a legato a tutti I e:npl: l'arte e dh•enuta in ;tor1n dell'Arte. la lllosolla e ortì l:i. sua storin, In pslcnnn– lls1 e In sociologia cl hanno ri\'elnto Il prossimo, Se si por– In del edeclino dell'Occiden– te ». .si nsgiungn almeno che questo decimo sto. tacendo cn– ac1e le bnrriel'c tra le culture: slamo una coscienza senza JI. miti. L"uomo del mondo nt.• t.unle, è a torto considera;:o com(' w10 straniero. La auu cultura è la prima che abbia compiuto li voto dell'um1me• Simo antico: nulla a'mm:mo cli f' s;.rnruero. Al Louvr(' CO· me al Mclropol\tan Museum, tutte le Arti possono pl\rlare u11 loro proprio l!nguaggto, di GAETAN PICON perchè Il nostro è a.nzit.utto uno sforzo ~e; .compre1tderle. Ma quest.a comprensione e questa comunicnzlone non nn• sconàono forse unn assenza di vocazione creatrice? E' perche slruno nlente che comprendia– mo tut.to? La nost.ra arte e Il n06tro pensiero. si dice, rlfìu• tnndo ogni valore positivo e comune. non conoscono altri vnlorl che quelli della dlver– s1t1\ lndlvldllale: Il che gene– ra una cult.ura informe. cno- 1!ca. sempre più estenuata. e sempre meno comunicabile. Ed è vero che n partire dal Romunt.lclsmo, ad una dellnl– zkme lnoontestata dell'Uomo sl è sostlt.ulto ti sentimento dell'esistenza individuale: è vero che l'uomo e la le:.tern– tura. sono stati ngettat.l dal– l'ordine dell'essenza al dL~or• dine dell'eslstenzn. Ma, In t-I• fet.ti . questo sentimento della esiStenzn Individuale si elfet.• tua sempre nella stessn .mn• nlera: ed è sempre nella ste.~– sa dl~lone che la let.teraturn usa In sua llbert.à; reste:1len della dlversit.à e della dlffe• rerum dell'esperimento senza limiti porta in se stessa 11s1:o ordine. prnprlo come l'estet.!cll. del oomenw. A distanza. que• sto caos di libertà prprompen. ti - In storia della nostra ar– te e della 'nostra cult.urn - prendi:= l'andntura .monumen– tale e monotona di· uno stile. Da Céz1mne a Seurnt.. lla Juan Grls a Matlsse e Rgll • nstratt.l Jt at.tuali, la pltt.ura contemporanea non è un'ar– te e:del t.ut.to è permesso»: mn wflmpresa tenace e slste· matlca per fR.re una pittura che non sia che pittura. per trarre dal mezzi speclfiel àl un llnguaggfo le leggi di unn creazione. Dopo Baudelalre, la storia della poesia moderna è tnt.e• mmente nella sost.lt.uzlone di un linguaggio di creazione n un linguaggio di esprt'f'.S!onc, nell'avvento di una pocsln che. non rlferendOS1 più Ad una r1:nlti\ già esistente (li che poteva essere un'esperien– za vissuta. uno spettacolo dn descrivere. un racconto. un ptnslero da esprimere. un lin– guaggio dato), diventa rutto della creazione poetico. del reale. e. nello stesso tempo. ratto della creazione poet.lcit del JlnguB(:glo. Quanto al romanro, legato alle: esigenze di un pubblico \'asto e vario, esso orrre una maggiore diversità. Ma ciò che vi è di più nUQvoe di pili \'alido nel romanro moderno segue una lln,ea di for?.a com pnrabfle, a quella che governa In ,poesia. On Flaubert. che oo– gnava di scrl\'ere ,t un libro 5,ul nulla» a James elle oppo– ne\'n In logica dell'nrte e- quel– la della vita, a,Vlrglnla Woolf che taceva giustizia delle prt– tese realiste. a Joyce attento alle sole relnzloul del llngu:i.g- nostra arte si oppone all'wlltà. glo. dalle st.llLz.zazlonlsimbOll• totalitaria non come un di– che di Kafka al monologhi sordine ad un ordine. ma co– intcrlorl di Faulk.ner che, ben me Wla rlcchezzn ad una po– lontani dal seguire Il dato psi- verti\. E' nella fcoond.ltà che cologlco. rorganl:z.wno sccon- scopre. piut.tosto che nelle do le leggi musicali di ,mn concessioni che abbandona, Creazione, c'è uno stile del ro- che si riconosce. manw moderno: w1 tentativo Se In nostra arle non si op– ostlnntameute perseguito ))f'r • pone all'ordine come un caos. fare del romR.nw un cosmo vi si oppone come nna tecni– partlcolo.re che non cl resti- ca speclallzzatn relativamente tulson. 11 reale perchè se ne ad ogni a.rte basata su una libera. un'opera che si scrive. credenza o su un sentimento come In poesia, con parole. e che possa essere comune a.iut– non con cose. t.1, gli uomlni. • Lettera Indi- Questa unità dell'art.e con- t:lzulta da qualcuno ad un &i• temporanea è tanto più note• tro se st.esso » (Joyce), )'oper& \·aie In quanto, per In prima moderna cerea un lettore: mir.i volta, si delinea una e,•c,lu- W\ leU.ore speciale. che le ras– z.tone veramente comune ,1lle somlglL. diverse lct.ternt.ure d'Occlden- Questo destino è quello,~ in te. Nel campi naz.lonall. le n- senso assoluto .. della nostra nalogie e i slncrolllsml bOl\O cultura. Abbiamo separato -. r.!~~u~r~~~~I ~l~~nfi1~:. ~ ~~t~!~~ d~a~~re11~fe~e~ anche nntCtrallsta. cessato di essere una Metafl- La • letteratura lnterna'lJo• sica. lu Filosofia un Teologia nnle • è nata. ed è l'Occidente o una Pollt.lca, la Psloologla che l'ha portnt.n. Unn lettern- non e plu una l..Qgicn, la So– tura lnternMlonale uscita clologln non è più una Psico– dall'arte sovlet.icn sarebbe login. l'azione non è più pen– qualoc..sa come l'estensione u- siero. Rest.ltw:lone di ogni do– nlversale, del folklore brcto- minio al suo proprio ordine ne. l'egemonia di Wl pro,·ln• che assicura In fecondità del– clnllsmo. La Jetterat.urn uni le tecniche. ma che accresce :~~~;e ~f'~u~ ~~ 0 :'/]g! J: 1~ lnflnltnmeute le loro comples– sible », è Joyce che scrive 111 slt.à, e che Impedisce loro di line di Ulisse: Parigi . Tric- Incontrarsi In questa unltfl ln– lile • Zurigo. terlore che, prima, si chlama– 'Più elle non permet.tere In vn cultura. L'età che ha per- espressione di unn pura di- duto la comunione non avrà ~;~~lt!a~~~i~~t~· s~sc:~~st~ nnch~ perduto Ja Cultura? e&presslone personale f\Jrlnter- GAETAN PlCON no di uno stile- comune. ba (trad. df Fiorenza Verona)

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