Fiera Letteraria - Anno VI - n. 20 - 20 maggio 1951

Domenica 20 Maggio 1951 LA FIERA LETTERAR I A Pag. 5 AUTOGRAFO, COl'I..Servato pre,so la Bibliote ca Na- L ' :lonale Vittor io Ema111u!le di Roma (Mss. VILt. Eman. 1233, ln1sta I J, consta di alcune carte per 11n totale d.i 21 paglr1c, scrit te a penna , con mol – te eoncdla ture, pc11timenlf, tmria11ti e rimand i. AUTOBIOGRAFIA GIOV A.NILE INEDITA-n1 GIOACCHINO BELLI ba minuta e diretta a/l'am ico Filipp0 Riccf, e reca sul rovuclo dell'ultima carta l'indicazione: .- Mia ,•lta - non terminata, (Il Rlccf, avvocoto romano. mort nel 1865, ed t noml11ato nell'edl:ione Morand i soltanto in nota alla pag. 65 dd vol. IV ). DI qut:Jte annota.zionl ~Ulan e. che pure hanno un fnditcutibile carattere di complute ::a , sf servirono gia Domenico Gnoli (1877-11) e Giu seppe Za ccagn ini (liii } per f loro studi .sul poda ro,nane.tco. ma 11ess11no. fi– nora, aveva mal tent ato una compiuta tr ascr iz1011e del ringoiare docw11ento, fOr$e a cau.9Q delle non lievi di/ – ffcoltiJ di lettura che la grafia presenta. l,fi sono sob– barcato alla fa tica dopo aver ,agg /ato, q11a e ICf, alcu11I ,XUsi sul manoscritto, ,ublto co,wince11domi che l'auto– bio11rafia, non indegna di sia.re accanto a molte altre famose, cOJtltuiva Il documer ato più candido, piU schiet– to, ed Il primo, ln ordine ero11ologlco, per lo conoscen.:a del 11O.Jlrogrande poeta. E basta, tipp1111lo, ,nr convfn– cer&ene, scorrere f periodi nei quali il Belli anal izzo acutamente, crudamente, t propri .tentimentf, scompo– nendo con mano sicura gli elemenlf della sua 11a1ce11te personolitd, in gra.zla. di una potenza intro.fJ)(ttiva. che precorre la moderna psicologia , la steua p.Jicoanal fsf. to nel sc11ucnte i torno i;ulla ~1~01~~oi~ \nd~ ~\~ a~c!lcfu~~ì1at~ ' ' M I A plau.a. di Monte Cltorlo. Egli Andò al supp llclo di\ eroe. RI• \'CStlto di t.uttc le divise del suo ~rAdo, \"Olle senza benda guardare fermo quelle armi dalle quali egli st-esso Invocò VITA NON TERMINATA,, Delle Inedite pagine .f'i dt recente fatto cenno - noto pu curio.Jftd - nd Quaderni della ..Critica •· novem– bre 1950. nell 'articolo Gennaro Valcntlno. Episodio della Repubb lica Roma.na nel 1798. Grafi a, pun teggiatura e apostrofi .ti 10110 lasciati qua.Il risultano nell 'originale. I,. J. Il roco e la mort.e. Noi lnfornu1.tl del caso bar - ~or:>tatfd~~ lt~~:c~lc~: ~~ff~ S\'Cllt.UrAto Vl\lentin l: cd arri – vati nd una Locanda del Re • p;no, l\'i stanca volle mia. ma– dre fermar si, e t.rapMSare In notte. Cosl andammo a ripo– sarci, l; narl della nuo\'a dl- ~~A;!~ ~ h~ ~1p:~i~~r~c ~~~ giorno rie.vegliatic i, non tro– VAmmo più nè I nostri ba– gagli né quello scellerato scr– \'O, nel quale cosl a torto ave – \'amo riposto ftducla. Dl poco meno che di 10.000 scudi ru li danno del rurto. Soli e prl • ,,1 di t.utto fummo oost.relt.l ~:~11~~~e ~~~~,~~o C:!~ 0 deÌ Banchiere fratello germano di mia mad re, ricevem mo In pre- '------------------ ---'I ii~~? ;ers~fst~r~tf{~ 1 01~ Jci: Il\ nootra vettura. Filippo dolcflsimo a,mlco M I ACCINGO a narrarti gli avvenimenti della mia \'lta: non mOMO dalla stima di un In~ te.resse o diletto che a te pos– sa vcnltt da slmlll ,•anlù ma 1tlmolato dal desiderio- vivi.s– almo di far passare aot.to I tuoi occhi qua.si In ordinata moatra quelle cose. che di me e del mio carattere sappiano farti fede, daudot.ene quasi la &tCMAnotizia che avr esti po– tuto raccogllere. d0\'e t.Uaves• al sempre convissuto con me. Ne.s.suna parola lo Impieghe rò per cattivarm i ant.lclpatamen – te la tua flducla. La schietta e disadorna esposld.one del fatti saprà In progre&SOmeri– tarmela. e se ml ti mostr erò quale fui quando potei meri– tare laude , non ml ti nascon– derò laddove ml resi degno di blulmo, contrapponendo cosl ingenuamente quelle clrco – &t& n.ze, dalle qual! l'umano amor proprio suole essere e lusingato ed offe.so. Preparati dun que a conoscett colui. del ~eal~ :i~e .c~na~f,s~nr:r~1~~ aleme a rattris tarti. lea:gendo di quali amarezze sia. la di lui storia conspa rsa. J :> re~t,c~~-~1.Roi:•m1! V!: ~~a~1cl1P.~rd:-~:P~~f ~~; procacciata qualche stima, e fortuna. accresciuta poi da Gaudenzio Belli mlo 1enltore col traffico e cou ·esercl.z.io di pubb lici mlnisterj. La fo.mlgllo. di mia madre at.tese sempre al t.rafflchl di banca, del qua– li &tLuahncnte un mio do sta f:1S 1~0 r!tier:~! !1 1 a:r.!r 1 ~d~:~ 8arono presso a poco cosi pue– rilmente come quelli di tutti 1 fanciulli. senonché forse plu precoci che agli altri non so– i;llono In me si mostrarono I preludj dea:11 affetti e delle passioni che ml avrebbero po. acla aalt.ato. La compassione , la generosità pullu1ando 1.lo. nel mio tenero animo, fa«, •a– no lNl\'edere quanto k> avttl ,saputo sacrltlcatt a' mlcl si· mm: ma lo .sdegno e l'amott di , •endet.ta sonevandosl fero– cemcnt.e nel mio piccolo cuo– re, distruggevano od almeno p1ual1Y.uvano cosl belle spe– ranze. Una. eccessiva dose di amor proprio unita a qualche pe– netrazione ed a piccola stima delle altrui facoltà lntellct• tuaJI ml facevano sempre com– parire la ml& opinione per la ~t!tm~:ite~~:meC:t/n ed~ :f:Jri~cod~t1;a:!,\':n:erJj aC::f ~~n~~~m: 0 ~ ~! fnaJ1fi':t ~~ ciò solo che proc acciare po– teaee fama cd onott . Non ma.I menZ()f;ncro, Ignorava come si potesi;e celare la verllià anche pc' proprj vantaggJ: bastava guardar mi nel volto per ave– re da me un'aperta confes- 1lone de' segttt.l dt l cuore. Amico dellA.glUstW.a e nemi– co Implacabile dell'adulazione ~~ ~~~vl~u~e~~i~~::f~~r~ timore dl farlo In onta del – l'una e In favore dell'altra . Tf taccio inoltre altre mle ~oi;;a~~s~~•!!e~•J:rt:in~~n~ta~ • sufflclent.a, che se In me la Natura racchiuse qualche par– te di buono, questa era ve– ramente dalla cat.tlva su– perato. Ma Iddlo che non volle la mia rovina ml sot.topo&e ad un padre che colla sua auste• ~~~at~:~ ~l~~rer,repi:s,!e:: umi vi fece germo gliare ed a' mah •111gl mancare alimento . Non mal lo lo vidi sorri der– mi, rado compiac ermi. e sem– pre solleclto a modlfl carml !:.~~•al~: Il p;;:gr~n s~ 1 1~. :f~ cordcrò sempre con orrore Il autl;o da lui dato mi nella età. di sette anni a pena di egserml ritenuto con silenz.lo un soldo da me tro\'ato so• J)tA la di lui scrh•anlR. Ml rinchiuse solo per due giorni In una cam era ~u ra con vit– to di pane ed acqua, e poi al ~~~a fn°~~·a1~~1j;t;~sc~~ ta di circa \'enti persone: t.ut. – te consanguinee: ml l.1111 accu– ure dal mio genitor e di fur– to: e obbligato di ripo rre quel ~Ido nel luogo Il donde ave - !a1fe:r~~1.toèo~r=~infe';!~~ dro . Qual e orribile confu slo• nel Ma benedico adesso quella mano di !erro, che allora si ~t~ra~:r1! ~t~~nd ldcll~ ~[; non fOMI poi vacill ante. Alleno da' fanclullcJehl trfl– atulll lo donava sempre al mio fntello . come minore di un anno, tuttocl b che per soli&%· u.rml ml poJ'IC\'a glom al– mente la tene rena matema : ed Istruito di buon'ora nel– l'arte di legsere. lo andava dWoa ando in questa Il bol– lore di una Impetuo sa curio – gJLA di sapett, fomentando In• aleme la Inna ta lncllnaz.lone alla solitudine ed &l sllcndo Questo disordinato amore di lett ura, e la povertà di ogn i sper len ta, facendomi sempr e afferrare: senza scelta e con a,•ldltà qualunque libro potes• se euualmente ca.dermi fr a mani. ml riempirono ben pre• sto di Idee troppo btzurre , ed avvilupparono la mia fervid a fantula nel dellrj del roman– zi ed I progetti dell'ambl .z.lonc. GIUNTO cosl all'adol esccnu sia, di lettera tura. di scien– ze e di viaggi. Ma I proget.u de' miei parent.1 di troppo con– trastavano Al miei; e mentre net caldo del mio cervello lo sognava nuovi mond i e nuove corone. Il freddo calcolo di mio padre ml pttparav a un libro mastro, al quale lo sa.– rei stato poco appresso con• d&nn ato, senta quegli strepi– tosi avvenimenti, che tutta sconvalgendo la Europa , can– giarono affatto gli Interni si– stemi della nostra famiglia. pi~ ~! 1 's~~;~~ad~fio 1=t ne di Fran cia, torrenti di ar– me calavano In Italia cd lnon– dRvano Roma e le più belle provincie. Fu allora che agli sforzi del Ponteflce quelli si accoppiaro no della Casa Slcl• liana, ond e libera rsi dall a stranltra vlolenu; e Carolina d'Aust.ria In que· di moglie di Ferdinando quarto DI Borbo– ne spedi da Napoli a Roma Il Oe:nerale Gennaro Valcn– tlni glOVAne belllsslmo e di lei molto amore,·ole, perché segret.amente t.ratt.use del modi più atti a di.scacciare dRI suolo d'Italia la Idra formida– bile, che a' danni nostri si vedeva menare le velenose sue lingue. Il generale dunque, co– me cugino di mio padre per conto materno , avuto nella nostra cua un mlsterl030 ri– cetto ne fece Il centro de' suol consigli. ed Il deposito del Regi dlspaccJ. Né molto and0 :~ttN!~Sf1g~toio~~~:11, 1 f~~ !ib •~~c:u~l~p~~o~ranr::m: stAndosl, usci con esse In cam• po; e, rotta la piccola guarnl- ~~~-e s:~~nbJ~~~~c~a~~!j~: va/òiOrle se ne proclamò giu– ridicamente: comandante. HOtto gli ordin i di un Nascili so- r,~:;-:C~~\ie t ~~~~1~o. del- I frnncesl però Ingrossa ti.si ~1fe~~~j o~~q:!~ ~~~to rart compar\'ero più feroci, e con onta e scorno Indelebili del nome partenopeo, quasi sen– za un colpo dJ cannone né un ~~~ 1~ 1 s:ir::a~~1rwilt~n~1; :l~t 1 idgfilr~ii;:;att.!1:nfì~j da tutti abbRndonato e solo. non trovò altro scampo alll\ suu vita, che nella nostra fe• ::!e .~fc,lt.~~~\>e~~:va st :Ì~~;c'! ~1~a:i~!i?~nf'~1 1 ;e;:ri1tl:"n~ ceae, al quale già prima da lui battuto aveva generosa• mente concesso sicuretu. di vita , e libertà di persona: fa• cllmente ne ot.tenne In con • tracamb lo di potersene ritor– natt salvo e rispett.ato alla sua patria, e ne rlcevett.e In aaranzla un'autcntlco PU61l· porto. Forse troppo, o caro amico, lo ti sembro diffond ermi In questi politici racconti; ma ml dà bene descriverti la fon• te primari• di tut.t.e le mie successive calnmità. In que· giorni mia madre soprappru. 1a da un sùblto terrore: per la. propria sicurezza . chlarl la aua determinata \'0lon tà\ di ~~7,~n~~~~ 1~ ~z!ct~!~ea. d:i de!ri~~ll~o lrul~~re,~:~: nella sua risoluzione, e condu• ce:ndo me ancora fanclullo, fta"~'iìmpore~~~t~d;n; 1 v~~ ~l mio zio cuglno Il General e Valent.lnl. Le nost.rc cose più prczJose cl SCll:Uironu,e delle altre nost.rc proprietà rima.se In Roma cu~tode mio padre che seco ritenne Il mio mi– nore fratello. Era necessaria la di lul permane nza e per le accen nate ragioni e per non accrescett troppo' colla aua fuaa Il ros~tto, di cui alà qualche lampo traluceva nelle autorità go\'e:rnatlve . NOI DUNQUE partimmo. Ah ~r1:n~ 0 ~a:;;,e5ra~ilef~~rridf~ ~~ ~u 1 éuf ~l~~~~~ 0 co~\~~i ~~~~m,jn~al~~~~~!· ~TI~ 0 ct"t':. dalla portn di S. Giovanni, fu preso, e contro ogni data fe- Pà.ssAmmo là due giorni In una certa bugia rda tranqull– llù, ma divulgata col terzo la t.ragedla. del mlsero Gene– rale; I Napolltanl, che lo ama– \'ano, comi nciaro no lrraglo ne• ,·olmente a sollevarsi, e scop– piò cosi quella funesta rivol– ta, nella quale furono com– me1$l tanti atroci mbfat.tl. Ml11.madre sospettata com– plice colla mia ramlglla del trad imento di Valentlnl fu di– chiarata vittima di una ingiu– sta vendetta, e basta rono ap – pena I sacri recessi di un con– vento di monache per salva– re la sua e la mia vita dal– l'ebr ezza di quel popolare ru– rore. Ecco come si fondano gli umani gludl.zj! Noi abban– donammo Roma per sott.rarcl all'Ira di una fazione. e cl po– nemmo fra gli artigli dell'aJ. tra, la quale lungi dal perse– guitarci, a~ bbe antl dovuto concederci pietosa accogllen– u. e conforto delle sorrette sclagutt. Ma Intanto che a Napoli si ~r~~~u•;;:~~n~ ~~i~~ ~Ilo~~{ ~1~r;:,gfl!~~t.~r~n~a~.nt~n! flscatl l nostri ~nl, slgUlatJ i nost.rl domestici arredi, ru mio padre dichiarato nemico della Repubblica, e mia madr e cmla:ratn e proscritta . Calma– ta però la violenza di que primi moti, e consolidai.e alla meglio. le basi della usurpa– z.lone, rbuonb ovunque col no– me augwto di libertà Il solen- ~~l,~ ,do6.:~rit'ìt~ i:~i 1:1:~~ dP. nuo\'I spargimenti di san• f~~1:'~~~I~ ~':h~a le~~;~• :~ 1:'N!~\1. i!. RdeJ;,o, a1~~1~j: mesi venne rlvocata la nostra proscrizione, furono rimossi J sigilli, e la nostra famiglia si rlunl tut.ta ftnalmente frn le dome st.lche mura. S I ERANO cosi pro\'v laoria• mente composte le cc.se p o– litiche e noi non soffrivamo piu fuorché la est.rema penu– ria, che di ogni vettovaglia per-- lo Stato · tutto si catese Ma la opinione de' popoli In nulla favorevole a quel lana• tlsmo di bugiarda eguaglian– za, presto dove\'a atterrare un colOMOInnalzato sopra fragi– li pied i di creta. Vennero I Russi, tornarono I Napolltanl , e la Repubblica Romana ebbe nella sua culla U sepolcro. Presto si apri a Venez.la Il Conclave, ed Innalzato alla cattedra di S. Pietro Greco• rio Barnaba ChlaN.montl e.be attualmente vi siede. Questo avvenimento fece concepire ;~~.~~~ F.dlnr':1l 1 ~enf!:;:i: Roma Il nuo\'o Pontefice rice– vette subito a pro di mio pl\-– drc grulOl515'1ml uncJ della Regina di Napoli, e poco ap• pttsso lo nominò ad un 'ono• revole carico nella città, e Dar sena di Cl\'ltavccchla. tr:~ ~fe 1 rt~~: 1 ~,ra~t~: 1 n;~ velia residenza Insieme con un vero amico di mio padre, col quale ooabltavamo, cd aveva• :~n:.I l~U~~clrar!rt~ v~~~~: mo nel più 11alubri mesi del– l'anno , vivendo gli altri &el sotto Il meno impuro cielo di Roma. Tre anni trap assam– mo In questi tragitti , dc' qua– li ricorderò sempre Il più ~– analato per un'ass&Mlnlo sor• l<'TLO di\ set.te masna dieri m&• scheratl, che di bel giorno e nn sotto a Civitavecchia cl a\'CVRQ0 teso l'aguato. Tra or– fet.U di valore. e di uso com• putammo la perdita scendere a "Cln::11. settem lla scudi. Per quanta dillgcnia però da ri~~r d~drr~e~ ~~a~ 10 c°n~; ~r~~ll~ ';~~~e e:et~e c~~ sentono , pure lo vi cont r&MI tr~ri~:::ib f~~b':i·t~ lq~~; anni. Ma non al arave rubll– mento , e non alla febb1·e ost!– nata. si llmltb contro di noi l'odio delle. sorte, che aveva già dlllbe:rato di rendere lk città di Civitavec chia quasi Il teatro della nostra rovina . Fa mestieri tu .sappia, o mio ca– ro, che durante Il breve cor- .. . - ,;..... ~~ ~.::- :· ~ - "P e 1• uu c o11,ti11,uo coul'Utto l'ra la 111,lu 11,ut,11•11, inl'e1•io1•e e la su11e1·io1• e , io cono s ceva qrianto doveva f111•e, lace1'a spesso elf) che ""'" dove ·v11, 111e11,h•e VfJlevn se111,1n•e f',u•e quello ehe """' fnee1'11,, so della nostra felicità molto persone si Rndarono attorno a noi raggirando per partecipa– re del sorriso di nostra fortu• na. Cl avessi veduto cln::onda• ti e di nott.e e di giorno di lodatori blandl.sslml , p!cnl tut – ti di amicizia sul labbro, e di s.lncerlt.1 sulla fronte. Non al– tro che canti e vl\'a di gloja si udl\ 'lt.no risuonare fra I no– at.rl muri: e sempre In gluochl e In conviti vi si t.rapassav11, ~1l~~~dr~~~~fve~1~tote{j1J:~ lo de' para ssiti; e mia ma– dre. per sé stessa anche bella, l'oggett.o dcgl'lnccnsl della ga– lante ndulazlonc. Io, bcnch6 ancora fanciullo, condannava altamente nel cuore la con– dott.a. de' miei, che spinti dal disio \'lrtuoso di splendi dez– za. trMCCndevano In una vi– i.Iosa: prodigalità. Annojato da uno st.n::plto cosl contrarlo aJ mio Innato amore per le CO· 6C: tranqulUe:, me ne sot.traeva a mia posta, e scend e\'a , par- to eccedenti la mia capac ità; onde risolse di farmene ces– sare e di rivolgermi altrove . ~~t~u:: ~:e~f~~ !! ne: 1 a ~~: to allora nore ntc di Clvlt.a– vecchla molli legni caricavano e gcarie&\·ano a suo conto . Per le quali cose cono.scendo ben presto Il bisogno di avere qua– si un 'alt.ro se stesso, cui ad– dossare nel futuro la soma di t.anto t.ravagllo, non seppe ve– dctt oltre a me alt.ra perso– na plù adatta alle sue mire , ed al desldcrj del suo cuore . Ml progettò la vita del viag– giatore, ed lo ne fui fuor di me per In. gloja . Fu nolcggla- if ~~=~~~~'alf:s~~d!e, n:r e~ parativi, perche lo fossi pre- ~tga!~a~~~f! ~~e J'~u~i pr~1cl 10 a~~1ifo 0· allora con- r~ e~ ~~.r;1~0:1~~ c~ 1 ir~: ra: ed a commoversl per le te giunse nno a M>frocar e nel mio petto la sani.a voce. del uni;ue:. ed Il naturale amore ri: m~i ~:~~esie,te~~~1I:o:N: confe'sserò avett quel ga.stlgo tremendo gett.a.to in me tan– ta luce quanta ne fosse poi sufflcient.e a mostrarmi tut.ta la deformi tà di quella e delle n.ltre mie t.rlstl passioni. Vivevamo In slmUI dubbiez– ze. quando nella Darsena. cl~ nel recinto ove le Galee al st.avano rin chiuse, scoppiò R Civitavecchia una Improvvi sa mall\t.tla epidemica, la quale prese a menar e spaventevole st.rage di que· miserabili, che a torme a torme t.rapaMava– no da!IA catena alla morte . Il contiguo ospedale fu tosto ripieno d1nferml, e la clt.tà di terrore. La violenza del con• taglo mostrò la DCU1$lt& di una scrupolo.sa vigilan za.sl per la pietà di quelle Infelici vlt.- ~~i/~11'::a ~lo S:~~':,8' SC:~! no tenero Il cuore, perché po– tessero 11t.ar saldi al fw1e1to spettacolo della natura deso– lata . Contlnuarono però come prima a t.enere corripagnla a mio padre nelle ore della men– sa, e nelle alt re andavano a sollauare In caccle e in pa.s• ::if~ 1:ro s~~bn;°f\~~~t~'? pia. E secondo Il corto \'edere degli uomini, la Indovinaro no. Perc hé mio padre. l'amico :suo, e I due loro compagni, con• traendo nelle viscere ti pesti • fero morbo, caddero tutti In• fermi nel mcd.o tempo, e do– po diciotto atomi di patim en– ti e dolori, chiusero Insieme gli occhi alle miserie della terra: Iaddo, •e eglino u.nl e robusti seppero protrarre più a lungo la vita , e colla vita le colpe, L1mprovvlso fulmine colpi l'anima. di tutta la mia deso– Iat.a. famlglll\.. Mia madre as• sorbita da una specie di fu. rlbondo delirio, e trava allata •••• ' >' •-~~~:::-:'. ~ · '\,';:,;'T•>i·• ' ""'.l ' .. ~ ~:-1': :&. . .. ~~~:-:-,-. ~~"t ' ~ .... ' ~ :;._\ :! .,., ·:· . ,~; ~ ,· '· ·I l ·-·- tlcolarm cnte nelle prim e ore nott.urne, a sedermi t.utto SO· let.to sulla sUem:1osa spiaggia del mare. Quivi lo nudriva le mie care Idee malinconiche; ed alftne delle mie meditazio – ni, 5J)CISO spe&SOsenza neppu– re 5aperne Il motivo , ffll rl– trova, •a umidi gli occhi di pianto. M A CONTINUIAMO Il rac– cont.o. Tra IR nume rosa folla degli amici della nostra prosperlt.à, cinque prlnolpal• mente se ne vuol noverar e, I ,quali più dei;ll altri esperti ~~ ab~!g~:~gl~~::.t ~f :Cti di mio padre, quindi scdur:lo, e flnalm ente: vincerne e domi• narne lo spirito . Tut.tl ml.sc– rablll costoro, quali per le ro- !1~~!4f1 :~~~~~~:~ute~t la loro condoua. eccitaro no la GIUSEPPE \"ASl - • llom• i.ul 1'e\'rrt • lmmng lnl unisone colle na – scentl puslonl. PUol pert.anto dipingerti Jn mente ogni piu viva Idea di uman a gloja e con.solazione: non mal &aprat i;iun&ctt A quella dJ cui tut• to m'Inondava Il cuore la vl- 1>t.a del mio crescente baa:a- r~lo~ ~a;;:~clg~~n:: 1 l;-srv: : ,,a. fra giornf dl(erfderml dal• la. marina umldlt.à, e dall'In– vernale rigore. Ma oh Dio! Sogni! fumo! vanità! Una lmprowl sa penuria di cercali Insorse In Levante: e le spe– dizioni di frumenti, per Tu – nisi. Algérl, Tripoli e per le altre coste di Atrrlca offriva– no all'avi dità de' commcrclan• ~a.E~~ l~:1nihl~r~cc~; i1.1at1'!t~ tato e tosto a t.tt bas;Umen• ~di{ f!°"~~ni'!ve~:~g l~:fi; data ogni dom est.lca cura, t.ut – lo Il fervore dell'animo ap- f~1C:m~nl~~~n~e~a c: 1 ~~~~~~ dall'obll~o della santa carità di fratello. Né con ordini se– \'eri.sslml ed alcune dlseJpHne e profll5ione di argento egli stimò aver sodlsfatto al de· bit.o del suo cuore: ma volle con61lcrue al soccorso de' ml– seri ali uncJ della sua steMR persona. Ecco la religione at– tiva, che a Dio tanto piace. Ecco quelle opere belle delle quali una sola vince In me– rito più e più mlgllaja di bel– le parole. Dal mio genitore era Inseparabile: Il suo ami– co, e con essi erano sempre ~~e!~,e~~~d~1• qdu~~:1~c~ll- rlposto gtwstament-e nduef:. Due per6 rimasti dal cinque de' nostri Incensatori. :si t-ene– vano lungi , e troppo aveva- dagl'lncomMI di una sinistra gravidanza fece per due ln– tleri mesi t.emere del suol alornl, o almeno della perdita tot.Aie della sua ragione. Mio fratello dotAto di un. carat.te • re paclftco e pieno di tene– rezz.a, plan ge\'a e mct.teva le più comp&Mionevoll grida. Io di animo &Mal più forte , pe– net.rato di un dolore profon • dia.simo, taceva, sosplraya; e diviso tra mio frate llo e mlR madre procurRva di allevlatt colle carezze gli acerbissimi 11.trnnnl.Ahi fu quello Il prl• mo momento, in cui ml ac– corsi di essere uomo , ed uomo destinato a soffrire, perché la nebbia della felicità che si an – dava ~Il dileguando, od era glll anz i svanita , la.sciava aperta agli occhi della mili mente un'acerba prospet.tlv a di doloro se vicende. E come avrei potuto lo allora di1tor• nare dal nostro capo I mali che la minaccia vano, lo fan- ~1~fvoa~r:ganld:i,:gg!~a a:~: rlen.za? Non ml restava dun – que che Il desiderio dell'ope• ra. ed Il rammar ico della lna– tlone. 1.,R:u~l~~~~hl J~:-r~t:. e cessato li lugubre suono de brontl e delle pre:i;hiere. colle quali IR città tutta volle lun – gament.e chiamar requie sulle ~:,~l~ce1t\:t1~t1m1:f~n~~ÌL s~~~ lndairlne delle mie cose eco– nomiche. Lo stato Infelice di mia madre non le pcrm~ d1 assbtervl: mio frat.ello cd lo ne fummo esclusi dalla età. J due convittori e n01Strlcustodi proflttarono di queste circo- ~~~· :u~ 0 "àr~~~~~!~ !accU compa.sslone:. facilmente ot.– tennero le chlavl di tutto, e la facoltà dell'esa me. Quello fu per me. e sarà sempre un mlst.ero. L'Inventar lo :segui. J due agenti part.lrono, noi re– btammo Rn\.Qra auc mesi a Civitavecchia : e · malgrado tutte le mie dlmande , regnò sempre Il sllen:r.l.o. A Roma poi seppi dalla mia afflitta genitrice, non essersi .di t-ut.- ~:u:f1 ~~~tl~r ,e~o:~ri:i: vanti: lrnorar sl lo st.ato degli Interessi tra mio padre e l'amico suo per mancanta fra ~ 651 t.u~tlofn~c:~r~!titt':!: r;~:u :~~ ~:slcoii~tl d~·::; bonomia del mio povero pa– dre: A\'ere le poche somme ri– manente si In effet.t.lvo pot.uto appena ba.stare alla estlnz.lo - ~:rodeltarr!~~nf:.s.' i~:~el ~~ ~~:uwi~~,~o~a n;!~~~: dalla vendita delle mobllle. ed alt.re dom estich e masscrlzle delle due case di Civita\'.& e di Roma essett risultato un use tenuls.slmo In confronto del nostri futuri bi.sogni. Rimpatriati cosi, cl ricove• rammo dall'ampia In una ca– sa usai a1;1aust.a, e comin– ciammo a vivere colle scarse ~~!~~!!ii/cita n;~;: ne~l;e~!~ 8011\zlone, un rag:gio di spe– unza sosteneva ancora Il uo– st.ro coranlo: ed ogni giorno aspett.a.vamo notizie delle no– stre merci di Barbèrla. Vane lualnahel Nel momento In cui scrivo non ne so punto di più dl quanto allora ne sape• vamo. Vedendo pertanto la mia vedova madre venirle mc• no sino quella ultima risorsa chinò virtuo samente Il capo sot.to la sfel"'ZA del ciclo. e va– lendosi della sua squblta abl• lltà In ognl IJCnere dJ femml• nlll lavori, cominciò a prepa – rare con essa un sudato ali – mento al suol quattro orfani re,:k c~?ta Ami!:\!je1:!: 10 a~~:; viva nata circa un'a nn o pri– ma della morte patern a, e ft. nalmente al frutto prossimo di uno sventurato Imeneo , che eM& dove.va dare a.ila luce fra pochi m,st : felice bambino a cui concesse Iddlo ne' i;uol na– tali la morle. :!r!iulra~':~~~.31 ~l~~I ~ e:: brl dellR nostra famiglia. Vit– to ed asilo ru loro accordato: né &e ne chiese In compenso la leggerissima opera o di pen– na, o di mlnlste:rlo nel ra.ml di unclo o di Industria, ne ~uali li di lui an imo e quello aue 1udate sostanze. Uno di questi legni era. appunto quel– lo già destinato per me; che non fui giudicato esponibile ad un viaggio per Barbèrl &. Tre dc' nolltrl cinque flagelli vi furono fatti montare per sopra ccarich i, o condottieri di polit a; ed allorché fu giunta l'ora di far vela, pieno di amarezza lo montai sopra una torre che sorgeva 1ul nost.ro pa1Ru.o; e da quella sommi• At11ieo poco del silen:io .olla fJioio i:~~~ 1 ~ 1 s~:Cf:J:1a 0 dl~lde~i. Ma quest 'amico sincero. que• !tod{:=~ s?;!em~u en~o~~~ plava In &é le virtù. cosi ne ~~~: ~lfe:;:m~r\~ e~~al:o~ Illimitata flducla. Ambldu e ru~~r;: n~ir:~~~nI~ p~~ vede\ 1 0 glà di quel letargo n– nl funesti. ma era t.roppo tan• clullo per tentare di trasfon– dere In alarmi I miei terrori; o, tent.a.ndolo, per esserne udi• to. Uno di que' cinque corte– glanl Imprese a coltivar e Il mio spirito con lezioni perio– diche di lingua latina, e i;eo– arana . Il mio profltto però non corrispose: mal csat.ta – mente al di lui lmpei;no: per– ché In quelle conferen ze non obbedendo all'autorità del ma– gistero che Il mio corpo sog– get.to . l'anima libera e scie• r.1:0:arl;~~~ ~;;1tfJ:n~r:"~: lui al quale non a\'eva accor– dato mal stima. Tale lo m'era sin d'allora, o dolcissimo ami– co, e t.ale ml sono quindi sem– pre conser\'ato. Sl avvide nnalme nte mio pudre: di qua le scarso pTOJl;res– so lo de.s.sl pro\'a In lstudj né contrarj al mio genio. né pun- ~ i"~~ r;:~i.r ch! nJfa 1:nr~;: ta\'ano Il cuore. Q 0 :a~~z11:~r ~~~= mente ne alunser poco soddl- 1faeentl , partecipandoci Insie– me col salvo arrivo una mol• to minore facllltA di vendite che lvi produsse IR. quantità Immensa di carichi trAttl In que' luoghi da una stessa lu• islnga. Questa novella ragal• rando~ M>pra un soas cito per noi di umta Importanza, tur– bò non poco l'animo di mio padre, e ne alterò alquanto la eccellente salute. L'amico suo dMdeva con lui le pene de suol Umori, e pareva che. sul ciclo della nost.ra cua. fosse sorta quasi una nuvola ad oscurame la !erenlt.à , e lo splendore . Dovrò dirlo ? Sl: dal comu– ne turbamento lo solo non tul commos.w: anzi In quel non ancora sicuro dlSMt.ro gustava con compiac enza una specie di vendetta del sacrlflclo di mia so!pesa pnrtenza . Ecco ciò che lo dAI bel principio ti dissi di me. Ln vendet ta ml fu scm• pre dolce: e nel caso prcscn- o H M~n~~ Dte i:;,~;rb~l~m~I :r~aavr:~tr\~~l~~rr=:~.re· riso, moltitudine. e pro1uslo- stupivano poscia. In vederm{ ne : due mesi dopo pianto , so- sempre vittorioso, e ml coro• lltudlnc, e dirò sino, miseria. navano di nuovi allori di car– Sl da tut.tl noi fummo ab- ta. Pot.rel assicurare che ra– bandonaU: cd appena rlce:- r!Mlme volte entrò qual che ,·emmo dall e antiche cono- trrore nelle mie compos;lz.lonl; K:enr.e Il conforto di qualche ma non potrei però ugualmcn• 6tcrlle. e stu diato sospiro. Pu• te negare che la mia lndocl– re un'atlet.tuosa camerl era , lltà ed Il turbolento mlo spi– non ebbe cuore di lasciare rito ml a&SOll:Cettarono soven- ~!11:e~~t:1~i: ~~ ::r~l~e~~ ~~g11 1 g~~~s !mJcft:S~~~ir:~~ ne e~ l'amica di mltL mH.• La contu sione delle sconflt.te dre, cd Il isuo w llle,·o In que' ml avevn fat to de' miei .. :n~:~~t.1:v~~I ifci~t~:~;~ == ~~¼e~tacntlve"n'~t~::al c~:n d,;,•~: sta venerabile donna vive an- di lndlrett.l dtll e dlretle ln• cora, cd lo non so nom inarla a:lur!c di scuola, \'Cgllavano mal né vederla 1e.nz.a.versare aopra tutti 1 miei minuti fai~ soavl:sslme lafrime: di rlcoQo- 11,de' quali btne 1>p61;o era• ~~:~ra A~e '!e:~apr!,av :~~ ~o d~Y! 1 ~rl.l)t;,~~ cfU:-1e1i"~~~ ulatcre putt al mondo qual • stri desiderosi di tt prlm ere Il che anima non per\'cru. e mio nero carattere, erano venale! sempre con la sferza. alz.ata Ed eccomi get.tato nel mon• ropra di mc : ma non era do cosi diverso da quello, che quella la via di correagcrml poco add ietro dovea farvi In- perch é Il mio amor proprio ~f~~r~1~~- i::~n fJ 1 ~g;:t 1 ~ ~~~too,rcic,,e~~cna;.1:~~~'t«:,u~ ~e~fo~"e~ :'tr,!~l~ R;~~~o ~~: ~~1t1n:1 ~~!w:er a:f~~/ ~ 1 i"~~: venuti Il mio patrimonio: e molto bene lo ml nccorgeu ~ r1~ao::~: t'rn 1':: 1 ~o~!~ ci:ra~ ~ri:~;A~g s~i~l dl 1 eplg~~! i:a~~ ~ ~=r~~Ia~ !~ga del- ~af! c~~a :rg:~f~:· .. ~ m1; Correva allora ranno dccl- Intolle ranza, perché condan • moter20 della mia età: e co- nato ad alcune battiture in mlnciò In quello Il co~ non pena dt un fallo non commes– plQ po.scia Interrotto de' miei so, lo non m1 sentii capace tiu 1~tt~ ::t.l~ t a~r r'u l~!iJo~~~ ~ rn: s~~nc!~al q~f~f~~bl~ dobato di una tcn aclss lma vo- band irmi \'0lont.arlamente da lontà di riuscire in quello che scuola, ove lo conta va 0IJnl desiderava, e di un 'imme nso ~1orno un'lnsulto. Partii tn• amor prop rio di far bene quel fatti ; ma poi e le prei;hlcre che faceva, andai alla unlvcr- di mia madre, e la glust.lfl- !11\~ ~~~i!1b~~c .al:d p~ l~arv~~ ~f1:~:: d;~ Itj~o rf~~~;r~a~~ torla. Co.si quella lln&u& lati- ,uc to là dond e sl furibondo nR, quell'arte orator ia, quella era uscito. Vaglia però Il ve• poetic a, quella ftlosona. ftnal - ro: In app resso fui più raglo – ment e, di cui già udiva da al- nevolmcnte trat.tato , e le am– trl parla re con tan ta coste r• mon ti.Ioni cd I consigli e la nulo ne, ti i;luro, dllett.l.sslmo, dolceu..a ottennero da me una amico , sembra.vano a me ,t.ra - man suetudine , a cui non de florltWi me e piane per avrebbero mal saputo condu r– giungere all11, gloria della ml le minacele, ed li rliOre se lenta; bcnchC poi con ta nto maggiore mio scorno lo non abbia saputo arri varv i. Con– sumato sempre da una evl– dentl.s$1ma smania di supe rar e ~~~~niuc~ rpe~;~;\~ ~! l\ ~nzf!: c 0 :r~u ~~dJ~hri,re 1 ~ para no la mente. lo Intrapre si ~u!:\ ~~:/o ;n'g~~o 1!0 ~ftl~~ var ie una vita al necessaria: al più se ne ottenne di pro– lungarla dl alcuni giorni : m11 oppreA&a dal dolori del corpo e dello spirito , nnalm .e. dopo cinque mes.l di languore chiu– se gli occhi per non più rl- :~~~~a' ~~ !nfO~ !~t~ljC~~ ~ ancor bisognosi della sua vlgl– lant.a. e de' ,_uol mal.emi 60C• corsi. Rlcorde tp 6Cmpre con 111.grW'lle di pietà la commo– vente prcahlerR colla qual e scntcndo iil dnpprlma a rcn• dcr e l'anima I\. Dio, ella con• segnò alla di Lui patern a provvldcnu I sventurati frut– ti della sua tenere zza.. Gli oc• chi suol già. coperti dal livido velo della. morte si Illumina– rono allora delle ultime scin– tille vitali, e la virtù della re– ligione aeppe ttnde rle per bre– vi moment.l un vigore che ella aveva perduto fra I suol tra– vaall. Rivolta quindi a noi. ed a me princip almente diti• acndo le sue estreme parole , cl ricordò I doveri di cristia– no, di suddito, e di clt.tadlno. compen dlAndocl brevemente le ricompen se ed I gastlghl che Iddlo e la coscienza rctrlbul• scono alla virtù. cd al vizio Cl confortò di non troppo conndare negli uomini, ma al tutto tn noi nessi e nelle ope- rfm~0:~r:tu~ q~~ ~v;~~o inpo~; CS1Sere tollerabile ed nnchc dolce quando 11 pensi che le calamll.à. come I piaceri do– vendo aulla terra a\'er nnc, In qucst.a. Idea di un termine al rinchiude necessariamente: la conso lazione dello sventu– rato cd Il tormento dell'uo• mo felice. Qui Rnelante e Sl)OS• sat• dall a fAtlca sofferta fece aUcn:ilo quella madre amoro– sa, ma tacendo ancora prose - f:1,uC:1p:~~~~g~~ lo~1~~o~~~ mevamo amarament.e; ond 'el• la temendo non le la;Tim e de' tlgll di troppo lndct>olls– lC tO Il coranio necessar io per ricevere una morte che si sen– te anivare accennò Il nostro ritiro . Tolti cosi da quella stanu di dolore, e da quella casa di pianto , fummo sepa – rati per sempre d&ll'autr lce dcllR nostra cslstcnz.a, lR qua– le non tardò molto a rlce.vc • re nella nne de' auol patimen – ti Il merito della pazienza con cui gll aveva sotrertl. nltà di stu dio ml pRreva po– termi dare omb ra; ml leva– \'a la nottt pian piano, per sacrl ftcare I riposi del sonno al tumulti dell'amor proprio e della Invidia che anda ,•ano sempre nel mio petto di per – fettissimo accordo. I miei con- flessioni si faceva.no plu ma• ture hul eme colla età mia giunta oramai al sedicesimo ~:~~\o~:~ ~~a q~~~~ 1 a 1 ~v:~ : E C~o~Tt\~1 nd~:gt~~l~~ -:::; ~~~!t:>1~unil~:t!pe:! slq~a:~ pat.l 11 1e~I t!fe1~~ ~,/)~ ~ : ~ri~it~r~ ~~ ~~fc!1: 1 ~~• ~~ GtUSErPE \'A SI - t. CHld 51nl'An, 1lo :J temwano tutU contro me so– lo: ed I miei maestri che ,;;ul– le prime ridevano pensando t.ura. l nfermb In quel tem po angosciosa epoca. della mia mia madre di una luni;a e pe- vita . Rlma.st.o primo della mia nosa malat.tla, prodo tta liCOUI atlrpe , ml trovai privo di oa:nl dublo dalle profond e atrllz.lo - mezzo di alimen ta.ria. Nel cor– ni, che le pesava no da t.anto redo bench e deef:nte della no• tempo sul cuore . A nulla val• st.ra povera ca.sa , rlnnovato a r.ero le plu sollecite CUtt del• poco Il poco da;-l'ind ll$trlo.,i !'a.more nostro e le rlM>!"V' plu sudori della mia buona madre, gqulslt.e dell'art.e per con,,er- tu tto conal&te:va il mio palr l- 1bl1otecaGino Bianco monlo: csscnd<>l!Iquesto dovu– to vendere quasi lntltramen • te per ~dl t1fare I deblt.1 COD- ~~~t:~ r.r d~~a tn!i~n~': n1!~1~ non cc ne rimuc che quan - :e1re~~ :~~::fe.· : 1 =~\ nel alorno In qualche utile oc• cupauonc , cd a nporre le po• che vesti destinate a ricopri • re In. nostra nudità. Mosso In ~~f1 n:~,Jt!, ~f:C:6 1 ~! eora dalla co~clenza del pro– prio dovere plu che dal grido del iangue, un mio zio pater– no, uomo di agiate sostanie cl raccolse In sua ca.sa. e cl conru .sc sul primi giorn i fr& r~ 1 ::r:la a~~:,:~oe~ E:-Cf~ che a malgrad o pat.tva quella. eguaa:llanza di cure, \'alendol.1 studiosamente della occasione di qualche legglera dltrerem.a. ~!"1~!~l~~def\~i'~-1~a:8J:i : vcrlo ad allontanarci dalla su& famiglia. Fummo noi allora trans!erltl nell'abitazione di una di lut rorella vedova. so– rella egualmcnt-e a mio padra. ed lvi .seguitammo per qualche tempo ad c.gscre da 1111ali • mentat1 e vestiti. Ma oh Olol Lascia, o t.ll' o, che lo ml ri– spa rmi li ~re di rammen– tare quelle benen cenze che furono chlamat.e e:lemo:Jne. Sommlnl1t.rate esse a plcc•la – slmc t.ratte: cl ponevano nellt. continua necessità di chieder – ne spc:..so delle nuove cd al• !ora sentendo ne sempre ricor – dare enfati camente: li valore nelle loro frequ enti rinno – vazioni dovevamo soffrlJ'e espresso sul volto del sov,·on• tori l'am arcz.z.a e l'umore, con cui cl erano accordate. Co– stretti di condurci orni glor• no I\ baciare la. mano, cha soste nendoci cl opprimeva. giorno non passa va, che non avessimo a ritornarcene mor– tlftcatl e conf usi. Ah! Quale ma rtiri o pel mio vivo amor proprio quell 'udltt &lla pre– senza di qualunque persona esalt.ar sempre dalla bocca de' ~I~ rc,~c~~ri: ! mJ:an"!olsc~t: lentlerl avrei ricusato un pa• ne si amaro, se non •ave:s&I, temuto plu assai che la mia la estrema Indigenza del mlo amabile frat.ello, e della mia Innocente sorella. Pcr0 lo ta • ::a·s:i ~ff~~!a:On cfl~?o~!;°a: ~~~rbfJP~~ 1 u: rrif!1 u :,f1~~"ii~n 1 e~ Int anto 1 nomi dc' cari miei genito ri erano le uniche pa. role che lo sapess i profferiNI In quelll momenti di amba • ac.la e di \'lolenza, finché I rl• cordl di mia madre ,•enlsRro a calmare colla loro soavlt.a Il dolore della trantta anima mia. li rammarico di alimen – tarc i fece solleciti i nost.rl pa • rentl, di procuratt a mio fra • teno ed a me un piccolo lr.– picgo computistico col cui f~a~~~t~~ 1 ~1 :a.pr ~acl~~tr~ due nostri benché meschini 1tlpendj unltJ ad uno scarso as.sc11name:nto mcnsUe accor • dato a me da un Principe Ar · ~~5-f~\'l~t.::! 0 l~~;k~;,:Y' q:: si lntleramcnt e del peso del• la nostra eslstenta. lo contava allora circa dle– claette anni, mio frate llo r,e. diti e inia 80rclla sette. E qui l: duopo che Ingenuamente lo ml accusi di qualche i.stante di smarrimento e di abbando – no al truportl della mia fer • vlda et.à. L'el)Oca della prlma liberti\ di un uomo è per lui ~":,ffic l~~~:~guf'd~~rt~~ po sollecita Indipendenza. La– sciato per dir cosi in capo a due strade, ardua l'una e fa.– tlcosa e l'alt ra fa.elle e lusin- r,h~cl~~a~:nn!~~ta c~~~htln~ to de' 11uol Insani appetiti. e rirest.ando lntlera fede alla te• a~r.!\~~ dir d~i:t\Jn~ 1 ':~:ì:~~ ~ffr!~~: ~~I g~(~t~a~ao ~= T!d~~-e~: ~~1~~1'rf.'~1etfe~ : rlen7.& IIUCCCde presto O t.Ardl :~;~~.a~~ 0 'a1~ 11 cfaJ~~f'~;;:m! ~ a~Wadril 1 at~~~r~a g\: n~le 1 ~:,~ allora si ritrova. fortunata – mente nel meu.o ancora del cammino lnttapTC50, pub bene rient rato In se steMO acor;e – re racllmcnt.e l'errore onde si lasclHa guidare, e ritornando ~~g~~ 1:b:vcmi°'!~olf~!i!i a più laud evole mèta. Ma do• ve pe.r sua dlsgrula, o per lo Impetuo so ardore della carrle• ra, giunto egli al tumlne di nn viaggio .sconsigliato. ;là stia nel vortice a cui le sue ~~li.n~rf:ss~~~~iocltr~ni~~:: ne 3C quella. mcd.cslm11,e, pe. ricnza, quella verità, quella ~ft~ ~\'!, l~~Pvri°rft!°~:.al~~:l~~~ Import.une e tormentose. Certo nnalmente: del suo traviamento, com•into della propria l\'COtura. persuaso a qual nobile nne pote,·a aluo – acre, ed lllumlnato Rd un tem• po sull'orri bile precipizio che doveva evitare, si scn.te ei;II punto benal da un resto di isentlm cflto del retto, e del– l'uti le; ma benché scosso da :g1~f ~~~~~ n!!orz~ tt~ell8 ~~~:~rt!,el~~11~f~c~~ J~r;,•: tere 11winclblle d~le abltudl• nl, non RII resta nel tot.aie de• perimento delle sue forze mo• rall, che iCmett con dolor• sulla Impotenza. della propria ragione. e sulla Inefficacia ~=!la~~~ \'O~°n~~ - ~~ r f.aJ: tante angWJllc, rlbut.tando con nausen ciò che dian z.i rlccr– CAva con avidità, odioso al• trul, grave A se stesso; l'lnfe• llce per l\fla bizzarria crudcla della natura umana é satlo di esl.stcre nel tempo st.easo che Inorridisce e trema alla rola Idea della aua dbtruzlone. Eccott In compe:ndlo o mio caro I pericoli che si prepara la Incauta gioventù, quando abbandonata a se gtessa. in 1ull 'lnares.so del mondo, ade• a:na la ,cvera 1SCOrtadc~II OC• ch1 dell'Anima. vaga solam, n– te di ~g ulre quelll matertall del corpo, una guida assai più Indulgente 111.ma molto me• no alcura perche tr':fpo per : ati-\~~ a ~s~g .n~t.:n e lo l'!H!!}: ~~\;~,I~ ~ ! d~~ms~r!..!~1f:ra~ : rlm ento di questa verità. LUc lato cosi di buon'ora in balla di me stesso, fui ben presto circondato da molt.l giovani pttsso a poco della mia da età , alcuni de' quali e t pt gi::lorl mercé di un 'ln• gann evole esteriore ottennero facilmen te la mia esclWJl\'a GIUSF. rrE G. BELLI (Conl lnuo In 8. pa,o,1

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