Fiera Letteraria - Anno VI - n. 20 - 20 maggio 1951

Pag. 4 LA FIERA LE T TERARIA 1 SONETTI ROMANESCHI NACQUERO ALL'OMJ3RADELLA MADONNINA IL BELLI Domenica 20 Maggio 1951 11JNERARI ROMANI Campo 1e' Fiori l e le poesie milanesi I , ll. uÉsTA,1~: , ~~a!T~:~~•~• !~t:,~?i~l~d~no B,uno v lge la Q f'lorl! Giova entrarvi du Pla:r.za e.lei- compllcnta e organl clsslma struttu ra delle In Cancelleria e mell.crsl a gunrdure sue reue lrreeo larl. quale ava n1.ante e quale fra I carretti , I banchetti, le segg1oie, arretrante, con una sCrlc Imprevedibile di ,;i del "defunto; Carlo Porta 1 ta voli dcll'ost.crla. SI comlucfa benlsshno : lerra1,7.e, finestre, scale c.~tcrne. balconcini. con le mostre verde -bottiglia del t1oral e la pergole verd i da ln.<;elarvlcorrere le volutt fonta na nella quale, d'estate, si vedono tn- caprlcclooe del convolvolo, con una dlstrl- lora sguokt.are h;:nudl i raga:r.zinl (tl bron:,,0, buzlone fortuita di finestre che nondime- La mattina l'area delln plozza e coperla no sembrano aver se&:ulto magistral mente dagli ombrclll bianco-grigi del merca to, sot- li proposito di un disegnato re eccezlonal - to t:ul a lamp i alterni di sole e d'ombra mente dot11to di poesia . ~ quanto al colore, rormlcola il popolo e si accendono o si spcn - esso riassume. direi, tutti I ton i che :sono dlf- gono I gialli, I rossi , I verdi delle ceste f:isi per la piazza : Il bianco succede ndo a! colme. Chiu nque emrl n rar parte della grigio e Il gin.Ilo oro ripren dendo I suol di– giostra subito vi si trovn a suo agio: ar• ritti sull'avana chiaro , non i.enza le severe rlvano gli spazzini e le loro tutt: o caso.celle pause del grigio scuro della finta pietra. azzur re hanno Immediatamen te I toni com- sembra . più che una cn.sa , un CliStello con plcmen tnrl che le sussidiano e le mettono a.bbomlnn:r.a di ambienti. cammini di ron– n posto nel quadro. Cosi I cappoctl grigio- da, casematt.e. Nessun archltel.t o riuscirà a verdi del vendito ri. cosi gli scialli nocciola. fare quel che qui han fotto II tempo e le CA JU.O i' ORTA S E GLI UNDICI volumi auto grafi dello Zfbaldonc bclllano, che giacclono lm – pubbllc11t.1e quasi lnes lorati In un fondo delln Blbllot.eca Waziom\le Vlt,- ~~!: t.~~;:~::redlla ~:n corn~e 0:r~~iz,~~~· e le possenti basi culturali sulle quali riposa l'opera del poeta roman esco. I giornali di l'iagglo - posti cronologlcamcnt.e sul punto ne\ 1 ralglco della cosldetta e frattura >, nel– l'epoc a di tran sizione, cloè, dalla produzione ltallana Rl verseggiare dialettale - docu – mentano a loro volta che Belli non poté soltrar sl all'at.trazlone squisitamente roman– tica del via ggio, allora più che mai sentita (non per sola curio sità noto che la prima edizione dello stendhaliano Rome, Napl es et Florence è del 1817 e la successiva del 1826: che In pubblicazione dell'ultimo canto del Chtlde Haro ld's Pilgr lm age risale al 1818 e quella delle Promenad es dan.f Rome porta la data del 1829), costring endolo n tenere In france se, come Impon eva li\ moda, un me– ticoloso diario ,dl quel preord inati vagabon – daggi. tutt'a ltro che di scar sa Importanza e In buona par te degno di vedere In luce. Infatti, l'accanim ento plll che legittimo di ~11~~~1 'ri1one~f~!t1J~:'r1~:bb~ngg~icit~I r~~ftl scritti minori del nostro poeta, Il cui stu – dio. ne sono certo , potrebbe In vari modi giovar e anche alla migliore compren sione dell'opera massima, per la quale. non Inde – gnamente, sl è ricorso di recente all'attri– buto e dant.csco >. Né Pt:r l'articolo che urge od Il cbntrollo di alcuni dati , vale la solita scorribanda affrettata sugH Inediti mano– scritti, conoscendo la natura e la scrupo – losità del Belli, poeta e prosatore , mal su– perfluo, spesso esscnzlnle, sempr e efficace, ché, se da una tale esplora zione non v'è da aspettarsi clnmoro se sorpre se. pure ne saltan fuori, inevitabilment e, elcmenll validi a sal– darne altri che, da soli. avrebbero lasciato ancora Insoluto. ad esempio, uno fra I tanti problemi connessi alln difficile, sovente ln– splcgnbilc, pslcologln bcllla na. Con tnle certe 1.zn ho consultato n lungo, se non int eramente letto, le 170 carte che compo ngono i sei tasclcolettl rllegntl: quat– tro relativi al Journal dii voyage de 1827, e due, rispettivamente, nl 1828 e al 1829; e le speranze non sono risultate vnne, poi– ché. come in altra sede dimo strerò, l'amo – rosa consult.azlone mi permette di compier e non poche rettifiche a quanto già pubbli– cato sull'ar gomento. Come dice Il titolo, ripetuto su tutti I fronte6p lzl, ogni Jo11r11al avrebbe dovuto es– sere redatto In lin gua france se. e dico avreb– be pereh é ll Belli nel momenti più reuct se ne dimentica. Questo acco.dc già nel 1827: nel dio.rio dell'anno seguente trovlo.mo In francese SPltnnto le annotazioni preliminari : gli oggetti che Il poeta porta con sé, le spese sostenut e e da sost.enere, le visite da com– piere. In quello del '29 nulla, invece, eccet– tuato. ripeto, Il fronte spizio. Feno meno chia – ramente spiegabile, ove si consideri che nel frattempo, rorse ln grazia di questi stessi viaggi, come dirò in seguito, s'era rivelato ::1~~~tc~urt~n~~lefo~~a~f~ è~e c>~e~o~~~n~~ restare tn terreno france se, Gogol rlCerlrà poi a Salnte-Bcuve. La grana , legglbllc, non manca di pic– coli pentimenti, di correzioni , di abbrevla – z.ionl usate anche nelle note al versi roma– neschi; e si trovano Inoltre clrconscrltte nel testo lrance se alcune parol e italiane, delle quali Belli, evidente mente, non è riuscito a i~t~l;g~~ qduai~ fl~?ir~~ r:e ~ : ~lh~o~~= tua. si alternano 'a seconda delle circostanze, e, mentre. come pure la mole conferma, le ann otazioni appaiono minuziose cd accurate nel '27, già nel '28 S, rivelano affre~tate nella forma e sciatt e nel segno, per accen– tuare questi caratteri e diradar si ancor più nell'anno seguente. Espressioni poco alate In quel 1827; In coanpef!,SO entu siasmi all'atto repre ssi, che rl– specch1ano l'esalta zione e la freschezza di cert e prime Impressioni, e, sopratuu.o, pre – z1osiss1ml dati, annotazion i rivelatrlcl Intor – no al frutto più grandi oso di quella prima sita mllnnese del BeJU: la lettur a, la dir etta conoscenza delle poesie ln vern acolo di c ario Porta. Ho po~~ •1:n~~~:N:~1t ~ 1 t~rod: 1 n~~a~~~; sul romano , 'una vera e propl".ia deriva– zione portian a del Belli, secondo alcuni ; ed li problema riveste si vita le !mportania che. al lume della blbllograll a preesisten te e con gli elementi venuti In mio possesso dopo la ricognizione del Journal 1827, ml sento ten– ta to dl compilarne un prim o sommarlo bi– lancio , considera ndo I pro e i contro di una questione tuttora In sospeso e forse addi– rit tura Insolubile. Sulle orm e di Domenico Gnoll - tr a I p:-;mlsslml ad esami nare quet giorna li di ,•111.gglo - tutti hann o Udito Il Belli suonare H naut o e legger e Port.a, all'ombra della Madonnina. A me, ricalc ando quelle orme, non è riuscito di rlntraccla re la notizia tra i manoscritti: In compenso ho tr ovato non uno ma due fla uti. accolti nel curioso elenco relati vo al Vc.!tia rio portato nel tJIO.ggfo1827, c. In' quanto al ra ppor ti del Belli col poeta meneghino, questa illumln ante sepp ur laco– nica notizi a, del resto nota da tempo : e mercrcdf 22 - ci 8 heure.! levée. toelette (sic), lecture de poe.!fes milo.nai.!es du feu Charle.! [Port a i. Sla mo però nell'agosto del 1827 e non In, sett embre, come asseriva , or è un decen nio, di UVIO JANNATTON[ l'altro Gnoll , Toma so, In uno det più autore– voli saggi sull'argomento. In questo mese, e precisam ente sotto In.dat a del 11 sette mbre, si trova realstrato l'acquisto dell'opera nella pMtante nota delle spese: e Poesie df Porto. to: 2 - 96> Ossia 96 balocchi, pari a circa uno scudo nostrano o sei svam:1che aus triac he. L'omissione di una dl tali date - 22 ago– sto e 17 settembr e 1827 - o, quanto meno, 1 !v~po::r st~dfo~{on.!~~;ld~Ù ~~~Cl~~ enunc iare illazioni arbitr arle , se non del tut t.o erron ee. CO!\ è accaduto, fra I tan ti, a Nello Vlan, davvero 1nsospettata vittim a dcli' lpie dixi t, Il quRle ha constata to quasi con stupore che I due volumetti, ora conservati presso la Vaticana, c. non rivelano tracc e di un fre – quente uso e di un lungo studio >. Due P"iccol! tomi In sedicesimo, cl lnrorma ancor a in una dotta postilla all'ar ticolo di T. onoll, USC'1t :1~h;~[1~~~:i~t~~~e~l!è!~e ~~ft~" i~ ~fa~~:ii r! lo.11ese di Carlo Porta rlcorett e (sic) sul te.!to coll'aggiunto. di due componim enti di Tom– maso Grossi - Italia. 1826, e la Raccolta d1 ~ .!ie Inedite hl dialetto rnflo.neu di Carlo Porta coll'aggiunto. dello. Prlne lde e dì alcun " altr e anonime - Italia 1626. Edizioni proibite ~~o~~~; e;:1i 1 ~ite~~tei~~: ~ 1n;;:~~:W 0 B~f1~ quindi, e non poté acquistare scopertam ente In libreria >, ma di cui dovette entrar e e in pos.sesso per qualche vlA.clnnd esth1a. Indica– tagli da'l suol amici mtnale sl :io. Cosa che e spiega anche Il prezzo relativamen te all o che egli sborsò >. Il marche se Gaetano Ferrajoll, successivo proprletarlo, li acqui stò invece 1n Roma , co– me risulta da una sua nota auto gra fa, Il 15 febbraio 1864: a nemmeno due mesi di distan za dalla morte del poeta (che vi aveva pure apposto Il solito ex li bri.!: e DI G. G. Belli >), all 'epoca cioè della dolorosa d!Sper– slone di quella biblioteca, al nostro carl.ssl– ma rsocii era uso chiamare I suol llbrl>, che, se rosse pervenuta Integra sino a noi, più che mal avrebbe rivelato le predll ezlonl belllane, gettando forse completa luce su dJ una complessa personalità, per molti lati, come s'è dctl-0, ancor a refrattar ia all 'in– dagine. E 0 ve~~~~~ ~~~a~~r~v~~e ~~ ~~~~!~ar~ 0 j Il Belli, e proprio nel pl'lm! anni della sua at– tività di poeta romanesco, trnduSbe alla let – tera nu merosi sonetti del Porta e !ncornlnclò proprio da quelli licenziosi, ma anche più Importante è la constatazione che Il suo si– ste ma ctl lavoro risulta calcato esattamenle su quello del milanese. Il Porta andava a scolo. de le11gua In Vert.lerc e Belli, da quando ha letl-0 Porta, va siste matica mente anche lui a scuola dal popolo, sei;na continua mente fras i e modl, spropositi e battute oolte per I trivi, ne fa degli elenchi e spesso, mentre Il nota, gli venBOno gill sponta nei I versi, ed egli Il riporta tali e quali nel sonetto ... Por– ta gli ha aperto la stra da e gli ha rl\'e lato un mondo che prima non n\'cva mal visto, ha bruclato col suo crudo realismo ogni accademica scoria. gJ'l. ha messo a nudo la commedia umana, per forza di ana logia sii ha rivelato Il popolo più ricco di motivi che rosse al mondo>. Concett'l tutti ribaditi dal Negro di recente e rincarando la dose. M \?o 0 ~?ù~ e~~ ! ~o, i1~::~1 '.!:~to~!~z~~~~ : ~I llqus~1:i·eo~~~laad~: ~:1r'infi~~~! a'rr~~~c rihe1 Bçlll Il terr eno già preparato alla merav l– Bliosa fioritura> , sembra replicare al Negro , là dove aff erma che c. la storica derivazione ha un 1>recedente proprio ilei Porta, li quale. recato si a Venezia, ivi .!entl 1 come scrive Il Gr ossi, per la primo. volta l'impeto dello. sua. no.tura che lo portava a. fa r versi, e ne scris– se alcuni in ve11eziano, cosi che, a ben oon– sldcrare, la massima poesia roman esca è a quella veneta quasi 11iwte >. Ideale conca– tenat lone di poeti In dialetto, soaglunge li Bru ers, che costitu isce una Importante pro– va, antl-lette ra, dell'un ità naz!onal e. E anc ora. se fin dal 1889 era stato Rar– fnello Barb1era a difendere l'originalità del Belli e la sua Incont rastat a sovran ità nella fat tura del sonetto. oggi è GlorJ to Petrocchi ad afferma re che e la lezione del Porta sul Belli è un mito letterati.o che si va, coJ tempo, dimi nuendo ... Son , sl, gli Inizi del Belll, ma l'arte del mllRnese non offr e più d'un app iglio, un abbr iv io (come si diceva qualche ann o fa), quasi che. dorm end o la musa del Belli. questi versi del Porta l'ab– biano appena un po' stunlc ata, abbia no messo in movimento qualche ner vo >. E, concludendo la breve disqu isizione sul rap– porti tra lingua e dialet to: e sono grandi GIU SEl'I'E GIOAC:ClllNO " UELLl vermiglione , verd e pisello o nero dçlle frut - necess ità della vita. taro le, cosl le tinte neut re degli abiti ma- La pla7.za è poi inlnterrotlamente an ima~ sch lll. SI ferma. un cavallo . bianco e mar - tn. e nelle vie strette e lunghe che vi sboc• ronc, col bar roccio romnno, dal tipico man- cano si st.cnta a passare , lantt b<>nO gli ~ 1 ::c~lo~ ~enc~~~~;i;ol~~cst,.u~f' ~~a.:t ri 0 ~ 1~~~~ !~g~~~~r~l ~~ 1 ~1a~1:.~~ii:St~ 1 ~~ 11 :o\fù .g:; inte nsi, assolut i, si nJfollano at lomo alla ben nu trili gcnera lmcnt.e, anzi tlorldl che bestia e al carro facendogli fondo appro- ra pio.cere a guardn rll. Compratori, vendl- prlato. torr e 1>erdltcmpo vi ranno ta le un vocl.o to~~c"n:~e dt 1 Ff~~~lz~~~uf ~~~lto~~= ~~ .. t~ 1 d~es~~: ~nbn~l~em~~-tese~~~~è èa 1 fo~!! Porta e Belli, perchl! Il Unguaggio dialett ale bente è forte al punto, che gli si pos;sono marcare li pas.<;otrn la tanta gente che va, è tutto loro, nasce prepotentement e dalla proporr e I più arditi pretesU pittorici. le viene, attraversa, porr...-mdoIn giro ceste, va• loro an ima> . combln azlo111colortstlche più violente e con- llgette di fibra legate o.I collo, zaini. tasca• Restano cosi accomunati I due poeti In trastaml. I botteg ai, difatti, han clmentnto pani, carrO?..z.lnedi\ bimbi piene della più una medesima gloria , ma non sr deve di- la piazza imponend ole toppe celesti, rossa - disparato. rol>a, mucchi di coperte buttate mentlca re nel contem po (anche se r arre r- stre , glalllnc, verdi ne, mostre o. gra ndi ca- sul braccio o sulle spalle, file di scarponi mars t della letteratura dialettale In Ita lia rat.terl l'Crnlcl:iti di tinta vistosa e brillante , raccomandati a una funicella porta ta & colnclda, non senza ragione, 001 soraere del ma Invano. Campo de' Fiori non solta nto guisa di bandoliera . E cl sono I tavolinetti nuovi Ideali di libertà) , che O.O. Belli nac- resiste Intrepida mente a ~utti gli assalti, 1 · del gluochl d'a,,.zardo, l'impalcatur a per la ~~:1e~~ 1~.e~aoè~ 1 ~:e c~~k~a~o ~!~~:;ti ~i~ r~u o~}:! 1 : ~nr'~~;:6 1 • v~~~n~gl~~n~ t~~~ 11 tl ~~~e~r~o,; ?t :Orii~~t t 'tt 11 : ~~1et:P~~w: fe:r~ sogno di simboleggia re in un mascheron e In sono di bclllsslmo colore. con le persiane tnnn , I capannelli attorno alle lotte rie e aJ e Bocca della Verità>, e le cui Identità di lntonaLc In bruno rossiccio o In grigio o In clarlat.·ud che regala no tagli d'ab ito per temperamento, e l'omertà conseguente, era - verde veronese scolorito dal J()le e lmpre - l'amor di Dio. Intanto corbe di sardelle e no state capaci dl protrarre per secoli l'nf- zio.sito dalla polvere. Intonac ate di giallo, In di frlt ~ura sono scaricate e II pescivendolo !iSSlone, clandestina e Impuni ta (salvo ra- prevale 1w.a: ma si Intendano dieci qualità con un grido di maiale al macello vi tutta rlsslme eccezioni), delle anonime satire nl di gialll, questl chiari e t.cmlentl all'a\'Orlo, le man[ che seinbra Impazzito. si prende & tronco mil.tllo della l'inguacclut a statua. E quelli più scuri e caldi, come tllstcsl su una schiaffi , Al d~ le pugna nel capo, riprende resterebbe ancora da conside rare n partlc o- mc.sllca dl r05S0 pompeiano. Nè sono Unte l'ur lo Incerante che rin trona per quant'è lare cronologico, fin qui Inspieg abilmente volgarmente dall'alto al basso, le fncclale , vasta la piazza e su, giù, n. destr a, a slnl– lgnorato, ma tutt' altro che trascu rabile, che con uni form e st&.ura, a.tUngendo sempre a.I i,:tra, In oe:nl dlrezlone butt a all'aria u.rdelle vuole n Bel?i contemporaneo del rnmoslsslmo medesimo bugllòlo di tempera: ma sono e pek ettl , che la moglie e I tigli ridendo , bura ttinai o e peripate tico rnPJ)rcsentante del- dipinte nobilmente dall 'aria , dalla pioggia. ammi ccando e d11.ndodel matto al po\·ero l'opposizione al governo pontUiclo, Gaet ano dal cal do e dnl freddo, con Impasti p1fi padrone, raccolgono e ripo ngono nelle ce- Santa ngelo, detto Ghet o.no.ccfo (1'182-1832), il ~ :~ tr ~sa~~n~r~\ra~e~t~lc~,!~s't;Nc~~~ ~ :ii ra':: !:'~f: 1 : ~!:1,!u fe r 1 ~1f)::'~~~I~~ ~ ~~ cui nome, per occulta forza d'l tra dizione dium o prop riament e il senso della pittur a lo str idere di be!Stla sgozzata . Dura dieci orale, risuona ancora sulle bocche quiriti - spessa. minuti buoni la commedia e le comart che e contemporaneo e 1r.mlco di Filippo TcoU, E polchè un botte gante rimcUe a nuovo htm fretta Invitano Il pesclvendolo a sbrl– (17'11-1844), uno del pill grtmdl nomi della il pezzett ino di muro dove s'apre li suo ne- gnrsi; Il me un chllo, a me mer.zo ; lui non storia della sa.tira romnn11, creal-Ore dellà' ma- gozlo e Il propr ietari o del cin ema , un µo' le ascoll-8, contin uando a scagliare In aria schera di Ca.ssandrlno cd animatore per ben pri1 In là, ra 11.ltretta nt.o per Jo. front.e del In trM urn inebriato, suda to. Dalla corona 3S anni di quel famoso teat rino a Pal az:,,o suo locale, cosi toppe diverse di color e rre- delle vesti allutt ate delle piccole e preoc– Flano , nel quale Bli spet tat ori più Illustri, da sco e pulito aggiungono varietà al teasuto cupa.te ma dri di fo.ml1lla si vede alzar si Leopardi, a D'Azeglio, n Stendha l ebbero mo- del quadro. L'archi tettura non è da meno Impro vviso Il faccione rub icondo del !utbo , do di godere dello spirito Impare ggiabile di della pittura , art icolando unitariame nte le brnnr.ol1re nell'arla le ma ni grandi e nere. un attore cd autore, che. per amore di verità, case, strette e lungh e, tutt.c serrate come 8 mentre I pescettl argentei saltano di qua godeva a sua volta della vlgilnnzn spec iale e volersi rcstrln8ere per non Invadere il ml- e di là come !unno nella ret.e. Resta col viso della gratu ita anche se non tropp o comod a surato spaz io dell'area. Il gran de edlrlcl o. tn aria, Imbambolato, a bearsi dl quella ospitalità da parte della Polizia papalina . che chiude U Campo de' Fiori sun·angolo di graz ia divina, di quella abbon danza.; a bocca LIVIO JANNATTONI ;~ 'ua~\ a O 1~,b~ ~1~'tu::t~!c: 1 1 ~ 1 ~! ~l~ ;f~ ~~~r P:fr~ r~~ leas:t~ ~~ti 1 .c1b ~~~: 11 :u f~di ~ belllnni ad ogni costo: quali furono le oon– seguenze mediate o dirett e di quella lettura, le ripercu ssioni di quell' acquisto agognato ? PIO' CHEILSUO 'l'ltAS~'ORMAltSI , ~JERA \'IGLIAVA L SUA LE'l'IZIA DI J1 1 nC1ULLO lo si.rido di maiale accoltello.to , e li cerchio delle flle ntl lnp:roS&\. Pittoresc o. tutta lo. zona attorno al Cam – po de' Fiori e di un pittoresco d'alta qua- 111.à, che alt erna alle casupole , alle voltine miserabili, al vicoli tortuosi e sudic i, vie e piazze nobilissime con alcu n! trn I maggior i palo.zzl romani, Vi si respira a pieni pol– moni l'ari:\ dell::i, Roma pap nle col suol splendori e con le sue miserie, Frcquentl.s– slml gli edifici che conservano. lOBoro dal secoli e dnll'lneurla degli abita nti, l'origi– narlo aspetto signorile: spe.s.so avviene di nccnre lo sgunrdo dentro I portoni &ero– stnl l, lmbratt.nll e di scopr ire at rll e cortlll di an tica e glorlo.,;a fattu ra, o di alzare 111 occhi su un'edicola di eecezlonale eleganza , come, nd esempio, sull 'angolo di via del Pel– legrino con l'Arco di S. Margherita, dov'à un tllbernncolo settecentesco della Madon– na che è tra gli esempi phì cospicui del ge– nere, o di scop rire stemmi, epl1rafl , avanzi di torri, tronc hi di colonne Incassate In muri recenti , porteli quattrocenteschi, rontan ellt scolpite. E' ruori discussione Che 11 nost ro Gioac– chino si s-la app assionato n quel ,·ersl: ma– gicamente rlsuonantl gll ncll'nn!mo, all'uni – sono con le sue aspirazioni più intim e: e lo prova perfino ' la straordinaria vitalità che sembrò aver 1dl Infuso In mattu tina lettura rivelatrice. dato che nessun 'altra giorna ta milane se fu, come quel 22 a~o1;to, maggior– mente viSsutn dal poeta romano , sia che vl– !!!ltassc Il lnborntor lo di scultura ove si sta – ,,nno lavorando le colonne µer la r'lcostru cn– dn Basili ca di S. Paol o In Roma , $la che fosse presente alla Scala . E li 3 ottobre se– guente, sulla vin del ritorn o, la sera dello etesso plovlir:glno.ou :>A"lorno 'in cui arriv a a Bologna, e1tll 11 leggerà anch e a D. Clmattl. e All e 6 Jf2 - nnnota sotto la data di que– st'Altro mercoledl - vi sito. al S.f Scarabelll, fndi a caso. dove non venne alcuno fu orcht D. ·Ctmalti col quale .!i leu e le poesie del Por to. Alle 10~1 si mang iò qualc he cosetta.: FREGOLI N N SIPUO' IMPARARE Una volta, a una prima del Valle, Eleonora Duse ed Adelaide Ristori lo vollero conosc ere Indi all e Il ~li a letto >. Alla fine dell'anno, per lè nozze di Oln– como Moraglla (l'archit etto milane se suo cl– cerone ed amico) 1nvlerà a quest'ultimo due sonetti roma neschi, A la soro. Tèto. che pii/ a marito e Ar .!Or Longh i che pij ja mofje (Mor. I, 11- 12), verament e Iniziali della gi– gant esca collana, quand o si escluda no I due precedenti , databllt tra Il 1818 e li 1820, e gli altri 11 senza data. E prima che si apr a• no de!ln1tlvament e le cat eratte della fecon– dità crea trice e che decine e decine dl sonett i vengano composti esatta mente lungo le ta ppe del Tour Italiano che aveva visto nascere quel G'iornalt di vlagBIO - U Belli ne comporrà alcuni proprio ad e Imitazione > delle poe– sie portlan e. come egli stesso non manch erà di dichiarare In nota al suoi versi. Sono quelli Intitolat i: A•Nirza, A Tèla, Li pa,1zieri libbe ri, Un mi.!tero .!piegat o; certo non i mi– gliori né I più castigati, e nemmeno le sole derivazioni mene ghin e rlntrac.clabl t'l nel so– netti roman e.,chi. Il Morandl, ad esempio, ri– manda a La nomina del Co.ppellan del Porta, per l'ult'lmo verso del bellhmo Er prete de la conte.1so., dRtato 13 ottobr e 183S (e Le segrete ch'arrlbbl a n la slggnora >! Mor. IV , 36·0, ::'ne~~epl~e~: t~~~:a ~~t:1~ ~ fe cr~~f~lÙCl!~~: del Por ta nel Belli , alle quali vanam ente, 5e pur dottamen te, LulBI Huetter RVeva già ten– tato di erigere una specie di contra ltRre nel suol rattcatl Spu11tf roma ni 11el por ta. Ed allora, considerato tutto questo, può ac– cettan.'i ciecamente, senza riserve, la tesi se– condo la quale, galeotta la meneghina musa del Porta , Il Belli a,,rebbe sentito lievitare la propria vocazione vernaco la? Silvio Negro non cl pensa nemmeno due volte, ed afferm a nella maniera pili assoluta che, per trovare traccia , ~~~~: e~ at~; i'!a~~ ~,cÌ~ 1 ~ ue~u~:f! ~ 1::i1~to•P:~ tent e, di quella certezza assoluta che d'i.,•en– tera nn o µresto la sua sigla - bisogna venire a un fat to ben preciso della sua l'lta, blso– Rna a-5petta re che nell'autunno del 1827 eJ;:11 faccia un viaggio a Milano, dove aveva de:::11 am1cl, e segni nel suo diario. sotto la data del 17 sette mbre, d'ave r acquistato le poesie del Port a >. Ne conseBue un meravl~lloso ri– l'Olglmento, In cui - seinpre secondo quesl-0 autor e - · e ccn1e contestare la parte e,·tdent.c che spetta alla suggestio ne dell'opera gi;ande di Carlo Porta? Come contestarlo se a Roma una poesia di quel genere non aveva mai avuto precedenti, e se li Belli nuovo vl,n fuori proprio da quell'Incontro? E' noto Chl' D A MOLTO tempo non recitavo in It a– lia : decb i perciò dt re.1to.rcf. Dappert– tutt o i 11uei co,mazio nali m'accol.!e– ro co,i grandi /e.!te. Debbo lealmente dire e/te, o. di spetto dcll 'a11tlco..!entcnza det nemo ~~~~e;~ l~ag!~rln, per mc l'America c'era Tra. f ri cord i plti cari de' miei rltont f di alloro., con.!ertlO quello di ima sto.gioite al Vall e dl Roma, .!Ulla ftne del 1897. Giuseppe Paro.doslf mi aveva. telefon ato 1141 Brasil e molto laconica ment e che l'impres a.rio Mo– reno aw:oo accettato le sue proposte e che la nuova ge.!tione avre bbe avuto pri ncipio in dicembre, a Roma. l u quale teatro, 110,t era dclto. Arrivato a Barcellona, prima ancora elle il p1ro.,1..-a10 SI Jo•s,; att raccato, u11a barchet– ta sf avvicinò all a no.ve: c'era dentr o Gi~• :ir~.. P':!a~o~1 · ilc ei,~g;: dc'i,Jft~c lgl 'tr"a.~1!~ Ebbi un tuff o al cuore. Torno.re a Roma e recitar e al Valle, che era allora Il teatro pi1i. elegante ed ari.,tocr atlco della capitale, voleua dire un bel salto, per chi era partito dal ca/lè -concerto dell'Ese dra! Pochi giorni doPO ml trovavo nella citta che mi aveva visto in fasce, materialmen te cd ar tisticame nt e. Da Rom a ero part ito no" molti an nf o.vanti con una valfgia sdrmcita, contenent e pocl1i stracçi, e ci tornavo 0011 quasi duecento cassoni, con trecento par – rucche da uomo e da donna., con mezzo ml– glfaio di abiti, di tutti i generi, di tutte le fogge, e con ml vasto repertorio che io steno o.veoo composto , e perciò con parecchie cen– tino.io . di per.!0110.ggi e, sempre, con un uni– co attore : il sott oscritto. A Roma avevo co- 111i1ciato con dieci lire a sera. Avevo l1ucia– to l'Itali a guadagnandone cinquecento, ed ero riu.scito a superare molto spesso le cin– quemil a. (cifra Iperbolica, in quei temp i) ed o. tocC {l.re . talvolta cifr a che andavano dalla q11indici alle ve11ttcinque mfla lire ... Che teatro, lo. prima sera al Valle/ U11 e tutto esaurito> da tre giorni avanti. C'era tra. gli spettatori Adelaid e Ristori, che du– rante lo spettacolo volle conoscermi. C'era - 110 Gabriele d'A11u1lzio e1utti f critici romo.- 11i, e tra. questi Edoardo Boutct, il quale 1111 co11feuò pof che era venuto in teatro mal prevenuto; e c'era anche fil un pal chetto di proscenio , Eleono ra Duse. La presenza della Duse nella so.la mi diede una commo::ione indicibil e, profomla , che ilUperò quell a di ritrovarmi per la prima vol– ta, o.Ilo. d~lo.nza di qualche anno e dopo u1t cosi lungo vagabondaggio tra l'equatore e 1 Voli, dìna11zf ai miei concitto.dlr1i. Non rlu• -,cfvo q11a.,fa stacco.re gli occhi da quel volto -'Co .va.lo e come s1110.rrlto nel .!ogno, 111a tutto risplend ente d'u1t sorriso c,1co111par – bflme11te dolce. Seguivo altentiuimamente 1l bale,wre dei suol gro.11di occhi espressivi, 1 1 cenni graziosi dello. suo. testo. regale, e 11011 • sapevo /re11are, attra verso lo. preoccupazione delle mie molle trasformazioni, i .!IU.!ulti di gioia e df soddisfazio11e del mio cuore ' Eleonora. Duse - si sa - non o.11davo. mo.I sopra un pal coscenico, quand o non recitava, Ma11ifestò, però, il de.!idcrio di co11oscenni e di parlo.rmf ed io, prima defla fine dello spettacolo, mi reco.i per vochf minuti nel suo palco d1 prosce11io. Con una voce soavis– sima, indimenticabile. disse parole che con• .!Ul/0 gelosame11te, come un te.!oro, dentro di me. I n u,1 suo e bravo Fregoli > mi par– ve fos.1e l'eHenza piri. pura di t11tti gli elogi e di tultì glt o.pplau&i che m 'ero.no stati elar – giti nelle diverse parti del mondo. Da quefla sera ì11poi mi chiamava sempre il suo c. divertentissimo amico Fregoli >. Po– vera grande Eleo11oro. D1ue! Due setthno.nc dopo lasciavo proprio a lei il palcoscenico del Valle, percl1è vi recitaue la prima opera di teo.t.ro dì Gabriele d'A111111n::io, il Sogno di un mattino di primavera, che il pubblico rom ano accolse con ,1ogghigni e schiamazzi . E quella .!era - mi fu raccontato dopo - a chi _,, recò a trova rla sul palco sce11fco,finita la bufera.. la somma att rice, diu e, col suo sorri so accorato: e Stasera. 1101L 110avuto la fortuna del mio dtvert ent fa.1fmo am ico Fre- ' Quanta gente, di quella che nello. mio. pre - ma giovinezza romana avevo .!empr e g1tar– dato cou int,incf bile imba razzo. dal basso In alto, quasi come divinita. vidi venfrmt in – contro, col cordiale sorrfao dell' amicizia. sul– le lab bra, sopra fl palCOSCt.'11iCO del Valle, du– rante quelle trionfo. li rapprese11to.zioni l Ero divenuto l'idolo della migliore società. di Roma. Un giorn o ml avve rtfr ono che Il Princi pe e la Pri ncipessa Torlonio. desideravo.no par– larmi . VcnitJa110 o. chl edennl di do.re uno. rappre.!entazl o11ea benefi cio df uria nota i.tti– tuzione filantro pica della clt tci. Aderii imme– diato.mente. Prima di congedarsi, il Pri 11cipc Torlonia volle i11vftar-mi al suo palazzo, dove era .!Olito raccogliere il fior flore della 11obil – tci e dell'arte romana. Rlngr a;?iO.i, sorridendo : - Sarei, cosi, la seco11da volto. che verro 11el suo palazzo , eccellenza ... - E qum1do cf .!iete .stato la prima volto.ì' - chiese &tupito il Pri ncipe . - Do. quando venivo ogni 3Cttlmano. a ca• r!~S,~~e 0 ::'dfg1 o.~icl::'':::,1oi~/~~ nio.... - Un pessimo orologiaio , eccellenza .... - Ah., mt rlcòr do di un periotto in cu1 tuttf gli orologi di ca.!a andavano .!emp~ male ... - Certamente quello 111cuf venivo ad ag– giu.!tarli to. Ero un buono o. nulla. - .Ma co11 l'i11telllgcnza e la forza dì VO· l011tà.si pos&o110 compiere le più grandi tra – sformazioni, e da ragaU{) -orologialo ri pm:l divento.re ... Fregolf I / Principi Torlo,iia 111'0.ccolsero nella loro fa.!tosa dimora co,i amabilità squi.!1ta; 1111 chiesero 1m morite di cose; meno che occ11- panni dei loro orologi, che io - ve lo con– /esso - riv idi con indicibile commozrone. Ero o.Ile ultime rapprese11tazio11f al Valle - ultime per forza maggiore , dato l'impegno dell 'imp resa con la Duse - quando, una sc– ra, 111e11tre stavo cenando, dopo meu ano ttc, al Co.flè -ri.!toro.nte Colo1111a, al solito con molti o.mfci (ce u'era110 a11che di quelli 11011 hiv,tati, ma IIOll perciò 111e110 graditi), Adol– fo Re Riccarda ve,me a clifedermi se ero disposto a passare, per un breve corso di ro.ppre.!enlaz10 11i, al Teatro Costanz i, dove la stagione lirica a11dava malisshno e stava per essere troncato.. Se accetto.oo, avrei dovuto costituire co,t le mie tro..!formazlo11t l'avan– spettacolo , che doveva precedere il ballo Ex– cclslor .. Ui .!i offriva il quo.ro.11taper ce11to dcll'htca.!S0. L'offerto. mi lu.!ing0 : fl Costanzi ero. cosi vicino allo. modesta so.la dell'Esedra, di dovd aveoo timida mente mosso i prim i pa.ssif.- · Acectt 4i la proposta df Re Rfccardi. L'indo- 111a11I Giuseppe Parado ssi cercò di opporsi i11 11ome de/l 'impresario Mort!110,addu ce11doche bisognava mantenere o.Itri impeg11i. Poi, 111 [,cc capire elle Jor.1e da quegli impeg11I s1 1x>tevo. a11che hbcrarc1 , .!empre Che aveu 1 corrisJ)Osto all'impresa. More,10 seralmente 500 lire nelle prime quindici recite, e nelle eventuali .successfve la medesima somma ed in più fl ci11que per ce11to sull'incauo lordo Le condizioni era no piuttosto .!lro:eri11esche; mo. io, .!enza pe11.so.rci su, accetto.i , p11r di re– citare al Costo.n;:i, dove per u11 mese, e 0011 prezzi modestiHimi (1 lir a l'ingresso. 2 lire 1o 5 &r~o. d' 0 ~rg~u;; is ~;~,!si~~i 1 ll ro'i!ri::t:!i media degli incasri sera.li si aggirò sulle 4500 lire . E tanto fu il successo del mio spettacolo che, dopo le prime .!ere, anche il ballo E:r• cefalor 11em1eeliminato. Ogni sera la reua del pubblico era lo.le da far ricordar e solhrnto le prime rappresenta– zioni della Cavaller ia rusticana del maestro Pietro iUcucag11i, alloro. giovanissi mo e mol· to lo11la110 dalla felu ca di Accade mico d'll a– ll o. Du e ore primo. de(lo ,spett acolo l'ingre .,so del loggi o11e, i11via. Torino, era gid preso d'as– salto: e, e falla porta >, come sf drce in ger– go tea.tra.le , 11011 era diffi cile ri11ve11ire per terra , all '111gresso d.el loggi one. qualche scar– pi110. f,mmrn ile, delle sciarpe , dei ),etti nl , del posticci ... Mi assicur aro110, alloro. , che uno. se– ra fu rit rovata perfin o 11na ... fa.Ido.dello. di– visa d•un ca.ro.biniere/ rr,c oll con r etrollnl e '" moclle } 'regoli di Renato Simoni Nel teatro di fre1oli c'tr11. (lualclic t'Otll rhc 11011 •i JJOlC\ a nè im1ninire, nè top inrc: 111111 animnzione lumino;n 1 un tr;ucorcre di c~lri biu arri, d:i 1ipo :i ti110, tln um.u:hcra a ;~:~:~i:e~~t ~n:ii s::~~{~1."~:1:,fr~~~'i~~2:1~gJ~~:.~~::~ rodia impro1, it:iia quai.i con mcui di fortu• 11:1, ,ebl,euc, invl!('c, 1:111te fotoe:ro le tue in• 1cn1.ioni di lrntr hi, J i congegni, di amene to• fisticiizioni. En la con1it1u11e c;1r;1prcset1:uidi Fre,:oli, nelle dicdnc e diccine ,lclle 1ue li,:urc, rhe di 1 emna e nicr~d,::llil\'n. Non ,:iii uno tflllrire illu.,orio c11 ro di cu c, ma un Hf:11,unrcforc e amllllrfrirc e 1r:1,p:1rire del/:1 su:1 ori;dnll1e 1icr~o11n1i1Ìt. di quel 1110 vj 30 di fonciullo, di qucllri H1:1 lcli1.i:t ralnrn e 11,io\•ialc, di r1ucl tUO guHo tli h rd una 1or, pre-111, e di 1gusci:irri tr<.1 le mimi, e di rim• b:ih::uc ~ 5iniurn (jlHunlo 1'11\e,•:mo ,·c1luto rimpi:Olar!i a dctlr:i, u,i ngcutlo il 1cm110, ne• crc&ccndo il numero, 111 (lh,crilà, la 1iron- 1e1.t 1, 1ft brd it:i, J'im·r.-,lihili1it delle ~uc tra• ,for111r11.io11i, di mano in mnno rlic il gioto ,ccnico procet.lC\!l ronritnto e ,·nnoro, romc ~e egli si inh:no ra:~e &rm1re 11iù, e li per li in,·"11:n,e pittorc •rlie follil•, mettendo !I ~oqqtmdro J:1 i:11:1r:1foroh11 e il dietro ircnn . Non 1,tiit l':1;111111 e 1111ilen1clla1:1 mrrr11nirilìi ili Fre,:nli ri ton<ini•ln\!l, ni:.1 la fluidità e la lahilit:I del 1110 huon umore, la h n111;in,:• t\•itlrnu dei ;;uo artificio l11cc111ce ri!dn• tillante. Chiese, grandi e piccine, non si contano ; il barocco vi p1·oc1iga tutte le sue grazie dalle mng:glorl nlle minori. sostenute le une e lt u.ltre tiul plano di una Ineccepibile dlgnlti.. Nel Largo dt.l Libra ri, per clLnre il ca.so forse pili merite vole di l\tte nd one, la b.e - ~::t~~a d~uiu~~~ tl~~ ~ 1 ~1~ ~ ~ ~ 1'!•hi: 1 ~~~ dulnta, ns.,ume tale una !ot?.Adi poesia nelle prospetti ve delle due ali della piazzetta , condotte In modo da chiudere nel meuo li piccolo templo. che rnde volte tocca altret– tale fortuna di godersi una sl piena mi– sura di non ap1>arl.sccnte, anzi modes ta e nondi meno valorosa belle1,.a, L.'\ chleslna sta :itretta ma non sof focata tra le ca.se , &Il• qunll si addlcc come la fonta nina al fondo di un cortile. Le donne, ste ndendo I panni dalle finestrelle, finiscono per ragglun;e re. con In bianch eria, l'at tico del templo e I 1~:t''°::Ct~t~ ~o 0 ~n l~ Jm 11;t1:t!11 à~n:eo°eif; plazzeua e far e Il bucato sui iradi nl di So.nh\ Bnrb'nrn, senza timore di olt cndere nè la san tltt\ dell'edific io nè hl. dom estica dlgnll.à dell'archit ettura. Qui si sente quan- 10 li 1>01>010 e le belle:,:,.e profuse dal secoli In mezzo a lui proceda no dl comune accor• do : chò a ne.~<,unopotrebbe venir e In mente di trovnre sacrltlcntl I mnrml , le sta tue , l tabernucoll , le chiese. I palazzi, tra Il fitto delle bnnc arf?lle e del negO?.tcolmi di mer – canzia, che strarlpu n,lo Inonda In file dense l mnrglul esterni degli Ingressi , tra Il liU· dlclume delle foglie, delle cartacee, delle bucce d'arnnclo, delle scato le vuote, che In– gombrano Il selciato sempre umido e fan– goso. Le fatic he del marmor ari, sculto ri, ar– chlte~tl non soltanto non patiscono umi– liazione di sorta dalle tcstomlnnz.c di un a. l'lta disadorna e trascurat a, ma ne guada– gnano; come sempre le opere rlma.ste nel– l'ambiente per Il quale furono pensa.te ed csegult.c, laiche non c'è pietra che sembri erratica memoria da dovers i premut<l6&– mcntc rimuovere per collocar la al sicuro. Qui ogni cosa d'arte è al sicuro e vive In mezzo nl popolo per Il qua le fu destlnat tl, r/ r!~t~~:f~t~~~e~~d~e~d~~e~~~~~I~ una partlcolo.re slgnHlcazlon e patetic a, la stessa . dirci, che prend ono le statue di giardino o di fontnna , a bello. posta consu– mnte dall 'aria, dal sole e dal detlusso del- l'acqua . · NC l_o posso pensare che Il popolo resti at– fRtto msens lbl\e al numerosi e Insistenti ri– chiami della bellezza che da ogni parlf l'assedia ed entra largament e nelle sue a:1or– n:1tc a rlseattarne in qualche modo l'uni– forme grigiore senza lampi di gra ndezza • senzu tj:odlmento di agi. Donn e e uomini eh, dalle loro 111tnn1.e, intenti alle occupazio ni quotidia ne od oolosl, a:uo.rdlno nella strad a non J>OS.'iono fare a meno di awertlr e, col movimento della Colla che attira la. loro d!stradft curiosità , Il prezlo.,o valore ctel ma rmi e delle arch itetture che nobilitano la povertà delle loro case. scoprendo dallto finestre delle cucine o delle camerette disa– dorne. fra I tetti invecchiati, cime di cam– panili rossi, grigi, glalllnl. o lan terne di cu• polo o thn1>nnl di chiese o !accinte secolar i, e dirhn?CttO, cosi vicine da poterfe quas i toccare. statue grandi come person e che U gunrdn.no sorridendo. Da siffatti splendori, seppu re degradat i dall 'ablr.mdo no, l's.c;I debbono ascoltare In– consciamente l'ornnto linguagg io della poe'– sla. e dn ',qucst!l eonvl\'ellZ.'\ antica di miserie• e di rlcche:,..1,e,ehe fn l'anonimo tugur io compag 110 lndlssohtbile del vecchio pnlaw-, principesco , del'e venire al roinan l, per tra – mit i sotterra nei cd oscuri. quel meraviglioso equllibrlo che essi conserv ano nella con – dotta privata e pubbllca: ostili alla vio– lenza. non p:\R per viltà ma per umana sa– viezza, e Jortt-mente altaccaU al tradizio– nali lslUutl famigliar i e religiosi . , O. B, PIRANESI - e Foro romano , goll! ... ,. (da e Fregoli racconta to dal Frcgoll >, Rlzzoll, 1936) RENATO SIMONI FORTUNATO BELLONZI p iblioteca G,ino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy