Fiera Letteraria - Anno VI - n. 12 - 25 marzo 1951

All'lnlilo ' dcli& conversatlone Stefano aveva obietta lo che l ftgll erano ilà grandi e che non sarebbe ist.ato po5SlbUe far accettare al colle;:lo giovani d'età. • VI abs– gllate , vt abagllate • - aveva detto l'altro - • a qual– &ia.sl età 11pttndono •· Stefano pe.mava. a quell'a tto di violenza da ~e rcl– t&.:9 sui flaU e ne provava ripugnanza. Sarebbe 11tato barbaro ~ • Siete debole, non volete d~taccarvt da loro • - . a.veva detto 11 dottor CamUMo - • e le debolru e o presto o, tardi al pa«ano. Seclalmente con le figlie bl&o– gna mare 11 polso forte •· Stefano, prlma di fare un &lmlle p&.s&o,sperava di rl– dqrll a ragionare. e In fondo non hanno un catUvo ca– rattere• - pen&&,-a - • o almeno non l'avevano; Paola era una n.eaul.na gene.ron•· . e VI tome.ranno a ca.,a e non li riconoscerete più • - 11.sentJvadire Il dottor Camw.so - • pensate: una mia ~ amica era fraatornata per un• nallola dal voetro stesso cruccio. Un& vera. furia. Il tormento d1 tutti quelll Cl\e l'a.vvlcln&vano. U1Uman1enle, perfino ladra era di• ventata. Due anni dJ collt!Q:lola fecero dlventan: una aiovan e passabile. Avendola praticata prima. non avrest.c detto che fosse la stes.w. penona •· Camminando &enZ& fretta. Stefano era ;"!unto in piazza del Duomo. La facciata era cosl bianca che alzò gU occhi stupefatti al cielo notturno . I grandi cedri era– no JanclaU 1n un cielo leagfro e stelJato. Non si vedeva anima viva. Tranquillamente continuò a cammln :ii,e rl– J)ensando ali& IU!l visita. A,•eva. IMClato parla.re !"amico distraendosi & trsttl dal suo discorso. Il bavero della. ve– st.agll& era letteralmente coperto di mlnut lsslml pez– zetti di pelle, di forfora caduta. dal capelli bla.nchl. Nella luce I'056&Slr& che pJoveva blanda dal &offltto, 11 ptc80k, UOplO dall'tntelllgenZ& acuta adwo non era che un muc• chletto lnfaaottato di panni coperti di poJ\•ere che par . laya. secondo le regole di un costume tramontatv. e Provate a ricordare l'educaz.tone che avete rlcevut.a voi...• diceva Il dottor Camusao. La loro educazione I • Questa• - avrebbe voluto rl• spondere Stefano - e non cl ha aiutati per nulla a vi• vere. Dovessimo guardarla 1n faccia, quante sciocche:r.ze cl h& lasciato Jare. Slamo stati I giovani dalle forme sqµWte, dal bel modi, dal rispetto per le leggi. F1nch~ non i .capitato qualcu no che le ha. rovesciate barbaramente so5-to aJ nostri occhi. Noi, come H l'atto non et rll;uar– dasse, abbiamo continuato sd usare delle ,·ecchle forme: rls.J)etto, leg&lttl. Tutto a parole •· e La alovrnt.ù del atomo d'Oill deve essere riportata a vivere nelle regole sane e antiche".• - diceva an– cora 11 dot.t.ore. Era una catena lnest rlcabUe. Come poteva esa;ere rl– po_rtat& la gioventù a vivere nelle regole antiche? BI– sognava che non avessero permesso tante c06e: primi, sopratutto, che la giovent.ù non venisse buttata In una i1,lerra barbara. Era una catena Inestrica bile. Perchè lOr– nare indietro a cercare le came di quello stat.o di cose, se era una cate na lunga, Infinita? Anche a spezzarla. I nodi non si u.rebbero sciolti. Ora sembrava a Stefano che convenisse guardare le cose ln faceta e provvedere In altro modo. Non Il collegio per Paola e Egidio, ma qualche altra cosa. Non sapeva, ma cl avrebbe pensato e forse I.l'Ovato, , Respirò a pieni polmoni, sent.l l'aria !usca. Tanto aveva camminato. Ora stava per prender e la sua atrada lungo la proda del fiume. Era una c&lma notte di luna, J'odort_.dell'aria sapeva d'acqua e di erbe, forse 1n qualche part.e avevano am– mucchiato del fieno. D cielo chiaro most.rava molte ste:lle velate e veniva dagli orti oscuri Il (rldo &lto e monotono dei grilli. La cttt& si profila va nera e netta nell'au:urro, mescolat a agli albert più alt.I. SOitanto a:11olmi, dal fo– a:llame mt.o, staccavano le grandi maa.se sul ciglione e versavano un'ombra vasta aull'acquL Un cuculo levava U ,uo richiamo cadenzando le note e tn. lunghe paUle d1 ,nenzlo riprendeva a cantare. Stefano st fermò sul muricciolo, guardò l'acqua cor– rere e stette a aentlre Il gof'IOIJIO.e Sentiranno, vedranno tutto questo?• disse Ingenuamente pensando a Paola e a Egidio; e alzb su occhi al paesa1110, facendoli correre lungo ll ,rande arco della cltt& silenziosa. Ancora quel• l'immqtne lo sollevava. Riprese cosi Ja at.rada t! ln breve fu a casa . Appena aperta la porta ebbe la sensazlone che le atanze foqero vuote. Lo avrebbe a-turato che nll Paola nè Egidio erano ancora rincasati. AndO sicuro, accese le luci, Effettiva.mente non erano rlrnt.ratl, I let.t.1erano dtsfatt.l. Guardo l'orologto. Era pa.ssato 11 t6cco. Non ebbe nemmeno 11tempo di riprovare la pessima abitudine di quel letti disfatti ,in dal matt.lno perchè un pensiero più forte e qu&sl lrra,1onev ole lo prese. e E &e JI Inter– missi davvero ln un collegio?• 011 parve facile, già fatto . n castigo Inflitto • Il distacco dal figli lo lasciava • tranqulllo. B&.rebbeandato a vivere al Luna, un albergo nel oe.nt.ro dell& cltt&, libero e senza &ffannt di andare e torna.re . La cont.inu& mancanza di rlspet.to del f!gll, Il disprezzo dell'autor1t.l, anzi ta forma ,pregevole di trrt– alone verso di lui lo rendevano r1dlcolo e debole ai auol st.essl occhi. eButa - disse entrando nella propr1a e&• mer a - ma da chi avranno imparato quest.l modi? Hanno oorso t.roppo, gono stato uno sclocCo a non strln- 1ere i freni prima d'ora.• SI spogll1va. AndO tn bagno, pull li lavabo , si lavò con cura. Faceva pulir.la meticolosamente, come se si preparasse a uscire, sperando , .enu. confessarselo, di vedere arrivare I figli. Poi spense tutte le Jud e andò a Jet.to. Qui rima.se ad occh1 aperti, preso da declllonl oppost.e. Era In uno ,tato di dormiveglia quand o udi lo scatto della 1:htave nrlla porta e pU&i legeri salire le scale. n cielo achlarlva, I muri delle case di fronte riac– quistavano colore. La casa torno In silenzio dopo qualche Istante. Allora al addormentò . Quella mattina, uscendo, luclO sulla tavola un bi• sllet.to . e Paola, non tomo a colazione. Sarò a ca.sa stase ra , alle ore ventuno. Se tuo fraU!llo non puO es– sere! - lo aspetteremo più tardi insieme - desidero che tu cl al. 01 conto. Papà.• Posò sul foa:lletto una bottiglia e wct Mal la flomata, senta l'lnt.ervaUo del piccolo M>nno pomeridiano, glt 11 era. presentata più fat.leo&a e plu lunga. Mangio In un albergo della periferia, poco e di malav01Ua.. Poi, per non cedere &1 torpore che lo aveva lnvuo, uscl all'aperto. La vampa del aole accecava, Il caldo a:11taa:llava le gambe. L'Idea di riposare In una camera d'albet10 sii dan rlpugnanr.a. Cercò di pensare a un posto fresco. a un cami In meu.o al verde. Non ne t.rovO uno. Non ricordava tra glt amici chi avesse un giardino, un po' di prato AOttoun albero dove sdralanil e chiudere Ili occhi. Poi, la ceruaa che. ove ll giardino ci foue stato, non avre bbe mal pensato di domandare a1 padroni di ca&&una. cosa almlle, - ne vide per un attimo l'lmbarau.o - lo staccò dall'ld~a. Vide, In una viuzza In ombra, una carrozza chiusa e Il vett.urino che .sonnec– chiava . Ebbe un lampo. e Mi fate fare un gtro? •• domandò batte.ndo sulla gamba di quello. e Per dove? •• rispose Il ,-et.turino &580nnato. e Un ,tro qual&lasl, un rtro di piacere, a passo d'uomo, per strade piane. Bo aonno e ,-orni fan: un piccolo rip~f\~tturlno SCOMt la test&. Ste.fano sali e si stese sul cuscini. • Andate anche per U viale Merano• dllse forte. n rulllo della carroua, Il rumore del tento tro tto gli a\'evano conclllato U riposo. SI avegUava ogni sette od otto minut.4 guardando l'orologio, con Ja senuzton, che fossero passate ore e allung&va gU occhi fuori dallo sporte:llo. Riconosceva dal portici, d&lle ca.se e dagli &I– beri dove si trovava.. e Ehi, vetlurlno, porta temi In via Martlnl , ID• disse. e Almeno - borbottò - sarò a ca.sa dJ Ola.cinta senza dover fare tanta st.rada a piedi. Al mattino la donna aveva partorito 11 teno flgllo. Er& una bella gpou, robmt& e rotonda. con un& voce portento5a . Aveva urlato per t.utto Il mattino . pot. stra– ,·olta dal dolori del parto s'era uao plta tenendosi accanto con un gesto amoroso del braccio, un brutto scimmiotto rosso e coperto di peli. Adesso ricordava !'&mia del pa– renti che nella rtaru.a accanto "5ptttavano la fine di quel tormento, le amant e e le Jacr!me di quel pad re piccolo e nervoso che dall'&lba girava lnfatl cabllment.e per le stanu della ca&&,mordendosi le dita per non avere fatto In tempo a porcare Ja moslle all'ospedale. e I)ot,– tore, dottore - supplicava glunaendo le mani - fat e prest.o.> c. Che devo fare ? Forse p:utorlre lo? State. tran quillo.• Fermata la carroua pagò il vetturin o e san per la uala umida e scura. La casa era In allegrta . C'erano perfino del nipoti ,·enutl a far festa oltre alle Ue, asi! z:U. a1 noMI e al cogna ti. Costoro, appena videro sul• l'Uscio U dott.ore, ammutoliron o. Stefano non disse nulla , ma pusand o fiutò l'odore del limoni con avidità . Gli pareva di sentire assieme a questo un profumo di flor1. Grand i mazzi di rose erano In camera di OIRclnta. e Por– tate via questa roba •• disse brevemente con un cenn o. e State meallo, eh? • disse alla madr e prendendole il polso. • Tutto 6 passato.• E allun gò gli occhl al bambino. Lei sorridev a al dott.ore con una dolcezza cosl grata e uman a che a lui venne voa:Ua di sederle accanto e aure 1t a lun,:o a guardare quegli occhi. Per gilusUflcarsl avrebbe voluto domand are molte cose ovvie, sapere del marito, del tlgll. e Vi ,,ogllono bene? Bono content.l? Sa – rete felice, lmmaatn o. Oh, è proprio la parola che cl vuole: felice. Ve lo al legge nel viso. • L'lmma1!ne di Anna gU pa&Sòrapidam ente nella me- LA FIERA LETTERARIA RIVIVE LA VOCE DI LUCREZIO -..-- ·1--...... - .... I Versioni diEozio Cetrangolo La rac colta "Ho vegliato le nott i sereno,, con • sena essenza o clima di una poesia immortale 1 \ I "" Q UESTE tTadu.1onl da Lucrezfo ho , :!1i1!~~to l er E~~~~ Falqul • ha ,•oluto precisare Enzlo Cet.rangolo nella breve Introduzione che precede Il rnlumc Intitola to Il o vcgilato le notti 1ere11e (Ed. San.son!, Firenze, lDSO> : precisazione ut.lle per quanti seguono ras– sldua e fatleo3a opera critica. del Falqut. che per prtmo rive – IO Il Cetnn golo Inserendo al• cune traduzioni di questo RU· tore In Poc,la, e per quan ti 1Rluta.no nel nuovo originali s– simo tradut.LOreunR delle for– ze più vive della letteratura di questi ultimi anni. Il o veglia• to le notti ,erene, questo de· caslllabo carico d'Infinito che tradu ce ~I lucreziano et lndu• cit noctea vigilare 1erenas, è bast evole a dare la misura del concentrato poetico che le tra . duzloni contengono: e diremo gublto che non cl t.rovlamo dJl· , 1 ant1 al solito volgarlzu men– to più o meno serio, più o me• no accademico: più o meno rl• ,pet.to.so della filologia e del ~!~~n.nft:leraJ!lsra;:ltre 1 ! man: I polsi al più solenne del veniaiuoll. Slamo davanU ad un'opera. or1glnale e. però po– lemica: orlg1nale In quanto Cetrangolo prlmfl di essere un t.raduttor e consumato è un poeta istintivo e per vocazlo• ne; opera polemica po!chè questo poeta moderno affron– ta Lucrezio, l'antesignano de· gU ermetici e della filosofia llr1ca. con una comprens::.onf' nuova e rigeneratrice da cui ta che fa riparlare un poeta, 11 qua.le , tra l'altro da duemi – la ann i sembra va - almeno J)(lr gli Ignari - dest.lnato a coprire Il ruolo del dlda.scalleo ~!'O:!!gfl:e~\1: ~~~ 1 :!! 0 è°~ 1 ann! fa. Qui è l'avvenimento: cl troviamo dinn anzi ad una poe.5la bifront e, l'uno aspct.to non esclude l'altro, anzi si trovano in perfetta armoni a. vtvono sullo &tC.."30corpo In un mitlco e mister ioso connu - bio che si verlffoa a dlstav – za di secoli e aolo la poeala puO operare tali mlracoll. E' molto dlrflclle I.a s:celt:l di qualche c!tazione. Eceo I f.LJ~ ~e~~:1 della Nruclto dcl- ii dl,co ,olore che Incendio vo– Jondo lo ,po.e-lo - primo ncn J • antico poeta e Centrangolo ne ha fatto un poeta moderno : gJ! ha reso Il più grand e del servigi che un poet.a posaa sperare dal tempo, anni o mil– lenni che es.sosia. E glR quan– do II Cetrangolo aV\'erte, nt:I· la stuplt.a prosa . Jung11.della sun nota, che la misura • sor• i;cva essa stessa dallR mate– ria poetica dove 11 concetto dava luogo all'Immagine a e che e è sospesa sopra una le· vltà fragile di andamen l1 e tutta cadrebbe squallida e afona se un Indugio Interve– nisse a turbarne l'equlllbno • noi entriamo In questo gene– roso temp lo Urlco che ll pocta nuovo ha mnalz.at.o al poeta antico con uno stupe11do atto di fede. Tra. le innumerevoli dlfrlcolt.à in mez.zo 11.llequali Cetrangolo si è dibatt uto, tra cui quella Lremeuda della rei\■ proaod.lca .. è davvero un mi– racolo che eg.11sia riuscì~.l a mantenere 1n tutte le t.renta– se'. poesie (e qualcuna supera I duecento versi) la stessa t.ensione lirica , la Identica Cli• stlgate:r.za forma le, sempre so– sten uta da una semplicità tal– mente cristallina che si acam• bierebbe per eccesso ,lntetlco se non fO&Se consu.mat.a sa– plenz.a di ist'.ltsta che ha rldot.– tl gli occhi lagrimosl nel lan– cinante lavoro di pulitura. Se.mpre salvaguardando Il dlf- c·ero, - Il ma:re Il cfelo lo terro le ,relJe - nOft c'rrono: neppu– re uno COJOdi quule - cAe ,o- MM 'LIO HELPI CH - GUBERTl - e Adrlallco a no nd mondo. · Dove è evident e che la • ele– mentarità • slgnmca essenza. cioè t.utto. Da Lo luce st.ral– clamo gli uJUmt tre versi. che neppure avulsi perdono ll lo– ro tremendo pe,so: I ."'-'ARTED:I: LETTERARI E d.o lor nMCfmentole /lomme Ilio. vCo ri dl,tonno : - percht niente reri,te fnDloloblle, - ptr• cht non e't niente 1U eterno. Balzac in regola Non è Ucuo di sciupare con qualche cltulone L'amore che è una delle poesie pl.U lunghe Per André Hauro:s, il saledellasaggezza è in OflDi minestra e.più potenti della raccolta. SI , 'S E vi s,edete a un to- glunge alla seconda parte : ba- volo df bridge, non. sta riportarne I titoli per po• cerchere~ certo dJ tersi render conto del pre- capovolgere le regole del gluo– gnante Intere.Me,del profondo co. Eue ,ar anno an.zt accet– BOdiment.o che queste t.radu- tote ln partenza eo.tl come zlont suscitano nell'animo del ,ono , e VOi far ete quanto t lettore: La noia, L'ln/lnlto, Se ::::r~~l= !,~i!t~:r~l ,:a•e:~~ ~: r~~u~<!eJ::te;1:nrer~~~:! V81'10 la metà IUlla ,ua con– glia a ,e deuo , Le supentl ~ /aerua ,u Baluic all'Ellleo . -.tlonl, Fanta.,la della nott e, e Che COia era accaduto? Par– La ttm~1ta , lndlmentlcabUe. lando df Balwc, Maurof, ave- Tu0!141"1lcplonwrc ... _ g In• va mes,o ,In dal prlndpfo tomo ,1 ,ente 10 no(o de/1'4l1o, l'accento ,uua iua c,oggeuaa, - perco,,o cOl'lltdi pfonto... _ e cioè, In sostanza, sul ,uo Do ogni port, t un e1ucera ol· atteggiamento dl fronte alla to di nubf... - Un thmui di te- vita e .1ul come la vita vada nebro acendc ,ul more.., - g In affron tata e rilolta . Aveva co– ::~f'!-,~r:~l)~~~~;:~e eC:,!':hlo• mfnctato a citare, prima, la DI tau folgori è fatt.a que• ~:ff:act!t fa:t::U~°'"~~uly~ ~~a~~e~ :~1-:r:: è 11 co"~U:~ i:~a1:u;•J~rvfr:: ;!":!'Jctf al doyeMe ricominciare di dove ,1 conslgUa ll glovo:ne ché nuovo. per questo è un libro ,ta per entrare ntl mondo dl ~~:~a~rt'!1ta q~r1~a~o~ :i ~;: 0 J, ~e:i:i:. ~~dl~:ut Jr:: quelll che a.ndlam~ ad aprire I rlttura - e pof un tuto 4 p– quando la vtta cl mrastldlscc parentemente (dlc:eva Mau- rn ci~:5e ~:~~u~u~~1 t;t-r: :;:~ e ~~1:!t'1~~ ~:,i~!:: comolu:tone del momento e di nl i ul mondo, 1 119Huomini e sempre. J IUlla ,torlo eh.e /a vautrln a ERALDO MISCIA Lucit11 de Rubemprt . Cl() che si poteva trarre di comune d4f due te,U cori dlver,f aa la ma,ilma che alla natura (non solo /f.lfca, ma anche e ,opra– tutto 1ociale) Mll ,1 pu() co– mandare oltro che comincian – do ad obbedirle Andr é Maurot, 11 muoveoo con grande abflltd , en con– nalsseur, nell'Intricato labirin– to dello ComMle HumaJ.ne per trarne argomenU a favore IUlla ,ua teli, clu apJ)IJrlDa In reaUd non troppo accettabile, e et iuaoerlva l'Idea df un Balza<; a11ertore dell'arte di 1aper,I e mtnaaer • nella tnta, /autore di una ,pecle di cal– colo delle probabllltt\ applica• to al rapporti ,ocalH; un bo• narlo e moderato Bal:oc m.ae – dro dl astuzie e di dmulazio · ne clu avrebbe d'1.temlnato nel ,uof roman.ri oli afori,ml e f pra(fd con,lgll di un Jadle morallnno quotfdlano . Accet– tare le regole del gfuoco7 Uno dd doti co,tantl dell'lnco- 1ta:nte produzione balia chlana ci iembra proprio la denuncia (non Importa a che preuo} della radtcale e orotte,ca fal– nt4 di (ltU:lleregole, un. Indice te,o rile.ziosomente e ,en.u. ge• ,a da Pubblico Mfni,tao, ,vile GLI ETRIJS(]HJ . (ConUnuo. da pagina 1.J tica famlgllarftà con la natura. pieni di 111'1:tigl eu:e rell1lo1e e E1ru1ea è la menle di M1chl1• curio1iuime 1uper1tldonl, l\·e– per ona lenta rlgenrruione_ ,i velli, lne.plorab ile cnem1. l'ano fiuatl i limiti dell, propri, ■ffHio.n■rono 111■ te,-ra che li L'amore, 1nd il guto ddl1 durati; e forte per queeto ri• cu1od1H; e tallo quel che fe. terra, (u ciò che pene gli Etra• conoacenino 1 loro dio naaio• cero &11Ecru1chi non fu, In 10• l(.hi. QuelU uomini, qoe.atl na• n•le in Vohumn1, dio delle ,·en• 1tanu , che una grande opera vigllorl 1pprod,1l, 1 cui la re- demmle, che h, J colori dell'■a• di rico,:nislone e cont1ern ione ligione era 1ta11 rivel111 da un• tunno e del lramonlo. SI 1enli• del 1uolo Jt11i1no. Coli po1- 1perlc di gnomo, balut o dille nn o dutinlli I puure. L1 1i1mo tpirguc i il p~ofondo ten; profondili del ,oleo; cbe pare elern!tà di ,Roma non poleVI che Umento del p■e11gg10 che li d1•1bbi1no lm·cn111011 1cnhur1 fo 1conh11erli, ,cono,dute cotait roft provo– cate dalle In.congruenze dt un ingranaggio auu rdo. Pochi, ben J)OChldel IUOi per,onaggt ~e~fu/em~ra;~J!el~h~te d:! vrebbe e,ser la chiave della ,aggeua - anche ,e vi ,ono altri per,onaggl eh.e l'lmegna . no. Tra i due te,tf citati da MaatroU, la lettera cU Madame d.e Mort,auf e le rl flu,toni dd bandito Vautrl11, le no,tre pre/ueue - e le prtJ erem:e df Balzac, non v'i dubbio - vanno al ,econdo . Vaut rln, non dimentichiamolo, è forie U per,onagglo ver&o cui Bal– zac nutre maggior ,impotla /ra tutta la ,ua lmmen,a fa• miglia : lo ,egue con enormc intause, lo /a rlcomJ)Grlre fn numero,Luimi roman..tl, e - amme,10 che Baltae abbia mai dichiaratamente upre,,o le ,ue e Idee ,uUa "otta • - Il forzato eva,o è for,e Il ,uo partaVOCtl plù accrtdltato. 8 Vautrln è, prim a di o0nf altra cosa, a 1lmbolo di una. rlbd– llona; ti sauac, malgrado Iti dlchlorazfoni dJ con,erootorf– ,mo t di cwtodoufc che non convincono nu,uno, è lui 1te1,o un ribellt, un . ribelle •fortunato e talvolta malde – ,tro. 8' tutt' altro che abile, Sol.tac deuo, malgrado chti voolfa enundarot deUe t~e, nell'arte di accett are ~ regole, dl dl1trlbulre le energie e gU attacchi, di Jar rientrare In• somma Il Jermentare del ,uot umori e dei 1UOI ,entlmentf nel quadro di un.a .socfet4pre– stabfllta . Lo Peau de chagrln, que,ta J)Grabola dell'uomo mo– derno , i 1,trutu11G.In tal ,en– ,o. Più. che un ammae,tra• mento o uno ,prone a"lla mo– derazione g alla aaggeua, eua t l'amara con1tatadone di queata no.stra fncoJ)(lcU4 a trattenere quell'impeto che et fa bruciare sentimenti ed uperlen.te , e rlmpfccoU,ce sempre più la maafca pelle che è la 1uperflde della no– ,t ra uf,tenw. E, ,e voouamo ~~rfC:,~~:re~og!:{f:• p;:~ ENZIO CET RANGOLO 11ingue: per cui but1 1u1rd1re terracolla e lnorarono di prefe-1 Rom•, polenu formld•bilmen, I Jao1b1 do~e, ~on non .o q,o,le rena. le pietre più caduche e te terttll re, n1e1\a d, un terre- 1rcan1 pred1lu1on~ I ~rreni .,I magni i1nobili. purchè locali, moto. che ba il ,uo epicentro po11rono. per tlpire I Etrur11. non ..-Jvev1no1lla 1uperfiele, ma nel Luio, Rom1 fl 11terra tle.ua. Que.,ta b1 11colore del oenfro, qu11i dentro la lflrra. I ricordi 11 terra itali,n, 11 qt11lc lf li• tufo bruno, come la To1c1n1 più lmpreuion•nli che cl ■b· be.ra dii ,noi mklci colonlna• modem, h1 il col~re dell1 pie• bi,no lucl110 gli Etru!chi, oltre tori o, per me,:lio dire, Il In, Il trag ico pr~entlrnento, con tienti anni di anticipo , della J)Orabola rapida e brudata dell'e,1,tenio df Baliac 7 scot.urlc;ce un cllm& di alta poesia che si conquista un po– sto sicuro nel tempo . SI po– tn\ dlsqu!sire di lnt.erpreta– zlone. d! filologia e di fedeltà: ma a nostro avviso è t.empo perso, anch e nel ca.so <oon certo pos.slbUe) che si riuscis– se a stabilire che Centrangolo non ha le carte In regola. La. sbalordlt.lvR p~senza di un cllma sempre o costante mente teso che si reperlsce In questa che è una vera e pro– pria raccolta di lfrlche mo– derne, è li fatto più gtOMO poiché testimonia di uno di quel ra.rtsalml cui In cui non et t.rovlamo davanti ad un tra– duttore che traduce un po.:;ta ant!co, ma davanti ad un poe- ~~~~ Imo equJllbrlo della ten• !~:o,-:r~~:~r~! 0 r;~:01~ 11 !~1~:n: : 1 :ie~IJ. 0 ,:ue:~t:~ii1.·::; c.. :~,~~: ~~~ou:·.:l : 0 1~i~~f._ c 0 ca:;;: Certo, qualche pedante po- che di~Je di Fiuolc ab antico liull mine.rari, ponti tcmin•tu• ben&i i favo)oli Tirreni o R•· ~r:b:: 1rn~~1e~~nn~niia~~~- 1 e tiene OACOr del mon{!:C.;~ ~;!o~:•:~:e ~:!~::;,~~ a~:,,•o:j :~,"~;e [!i::~ d:::1~:~~ n1o~:: esametri con uno scoppio lnl- dipln,e alla 101 mi niera il po- direbbe, , 1t1nd1gllaN1 rl fondo 1urar1i. Di quct ti ull11idi dell, = ~e d~a~ CC>Sfe Il polo et'raKo E ,e volei~ fini marino. Scudll\'1no le vitctre tern noi cua1odi1mo le tombe lando s~ -:;.;i 0 e_ c'fd a ,·o- un'.-de1 den ·E1ruri1 (,ebbene un degli 1nlmali, 111en10 mht erloto come ,:Il 1V1nd d'un 1lorio10 c'era a; oppure, qu~d':;a n~l: po' t1rd1 e rom1ni111t1, perchè dei fulmini e dei _partenti', ,1 n1ulra gio. . glorglonlana TemJ)Uta volge li 11 primiuim 1 Etruria , coi ,noi dnan o pentlero, pia che non In nieuo ■Ile 11l~v1n1 pop~ta– numero so verso d! Lucrezio pellegrin, 11 t annuali ,I 11nm1- foue neceo1r lo, del 1e1rrtl del- ~Ioni 1ntootone dell hall, 1n11c1, con un &Ologrido, ma lung:o, rio di Bolsen,, la gio\"lne e fe- l'ohN"1omh1, e mno que.l che !• vecchi, Et1;1rl1 ?•cerdot1le. Interminabile di echi: eTuo • llce Etruria che hc,•cv, ,1 vino uorblt1, in n1tura, dille umane 1mpolltlr.a, m1g1ca, dupotlc1, fa na gulle pianure•· Ce.tran;olo d'Or..-ieto ; di Monteliueonc , cono1een1e Il 1vvinu;v■ in modo pen11re I Bioan1io. M1 8i11ndo h~ dtto Pfr noi t.u~to quello era uni più ione) pc,uate ,11, che quando Rom1 Il torprue cui è lo 1pctlJ'odi Roma, laddove la f J~t1nl~Je~~=~~o :~tof.r~ To,cana del Medioevo, , 1 1i ,f. erano •ii etnll, _gi. dimentithl Eut1ri1 ne ~ _la1piritu1l! "!•trice , ~!\\o':,C: ~a.po ~~~.tl:St ':~n~ ~~:c~~n~ae!l~Od~;~::;,.-tnig~:I~ ::e~!~do e prl11001eri del loro ~:e:~.~~t~~• romani hor11tc tu av~va ht.t,o Lucrezio duemila Leonardo, nella ,u, nearom,n• Fra le 1ltre co,e gli Etru1cbl, VINCENZO CAJtDAllELLI Se un • richiamo alle rego• le • vt Ju In Balzac, u,o ao• oenne ln un'altra dfrufone , e con ,tretto rl/fflmtnto a cer– te tenden..te leUaa:rle e dl gu,to dominanti nell'e,:,oca In cui vfHe U romaMlae: un ri– chiamo ad una realk\ ttmma e quotidiana troppo dlmenU– oata e dl,prezzata dal poeti• ci traaportf , dalle elfudonl e dagl'lm petl df tanti ,uot col· le17hl romantici. Non per nulla un eritreo del tempo al/trmo:va che ft Jrlù. gran rimJ1Tovero che Il potevo mu<>11ere 4 Bal– zac aa quello df e11u con• temporaneo di tamartlne RENZO TlAN Domenica I. aprile 1951 ARFELLI di CarloBo (ConUnua._ da l)aC!na J > ln qualch e momento Il lettcwe rle,ce nella dlll dl e operazione, il merito è tutto ,uo : propru> come ltlCCede al lettor e della cronaca dl un giornale che, , plnto dalla /orza ctena notl– t ta, pu6 fanWUcore una realt4 iuper lore. Il merito è, dunque, soltanto del lettore perchè da parte dello ,crfUore non C'è dato /lu lone nè penetrazione del ,oggetto: tant 'è vtro che =:,'i :~r'::!;;r,:ril 1;~';;:0g! vto df un romanzo de~ rutare ltoato a una IMO partleola ra pronuncia. Gfd altre volte ci è capitato di notare nel no,trt olooonl narrator i l'coulooco grouolono della cronaca , Intesa come una verft4 assoluta: la ~::~~•a CO~ c:u,n;~ C~ :~r~ la 1teua forza equloocc della ,torta /atta per ,enttmentl, ICn..t4 conta.re clu atn'llhutra – Zionti ,entlmentale può attra – ver,o un giuoco pieno della pau lone raggiungere un limite d'ute, quel limite che 1 /edd. l. della cronaca pura rlfl.utano a. prlcwl. L'ArJeUJ dice benl11lmo che bf.toona ,ape, ,/ruttare e I motiv i dell'epoca • s/rondandoll di quello eh.e hanno di contin – gente ma qu,ta. ,anta lnten – z:tone è ,tata reallucta. nella Quinta aenerazlone? Se debbo guutlcare dalle mie lmpru, fo• n{ ml umbro che non cf ila mal una 1oJdatura rtaJe fra la cronaca e le ,uooutlont della verUd ,u~rlore: da una parte ~~:~n:n~t n:ùfzl:~~i4Jé1J:v:~ ,tra ultima 1torfa, dall 'altra , • qua,I mai realUiatt, I dati del– t'lnttrprcta.ztone, quel daU che appunto dovet,ano 1avlrci per entrare nel dominio rulla • rap. pruentaztone 11tperfore•• nel compo dell4 ,torl4 del no,tn untlmentl, delle nodre colpe • del no,trl limiti. A volte 11 ha ancora la ltn$0.ZIOne che Il glo• oone ,crlttore abbia volatto get– tare troppe co,e 1ulla. bilancia, qua, I che t primi elementl della trai/ormazione /ouero rtnuutf ,tfflll e quindi na ,toto por• tato a. raggiunga-e altro mate• rlale , altre corte alla ,aia sto– ria. Ma la quontlt4 non conta o conta ,ottanto ~ r lo puntata• lit4 della piccola rllpo,ta cM d4 oJ problema mentre U lavo• ro dello 1cr1ttora è am:ttuuo un. lavor o df ,celta, un'appro, ,f,n.a. zlone critica. Se ,1 poteuero /a– re delle domande dirette al nor• ra tort, li ,crebbe portati a chtedergH quali ~,onaggl 8 qa,alt lati dello dorla e roppre • ,entatfDa • l'abbiano colpito di plil. A glatdlcart dalle rx,,cM no• tizie eh.e la lettura co"'tnte ,, direbbe. eh.e lo ,crlttcwe abbia ceduto pluttoito a un 1en10 genfflco , al ,en,o lndlit lnto dl un'abn.o,/er a e una oolta accet• tata la 1olltcltadone abbia ere• dvto di pota dedlltre dalla lun – oa cronaca il limite della 1to- J~~1l d~,r:r;:;ec:,~°7: ~ ;1:i/dl EliOdo (e Ma poi che la terra ebbe na.,co,te nel 1uo grembo i~:/:, ~:!'• un~ 10 :!1n{t~~n:! ratfone di parlanti uomini .. Que,ta è l'età del /erro: gll uo– mini non avranno tregua dal· le /otiche e dal dolore ... Il Be• ne ,arò: mucolalo col Male ... t /lgH non .aronno 1lmtu al pa– dri .. L'uno abbattffà le cUtd tull 'altro e la bontd e la glu• 1U..tfa non avra11no gra,la e vc– lore a), E' sott lntt,o che lo 1crlttore pu6 benlulmo avere çreduto alla ,!ncerftA dello ,ua vlilone , nel aen,o che I fat U e l nomi dtoll uomini di cui Cl re,utullce la cronaca obbe· dl1cono al quadro e ,torico ,. ma quando lf pa.,1a dal co.mpo del· le Intenzioni a quello def rl• 1ultatf riamo co,tretU a nota• re che qua.i mal l'operadon• t riu.tcfta per un'lnterpreta.zlo • ne Interiore: Il lettore procede a Jatlca e In /ondo, dl11ntere,- ~~t:i~:0~1!'~,:py::,"g ~f~e::~ derlll . SI ha l'fmpre11 lone di re,tare a metà ,tn:ufa Jra la cruda re,tlhulone cronJ,tlco • una parteciJ)IJ.tlone ,uperfore dello ,crittore che non Il con• creta mal fn una: vldone di• rttta. Gl i ,te11l dialoghi ,egUC• no un ordine gratuito, non -- ------------ -------- ------------ --------- ------ ------- i!~~~ta~en~~ 1:~~:en~~ve:: morta . e Seguite le prescrizioni, dunque - continuò di• n tono della voce, un po' monoto no, avev& t.rovato, Ja vita è cosl e noi non possiamo cambhne una vlraola .• avvertito pu() aoatftulrne altri st.ratto 11.b:andOAIIn piedi come tosse preso d& un suoi- tuttavia, attorno alle paro1e un accento t.ra tronlco II Era tardi. Nella strada I passi risuonavano rari e Il ancor a, forse più adu entl, la.neo pentimento - Immobilità, rlpoao a.saoluto. Tor- accorato, e possedeva tutti i requisiti per srmbrare na• allentio era pieno di un Intenso ronzio. plU ricchi df materia ,ucet- nerò domani. E state tranquUla, • SuJ viso di Anna ,·era turale. e Ho pensato al catUvi esemp! che vi ho dato - e n bene è un ratto cosi semplice - dlgse Ju1 - non tibfle di lnttrpreta.zlone e df muso quello corrucclat.o di PaOlll. continuò gcopplando a ridere. Si domino aublto. - Nol cap!gco pe.rchè lo complich iate . <» tro,fonna.zlone arll1tfca . I na• e Come va. dottore ?• domandò Il marito di Giacinta non Immaginiamo mal come I figli pogaano giudicare le e JJ bene - dlS&elei con voce rolta. - Che cos'è Il turallitf l/ociavano fato lmen- andand ogll lncont.ro . nostre azioni. Andiamo a ~ere nella ve.randa? - do- bene? Lo sapphuno noi? Tu puoi parlarcene , trovare te In "'' 4 /IIOJo/fa O almeno e Bene, bene, StRt~ tranqulllo - rispose - arrivederci., mandò - fa più fresco.• Lei lo segui ,gen:r.aparlare, per splegareelo centinala di belle frasi. Che ne ao? Quando :nt una 'f"ffzlone ,(llo ,olf.ca :: 14 La fe 11ta d1 quell11.gente aveva mosso In lui un'lnvtdla Prosegul 1ublto come t.efflesse di perdere II fUo del• i sensi non senton o. la. parola bene resta una parola .a d~11?;1t:.t :in~fe:a~ "/,t~•r:a~~ Irragionevo le. e Che cosa ml salta. i.deMO? - pensò con l'argomento : e Non 50ltanto non Immaginiamo ma nem• Paola si mise a r1dere. mente ,u una dato pronunclo - Stlz.za - non ne hAnno Il diritto? Forse quell'uomo - meno pensiamo. Slamo 1.tcuri che la nostra vita, plen11, e Tu offendi t.ua madre• disse Stefano non sape ndo E que,t l /fgll, più o meno felici pensava al m"rlto di Giacinta - vide, come padre, pi(! . di cose che non capiscono, non II t.occ:a. Quest.& è una che cosa dire . e fortunati, della grand e ,cuo - dl me.• Non aveva dlfrlcoltà ad immetterlo: ma pauò verlt& molto apprGl.'llmatlvL Perch è, In un giorno che • ?,,Uricordo poco di lei - dls.se Paola - era tutta la lettaarla /rance,e che coia tutto 11pomeriggio a paragonarsi a lui con una specie di noi Ignoriamo, Il Joro cervello s'è aperto e Ja loro no:tlone per t.e. E tu, per noi, sei stato soltanto quello che prov• fanrw 1 ApJ)Orentemente Il gfo• rabbia umiliata e dolorosa. è diventata sutrlclente . Nella vlt.a succedrrà &Imeno un vede. Ora buta . Non ml piace parlare e da un po' dJ vo:no dJ lnneitf ; nel no,tro ca:• Rlnca.sando - fra,st.omato da altre Idee non cl aveva centinalo di volte, no? La nO'Z:loneafferra quegli atti e tempo noi parli amo troppo .• : · fr~~i::: 11~ 0 ~°;;.!bb~~~t~: pensato - trovò Paola ad aspettarlo . La cena era pronta automati camente Il sludlca . • Stava per sedere quando auonO U campanello . l'Olvere l'fnlao problema con sulla tovaglia di bucato. Dovette notarl o perchè is'ac- S'erano sedut.l su due sedie di tela , un po' distanti . e Oot.tore, dottore• • diceva una voca dalla strada. uno ,trat taot mma dtl tutto dl• corse subito di un ma:r.zett.inodi gelsomino tra I plat.tl e Sul tet.tl 11cielo stellato era opaco e disseminato di nu- Paola scattò In piedi, 11t precipitò addol60 a suo padre ver,o, lo itrattaoemma: delle I blcchlert e senza parlar e si chinò a sent irne Il profumo. vole. I soliti rumori delle voci, del passi nella strada , e lo st.rlnse per le braccia. allu,loni e delle atmo,Jere poe- 6eduto a tavola Ja figlia venne a servirlo. Portò la giungeva no alla veranda senza disturbare . e Non rl.5pondere - disse a bRM&voce - non ti tfche. Ora non dico che la co- mlne.stra e la pietanza, tolse I piatti ln silenzio, ne riportò e E' cosl. Paola ?• muovere.• Nel silenzio &entlva U bat.t.lto del cuore di lui IG per ,è ,ta fmpoHfblle. dico di puliti, versò due volt.e Il vino: Stefano fingeva che e Mi sembra di sl. • e U suo precipitoso. .soltanto che tutto è ancora una. tutto fosse natur ale, non parl ava, ma un palo di volte Era contento di aver avviata Ja conversaz.:ione ma JJ campane llo suono ancora a lungo. oolta laselato al ca,o, col rl• l'aveva spiat a In viso e una volta gll era parso che le caplva che Paola non avrebbe preso l'Iniziativa. Do- e EhJ, dot.tore • gr1dava la voce dalla str&dL aultato che fl letto re al trova man i di lei trtmasscro leggermentt, Tolse la buccia alle mandO senu pensare: e Dov'è anda.to Egidio?• e 1n nome del cielo, lasciami andare• disse lui ten- coltantemente df front e 4 un pesche. Dall'uscio della cucina Paola lo guar dava e Ja. c., N 0 o 8 n 1 .!,•ud'°i~•• ~'h""e 1 1,,1 1 •1 1 n 1 d'•"'nota._ d' ·se lui •- !'in- tando di scostarla. e Pub es.sere per qualcuno che '1 ';!!f:n:O:t~':ti: d~7r! ;::~~t':; sua faccia non era la stessa del giorni pa.MaU. e Vieni a Ilo' . "'' .. ~ .... .. Mnte male.• cuf f richiami , f rl ferfmtnh sedere • disse, Indicando una sedlR di fronte a lui. tenzlone di spostare J'at.t.enzlont da. se slesao a loro - Ma lei, con forza., lo serrò alle ginocchia. e Non rl• llanno ,empre un ,apo re e let- Lei docilmente obbedi. Allora, con una curiosità plQ 61 capiscono il caratt ere, le inclinaz ioni, I vizi e le dot.l. apondere - dl,se & b&Ma voce - so perchè lo dico.• 1 "Mrln • .. "'la fln., ~, rrr l'tr ,ti vtva lui posò nuovamente gli occhi su quel viso. Il primo Vedi, se non avesgl fatto 11medito ml sarebbe placlut.o Nella voce di lei c'era un'energia cosl i'l'ave e &up- aver a:ssf.stflo a un'operazfone pensiero di Stefano fu che aves.se camblat,o propositi e ,,.re II giudice In tribun ale. Non per fatti grossi, delltU, pllchevole che lui desistette dal tentare . mol combina ta o gratuita. s1 fOMe proposta una condotta umanR. Ma non s'lllu!e. ,101enze, frodi, mR per piccole cose storte che succedono li campanello aveva ripreso a suonare ma la voce non CARLO 80 Conosceva l'ostlnaz.Ione muta della ragazza e prima di tutti I giorni e del quali è piena la vita della gente. • al udiva più. parlare. di fRr domande arrischiate, cercav a di Indo- e Non credo che .s&rutl riuscito • dia.se lei )>revemente. e Nessuno deve sapere che sei ln casa - dtase Paola . vinate Il ratto nuo,·o, d·lntulre ragionevolmente che cosa e Forse si - rbl)ose lui accomodante - 6e avessi do- - Sta zitto e non ti muovere.• cl fosse di Jà da quegli occhi un po' Incantati e appren - vuto giudicare ad esempio la nostra slt.uaz1one, avrei con - e Ma perchM • domandava lui. slvl. e Sto bene - tncomlnclò _ stueia isto bene.• E la dannato l fl;-11e Il padre . La colpa è da tutte e due le e Sta zitto.• guardava ancora . Lei. lentamente e se.nzR ragione. al parti, sicuro, ma la vostra è più grave, Siete &enza ml- Nel silenzio udirono I pagsl scostarsi dalla porta. si· girò nlla flneistra, e Se vuol andar e a P"MCgglo _ con- serlcordla, • rare per la stra da. Lei si avvicinò alla veranda e ,ptò ln tlnuò lui con dolcezza - se ti fa piacere ... • Lei, di scatto, Lei ebbe uno 5ealto e si rlu.ò In piedi. • Sai cos'è la giù. L'uomo che a,•evR suonato era In manich e di ca- fece cenno di no col capo. ml&erlcordla? - domandò lui len~ment e. - No? Bentl: micia, cammlnav R lentamente guard1ndo In alto verso Stefano frenava l1mpazlenza. e DI salute ml par che è quella disposizione dell'anima che t.'aluta a vedere nel- la loro casa; ,1 fMmava Incerto, faceva qualche puso stia bene - pensava - è lnuUle fare la domanda. Non l'uomo I meriti oltre che le colpe. Aspetta, come avrel con la testa di sbieco. Infine se ne andò. BI udiron o nel le sarà accaduto un guaio?• Disse forte: e Ml sembri fat.to lo. foMI l'itato al tuo post.o? • 61lenzlo I ,uol pa.MI 11tra.sclcat1. preoccupata, Paola. Che cosa ti e successo?• Paola non rispose. e Non te Jo Immagini?• dtsse. e Ma pe.rchè, perchè? • conti nuava a dire Stefano scuo- Lel si strinse nelle l'ip&lle.• Non essere cosl sgraziata. e Da quando è morta la mamma - r1prese. - la no- tendo Paola che ora, Intontita . era rlmaata appoi;atata al - disse lui alzand~J In piedi. - Lo sai che non ml piace.• stra. famiglia s•i dLSfatta e non si può rtmetterl a Insieme; fianco della veranda, nell'ombra, guardando nella stra da . e Non ho nulla• rispose Jel: ma Ja voce era talmente ma ho Il diritto di galvare quello che è ancora posglblle. Aveva I cape.lii spettin ati sugli occhi socchiusi. Tremava . Insolita che Stefano JR prese di fronte. Disse: c. Dunque Per non ,•ergognarml dl voi e di me, domani, Ira un anno e Perch è - rispose - sono una donna senr.a. ca- slamo diventati cosl estranei che non posso sapere? • o cinque, Incontrandoci per caso.• rattere . • Le parole erano stAte profferite con un tono leggero Par lava a voce 11.lt11. e Per non distaccarcene come e Ma chi era quell'uomo, lo conoM:i?• domandava lui e dL!;taccato . Paola se ne ribellò. e Estranrl, che cosa dici?• barbar1 - disse - percht: non capite, ma se non metto supplichevole, colto da un lmprovvl110spavento. e Dlce,·o - sos:glume lui. e accese la pipa - &!amo un riparo. al dllit■cco cl arriveremo in breve, anzi, slamo Paola affannava. Suo pad re sentl AUllem&nl a.ttorno sente che sta lnslrme per abitudine e senza necessità . Cl sul punto di arrivarci. E, se mi cl portate a forza, lo al collo di le.Iun sudore dlacclo. e Ohi era quell'uomo? Tu ho pensato molto In questi giorni. Gente che uclproca- non ,-orrò sah'are la faccia agli occhi della gente. Sarò sai , dunque!• disse con un soffio. mente non ha nulla da comunicarsi, nè cerca I motivi per quello che sono, o peggio: e voi quelli che. siete.• Lei respirò a fatica . e Lo conosco - dl511e- so che farlo . 0e,·o rssere ,tato un catth'o padre. Del rest.o non e Che co5a vuol che slamo? - disse lei con voce rotta cosa veniva a fare e per quale ragione era st&to mandat.o.• bisogna dar e aJ legami del sangue più peso di quello - del disgraziati, slamo.• Abb35SÒancora la testa e si mise a plan1ere ,u en- che non abbiano. Le strade del mondo sono varle e di• e Ma che gusto cl trovate a esserlo?• zlosamente. Lui era rlmaat.o lmpletrlt.o, verse; c'è poiito per t.uttl i caratteri.• e Non cl possiamo fa.r nulla - rispose - fi cos\. Tutta Aprile 19S0. NEJtJ POZZA Usi barbari Sul quoUdh no e Paese-,era • di Roma, del 1 febbrato ultimo 1cor10, ntlta. rubrica e Opinion i e po,tlUe -., ha trovato 01pfta– lltd una lettera al direttore, ln• titolata e L'arte contro la bar– barie• · Quuta letta-a porta In calce le 1tguenu lfrme: Vel.Jo Muccf, critico lcttaarto e arti • 3UCOdella e Flero letteraria•• Franco Cagnetta, Incaricato df confae n::.e all'Unlvtriltà di Ate.ulna. 1 Teniamo a precisare, per do– va-e di obbiettività, che Ve/so Muccl non ricopre nello e Fiera letter aria• alcun Incarico, nè di critico letterario nè df cri – tico aru,uco. L'ultimo suo ar ticolo ~ appor. .to ,ulla e Fiera• nel numao 2J dell'anno scorso. iblioteca.Gi·noBianc

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