Fiera Letteraria - Anno V - n. 51 - 24 dicembre 1950

Pag. 10 LA FIERA LETTERARIA Domenica 24 Dicemhre 1950 DUE POESIE D UGO BETTI l A POBSIA DI UGO DETTI t da ta– lu ni avver&ata o dl.tcu.ua con &0.ttan– zlalt rl&erve, da altr i con.tiderata una delle oocl piri. .,igni/ fcatlve del nostri tempi . Que.tta é l'opini one che .te ne .ton /atta I 1uol .tO.tteniton , nell a plu larga con..tldua • ztonc dtll a narr ativa e del teatro che egli I! andato pr oducendo in oltr e un ventennio di lavoro e che, par zialmente, attraver,o quel che oggi vien detto reall n rio 1bnbolico, rt– po.ttula temt e motivi dell 'opera In ver,I : ti sogno lrrealluabll e, la ml1erlcord e pfetd ver, o l'uma no destino , un larvato mantchel • .,mo. I ntorn o al e Re pen..tferoso • 11 acce,ero dl.,cu.,.,loni non poche. Quella prima raccol • la, tn qualch e modo ricordante versi di A. S. Novaro, pur ,e non percor &a da.Ila motiv azione reltgio.ta, &embrava far riviv e• re certa /a.volerla 1iordica con proposito al– lu.,11.10. Noi non 11e dlce,nmo bette, e pole– mtu amm o, benché troppe gloooni, con apo– logeti no,trali e .ttranierl, 1pecle perché Il .tuo Jabulll mo in chiave crepu.,colare non /actlm ente la&ciava dl.tti nguere la J>Olltura canta.ttorlca (qualcuno o.,0 parlare dJ gra– Zfa e leggiadria trovadorica) dal /lne lim – bollco, che voleva eue re la prectpuità dl quel potea re familiarmente di1cor.tlvo. Eravamo , in 10,tanza, al mondo Irreale e piccolo-crlt – togra/lco d'un decadente non privo d'ambi• zlone all 'originalita e che, nella lt eua ca– denzatura, dl.f.timulava incapacità rltmtca , in lui, del reato, qudl'i costante; e un e lll• llput • di cose e. figure. ,vapor ato da umile, a.s,orta trepidazione per il mfatero, ci .tf pre• ientava, con meccant.tmo caleldolcoplco , dentro remoto, epffanico albore. Nulla di più 1uperato e fragile in code,to qua,f ben· dal1mo alla miniatura, che, In effetu, non t:ra una novità, ove pen.tfamo che già Emi• dio Piermarlnl. artl.tto. lngiu,tamente oblia• to, cl aveva dato una poula /labosa, frf. de1cente. di .tlgni/lcazlone. etico-morale; ma il dllC0r&O tende ad altro . Il Betti 60Jl1'411• giungeva con dl1involta ,pauateua in un momentu ricco di ricerche e di reali con– qut,te e&tetlche. Astrazton fat ta del futu• rlsmo, cl ri/erlamo a quanto di ,pec fffco ,f era avverato prima con f Govoni, i Palaz – ze.tclil ed i Gozzano, e, J>Of, con art l.tti che al modi J>O$ltlvi, lccutlci, eloquenti, al tu– midi 1ptendori deJl'lnternazionalt.tmo li riCG ed alle magie dei e club,• oltrealpini, con– trapponevano una. poetfca euenzf ale; e qui , al indica tutto quello, cic) eh.e pre.,uppone l'irrituale elaborazion e del ,entlmento e una più incon . ,ue.ta me,na a punto del 1uol rap– porti col mondo e.,terno. (Il Cardar ellf - i cui e Prologhi • intzl aoono la loro /unzio– ne di modello -. il Novara, Il Cecchl e il Bofne; e poi il Campana, , ul quale e 8UJ>ff• fluo menar commenti, lo Stuparfch., a Fol• gore, l'Orn:i/rl e, infine, l'Ungaretti cM , nel tratto anaJogbtfoo, accentua va. l'ul!fcio di quel sentimen to e di quel rapporti ). Si che, il Betti appariva un po.,tremo, ammanierato provmclal eico ; eppur e, ,e parli> con in• ,tstlta compiacenza da part e di coloro che "IL RE PENSIEROSO ., "CANZONETTA -LA MOHTE,, ''UOMO E DONNA., l Ai morti Quale\ topo a noi rode nella memoria. ~ 1afo owle del castro uiJo? E perché, S ài ~o ianimo il paUido La, ·ico dei .1owni, remora ._ S'obf,a quell'occhio die di noi sioiva D'un sogno, ciò c1ic l'invagl1i? E d'un sogno Que.,,c domrm1fo, clic io Vo sill aba11do E &oltanto le ode Il silen:io ? Cosi Le dit:ogo e di ciò le sere ingann" Come chi dentro vuote Stan:e Jra sé parla e cred e, AL TERNE FORTUNE di un 'avventura poetica Né •to\ chinano le ,liKOlpe Che ardo110 il suanciale dei vivi? Q11ali\&csrcli ci tlivi.scro, quale Corico, .ftOUurni gi11dici, lrnputate a coloro che dal vostro Oscuro ramo pendono, feri ti Dal sole ancoro? Alle chete S,an:e dove il rtupiro Vostro a«lò, o là dove Odoro d'orto la vostra aiuola, Viene talvolta un p6SjO Solitario. J/ oi cerca. !Ila voi lo udire? Tremò Quel giorno il vo.stro /ruc o Sonno al « Diu lrae > quando Tuonò .su coi pi e&ando Le fiamme dei ~ ri? O partii Già eravate come da coltri Rot11?JCiate un tepore? Ma &e non sfeie dove J/i ponemmo, quale co• Di voi fuBBi? Quel raggio Che punse la notte quando J/ agiste, ancora vola Procellaria imperuoui, O cadde come fu muto un re1pfro! Polr:ere in noi d'amica /ala Dunque è quella glori031J illa quale bre.na allora Fuga c~ c'innamora? Recò a noi l'inebriane• Poll ine, a questa ditt1ora Straniero? E t1oi da quHltl Dimora veramente t1i alm.ste F11mo leggero? E compone voi an.cor• QuelfinMprita uillo. Uno. memoria, una ferita? O ~ ' Che fa noJtra e di noi amaru Davvero morte ,ma quiete Cl,e sé e ,,mo ignora Simile a '{ut!lla cho L'uomo Stanco sospira, donde Spiraglio più non traluca? Da tale veno c11pa Ripa dunque piombavano i no~ Bisbigli, i poni che int orno A noi gremit.•cmo il giorno? Non per allro compenso La pupilla nostra ,'aprì Nel buio eterno ? Euento Di ui sorpreso, d'alt,; La lie1Jc eco. A un bambino Ti port at."fl if!ri il materno Seno, mentre apriva le tue lebbra la tilllbnnte Primi:ia dell e parole. Ora il tuo ptiuo fa sua la ca.sa : o 1ierchè, Non mio bambino , sempr e 11 <11esto auor to Ospite vieni, o silen: iosnmente La piccoletta mtmo mi tratti ene, se altr ove Ansia mi chiama al nuoco Tuo «iorno arctma? Dirlo non ,ai, ma al ri&o Nou ro il viso vermi glio in me nascondi ; E mi premi il cuor e. Così 't alvolta besti'ola subitamente amica Forzaua alfo corezza le mie dita Col fr esco m11so: E nella mut a ,elrJu dei dì perduti, io vedeva Guidato anche il mio paua, dn un u«uale Senno innoc ente, Agli incontri, a«li erro,;, che il ,o&piro Odia memoria intende. O bambino, ,,erchè Mi scegli? Ed io voi acelsi, ,,fmici? Ed in quel tem,,o Ch'eri con noi, perchè A te, papà, più .1'anima t1a il chin o Sguardo al 11enire del più a,pr o fi1lfo : Le«gera anche la tua Mano lo tratt eneua. Ora le miti Parola a lo non dette, Rimormora egli, premuto da un pianto Antico. O tenerez:a No&tra, a te stes.ta tanto Nemico, i breui giorni del tuo fior e! Pur e da te un tepore Le creature invita, dolcemente Le colora. Co,ì talvolta acerba E di sè ignara primar:era, l1uinga L'erba. UGO BETTI l' Incaponivano nel piri. $Vl.,cerato e mi.,oncl- 1tfco amore per la trad izione, conculca,tdo tutto quello che c.ut mede.timi, no,i -sem– pre 9lu1tame.nte, riten evano per /anati J1nl, incongruenze o ,trologher ie di ever&ori. -In proce1.to di tempo Il Jlabi.,mo subi1ce modl/lcazionl; -probabil mente, l'a ria &teu a eh.e d'intorno &pira, avverte quanto .tla ar• retrato il rtgirar,t tra minuzie e lindu re di quella ,pe.cie, mentre , d'altra part e, la JO· pravvenfente , intima maturaz ione va com• portando un dlver ,o ma11eggio di co,c, un por,l in uma-nit4 ed bt voce meditata. cCan- lJGO BE'fTI Lo drofflfflotieo di V90 Detti __ __ rlosamente In sè U desiderio•· le braccia di lel colpito dal è gravemente pensoso e le ap- te; a Ro3so di San Seoondo per sempre Incompren sibile. Betti {Continuo ' da pagina 9) ca cosa di cul egll porta mbte. Fausta, per morire, Infine, tra religiosità. Tutto nel dramma ternltà contratta e spaventan•1mn che cl è rlmru;to. In fondo, anzt la vita stessa sono 1 re- Alla veri~ e alla certezza geloso Ignazio. parenti concitazioni verbali o di certi pruriglnosl afrori. E dal ha cert.Rmcnte racoolto e patl– spansa blll ma che a tutti sJ giunge piuttosto mediante una Quanto ancora cl pateva es• ai.Ione non rappresentano, In riusi e dal nordici ha preso la to la molteplicità di queste vo– addlce 11 Ì>erdono la pletd 50$penslone dell'agir e per con- sere di episodio e di cronachi- ~enza, che le brevi crespe e• stru ttura decentrata e a tratti cl. ma nes4una hR !nel.so rort - Nucleo della Fr0na allo Sca- front.are quella cosa di cui eglf stico nell'avvio della Frana è, stertori del cuore umano av- allucinata del dramm i della g1nalttà del suo mondo fino a lo Nord è dunque U problema J)Orta mliterlosamente In ,t Il qui completamente scomparso ,,iato BI sondagg io dell'Infinit o. ,tmpratla umana ; dB Maeter- cancellarvi o quanto meno ·at – della res'ponsabllltà. Però " dulderfo, con quanto nella vi• semm.a1. nel ca cclat0r e, notia: Ciò che conta nel Cacciatore link (Lei aveugle1, Int erleur) tutlrvl l'artlato personale. dramma vale non tanto per n ta ha concrctakl a prezzo di mo un eccessivo scansa r la ero- è questo ardlkl, espllclkl ten• quel senso svaparato del ml• Non è possibile gtunitc– procedlmento e la persuasione lotte alncere e di od.li e di amo- naca per guadagnare un plano ta.rc le _porte del Paradiso. Nel- stero Impalpabile eppure come re n. unn vnlutnzlonc dell'opera i!a 1;;~ 1 cr- ril~f1~1pesr;l~~~ia1~u~; ·e~ 0 ~.:i~~t1n q~~ Losf~ ~~; ~~~~;~~·t::~~~~n~~~1~!~p~1tr~ !~~~~~~e~! ~:0::Cf.~t;!t:!°~l : !~lf::;:rte~ t~o:nin~~~~e;re;t~J? ~~~m:r:s~~~d:i_u~~r ~;~tip~~ fanno di quegli uomini del so- decidersi se tutto li tenace Rf. rapparente puntualUA rlella vi- 51one di • certe plaghe soprnLer- ceano) e dn Ltnonnnnd Il eJi- cesso di afrtnltà elettiva - 11 Udall di fronte alla colpa, so• f11nno di anni e anni e debba cenda; sl che, a LrBttl, la vi- rene è soffcr~a sentlmentalm "-!n. ma cosmico dell'ambiente; e trasferirsi nel centro mutevole lldall 1n nome di un imperati- considerarsi una vita di uomo cenda rimane motivo per muo- te dal poeta al punto da fard ancora da Andretev (La vita della sofferenza del poeta. SI ..,0 morale : la pletd. o non piuttosto un tetro , stu• vere l'esemplari tà del perso- pensa re - cl si passi l'acco.s~a- dell' uomo) nonchè dal moder• lmpane, nl critico, l'e ,perlen.za ~~a~co~8:?i'ii~c!ma:; ~~oi~:à e~U~ ~~~s~ml~ ~a~~I ~e~!~ f:r~ s~~m~~= ~~~ <bn~=~ nc~~llld ~~R~~ raot~d1:J'!'°:~: rs:;r=e~ ~:!tia~it~::·1! ~:r:.~~ ~ che tutti mormorano e con vo- pre l1nteressato che sceglie tra zlonl. il cacciatore rcertamc n- delle figurazioni n:stratte si ad astrarr e fino a giungere al- oorre sorrrlrne Il proce5SO uma - :, so~es::t,:it~1:!et~. idt'~j 2u~::c:~fo s~re~~e>V1t! ~~i"ì~ ~ d'a~fv°: ~~~ ~~ 1 t;; ~ttf;~no-. ~~~l~~~~::g ~~~~~~todle c~fr~ t:1::;a~::ee 1~:':fe~~~t~ 1 a~~ ~tfu ~lt~~er~tu~!~~~~ 0 ei:: Bffirld tJlentrc è travo lto dalla spave.ntoso fardello della ~un Oltre. nel senso dell'uni versa- poeta Imbeve 111 sua visione rt- gentatl ammorbidimenti al111 te•· natA. dn un disperato ten • valan ga . _ Rt.l1>0ndlml Jddio libertà e quindi della sua ,·e- llz.zazlone non si potrebbe an- uu11rdl\tRcome riflesso. Cosi un Cecov (ma di Cecov non ha tatlvo di •cocrenia tra vita e nell'ora' in cui lo. morté m•in ~ sponsablUtà. Ma quando rltor• dare: slaino al limite. n poeta poco 11 ~etti di questo Caccia• mal li lirico scetticismo, e quln. poesia, domanda alla critica ghlo~te· basta tutta una volon- na, dopa cosi alto o terribile ha guardato I suol personag- tore eh è davvero una sorta di l'essenza del cecovlsmo) e questa esperienza per essere td: ~•UOmo per meritare una colloquio - assolto dalla pro. g1oon occhio insolitame nte og. di Commedia ln gran pa.rte U· di certo acuto frugar e e arca- compres11. DI qui, certe post&lo• parte di .talvezza? _ e Uno prla since rità e dalla propria gettlvo, vedendoli tutti protet- mana, ma In qualche tratto 11n. no comparre I destini umani n! Inspiegabilmente negatl\ •e voce dominando 11 c1a!Dore del retta Intenzione - alla su11 ca• tatl In alto, se.ma trascurare che divina. alla Strindber g (La via di Da- della crlllca di fronte alle e• ghiacciai franati: _ Dio t ca• sa. alla sua ricchezza, al suol la loro più torbida generaz.lo• • • • ma,co ); al ~ ratto anche Il no- spresslonl modem"?. i::01che le rità _ Nel dramma di Betti affetti, al suol Ideali, non tro- ne terrestre. Non solo: m11nel Non c'è st.ato critico anche me per Il più recente Interesse opere non stanno plu n ~ . e non è · più l'uomo solo, Indi- va più ,alcuno che gli sia accan• Cacciator e, Betti ha per la prl- mediocre che non sl sta !alto di Betti alle collettività um11- non hanno In se stesse la loro V1duo lbsenlano del e tutto O to, e s avvede che e se per go- ma volta concentrato 11 suo premura di segna lar e, a pro• ne, di Oork.lj e dl Tolstol. A chiave. Rlchledonò unn C.'l?e– nu lla , che Invoca da Dio que• der questa ricchezza non c'è dramma In un personaggio - poslto del tentro di Betti , llJu• noi sembra debbR.plutt 06 to es• rlenz11del loro mondo, del lo– sta estrema plet.à è tutta l'u• n03Suno a gu11rdare, che vn- Marco - di cui gli altri - stri lntluenze nostrane e stra . sere ricordato Charles Vlldrac ro sentire cd esprimer si cos\. manltà che la sCflte come l'u· le?,; e st rivolge verso colui tranne forse Fausta. - sono nlere. Non saremo noi a ne- (Pao11ebot Tenacf151) per quel Sl11mo lontnnl dalla concezJone nlcn glustlzta e quindi come la che l'ha diabolicamente sospln- gli antagonbtl esplicati.vi. E gare riechegg iamenti d'altri I\U• suo trBSflgurare l.n sostanza 11- cla.sslcal Oggi si dom11nda. al unica Immanente salvezza. Pro• to verso quel beni, e gli dice: anche F11usta - che ricorda da tori. ma vogliamo dir subito rlca ogni vincolo dl uman11cor- critico. la disposizione sen.slbl· tagonllti e cor o si ritrovano • Che hBI fatto? Dove ml hai vicino la Solvelg Ibseniana, ma che si tratta prevalente.mente dlalltà e per quel dividere, non le ad entrnrc in un mondo e Identicamente uomini In que- portato?,. E' solo. Ormai uni • anche la Margherita goelhiana di richiami più di movimento e dialetticamen te, ma &entlmen- a fare un11propria esperienza ~~or~~r:iar! 18 ~1~e:!i pietà r:mr:;~tT1 1 ~ 1 !.W~t~~:~ 11 !!: Ù ~~r!~t:ti~~I d~rt~~n;;ag~ ~l11~~ 1 ! 1 gfs~i':a:~~~t 1 ! ~es%:; ~~e~~h= 1 ~~ 0 ~~ ::~eq~~= ~~~~fl~d~n;r~~l~ 1 Ù~~ :~: Da molti anni n tcBtro non derlo riposare nell'amore - la glunglbtle amore assoluto di allora come certe evidenti 11na• le dei -pallidi e del roHI. E an- simile esperien:ta. vedeva un 'opera di cosi densa t'ellcltà - , e lo uccide. cui, In fondo, Marco è tutto logie esterne - e quindi orec- che Wcdeklnd. che vede nel DIEGO FABBRI ardita e nuova significazio ne: Questo, nella tessitura Ideale, pervaso. Tanto che Il Caccia• chlablll - abbiano suggerito sesso l'origine prima degli urna. __ Tutti I personaggi di questo Jl cacciatore di antt re tn cui tore può essere considerato CO• parentele di fatto inesistenti. nl contrasti, ha certament,e rl• 10 con decandentfamo non , 1 Betti più maturo vanno alla rl- Marco, li cacciatore, lotta per me un ininterrotto soliloquio. A d'Annuntlo II Betti si rl· chiam ato l'at tenzione bettlana. 1niende 11a :n1t1ca.r e qualcou di cerca di e qualcosa di vero e un Ideale di superiore giusti- L'lng11nno di noi verso noi stcs. chl11maper quell1ncldere a trat- La quale. però, si è ~volta pre• aa1olutamcnte deteriore, bench6 di certo•· Ma dal più appa.s- zia. contro 11 cupido Mlchlsl, si - e perciò ver~ la vita - ti partico lari e sensua llsstml: a valente mente a Ibsen, e non non al po.:i, preaclndcrc. come 1'6 slonatl trava gll terrestri essi e- padrone di vaste ricchezze; ce• la dlscrlmin11zlone tra male e Benelll per una magra, ossuta ti.nto all'Ibsen palemlco e pcn- tentato di rare, nemmeno per un scono intimamente dtslllust de alle lusinghe e alle ablll ca- colpa, errore e responsabUltà, crudeltà di notazione; a Piran- S060, quanto all'Ibsen più Uri- i::i~::i aii"~et~ ;..~•~f ;~cC::~~ae., perchè e è molto raro che ruo- lunnte del slnuoso Ignazio: si responsabllttà oggettiva e sog- dello per quel senso di miseri- CO e spontaneo che a noi la- crediamo 11 posu. • Yedcre II de• mo nel veloce passaggio sulla distacca dall'amico Aurelio, ac• gettlva sono sentiti in quest 'o· cordla acre e perdo nante che lini è app11rso rin dB princi • cadcntlim o come un fenomeno te~a, s'Incontri con quell'Wll- coglie senza amore l'angelica pera con un'Intensa. tragica dà agli uomini quasi un11 frR- pio magicamente suggestivo, 1tor1coconcretato In 1lngo1e per- aonalltà poctlcht', peraon11lltl che non 10110n6 11ccrc.actutc né me- Nota di aggiornamento (dal 1940 a og~i) ~~~~~i:~~}'1{~; e_; manUca. (W Blnnl, La poe:lfco del deccrdentUmoUnllano. P:lrcnze. Le L NOSTRO saggio - gfd: 1 pubblicato nell 'Aprile del 1910 $Ulla valorosa Rivi– sta Itatlan11 del Dramma con qualche amplia mento C::I citazione nel con/ronti di quello che abbiamo rlstam• palo qui .sopra - 11 fermava al Cacciatore di Anitre, a un Betti, ci0e, gfd: sicuramente alferma to, ma ancor lontano da quella vasta, mollepUce , concorde, popolare a/Jerm.a– ztone del decennio succe.u1vo ('40• '50) che. l'ha orm ai de.ti • 911ato, Senza pili dubbi, come Il nostro miglior drammatur– oo vivente . Non c'erano an– cora stati Il trlon/o di Corrv· zione a Pa lazzo dl Giustizia, i 1ucceui Jervidl.t.tim l di Spld· tlsmo nell'ant.lca casa, dl Lot.· t1'l fino all'alb a, di Vento not.• tumo , le prov e .tlgnificatl_ve e ,tntomatiche, anche ,e plu di· 1cu.,1e e contra state, df Notte In casa del ricco . Ispezione, Irene innoc ente, Delitto all'I· sola delle capre : eppure quel– le nostre conild ercuioni , che pur si ferm ano al '40, cl 1em– brar«:1 .roit an.clalm erate valide anche per tutta l'opera 1uc– ce11iva, piri. copiosa, piri. com– piuta , piri. matura , 11, ma as– .tolutamente c. fn chiave • con la -precedent e, Se d omo ind otti a qualch e altra co,i&idera..iione, cl0 è dovuto piri. a motivi occaJio– nall, che a nuove ragioni cri– tiche. Per e,empio: ci lfamo dqmandat i. a volte, dopo cer– te batta glie burr o.tcoie o vln_– te a metà, o anche al termi– ne di quelle alt re vinte pie• nomente, et 1/amo domcmcla• ti qual 'era l'Origin e 1e9reta dJ quelle recuionl o dl quelle per– plei&ità di pubblico e di cri• Uca. Cl .tlamo domandati - per e1sere ancor più pro/on• damcnte ,inceri - quale /01- ,e l'origine di cert e Inquietu – dini che coglievano arach.enoi, come di .tor-presa, qucul a tra• dlmento , dl fronte allu rap– pre.tentazione non lnteramen• te per,uculva di un testo di Betti che alla lettu ra cl ave• va, Invece, interam ente per- 1ua&I e a cui avevamo dato inte ra la 110.ttra ammlrado• ne. Colpa dell 'e&ecuzione, cl chiedevamo; colpa , cl~ , di In– terpreti? Anche, indubbiamen– te; ma , coprivamo, in più , l'affiorare di un ele.mento e_. qulvoco. che, na&co1to o 1ug• ge,tlvament e adombrato • all a lettura , prendeva invece cor– po e vigore come elemento negativo, alla rappre1ent,11::fo. ne. E vorremmo, qui, tenta– re di detennlnarlo con qual • che prt ci1lone. Anz itutt o, e,.,o riguarda una posl:tlone di part enza e non a, arr ivo; pift u aUame nte, rl• guarda quell'impianto dl cro– naca eh.e ogni e trama • - anche quella delle opere piri. eccel&e - ha e deve avere. Per e.,prlm erci con. una imma gh1c piri. evidente diremo, che .,e tutti i per&o11aggl di teatro, per COl'l}pfere Il loro tragitto, la loro parabola dram matica. Aono eo.ttrettf, dalla forma de.t.ta del teatro, a part ire da terr a, quelli di Bettt, ,manlos_i e ,co ntro.,f per quutt li miti, ,1 01tlnano invece a partir'. gld libra ti. li sipario, cioè, 11 alza non &u d.el per.,onaggl che 1tarn:i per $plccare il vo– lo, ma su del per,onaggl che, in un certo &enio , già vola– no. Il che i11duce li pubblico (e anche noi, quando &iamo pubblico ) a qualche ,e.,lsten• :ta natural e, val e a dire a ne• gare o a li mitare quella com– plfcltà che deve .tempre 1to– billrli - e il più presto e ìl piri. facilment e po11ibllc - tra per.tonaggl e •pettatori ; compll cltd che nasce proprio dal fatt o clcnu:ntar e di .ten• ti rai, costitu zional mente, Jat• ti della 1te.ua pa.ira uman a, cioè di &entlr ii a1Jl11i. Non v'è dubbio - ·o :ti ve– de troppo bene -- che que.,tci att eggiam ento di Beftl e delt• be.rato e deriv a da una spic– cata ri tr o.tia ver.,o tutto ciò che e crona cllidlco o did a– scalico; d'altr a part e quando que&ta ri trosia Induc e - o può indurre - a peccare con• tro la concreteu a, li deve co– raggfosame-ntc conclud ere - noi e l'autore - che e.,.,a non deve euere piri. con,tder ata come i;n atto di dlgnitti arti– .,tica, ma come una o.,Unazio• ne di inconsapevole pavldita . C'è una fra,e (anzi é una • battu ta• di non so quale per1ona9gfo di Maeterlinck, e batt uta • che mi pennetta di cit are, co.ti, a memoria) che e$prlme con .tufflclente e.,at– tezza la po,lzlone equivoca di certe figur e e dl certi avvii bettlanl: e Una chiave apptJre seducente e prezlo.,a fino a q11ando non sf ,copre quale porta o quale 1crlg no possn aprire ,. E·, come si vede, la e.taltculone - anttcla.t ll ca per eccellenza - dell'Indugio e: della divapaztone! Altro rlllevo. Se ognl opera di teatro può essere comparata a una equa• zfone a plu incognite, ml pa• re che debba, comunque , e&• sere convenuto che, allo 1te,– !O modo che non pu6 1uut – &tere equazione in cui iuttt l ten,ti nl li ano altr ettant e '11- cognlt e, cosi non può .,i.u,1,te– re un dram ma in cui tutti i per.,011aggi alano dominati da una e cl1iave • che li lnca11ta c li 1marrl 1ce poich è .ti Ignora quale porta o quale 1crlgno po.s,a apr ire. Si vuol dir e, che occorre sempre almern:i un ter– mine cognlt o, 1enza del qual e il • gioco , della rtsohai one non è piri. proba bil e, anzi t ad– dirittu ra Empoulb ile. E in que- 1tl ca.ti JI , a che vien me.110 l'h111,e9no, la volon tà di tira– re ava11tl Il e gioco,. Ora cl chiediamo: ci .tono elementi pro,,rlame nte cognitt nel tea• tro dl Betti? Pa" ebbe df 11. E precf,amente, que.tU due: Il Giudice supremo e l'Inn ocen– te; in altri ienninl: la Legge, un po' dogmatica e un pc,' spieta ta, ma comunque chla• ra, e quello .,tato di Purltd e&– senziale 1,roprlo di certe creatu re umane che .tembra• no e.,,e,e scampate al pecca• to originale. Ba.tltrebbero que. .ttl due ele.me.ntl certi per rJ. 1olvere In modo solenne e Jan– ta&loso le piri. movime ntate e astru,e equazioni umane! C'è però u,1 /atto, nel teatro dl Betti: che ment,e f termini Monnler, liii 5). inCO(lnltl o equlooct sono tre- (2) Eurl•lo Dc Mtchelle. l.a poe– mendamente reaU, t due soli 11a di Ur,o s,m. Flrenr.e, • La termini cognlti ~ono, per con- Nuova lt All• •· tro, lncredlblhnente astratt i fil che non toglie che alano 1pe,1i,.,imo inten,amcnte e. li– ricamente 1ugge1tlvi) . Tanfo che 11 e potuto parlare di v1- * Ro!ria ti I lllasct i :!0:e v!.u'f!.t:f!~~n~'• ~1:';~ tll'r ·'l1a ltetina e p:11 lnsorli,, parte di Betti . ln effetti c'è Dopo 1anti anni di a.tienia, tutta una part e di realtd U· Alc &$andr o Bl cuetti torna al mana e concreta che Bett i teatro . Sartt il rcgt1t a di e La tra, cura anche ,e liricam ente regina e gli Insorti •• il piri. re• evoca e cita e .tembra e&alta• ccnt e lavoro teatrale di Ugo ~ei~g~ ;i d!~1~i~~J;~~~~o Ad::!~ : :!~ i- t: :vi 1 :!:11~~=:~:re~t p;c:;: no che Betti non neghi con- .timamen te al Teatro Ell&eo di creteu a, ci~ eslste.nza realt-. Roma. a que,ti due tenntn l, Il che. non mi pare che il a. Allora ? * Allora: il gio rno che Betti rl u.,cirti a dare alla Legge e IL e 2. PR[ ìUIO TERS I • - all 'Innocen za la ,tes,a fisio- DI PI TTURA t: SCULTURA nomla e la 1te11a artfcolaz io- Il gruppo artlJtl ternani e La ne di .tugge.ttiv a concretezza soJIWa • ha /nuetto per Il prol• che ha dato, in cento inegua- almo anno JI c. Il Premio Terni, 9lla b1ll e nuovl11Jml personag- df pittura e scvltu ra. Del comi• 91, alla cupidigi a, alla 1en.1ua- tato d'onore, oltre a tutte le lltd, all' orgoglio, all'av arizia, magglon autorita dcll:l provin – al tradimen to, all'i nga nno: eia, /anno parte Carlo Carr4, quel gt0rno tutto Il suo mon• Felice Casoratt, Gior"io De Chi– do, co.ri /olto di figure e co- rico, ,.lllppo Dc Pfsia e alcuni 11 rl,o nante. di gri di, di 011. crfllcf di arte. La mo,tra t do· :~ 1 fcidte~~?l ~:o~;~r'fc!m d: ~~; ~~i~o d~o:;c dft~fo~~a~ 1 L~,e~c;fc•:~ mira colo, un prodigios o asse• dovranno euerc noti ficate entro ,rame nto, polch e aura fi1tal - e noti oltre il 20 ge,inalo 1951 e mente trova to la voce di una dovranno euere spedi/e, Jranco autentica per1ua1lonc . Perver-1di porto, al • Il P~emlo Terni,, rà: a un suo clauici,mo. L'e• Palai:.o Camcr11 d1. Commercio. quazfone drammati ca avrti . tia Battt,tt, " · Terni, nel perlo:fo coil. la sua ,olu.?lone razlonu- ~al 5 al 15 Jebbra10. Per ulteriori le, morale e poetica. 1 :~,~~':!, 0 n\ 1~ti:,~;r~_,k:a, et~. DIIW O FABBR I Temi. zonette - La Morte , non hanno qua.ti ptri. nullo. dell' intonaz ione prima, pur ,e -ne ria/– /iori u,ta no, talgica memoria eh.e opera at• tra verso il mOdo popolar e&co della pr ima parte , dove e rint racciab ile qualche rfec• ch.e99iamento mediceo. ma. che, insieme alle JaUat ure retorich e, o.,tent arn:i gli equivoci JUeggladrim enti di tipico conio bettlarn:i: de1tr erie di chi , non potendo uguagliare il modello , &i accllna a garbi troppo fmprov – vt&t per non c11ere abtll ripieghi. Epperò, · nella • Morte , è gld 11ata la &Ua parola nuova, 1ebbcrie non di rado librata a mo' la/orghlano; e Il meglio ne verrà offerto da eJtlcacl JCOrci, da tonl un po' acri ed eva- 1tvi - che. pur dfcono - e, a quando a quando, da audaci lmpreuionf.sml che 1)01, fn e Uomo e donna-., gli 1ervi ranno per for– mulare aloni e contorni; vi ,ard:, pure, uno .ttlle 1orgente, malgra do l'inco,tania cM gli deriva, sopratutto, dal mucolare /rammenti e patetiche diJtenslon i, .tpecle là dove d pongono i grav i problemi dell'e11ere nel ten– tativo di unlversalf.uare l'c lo•• inquieto, smarrito, lnte "ogant e, eh.e punta lo ,guar– do lul bruco e allo IJ)aZio popolato di ne– bulo1e, li af/ilaa ad immaginarle orlgfnf fre.,e che freacheua qua..rl e primitiva •J ed. all'epilogo della 1o;te rn:iatra. Ed I! il dutlno delle generazioni che in •· Uomo e donna• /a da centro ad una più capace. vt, uale, non priva dl &O/fio biblico e I cui re1ulta tl, pere), .taranno ln/erlor i all 'l1pi razione , anzi al pro– getto df epitome conno •tel eologlca, malgra – do le vtveue d'un me.ttfere onnal alto e nostro ; pfri. 1peuo ,t Incappo nel– la formula, in .topraffaziom della i,ouia rlma.tta allo ,tato di emo:tione e co,tretta, perciò, a produr,i come materia. poetica cM sia andata perdendo la .tua entità: df og– getto trcu/igurablle a ,na no a mano clu ii disponeva nello 1chema verbale. Nt il gu.,to d'af/re1co dl.ttante, ma pur vi– vido, ne attenua certa capzto.,lt4 che pare voglia rènder grata la prima lettura, e 1010 quella; cic), aenza con.tlderare le Un – denu ermett.ste e qualche cal.Ugrafl,mo df alcuni -pas,i. Benchi un'accurata. os,ervodo• ne vi annoti anche rlfleisl pa,colianl, non .,, puc) negare in e Uomo e don na• l'esl- in/anzla : Guido, Rigo e M'arcone, cui 1'uni - 1ce Giova,lna che tr a la /anciulleu a e la aàole1cenza ha condlv t,o coi tre le ore di quel tentJ)O felice dell 'uomo. In Guido per • 1b tc fl ricordo d'una f allita ,calata alla • Piera Alta , ; la vertiglno,a parte del mon – te glt ri appare nella memoria come un enor • me Ind ice di mo,tro eh.e ammont.sca oscuro e minacci oso. La blanda ou u ,tone, CM vuol euere l'effetto df una tn,pleDabile minoro.• zlone p1lchica e, senza meno, un rifle,10 iub • cosciente, {'lll1cc come ,timolo: Guido ,ente di aover,ene rl1caU ar e tn un modo quaùia– ,1. E11a dilegua quando il glooo ne, 1ulla cui Jigura poggia U breve edificio del romanzo, rl e&ce a ,aioore Marcone da un lncilknU eh.e ricorda la drammatica, incompiuta ,ca– lata e, intanto, /a carnalmente ,ua l'antfco compragna di Janciulleua, merstre nel rf. vrt.ttino dell'interna per,o nautd 11 rlauor– bono 011 avvenimenti e le lmmagi nf con. l quali la ce.t,ata o.,1es.tlone u.aava 1>0nederlo. Plù che un romanz o, 81 tratta d'un rac– conto gros,o che lar gamente potrebbe ram – mentare · e Temvut a nel nulla , del B0r9e• se, per il .tolffo poetico che Lo pervod.e , pe:r glf aneliti .1plritualilticl e le 1tu,e COftClu– lionl rimaste Mll'lnte.rrogattvo, quanto dlre nell 'alltulom, ,empre che non vogliano e<m– .,1,ttere In una ipostast p,tcoanalttico, come ,emb ra dedur.ti dalla condotta della 1141'– razlone. l n tal ecuo, l'A . .ti .tarebbe aggiornato at temi, quant o maf co"enu e diletti, del freu– dtnno ; e cfO .tarebl>e accaduto, anCM, per vanità di capace e. di .terulblle eh.e 1aJ)Jria ade9uar 1I a quelle novlt4 del momento nel– le quali hanno dato provo anche U cinema. e il teatro. Giova tener presenU clu, dei protagon l,tl, Guido e. Giovanna ,ono l più riu &ctt1, mentre gli altri 1tan no alquanto nella 1fumatura fntimf,ta ; Il pae149gio al· pino, introdotto come sfondo e coniomo, prende via via. una vitalità comparncipe dell 'incon.su eta vicenda; che è L'elemfflto prffflO da non trcucu rare per un gflUltzi'o onuto del lfbro. NICCOLO' 8IGILLINO :tue:z:: :O'c!::r~n= :::r ~ea~ll~e:~o~f~~ di ;--------------~ Dl11e, ci pare, il Momtgmiano che e,se non l'tmprimano nella memoria CUI lettore, e che ne. reita una generica rafflguro.%1.one ana– gogica, come. a dire d'un .togno eh.e la CO· .,c,enza non rieica, J)Oi a utentlflcare : in L'OPERA DJ UGO BETTI :~~r1!~;n!n 1 Qu:t~=i~fi: ::,~~~e ,: ,:Z':1;; . POESIA: presso che ugual e che Il Bellonci ne dette, LE NOZZE D1 TETI E 01 PELEO - venJone ,emb r0 azzeccato, anzi definitivo. Not non da Catullo, Camerino, 1910. cl ncucondiamo quanto tU Jormalilttco, 1om• IL RE PENSIEROSO - Ed. Trevu , 1922. ,nario e Jraudolento Ifa nell 'ultima raccolta , CANZONE'M'E . LA MORTE - Ed. Mon- che rappre.tenta la più alta upreu loM bet- datlori, 1932. liana, anzi il punto d'arrivo d'una carriera UOMO E DONl\A - Ed. Mondadori, 1937. poetica, ma cf ,embra che un più eqltO gtu• dizto abbia a Invocarsi. Bmlntuo, neuun NARR ATIVA: d1Jen1ore cl convlncera eh.eeo.ttul vada 1pe1- CAINO (novelle) _ Ed. Corbacclo, 1928. .to nel Jra&eOloglco, eh.e, anche, rie.tee a 1tu• LE C,\SE (no\·elle) _ Ed. Mondadori, 1933. ~~{;~1le~~~ ~:I ";:n~r;::,f(l:teq~~~n:::'~:e;u: UNACa~~~! ,1.N~\,f ERATA (novelle) _ Ed. mdterla sarebbe dlòentata nelle mani d'un LA PIEHA ALTA (romanao) _ Ed. Canan• p'Qicoll o ct·un Sull11 Prudhomme , o p,ire di ii , 1918. un Hugo, Il meno verbo.so, r,rouolano e ln- quietantemente acoademfco. - TEATRO : Ci pare che que,to abbia da e11ere Il LA PADRONA - dnnima in tre ani, 1927, punto per un'e.tienztale dl.teu11ione del ccuo. Comp:igniu S1abile Romana. Pubblicato Certo, egli non po.,Jiede la ,olidlt4 d'u,t Car- nel 1929, Robet, Torino. darelli o d'un OnoJrl della seconda mani era ; LA DONNA SULLO SCUDO - dn mma In dubbio ,e posaa competere COI Montale, co.ri tre olli, 1927, Comp:ignla Pavlova (io serrato e punt uoso; nulla.meno, ,•e formato collaboruaione con O. Clberllni ). e una dl.ttfnzione, che prlmamente gtt pro~ LA CASA :;ULL'ACQUA - dramma in tre viene da quel mondo e dallo ,teno veder 11Ui, 1929, Compagnia Benelliana. Pub- le cose, eh.e e cara tterl1Uca d'ogni oero ar - blic110 in COMOEDIA agofto 1929; pub. tl1ta. Lo actiba adwato al lenocfnll tecni• blin to in nuova ed. dalla Cu.a Ceaa, 1tfcf ed alla prutiglosa .tintculf, i un /e• 1936; in ultima edizione in DRAMMA, nomeno delftod.terna decadeoza, che suole no\ cmbre 1941. dtJender1l dall'anallai col ral/lnato e aubdo- L'ISOLA MERAVJCLJOSA - dramma-hai• lo mestiere , e, come dicevamo, poco ha da leuo in tre :illi, 1930. Com1 11gni11 S•h•ini• dire, 1o,ta ntl almente prarlando; anche Il Donndio-DeSica,Riuonc-Mclna li. Pubblica• nuovo arcade , altro tipo allignato In quella to in SCENARIO genn11io 1937. decadenza, ha un ,uo gtro di parole e di UN ALDERCO SUL PORTO - dramma in formule che; Invano, Untano df e,prlmere Ire atti, 1933. Coa1p:agnia Pavlova,Pica.... u11a coerente , /attiva spiritualità. Pubbli rato in DRAMMA, agouo 1943. JnOltre, 11 ctm1lderl che più ,puso l'art e FRANA Al..LO SCALO NORD - dramma ln del B. malgrado gli abbrivi e gli ,punti nei tre oui, 1936. Compag11i11 Palmer-Almfr.n . quali li autolimita, ci Il pre,enta In un'at - lc-Scelzo. Pubblicalo in SCENARIO aen• mo.,fera di Jospenlfone che &ente d'avoen- uaio 1935. In volume nel 1939 nelle Ed. turoso ed e alone della ,te,,a avventura 1:3~1 Bl~~~rt.~N~. " l~~ra ed. nelle EDI• ~:t~;;,u~~;~ ~:e,:rl!o,n1~ l\ 0 C::;!:t1~,::::~ UNA BELLA DOMENICA 01 SETTEM- diat.a aduione, per fmm(l.f1lnl e nu,t ,ot• BRE - commedia in tre ani. Compa 1 ni■ liii, a code&ta atmosfera; dondt: poi, 11 ge- Torano-Mullagliati, dicembre 1937. PubbJi. nera urn:i ,we, non eccello, né maut re- rato in VIA CONSOLARE, m111io 1941, vole, ma reli 1tente mente fondato. IL ~ 1 ~~;~~T~R~re D~lli~~~~~p~gltla i;.:~:~: I rischi provenienti da i lf!atto e cllm a •• mia Ari<' Drumm111icA 1940. Pubblicato in che, in fondo, e e1pre.,.,ione di natura ar - DRAMMA, maggio 1940. Ustica, ,ton 10110 pochi, e lo .tteuo B. non I NOSTRI SOCNI - comurndia in ire atti. ,e ne rende. avvertito ipecfe quando, nel Comp:ignin Tafono-Riua ne-OeSica 19,U. com.placer,ene, vuol far preso più i ugU e/• Pubblic111u in SCEi'iARIO Jui lio 1941. / etti generici o complementari che ne derl · IL PAESE DELLE VACANZE - eommedia vano, e non e.tpre1.tamente aulla vitalità, e io Ire alli. CompagnÌ:i Tofono,Riuone- Oe quindi, .tulla voce cM vi 11 dovrebbe im• Sica 1942. Pubblical:t in SCENARIO, m•a· prfmere. Si rivada , ora, al .nio teatro eh.e gio 19,,2. qui noi non trattia mo, perch.t incompetenti, NOTTE IN CASA DEL RICCO - 1ragedi1 e ii veda co,t, a occhio e croce, com'egli moderna in tre aui e un J>rologo. Compa• punti ,u quegli effetti , immen l in lucore gnln lli eci, novembre 19-12. Pubhlic■la in Urico e mo11I con ltn9uag9lo unlver.,almen - SCENARIO, nmggio 1942. te veritiero e toccante. Il quale nella nar- IL DILUVIO - farsa 1ragic-a io tre atti. rativa è omogeneo; ma, toltone il roman- Compagnia De Filippo, 1c11naio 1943. Pu~ zo, e La Rlera Alta >, non 1empre egll oo blicat:a in DRAMMA, manio 1943. al racconto od alla novella vera e propria IL VE~TO NOTTURNO - dramma in u e e Caino •• e Le case• • e Una 1trana ,erata, ani. Con1pag.ni:iC:arn:aliuci,Rmndone-Borbo• non appartengono al genere di cuf 1uole ni. ouobr e 1945. Pubblica10 in DRAMMA parlar,l da quando I quattro ed. f cinque- ,euembrc 19,16. centisti lo crearono, e, in 1e9u1to, tr ave.rio ISPEZIONE - drnmma in tre ani. t:1.mpa• aspetti e vicende note, i i wllupJ)Ò alno ai gni:1 Rui;aeri•Cnlindri-Aduni, mon o 19ol7. grand i e,e rnpl dell'ottocento, ceppi all'ulte- PubI,liea10 iu SIPARIO, uprlle 19,'7. riore svolgimento novecente&co dove pur }1ARITO E MOCLrE - dramn1u in tre atti. hanno pri meggiato talenti oggi ritenuti dei Compagni:i h tituto Dnmmu haliono, oo- tra&cor81 archeologici (e dell'Albertaul, del ,·cmbre 1917. Pubblicato in TEATRO, 1S Mo rselll , del Pirandello e d'altri, Indegna- novembre 1919. mente. ai tace; mentre la voga richiede ben FAVOLA DI NATALE - ,ommedfo in tre alt-ro!) . Né .ti puO dire che la ,crtt tura Vi :ziti. Compagnia Tofono-Sol:iri, nov. 1948. prenda im1>01tazlone rilevata ,ebi>ene, tutta CORRUZIONE AL PALAZZO DI ClUSTJ. uguale e ter.,a e scorre.vole com'e, tenda a ZIA - dramma in Ire uni. Compogni11 urt modulo _ Il piri. delle volte raggiu nto h tituto Dr:1m1110 Italiano, gennaio 1949. - dove, pere), ,•avvert e la mancanza del Ja• Pubbliro10 in SIPARIO, mor:co 1949. re ruo luto od inci, tvo, di quella co,tante LOTTA FINO ALL'ALBA - dranuna io tre tem pra teu a che I maggiori ed. I migli ori ani. CompaJ1:niudel Piceolo Tca1ro della con.teguono con grave Jatico; e v•e un 1en- Ci1tii di Roma. Puhbliralo In SIPARIO, $O d'Illi bato con/ Inante con l'fndlfferen- :igo.io 19 l9. za, cui, appun to, viene in ,occorao l'ln- IRENE INNOCENTE - dr.amn1:1 in tre ani. ,.,:,noenrc ,en,o generale della cosa, che g~ 1 ;::~:"~·Jto,; ~~lt~,li~: 1 i 3 •r~:n~95 . ;i:.~~}f. ~,::i:~u:~::: ': ~~,a~:n! : sl~;; c:rc:~~.,:~. e;: 1; cnlo in TEATRO del IS uprile 1950. d'ogni altro, le co1t/eri1ce un ca rattere . Per SPIHITISMO Nl<;LL'AN1'1CA CASA - dum • IO più, 1iamo al bozzetto rapidam ente ma ~:~ i~i,;r: c::;a C~7 1 1;:~: :, df~ ~~~:i~!o I~;;: proJondamente tagli ato, a volte percorso da D'inm1111c 11e 1)ubbli cazio11e in SIPARIO. splendori ciechi, da Inte rne li gnl/lcazlo nl. DELITTO ALL'ISOLA DEI.LE CAPRE - Alla prova del rom anzo, 1'irro bu1tl.tce per dramma in tre :itti. Comp:iJl!ni;a Randonc• una relativa conmlenza de.I fa tti, innervata Znrc.r hi. Te.:i1ro delle ;\rii ,Ra,n:i) 20 ot• da trama p1fcologicn. 1 per.tonaggl della vi- tobrc 1950. Pubblir nto in TE\T RO. cenda so110 t:-e giovam a11tichl compagn i di ~ -- - - ------- - - _,

RkJQdWJsaXNoZXIy