Fiera Letteraria - Anno V - n. 51 - 24 dicembre 1950

Domenica 24 Dicembre I950 LA FIERA LETTERARIA Pag. II AR'lrJCSTJl ITALJIANI PERICLEFAZZINI PERICLE FAZZL~I - e AnJ'do che rene l'alta re•· (~ la.re dello. Cappella per S. Francesca Cabrint nella Chiesa dt S. Eu 1enlo o. Valle Giulia, durante I la\·ort 1n geuo. Tutte lo tJgure diverranno tn bronzo e le mensole dell'altare saranno di manno pregtatll) I BALLETl'l DI PARIGI A N.EWYORK )f L'étoile inghiotte diamanti New York, avventure di una ladra-gentU- nare 1ll apett&torl col suato dll OLAND Petlt hlL pre- donna, che preferlace di ln• auo lneeano venatUe, e ben• R sentato di recente a lhl0ttlre Coalmeno a mutica. ché nessuno cl cnde, tutti ri• New York un coa!ddetto re) 1 suoi diamanti rubati, tn- man,ono entuatutl delle buf• e Balletto muslcale , di vece di venderli. fonerie tnverodmW, che al noi– durata dl un ora Intera (c. i.,. Per dir la verità, Petit , ben- sono in iacena. eroqueuse de Diamanta•> ed à ché speago Incontrando auc'- PetJt viene ottimamente u• riuscito ad ott-enere un succe.a• cessi, fln ora non hai special• alltlto daJ. suol collaboratori. Lo sone fulminante, degno del auol mente lmpres.stonato colle sue acenOBnfo Oeorce Wakheviteh molteplici talenti . Perch6 lo facoltà di coreografo; ma nel- h& creato un br1010 e flcllmm• splrltoao francese non ha f•t- 11 e Croqueuse> ha trovato mo- te commutabile ambiente, rap.. to questa volta, come di aollto, do di convertire certe sue presentando le famose e llal· \ semplicemente 11 capo-coreo- mancanze In pregt veramente les , dl Parl.gl e la dimora grafo del suo gruppo, ma ha ragguardevolt. Intenr.lonalmen- equivoca ove vive ed ag1lce la anche •ampiamente contribuito te ha messo stl una partita gto- masticatrice dt pietre prestole, alla tessitura della trama del lc°'5&fra palcoscenico e platea, e la aua messa 1n scena fa al· lavoro, anzi, al ~ assunto lo Invitando il pubbllco a pren- trettanto parte vitale del lavoro incarico di provvedere la com- dcr parte attiva alle arguzie quanto Il non prettamente ori– media danzata con diverse scio - ,sottili ed agli schenl gustosi rtnale , ma divertente spartito tWantl canzonette di propria della azione coreografica. Egli Juzlltico del Jean-Mlchel Da• fattura . D ballelto tratta delle al intende bene ad tmpresato- ma.se. Tuttavia , quel che mac· gtormente regge lo spettacolo ~ l'arte oltremodo personale UN INTERESSANTE ESPERIMENTO AGLI ALBOR[ DEL UADIODRAMMA della fam0$8 prima ballerina Renée Jeanmarle : megllo co– nOIC!utasotto 11 nome veaes – g1at1vo e Zlzl •· Paragonata al· la aua lnterpretulone della e Croqueuae, la sua e Carmen>, colla quale nella stagione pu• sata prese d'assalto 11 pubblico Newyorltese,sembra in v1slone retrospettiva fredda e rl&lda: quaal una prova generale per rlscaldarsl per questa nuova parte . e Zlzl, non aolo 6 una ballerina affascinante , ma can– ta con mirabile disinvoltura nello atUe della grande c. diaeu– se , F.dlth Plaf e delle mla'liort. e chanteuses de cari:• part. g1ne. In pià J)O$Slede il vero senao della commedia, una pre– senza incantevole ed una indi • vldu1Utà teatrale coe\ :schietta, che volendo, potrebbe anche rl• nuntlare per sempre ad lnfllare le scarpette rosa del ballo clu• slco. e Tout le monde a la fofs se sentalt &l?ul >. VOCE • Chi sono? Dove sono? Che Importa. E' la mia voce. La mJa. Sono lo. lo, tutto io, sollevato dalle e onde >. Vot ml ascoltate, lo sento, ed lo parlo a voi. A voi, lontani o vlclnt, nemici o amici. A voi che siete n. D vostr o cuore bat te e 11vostro corpo è caldo: è bello. Sul mio apparecchio vlbrnnte, accarezzo 1 vostri fan• taamt di carne. La mia anima non è più sola: 1 vostri aliti spars i ml penetrano. Sapete perchè la vita è buona calda ? No: perchè la vostra non la conoscete ancora: Un giorno la conoscerete. Troppo tardl: avrete freddo. - Perchè vt chiamo? Ecco: sono solo. Con tutti ero solo. Sono veuutl alcuni parenti. Non o.vevodetto nulla , scritto nulla: sono venuti. Qualcuno per la prima volta . Chiudere la porta ? Non cl appartiene più. Si ~ una preda: gU altri vi dlvoron o. Dopo la noia, l'ingratitu– dine. Bisogna subire. Porto U mio destino come una croce, sempre più pesante. Gesù si è trascinato in sn– llta sul Calvario fino al cielo: io discendo dal mio, nel freddo e nel buio. - Sono pazzo? No: sono solo e sto morendo. Capite? Morire solo è come morire due volte. come vedere 11 mondo dissolvere intorno a sè, e perder e se stesso, corpo e anima. E' come tenta re dl racco gliersi nel momento 1n cui bi.sogna abbandonarsi per sempre. Tutto ml sfug– ae: i miei sogni fraterni non appartengono a nes– suno . SI, a voi. Ve 11rega lo: non ho 11tempo di farne un fascio. n tempo va più in fretta di me; lo ritardo. r:~:DM~I è f~~= l~· s:1i1:.sc J:r ~~d!1!f~• l~o!1o~~:: dine si è rappresa... Ma non voglio morir e solo e ml aono rivolto a voi. La radio m'è stata amica nelle ore ~I malato; essa addolcirà la mia agonia. Sulla sua ala 1nvlslbUe, vengo a voi, che non conosco, quanto voi non conoscete me, ma che sentite chiar amente chi lo ala. Noi parliamo la stessa lingua aerea. Essa viene da tutti 1 punti, e penetra tutto, gli esseri e le cose. Essa agita una folla. Una folla che Ignora se stessa. Ma tra voi passerò tr anquillo: non morirò solo. - Eppur e, prima di lanciare il mio richiamo, ho detto a tutti, a tutti 1 miei (che ml sono estranei): e Lasciatemi un istante: ho bisogno di restare solo>. Solo! Mentivo! E' la :,uhtudiDe che ·- ·· - t"liU,!r quella che essi ml portavo.no con le loro persone e che ml spaventava più della morte. Ma ora sono con voi. E la mia anima si è popolata, &ublto, di tutte le vostre O&Curepresenze . Sto già. meglio. Le vostre orecchie sono dilatate come uno sguardo che, .senza o.s.servarmf, si p03I su me. Il mio dolore vl commuove, vi impregna, si condensa In voi: ed è proprio e in vol > che lo muoio. "Agonie,, un atto di Pani Camille zfone df poe,ia > a ,uo cardine fondamenta le. A PARIGI , ntl 1924, ~::1Jf'!1:1 e ~J~; ae Lltttrature Radlo– phontque >, ll primo concorro aez genere nella ,torta del– l'Arte Radiofonica. A conclu.stone fu dlvi.so In parti uguali Il premto dt cin– quemila franchi del Concor,o a e MAREMOTO> (Radlo– dr(Jme de la mer) di Pierre ;~.s!J6N1;b:I;: ~:~~ ~~l: . Con que,te due compo,:1- zlonf, concepite e .scrltte In /unzione del meuo radlofo • nfco, ebbe Inizio la ,torta del Théàtre Radlophonlque fran– ce.se . La Comml,.slone Giudi– catrice, dopo lunghe dl.scru– .slonl ed evidenti perple.s.slt4 . volle premiare u aequo due mano.scritti completamente divert i nella ltr uttur a, nella .sostanza, nella /orma e nel criterio che li aveva tw lra tl. e Agonie > venne cori gludl· calo e letterario > e eMare– moto > e radiogenico >, come .se lett eratura e Tadtogen1a /on ero attributi contra1tant1 .se non addirittura lnconcl– lfablll . Da una parte la e poe- 1fa >, dall 'alt ra la e tecnica •· Dal punto di vi.sta pratico , Pof, tl lavoro df ciuv e d1 Gennfn et ebbe un ,ucce.sso clamormu in tutto il mon• cto mentre ti lavoro di Ca– mme fu lentamente 1t.tp0lto da un rl,pettoso 1llem:lo. E ciò fu un fenomeno natura– le: la Radio (o la T. S. F., e TeleqraJo Senza Fm ,, come ancor oggi la chiamano 1 france.si ) era una ,orpren – dente Invenzione, una mac– china lucldllllma, un gfocat• tolo nuovo più Idoneo a de– .stare emozioni ed atmo.sfere Cosl dimentico un poco che sto per andarmene. - Come ho la forza dJ parl are? I E' il pensiero. D pensiero fisso, profondo di coloro che non possiedono altro. n pensiero dl non morir e solo. E voi ml ascoltate, ml toccate. ml vedete come un cieco Indovina un chla– rore nell'ombra che si patuda . E lo sto per mumlnarvl per un istante, lo che vado verso le tenebre, io che sto per morire ... e che muoio. - Dio mio, m'a scoltate? ! Son sempre 11,certo. Non è stato nulla: resp iravo, un momento. 01 che cosa muoio? Non Importa 11male. E' l'anima che agonizza In un corpo ammalato. n mio petto ha un rumore di man– tice forato, e poi si ferma. Le suore mi hanno ra vviato I capell1, alle tempie. La mia mano destra si contrae sull'apparec chio e l'altra ... Che cosa fa l'nltra lungo la coltre?... Aspettate : non è che tosse, non è un ran– tolo. I miei occhi si rovesciano; In qualche momento non vedo più la.sita, non vi vedo più. Allora guardo df magla che ad e.tprfmere stati d'animo e conjlfttf poe– tici. L'equivoco CUlla macchina da una parte e della poe,ta dall 'altra, dopo tanti e,perf• menti e tante opere, confon– de, ancor oggi, troppi auto• rf che tentano l'arte detta radfo. Moltf radloautort - 1pecfalmente net pae.tt : dove lo ,crlvere per la radio non è diventato un diuturno me- 1tfere - .sf preoccupa tnnan– :dtutto del gtoco uterfore di una ,cenegglatura acustica che metta In ri1alto la loro bravura tecnlca. Que, ta pre– occupazione, di carattere .spe– rimentale, troppo spessonuo– ce - come nocoue nel pa.,- 1ato - all'el/etuva 10.,tan– za pottlca del e Radiodram– ma• L'Art e Radlo/onfca, lnfatll, deve porre la e no- All'lngegno.,o (e perch~ no? geniale) e Maremoto > df Cu.si, et Germlnet, che ha fatto ver.tarc fiumi d'lnchfo– .stro alla 1tampa proprio per la 1ua .sjacclata ft.tlonamla di Invenzione tecnica, di rap– pre1entazlone magica df una realtà emotiva, oggi, al lume della criti ca, dobbiamo prefe– rire l'umile e dramm atico ~:::::fr:,oll cp~p~l;;dfo!itt~~! che lntul la chiave più valflta pe ,aprire lo 1crfgno pre%1o– .so del linguaggio radio/oni– co. Rivalutia mo, dunque, l'bnpQrtanza di que.sto bre– vl.s.sfmo e radiod ramma > di– menticato, che proprio per la ua sdegno1a ,emplfcltA /or• male pu6 con.tfderarn un te– tto e.semplare. A, P. ln me stesso e cerco di raccogliermi. Anche se non udi• ste più nulla, vi supplico di non abbandonarmi: vegliate sul mio silenzio. Sono sempre piegato ln due con le mani incrociat e sulle ginocchia. Ora ho le gambe di– stese, la schiena sul cuscini, ml rlpaso nella morte. I muscoli, tesi, aono fase! nervosi. La fossa cava del letto ml ha spossato. La mia pelle è diventata sensibile come quel111 di una donna.. Ma non sono lo una donna? E' la mia pelle che comincia a morir e: la mia mano sinistra è livJda e rugosa. Bruscamente la febbre 1>ale, il sangue scorre, e, nello specchio, sono abbagliato dalle fiamme accese delle mie gote. Accanto, le tnle orecchie sono come di madreperla, scollate e già morte Ma lo con le vostre ascolto! Sortro? Non so plt'\, da quando vi parlo. Stnmattlna, ancora , temevo le lnle– zlonl, compian gevo Il punto della mia pelle dove l'ago alava per conficcarsi. Avevo paura delle oppressioni. Blaognava, in fretta, correr e in farmacia per comornre altre medicine. Credevo nella vita, come un raga 7.zo lioteca Gino Bianco crede nell'eterna vacanza : ero un ingenuo. Ora, vorrei provare gli spasimi di un dannato: soffrire slgnlfica vivere! - Lavorare, anche, significa vivere. Ma oggi è do– menJca: non si lavora. No? Scusatemi. Ebbene! Se avete UD lavoro urgente , potete lasciarmi. lo non sono , di quelli che ... al momento, all'ultimo momento, hall:po, delle Idee, delle idee fis.se , che vogliono imporre al prossimo. lo non vogllo dar noia a nessuno . - E' già. cosl tardi? L'ho tir ata cosi per le lungh e? D mJo orol081o, al capezzale , chi lo ricaricherà? Ha qualche cosa di vivo, U mio orologio, qualche cosa che batte, dolcemente, accanto a me, come 11 cuore dl un bambino addormentato . - Le mie manJ aono cambiate . n loro aspetto mi t tanoto. Ne appoggio una sul cuore: batte , ancora, come un orologto - un oroloslo che non si caricherà pl\'.l. - ...I dolori riprendono. Non è la mia carne che sof– fre; la mia carne si svuota come una spugna . Sono sommer60 d'lnco~ienza . Eslsto soltan to perch è voglio parlare. Ho la volontà di parlare. non ho più quella di vivere. Cerco la migliore p031t1oneper andarmene. - Che cosa c'è 11? Se ne va. Torna. Questa scatola sul tavolo. che cos'è? La mla agenda . Sl. I giorni , 11 tempo ... Prima vi vedevo tutti intor no a me: ecco che slete spariti. E' buffo, curioso : c'è Qualche co.sa in vol. Non è chiaro: c'è qualcosa, là.sopra. Ahi Siete tornati. Non m1 avete abbandonato ? Credete ? SI lo.scia, si pren– de senza sapere : la vita e la morte sl confondono . Do– v'è Lei? Chi? Bussano alla porta. Non entrate . Non vosllo nessuno. No, Lei, no; soprattutto Lei, no. - Che cosa ml hann o fatto bere continuamente? I colpi soffocati sl allontanano. Riprendono. Udite? Qualcuno ptanae. Chi ml è vicino ? E' lontano? Un pa – rente? Un amico? Un passan te? Certo ml fa bene, rl• scalda: morivo specialmente perchè ml sentivo os.ser• vato. Sono ali occhi del vivl che uccidono i mala ti. - Domani avevo un appuntament-0. Che cosa rispo n. derb, domani ? Sono duro, lo, ho la memoria. Ricordo Il suo nome : Bracher ... Larcher ... Aspettate: non com– prendo . Perch! sono cosl pesante? Finirò per cadere . Cado. Ahl Aiuto I - Sono riuscito ad aggrapparmi , da qualche parte . Dove sono? Aspettate mi. Non cosi in fretta. Ricordo . E' orrendo, 11 ricordo. E' lontano. E' vuoto. Perchè tutta questa gente - non volevo - è entrata qui? An– datevene: volete vedermi morire solo, tutto solo... Ah I... FI N E PAUL OAMILLE (traduzione di A.ll >erto PerrinlJ TRUDY 00TB E' uscito u VENTO meniUe d'arwi per U popolo diretto d& Fid,s Stqnl L. 30 SOMMAR IO Fide, Starnl: Apollo dl Belvedere g~~:Pt:.~:U-r:: .'mi : di Luigi TrU011to Fidca Starnl : Relulone 1lnt.et1ca alla chtwurn. della XXV Bien– nale di v,n, zia Filippo Gaudlano: Aatrattlsmo e ruU.smo w. R. lnre : Platon,, ont Ferdinando Berti : eIl Calvario> di Hana Multacher alla Seconda MOttra Nazionale delle opere ~~':1o'n'f'Tt~~~~:: ~e~:!~ tabtutà > di Pere.1 BJ-ahee Shcllcy, tnd. dl Ant.hony Pen• aabcne Part,r: eCanto greco> anonimo per la caduta di Co- 1tantlnopoll aotto II dominio turco. trad. di Giuseppe Dan : un dLIUcodi Phltone, tr&d. di Giuseppe Dan.

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