Fiera Letteraria - Anno V - n. 49 - 10 dicembre 1950

Pag.4 LA l' I E RA L ETTE RARIA Domenica I o· Dicembre 1950 UN RAGJ0NAlJ§TA P0S§lEDUT0 DAL JFA§C!NO DELlLA lFANTA§KA POlSIA DI ALDO CAPASSO A LLA tormul azlonc espllclta del pro• blema dcll'autocosclcnzn si giunge all'iniz io del Seicento per opc.m di Campanella. o di Carte sio. Quasi contempcraneamcnte, se pur per vJe tan• to diverse, l'uno e l'altro si pongono pres• sochè 1n tcrmlnt ldcnttcl la stessa do– mand a. e impostano 11problema gnoseolo• gtco in !unzione del soggetto conoscente. Ma la risposta è molto diversa e si scinde nel blnomlo di senso e ragione o di im– mediato e mediato, per cui alla problema– tica nutocosclcnm di Campanella si OP• pone con orgogliosa decisione la certezza di Cartesio. Ergo sum: nell'ergo è l'cspllclta coscien– za. della vittoria del pensiero che si pone come generatore del proprio mondo. E non si tratta più. di una creazione In cul U potere creatore che si avverte in noi può conclllarsl lndl!fercntcmentc con l'imm a– nenza e la. tro.scendenza, 1n quanto non sappiamo dlstlnguc.ro noi che operiamo da. ciO che opera. in noi: ora U potere crea– tore è lndlvtduo.to nel pensiero che è me– diazione e che perciò si possiede assolu– tamente. Di questo auto governo assoluto Cartesio avverte 11 carattere divino o non può non esaltarsi per la. grandezza della presunta conqutsta. La. coscienza dell'ln– ftnltà del pen.slero &Iaccompagna a quella della sua Ubertà e si trad uce necessaria – mente in uno stato di gioia (DJscorso,m>. Né queste affermazioni si ltmJtano a un concetto generico del pensiero e della. ra – gione, chè anzi Cartesio dimostra rlpetu– J,amente di sapere impostare con grande precisione 11 problema dell'autocoscienza e del rapporto di coscienza o autocoscien– za. Anche senza. far uso di questi termini &pecltlcl, cgll avverte l'antlno mla di iln – med lato e mediato, e la contrapposizione di sogno e veglia torne. ripetutamente nell e suo opc1·0con la precisa. consapevo – lezza dell'importanza fondamentale della distinzione. E quando è slcw·o di avei· sco– perto l'essenza delle. ragio ne, non può non esclamare con accento di trio nfo di cono– scer~ !lnalmente la dtrterenza tra. sogno e veglia, e in quanto la nostr a memoria non può mal legare e congtunge1·e 1 nostri sogni gli uni agli nitri e con tutto 11 se– guito della nostra vita, come, invece, è soma congtungere le cose che cl accadono stando svegll >. <VI MedJtaztone>. Veglia o pensiero slgnlfica sistema o universali– tà. in contrnpposlzione al carattere trnm – mentarlo e particolare dell'esperienza lm-· medfnta. D pensiero è davvero autoco– sclc.nza perchè assurae a ststema compren – sivo di tutti I particolhrl e non trova li– miti di fronte al quali arrestarsi 1n una molteplicità irrlduclbih, perchè tutto ri – solve e ordina 1n sé, In virtù della sua es– senza libera e intlnlta. Con questa defl.n1zlone del pen,slero, il raziona lismo ha trionfato diventando si– nonimo di carteslantsmo. L'esigenza del – l'autocoscienza che aveva dato vita al– l'Umanesimo e al Rinascimento è usctt~ dall'Indistinto e si è cbtnrlta In una espli– cita delermlnazlone filosofica, sl da fnr ricono scere in Cartesio l'ln1zlatol'e della !~ 0 es:I 1 :c:~~r~r e!~~: :u:ro?~u:toc~~ centro del mondo per rinn ovarsi e rinno – varlo, si è ora ripiegato su se stesso e ha compreso in che cosa consista la sua vera essenzà. Con clb sl apre un'epoca. nuova, In cui l'uomo, con gU occhi finalmente aperti, procederà nel suo cammino, con perfetta coscienza del significato siste – matico della sua azlone, con l'auslllo dl un nuovo metodo che scaturisce dagli at– trib uti stessi della ralr1one. La filosofia lnlzia U suo mondo. E l'arte? Cartesio cercherà di dlmen ... tlcarla e di eludere U problema ogni volta che gll al presenterà ln modo non lm– prescindJbUc. Quando sarà costretto ad at tronta.rlo esplicitamente si avvolgerli. In continue contradd1zlon1, senza che dalle sue pngine J>OMa trarsi lo spunto per un qualsiasi slstema di estetica. Vero è che anche Jn lui si J)(),MOno trovare gll ele– menti dl quella che sarà l'estetica del carteslanl.smo e che pretenderà inten dere n bello In termini di logica e sottoporre l'arte a unn. d!scipllna razionale e addi– rittura. mntem.atlca, ma. 1n lui vivono trop – pi altri motlvl splrltuali che impediscono n una tale estetica di tnla-ldlrsl in una. veste sistematica o di confondersi. in ul– tima ana lisi, con In. logica . Questo po– tranno tw:o supcrtlclalmente t cartesia ni, che cQD.Bollenu a-lungeranno a elevare a dogmn l'Identifica zione espressa. nella massl.rn &ohe nen. n'est beau aue le vraf. ma non poteva !nre Carte3lo, che tropJ>O profondamente avea. vissuto H problema.. della dlsttnzJone di coscienza e autoco – ac1enza. Eppure la logica conseguenza della. ·3CO• perta. delfautocosclenza. razlonnlc doveva essere quella- di Bolleau. Se l'uomo ha rag– giunto l'autopoMCSSOsistematico non pub non risolvere in 950 la. realtà nelle sue Infinite aftermaztonl. se l'arte continuo. a d!stlnguersl dalla. tuosofia, non c'è più posto per l'arte nell'un.lco mondo del pcn– &lero. Bello e .vero diventano slnonlmi e, con essi, arte e filosofia. Nel problema sol– levato dall'estetica del cartesianlsmo vlve 11 vero problema. dell'autocosclc.nza e cioè di tutta la tuoso!la moderna. Se l'auto– coscicnzn è rag-giunta, tln1sce 1l mondo del– la immediata coscienza e con esso muore 11 mondo dell'arte. E per saggiar e i conti – nui tentativi comp1utLdal pensiero moder – no per dlmosti·a1·e ez novo la conquista che Car tesio nvcva, già creduto di rende– re dctlnitl vn, non v'è mta-1101· metodo che que llo cl'r dòmnndtu sl come 1n ogni dimo– straz ione sia. stato concepito U rb.pport-0 tra art e e !Uosona_.• • .. Che nlln ldc11t1tlcaz1one àssoluta di co– gcicnza. e nntocosclenza. nqn potesse giun – gere Cartesio. risulto. evidente dal conti– nui dua lismi della sua tuosotla e soprat– tutto dal dualismo fondamentale di 1o e Dlo. Io sono, ma poi v•è Dio, e quindi v'è u mio pensJero, ma v'è anche quello di Dio cho tn!lnltamentc lo trascende. Ora , come s.1 può concepire ll rnpJ)Orto delle due esistenze e del due pensieri ? Sono due e sono sullo stesso plano o uno solo ge• neratore dell 'altro e con l'altro ldentlll– cante si? Qualunque sia l'interpretazione che voglla dar si del famoso circolo carte– siano. è certo che , una volta affermata la esistema di un Dio lnflnlto accanto alla nostra realtà finlta, questa. diventa una. determinazione di quella e in quella sl rt– solve. Ed è inutile continuar e a dare gli attributi dell 'Infinità e della Ubertà al mio pensiero se non · è tutto U pensiero. O il pensiero di Dio e quello mio coincidono per!e tt.amente , e allora le due renll.à sono una sola e tutti i duallsml cadono: o non coincidono. e allora Il mio pensiero si esaurisce nell 'ambito di una parte della realtà , è, cioè, particolare e non unlv er– snle, annull ato nella sua. presunzion e di pcs.sesso dal mistero che lo clrcondn . La esaltazione del J)Cnsler o e In. gioia. che ne del'iva non sono più glustUlcatc e la grnn– dlo.sa conqu ista dell 'aut.ocosclenz.-i si dis – solve nelle tor mentose antin omie. Cogito ergo sum: ma Questa. affer mazione non ha più alcun valore quand o non si riesc a d:trc un slgnl!Jcato preciso nl pensare e all'essere: e qucu·eroo che collega I due term ini, e che sembrava star li a garn ntl- S · I • !i ::~~~~d1:a~l~~~r~e 1 ll~is;:;t~~l/~1;,1,; 09"0 e ,..e,, ,11" ,a dlscrlmlnorll meglio che ldèntl!lcando IL' ., ~~~r~~1~ 0 :u~h:~~t .e:~1: t1si1~~~ Sentimento della111.editaziou che conduce certamente a porre l'immagl - . e t . ~:l~~~~g~~n~~ ::i~~~~ 1 ~a~:=~l~~t : vl:~e~i~ l'Immagina zione qualche I attri buto che • n "r esao puO Innalza rla improvvisamente al di so– pra della stessa ragione. se è vero, infatti. che 11 sogno si dlt!e renzia. da.lla. veglia. In 'quanto oscurità di fronte a chiarezza, e cioè In quanto Il meno è destina to a ri- ~otto Laforma dei suoi versi ·s, ag iw una µo – Lemi ca contrn i pericoli della corr entf!po esw * di ADOLFO DIANA: Notte e giorno sono come due me– solversi nel più, è vero anche che nel so-. gno v'è qualcosa che In rnglone non riesce n sott omette1·e al proprlo dominio e che restii !nlntc lllglbile. ~u est'n lntntelll glblll– tà. fa sl che 11 razionalis ta Carte sio senta come pochi 11 !asc ino del sogno e sia di– sposto a. concedergli un posto dì :>artico– lare importa nza nella sua vita. Anche t, voler presci ndere dal stgnlf icato decLsl\·o ch'egli attribuisce ad alcuni sogni per lo svlluppo del proprio pens iero fllosofico, non si puO non restare colpiti dall'?.ntu– slasmo con cW. nella già citata lettera 1\ Balzac. parla. della glola provata nel s:>– gno che e cond uce li (suo> splrlto io bo~ schl. tn giardini. tn palazz i incan tati . do.:o:! <eglt) prova tutti 1 piaceri che sono tmmn– gtnn.tl nelle tavole >. Strano Ungunggto In bocca al più grand e assertor e del r9zlo– nnllsmo, che ha accelerato In gioia del pensier o assol utamen te padro ne di se stes– so. Mn. un pens iero Itmltat.o da DI:> '! fa.Un mntcrla non poteva conclude re diversa - tà della vita dell'uomo, due da ognuna delle quali si realtà, esce per nell'altra entrare periodicamente .. di UGO SP.IBl'.l'O (.~:~~U cl1°;1~h~ ::~ •t=~~~zl;n es!~ ~f! ; testa ndo conflnnto In se stesso. Co;tret– to e. uscire da sè, dl!tldavn. del mondo h1 cui non a.vcva. più capacità di dominio , e provava Insieme una strana volutt à nel– l'nbbo.ndonnrvJsl senz.a. controllò. Se non che , l'ltornnndo poi nl mondo della veglia, questa non poteva più. a ri.:. gore, es.sere tale. Non risolta com 1,1ub1- mcntc l'oscurità del sogno nella. chtar.-zza del pensiero e rlconbscluta. ·1 1 incapnc1t.ì. '\i i sottomettere nll'anallsl della ragion~ t\lfti gll clomcntl costitutivi dell'imma gi– nazione, 11 duali smo diventa mdicale e la veglia. non è più sistema. Nette e giorno restano due metà. glustappostè della vita dèlruomo , due realtà, da ognuna delle quali si esce periodicamente per entrare nell'altra. superando una incomprenslblle soluzione di continu ità. Nella particolarità in cui sono costretti a riman ere, I due mondi tlnl.scono con l'equivalersi , e la. ra– gione acquista lo stesso ca\'8.ttere di im– mediatezza che attribuisce alla. sensazione . RENE ' J>ESCARTES(rltrotto dl\Vcenlx) re In mc~io.ztonc e l'nutop oSsesso as_ solut.o del soggetto, pel'de ogn1 vnlore di– mostrativo e lo.scia estrinsec ament e glu– stAppostl due vaghi contenuti di coscienza. Ln contraddizion e di Carte sio non è mal marilll8,lc e no:1Jpuò essere espun ta dnl suo sistc:n& corrtc un residuo h'ad lzlonnle: 11 suo DIOnon si b.gglung e n. una concezio– ne immanentistica, ma la nega esplicita– mente --non nPPCna essa si è affermata come csJgenza, Dopo avér inn eggto.to nl– l'auto possesso del penslero. Car tesio si po– ne decisa'rnente sulla vin. dell'lnn attsm.o e dell'lnimediat ezzn. n cor,lto divent a un' ln– twzlone, la mediazione e la dlmostro zlone si mutano nell'e-tldenza, l'eroo untsce due constatazioni di fatto , Il surn si rldw::e a una pura certezza pslcologlea e l'aut-0eo– scten.m si disor ganizza e si disperd e nelln molteplicit à degll stati di coscienza. Al dualismo di lo e Dlo fa riscontro l'altro di anima e corpo. Come c'è un a 1·ealtà superiore all'Individu o nell 'lntlnl tà di Dio, c'è anche una. realtà dlvel'sa d1.l pensiero nell'estension e corporea. E I .. - mo, che col pensi ero si eleva a Dio, si. l'i– conglunge col corpo alla vita animale e vegetativa. I Umitl dell'autoposscsso si moltiplican o e la llbe1•tà del pensiero è sempre più c!J:coscrltta. NeJla esistenza di Dio non potevamo non 1•ieonoseere In con– dizione del nostro esistCJ:ce nel suo pen– siero infinito l'e~nza del nostro pensiero .finito, sl che 11 llml~ •.del nQStro pensier o i;ra d.ato dalla.. s~ pai;tlcol~~ltà. <li fron te all'Universalità dell 'essere dlvlno : airn. sla– mo costretti & riconosc ere anch e Il limi te di un'alb'a particolarità, l'opac a esistenza del nostro corpo irr iducibile al pensiero. eppure a. esso indls.solubUmentc quan to misteriosamen te congiunto , in una vita co– mune, che non pub per clO nvere gli at– tributi dell'autocosci enzn . Un penslel'o che è costretto a constatar e l'esistenza di Dio e della materi a, senza poter coinc idere nè con l'uno nè con l'altra, puO tutta vln con– tin uar e ad att ribui rsi i caratteri di cui Carte sio inor goglisce, ma la libertà, l'in– !tnltà, l'assoluto possesso e la aiola che si riconosc e, deve trasferire a quella sua più profonda essenza che non riesce a. ren– dere esplicita. Soltanto quando U pens iero diverrà assolutam ente au tocosciente, que– gli attribu ti si l'lvelcranno pienam ente giu– stific ati , ma allora Dio e mn.terin. sarnn no la 1·ealtà tra spar en,:e. d;!ll'lo. Dall a serie del dualismi accenna ti na– sce la. llCl'plessità di Cartes io nel de!inh·e l'arte e i suol attributi. QuJ. le cont rnddl– zloni si concretano nel duallsmo di imma– ginazione e di ragione, che lasciano aper– to 11problema , •senza che la ra gione possa divenir padrona del campo. E' vero che la tmmagJ.nazl.one è deprezzata. e respin ta come qualcosa che compromette ,la clo.s– slcltà dell'ar te, ossia i &uol caratte ri di ar – mon!a, di matematlcltà e di rnztonalltà, ma è vero pure cho Cartesio non ha mnl u coraggi o di rinnegarla completamente e t inlsce molte volte per assegnar le un compito insostit uibile e di estre ma im– por tanm. Una prima runmtssione Cartesio è co– str etto a tare quando accetta. anche lui, come storico, il mito dell'età dell'oro e at– trlbulsee a quell'epoca. primiti va un'elo – quenza superiot·c a quella del tempi civili. Attettl e sentimenti eran o allora nella pie – nezza della loro forza, e l'esp res.slone sti– lis"dce.sapeva adeguarsl nd essi tmmedla– tam ente, senza essere raffreddata. dall'ana– lisi della rag ione. Quando Cartesio, In unn lettera del 1628, vuol fare l'elogio dello stile di Balzac, dopo nvcr af fermato che nell'eloquenza. degli antichi v'em qualco– sa di d1.vino, gli attribuisce Il grandissimo merito di aver e potuto conscrval'e la !or– za e la maestà dell 'etoquenzn dei pl'lml s,ccoli >. Rltomando, Poi, nella prima par – te del Discorso del metodo sul ca1·attcri dell'eloquenza, egli riconosce che eloquen– za e J)()Cslasono e doni dello spirito più che frutto dello studio > e contl'appone la poesi8. come tnvc11-zlone piacevole al raziocinio co11vince11te. Anche per Carte – sio, dunque , l'nrtc è Ispirazione e creativi- tà, non 1·tduclblll alla ragione e all'auto– coscienza, ma non per questo prive di valore spirituale . n dualismo è rlprl stlnn– to e l'Istanza razionalistica compromessa lrr imedlabllmentc. Nè, d'altra. parte, questa amm issione è accidental e nell'opera. di Cartesio, chè an– zi essa si !onda esplicitamen te su di un concetto dell'immaginaz ione. al quale ri– torna. ripetutamen te nei suol scrit ti. In una letter a a Balm e del 1631, dOJ)Ot\ver utfermato l'importanza dell'imm aginazio– ne, dice di non voler rlfJuto.re ad essa al– cuna cosa e che un tuoso!o possa perm et– tc1·le senza ot!endere la sua coscienza>, PA'fERNl'i'A CAR'i'hSJ.A.N.A. DELLE DOTTRINEDEL NOSTROTE~lPO ILRESPONSABILE DELLA FILOSOFU MODER L ~.~;i:•~h~o.~Nt~!~n1\~: Se a Ccu·tesio spe tta la gloria di essere considerato il fondato- - - - ~ . . corso degli ultimi dceon - r e de lla filoso fia moderna automaticamente pm•· ali si addice non è ullll iua creu\one, mi. era 11A. t.n atta con OalUeJ.; ma. car . te!!IO è colui eho hA tracc.l&to l'Ideale nuionallstloo della ruo– sotla., e che ho. detlnlto r1&oro– samcnte In.probtema.Ucadella. fi– loso& moderna, bn.sat:L tut't.a 6U presuppoeU reall.Gtlcl che &0n0 la font.e d1 inaanabll.l dl.fficoltà. Nelle e Mcdfta.:foni > (eost.engo– rii. ha umi mg\Qne molto i;em- , ~ f!'Té, ~. •~";;.,:.•'à?u~~ !: la respo nsabilità della crisi in cui versa il pensiero odierno resse puramente storico, per quanto non siano certo manca– te, anche In questo cnmpo. Im– pormnll opere Intese a dnrcl unn. migliore comprensionedello. fllosot\a cartesiana e della stes– sa personalità di Cartesio, in– quadrate (l'Una e l'altra) nclln phl \'Mb cornice del loro tcm – J)O. Da wi certo punto dl vl5ta, Il lll\'Ot'O nello storico procede all'ln\'Ct'SO del IM·oro del ttorc– Uco, perchè mentre questo ulti – mo (quando al occupa di un quo.lslasl slstema del pas.sn.to ) è nnturalmcnte Indotto a scoprire 111 logica Implicita. delle idee. !1 dctermlnaro le conseguenze re– mote cho possono scaturire da quelle prcmes.se, - lo atorlco dO\'Ocercare Invece di rest.a.rc ndcrentc nll'epoca di cui si trat– ta, e o.Isuol precedenti lmmedln- ~~ ~~~~on. u!:n p=:. ::t: to 1~: terprct.aztoocdi quel pensiero e non dc!orml o fraintenda le reali lntenzlonl dell'Autore. Per quanto concerne Cartesio, una almllc deformazione è probabil– mente avvenuta sopra.ttutto nel riguardi del suo pensiero rell– gloso,perchè pur essendocali cattolico slncero ed os.,ervante vlsto lmrece alla luce del po– st,erlorerazional1Stno, :si son sol– levati dubbi sulla sua slncerHA, e si è prele$0 che portasse una 1riaschera per nascondere le sue reali com •insloni in materio. di reUgione. L.'\ rctUflca dl questo. Interpretazione, nonchè lo stu– dio del mpportl del pensiero . cartesiano con la. ftlosofta.me – dio.vale, possono dirsi o&il " buon punto, e possiamo argui– re (da un punto di vlsta stori– co) di poascderc oggi un'lmmn– gine più fedele, equlllbroto. ed c:.saLt.a. del complesso della fllo– aoOacartesiana, di quanto non aves.stm.onll'lnlzlo del secolo. Mn, l'Interesse do:nlnante che si prova OQ:il per Cartesio è quello teorctlco, e questo è con– fermato dal fotto che taluni fm 1 mngglorl penso.toricontcmpo– nwei (come Husserl e Jnspcrs, cnrnbcllesc e Whltehead) hanno portato n Cnrl.esfo un'attenzlone vigile dedicando opere o anche semplicemente esprimendo giu– dizi dl alta lmportanzn. Il fat– to è che Cartesio può conside– rarsi a. buon diritto 11fondato.."'C della mosona. moderna, della quale hn tr3CCL'l.l0 lnne;ab!l– ment.cIl proa:rammn.l'Ideale ed n metodo. Ma ciò che ogsl do– mina. l'ortuont.c del pensiero contemporaneo è proprio In sen- vare. Non si tratta con ciò di proee.sso storico che sembra . o.al snz.lone d!trus.n.e conruu (mn tornare nl pa5$1llo, o di tessere &DOdarl sotto l nostri occhi) al che va sempre megllo precwi.n- l'apologia del medioe,·o, o d1 tenni, lo modo particolare, 61.1 dosi) di una crlsl profonda del- Criticare in blocco come .urui Cnrte&lo,quel pensntorc ilaa n• In fllosoftn moden\o. Questa hn aberrat.lone tutto l'e,·olurJonc tese.oche informa. di ~ tutta. la portnto ,·er:omcnte al cn0& e al- del pensiero moderno. 'Sarebbe, mosona. moderno, e nel quale la anarchia lntcllettunle, non- conclusione affrettata e dlscu- (per una ragione o per l'altro) chè sull'orlo di un totnle iiceU.l- tlblle: ma. questo non cl esime, poMOno cercare la loro pa.t.ernl– clsmo e di un dl!pernto pcssl- dal compiere uno sforzo di rl- t:\ tutte le dottrine e le correnti mismo, li senso gener:ilc del flessione, d1 (jOmprenslone, per che hanno dominnto l'ortaonte progresso che domlna\'n flno cerure di \'cder chiaro sulle lnW!llettualc degll ultimi tro sc– ngll ntborl di questo secolo, si orlg1nl,sulle radici storiche pro• coli. I pengntorl contemporn.ne1 è lmprov\'lsllmcntc Invertito nel fonde, che hanno dctermln. 'l.to che ho dlMzi citati (cioè Bus– sospetto di un qunlchc ctTOre, In problcmnUca della. filosofln seri e Jaspers. Carabcllcse e di una qualche ststcmnttca dc• moderna, o ccndlzl.onnto tutto li Whltchend) diventano strann– \'1ot.lone, che 1:1.v,cbbc v1J.lnto suo ulteriore &viluppo. Come poi mente paut onall e violenti fin dall'origine tl pensiero mo- si debbn Interpretare questo Qunndo si tratta d1 Cnrteslo, derno, e che (dopoaver nllmcn- movimento. e quale si:\.per es- Husscrl e Carnbcllesc hnnnò, co– t.o.to tante .speranze) avrebbe rn- sere II suo corso futuro, - mc ò noto. mi'nmmb;m~lonc pro– ta.!mcnte condotto o.Ile consc- Queste sono questlon1 nwolt.c rondlM!mo per In metnfl.slcn guenze odierne, VI ò, lnsomm:i, :incorn nell'oscurità, e tali che delle e Mt:dlta:1011, >, pur dlven– qualcho co,:i che ncmvn,e que- dobbiamo ben guardnrcl dn1 tando critici lmplacabW di nitri sto qualcos.'l. lm radici profon- pregiudicarle con la nostrn (d'nl- nspcttl (o t>rccisllmentc dnll'o.– de, e non si vede ancor-.1. cos'è, trondc ben comprensibile!) lm- spello dunlL~llco e oggct.Uylstl– CJ>PUro è ncccssarto tcoprlro di pa;Ienz."\. I co) della mosona cart.esl:\nn, che al tr:ttrn, - se vogliamo SI comprende crune questo Mn Jnspcrs e \VhJtchead, che uscire dnlla situar.lane .stngnn.n- ·avido sgU?,rdo rl\'olto al passai.o sono, meno scnslblU all'nspctto te, lmbamzumtc, ncUn quale (nella.r1èercadelle remote cou-' htetaflslco, al mostra.nocategor1- (\'olerc o no) et venlnmo n tro• se elle h11no ·determinato quel cl e aptet1tl nel loro gludlrJ, GIROLAMO 'BOSCJt - c. Pal'llcob,e > Carte610 C~ in nrla guisa., !atto no concordemente llw&erl o Ca- =,i:n: ciiJcs~~ 1 :c1J~ rabellcse) .so.no c ontenute delle 1~ moderna, delle sue con- f~o~:~~~~:i~~= =~ =~Q 1:!1'"1d~~ .,:\J:n<i!,~~ ~ =~em~~ e renllsmd, del suo 1'nl4leept- te ,·erao 1a. dimenatone met.A11- loao .scettico; Cartesio ha. pre- .slcn dcll'eaattnsa: do. queat,o scrlU.o un fallace Ideale selcn- punto dl ,1St.a n carteslD.ntsmo Uftco alla. tll0&0fla, (in. manJera avrebbe potuto svHuppa.rsl. In del tutto nrti.Ocln1e) estrapolo.n- tut.t.'\un'altra dlrezklne, ma si ò do H metodo ma.temaU.co alla tn,·ccecontnmlnnto con lntcrcss! ~!~i/ ~~o~~~::, l~ ~~: ~o~:n ~~r!:1m!:e 1~u::ic~~~ mini u.surdl fahando in tal mo- t..Ionefondamento.le,o gli hanno ~:ta ~irrui:i:c~~~~ ~~~~è ~~t:V~r~ ~ ~~~: hl\ fondnto una fll0.90flndella so- e nrUOcloao .sistema r.a.rte– nntura del tutto schematica, siano. che è frutto di contami– che ha.reso cert::i.mcnte possibile nat.lonl e dl compromessi e fo Io svUuppodella sclen:za.moder - probtemaUca si il crbt.alllu&t.a na, ma è onehe responst1.bllc del nello. torma. del dutlllsmo,gene– carattere n..stmttamentc unila- rando quelln .singolare formUla– teralc o meccanlclsttoodella.mc- 2lone del problema.della cono– dcslma. E' tmposslbUe lllustrare scenz.a. (come rapporto, frn gog– Jn poche parole l'cst.rellllL gravi- getto e on etto, previo.mente tà di queste accuse e tanto me• scissi o 1.&olat fra loro) che ò no dlscutcre la. loro etrettlvn gtato l'Incubo della posteriore portata; molte dl queste critiche ntosofla europcn. Mn quel che u ~~nlsoJ~~1:f"~ tt!~~·1 :i'~: n;; ;'iie1:la~~mèo d:tr::-: p=~ stnto ratto segno Cartesio da quo.ndoleggiA!nole e McdlW Co• parte del neoscolastici, e (per nl -.J non dc\'c to.rc1dlmenUca– ln.sua ruosona della. natura) da re quello che praticamente è inrte del romanuct: mA quello st.ato. e le mnn1erc In eul ha ehe può con&ldem.rslnuo\'o ed .&torlcam.ente aalto. :tt~di1° ::nr:· c 6 0! 11 ~ n~onr&n1,~ 1n cu~i ::i~s:i esse ,·engono ont riformulate, trutU elle a.~~ di accou ~ n~~l e =~~ n~! =~1a ':o.d~P ·ca-;~~ t 0 ~: ~ r e~~tpro1~~'1:itefll~~oa :,; èodlfl~ to proprio ic pn messc da n.,·~ ,·o!uto dlmostrnrst n11·a1- ~~ 1 ~=!·~ 11:u~~u ~ te~ i tena del tempi, avrebbe davve- sto.mo 1n una ftlSC di esame di ~~1 :.s1:ato ~6%1'!:e =~n:: :.:~ rn~~~f~ ~s~~i~ ~i'~u:a~· Jri~di~~~t~i di quelle premesse. li nostro a:logo dello \'tllutat.lon1 cansa- modo di ~sscre noi mondo. la cmtc dalln storiografia Ideali- ~~~~n~e~ic=~~:~ sttc:J. so della natura e della. aolenza, li fulcro della questione è che-, - oltre che Il vecchio Ideale rn– se a Cru-testo spetta la.gloria.di zlonnllstlco di unn ft.lO&Ofta 61. euerc considerato Il fondatore stcmatlca - sono tutto eo&e che della fllooofta moderna, nutomn- chiedono di essere rlcsnmlnat.e tlcnmcnte pur gli sl addicc In cd cvent.ualmcnto rcvtslonat.e. response.bUltà. della crlSI 10 cui Unn chlnrlftcauonc n. questo rl– ,·crsa Il pensiero odierno. Come guardo è lndlspcnsablle, o pro– debba lnW!r,pretnr3! e risolverai prlo qucstn cslgcnt:.I\chln.rrnca– qucstn.crisi, In questo ·momento trico cl riporta - con se,·crltll. Importa. poco, Importa Rottoli- crlUca cho non esclude l'amml– ncore le rngtonl speclflche del mi.Ione - :tl gmnde fllOIOfO, rr='ia ~~f~!l~~~~~ ri!~~ eho' ha dato la .sun lmprontll a aofla cartesiano, ca rte.stonon è lre stcoll di pensiero europeo. SlGtosolo, e ia scienza mod,rna PAOLO li',JLIASI CA&C.\NO iblioteca Gino Bianco

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