Fiera Letteraria - Anno III - n. 20 - 23 maggio 1948

23 maggio 19-tS LA FIBRA LETTERARIA Pagina 3 ;, VIRTO DI SPECCHIO do che dava a quella pcPc scura non solo risalto, ma vita, er3 !o sfogg~o. gradito anche a lei, di quell'ora qunsi serena. Si di!icorre– SCHEHRSADE Cosi scrisse il grande critico newyorke e i e dopo due mc~i il volume era elencato decimo tra i piU venduti romanzi - ciò vuol dire che se n'ernno venduti p:ù cli 200.000 esemplari ·almeno. Poi pas. ,sò al nono, ;il!'ottnvo, e <'redo sino al ,sctt:mo e fors,e in qualche c:ttà al sesto posto. ====================================== va; e, ogni tanto, tornava a essere la reg-ina dei noHri discorsi; ma non chiedeva rnndr:g-nli, piuttosto con .::•ionie ripren!iioni. Sul!o spec– chio 0\ 1 :ile appoggiò una mnno: mano di regina, color d:· m:ignolin imbrunita, .sollilc, che pnrcvn, dn\ polso, r!ccvere unn pulsazione fot– ta per intenerire; e le unghie m~– nulc nve\·ano un che cli gaglinrdo e nervoso, n un 1cmpo, e .sc1uisito. Onvvcro: In bcHa mano. l.'nlzò poi dnllo specchio; per gunrclarla, ri– f1e5:s,n,con amm:rnzione. ta rodò, nl !egr:i.mcntc. E poi rise; presa <la un amore di sé, frae-rante, forse intenerito d:i.nntiche piet:\ r·,se for– te. Ci guardammo, e poi Cssammo lei, av\·ezza n s.ent~rci d' re, senza silenzi, quel'o che di lei ci. venisse pens:lto. 11 Non cap:te », d\sse, pre. venendoci, " non cap:te che ogni t~nto mi tocca essere contenta, per poter v:vere? E oggi la mia mane mi piace. Sentis,te, se mi voglio be. ne. come !I mondo mi .si ri11nova. E ho o:anto, stnnotte : sapete per. chè. Ma g:à, voi non cao:te mai niente ", ngg--iunse,malgrado le pa– ro!c affettuose. IN CRISI? Complicata com'er:i 1u1ta nodi, I di ALDO CAMERINO che a un innamornto avrebbero dentro, come faticava a vivere, a ============ folto gola. consumare le g-iorna1c 1 a vincere, :\'on c'è vi~o al mondo che ~ia ora per orn, il tempo. Si :-iapevadif- nllorn, ern giovane assni, e par:1- stato pili stuclinto d: quello. Lei fìcilc; fotta per scrurnre, d'ogni gone d'eleganza. Il suo vanto con. --,es~a ne cm ,s1ucliosa; con l'atlen, fauare!lo che l:1 toccas~e. l'ultimo sisteva nell'uscire da qucj suoi tra. zione misogina cl'uno scriltore -Oc fondo. E, pC3Simi.stn al po~sibilC, vagli, con un gran s.fondo cli vero, oolcnù~zi contro il ~esso nem:co. non le riusciva di vederlo se non ma c-o'spicumnente immaginarii. si gurirdav:i. e di5.prezzava (nat·u. ~uro, con ccrli rif!cssi maligni che frullo di paturnie e cli nervi indo- ralmcntc, più d'uno avrebbe vo:u– lc 5-j precisavnno nella pupilla i co- loriti, ostentando rafr'.natezze .son. lo :lbbracciarla). • 1 0n dovete cre– me se guardasse in u.n pozzo, e ci tuo~c, abbagliante, vispn come nu!l:l clere che fossimo falnnge, i suoi l'cdes:-c cx.·d1ieggiare scrpen1e1li foss.e in un suo abito nuovo e di amici. QU:\Uro, cinque al p'.l1: ma dalle infide iridi fredde. S':lvviavà, grnn ~aria. Cono!-C<!va !a vir1ì.1dei a tlllrn prova. E sapevamo che, ln più rapidamente che non avr<:bbe vestir bene; e degusrnva, perduta certe ore, non era ICcito scherzare, voluto, alla me1.z:\ e1à. Ma noi che a un trntto la fiacchezz.1 ins:stirn. <' dirle che •non Stcs5c a impazzire !a conoscevamo bene, e cercavamo persino un po' messa in mostra clictro a quisquiJ:e; che badasse a di raggranellare per lei briciole di delle giornale lunghe e cas,;ilinghe, \"iverc, a mostrarsi, e 9gni cos;1 attiva .simpati;i, per confortarla, quel.la gioia che ~.':nvcntav:i.. Ogni ~arebbc tornata bella; Jc:. per pri– s.apevamo ch'era ~empre stata cosi, fruscio pareva adclomestica~se una ma. Pareva di p.1rl.1rc :i. una paz. fin da bimln1, e p'.ù da giovinetta. part:cella del suo animo; non pili za i paz?.a contro di sè inguaribil– Tutta la su:'I vita ~•era jntonatn .i contuso, sfavillava, ardendo in mente. Persino i suoi capcili tro, rnnti scuri, a lugubri sentori di quc!la 5upcrficiale contentez7a_ E v:wa modo di oltraggiare; quel!.1 passato: e il suo roden,i rievoc;-.-:a ci teneva tanto che, conoscendola ,selva nn:mosn, scura come il sogno antichis~im~ ricordi, qunsi anche da intimo, og-ni volta che le lodn. noslall."'ico di una •notte cl i gentilez. del male cl"altri vole~sc. o dove~se, vo un'arditcz;a di no,·il!t, un colo. 7a. '.\ha un giorno (pens.ai a ques10, poverina, rimas1icnrc i! dolore. re :mpensabile, un cappellino sfol- alle parole dell'amico: 11 Vi ricor, Qualcuno la chiamava la madre gorante pur •nella sincerità mi 6en- cinte come sapeva r:dere! Il) sfavi!– dclle disgrazie, ,sorridendo di quel tivo diventare cavalleresco. lò di compiuta letizia; e forse pas– suo perpetuo crearsi degli acciac. Ma bisogna dire che, alta e sot- .SÒ, in quell'attimo, chiara, una del. chi per l'animo. E non avevano tile, con un pas.so festoso da con- le gioie della sua vita. rorto, costoro. Ma non aveva torto qui.statrice, con lo sguardo de~li IJ suo S.."'llotto,minu~colo, era neppur lei, tanto gliene erano ca. occhi tenebrosi pronto a com mo. zeppo di specchi i ciascuno con i~ µitate, dalle malatlic dell'infanz:.a, venti dolcezze, era bella, ai nostri sua funzione, di luce oerfetta, con che s,e non nvevnno lasciato se. occhi, una beltà indi5:cutibile. E il frcschez7.e diver'ISC. (Uno, un po' gno, punivano l'animo col loro ri- suo rimorso pili duro, come per inverdilo, nei giorni cattivi le fa. cordo, a un'inerzia troppo attenta una colpa tutta sua eia es,p:are .i ceva dire: 11 Ecco la ,strega dai r.a. a se Sl()6sa, !onte d'infiniti r:torni !ungo, era nel credersi brutta; una peli: di s,erpi, caduta in quest'ac. a premurosi, ansjosi fastidii, a p,ù comune creatura ,senza grazia. Di- qua imputridita! n Pazzie). Un ve. di un amore dis,graz:.ato, che pare. scutere della sua « bruttezza II era ,stito di seta gialla, d'un giallo ca!. Lo specchio, la mano; la r;v;d;, morta, con quelle s ue mani, p'ù :tf– fi!ate e impallid.te , quasi vinte <la un candore improvvis,o, Si fosse carezzata di p:ù, avesse saputo vo– lersi pili bene. Era naln drnmm:i– tica, e fotta per ingigantire o(?lli suo tormento. Mn rise, quet gior. no; e trovò un calore d'verso. Pur– troppo era di quel/e che d'una gioia non si ricordano pib. Gli editori, e non sollanto ita!ia. ni, ci cl.cono, e non soltan10 da ieri, che il pubbl:co non vuole leir– g-erc novelle, cioè che non vuole comperare vo 1 umi di novelle, seb– bene ,nei g:ornaE quot:dinni e nelle riviSlp ne vadn folle. · Sarebl~c intcress.intc appurare: 1) se quc5.to è vero; 2) se è vero, q1mle ne sia la ragione. In !)rimo luogo, mi p;1re che non sin affatto accertato lo scar!:o ~u– sto del !cuore ver~o quc5ta forma dì narrati,·a. In tutto il mondo le novelle di Maupassant, per esem. pio, continuano a r:vcdere la luce in infinite esemplnri; quelle. di O Henry. di Dostojev ~ki, di Cccov, di « Saki 11 1 d: Henry Jam<'s, 6ono uscite in Jng-hilterra e in Amer·.:a in enormi volum: oomibt,~f, che lrnn– no avu10 un ,:?"rnndesucCC.S!io, co– me hanno avuto tanti grossi volum: di antologie d! noveFe (quella scel. ta da Somerset Maughnm ha 1700 pag!ne). In Itali.i, p~r c'tnre un "0- lo es,emp:o, grandi.ss· mo è .stato il successo di T1.•tte le No11"lle di Pi. randel'o in due volum:. E le terze pagine dei giorna!i confrnua110 :l !:ervire g-iorno per ;(orno (quando un3 terza pagina c'è) brev: raccon. ti agli abbonati. Verith di qua, >!r• rore di là della lerza pag..na? Sa– rebbé difficle cnpire, diffic:le a credere. ( e E e -E-.-<_,< < E < E < < E < < e ·+. < < E E < < E < < E .~+ ....-.+----E->t r rfJe/1' cllm .m,arrita ogni cademsa, fra l'uno e l'altro esa!a 1 t /o uu/la so, del mondo, t del creato, d-ei tempi .. , 5pirito assurdo e cieco la tua assenza. IV L'attesa infine. I giorni passano, nostalgie dileguano. Una forma va avesse tinto di violetto, color per lei pass.1.tcmpa che le p!nce,,:-i del mezzo lutto. il suo futuro. Pian- soffrire !ipesso; e sappiamo noi gcre non serviva n niente. Ma er:1 quante volte le abbiamo lodato i uno sfogo cosi naturale; e !e dava suoi vezzi, lcalmen1e; mn certi di modo di rintraC'Ciarsi, come s'era dire inutilmente, perchè 110n ci ;i. &empre cono5ciuta: fontanella di \'ri!bbe cre:duto. « Poveretti, siete lacrime, addolorata del presente, tanto gentili ... Il. A una corte d'a. attenta a nuovo huio ~r l'avveni. more quale que!la che credevamo re. I ,suoi giorni non avevano co. realmente di comporre, jmmag:na. lore; iscreziati. di scuro io li ,•cde. te quante ne venivano dette i ma, vo grigi di polvere inc~te. Non ho proprio, senza omettere un p.1.rtico. maj capito come faccs~e a vivere lare, con la nostra cara donna. tanti anni, morta sui quaranta con (Gli innamorati presto tracl:tori, un fiammcgg'..ar di gioia finalmen. non !i ,sceglieva trn noi, mn tra gen• le, che pareva le mette~ intorno te di levatura un tantino più bas$a, un che di meridiano; e i! suo vero lncred;bile che Lra di noi non le tempo era la notte, un lunare im. venis.se in mente di pcns;:ire cj malinconito cielo nuvoloso sembra. potesse essere quello che cercava. \'8 le st~:a;c sul capo, perpctuamen- E cosi, tante delusioni. Noi, sem– te, come in una pittura, irrevoca- prc preoccupati per lei, anche ~e bile. Sempre lo aveva detto, come sapevamo di non potcr!a d:fendere). un'antica donna romantica: «Quan- Aveva una voce schietta; pur do .sarò felice. s,arà il mio ultimo senza venature musicali, straordi· giorno •. Ebbe ragione anche in nariamente gradevole : come una questo. Trovò una sua g:oia d'a- canzone che serba freschezza, pur more, e parve e.e cadesse, strema. .se non ha genialità di trovate; un ta, oppressa. Quando !a comme. tantino umida, come intri~a, flobil– morammo, ci toccò ricordarci di mente, di tutto il suo pianto di quella ~ua perenne di6perazione, anni. Si vantava d'esser pacata. E, gremita di s(.duc;a. Ma ci fu uno che invece, ben presto, nel parlare di disse: ei Vi r:Cordate come sapeva sé, s'accalorava fin troppo, e, in. ridere! n e parve toccasse il tasto fuocata, trovava una malevola elo– più giu.sto; vedes,sc, oltre i fatti di quenza a deprezzarsi; ~i. di 60?ito una vita malinconica, n.n vero for. bonaria vers,o tutti, pur se con una se maggiore. Allora mi ricordai di puntarella di degnazione : proprio un suo giorno di sole, di Uflo SCOp- da bella donna, la quale 5a di dc. pio d'improvvisa, incredibile letizia. cretare, di avere il diritto di dar t No,i tro110 esempi, e dire l . froppo m'affanna, ed il s,1enzio annulla. li ''E'di una parte sola la 11erità, o nessuna". I . Ma reçta una lac1ma, resia J"ansin, il battito del cuore, in ima strana sospe,asione e non senso poi dal buio s'affacc:a e un suo colore .tporge, esita11te al soffio del'a luce, un accenno alla lhrca del dolore. Antonio RINALDI * Abitava una ca!i.a che m~ venne giudizio; nata signorn e pndrona. di chiamare pesante, tanto era gre. Come scrutava il suo a'nimo, trn ve di tappezzerie e di tendaggi; quattro mura, cosi, 5pesso, chiu!i.~ dove il sole entrav·a già slaflco, nella ~ua stanza, ,scrutava il suo :is– dopo percorsi fat:cosi, e pareva petto. E, a!lora, nas,ceva nella sua perdesse vigore e odora..,se d'otto- voce come una dura malizia, im. bre e fog!ie !i.CCChe.Una bella ca- placabile verso m:nuscoli difetti, e sa un po' troppo invecchiata; e lei, nemmeno eranp difetti, ma inezie ALFIO CASTElLI, "il curalo,, Di Alfio Castelli s'è chiusa qut.sti si.or 1 1, um, MoJtra di scul1ure alla Calle· ria Barbaroux. Alfio COJtelli è na to a Se11igallia 11el 1917. E• lo Jcultore dei ''Pretini" ,~i quali ha trOVmDun11JUa vew aOattfe. ed umore..i:ca.Col "Ri· tratto del piltore. !tforwchesi" ed "il curato di campagna". prove. di felice impronto e. nelle. do osni suggestione culturale . .si in.srrisce nel numero dt,. 1iovani scul1ori più do1ari. Ira l'ultimo s11enzio e la prima parola. t lii J.ll (J. Temo per l'alto stelo, se lo regga nella luce q11elsuo bel C'orpo in ombra: penso alle rose, penso alla 11ampata t . . . eh.e non 11iene.Si tenta lo sp(ll!,io per la gioia, e c'è un arresto; il tempo, ed A la noia del maggio, se non duri nel s110ardore; pe,iso a q11a,idoun inquieto occhio deluso .fpierà nai Kinrdini un. 11olto assente ... i clre 11apora. Nell'aria, Gaetano ARCANGELI i◄ ... ( ( ,( ( ( ( ( ( ( < _. ( ( E < ( ( ( < ( E < ( E "f-,.( < < < < < < < MEMORIE D'OLTRETOMBA /l titolo i q111Uo da.lo da TrilllSUJ O. MIia ,114 paslosf.uiMO COf'""4 di àn– q~ .umdti dd Ubl'o n. 9. )fa il rae- il Fa«D/Uo che il f"O>'de Jtlu110Fe/tee di 1111.a 1114 41,~tu,a ~11ilc al • IMO dùccJ>(1loA .do.mo Tadolir.i e che qlUStC rlferi "" #OPri Rlcordl auto– bloc;r&l\cl (ROMO, 1900, pp. 108-111): lo faceva all'amore co'.la bella Domenica, figlia di Volpato inci– sore in Roma, e, d:co il vero, •e voleva bone, e 6tavo per 6posarla col consenso dei 6uoi genitori. Quando fui avvertito da un amico che la giovane amoreggiava ne!lo 5tesso tempo con ì\forghen, inciso. re in rame, che era stato' scolaro del Volpato. Più di u-na volta me ne avvertì e m'indicò l'ora in cui per 60lito css,a si faceva vedere dalla finestra. Io voli: accertarme– ne, e vedere con i miei occhi ; ma non 5,apeva come, per non essere veduto. La giovane abitava in v:.1 Bocca di Leone; poco <[Stante \.· era un forno i chiamai uno dei gar– zoni, eletti cascherini, e g!i prom:s: uno scudo se mi portava dentro uno dc' suoi alti ce!itoni sul par.:i., petto della bottega di un vend:tore di formaggi che stava dirimpetl.? all'abitazione della giovane. Non gli parve vero di guadagnare uno 6Cudo per cosl poco. La sera dopo, partitomi dalla conversaz:onc in cas.a Volpato, chiamai i! garzone del fornaio che teneva il cestone, e vj saltai dentro: egli infilò le brac, cia nelle due corde, si po~e dietro le ,spalle il cestone cli me carico, e mi portò sul pnrapcuo indicato. Pn!>S:ironopoco più di venti m:nu. ti, quando giunse il Morghen; lJo. mcnica era alla finestra che l'atten– deva; si S.'llutarono e parlarono; udii bene c.'.ò che dissero; ma :it– tCSi la partenza del mio riva!e, è poi. non potendo p;ù reggere dalla !,mania e da una grande palpita– r.ione -111cuore, mi feci riportare dal fornaio là dove era entrato nel cestone, e ne uscii ; andai sub:to aL lo studio, ma non potei lavorare; passeggiavo in 6u e in giù, e -non mi potevo pcr~uadere che !a gio– vane mi canzonasse. Allora pensai che nella casa di Volpato, abitava un pittore che ave. va fami~l:a e andava alla .sera in società da Volpato; e pregai un mio amico che era conoscente del– la famiglia del pittore affinchè s,coprissc un po' come si.avano le Rlceudo JJacche/11 pubblicando • La belll5- 11ima. fiaba di ,on del \·cnll • 11 rlchr.arna. al m,to del PU&UO e la rlVIHM'C la lcwnaa del So.e, JXLdrc dei 1·cn1J. Alla. m.1tu11 m,I0-08•· a si i: 1cC01;tatQ da par ,uo, imp10ll\anoo I& •~la di un tono t.ta. cia,a1co e moacrno, tn– <lcnnJto e IO&llantc ma non J)rl\O dJ trait. rcal1,ucl, cbe ocn 11 &dd1c;calta vlanda.. La • fl\O.a. • coiuta di due p-.at.tldi .ml)OR,llU.l e \"a~e d1n~nl; quella. ul)Ol!.th·a nanauva e qucl..l. dia,oatu. ;,,et menu-e la. KC:onda 1,acn– tc di una. C.Ula mOffO.On I, la p rlm;i. al d!– ..lLCtuk:in ~-Ult. 11ccbc do 1t.nw ..,.oni ed lm• m:i.gcnJ che a1 aVYl«nd.ano d. COC1tlnuo, ctt!lll1• do wio K,Cnano f~wuoo Cile out 11 -.i.n• 4..:1. di a.akà umana t. ttrtena. !:>CIJ'U auw,ue <k:!k inWUl.c po1,11b.1Lt1 e dt.Ua fac:llhi del ..uo .uo·m-e ma frenando anzi l'lmpelO crc:1.– tn-o c:ne IJ)U,50 .O potll ad una MhCJcb/1 dl· suialonc di moti\\, U&«nc.11 cont!Ulc qui il r&e.COruonel guaii l!m11I, !Kllll ln<1u.1ue a uoppl c,anentJ p,a.rt.co.u:rbi:1c1 di o:xu(lt'® cb.c: potrel>ocro tun»re l':irmonlQI.O cquil!· brio dCL1'ln11cm(, La ,ua bc-n noia capacità dact11tlu b. qui una na,c!Ja p10\1 e l'amp.o e fluente apr!ul dd dLM:ono ilt.u lcuuca– mc.ntc le !mmaaml. Più cl,c -.crhcrc JJaechcl• Il dlpln&e con mano mac1tr.i. e la 1u1 u.,o– !OL.a. ha wia 1,11mJ.c \'&riolt di CD.ori e di afumuure. Le M:cnc c:o,01111 che 11 ■uucguo• no e Kmpre qualche COH di n'uO','O11.I poiKC all'occhlo del lctLOrc, dln11.n1i al qua.le &Pd• 11co1I Jumlnoa! e aclntlllantJ, o.clo e terra. e ·mazf, al'oc, merla! e tramonti, e umpl e monti 1fi1&nocon lnte:wilnto vari.cli rapprt1t.n. u.tlva. l'lù che aU'occccb!o cd ali, mente JJuç . e.belli parla. all'o«hlo del trno,e e )o acc.om• p.i~ nelle vl&!onl fantu!O&C cd Imm a; rt1.ll .– c.be , lo conduce per ali ■,pull cc!utl ad am• mi.ra .:e e atuplre e .o.o dopo !o r lcb.ama du• ramcn tc &.Ila tc:ucna rea.Ili c,on wi brw.co trL puao che dlspc,da la MJ&n&Dte a.tmoafua co– am!c&. NOP vuo!1 lnfauJ Bac.chclll ch(. NllO ,-t, 1olo rioc.o, pw •bi!. di n1l11uo ute.60. cose. Mi fu ;iferito che veramente la figlia amoregg·ava col Morghen, ma ad insaputa del padre. Mi 6en– tii per la vita, come €e mi avessero e-cttato un secchio d'acqua fredda. Per quella giornata la pa5fai male; poi mi fccj ra(?'ione, e detiberai cli scrivere una brava lr.ttera alla .s;. g-nor:na. e di non accostarmi mai più a casa sua, conservando però l'amicizia col padre che non aveva alcuna colpa. La giovane si s.posò con Mor– ghen, ma dopo qualche tempo di– ceva di aver fatto una pau:a, che era me~lio che avesse spo<=atome, e mandava giù bocconi amari. Que. sto fu i! motivo per cui 11011 presi moglie. Antonio CANOVA e cosi riP«II la. fiaba. a.d un 1,0ffer10 c do– lente dramma di amore e di odio. Notando pr!m. che la putc dlalopta. l: la pli:1 de~ le, lmpl!clwnelt'l.c ho •·o.uto dire che la. ti-a• sp05 lzlonc del mito d.lllo scc1t.arlo cc:cstc e ,o– la.te In dramma.llc::a.ftauruionc umana no n l: semp re riuscito; vi 11 1.v,·crtc al!c , ·o.te lo sforz o: Il So :e, Ada e I \'enti fo.-sc troppo sono abbuu.tl a creature tcnenc e pudono quel non I.O che di cvancsccntc e di Irto.e che di rls.alto e fucino alla loro tiaun. :,,'o! eh!cd!amo al p.oct& di IOIJlll'C. di pudcnl nelle ,HJUS[onldt ud mMdo lonu.no e non vornnuno più scotire Il rlchWIIO 1\la realtà. Glunll alta fine comprendiamo ln1-«:e che la. bella fiaba è un apo.oeo. Le rt&se tra I \·enti per eonqu' .aUrc la • Rou • non t0n0 a.ltlo che. le nostre rfl.sc quolldiane, le gucuc che nei pure nd C:C!o nulla rbo.,·ono ma. che puc al combatcono e 10:0 P0:" un mirtu;lo lrran1iun- 1lb!lc. sono .in fondo le nostre aucne. La vanllà delle cose, l'lnutlillà <kall af«.U, Il perenne awlcc:ndirsl delle dure battrialle, Jc speranze Kmp:c frustrate, come dom nano quf suUa I.erra, cosl pre,•a!1on'o anche In clc:o cd alla triste domlna1t!ce ,·o onti del fato wu·a– «: anche Il So:e lmmo.rla.!c che rinuncia alla 1u1 lmmott.1.l!ti per amore, \lf IOll!acc anche Aria lnn.1m0flla. ama.nit., vi s,oqlacc!ono ,n, che I ,·enti !n •eterno conuuto tra loro. Ma la lotll che cui lmpeJ11.1no per• 11. c:onqu'111 della • Ros:1. •• lrorl'ia e paradosso, ~ l'unico modo per Impedire !oro di uccldc,11, per u,. net11 vlo'nl, per da.r loro una raa!onc di tal• &tctc, per tontt.dcrc 11!:1.m:1.drc d~entc di vederli ancora, pur l'un contro l'aluo a.rma.to, m:1.almeno In v!ta.. Ed t tristt. e do oro u con. clus!onc, di una u!sttua. che travalica la vi, cc:nda do! ou;I ma che si alustlfiu, e ,p!ep qu.1ndo pcs,!mlstkamcnt.e si t!conosca. l'an·et• ., dcstlrl'o che Incombe ,ull'uma.nltl, condu:I· nata • lottare xn.u. ■copo e K.D.U &1e. Cesare BRUMA li L'inverno scorfo molti edito:i p;:1r:gini rif.utnrono un volume d. Gcorgc Govy s,ul'a v:ta in Russia: « S:ing Ru~se », appunto perchè con5:is.revn di novcl'e. Le Ecliz·on: 11 du Scuil ►1 le pubbl caro:10 ed ... b. bcro un ,succes!io enorme. Allora unn delle case che le avevano re. spinte vollero conso 'ar.si accettnn. do un rom:inzo del'o Hes,so autore, che fu un fin,i;cototnle. ~aturalmcnte questa .storie!Ja 11011dimos1ra assolutamente nulla. Ma fo pen!iare. J e novel e ebbero successo, perchè erano buone; J romanzo non lo avrà avuto p.:rchè valeva poco. For6e; forse no; il succes!iO ncn è sempre un incliz'o infoll bile, il fiasco ancora meno. Ma come si fa a non riflettere, tl. rronte a questo fenomeno: Qui c'è un autore che, a quanto pare, ha tl'llcnto per .scr:vere novcJ·e, e non per romanzi, o almeno non crede di nvcrne; e la difficol à di col 0- c:1.rele ·nove'le che sa ~crivere può bcniss:mo, deve, persuadere 1ui - e con lui tanti, tant: a!tri - a non perdere il tempo fci~endo quel elle ça fare per dedicarsi invece, con maggiore 6peran:m d: profitto, ? quel che tutt'al più può appena far mediocremente. Fe>rc11cr A mbcr è un altro e ,,:ù il!ustre esemp·o di quelln che po– tr<'mmo chiamnre I~ scuo'a oriz, zontalc. E' opera d'una ragazza che da qunlche .inno a Hollywood :>veva fatto la compàrs,a ,senza suc– cesso. I nrnl:gni nfrermano, non so con quanla verità. che il J.bro fu scritto eia un sindacato di autori che hanno cercato questa beJ'a ra– gazza per farla pa.s5are come ·111. tore d'un best.'"'Cller, e eh: poi han. no investito un d'.!:creto cao:tale in ingenti spese di pubblicità. 11volu. mc, che è trn i pili insuls,i e meno geniali 1:bri che 2bb:amo mai ve. cinti, de~cr:ve la v.tn d: una etera ing'efe dc! !:eiccnto, e la fa cori– c:-re 38 volte, ma mai due vo!te nella stessa compagnia. (oer tace. re le PoChe voJ·e in cui darme .so– la). IJ t'tolo vuol d re: V,'.va Am .. ber (Amber esser.do :1 nome dell'e. ·era). Un ed,1orc ro mano ha pub. b!icnto il volurre (che deve aver pagato un prezzo rnlato, e speria– mo che rientri nelle ,sue spese) col t:to'o: Ambra per sempre, il r.he non vuol d re , m: pare, a('so·u•a. mente nulla, e ·non è del rc~to nftm. mcr.o irnli~no. In Am<'r'.cad. questa opera insip'da ne ,sono !lati v~n– duti :11 un anno p ù escmp 1 ari di qualsiasi altro volume in rngua in, '?'16Sein qualsiasi anno della stor:a I braria, con la so'a ecc-t'z'one, pa– re, de!la Bibb·a... Hol'ywood - ootete dubitarne? - s,'è prftcip ta. to ad a!:'5icurans:, per una .somma "Stronom·ca, i dir:u: i tre d.ve di f}rima ,t?randezza sono state s,crit– turate l'una dopo !';iltra, e &arta– te, per la parte di A nibra, Che co. sa resterà della trama nel film nO"l cj rie..-re a i-ndov'nare. dato che d f. f:c:lmente la Hays, comm «-e, che vie-ila severamente ~11l1a mor:'11:tà. de! c:nem:i. amer·cano (intento s;o. nrnttutto a imped·re che s,jveda uno spacco nei décolletés.,. queffone ~ulla quale è in disaccordo col cen. sore ing-'ese) potrà tollerare che i: vero soJ?g-etto venga ,secxu·to con anche approssimativa esattezza. Sarà una bcll:!i6ima cosa che tutti sapp:ano !eg-gere e €Crivere, e -.:he l'analfabetismo appartenga or~ m~i al p~ssato - ?Ilo stap'do '< IX 0 iSecolo. Sarà, dico, una bel. J'5<=ima co~a; 6ebbene io personal– mente non possa mai diment:care i! motto. mi pare di Ortega, che ·n questa era de 1 Ia s,tampa quot'dia. na la capac:tà di leggere rende l'uo. mo un poco educato rac:le preda d'una propaganda menzognera a cui altrimenti ,sarebbe stato'lmper– ini.:abiJe.' Ora vi 5ono scrittori di immen– so valore - basta pensare alla in– gle"e l<atherine Mansfield (ahr: e"'empi .s.irebbero Sherwood Ander– .s"'r\e O. J:Ienry) che appartengono al!a schiera dei più grandi artisf di tutti : tempi - la cui :ndole non li porta a concep:re lunghe narra– zioni, esattamente come un inc·.sore di ~emme non è portato a creare dC'Jles•atue, o un acquaforti,sta C'O• me \1/lùtler a coprire di affreschi i muri dei palazzi pubb!:ci. Incitare costoro a iavorare cip;ù in grandei, è molto Mupido. Abb:amo in Ame. rica una -scrittrice squis'ta, Endorn \VeJty, che da d:vers: anni ci rega. la brev: novelle, veri cap'!avori del e-enere, fi~urini da Tanagra, t:am– mei d'avorio. La critica, molto be. nevo'a al suo riguardo, cont:nua a i-ncitarla a fare :1 grande passo. s.,crivere a: finalmente n un grande romanzo. Non conosco nul'a d: p:ù imbecil'e, Si sarebbe mai sognalo Augusto d: incitare Or;iz·o a seri. vere un... poema ep:co? Ebbene, Eudora We)ty cedette, fece un ro– manzo, l'anno scorso, [bro pieno di fas,cino, ma che 5emplicem"nte non è un romanzo i eattamen. te come scrittore di ~qui~ite can. zoni, Hugo Wolf, fece un'opera, Il Correg;dor, che è una serie d: belle canzoni ma: non un'opera. (Mo!ti crit'ci d'cono Ja ftes..-.acoi:,a di Richard Straua;s), Ma certo uno scrittore che si Jas,c;a .sviare da: crit:ci non ha gli elementi estremi della i?'randezza; il vento abbatte gli alberi che non erano nati per resistere. li che non rende il vento Ciò a:uterà la causa della liber. meno an(- tà? - o favorirà invece il s,orgere di sempre peggiori tirannie? (;his.– sà! - e ,siffatti criLci - patici. Ma 6inora abbiamo cons,;derato Ma che la crescente quant:tà òi !a quest:one in modo p:ccino e mio. carta stampata, rich.esta per sazia.. pc. Vi è un a!petto p.ù genera!e re questo crescente numero di letto• che non si può impunemente tra. ri, debba del tutto sommergere !.a. scurare. Più si a!larga la base de'la buona, la vera letteratura, mi pare piramide culturale, meno s: 6Vilup- sia inammissib.1e. E' 6empl,cemen. pa l 'ap.ce , Si stamp~no due m:l.oni te mostruoso che in hai.a vi ~!R e mezzo di esemplari di F ore11er I carta per ,stampare « Ambra per · Amber; però manca la carta (e l'c- Sempre 11 e non le novelle -di ,scr.t– d.torc) per il libro buono, di cui si tor~ italiani di prim'ord,ne che .si potranno .si e no stampare 5 m:la iSCntono di scrivere novel!c piutto– esemplari. Oggi 1948 in America 5to che romanzi. E' spaventofa la g:i P.<litoriesitano - tale è la spc. quantità di foreste che s,j abbatto110 sa che e~ vuole per lane.are un li- ogni anno per .stampare g,ornali e bro (si adopera per i libri lo stesso rivis,tucole e libracci che si somi– verbo che per i proiettili, e vo'.es~e gl,ano tutti come tanti piselli, quan– il c:elo che fossero sempre ugual- do non c'è carta per nMampare i mente µoderos.) esitano di stampa- class:ci ital.ani. Oggi in !tal.a non re un volume che non abbia una si può comperare, a un prezzo ra. irande probabil:tà di es,ser venduto gionevo!e, l'Orlando Innamorato, o almeno in diec:m:ia esemplari. E le Fiabe di Carlo Gozzi, o una edi– quale genere di l.bro 6arà questo? zione completa delle opere d. Car- lo si può prevedere con mo•ta lo Goldoni, alla portata di tutte le .-.icurezza. Un anno fa Edmur.d Wi!- bor~e. !:On, for.se il migl:ore cr'.tico lette- Giacchè lo dtato ita!:ano, cosi rario degl: Stati Uniti, s,crisse &ul come esiMe oggi {se esiste oggi) New Yor~er - e cito le sue plrole r.e~ce a. ma:a pena a fornire i c,t. a memoria - : Oggi è uscito un ro- tadini di acqua pare e combustibi– manzo, di ,scrittrice ignota alla fa. le, bisogna che gli ~crittori .tal ani e ma, T11rqt1oi<-e, Per questo 1.bro, la stampa seria provvedano da so!i. che nl mio gi,udiz:o non pos,s:ede il Se gli ed)ori troppo commcrc.al :z. minimo pregio letterar:o, io vorrei zati non pos~ono o non vog-liono profet:zzare che d:venterà in breve pensarci, si crei un comitato che lempo e s,enza l'ombra d'un dubbio produrrà per cooperativa o per sot– un best.seller. 'e pofs.cde tutti gli tos,crizione come nel 5ettccento, Clement:. La protngoni~ta è una a discreti prezzi, !ibri degni di :.f– donna giovane, bella, aHa.sc:nante, frontare il ventesimo seco:o. Sono dalla morale foci!e, faci!lima, che sicuro che la cosa s: può fare. vn a letto, come si dice, nel cor~o La fede è la s,peranza delle cose del volume, con non mi ricordo sperate, la prova delle cose non più quanti, ma con pare.echi uomi- vedute. ni diversi. Henry FUUT

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