Fiera Letteraria - Anno II - n. 41 - 9 ottobre 1947

6 FIERA LETTEJl I Il I \ T e~a=-i~o O ~I =•=~I~~L~~- I==B==R==I==• ~'I A Br~~ ~ O FABIO FABBI: La c<>n/•snor.o dei peccali I L problemn del tempo è certamente al ccn– . tro de1 1 a 1pecul11z.one contemporanea. E s1 5a ormai che un concetto del tempo in senso assoluto non esiste più, neppure da un punto d1 vist3. scientifico. li 1cmpo dei geo· loai non è quello dei biologi e que 1 lo dei bio!ORi non è guello degli astronomi. Dal punto di vi&ta filo,ofico la temporali;.\ dello 1loricismo sçmbra ass.ai lonlann da quella esistenz1nli1tica ed in sene.re il tempo come catCRQria. o intuizione si confonde con il tempo come finitezza e concreteua. Ef\fico Castelli in questo suo I.cmPo ~urilp c1 of Ire un·anali11 della temµoralità nel suo con· creto operare ne: la "Yitadelr uomo. Il tempo è qui un'operai1one dello spmto e la c1isi del mondo con1emporanco appare come un mutamento profondo del nosLJo modo d 1 sen tire il tempo e d1 \11\'ere nel tempo. Un'epc,– ca 11 pot1ebbe cosi d11tm3uere da un·ahra t>er il 1uo modo d1 "'"ere nel tempo ed. è cerio che una prospclll'Ya d1 questo hpo po· trebb~ es.sere ricoll~ata sia alle l-Veltau1cha– r;w1gen d1 Dihhey, alle forme ed a1 tipi di epoche. e.ho alle ricerche di un I lulZlf\i(a e di un KaHner. L·or1R111ali1àdel libro del Castelli COMI" 1tr però in un'analisi di ciò che il lempo ro.ppresc.1110. nel \"t1n1uc slor1co del senso co· colpa e dell'e'sScre nello stesso lcmpo... C'è una confessione che la gene,1az1onc d oggi do\'rebbe fare: la confessione di a,-c, per duto il tempo pcrchè l'utempotaneo non è stato pi\l tenl!!O presente 11 (op. cii. p. 103) ed in una acul.i noia il Castelli 8\1\'erle che "c·è un ricordare che ft nlorno q11°ot1g111;. La Confessione: non perdere 11 senso del principio (dell'origine) denunci11ndo le man· cante do"Yutea d fcuo di ,·olontà e••8c 11 ,e· cupero dei tempi non conclusi "issu11 nel a riduzione della perennità a mondanità .. UM Con[essione.. è sempre un11presa d1 contalto con l'Essere pc, una conlerma dell'esis1enza)1. Il non ritro"Yarsi è. direbbe Rilke, il non "i,-cre la propri11 \'Ila e 11 non morire la propria morte, il non portare m sè la pro· pria morte. Cosf manca ogni completeua. <>aniattesa, ogni pausa, ogni upoao. 11 Tutta la pratica de l'e1per1eno rclig10sa ri1ehJa d1 essc,e un capitolo (quello ptù trascurat0) del tempo 1ncalun1c. Lo stesso conc~llo del giorno d1 1ipo10 è trowontato: eppure il gioi no d1 riposo, nel1'e1pcuenza d1 una vita \le· ramente religiosa, è r a1111cipauo11e terren., dcll'e1r:tno riposo "· La rel1g1os1tà è libera· zione dal ritmo assi! ante. Ma la ltbera:uooe dal utmo è, dirci, l1berauone dall'eterno ri· torno. dal cacio. dal a u morte per acqua 11d1 Eliot. L·uomo ha buQi;nO d1 Ul\a fine, d1 una fine del tempo (Huxleyt, delb croce che spezzi il cerchio (K.assner). E', .ancora, 1·esi· ((enza di Kicrkeg.aard: or.a stappiamo che il ciclo dell'esistere de,·c spezzarsi perehè solo così è possibile entrare nello spirito. Lo u spirilo ,1 di Kic,kegaard - del Concetto de{;l'angoJcla - non quindi troppo a buon mercato nè troppo comodo. La cr;si è per Gastel11 crÌSI del tempo e insieme e.risi di questo, del 1c l'IOSlro 11 tempo. Un tempo di "Ytrità senLa certeua, un tem· po che ignora il senso profondo dellt1 tem· poralità e non ha sentito il vero significato dell'impossibilità di tornare indietro, e quin· di dell'ineveuibile. Cosl il lempo finisce. è esaurito. Non è -forse necessario che 11a cosl perehè si possa di nuO\"0 imp:irare l"allcsa e cioè la calma di vi"Yerenel finito se~ chie– dere al finito una dogmatica perfezione. ma anche senza dimenticare che l'etern1td ci è data solo ne'le responsabilità del/'istan1e> E\'ZO l'ICI ENRICO CASTELLI: /J Tempo C$0l1TÌ/o. Edi· zioni della 11 Bus501a >• • Roma, 1947. mune_: non 11 tratta qu1nd1 di un es..,.me di-----------------------------– po111.1onifilotolichc. 11 pone in"ece in rilie· ,-o 11 mutamento del scnSQ della lemporalità I nellA no1tra vita normale, mutamento e"Y1den· lct?cntr deci11\IO, che ,(ugge spc"o all'an~· l111 filosofiCO'cuhurale e che. più che cons1· slere nella trama de'.le eate11,one si pone co· Papi nel Rinascimento me ti concreto operare della loro ,,mazione nella nosha vita. J1 lemPo II polle al centro - per il Ca· Atclli - d1 una sensibilità reh31osa della ,·ita. li tema che appare fin dalle prime pagine, di cacatterc autobiografico, ~ il lema della sai veua e della pcrdmone. con ,I qua 1e è st1er- 1amcnle conneuo 11 problema del rapporto con ah ah11, il proh'ema della "comunica: 1ione 11. Il mondo ed1 1erÌ1,1 era, sia pure in 1enso "diplom3tico 11, il mondo di un'intesa e della pou1b1li1à di una comunicar.ione fon– data su 11a 11 \"Crace te,timonianza 11o, in ogm caso. sJlla base d1 una ,, lcahà II sia pure funzionale .e piena d1 rinuncia. Il formal11mo, 11culto stesso éle!la forma, era al fondamen lo delr intesa Il n fare il bene II era un ,:..o ,tume e ,i lega\'a invncdia,1amente al rapporlo con l'a!lro, era, insomma, indipendente da unn l~ge posta dal!"esterno. Il rapporto con l'altro ero, in1ieme, il rapporto con r unità de la "Yit11 di cui i "'°"enti si riun1fica\'ano continuamente nel ricordo del pa15,.1loe nella 1118smtcsi con il presente. 11 La necessità del ricordo è la necessitò di un 11piegatsi per po· tcr Prendere lo slancio in avanli. Questa n~ ceuÌIÀ di un ripiegarsi per èW3nzare era la caratteristic.a del mondo di ieri. una cara1te· 1111icache l'e,pcrienz.a odierna ittn<>fa 11. La l("COICa ha reso l'uomo II disponibile u a tutto: 11 passnto di"Yenta insigni~ante; la persona, conseauentemente, non è più 1c steua e n<>n è più libera. E' quc.110 il u tempo del'a dr 1Pon1bilità,.: e~c disposti a tullo vuol di,c non e»ere !n srado d, donare, perch~ donare (la ca11tà è dono) implica un11dcci· 11one chi1ua e consapevole, cioè non euere disposti a subne ciò che 1mped1sce la libera offerta ». LA tecnic.a della ,'1ta 1111iOC1at11 ci d11PQne a tullo tranne atrauo libero di of· ferta. Co1ì mrea.., la \lita auociat11 è if ri· flesso de li ,olitudin~: ti problema della c<r mun1ca11one non è mollo propno per il no· stro \'l'Yere nel lempo come d1spon1b1li1à. L'al· tro è un11cos.i d1 c.u1d1Spomamo se, Per po– mi, posscdmmo una 1ec111ca. li Bisogna arri· ,·aie 111tempo, m tempo uldc s' rnlcndc. al· tumenli 11rischio è moria e ;1. Il tempo del· l'altro. come ,I passalo, è abolito. La no· stra storia conlempomnea non è la 1to11a de· ali uomini. come non è la 11or1adel tcnso comune. mo L,, slona della 1ecnica delle loro azioni e dei loro resultat1. Scmbrn tutt.a"Yia che l'uomo \'~O \'l\·a al d1 tollo d1 Jale sto· 11a, anche se no subisce le C:01l6Cguente.L'e• vento allora non •1 11>•~ più pcrchè manca la ,ua ,-era radice: 1, I 1n.suffic.ienzadel no· mo tempo a sp1q;are r e"ento è data dal rallo che la llOflll (la .tor1a d~li uomini) è I' 111s1emcdelle \'Ile um:rnc delle quali la maw({1orparie 1000 pt'r 1101 perdute per R\l\d" canza d'amore». 11 1,mpo non è più radtealo nella fedc'tà. Non ha più senso la pmola pc 1 .sempre u. Oaa1 non è poN1b1ic.-fermani, attendere, ri· man~e 1mpous1b1li. Non d1 quell'unpau1b1· l11à che è 111d1Hercnu, ma d1 quella d1e ~ ,esistenza al mondano. 11ciò che s1 pone co mc compiuto senza essere mJ.turalo: e 11 mn turar< ~ appunto aUesa p.,uenza e possib1 l11àdi essere liberamente IC. stcu1. Resta sol 1nnto l'interesse p<'r il momentaneo. "quos1 che 11JCnso dcPn vii.Il 11a polariuato tohanto tn quel trauma psichico che qualcosa di non PC\'enli'Yalo susc.1ta nella nostra ,animar. Il lt'mpo 1nealtanle lr-uforma I uomo, il suo ,enso della ve11tà e della giust1z1a. 11 La cri- 11 de'l11 leaae è la steua crisi della durato che domma la r,osrr;i epoca. Quando la J>rO' aramm.uionc è 1mpou1b1le, r efficacia della norma ,compare . Non si può aspettare. " Il 11110vo sen,o del lcmpo 1ncalzan1e porta ne· c.essu1amcnte con tè la cmi dcli' 1n1imo e la sfiducia m una "Yentà che 11 faccia Slra da d:ill'1nterno e da 101.-t. Li stessa ~perien· ta rr- lfllOJ...l è m cusi 1n quanto mane,\ la cosc.1enu ddl'unilà della proptia ,·ita, e qu1nd1 la confcsstont'. che rich1Nie un cc1lo .senso del trn.po : non si sa più cosa vuol dire l'a,cr luc1a10 qua 1 cosa e il ritrovare il ricnlrart" 1n ~ Ed il non ritro,·a,r se ste,;i è non ,i1rova1e l"ahro la tecnk:a ha 1mpedi10 il cclloqu1<t. Al colloquio s1 sostituisce f' m formazione. Scri"e il C.utelli , L"1ncal)llc1tà all'esa· mc d1_ cosc1cnza ~ al conseguente atto d1 conrri11onC" t un11 c~rallerisrica de'l11 nostra eooca L"auo di contrizione ~ scr11imento della nt"CCUÌI~ d1 111111bilusi.d1 un ulorno ndfa t·tun1011r 1rad111 quindi ~IO della D A OCNI mrnuz101a traH11L1onedel " poli11· ca papale 11e1 secoli dell''Jh1mo Me– d1oe\'o. e R11111sc11ntn10 è risu lata ognora la shaerd1naria complcs.s11à d1 esu, emergente Or lampa.nle ora t0tb1da e Tinanche oscura dall'aca"allars1 delle \'1cende storicht" euro· Questione twc.a e delle relnz1on1 osmanico· pee. Ma qui che m essa, a p~po11to della occ1deutali del periodo nnasc1mentale. p~ue,a ormai, come caso ,ingoiare ed umc.:>, ocqu1 sito all' mdasu1.e sonc.11era il collabora1.10 nismo ,, d1 Alessandro VI B.:>r~•acol 1ulta110 Ua1azet Il. uno dei la11, d·ah,onde, 1:on m<.· no prcst1g1oso della prest1(U011ss1ma po 1t1cad1 Q'Jel ponlefice. Cont1der.tto come lilllO 1sol.:..· to, rapprescnta\'a un tassdlo d1 eccezione nel mosaico dcli.a Moria delln politica papale; ffl.J è staia, e"Y1dentemenle. 111sua sm~olarilà 11 incitar più a fondo gli oech1 d'uno studioso di stona 11naac.1mcntale. E che dire, dun que, quando di s1md1 tuscl 1 &t" ne rrn\'CII" gono. uguali. parecchi) sì che non d1 un Ìtolnto ca50 d1 politicn colloborationulicn co,1 g;l'lnfodeli d..1 1>arle d1 un pontefice barid1tor di crociata 11 1X>ua par'are più. bensì d'un M!COlare sotterraneo Jlltema papale, d1 cui l'episodio Aleunndro Vl·BAjazet li 11011 S.'.l' ,ebbe- che un punlo culmin.anle e perciò ti più facilmente e l'un1co uf6,.: nlm1.te ,·isi· b1 e> Un ~iO\lanc 1tud10,o tedesco. 1lans P[c:f– [e,m.,.nn. ha ,c11t10 sa tJle a1~cm(nto un la \'Oro assai l!llereunnte (D1t LulDmmcna,be,t der Rcnoiut11rc;cpup,-temli der. 1· 11rk.en, Mon· d1al Verlag, \Vmtcrthur, 1946), oltrechè corr dotto con quella cura mmu1iot-.l, s~ho e studio d, fonti ecc.. che poò renderlo d1 part"colare u1tl11il agli sJ)t'.'C10.lis11. Il ltworo poggia, infatti, .su :Jn DH&1scrio corredo d1 consuhazìon1 c-d è occan1rntr confortalo di 1lCMe. Da un pun10 d, ,·1st11più largo, d1 11flcs· 11011c 1tor1co-polat1ca, le t1\'ela1.1on1 dello P(cljeunnnn m1 pare fl'Ye1t,rno un 1mport.a 11 za 1pce1ale, 1,o,1os1.a11·1e 'autore abb1n d1 propo sito. con sc1enl1hcn scre1111à,evitato e &eBrla to ogni punta polemica o ulcumcnlo com· puratJ'YO, che pu,e non sarebbe stato, osg1 appunto, 1mpou1bde: ciò è rl"Yelato da. h111. Bl11nke dcll'Un1vem1à d1 LJngo, d1e prc. senta e n"Yallad g10\'anc.-stucLot.>, lun.a,·1..1. t no1 piace segnalare il la"Yoro al più vaslo mondo d1 chi suol leggere per mcd11a1e pr,1 pr10 J>Ct tale sua precipua, cara1te1is11ca, d1 incentÌ\''O c~oè a rilevare e pent-trare s111go'1 opcll.1 d·un mondo e d'una politica che han– no. m sagmfic.,11,"0parallelo. po111co .i1e pc,o e momento per 001. li quadro storrc.o che lo Pf. inlcnde r11u· SCJtare su bak tc.1cnt1fica 11 PfOt.petta. 10 IOSlanza, cosl: da un lato la scmpre crescen· te pressione d'una polenu asi11.11caegt<'@"" mente o-,gan1n.ata 11a socialmtnle c.hc m1lr 1atment,. con fronti~e ognoru spostante11 a min.,cciarc ti mondo curOl)cO. dall"altro av punto questo fflQndo occiden1ale lacerato ria mtim1 dissidi e lenuto in,i ..me IQI:, cf:i u11 leaamc d, [e.de sempre più 11uotti({Ji3ntcs1; S'J cnlrambi un alitar d1 6ra nuo"Ya,d un ri· ,clscimento di valo11 mor11li e umani che. se OCr queTcpocn hn lr sut" rip<>Mel'id-ci nel R1nascimt'nlo. U\'tà poi la 1ua eonclam:ita esplosionr nella R.form11 e p~111i1lepacilicn· z.io11enell'.iudto c.ontror1(orm111 to. Dato ad mmpie 1dcl" il quadro che non è chi non veda qunn.to c·1111neui O(lgÌ d~ vicino - la "Yera e prop11a questione alon· ca ,·iene a condens.,rsi m tali 1erm1m: 111ul la chiaramente documcnlato c.ht ' la politica pawle da Pio Il a Paolo IV, ouia Pct c1r ca !In secolo. mentre da un I.aio uf!i_c1almen1e teSf' a fomentare la lotla e.oniro I invadenza turca richiamando allen110ne e odto detrOc e.adente contro al'lnfc-deli. dall ahro [u uffi· cK>samcntc e per propuo J)flle-~ ;ornaconto proclive a Uattallve e spe-uo io bonaria intesa can l'opulcnto sultanato Ollllcrn1co. E' evidenle che ciò che trnag Ul\a l· Chiesa tn quel penodo di accrctc1u1_0djspend10 sop,at tulio nepot1sllco è l11contmtaa ca1cnu di dc· ooro. QJestn e il ,•acillare d1 potenza e au· 1or11à, nel trapa,1,SOIra 11 d11fais1 de 1la ,e pubblica cliri11iana t I' mstaurn one tra le ~rand, monarchie curof)"e .d1 quc la poiit1fic a eh· era seareta mna d ogni succ.euor d1 Pie· lro dopo l'awenlura 11v1gnonest',cc»lltuisc.ono le leve 1CmPrt' presenh òcgli alti ddla po· ti!_1capap.,le d.1lla mttà del Quattrocento 1n pn; • la quale-. menlrc da ·Jn lalo e.riat- :a Chiesa a principato ualinno, non ne duncn· llca la posiz1011ed'ist1tuz1onc cosmoJX)ltt3, e in quanto tale leg1ll1ma ogni ingerenza nel'n politica degli Stali. Sua a,ma e sue band1er" a Lale scopo è quel che chiameremo lo 1pi,i 10 J; crociata, inteso in senso lato come 1dc~ della difesa e del ncc.euar o p1e"Y3lercdella fede, e quindi d~lla Ch1C1a. Sempre più con tale aspcllo e significalo è 10pr3'YVissu1nal sec._ Xlii nell'animus del Papato l'idea dcl'a crociata: e_ se I sccol1 rinasc1me111.-.li p0ttano in luce. 11g:.i:,rdo a tale idea cd n la sua auuauone. in pre,-alenza nue c.1arle e dr 1pcmy1 cç>nati, si è perchè questa 1d<a da potente impulso spuituale ,·è a1-.data 1rasror– mando in elemento di scheimaklit1 polem e.a. m·alsa fra gli S1at • 111 una parola d1 pol:ticr europea. Soprnttuuo e nni1tu1to per la c,1ic:· sa, cui è strumento di coesione, d1 prcpo tcre. nonchè schermo alle mllmc dcboleu.c. Nel 1461, Pio Il. que11'1llu,.re P1cco'omi· 111. morto - come si sa d'a1-.gustia poc.h1 auni dopo perd1è nessuuo dei p,1ncip1 cr<Y ciati s'era presentnlo nl iaduno '" AJ1con11, 1ndmna a Maomelto Il u11 fen·idò 1cntnt1vCJ d1 conveutone, chiarAmenl«' mani(rMando co 11 quanto gli stesse a cuo1c c.he il S'JInno $1 t,adormasse, nclln generale dc.fettone dei re ~nant t ewopc1, in <1ucl forte br.acc.10secolare d1 cui la "Yacilanlc autorità della Ch1eH1 a,-c– va urgenle nt:eenttà. Solto 11_pontificalo d1 I lnnocenLo VIII, 1 rapp0rll lr11Ch1t1,3. f' Tur c.h1 sa hu1110in cHe1t1, tra scambio d1 ostag· I RI, leltqu1e e d-x.a11d·oro, cosl 1ntr1ct'llamc111e amb1gu1 da nou stupire la conclus1011cdel'o P(. che il pap.a sJ sia to messo a pen.sione 1, dcli' Impero osmanico. Nè t>~lo lii !--arnese, nell'arduo cqutli· brani ?Ct aHermaz1one d'autontà con harr cuco I ,. Carlo V, 111parm1aa d1.,11nza d1 tempo gli ~ppell1 e I propos111 d'o lcanza coi Turchi. JI s1oco, mtereuantisstm.> 10· prattullo pcrchè coperto, 11 protrae hno a Paolo IV. E' un intero secolo, diremo co1l, d1 dr.uia::ione dalle 11adr1.1ona 1 i baai della po· l11ica papale, e Ira ; (autori della singoln,e tendcn'l.a lllrcofiln nclr uhimo periodo lo Pf. identifica acutnmcnte- 1 pote,111 ruorusc.11111n· han 1. in od,o agli 1mperi11lid'Italia. Cau1a fondamentale di tale devia1 ione ~, r pt't L mo, 1ndubb1ame11te la poSIZIOtlepreenn,1 del papato a1 lempi dr Pio Il : il ciclo viene a cu11Cludc111,sia eccles1ast1camen1e che polr 11camente, con Paolo IV all'inmo del pc· 11odo della restaurauone. Se. in questo seco– lare sc.orc.10d, tempo. a \'atlc tlpresc, 1 Papi mosuarono .i.ranamen1e d1 attenderai troppo 1pcs50 luno dai Turchi. eNi nulla 1n ,ostanza ne ebbero ma,. Quel seco'o di lt'ntali'Yi e d1 doppio giuoco 1e11a 1e11imouian1n sto,ica, in– ,-ec", d1 ciò che il mondo può e de"Ye al· tendersi (ma pare 11a questa la "elata con clus1one dello Pf.) dalla po 1 ihca d'uno Stnto twen1e le caratlerÌ!lichc della Clue1a d('1 se· coli X e XVI. \Il Il 1-1 TFR E.SI \I \\ I) Il 11!1 Dio è caporale La 11c.rcaLtoOcdel mondo dei campi d1 conccn11am~nto allra"erso c-spencnz.e filtrale in succhi umani e ngou moralilltci, è , 1en t.allvo che Ro'JSKt fa con qucslo $UO D10 è c.apo,ale, edito da Longaneu con la con sueta cur.a e eleganu. L'1mPfesa do,'Tebbc $J>&"entare, m..1 pwe l'autore. un comuo1M.i francese per quanto ci è stato dato d1 capire, mette alla J)l'O\laap– punto la sxopua dura canea politica ed umi· na, pa estrane, come d11 un dannalo buucr 10(10, figure d1"Yersi~me. già magari da noi conosciute per aahre narrazioni, ma qui ,e: trnate da un marchio momle spavcntoJO. che di nulla rie,c.c a tener conio e- d1 nulla 11 attcnsce, aHannalo com'è dalla \'C11tà. Non c'è dubbio: t Kapo e , bastoni, c– l concentrati stessi sono già filtrati .e.tir~ verso copiose sc11tturc fino a noi assen11 d1 al~ra. ma 11pe:1iamo, lt• rm01e anche le più conoac.ute. la pederastia, la pios111u11one, b fame, qui tendono ad inserJs1 in un'esperien· za talmenle necesSolna, da renderle autiomafr camcnle nUO'Yc(s1 \ledano le trarne per le elezioni dei capi, e il giuoco lrag1co della bors.i nera). A questi risultati g:.O\'a anche In scntlura di Rousset, 5Crithtra audace, contor ta tal"Yolta, affannosa come una .somma d1 pensieri. e moralistica sempce. Una ac.ritturn che s'adatta ai persoM~i di tutti I giorni come n que 1 li eccezionali: Cremieux per e· tempio, sperduto nel suo sguardo. mcbetilo quasi dalla soHerenza. Anche la composizione del libro, cho se· auc una sua linea di raccol\lo ideale dMso per se.Lioni t quindi per istanti morali, abo– lendo ogni vincolo strettamente o log1ca~n– te n1111.at \IO , ~ un continuo filo ripreso e 11a.n· nodato, di singolare effic.aeia. Nau.ualmente la domanda conc.lu11\'a, on· c.he di~nzi ad un libro riuscito e ,·incitare d1 premi lellerari come Dio è capord/c è una sola: come resuterà. questa mate,ia, questa acrittw-a al tempo} Furono i fatti così grossi da muneschinire ogni tecnta,111 rappresen1az.10· ne> Non osiamo risponcierc diretttunencc, m,, ci tornano in mente le pasine di· questo li· bro. là do"e si narra di cellule cla.nde'SIÌne nntmaziste, di vecchi milito.nti comuniwi te· deschi. di frnie russe, e ci tenta il pensiero delr esistenza di una realtà così &piwentos.., Per se slessa.. da non potersi che "i,·ere o do· cumentarc: raggrumabile for~. s.ouo un ov1· den1a mor,ele solo molti anni pili tatd~. non app.,rlenenclo mai, pcc destino storico, n\l UO' ~ che immed!atamente b "i"e. mo n tutti i suoi compagni: non polendo mai, insomma. ridursi ad una person~le c-sperienza. •:. o. c. --.AST'"J?._OLABJQ_ n libro d'ecce.zio ne: ESTIIE/1 IIARDINC LA STRADA O ELLA D o N N A EC'ro un libro J)Cr il lonore ntlulto di nmbo i isl'"'SÌ. nrn 11nd1e un lihro 1,.·he una 111t1<lre può doro alla fi(tlin o un 1>u· llr~ al fil!lio r()n l11 lrlUHJuilln tticuru:,,a rho t"•~o ét.rÌ1 un niulo intelligente 1..• t-llftt;,10 nelle 1l1rticolti1 dj nd11rnuncn10 olW , irn. Alle lcttrid e,N,O di-.chjudt· un 11uovo mondo e indica nu0H1 htrnd.- :il loro e-,il111lf>O ~("nti111cn111I,• e "IJiri11u:r lt\ &..-.o le urn1c.rà a rcali7.znr,• 111vi10 nella t;ua 1,icncz1.a e a r:iggiunE,t're il 1,iù aho grado di (elir1t8 t' ~llC'l'C'-~ ne.I, la vita. * Ecc.o alcuni giudizi 8ul libro. E:' un impm-,amc co,11rib11to ,,liti mo. ffcrno r,ccrea per w111 111 ii pro/omla ccr mise, r,;o d,.ll'esscre uma,w, e f}f.!r rm t'/mzru11er110di t111a1110 d, rtm/uso csille 11rli,• rtl.u:im1i /rfl i Sf' ... ~ .;. C. 6. JUNG .•.,/i('(' moh,. f}1Ù ctMC- sullt• ,lrm111• d, q1umte non ,l()_.,~w'c am1rr11,l<•N> fcg 8 cr1 du I rrJmmi.zi. e (}gt11 gio11{J,ie 11n'ma ,/i $f)(>Mrrs, 11011 df>l•rebb<' troln~ci,,re d, fog, g,,,,. ,,,,,,._,,o libro, HARRY HANSEN· ew YorkWorld Telogram I--« 1/0IIOT'f!$Sll llartlm,r ci hn 11ft10 ri11- tlng Il(' ui C()mf)r('tt\11'(1 (! 11rlfo $U!.'l~O tc111po 11i,ì 11ro/ond<r111f'11te wl1mh d~ 1 probh•m, della (/qru111 w m/ìJH>rto ,J. w·,.,v <' allo 1,it11come ,H.>..,~1111 11/tro p51 ,'OWJCo lrn /at,o_ lùsa lw adl'mpmto 11 .<wo rompuo om fine t11tcll1,:e11:.a 1 ,s 1co lOJllCfl ,, <"Ott lllll<ltl(I (Y)1'1/1'f'tl<òl0flr Ne• YorkTlmesBookRevlew \foltt' 1/o1111r dopo ,u t'r lt•tto il libro t!cllt, lforditiJC CQmpre11dPromw mt>plw ~t' ~tl's..•c e (Judlr> da11t1c ('ll11tm1111rl1e i.:d foq11lr>H1t111 du.> co,, vro/umfomc,1,0 , mb•,,,,, di.Qt~urt ,t,, loro. ne Woma,'s Presse Q.w ufo lr co111•1•11::iot11 L'f!tlJ(OtlO (/j. ,</l("Ono•ciuw la s--m::fone .,oc,nft• ,-. 11ro111c, <' \Cl"' a. Q11m1do '" lel(gi cl'<m,orc L'f'II• 1: 11110 disco,wM·wte 11t' .;s,11w .rn11::im10 scmbrn dcr.lv «r11e. olo gli p~irhiulri co• 1111!K"tJ110 1 d"1u1,. di 11111µ11 /XJTttrtu che ue <'tjtl <P1wot10 /><'r la ~'1liue ,. f>f'r fo f)Cr• &(mnliuì. Nel t'O.pll11/o ·• Fuvr, del ,1c111fo– ro bm1111u •• la duttore.ur , llnrdwl( l'ia· mltl(I <1t1t'M_P ('OIISegup,11.:;r i11 lllltl Jrn11ca t:d 1m1x1r:1al" tralta:io11c rfP1 r«111>0r1 1 m11oro{i fra 11um1111 e 1fot111P 1d d1 J11uri tkl mutnnk>'1io. E' u11 e<mlr,b1110 L"l._'r<z· me111e 508l(io e com pre, 1.su ·o " , 1 ueftO UTFomr-1110 t•.tale. Dr, ANNA MANN RICHARDSDN, Director ol lbe Medle1I Deparlmut ol Smllh College ESCE IN QUE TI GIORNI chiedetelo in tutte le librerie CA A EDITRICE ASTROLABIO ROMA t1el Cr;stlanesimo. Anisi. Ediz. Pro Civi– lnle c.hmtiona, 1947, pp, 271. Non dispiacerà ad autori e lettori d r0man:I e di racconli nei quali U'indagiue psico,'ogica e l'analisi del proprio io hanno li mas,imo fXMIO, la ,egnalth.ione di urr'o~ra che, doPo oller traccialo Pa storia della confessione nella prani cri" stidna duro11lc. I vari uco!i dello sloria della Chiesa cattolica, ~i chiude con un capitolo sul " Valo,c psicologico ed cli" co de/ja con/cMlonc ". L'argomento è, come og11un so, ,ncsauribilc e sarebbe lacl.~ richiamar e alla mc moda famose '' con)t.3.Jioni ·• antiche e modcme o cl· lor scritti lellèrari che dcscmJor.o in pa– gi11c ,ugge.stive tale gesto; anche ti Fab· bi ,icorda 110,,' nomi di autori, da Man– :onì a C~'uu, da Coppie a Chotcrton, da G0cthc a Bor,c,c. Mo l'cr.umerazio· ne è super/lua; as,ci piu interessante w ,ebbe staio un eaame accurato da parie del Fobbi JcA'c t(orie JretJdiane, in&Jcce quello 1tudfo50 n0n oiene neppure nomi· nato do lui. Troppo aJ/reltclo è pure l" " excursus " ini:iale su.la conJessione 11el.!a ,torio dell'umanità, lullallia 11 F ab· bi potrebbe 1tmprc ri1por.dere che il suo intento era so.tonto quelto di oJJrire "un'e.sPosi=ìonc sirilelica delle principali questioni storiche, tc~ogiche e di,cipli· nari che 11riJt:1ri1cono al sauametrlo dclfa pcr1ilcnza " senza pretesa di dire delle novità; cd cnl,o que11i limiti ci/i A Tfu· ,cito neA'.o ,copo pcrchè permette ad un umtlo pubblico Jr pro/ani, no11 u1i alta lem1/nologia scola,Uca cd alle troppe wt ti,tic.z:.e casistiche, di Jormam una J;· fCrela cultura in materia. L'unica lacuna che ,,mane, anche ponendod dol .suo punto di 11;110, è quello rC:atil)a oJ!e di· sputc Ira Pascal ed I Gesuiti cd a tutta lo pubblicistica su' probabil4mo che lia ,icmpilo di 1è r pr,mi 1eco~i dell'eM mo· dcrna: il campo e,o spìno$0 ma è impor .s1b1lc/o,mulare un- gmdiuo 1U.la Junzicr ne etica e sociale dello Cfoe:so neJ mon· do modemo 1c non si 1/enc prc1enfe la lif'H!a J1 condoUa asmnta in la! materia dai sacerdoti nella pratica dr,J con/cs,itr 110/e e nella dirc:ione dc.Mc animt:. NIKOLAUS PEVSNER, / p/onicn del J..fotJimcnto moderno Ja lV~. li.am Mor,,1 a Hlaller Gropiu1. Hos.a ~ Bollo editori. Mi· Inno· 130 png~ .. 84 i I. II l,b,o di cui ci occupiamo è, a no· sl,o parere, u,. iJa.ido co11tribuloaA'a c<r nC).tccnza della sto,ia e de/J" ac·nc:1r del I aTchitc7fu,a Jtila metà del 1ccolo ,cor,o 02/ì anni immc.drotamt!nlc prcccdcnli la seconda guerra mondiale. Con metodo che a raaiorrc può dc/ir11'r1i 1elcnh/ico, l'A., JaL'optm e dd/azionc di Wiluam Moms risale al nodri temp, co/Jcrmando ii ;,,torno alle l)(Jtie corrcn/1 e scuole d& fflOf)Ìtnc.nto architettonico mode.mo e alle Polemiche che qur..slo p,eccdettcro e ac:– compagt1a,ono. Il PetJ1ner è riu.scilo così a compie.,e. u11 laooro ponoram,ca ma docume.nldliuimo intorno od uno materia di tralta:i<>nedif/ic.ollosa per i comples:si problemi che cointJo/ge e alle IJO/te arr chct arida. Inoltre è da tener presente che "Quei/o ~ib,o - come d:cc lo lleuo A. - è Il primo che si pubblica sull'aigu– mento " f<,ucsla a//ermazione oo lullaiJla accettata c01i mo.,/c risenJc). Leggendo l'opera del Peosner et ,i accorge che in cua, malgrado ll'im~gno con cui è redai/a, compare più di una lc1cu11a e non xmprc I' A. ri~ponde carY oinccntcmerrlc alle domande (basJla,i) che si pone into,110 -a ,,ucsto o c1uo/f argo· mento. E non conùincc aJjalto là dove Viqylda l..c Corbusicr, non diciamo it1 ,ma ;xtyina ma in poche righe: '' Poco intc,easa Le Co,busier i11 uno sloda che tratta desii aouenlmcr.li precedenti la (prima) gue,ra: ,n/otti, bcnchè Ilei $tJOÌ Ktilti t'gh cerchi di pa"6rc per un picr rfi<-re, non /u Ira I prccu,J(;,i ''. A com· mento di ,,uatc parole Jicio~ che 1e Ù Pel).snc.r al)C.Jsc trattalo l'opera d, Le CorbuJier e del'a .~ua sc.uola come ha trattalo (lurl'la di Mo,ris, ad esempio, e d; l•Vriqht e di G,opiu1 il suo lib,c, at'rcbbc acquisl3tu un pregio di più. LIBRERIA Scienze e Lettere ROMA • Pi ... HJ /1111daMa, ' • r.1. so.,,, i libri che vi occorrono... FERRANJA- SOCIETÀ PSH AZIO1VJ l'HRIUi'VIA -- a,m... • Cu .. lh11 .. n1, u -- Tutti i prodotti per ra– diografia, cinematografia -- e fotografia --

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