Fiera Letteraria - Anno II - n. 41 - 9 ottobre 1947

J10TIVI D'ARTE POPnLARE Le '' Croci ~, lituane NON ricordo paesaggio in cui I' 1mmJ;g1ne della croce mi sia apparsa CO$Ì intima· .mente fusa nello squallore jnverna 1 e, come la oamp,.,gna lituana in gennaio. Ero arrivato da poco là s~I Baltico 1 e usdlo. per curio· sità. d_a 'I' abitato un g orno gelidiss;mo. mi trovai m una landa bianca e silen,.iosa, d,e .ave\"a una fiss:tà spettr3le. La sensazione del'o spettrale era forse ri· connessa alla vista di 5lr.0<ne croci e di an· cor più strani pali, su cui er-ano fiu ,1.ti ta· bernacoletlj e mensole. Attorno a quei biz: -iarr: n:ionumenti pareva che ìl paesagg:o si raccogliesse e quasi si :ncontasse. Ne'le ero· ci \"ere e propr!e mi colpirono subito le so· ,prastrutture omamenl3li dav\·ero eccessive per -oon alteriare la semplicità del segno cristia· !10·. Neali allri monumenti notai qualcosa di !brido ,e. qu~si pagano, ~.anto poco i fregi e le 1mmagin1 li s1 ac.c.ord,wlno coi nostri s·m· boli religiosi. . L'_impressione sconcerlantc di quel paesag· RIO invernale mortificò per lunghi mesi il mio desiderio di percorrere il paese. Ma, giun· ta quasi improvvisamente restate ecc.o dissi· pani fun. trouo le !elrajgini n°ordiche allo sfolgor:o d un sole che rimane\·a diciotto o venti ore sull"orizzonte. Al'ora u1\a nuova di GIOVANNI NECCO na, nè accenna a trasfigurarsi in un senti· mento sovrumano. Be1,10 h.a interpretato la muta anROSCiadel u Cristo cogitabondo II un Poela moderno, 1\ Putinas, in una poes'a jn• tito 1 atri, appunto. 11 l'uomo del dolore u. do· ve si leggono ques~e quartine. Quali notti !Uene, o Signor mio/ E che alto e vasto cido I E .Uel!e e stelle, grandi e piccole. e: brillano e commovo,10, o mio Dio! Per l'ampia via - mi .sonodetto - io vado· lilrertà piana, e sulla piana via. ' Sulla Via Piana, nelle chiare 110W, solo grandi pen5Ìcri avrà lo mente. Ma pe,chè, mio Sig11ore, li rannicchi, 5ufla via- piana, e vegli pensieroso) qui sulla piana Via per cui gli afflitti solo di giorno pa.ssano e !0Spira'l10) Forse. i nos/rj dolori, o mio Dio, Ti hanno tratto dal ciclo lu11go questa via} O queste chiare notti selle'mbrine Ti hanno etJocalo in sogno su dalla nostra lt;rra) Un altro motivo asso.i frequente è la Pie· tà. E anche:: qui, dove la stilizzazione oon è molto accentuala. puoi ri 1 evare nel volto della mater dol..orosa una profonda coslerna· zione umrina. E' evidente che in tutte quc· sie opere d·arte popolare si fa sentire la tradizioni di motÌ\"i anteriori a 1 1'introduzir,· ne del cristianesimo in Lituania, che, del re· ,to. avvenne solo nel 1413. Flf~R \ LETTE!lll\l I .TOTI SCIALOJA : Figura sedutn !Tale tendenzn si accorda col carauere consen·ativo mollo spicf.ato dì quella ien!e. Nella creazione delle loro f( croci n gli ar– tisti popolari mantengono, consapevolmente o meno. in vita elementi e spiriti precristia· ni. tanto che il clero ha dovuto oiù \'0 1 le contr,1.stare la diffusione delle lorO opere. Ancora alla fine del seco'o XIX gli eccle– siastici provvedevano alla rimozione delle ((croci II a tipo cappella dal sagrato delle chiese e dai cimiteri. In ialcuni casi si sono ----------------'---------------– peni1,10 rifiutati di benediTe (f croci 11 e sta· lUette, deplorando che esse non si ispiras· Cristo pensieroso (du una croce lit.utma) Ljetuva (Lituania} mi mostrò il suo vol.to , .riconciliandomi coi vaghi aspetli che lo sva· riantc \·erde di campagne e di fore$1e e le iridescenze d'acque solitarie e tranquille crea· vano dovunque. Così la diafana limpidezza d ·amen~ laghetti. l'idillica quiete di anse fluvìali, l"ombratile solitudine di incolte du· ne mi rin:larono gli angoli a c,JÌ le Zmuid· zinavicius si era ispir:110 nel d;pilli,Cre i quadri che. avevo ~mmira!o nella II G.a 1 leri-tt -Ciurlonis II di Kaunas. Durante quelle scorribande pet le terre li· tuallC rimasi di IIUO\"O sorpreso dalla st,aor· d!naria frequenza dçi monumenti che mj ave· -vQno s;i:iàc.o'piti nella mia gita di gennaio. Sapevo ora èhe i Lituani davano a tuui quegli oggetti indiMiòtamenle il nome di ft croce ,1. Tali u croci )1 sono sparse per ogni do\·e: ne vedi nei sagrati delle chiese. a ridosso d~li steccati e dcl 1 e siepi, luflQO le strade -e i viottoli. presso le fontane e le case. in ·meuo alle biade e ai bo5ehi. s:.igli argini dei fiumi e dei laghi e persino usate sui tronchi e sui rami degli alberi. Le forme sono quanto mai varie. e vanno dalla c'>· mune croce a due o a quattro bracci a quel· la io cui il segno cristiano è assolutamente sccondario nel groviglio dei motivi aggiullti. Le pÌÙ semolici reG<Jno fre~i geometrici. dispostj . so\·e·nle a raggern. Ce ne sono a forma di cippo sormontato da un disco da cui escono frammenti di arco e sooreenze. Altre OOrlano mcr.so 'elll"' e letlucci in meuo -e s\·a.riati intavli. Le più caratteristiche so· no quelle d1t', co1utano di uo palo quad,an· ROlare o tondo che regge verso il verlice minuscoli 1-J.bemacoli o cappellette, conte· nenti statuine le quali di lon.tar.o possono pa· rer idoli. sero alla hadiz:One cattolica. ... L·infinita varie!à delle 11 croci u è d-oclf mcntata in una r&cco'ta curala dal pittore Varnas. che riuscì .a fotografarne ben 3000, riscontrando in ognuna qualche "tratto d.!s1i1r IÌ\"o, per cui neppur due erano completa· mente uauali. In tutte. comunque. si rivela una ce(ta tendenza al simbolismo che è una nota ca· ralleristica anche della poesia popolare l~– tuana. Nelle belle (1 dainos 11 (canti popo· lari). che suscitarono già l'amm'razione di Goethe ed Herdcr. ricorrono continui spull' ti allegorici. Fedele a questa tendenza este· tic.a è. nc:r.ori.amente, anche l'arte del ma~i mo pittore della Lituania Michele Costan1ino Ciurlionis. Nè è meraviglia che egli, sinletiz· z.ando il paesaggio lituano in aspetti e forme rie.che di :,uggestioni simboliche, sia ricorso a uno dei motivi più cari alla fantasia della sua Ren.te. ritraendo in alcune 1empcte ed ac Qua"telli le strane <t eroe: )I. le q°'ali o cam· pe?ginno isolat~ in primo piano e creano un atmosfera so enne 111!orno a s.è, oppure - co01e ntl 11 Cimitero dt Samogite 11 - si elev.ono fitte e cOm(:\<lttea mo' di selva in– cantata, e ispirano un sçnso di magico or"" rore. •• lL CO:-.:CORSO S11,\K&SPEARJAXO iot,lrm> dal Ministt.To dl'llt: Artj ha dalo i scg1U:11tl ,;. suùotl. F,a tiitti. i tratri. qur//o che 11tl suo com• Plesso raggilmsr il· più alto /Wcllo arti.stico /11 giudkato il Ttalr 1t WlbnitlC • dirrtto ,la l•::on GaU, ,,a:it allo ,opprt.rrnra:io11c dr.Ila \·rommt'– rlill Corne ,~ pue.. Il premio ~r la. ndgliore in– ierpr~a:ionr cu-t"4tie6 fu aJstpato a ll'ojci«h Bryd:foski- r1tlla parte del ~ccchio ottorr 11tfl" ,\– rn\,c.10. Fu,0110 set11alatì- El=birta Barsucrf:".;ska nrl– lu parte di Ofelia t .\fa.ria" Wyr:-ykot<sk; ù, qjurl– la tic/ pri11cipt Amleto. La. migli.ort regio. 1'('1111r c;o11j;dcrata quella di Lro11 Schiller prr La Tcm,, f)C<;L1. OLTRE PICASSO Per sn1Jor:11·e r,wte del ll>ttoro spn.guolo, bisog,u, considerare l'opera sua come "trndizionc,, e assimilarl11 senza imitazioni o compiacenze di nlctm genere. Q LTRE Pica"° " prebbe una divisa u.fr le alla presente generazione che di Pi· casso ha fatto un idolo al quale essa sacri· fica. in Francia, in Italia ed altro,·e, ogni personale sentimento. ogni iniziativa cd ogni passione. E come si può procedere per rea· lizzare questo progresso? Ammesso che Pi· caMO abbia più ,!'Of,!ni altro scavato nella minier.a dell'arte rivelandoci molti dei se· weti della modern~ pittura: ammesso çho eRli abbia addiri.ttura creato un nuovo I.in · guaggio p\astico. tocca a noi continuare sul– la base delle sue ,coperte per rcaliz.z.are qu.al · cosa che non sarà più suo ma nostro. M.a è proprio vero, si può obbiC!tare. che un pit· torc d'oggi debba in tolti i modi pensare a Picasso? Non sarebbe meglio per lu'i se riuscisse a dimcr\licarlo? Picasso è presenle, nell'arte d"ogRi, in modo così forte e \'itale che nessun pÌttorei lo può dimen1icare. La progenitura nel mondo de 1 lo spirilo è forse meno valida che nel mondo biologico? Da questa porJa bisogna dunque passare se si vuol andare oltre e non \·aie disperarsi (co· me ra qualcuno in Italia) se Raffoe 1 1o non è lì ad aiutarci e nemmeno Mas.,ccio. Lo vie aià falle sono state tutte abbandona1e come i punti di un cammino pc.re.orso. Solo quelle \·Ìe che stanno davanti a noi e e.be non sano siate percors~ da nCMuno ci pos" sono appatte~re davvero. L'opera di quelli che ci hanno preceJuto ha contribuiTo a sta· bilire la nostra posizione pslcoloo:ica e men· ble di fronte ~I mondo ssensibi1,. (che è pur semore quello che i oittori debbono in· terrogare) ed ha contribui.lo alla formaz~on"è del nostro (1 gusto 11. Picasso h:, portato, da Dar suo. forse il mag~ior contributo ialla for· muÌoDC di questo 11 gusto ,i. 'rocca ora a noi cont~nuare qu"èsto cammino verso allfe -u~ /'f ;7 7 .......... , ) (. j scoperte: un cammino verso l'ignoto. I modi Per procedere in qutsta via non sono certo passibili di descrizione, nt: sì ·può stabilire con un ragionamenlo quello che in,·ece toc:: cherà alla intuizione di ogni singolo artisl'a di s1abiljre. Si traila soltanto di porre il pro– blema e dichiar.arc che la s11a risoh11~one è una necessità inderogabil~ per la vita della pittura. Quali sarant)O le nostre guide in questo cammino? La tmdizione (la nos!Ja) e la na· tura. La nostra tradizione è quella appena incominciata da Picasso e da gli ahn. La natura (forse è stato dimenticato} è la fow te, prima di ognj altra ispir.azione, il costan· te modello di ogni 1t forma u , l'inesauribile !"liniera ~i ogni ricerca, plaMica.. Per seguire il cammmo II oltre Picasso 1J è n~essario conside,are l'opera sua come tradizione (una parie Ìmportan:ie ~~Ila nostra tradizione}. In· tendere Picasso così vuol dire proibirsi di imi· lare Picasso ~ di <1 giuocare alla Picasso 11. I pittori francesi dell'attuale generaz:one han• no creduto di risoh-cre il problema li ohre Picasso II sposando il 1c fauvismo 11 al 1t cu· bismo 1,. sposando cioè Matisse a Picasso ma il compromesso sembra non aver dato frutti suf6cicntemenle importanti. I pitlori iìa1:anì', arrivati in ritardo. sOOO stati presi .addirit1u· ra da una follia picassiana e si sono limi· la.ti r>er .ade5SOa ripetere, sulla falsariga del maestro, ~lj esperimenti cubisti che egli ha fatto dal 1910 in poi. Ed ecco che, per non a\-Cr capito 'Cbsc sia tradi1.iol)e e per non essersi imposto quel duro lavoro che è in· terroaare la n,atura, l'.astuLia «:.d. il giuoco prendere il pos~o del candore e dell'ardore creativo. Sembra inol.ire che i pittori abbiano dimenticato che dipendono dal mondo sen· sibile o che ,ono .altacoati a. quel'o da un salutare cordone oni6é'llicale. La piUura .astrai• ta mos!ra chiara.mente a che •porti questa di– mcnticanz.a. Che vuol dire astrattismo 5C non 111 ri· nunzia a risolvere il problema formale? Cbanne aveva posto bene il prOblema del· la pittura: <1 faire Poussin d'après nature tt. Pou~in. cioè la trodizione (la sua tradì· d'.zione) e la natura. L'esempio di cento anni 5 Da,Chaplin a, Rossellini Filnis italiani e stranieri a Praga Quasi. 001'-'emporOJ1em11.ente al rtuluno dell.t, gil.n:entll, rr Marim~ké Lit:i1é. o cen.· totrcuta cliilometri ,la PNigo 1 m;eva lu.ogo il primo Festival ciJ1enwtografi.co ucosfo– vacco. I russi erario presenti con. fAmmim– glio N:ikìmo,,,•, di Pudovl.-in, e l\'an il Ter– ribi.l<, di Ei.,;e,1stei.n; gU itoliat1i. 0011 Sciu• ..eià. PaÌ$Ù. Roma città aJl"'rla. Il ..olo •or ,e an('Qr::a e Un giorno ncl1a ,,it:i. cioè C()II q11a111" di. meglio il 110Slm ci,1ema ha pro· d()(tn rn questi ultimi due armi. 1.,·Ameri• cu <tt..'CVO t1rnmlat.o. 11011 .v1ppiamo r,mmto VQ· lxmti"ri. 1111 (rmbasoi«tore di rarattere PCCe• :imwle: il /amo$<> Mon~ieur Verdoux. l"ultimo film di Cliarlie C/wplin, i.spirato CU,Ua yoria <li ut1 cel<>breass(l.,sino: /,mi• drm.,.. Capolavoro e fine di CJwr/Qi. opera forse a11iobiogr1t/i0t.i, di uno 11itidez;:;(I e 1111a <;Icure::uI sbalorditivo. oon tratti di tltlfl t•io· let1-:.a e di ,uia .si11ceri1<ìche. spi.egwlO a1I• clie troppo bene la censura cli flollyu.ood. Nei cinem(I di Pr(lg(I. nello ste.5•() tPm– l'O, er(l110 fJTOiell<lli, ()ilrP e, ,wmcrosisvi· mi film., ci11e~-i. m<x1go]l. i,ulim,i. im/011e•• tifoni, t•iet.-,wmi'i. jugusltwi, bulgati, polac• clii. e dlande.~i che ;, im1>0ssibile ricor• J(lre. alami docume,iurri. froncrui. (:wlla sto• ria de.I, ciri.ema, su Mmi.ue, Maillol. .,u.– flli arazzi, ecc.) un docrunenwrio .,11i sin,• dacati. 1111 film danese s11/la resi.sten:ll, ur,. fU!IIIW e iri. parte riC(.,Jcatosu( r,OS!ro Ro– ma cit1à aper1a. ma co,i. più di un mO– me1110 ir1tere:.st111te. fo splemlida Atuhuua di Jeu,1 1-'igo ( 1934>. fu/Jimo film cli Ritc= llaywor1, Down to Eart. e l'ormai famoso Citizen Kano di Orso11 IT'elles; opera que• st"u/Jima che i11si~me al recente The St.r:Ht• e:er, 1,rese.ntmo (I J/ene:iCI. dà fi,wl.111.cnte /11 J)O$$ibUità.almeno per 1111aruo rig111mla l.t, .<:Utr rdtivilà oi.m!m.atografw:n. cli rimettere nella schu:r<I dei non11ali /abbriC(U1Ji di peUioole q11csw specie di r;oc,eau travestii.o da cowboy. Opera. diciamo pure. pict10 di finezze l<1"Cr1icl1t>, di t1bilit1Ì esaspe.rm1li, di <tm.bi .:iot1i e di i-ig11ificali accm:all<ni, l'uno sull'altro ma .;,1 defini1i1.a testimnuc .'~ol.– Wtlto di 111w1w11-.ibilili1 ,iecmleme e /orma– listicn fino allo smcclieL·ol,e; uie11e /allo di u.'(.((ren proposi/o del suo autot-c {l, /r(UI! che Tolstoj tiooh•e nd A,ulreiè.1•: ·· Q11"s10 ~i.gnor,, uuol 111t ... 'ftPrl'i ,xmra; ma 11oi 110,1 abbi(lmu rxmra •·. . Di corllro ,r 11mlu Cflltivo gu.,10 il breve frc1mmcn10 dclht Panje do campa{tlh· che ,u•t lo11tm10 l93i Rl'noir fosciò it1comvi1Na per mult'1rs,.,w i11 Ameria, ;, 1111 esempio e un ricordo di 1111.ell.o che fu il più gronda poe– ta flel ci11f:mt1, ,li questi ullimi amai. Ormai ri<lotro a,L 1111<1 rtJ(llrice come wt 'allr<i del.,. l"o.,se,~sio11e ,,_q,ologit."-11'/ra.uliana del cine- 11111 w11ericarw. Hcnoir la.scia co11 qu.es1'ope– m iL ritrailo pill si11cero ,klla s11n ,rra ,u.le umrmità; toc11icame,ue perfetta. cori if so– lito raccoru-0 ler1lo. ma 11011rioerccuo. pie– no di f,,US.Sime os.ser1,vizioni. ma spontante, sempre, ha q111uii l"a.:r/x.'lto d.'un .w,ietto tan• ,a è la sie.rcr1iJà " la poce cl,~ t•i .(i res,,irn– t10 a(l ogni it1tJtmdr<uura. 5.000.000 di Americeni ederiscono ei BOOK CLUBS LA GENIALE Ul'IZIATWA E' STATA,, r,. NAl,ME1'iTER8AI.IZZATA IN ITALJA DAGLI AMICI DEL LIBRO I cui aderenti godono deUe ,eguenli ege– volazioni: I.J • segna/adone mensile greh,it• di •• libro di ,ucceuo ,cello fr• quelli ,e. cenlemen/e pubbliceli in fieri•, 11,J• conHgn• • do,n/cilio e preuo di CO• perlina, frenco di porlo, del libro del /11.J • garenzie di riceyere i volumi nelle -.,ed• • e/ pr•zzo Je//'edizion• in commercio, in eppolÌI• tirelure : IV.) • invio auolulamenle gretuito, per ogni Ire volumi acquistati, di un libro del Mese e scelte dell'abbonelo 1 V.I • ,ervizio greluito di informazioni e consulenze lib,ede. l 0 ede1ione egli Amici del libro i /ibere e gratuite e si •ff•llu• con l'ecqui,lo di un Libro del mese. Gli ederenti che pre,enlano tre nuovi eb– bonali hanno diritto e scegliere gratuil•m•n• le un llbf'o del Mese . Rk:lij.,d.1• HfUIO ,..,..6 .. ct.u .. ,u- ,,... p••- • tcA.do ,il IUWlio,.. o&U "Allll.t dol Ubro ••• \Il• Pompeo M..-,o, 1 • Ra••• So,·cnte in una sola fl croce 11 sono so'" -vrapp-oste diverse cappellette di grandezz.a man mano decrescente dal basso a 1 1"allo. Qut-sli piccoli mooomenti a carattere scul· tur,~le·,nchiteltonico hanno una lontana som:• a:lianM con le pa~ode orientali. I Lituani li ch'.amano ,, croci 11. so'o perc.hè in essi sono innest.,ti elementi del culto cristiano. In re.ihà Ques•e 11 croci 1, si ispirano a motivi simbolici e- mistici dell'epoca pagana. La 101"0or:Rine si ria 1 laccia al culto pre!storico dei mor!Ì. che sopta\"VÌve in certe usanze sepolcrali lit:.iane: tale quella di norre cioo; e co'onne sopra certi tumuli nei cimiteri. Le }1, 1~ j di pittura francese è in questo sen.so (nel sen· so de-Ila presenta della natura) commovente Da David a Cézanne. i francesi sono stati e.o· stantemente fedeli a questo principio: non esistere cioè <arte plastica se non a contatto con la natura sensibile. Che vuo\ dire anche. '--------------...! se lutti i mO\·imenti dello spirito e tutti gli atti delrartista sano in sincronia con I~ leg· r,===============n ◄f eroe.i 11 più antiche risa.limno al seice:ito. Fra i motivi ritrau; nelle piccole statue delle caooelletle. • carnlteristico è il u Cri· -sto co~jtabondo 11. fl Salvatore è seduto (' quasi accoccolato su se stesso, mentr<' i suoi tristi oc.chi sono fissi nel vuoto. Per lo p:ù ~gia il capo sulla destra : altre \"Ohe lo reclina semplicemente da quel· la parte, mentre le mani 1e$1ano conserte e uB po' abbandonate sulle Rinocchia. La espressione del dolore è Ìnlensamente Jerre· ,i ,.., ~ ...,_, ~ - - ' \ c. =---$ - ~ -=-==- ~ ~--=- "-1··- ç ,., LUIGI MONTANAIUNI, Diseguo si~ orofol'<ie della vita. attraverso questo soec· ch'io della \·ila che è I:. natura sensibile. Questo cammino c1 oltre Picassso n dipende· rà dunque, in parte, dalla chiarczz.a dell'im· postazione del problema nei termini di (e ha· dizione 11 e di te natura n. Per .altuarlo s'im· pone una 11 assimilazione 11 della tradizione (della nostra) ed uno sforzo di r;cerca duro, costante di fronte alb natura. E' questo uno stato d'animo nemico delle corse pa.7.Ze al <t traq;uardo 11 del gran quadro cd al 1t tra· aaardo 11 del successo; è uno stato d'animo nemico di Of{ni astuto rifacimento, è piutto· sto uno stato d"animo di attesa, .alliva e feb– brile. del 1 a ~razia. LUIGI MONTANARINf' GINO COLUSSI LAMOGLIE DILOT (ROMANZO) L. 150

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