Fiera Letteraria - Anno II - n. 41 - 9 ottobre 1947

FIERA LETTERARIA 7 ------------------------------------------------- Pagina da Bergamo CITTA' nel cerchio I monti sono il passato - Il nuovo ua.sce e si allarga nella pianu.ra J r.·IONTI premono su Be1gamo. sono dentrQ Bergamo con le gonne lunghe delle don· ne e g'i :.iominichiusi nei vc,titi neri. baffi piPe neri diù enormi. Vengono per il mer cato o per qualche; festa callolica, con gli .stendardi delle loro auoc!azioni, con i lort> preti duri, vigili e pii, forse buoni; sel\1.a chiauo. mo 1 to fitte, vanno per le vie le pro· cessionj. I monti sono il passato: il nuovo, ogni mutamento di cos1umc. nasce e si allarga nel· la pianura, e Bergamo vi è aHacciala. ma i -monti chiudono Je strade. occupano le case, le stanze. Bergamo dorme così un suo lungo sonno cattolico: un cattolicesimo cerio puli· lo, geomell ico, molto aus.triaco. seru.a colore e commo1.ione.sen7.a più .Jcun segno italico, dio $,cintidi terra e di sangue, ma lontano anche da ogni Ìnlima serietà. Cattolicesimo seni.a carne e problem:. quie· 1o freddo pomeriggio domenicale che p!ace all'ultima nobihà bergoma5Cn, che vi,·ç mol· lo ri~idamente, con un gran vuoto denlru. nei s:J<>imuti palani nella parte a'ta della ci.ttà. vkina ai co1wenti, al vasto seminorio. tra croci e un odor di hesco, di incenso e di sporco; c'è anche una piai..t.eltnqua~i cir colare tra due ch·iese, battistero, cappella, casa del ve5eovo, un cerchio magico forse, per chiudere senLa mutamento le an~mc, senza mutamento anche pc:werlà, fatica, le stall7.e buie, il molto umido della ciOà alta. E nel· la città bassa vive la piccola bprghe~ia im· piegalizia, usa a 1 1'ordine delle sue carte: vi· ,-ono di numeri, di aHari i mohi proprie.tari di industrie. Hanno immaginato un conto e sono ca1tolici pratica11ti: vantaggi prolessio nali (è gente di chiesa), molto rispelto, p<w sibilitft varie. poi quiete sicurn. ordine che fa fut:1.ionare le officine: d conio torna anche in più sottili calcoli e il mistero è comperato COt\ la messa domenicale che costa poco. lempa le facoltà di sviluppa di tulio la zo11a piana e auaslo con le sue moli e ila !Ua cstcns!9nc, \lo sguardo cht:; Jalle colline n può gettare sulla pianura i/omba,da. Tt:rza veduta Le Mura circondano il colle cnlro cui è rac,:hiusa tutta /a città più antica, coi momr menti più btlli, con lutto I/a t,odiz.ione e tut (a la storia. Denl,o le mura è racchiuso uri complesso c'dilizio cristalliz.z.alo nelle me /or me acquisite, senza più spe1anza di suiluppi e di e11o!uz.ioni. La varietà degli stili com· pre11de lullo d! periodo di vita delta città. dalle scarne e possenti /orme romaniche, alle: rinascime11tali, aJle bo,ocche, alle seflecen· LA /esche, con una grande davi::.ia di 1Jarielà. ma anche co11 uno rara maestria. Nom,' famosi han concorso alla creazione di parecchie ope· re oeromenlc rima,chcooli, che i trattali di sto,ia d'arte riportano con comp:acenUI. Ma accanto a~i edifici più r.obili ed aistocratici, accanto alle belle fa,me dcli' Amadeo e dello Scamoz::.i. ui11e oggi, ammauata in edifici in disfacimento, senza serVi::.iigienici, nelle più desolanti condi::.ioni# 1111 popolo pooc,o e J;– sogiafo. Nasce da ciò il problema più grolle e difficile di qu~sla città, un problema che non ha ancora potuto t1ot.1oreuna sua so/u· z.ione dc/i11ilioo ed accettabile. St,eW dal dilemma di dove, distruggere lo staio di case C'sislenli per credre una più a;dcctlabile condi::.:io11e J'; 1Jlla µi' diJagi'afi abitanti di questa Vecchia città, o di co,r JerlJarlo il più JX1$sibile p,om'mo d.1la sua risultan::.a slorica pe, la gioia e ~a delizia dei oisitolori, molto spesso f ,cslauratori odierni /inixono pc, gellarsi, con tulio la tloro apprezzabile buo114 volontà, nelle b,ac· eia del compromeuo. l\1a quando il picco· ne ho ape,&> dei larghi squarci negli isolati più ammuffii#, la p•ctra rlUOl)a delle rico· slruzioni false e bugiarde d~ elementi archi· tcllonici inutili. no11 riesu a colmare il vuo· to_, e il problema rimanda lo sua stable e de/i11iliva JOfuzione. CARLO FELICE \'El(EC0'11 CULTURA I lavoratori, è vero, sono numerosi nelle labbriche, ma più simili a contadini che a operai, con s0lo i difouj degli uni e degli i\hri e poch~ virtù: tuttavia non rono stati alle scuole secondarie del'e monache inco· minciano a dubitare. tendono l'orecci1io ad ascoltare, si g_uardaooaltorno. ma gli uomini di sinis~ra a Bergamo sono ossequienti e r-ir cola. Ira di loro la \'OCe che i preti sian0 sapientissimi e molto aslu1i, con parecchia cauiveria e poteru.a: così nscoltano 1rnnquilli i rimbrotti dai p!!lpiti, rispondono solo per proclamarsi cat10 1 ici e preferiscono questo ad una pericolo&a, aperta inimicizia. Anche c'è un gruppo di evangelici, calvi· uis.ti s\-izzeri non molto numerosi, ma stimal'Ì. Sono proprictiui di industrie, nt1enti alla loro riccheZ'l.a non vedono in che differisca evan· Relismo da catto 1 !cesimo, vogliono la\'ornre senza noie, praticano il loro cullo onesto molto chiusi. timorosi di ogni loro possibile proselitismo. Dalla Biblioteca Ci"ica alla "Cittadella,, attra"erso "Bergomum,, gli intellettuali e gli swdiosi laMrano seriamente Ma chi sveglierà Bergamo. chi. In libererà di se stessa} Anche stasera a5e0Jteremo qual~ che conferenza cattolica} J L riconoscimento dello spiccato carattere d1 c1 centro 11 che ha Bergamo è una consta tazione affatto pac..!fica.per niente imputabile a campanilistici furori: ur;:1 centrai t.\, s'in tende, tutta p::ar1icolareh~ implica per esem– pio una ricca vitali1à economica e un inlen· so esercizio di traffici quali comportano le naturali funzioni di capoluogo di un hin!er– land abbastanza ,·ario e mosso, Ìe doti ie· n-.iine del p.1.es ..1~gio, un determi11a10ab110 morale degli indigeni, una consegu~nfe co- MAR)O TASSONI !orazione p0litica (che sono il cruccio più pungente di chi av,·erte la slanchena di tra· dizioni ormai scontate e senza futuro}, o le tura nazionale, ch·e proprio per questo è inu– iile nominare: carriere eccezionali. in cui o~ni superstite c.olé bergamasco è se mai sol· tanlo uu modo affettivo per una città mitica ritaglia.la nePa memoria, senta ri5Controgeo– grafico. Le case nuove, PANORAMA cadenze d~I dialetto: una centralità che per i nativi potrà n.15<:ere, da più interiori e 5<!' Rrete ragioni ritrovale nell'ordine- di quei dat, sommari, da arcane corrispondenze de'la ter ra e del sangue. Vorremmo dire, insomm.1., il colle San che la ciuà è difficilmente isc.11,·ibilenel· Vigilio, le mura; ecco. la città 1·.,.. lombarda in funziono tutta milanese, Qualche cosa di capita'e rt$terebbe :rrimcdin· Una delle dimensioni dell'auività cuhurale ciuadirm è l'erudizione, chiusa r\C''.lesale del· la Biblioteca Ci,·ica - che si novera Ira le comunali meglio provvedute d'ltt1lia - e sul· le pagine di cc Bergomum"• un utilissimo bol· lettino di storia ed arte che appare da un quarantennio: là ~• raccolgono le nobili fo· tiche d1 un gruppo di devoti al cuho del!o p.1.t11ememorie, là ,·,ve l'ombra di Ciro Ca· versazzi, :scomparso di recenie. che degli studi di sloria municipale f-u indefesso ani· matore. A parie qualche studioso di .s~ria applicazione, c'è poi tulio un sellare t1p1c~· meule provinciale dov~ la. cultura. è concep1• ta in (unzione meramente es0rna11,-a,stnrem· mo per dire festiva, da cui non è lecito -at' tendersi più che de) dilenantismo mediocre, sia esso di spec:·e cattolica o !aie..,.,mora 1 e o letteraria: coloro chocmeritano J'iscritione Ì11 questa sede equivoca (il dcmimonde di Cro· ce) 1\0nsano ov,·iamente il gruppo pià etiguo nè il meno rumorosa, pcrtinendo proprio ., tali 11at11.re la neces.sità.di spendersi tulle al· r esterno ed un.a slr;aordinaria c.apncità di ri– conoscersi rapi®mcnte tra loro e allacciare rapporti n interprovinciali u con gruppi affini di ogni paese. Non è da questa parte che patrcmo udire uno. parola nuova. La dimen· sione dii!lettale è oggi per così dire allo stato polenziale, carica delle i,\lalte ri$0rsc di possibilità poetiche i0,note: le applica-z.io · ni sono del tutto trascurabili. tanlo in ,itardo e foori fose da parere addirittura sc1W\ \'OCe (e sen.t.aanima}, perse in vieti movimenti ac– cademici eseguiti con un garbo insolu1.ime1,· le sprecato e nclln falsità di un bozzettismo nntìquatissimo, e.on modi dav,-ero impoetici. s1taz.ioneattuale, del problema dei fini e dei meni, della oonv.oleni.a, pÌuttOflo eh~ di questioni spcc1ficamenle politiche. « La Cit– tadella II si occupa puro di lelte,e ed arti, Ùlteressi lalerali rispetto al nucleo ideale de· scritto, nella speculazione delle quali tuua– ,·ia inJende p0rtare 1'na particolare d1sponr bilità, una frescheua e gensibile alle1mono a.Rii esemplari validi della cultura modema, ed anche elle nuove voci, in linea con l"ar tegaiame1110generale ispiralo ad u11°ltperlura spirituale ai ,·alon quasi religioso. O.tre la pubblicai.ione del pcnodico, si viene svòlgcn dc> un·a11iv1I.\intensissima di r.app<?rti intd– le11ua1ie politici, incontri, colloq1i1, conte" renze: a Bergamo sono ,·enutì, per limitare.i od alcuni nomi, D~lio. T,artaglia. Del Bo, Trocmé, P,eti. A ciò si è ulti.mamentc .ag' Riul\to un cineclub, !a cui costituzione è llata promO$sa dn( bçn diretto "Zelo dell'amico Teni: a lui dobbiamo In coraggiosa mcrt toria impre,.,1.dell'impietosa aggressione, in allo da qualche anno, ai gusti hollywoodiani - più oarichi e 1in.sistiti in provinci11 - del pubblico locale. Prima veduta Dd! nucleo origina,io, chiuso sul coli..'c dal· le alte Nfura g,igic, usce11do pt!r le rare por le, /e case bergamasche han costruito la cii· là nuova scendendo al piano ed allinea11Jasi in lunghe /l. 1 e ininlerrollc ai lati dcglt iline· ,a,i cli traffico, che cercano le loro me'te $U un percorso biz.urno e fr.regolare. Da-!/,; po,tc San/'Agoslino e San Giacomo le case !Olio 11.Seile ac, :ompagnar.do Uc une i traffici diretti ad oriente, le' altre quelle dirette ad oc.ci· tlrn!e; e nel piano hanno disteso due dfalinli e separati :,islcml ben ramifico/i di Jl1adc e di borghi. In mez::.o ad esJi, nel:o spa:io ben delimi'talo dai piedi dd 1 colle e dal ,ile· 11alo ferrolJiario. è sorto il nuoùO ce'litro, una recente costru::.ionc d,e non ha anco-ra com· p/t!'lamenlc perduto il colore originar:o dei ma tc,ttJ4 1 i impiegali rtc, 1 la su.a edi/ica:.ione. E' un centro ordina'lo i11un sistema uiario intuito secondo Ji classico !Chc1114 ippodamco: il ca,clinc. il largo vio'e. dalla Sta::.io11ea 1 piede delle Mttrt1. fo percorre in se'nso Jud· est nord·ovtst, cd intdrscco pcrpendicolarmew te .~uccetsioi sistemi decumani. chi• alle 'oro e"slrcmilà s; aitgrooi~liarto nei diw:m/i11alil,ac· ciali dei 0i1ì cmtkhi borqhi P"ri/erici. if;do dall'alto, dallo comoda tl'rra::.::.a clc'· le Mura. questo nua!eo centra 1 c si /a. /eg{{crc assai chiaramente, e mostra tra caJO r rau / 0 ,tua p/lÌ pre;:.i0srrrlc-rheua: ,1'; a,,i.,.'l,fa:,I: sO<"zi anrora cclifocah-'li, /rt.1quc'rti fin ouos 1 riel suo ruote IJ/Ù vroo. l~nt>orr-serlano le aro– pie rartilal{ini di uno JChclctro non tmcora comp 1 ctamcnle Ositificalo, polc.111i riscrVe pc, una abbondante" espans-!onc di un Ot!{anisma tciO:to c libc,o in tutti i fllOi mot1imc11ti: mn rappresentano anche i' .!UO punto pi,ì dcliccr lo. suscettibile di c:omµlcssi e salutari miglio· romeno, come di irrcparabi'i J:Jetli. IJiSo'i(na prcshrr" a que.~ti N)(I;;:/ t)tJOII la massima cu· ,a, a(fir1chè non degenerino a deturpo.re U a 1..1era e alhrole /isJoromid urbana. Il centro piac,cf'tiniano, pur nellr ,ue' lo,m .. TfdOrichc e fflf>dc~tc. auceondando ,,. JcMrìche 11ià c-si· :'I/trii e- assc:c01ulafo da. 1 /C' phì rf:anli, ha cordi::.ionalo Ja ler::a dirncMione della città ,cernndo un unico parametro, ha c:/line'alo 9 h ediPci della cillà secondo ima misura che r·<'S!IIIIO ancora l1r, malo 11 iolcu. Ne consC"' .t'Ue una ccaallc.rislica urbana ormonico ndl .mo compl~110. anche se non preser•t" ecces– ~;,1i orcei c,tdici su 1 lc Jaccicfe delle cCFc: Perchè quota armonio non ttc,19a rolla. è nece,,orio ,.,,ilare cf.e il cc.mf ."nlo "1"'110 trionfi 11c~U spa:i ouoti ,:on funambolismi e ardimtnU :rf(:oniu 1 1i .. che .~; p1('.ser,•iro 1 1 r strade di Bèr~mo dalle 1J,01pcllit>c de$CT /Jnfi e monotone dt!oli affollali tmo,lieri tt siden::.iali dtfl~ nrandl cil'à La pii1 imporla11te ttrecau::.:ione cont,o J'ac cennalo ne,icolo $11rcbb('_ quella di ap,~ 11 centro alla poslibilità di un'ampia tsp~r.rioru: in ~"·"' oriz:.::.:antnfc A llual~rde ,mpedr scoro quc:,tc: r,ossibf!ilà un cerchio di osl,r ca'1 che ,.hiudono tulio intorno la ::.ona rc:n· t,~le di Be.nra"nO. Da un lato d appoqaia ff'/la collina e $i ~t!rra co11tro I'<' Afo,a. da' lnlo opposto la strada /e.naia seq-na un con· fine di Jlrri{ità t•erso l'aperta campoqna, meri– ltt mi fianch: i folti fJuatfieri 'W'riferici as S<>rhoro e J;~1r11<:roono U'ordine dello schema urbano ccnlralr <' ne: spr=z.1no la continuità coJ loro ed,fic:l t'ecchi f: decrepiti. Quf:$/O cerchio firtircbbe pa inaridire il cerlro al tualc non appena ghm~ .s.se a. 1 la salu,a:done d! nuel'e ampie ,iserve di cui si t' parlato. Per eoitare un tale pericolo. penso sia nc– r:t ... sario proovedcrr: .!.in da ora ella rottura del· l'ant:llo, ,: Jop,Gfullo rimuwcre l'ostaco'o de terminalo dalla. strada /cnala. Oltre questa bar,icra è ancora Ube,a campagna. dove {n pochi anni pot,ebbe ,orgere u11 nuovo qua,· liete pc,ifcrico che sarebbe ttna parete assai cl,'J/icd.'cda abbattere. Dopo tale elimina::.ione il centro di Bergamo ao,ebbc. da11aF1U a sè l!o possibilità di un /ungo cd ampio s1Jìluppo urbanistico, e sarebbe assicurata alla cilfà la ragione per ga,anli,e la stabilità del suo ar ,nemico asp~llo atluale. Seconda veduta bìlmenle fuori. Potranno essere magari i cieli traslucidi del felice settembre, &li ippoca· stani a1,nosi lungo i viali, le anguste ç tor IU<>se vie della città alta dove stagna un'aria antica che (C il ar:.do del aallo )I non rÌcKe a lurbare. le cinquecentesche mura ,·cnetc, le torri. l'immobile serenità della rocca: opptr tp la bonaria saggc1.w di una raua che dal· la sec.ola,e esislenza legata -alla terra ha ac" <111istato le iue virtù di tranquilla operosità, di pa-z.icnza. e; i difelli, certa dispos11.1000 conformistica. certe selvatiche durezze; po· trnnno essere le peculiarità espre»ive de' Il colle di Son Vigt.Vo, il ciiminc p/ 1) alto dirilclto locale, i suoni. le cun-c, il ritmo di della città, altral1erso. dolci penda e 1Jal.:"et una parlalo lombarda fortemente originale e te. reticolale da un fitto sistema o;abile, dc· capace di una grazia in$0spcttabile. P1.w Rtada al pia110 sino ~ quartier<: Jt Santa ltoppo, tale ,omma di risorte non ha ,lrovato Lucia, mentre il 1Jersanlc opposto del colle nella presente lctternlura una traSCiizione ,w si spin_tc sin sulla strada che cond,rce alla ti~tica appena adeguata - pensiamo alla dc- 1Jd!!e Brembana. La propaggine collinosa è licata opcraLionc poetica di Pasolini, c.hc ha tulio disseminala, a larghi intervalli. lungo i fono del Friuli occidenta'c uno dei luoghi più percorsi dcl!e st,odc, di aitle e di piccole dolci dei nostri itinerari set\timentali. Re$la case! J; abitazione, che si :n{itUscorl-0ucrso ancora affidala alle crude pagine di Jacobscfl lr oon}luenze , eli Incroci stradali, r ool· la tutela meno provvi$0ria di qua'che mo· ROno costantemente. la faccia a/ sole e a~'a ,·tmento dell'anima orobic.o.. pi011ura. li quartiere pianeggiante è i/ più Se cerchiamo nellA cultura bcrgamaKa di ,J;,osanlc e signorile deNa cilttì. Lor1tano dal questi anoi una conferma e un arrìcchimen,to cic.!o delle strade di comunica::~onc vive in di quel a singolare ed autonom(I fisionomin uno Rrande lianq11illità. Vi .sorgono quasi che abbiamo detto, troviamo un'attività in eso 1 usivamenfe cd:/icJ di piccole dfrncnsioni, v.nrie dire1.ioni ma in tono minore e un J)Oc.O e ,U colore clominante è a11co,a il oe,de dei dispersa. impiantata su un lcrreno difficile. gia,dini e dcgh orti. Esi~lc la meraoi~!ioJ" quasi 1efrnlliu10: 110nc'è finora stata un'ol'" possibilità d, unire queda zona a qullla JI R3nica intelligente assidlkl volon!à da patte San Vieilio e creare uri unico grande quar de~li .3ddctll ai lavori in1el'elluflli per 1epe· liete rcJidcn::.;a/c, pretxrlenlemenle a o~l'c. con rire ucl comune sforzo, ollre la varietà dei molti e frequenti giardini. solo che si ,;eJcd person.1.liin.teressi, un'unità d'indirizzo gene– o creare facili e tollecifi trasporti da hdla raie per In doverosa importazione rn quesla 1 0 zona a 1 centro dd'la città b<r5sa.Si n'utci· plaga almeno di una libera e aggiornata sen· rrbbe in lai modo ad ir~eri,c nel complesso sibihtà ai problemi anuali dell'uman.a spiri~ della vita pratica cilladi110. una uasla area 1-.ialità, per l'inaugurazione di nuo,-c e più del lt!nilorìo comunale che: s•n'ora ne è d conven1en1iforme dei pensare e la formai.io· màsta a111ha: si dcrrc:bbeai cittadini di que· ne di uu RUsto più avvertito cd esagitato: sia cillà 'a pru!ibilità di vioere in un quar non s•~ costituito finora un centro ,·itale e ticre ripoMnlc e solub,c per la molta ve· internamente irritato allo a riscaJ.taregli sludi gcfa::.ionc, reali::..::.ando i po,lulati del~ più individuali dal rischio della caduta in vizi recenti teorie urbanistiche. ,elitari e a far saltare le strullure di ul\3 Il più grauc 0$/acolo a'1'allua:.iol1e d; quc· sit:ia1.ionc chiusa dove anche le, ini1.iati\-c sto piano è coJli/uito dall' occnmpdmento qua· oill benintenzion.,te. isolale in ambiente osti· dralo dell'ospedale, che rompe totalmente l'a le. finiscono molto probabilmente col vese· armonia del quarfiere pianeggiante e nc--$m;,- I ta.re pigromcnte in un'aria insolubre, nei mal· nuisce le po,sibilità. Dove è Jilualo# proprio li vapori di una ,-enti'.a1.ione provinciale. ai piedi dei declWi coA!inoJi,~ega ad un Certo. non mancano due o tre u01Tiin1 di sta- G. RE Clii: DiM"gno u carboncino (1946) A JC011volgere un'.1.tmosleratanto nitida o tranqu1Ia (anche se scnrsomenlc conoborau te) ~ intervenuta, nel '46, l'inquietudine ra· dicale di un quindicinale di politica e cuhu· ra. 11 La Cittadella 11, la cui importanz.o - ci sia concesso dirlo benchè penonalmenlc pregiudicali nel tcntoti,"O- è in ragione di· rclla dell 'umihà tipografica, che pare note– vole. Lo redige un gruppo di giovani cui preoccupazioni cu'turali comuni ed esigenze di partecipazione politica. maturate sui li.bri e nello frequel\tnioni quo1idiane dell"amic.i· zia, <"' trasferite alla luce di un'insoddisfazio– ne per g 1 i oscuri esili di una civiltà in crisi. hanno suggerito l'oppottunilà di un dichia· ralo e consape,"Olc impegno di lavoro per la collaborazione alla libera rlccrca di nuovi e più aHabi'i destini. Dopo un inizio ince1to ucll'indistinta gcneric., irnposluionc d1 sini· stra. l'orientamento deUa rivista si è venuto via via preci&ando e apl'rofondendo in uoo chiara ra.Rionala propos11.1one.Movendo do un'irritazione Positi,·a e da jnteri0ri fermenti rivoluzioaari. si affermano le ,1talis.simc aspi· razioni aPa libertà e alla giustizia con una protesta 1limitala e nuoluta e.oniro la $0Cletà esistet'1e. contro la p,csente realtà sociale po· litica religiosa che aduggia la persona umana: protesla libertaria d, significato etico, che va oltre le stes.se affermazioni liberatrici d1 si" nistra (in fondo ancora necessitanti. vinco· 1:mti l'uomo). Tale protesta. tale rifiulo fer mus1mo $Ì fanno corporei, s'incarnano in unn precisa JP(c.1ficazionepolitica - pena, alui· menti, !'1mpossib1ità d1 mcndcre quella stes– sa rcahi che s, ,-uol mutare -; $ mcarnano, cioè, con una puntuale rnlerpretazione della slluoiione concreta che e, sia di f1onte, in un risoluto intervento in senso proaressista nella dicolomfo po Htca d'oggi. i cut lc,mini. conservazione o 1ivolu.z1one,gettati agli eslre· mi dalla dinamic;a storica, non appaiono me– diab1l1 e modificabili se non da.I compimento de'r ml.erno processo critico in c;orso. Questa meditala <>Ptioneconsente di partecipare po· siti,·amente allo.. costruzione d; un.a società 10Cialistadestinata ad essere elemento d, rot' tura di una strutturazione negativa e tramite neccs.sa ,io all'edificazione d1 una succestiva società, in cui le necess1taz1onic-stcriori sia· oo ridotte ol minimo compalibile con le esi· RCnte del vi\·ere sociale. Po11zione provviKr riamente definibile, con I<:: apporune cautele, I libertaria in senso nuovo. Accanlo a questa. coabitano. nel g:ornale altre posi1.ioni, varia· mente rcl1gìose e filosofiche, rno,-enti da una identica indigr,alio, ma attente a d1sformi sol I lecitai.;oni; esse si volgono all'interno, preoc· cup.ite deTins.1lt!!ra1.1one di nuove poss1bililà d1 ,eliaione, della libera:zione da ogni neces- Forse. questa anticonformistica irruenza cd esclusivo fervore, questi umori anarchici W ranno l'im-oc.ato strumcnlo, necessario a rin" fresca.re (con una violenza adeguata alle chiu– se resislenze nmbient11li) i quadri di unn cultU" ra provinciale; forse questa sarà la voce nuo,·a che in un libero d,alog:o con rltah'a saprà inserire la cillà nel circùito della pitl ricca spiritualità contemporanea. Già ora I! un'iniziativ.a seni.a precedenti nella -z.OM (non si possono certo considerare tali le pn>· ve moho deficitarie di nssociaiioni e mo~à– menti di rinno,·amento), fondata su t<1leuna serietà di propositi. da eHere conforta,a dal l'interessamenlo e dnll'approvazio~ di qual che va'oro,o ch;erico degli studi: propositi, poi, nlmcno in parte non più allo stato vel– leitario. E' di questi ijiorni, d'altro canto, la IO' de\'o 1 c orga.ni1.1.a.uo11e di una scrie di confe– renze Letterarie da p.,rtc di un comitale citta· dmo: hanno parlato Ances.chi, Bo, Pac1. Villa, Macri, la ManLini, Ung_aretri, Man' tale, Qunsimodo. Una prcsentnz.1or1e co&ìor Ranica dì un'ampia rappresentanza della !et tcratura italian., è cosa abbastall7.a nuova da noi e perciò !aie da meril.,re i con1ensi di d1i è allento agli acquisii più saldi della cu'tura d'oggi. Se pensiamo a qualche tipo di 1111ellettua· le bcciamasco, di quelli che si se.r\lonoa loro aa:io in schemi I\ dir poco antiquati, di vec– chio modello, certo, il discorso che abbiamo fotto sarà per essi tutt'altro che soddis[accn– le. in quelle idee non si ritroveranno; cosa dobbiamo dirgli, credono sul serio d'.a,-er bloccalo il tempo all'ombra di Santa Man• Maggiorcì GIAN CARLO POZZI Dietro la città B EHCA.MINI, carbonai, pasto,, vcs11t1 d 1 vcc: chic RÌ.acche militari: vi,-0110oltre i mil 1 ccinqu1."Ccnto rnetri sollo il sole dei pa· scoli, iulla montagna bçrgamasca. Qui ogni calcolo sull'uomo 'fallisce: è un nitro mondo d11penetrore con fatica di molti me&i. e, poi ancora... resta che non si è aci lo,o, si se.o· pie dopo un anno di credula fomil:arità un improvviso accento ironico o un pens.icro rlOo amico d!etro le spa'le. Sotto un cielo ve1)1.0$0, anurro tra le ttavi del soffiuo, ho dormito nei loro \citi di tronco che: c.olovono resina dalle aiunture, .accanto ai loro corpi e alle loro donne sprofondate nel ,onr.::,con le mo· ni nelle mrunmeqe. E.ui sono ali au1en1ici in– digeni per cui contano le lune, il giro del ~le. il vo'o dei galli ,·ariopinti, ,I primo ((ndo dcli~ cotmnice. Un carbonaio :1011 ta· gljerà mai piante ,allo il segno de-Il:,.luna cre!Ctnlc: in que 1 1c notti si ger.crano liquidi umori nella legna viva clic, una ,-oha taglia· la. restcronno per mohi mesi a bagnare le sue 6brc. Il bcrgamino suariscc la s~ vacca d'C>Rn1ma 1 allia ardendole la carne \·iva del collo con un ferro ro,·ente. La donno incinta si ,palma di sego il ventre deforme. I dolori viscerali si calmano con una nera be,·anda di fuliggine raspasla. dal c.,m·no. Il malato d·occhi tiene lontana la ccci1à portando cf!'r– chieHi d'oro a~E Qrccchi Forse è qui. tra le ICSMi semplici dei corpi, del ao'e e dell" Ler- 1a, che occ01rc cercare I primi segni di un11 ran..a. Si lramandano da secoli il medesimo sangue nelle medesime vene, 01lravér&0mater

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