Fiera Letteraria - Anno II - n. 39 - 25 settembre 1947

~!i,,R,\ Li,,Tll:.IIARIA 3 Arte e cultura nella Polonia d'oggi Merletti di ~><><><.:=<. :::: ...: .,-::.::.-, .. :: : ·::"" :::·:::·-::::><><><><>t:. , ::: <><><><><><><>< .. : :., ><><><><~ L'amicizia e la comprensione fra Italia e Polonia non sono Venezia (Novella di J. lwaszkiewicz) D URANTE il mese di mano Q. Venezia fa oncora freddo. Lo sciuxco porta dense nubi e sulla città si rove1eiono piogg:e torren· ··:•:. il risultato ambiguo di "combinazioni,, diplomatiche o di momentanei interessi comuni. Nella lotta per la loro indipendenza e per la loro libertà, sempre questi due Paesi si sono ispirati a uno slancio generoso, a una prof onda spiritualità che li hanno afiratellati, al di sopra di ogni dijjerenza di origine o di cultura: esempio mirabile della possibilitcì di una futura alleanza europea fondata sulla reciproca fiducia tra i popoli. Oggi, più che mai, Polonia 'l.iali. Ma questi periodi di caui,'O tempo non durano a lungo, pcrchè già il aiorno seguente è limpido come una gemma, t3luro di uno splendore scintillante, di un., luce diHusa, zo– ~ come esiste ,o\Ulnlo a Venezia; le case e le casette, , pa.lazz.1, 1 campanili e le tor relle di\~entano come uno spano mucchio di rose,- ossa o forse delle. tombe imbiancate. Il ma,e chiaro e opaco, manda le sue b-isse on– Je lattiginose dirimpetto alla P,oa.ella, là do· ve l'intreccio dei pali e delle gondole crea una forma di musica sull'acqll.'.I. La plccola )< Ulppelb con la su.., immagine anneula e con la sua misera lampada sembra eslranea su quello sfondo di ro$SO e di anutro. Dall'alua parte, verso Murano, dietro ni giardini ep· paiono quasi tangibili e allo 1teuo tempo ir :::') e Italia possono intendersi; ma intendersi vuol dire anzi– tutto conoscersi: e queste pagine vogliono essere uno dei primi contributi italiani a tale altissirno compito. reali. accumulate e sospese nel\'aria, come e.avalli 1mpcnr111ti, le azz!.lrrecatene delle Al· pi chiazzate di macchie ni,ce il cui colore s1~onfonde con le. nubi perlacee. Guardando in un giorno come aucllo dal l'aho del Campanile. la città sembra un ce stino intrecciato con fili di velro -abbandonato ,ull'au.u'rra riva del mare, mentre la verde pianura che si slende veno le Alpi appare bellissima cd irreale. Le calli e i canali sembrano i (ili di una ragna1ela d1,ergenti da piana S. Marco e il tllbnre dei colombi per viene lauù hamm1slo al vocio della gente. In questa stagione i fiori .ono ancora po· chi e di tanto in tanto una ventata gelida Cc:/' stringe IB gente a rifugiarsi ncll 'intcrno del caHè Florinn, in quelle stanzclle così simili a bomboniere, dalle pilft:lÌ vc1dastrc,oopcrlc di figurine imparuccate. Riluijiandosi fro c1uesti t,wolini di marmo rosso ci si imbane in vecchie ladies, intente a bere un orribile cioccolnto cd a sgrnnocchia,e paste di man· dorlc. Se però non spira jl vento, al!Ofa~1si f,nm mischia al tramonlo f,a la folla libera e gio– conda che paueggt.t. al ritmo della handa che suona in men.o alla piana. Quel giorno però le raHiche di pi~giB e di vento erano parliwlarmenle insistenti e su– bito dovetti for ritorno all'albergo. La fineslra della mia camera dn,-a s:.iun verde ctmale e sullB binncn Chiesa di Santa Maria dc.Ila Sa· lu.,tcche emer_gcya da 9ucl ,-e,de_come.: una I candid.a conch1gl1a. Il btancast10 sipario della ptOiKin velava di tanto in 1n11to il fabbricato e allora i cornicioni app,ui,-ano come tritoni grondonti d"aequa. Il panorama etn molto me lnnconico e dava un,1 sensazione opprimente. Quanto s0no tristi sotto la P'oSsia le pallide costrui.ioni ,•eneziane. La mia vici~ - I' nve,-o vist.n di sfog:gita p.1t,sando per il corridoio - si annoi~~ evi· dentemcnte anche lei. Era una ,"CCchaamgle se. incredibilmente magra, con un volto stan– co segnnto dalla tubercolosi. Penso che fOSSe il suo ultimo viaggio. MB chi può mai sa· pc,e queste cose} Le pcuonc il cui r;>s~tto della le maggion preoc.cup,uioni oossonocarrr parr- molli anni, mentre i sani... Sembra\'a che si annoiane molto nella sua camera solitaria. tanfo simile alla mia, con la \"eduto sulla Chicsn di Snnla Maria rlt.lla S.1· Iute nella pjoggiB e sulle verdastre ncque dcll'Ad1ialico e sul Mercurio pi-es.so IBdogana e su tulle quelle banalità ,,eneziane, che ci sono così ben note dalle cartoline dei nowi P,.'\rentìo cono5eenti recatisi per la loro luna da micie a Venezia. Avoa ~n gmmmofolll\ e lo ,uuna,a tutto il g10fno, - e nnche ora appena torn.110~ntii ~uhi1n:1t1r:i,~,so la o:r rLtc le ,tute allulÌle - forse il grnmmofo~" stava ,ul letto rii un conccrln d1 Chop•'l ncll:csecu1.1oncdi Rubmstein. NBlurnlmentc ,~onavu il lnrghclto. Appena finito ripeteva lo $lesso disco un'·ahra _,·olta "' poi anco1a. Gli accordi di questa musica $CJr 11mentRlepcnclrB\"Ono falsati nella mia star.za. Potei conslatare che Rtbinstein ee1cava di 1nterprctare il concerto m modo « oggeui,·o ». tanto in ,oga a Parigi qualche 3nno la.. Ma 1 1 sentimentalismo respinto ntornavn al more del mu,icista e di lanto m tanto st m!tnrfc· s1n,-ain qualche pns.!-3ggio, drammalico tr11lo, - o forse le noie s:ionate con mano più [erma pcne1ravano di più nella mÌB camera scuo· tendomi. La pioggia contìnua"a sempre torren· t.~lc D'un lrnllo qualcuno buuò alla porb c:J enl1Ò 1) ragazzo dell"albergo rcc.andomi su ~n vass0io d'argento un tclcgrnmrna. Non mJ ,~en: ne neanche in mente che pote,•a 11at1ars1 <li q'"'ld,c cosa di ,piact:,ole. Aprii e ! es.si: , Lugano le 27 man I93... S1•ni,la, dé<:edé au1ourd"hui matin. Entcncmcnt après dcmatn. Nanny )I, La nouz.ia mi arrivò inaspellata. Come) IJ mio Stas? Com'è po6Slbilc} Ma è sohanlo ~><>-:::::=<:·:::::::= .·::: ><><><.><><><><><><><><><><><><><><><><.><><><><><>:::::,<> poco fo che ho ,wula :ma sua lettera} Avc\'O deciso di andBre- a trova,lo. non 1ub1to. ma avrei [atto una $G3ppata da VencLia a Lu· gano, o forse ci sarei passato durante 11 \'lag– gio di rilorno... E· ve,o che era ricoverato in un sane.Iorio, ma forse tutti coloro che stan– no in san.a torio muoiono? vohna le spalle, ma per il solo (atto che por tava dei pantaloni sportivi - neuuno ad ec– cezione dei Polacchi viati;giain pantaloni spor ti,·i - immaginai s"Jbito la sua sagoma in ,·ia Niccala o pc, Nowy Swial. istante. Era\'aJTIOnella Scttim3na Santa, Ìn mezzo alla Chiesa c·e,a il parroco che bene– diva delle medagliette e le diatribuivD.a dei bambini che face,·ano ressa attorno a lu,. Tutte le finestre e lutti i quadri ciano, corno - Guarda, che mcraviglin - diuc - so– no dei merletti veneziani I 1e,jq r~~lo~u:~;i:. M~laun 5 :~:~~Ò : :\in~ lnrilai l'impermeabile e senta badare alln pioggia uscii dalr albergo. Strisciavo bnga i muri e passavo sotto le arcate per L\itnre gli apruui dell"acqua: del reato la ,·iolcnz.a del· l'acq:.1.uzone occcnnava a dimin':'uc. Il ~or goglio nelle grondaie che convogl1a\AJ10 I ac qua nei can.1li di"enta, a più intenso. Cem minando sotto le arcate delle Proc.uratic scor si presso la ,-ctrina di un negozio un:1coppia che indossava cappotti da viaggio. Mi accorsi subito che er.1110 dei Polacchi. Lei 111d1cò a lui qualoosa nella vetrina illumin-lUI, lui mi Il suo compagno grugnì una appron,Lione. duceva un gruppo di turisti, tolse il sipartO dall'aha,e principale per mostrar loro l'As· 1unta del Tit.iano. La ,-oc.edi lei mi sembrava noia. La guardai meglio, cr\l molto bella. Na1w.:,.lmcnteuna ,-ccchia, vecchissima cono,cenza. Pas.sai raoi– damente accanto a loro. Non mi riconobbero ed evitai felicemente una convcuai.ione chC certamente non sarei alalo in grado di soppor ta,e. Ali.ai il capo e nello splendote del matti'" no - il ciclo si era rasserenato - mi appar– ve la p"Jrpurca ,isione della MadoMa che si innalza verso il ciclo. Non so ac Slowacki ha ,·isto questo quadro che inconscia.mente mi rievocava le sue ,"isioni m111ichce pur rosse di Sllngue. Mi diressi ,-crso la Gh'icu de, F rari. Lo feci soltanto perchè era ,abbaslanza distante, spaziosa e piena di luce. Volevo sedermi p:r un momento su di uno panca. per ripos.i,e u:-i Su di una rossa nube, a,-volta da vnmpate drap1>esgia1a di purp:irce vesti unn DonM TRE LIRICHE CONON RAMODI OLIVO di JULJAN PRZYBOS Vado - tpt'll/ impelo cl 1 ali l 1 orictrm.le mi porta net 1moto, il m.io sguordo straripa nidi/a dcll'(l!j~urro ch'io -:.:e4:/o. Scoppi<Ji l'ist,Hife: l'aria, dn. eliche llicerala 1 trema, iwwl.:::nt(1 d,1, ro-:..,iucl?oma ctufc i11 roviric. Solo ,m lordo da, un pioppo come su corc/11,ca11tnndo, 111i parla illllia110: e ud ricordo come in nitro cido lplcndc nel sole il sole d, Sicilia. 11 1111 prato dal silente ri,.:o, piego, qua[ ricordo d'un rnmo d'oli1,,,, 1ou1 rmrio di snlcio piangente. AL MURO di MIECZYSLAW JASTRUN E 111; r,spomle l'1,rlft co11 le liihbrc1 t1·un fuci!lllo: pcrcl1è vuoi n1L·gliarc un dolore già assnpito? Xon -:1olevo nessuua, io, delle -vostre baltnglie. Meglio, au11co post,,mo, tacere ... q,ui. d,uwui la (mauo. Clii de-:!O io accusare? Dio, forse? o il mio ,issassino? S<1cco di carue ed ossi abbracciato giaccio dal fango. .lll'ulti,uo uu>mentu micor c.:hc 11 cuore ,,,i bdltcva, 11Jpclttn.•o il mirccolo. Fami dolori, tutto ... Solo questo ,w. Lo co11fcsso, la m~rlc scese quaudo l'ombro ,ui lusciù dalfo paura. Il/or cht• tla me caAdr il t·nrpo, fnlso talismano, pt1ct· trtr.!aÌ nrll'oblio. Non mi ruej!iiare. ti prc~o ancor, non mi S'i..'CS[liareclic lcn.Jamcnte dimen.tfro ,._rià le vostre parole, le - vust.rc 1:uotc parole, Ìt.1 mio pcrw persino. Acqua e acre mi seuto, come 111usica S<mo 11011 n,icoru di'l•ist.1 in .,,uoni. ALLAR,ME di ANTONI SLONIMSKI 0 Alltmcio11e! Attcn,:;innc! f'ir,ro[{I tre ". Cor"sa per le scale. Colpi tli porte sbatlute. Dal.le f;Tida e dal tumulto E p"ssato! sorge un suouo che cresce,, geme a spirale. L'urlo delle sirene s'abbassa in ottave e s'innalza un lamenJo: "Allarme per Varsa'VÙJ! '' Silcncio. Qualcosa lassù rou:;a, ronca, romba e freme. Scoppia JOr<ltm1e11te lo11tano. Una, due, t.re. (;mppolo di bombe. f. pii, lontano ... nie11ll" paura. Forse a PrnJra. Ora. é più vÌ"cino, ancora pii, ?.'icino. E qui, qui. Un g·rido come '"' f.!'"""0 stwguigno. Poi il silenzio. vasto, i,nmcnso. '' Jltlcncione! Attem;ionc! Fine àell'allarme per Varsavia". No. Qiiest'allarme "cssuno lo può su.-.pe,ulere. Quest'allarme perdur,1. Urlate sire,ie! l?ullatc tumburi, c,1111ptrncJ,·lle chil'se pinnge1e! Suonate in orchcstm In marcia di ll"agram, la. marcia di Jcn'1. Fate vostro questo dolore, ref.(gimcnti, battaglioni, cannoni e lanks: e scoppi e dt1ri ndlu s11cra Jiam111a della AforSiJ!liesc! Qumu.lo lt1,gente la.se -in la chiesa a mcccogiorno o il 1.-cnto inscg1'e le uubi pel cielo, qumulo "" sonno b11io cm/e su Parigi, eh, mi s-:.'cgli11e ,,,; chiama? e sempre mi ordina di 'Vegliare? Sento il rombo di acre.i ,wtlurni i" -volo sulla, città·. No. Non sono gli nerci, é il -:·olo delle d1iese distrutte. dri trinrdini volti in. cimiteri, resti, ro'Vine, roltam,, straJe s case amiche dei miei primi anni. Traugutta e S,oielokroy.,'1_<,. Niccnla e Nowy Swiat. E il, città iutera in valo sulle ali delf,1 gtorin che come pietm cade sul mio cuo,e. 11 .1/larme per Farsavia 11 • Eterno duri. ('fradu,.ionidi LUIGI CINI) matura bella, una madre ~liva verso il ciclo. · Il velo cadde all'improwiso. nè io 111'aspct· ta,o di vederla nel suo pieno splendore con~ la luce che fihrava atlTa,"efsole nu,-ole e •i rifrangeva r.elle QOCCedella pioggia. Ern così mirabile ch'e rimasi trasccola10come d.,· ,ani i ad una apporizionc. Il mio pensiero ,~n potc,.i ar.cora di1tac– cars1 dalla notit.1a giunta poco primo e non ri:JSCivaa acderc che tutto foue rinito. C'e– rano ancora li!nte cose che dovc,-o d;rc a Stai. consigliarmi con lui su lanle quest:oni; le strba\lO per il nosiro ,nconbo ,-olcndo trar larle a ,oc.e. m3 anche nelle ultime convu· 1azioni non avlvo ,-oluto insi11ctt!'uoppo nel tOrmentarc lui e mc, non vole,-o dar boS,O a sospttti, non volevo che pensasse. che le noslte con,-ersazioni a'YC»cro una particolare importanza, un cerio eh-e- d, definit.ivo. L"ul· tima voha che l'a"e,-o salutato c"era tanta genie attorno a lui; gli chiesi q:ialche co.!-3, ,ma valigetta che avc,-o lascial.l un'altra voi· t.a, si arrabbiò con mc quando rifeci le scale per rip,er.dcrla.. L'Assunt:1 divampava ancora da,-anti a me. Osservavo quella magnifica cd eterna opera d"artc. Quando diverrà anch"e.ssacenere> Seno iii distintamen.le come 11 fiume del tempo mi scorresse fra le dita; la S'.),3 acqua gelida mi agghiacciava la mano. Cercai d1 upren· dere il controllo dei miei r-.ervi. Il suono dell'organo mi ,ichiamò alle realtà. Non doveva celebrarsi nessuna funzione a quell'ora. forse:qualcuno tu ,-erwto per rser citarsi} Annoiato dal concerto d1 Chopin ascoltato attraverso la parete, no di,'Cntato insensibile agli accordi della mu11ca; mi si confondcv,'\no con t,111ele altre impressioni riportale nella chie,.a. I pensieri nella mia lcr.t~ erano <".un fusi come gli angeli e gli aPostoli tea1rali di· pintì sul grande quadro. Sentii un grande sconforto nel cUOJe, ~ chè non pote,-o ,accor.tare ;, ncssWlO t:.&l:to ciò che ora provavo in questa gelida e pi°'os.,, Vc– ne1ia col funesto tcleg,amma in lasca, menlre I "immaginedella signora incontrata s.ottoi por tici persisteva tuttora nei miei occhi. Una volta a,-c."o creduto di amarla molto. Ma 01a c9mprendevo che non era amore. Non pensavo a nulla adesso. Per un mo– mento la mia mente vBganle si so-Hermòsulle piccolt'Icose di oti;ni aiorno, sull'albergo, sul conio che c'cr.:,.da pagare. D\in tratto mi accorsi di a,'Cr dimentica· to il numero della mia co.me ,a. Una e.osa si· mile non mi na mai -accaduta. Dimenticare} Li. memoria si indeboli1CCmani[cstamente. Già da qualche tempo mi sono accorto di dimenticare delle cose di poco conto, di ~re rlìvent.ato distratto. Sono i primi 1Ìnlomi del· lo sfo.celo. Uscii dalla chicso e passai pe1 la piaz• zella di Son ffomà. tanto simile ad un .a· lotto stile impero, mentre i bianchi ttucchì della piccola chies.1 ardevano nella luce Sii' lare. Non ricordavo più la strada per tornare all'albergo. E' IMto diH1cilc orizzontBrsi nel· le st.relle calli d, Vc-nczià, non sapevo più se do,·C\IO,-ollare a destra o .:,.sinistra... Chieti ad wt raganioo la strada per San Marco. Mi guatdò con sl:iporc e poi sorrise. Il suo sorriso rassomiglinva lanto a quello di Stai. Allora Stns r\On 'Yive,·apiù} Non auialcrò neanche al suo funualc. Non posso andare a Lugano da Venezia. non ho neanche il visto S\~Uero. E poi - chi teneva al mio arrivo} Stas non ha terminato nulla. Tutto è rt' tn.11.sto inc<>mpiuto.Poteva oncora a.cri'Yere per mohi anni. Ma a~he q"Jeslo non ha nessu na imporlanz.a. Quanti .altri te ne 10no en· dati così, per[ino tra quelli più vicini a me.} Sono scompani e non rJC è rimasta neanche una traccia. Po1cva scri,·cre ar.cora. Parlava d1 ce,ti suoi progetti. Tanti si aspettavano .a.ncora molto da lui. Per loro do,-ev.a esse.re una g,a,·e delusione. Quelle poche raccohc di versi ! Pouono costit:iire una mèta} Ed è pe 1 qut.slo che si vi"e} Soltanto pa,ole. Puo darsi che siano belle. Ma ciò non è tanlo grande quanto l'Assunta e poi non du,a tanto. Non le in· cideranno su dischi. Non ne faranno dei merletti ,-enezi.ani, - e non c1 sarà qu31che signora ,-enuta dalla lonlana Polonia, una voi· ta a.mala dal II grande 11 s.crittore, che I~ in· dichcrà al marito pazzamente innamoralo di lei dicendo: - C:iarda, che bc,llc1za ! Sono autenlicj merletti di Venezia! }AR0SLAW JWA ZKIEWICZ_ La rivista "Sestante,, ban– disce un concorso per un rac– conto, una poesia e una cor– rispondenza per individuare ed assu.mere collaboratori e cor– rispondenti fissi retribuiti. li regolamento potrà essere chiesto direttamente alla dire– zione della rivista (Vili Napoli 30 • Palermo)

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